Intervista con lo scrittore anglo-pakistano che questa sera è alla «Milanesiana». Nei suoi libri la crisi dell' individuo e il mondo multietnico.
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KUREISHI, NELL' INTIMITÁ DEL MASCHIO INSICURO
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«Le donne sono più forti e indipendenti, ma si sta rafforzando il ruolo del padre»
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«Le donne? Sono diventate forti e noi uomini siamo entrati in crisi». Così Hanif Kureishi [FOTO A SINISTRA (Biografia)], lo scrittore anglo-pakistano diventato famoso nel 1985 con la sceneggiatura di My Beautiful Laundrette, autore del best-seller Il Budda delle periferie, spiega la svolta che, a 47 anni, ha preso la sua scrittura, soprattutto con l' ultimo libro, Nell' intimità. Un romanzo che, mescolato con altri due suoi racconti, Kureishi ha trasformato nella sceneggiatura di un film, Intimacy, diretto dal regista Patrice Cheréau che questa sera verrà presentato a Milano nell' ambito della manifestazione «La Milanesiana». E' una storia intima, lontana dai temi che hanno fatto finora da sfondo ai suoi libri: l' immigrazione, l' integrazione, il dialogo o, molto più spesso, lo scontro tra culture diverse. Anche con i racconti di Mezzanotte tutto il giorno, Kureishi aveva indagato il caos che governa i rapporti personali, le paure che nascono all' interno di una coppia. Ma in questo film, premiato con l' Orso d' oro all' ultimo festival di Berlino, emerge soprattutto la crisi in cui si dibatte il maschio contemporaneo nei suoi rapporti con l' altro sesso.
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KUREISHI, NELL' INTIMITÁ DEL MASCHIO INSICURO
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«Le donne sono più forti e indipendenti, ma si sta rafforzando il ruolo del padre»
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Il film racconta, anche con scene di sesso esplicito che gli sono valse la censura per i minori di 18 anni, la storia di un uomo che abbandona la famiglia e vive una storia che ricorda molto Ultimo tango a Parigi, fatta di incontri una volta alla settimana con una donna che conosce a malapena. Fino a quando, un giorno, lei non si presenta all' appuntamento e, per lui, diventa un' ossessione. «Perché parlo della crisi del maschio? - dice alla vigilia della partenza per Milano lo scrittore - forse perché sono diventato più maturo». E' soltanto una questione di età? «No, è che se sei uno scrittore hai continuamente nuovi stimoli. Volevo parlare della vita, una cosa in cui tutti siamo coinvolti. Il matrimonio ne fa parte, è un' esperienza che la maggior parte delle persone fa. Oggi, più che in passato, i rapporti si rompono e sono in molti, uomini e donne, a chiedersi come si fa a mantenere vivo e in salute un matrimonio». Dal film emerge un maschio in crisi, che fa fatica a trovare un rapporto vero e soddisfacente con le donne. «Le donne hanno alzato le loro aspettative. Il femminismo, l' indipendenza economica, il fatto che non si occupano più esclusivamente della famiglia e dei figli sono stati tra i più grandi sconvolgimenti del dopoguerra. Tutto ciò ha reso le donne più forti, capaci di scegliere, di rompere unioni che un tempo erano indissolubili. Insomma, possono comportarsi come noi e questo ci sconvolge. Oltretutto è un rapporto in continua evoluzione, che muta di giorno in giorno e a cui gli uomini cercano di adeguarsi, ma con grande fatica».
