“Non una di Meno”: Insieme contro la violenza maschile. Le adesioni
NewTuscia – VITERBO – Il Movimento “Non una di Meno Viterbo”
– Erinna, Kyanos, Sans Frontiere, sindacato Usb, Casa dei Diritti della
Tuscia, la Gattaruga e singole donne – nasce per combattere la
violenza maschile sulle donne. Per violenza non intendiamo solo quella
fisica, ma anche quella psicologica, culturale ed economica.
Con l’aiuto dei sindacati di base per l’8 marzo, abbiamo proclamato lo Sciopero Generale al grido “Se le nostre vite non valgono, allora ci fermiamo!”
Noi non accettiamo più che la violenza, condannata a parole,
venga più che tollerata nei fatti. Non c’è nessuno stato d’eccezione o
di emergenza: il femminicidio è solo l’estrema conseguenza della cultura
che lo alimenta e lo giustifica. È una fenomenologia strutturale che come tale va affrontata.
La libertà delle donne è sempre più sotto attacco, qualsiasi scelta è
continuamente giudicata e ostacolata. All’aumento delle morti non
corrisponde una presa di coscienza delle istituzioni e della società che
anzi continua a colpevolizzarci. I media continuano a veicolare
un immaginario femminile stereotipato: vittimismo, spettacolo e neanche
una narrazione coerente con le vite reali delle donne.
La politica ci strumentalizza senza che ci sia una concreta volontà di contrastare il problema: si riduce tutto a dibattiti spettacolari e trovate pubblicitarie. Non c’è nessun piano programmatico adeguato. La formazione nelle scuole e nelle università sulle tematiche di genere è ignorata o fortemente ostacolata,
solo qualche brandello accidentale di formazione è previsto per il
personale socio-sanitario, le forze dell’ordine e la magistratura.
Dai commissariati alle aule dei tribunali subiamo
l’umiliazione di essere continuamente messe in discussione e di non
essere credute, burocrazia e tempi d’attesa ci fanno pentire di
aver denunciato, spesso ci uccidono. Dal lavoro alle scelte procreative
si impone ancora la retorica della moglie e madre che sacrifica la sua
intera vita per la famiglia.
Di fronte a questo scenario siamo tutte consapevoli che gli
strumenti a disposizione del piano straordinario del governo contro la
violenza, da subito criticato dalle femministe e dalle attiviste dei centri antiviolenza, si sono rivelati alla prova dei fatti troppo spesso disattesi e inefficaci, quando se non proprio nocivi.
In più parti del paese e da diversi gruppi di donne emerge da tempo
la necessità di dar vita ad un cambiamento sostanziale di cui essere
protagoniste e che si misuri sui diversi aspetti della violenza di
genere per prevenirla e trovare vie d’uscita concrete. È giunto il momento di essere unite ed ambiziose e di mettere insieme tutte le nostre intelligenze e competenze.
3 marzo 2017
Fonte: newtuscia.it