Modi e mode. Le origini della disparita' tra i sessi in una conferenza alla biblioteca Sormani di Milano
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IL LINGUAGGIO È MASCHILISTA
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Attraverso la parola e' nata la supremazia degli uomini sulle donne. Intervista a Lido Valdre', professore di filosofia del linguaggio all' universita' di Urbino.
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La natura - dice un verso di Holderlin -
non ha bisogno di parole". Sara'. Forse pero' non aveva tutti i torti Giovanni l' Evangelista: "
In principio era il Verbo". Da allora, inevitabilmente sono cominciate le discussioni. E la confusione. Nessuno pero' finora s' era mai chiesto: ma il parlare e' maschio o femmina? Sembra piu' facile stabilire il sesso degli angeli. A far luce sul mistero ci prova adesso Lido Valdre', professore di filosofia del linguaggio all' Universita' di Urbino, intervenendo alla Conferenza su "
Il potere del linguaggio al maschile e al femminile", che si e' svolta alla Sormani organizzata dalla Fidapa (Federazione italiana donne arti professioni affari). "
A noi uomini - attacca Valdre' -
e' andata veramente di lusso. Dal punto di vista fisiologico siamo inferiori alle donne. La supremazia l' abbiamo ottenuta attraverso la parola. Questo ha permesso di costruirci una rappresentazione del mondo e un atteggiamento psichico del tipo ultra maschilista. La storia della filosofia, che io definirei invece "fallosofia", ne e' la dimostrazione: la divisione in generi e' un prodotto culturale". Le prove? Basta guardare gli animali: ad esempio la mantide religiosa e l' ape regina divorano il partner dopo l' accoppiamento. Dove non esiste il linguaggio, l' elemento femminile predomina. Poi, grazie al lo' gos, i ruoli si sono invertiti: l' uomo e' forte, fa le leggi, va in guerra. Mentre la donna viene impietosamente confinata a letto o in cucina. In questo non ci sarebbe nulla di geneticamente predeterminato, quanto piuttosto il risultato di una imposizione simbolica al tempo stesso sfuggente e manifesta. L' uguaglianza e la parita' di diritti tra uomo e donna tanto sbandierate dalla nostra societa' ? Per Valdre' sono solo formali, lettera morta. Le differenze, in realta' , restano: "
E resteranno - aggiunge lui -
finche' rimarremo incatenati a questo tipo di linguaggio. Viviamo immersi in un oceano di parole tramandate attraverso le generazioni. Esse delineano i modelli di comportamento da seguire. I casi estremi sono gli automatismi introdotti da slogan e proverbi". E cita i piu' classici: l' uomo e' poligamo, la donna e' monogama; l' uomo e' cacciatore, la donna preda; gli uomini sono logici, le donne intuitive; gli uomini creano, le donne cuciono. Alla fine, a furia di sentirselo ripetere, ci credono anche loro. "
Il problema non concerne la verita' di queste formule, ma il fatto di poter dirigere cosi' i rapporti amorosi e sociali tra i sessi, e di diventare percio' vere in modo sottile per infiltrazione nell' immaginario di chi le apprende e le usa. La frase fatta offre un vantaggio: puo' essere infilata nelle conversazioni, e' semplice da dire e tutti la capiscono. Ma addormenta il pensiero".
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Podda Vincenzo
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05\12\1992
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