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Anche rispetto ai figli gli uomini sono cambiati. «Indubbiamente io sono un padre diverso da com' era mio padre che, certo, era molto più tradizionale». Lei che rapporto ha con i suoi figli? «Ho due gemelli di otto anni e uno di tre. Amo avere figli. Passo molto tempo con loro, troppo. Lavoro in casa, o meglio, cerco di lavorare, dal momento che i bambini sono sempre lì intorno. Esco molto raramente, sto quasi sempre con loro, gioco, li porto al parco, frequento i genitori dei loro compagni. Per fortuna ogni tanto vanno anche a scuola». In autunno Bompiani ripubblica Budda delle periferie, con una nuova traduzione. Com' è cambiata la società inglese rispetto a quando ha scritto il libro, nel 1990? «Sono mutate molte cose, e ancora di più rispetto agli anni ' 60, l' epoca in cui è ambientato il romanzo. E' un processo fisiologico perché viviamo da tanto tempo in una società multietnica e multirazziale. Oggi emergono temi e problemi molto interessanti, come quello dell' identità. Il punto è: come riuscire ad andare d' accordo con persone tanto diverse da noi, come interagire con gli altri mantenendo salde le nostre identità? E' questa la domanda che dobbiamo porci per migliorare la convivenza». Lei da ragazzo, in quanto anglo-pakistano, è stato oggetto di razzismo? «Sì, ho sofferto il razzismo tutti i giorni della mia vita. E' una cosa che ti rende paranoico, che ti costringe a pensare continuamente a te stesso, agli altri, che ti mette di fronte a sentimenti forti come l' odio».
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In questi quattro anni di governo Blair trova che le cose siano migliorate da questo punto di vista? «Il compito di chi governa è fare in modo che la gente si senta rispettata, pensi di avere delle chanches. E soprattutto che il maggior numero possibile di persone possa sentirsi british. Mi sembra che Blair vada in questa direzione». Che cosa pensa della globalizzazione? Non crede che il mondo multietnico sia già una forma di globalizzazione culturale? «E' un punto interessante, su cui dovrei riflettere per dare una risposta. Certo, un mondo multietnico è bello, ci sono più persone che possono piacerci. Il problema è che la globalizzazione può diventare una forma di standardizzazione, un processo che ci rende tutti uguali». Adesso in Gran Bretagna ci sono molti giovani scrittori che affrontano i temi dell' immigrazione, dell' integrazione, come l' anglo-giamaicana Zadie Smith. «Sì e mi sembra una cosa molto positiva: dimostra che la nostra narrativa è sana. Anche se io leggo molto poco». Perché? «Perché mi distrae dal mio lavoro. Sto scrivendo un nuovo libro: si intitola Body e riguarda i corpi, la carne umana. E poi non ho proprio il tempo di mettermi lì sdraiato sul divano con un libro. Sono un padre, praticamente a tempo pieno».
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LA VITA E LE OPERE - Hanif Kureishi è nato a Londra nel 1954 da madre inglese e padre pakistano. Nel 1985 ha scritto la sceneggiatura di My Beautiful Laundrette, il film diretto da Stephen Frears e nell' 87 quella di Sammy e Rose vanno a letto. Tra gli altri libri, oltre a Il Budda delle periferie (1990) e Nell' intimità (2000) ci sono The Black Album, Mezzogiorno tutto il giorno, Love in a blue time. Da un racconto di questa raccolta è stato tratto il film Mio figlio il fanatico. I libri di Kureishi sono tutti editi da Bompiani che in agosto pubblicherà anche una nuova traduzione del Budda delle periferie e, in ottobre, il nuovo libro intitolato Il dono di Gabriel. Kureishi ha anche diretto un film, London Kills Me (1991). LA MILANESIANA Questa sera alle 21.30, allo spazio Oberdan, Hanif Kureishi incontra il regista Patrice Chéreau. All' incontro partecipano anche Enrico Ghezzi e Ivan Cotroneo. Nel corso della serata verrà proiettato il film Intimacy. L' evento è all' interno della Milanesiana, la seconda edizione della manifestazione culturale patrocinata dalla Provincia di Milano, con la direzione artistica di Elisabetta Sgarbi.
.Taglietti Cristina
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06\07\2001
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[Pagina 35 - (Corriere della Sera)]