I mass media "maltrattano" le donne ma la ribellione è possibile
PUBBLICITA', mass media, televisione. Il mondo della comunicazione
non ama le donne. Le mostra e le esibisce togliendo loro ogni
autorevolezza. Le denuda, le carica di lustrini e, mentre sembra
esaltarle, le umilia. Le riduce a merce, a decorazione. Toglie loro
la parola, le usa come prezzemolo visivo per "alleggerire" i
programmi, le tratta come elemento di attrazione, come calamita per
lo sguardo maschile.
Sono stufo del dilagante vittimismo femminista che ancora oggi esibisce stantie figurazioni di "donne come persone discriminate", trascurando di menzionare le assai più concrete politiche ed iniziative anti-maschili. Da decenni imperversa quotidianamente, quel fenomeno mediatico sociale di derisione e squalifica della simbologia maschile, esaltando invece manifestamente il positivismo di quelli femminili.
Una fotografia fedele di quanto ciascuno può guardare in tv è
quella raccontata in Il corpo delle donne, (Feltrinelli)
il libro scritto da Lorella Zanardo [...] Il corpo delle donne è dedicato alle ragazze da un'autrice
che sceglie di sottolineare le emozioni provate durante le
settimane dedicate a guardare la tv: "...sentivo nella mia carne il
sopruso della telecamera che frugava il nostro corpo. Soltanto
attraverso la comprensione profonda, e di conseguenza l'assunzione
totale della vergogna e del dolore per come eravamo rappresentate,
sarebbe stato possibile scrivere un testo per stimolare domande per
educare. E, finalmente, cambiare". Una ferita che è servita da base
per un impegno educativo di diffusione ed educazione che è tuttora
in corso.
Uno straziante grido di allarme da parte della Zanardo, autrice del libro "Il corpo delle donne". Dopo aver bevuto il te coi biscotti e guardato "per settimane" programmi televisivi squisivamente misogini e maschilisti ha patito ogni sorta di sopruso "da telecamera": nella carne e nello spirito tutto ciò che era patibile.