.


[Fonte dell'immagine postata: antifeminist.altervista.org]
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione
di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando
di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
[Quirinale.it]
[Monoscopio]
Il ruolo dei mass media (in relazione all'identità maschile) è stato la fonte di lunghi dibattiti dove ci si è interrogati sul risultato di alcuni studi. Paul Nathanson (in la collaborazione con la ricercatrice Katherine K. Young) ha analizzato il contenuto dei mass media si è concentrato su film, fiction, pubblicità e giornali. Dalle analisi è risultato che, tutto ciò che è in relazione con la maschilità è considerato negativo, violento e banale. Nathanson è andato oltre, analizzando anche i talk show e i programmi di attualità dove ha riscontrato avversione verso l'uomo ed il genere maschile, continuamente demonizzato, offeso e ridicolizzato. Lo studio ha coinvolto i contenuti editoriali di riferimento che ritraggono gli uomini in 650 articoli di giornale. In 130 riviste, 125 notiziari TV, 147 programmi di attualità, talk show 125 episodi, 108 reality show per un periodo di (circa) sei mesi. La ricerca ha dimostrato che, il 69% delle segnalazioni e dei commenti sono sfavorevoli agli uomini a fronte di un 12% favorevole e un 19% in forma neutrale o equilibrata. La stragrande maggioranza delle segnalazioni negative riguarda la violenza, l'aggressione e il male bashing (pestaggio morale anti-maschile) che raggiunge un picco complessivo (quasi) pari al 40%. Seguono (a lunga distanza) gli abusi sessuali 20,5%, criminalità in generale 18,6% e violenza domestica 7,3%. Altri grandi temi affrontati dai mass media sono stati la paternità e famiglia, la sessualità maschile, di lavoro e carriera, e il comportamento degli uomini nella sfera sociale. In tutte queste categorie, gli uomini vengono ritratti (nella maggior parte dei casi) in modo negativo. Significamente, l'eterosessualità maschile viene rappresentata altrettanto negativamente. L'uomo eterosessuale viene (ampliamente) associato con quello che viene definito "mascolinità egemonica" e viene descritto come violento, aggressivo e dominante. La mascolinità tradizionale è diventata il principale obiettivo da mettere in ridicolo nei talk show televisivi fino alle colonnine dei grandi giornali. In relazione al lavoro e alla carriera, gli uomoni vengono segnalati come ossessionati dal potere, "Sindrome di Atlante" la chiamano, trascurano le famiglie e sono la causa principale che impedisce alle donne di accedere nelle posizioni di potere "soffitto di vetro".
[Questo articolo si basa su risultati di una tesi di dottorato di ricerca completata
(nel 2005) con la University of Western Sydney e pubblicato in "Media e identità Maschi".]
John Beynon è un gallese che ha intrapreso studi accademici; ha esaminato per tre anni
(1999 - 2001) la mascolinità ritratta dalla stampa inglese analizzando alcuni tra i più
importanti quotidiani come "The Times", "The Guardian" e "The Sunday Times". Beynon
ha finito di scrivere (nel 2002) il suo libro, Masculinities and Culture, dove spiega come gli
uomini (e la mascolinità più in generale) siano diventati il principale bersaglio dei mass
media continuamente "attaccati, denigrati e ridicolizzati" conclude Beynon.