Il caso. Oggi "Nonsolofilm. Italiani brava gente" (RAI 3 alle 16. 30) esamina il tramonto del sesso forte. Nasce un dibattito.
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TV, NON NASCONDERE LA CRISI DEL MASCHIO
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TV, NON NASCONDERE LA CRISI DEL MASCHIO
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Alba Parietti: "Il nostro piccolo schermo e' lo specchio che riflette un maschilismo narcisista, becero e volgare".
. "Gli uomini che preferisco sono le bambole e i gatti". Divoratrice di maschi, la sensuale Jose' phine Baker stracciava cosi' il mito del sesso forte. In un' epoca come la sua, ancora abitata da donne maschio dipendenti, angeli del focolare, lei si' che poteva permettersi, trasgressiva e provocatoria, di schiaffeggiare la potenza virile, mettendone in discussione la supremazia. Ma da allora a oggi la crisi della figura maschile e' cresciuta in maniera proporzionale all' affermazione del ruolo femminile nella societa' . "Il mito del maschio", dal latin lover alla perdita di identita' dell' uomo italiano, e' il tema centrale di "Nonsolofilm. Italiani brava gente" di e con Giancarlo Santalmassi (oggi alle 16.30 su Raitre). Il discorso sara' allargato anche al cambiamento del comune senso del pudore e all' affermazione del movimento omosessuale in Italia. Il film proposto, in sintonia con l' argomento, e' "Le tentazioni del dottor Antonio", un episodio di Federico Fellini nel film "Boccaccio ' 70", del 1962, con Peppino De Filippo che si perde nei seni prorompenti di Anita Ekberg. In studio Carmen Covito, l' autrice della "Bruttina stagionata" e Paolo Hutter, leader del movimento omosessuale. Sono previsti anche interventi di Aldo Busi, Willy Pasini, Dacia Maraini e Natalia Aspesi. E inoltre la visione dei "baci gay" censurati dei film "Le donne non vogliono piu' " di Quartullo e "Via Montenapoleone" di Vanzina. Spiega Santalmassi: "Da anni il cinema documenta questo processo di trasformazione dei rapporti uomo donna. Negli ultimi tempi soprattutto quello americano, ma gia' dal Settanta quello italiano (basti citare "Ciao maschio" di Marco Ferreri), hanno descritto il progressivo svuotamento dell' immagine maschile rispetto alle sue tradizionali funzioni". Non ha fatto altrettanto la televisione: il cambiamento non e' stato registrato, se non in certi, per ora, timidi accenni nei messaggi pubblicitari. Mentre sul grande schermo sono sempre piu' numerosi i protagonisti quarantenni succubi, ridotti all' impotenza dalle loro compagne sempre piu' aggressive e intraprendenti, su quello piccolo, almeno in Italia, la figura dell' uomo e' ancora quella del dominatore, paternalistico nei confronti delle partner, che corteggia amabilmente. "Il cinema e' sempre stato all' avanguardia nell' individuare le evoluzioni sociali, rispetto alla televisione che segue a distanza", e' convinto il giornalista. Incalza la Covito: "Il cinema ha fatto di piu' : ha documentato la trasformazione dell' immaginario maschile. Se nei film di Fellini l' uomo veniva reso impotente da una donna troppo materna, asfissiante con le sue enormi tette, in film come "Basic instinct" viene annientato da una donna magra, scattante, una virago vampira". Fra cinema e televisione, anche lo sceneggiatore Sandro Petraglia ha raccontato la fragilita' del maschio. Basti pensare al ruolo interpretato da Nanni Moretti nel suo film "Bianca". Spiega: "E un personaggio autodistruttivo. Lui e' talmente in crisi al punto di trasformarsi quasi in un licantropo". La differenza tra i due mezzi di comunicazione viene centrata dall' antropologa Ida Magli: "E ovvio che il cinema sia all' avanguardia nell' analisi di certi problemi, perche' quasi sempre si basa su uno sforzo artistico ad alto livello intellettuale. La televisione corre invece su binari vecchi, vecchi stereotipi. Basta chiedersi chi sono gli autori dei testi che usano Frizzi o Pippo Baudo". Chiamato in causa, Baudo osserva piuttosto che la differenza sta nella specifica funzione dei mezzi: mentre il cinema interpreta la realta' , esasperandone alcuni aspetti che magari riguardano solo delle minoranze, la televisione fotografa il reale. Dice: "Non credo che tutti i quarantenni abbiano i problemi di Moretti oppure di Michael Douglas, mentre la maggioranza degli uomini italiani ha ancora un ruolo tradizionale all' interno della famiglia". Concorda polemica Alba Parietti: "E vero. La nostra tv e' proprio lo specchio che riflette un maschilismo narcisista, becero e volgare".
.Costantini Emilia
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19\12\1993
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[Pagina 34 - (Corriere della Sera)]