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RAZZISMO DEMOCRATICO
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MISANDRIA NEI MASS MEDIA
(PRIMA PARTE)
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MISANDRIA NEI MASS MEDIA
(SECONDA PARTE)
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MISANDRIA NEI MASS MEDIA
(TERZA PARTE)
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MISANDRIA
NEI MASS MEDIA
(QUARTA PARTE)
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MISANDRIA NEI MASS MEDIA
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MISANDRIA NEI MASS MEDIA
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MISANDRIA NEI MASS MEDIA
(TERZA PARTE)
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MISANDRIA
NEI MASS MEDIA
(QUARTA PARTE)
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LA TRAVE E LA PAGLIUZZA
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"Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non t'accorgi della trave che è nel tuo? Come puoi dire al tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello". Spiritualmente parlando, il difetto di vista più frequente non è la miopia, ma presbiopia. Miopia è vedere bene da vicino e male da lontano; presbiopia, al contrario, è vederci bene da lontano, ma male da vicino. Colui che vede la pagliuzza nell'occhio del fratello e non vede la trave nel suo, è uno che vede lontano, ma non vede vicino. E' un presbite. Il Presbite, a volte, non riesce a leggere uno scritto anche se ha i caratteri grandi come travi e ce l'ha ad un palmo dagli occhi."
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Luca 6,41- 42; 6,45 (Bibbia)
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Le società ideologiche non vedono le travi che ci sono nei loro occhi ma si soffermano sulle pagliuzze. Con questa metafora, voglio dire che, i soggetti afflitti da un male sono portati a non riconoscerlo. Troppo concentrati a guardare la gobba altrui per soffermarsi sulla propria. Autocritica. Questa è la parola.
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PORRE FINE AL PESTAGGIO MORALE ANTIMASCHILE
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Da decenni il genere maschile è sottoposto ad una campagna permanente di colpevolizzazione, denigrazione e dileggio. Sulla base di una storia e di una cronaca ricostruite a quel fine gli uomini nascono già colpevoli e debitori. Sono perciò chiamati a saldare questa colpa di Genere in tutti gli aspetti della vita e in tutte le forme. Alla colpa inventata si aggiungono la denigrazione, la derisione e la squalifica del loro modo di vivere, di sentire, di pensare e di agire. Dei loro sentimenti e delle loro passioni, delle loro creazioni e della loro sessualità. Dei loro successi e dei loro fallimenti, indifferentemente. A quella criminalizzazione e a questo dileggio deve essere posto termine sin d'ora e da subito va proclamato che anche gli uomini nascono innocenti.
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Di seguito alcuni esempi :
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(ATTENZIONE: La presente raccolta verrà periodicamente aggiornata con nuovi articoli)
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(ATTENZIONE: La presente raccolta verrà periodicamente aggiornata con nuovi articoli)
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Le società Occidentali ruotano intorno ad un regime ideologico.
La misandria.
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Inviate Email di pacata protesta ai giornalisti (o ancor meglio, ai loro direttori, specificando anche il nome del giornalista "incriminato"), ogni volta che notate misandria e\o trucchetti linguistici nei loro articoli.
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BOYS ARE STUPID [David & Goliath]
Boys make good pets, everyone should own one.
[I bambini maschi sono buoni animaletti domestici, ognuno dovrebbe averne uno.]
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FEMDOM
PRELUDIO ALL'ESTINZIONE
DEL MASCHIO
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Di Stefano Re
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SCUM MANIFESTO
SCUM MANIFESTO
(SOCIETY FOR CUTTING UP MEN)
[Trz. MANIFESTO PER L'ELIMINAZIONE DEI MASCHI]
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Il 3 giugno 1968, un'artista frequentatrice della Factory, Valerie Solanas, sparò ad Andy Warhol e al suo compagno di allora Mario Amaya. Entrambi sopravvissero all'accaduto, anche se Andy Warhol in particolare riportò gravi ferite e si salvò in extremis. Valerie Solanas dichiarò di aver sparato perché Warhol aveva troppo controllo sulla sua vita: successivamente scrisse anche una sceneggiatura dell'accaduto proponendola addirittura allo stesso Warhol, che rifiutò categoricamente. Le apparizioni pubbliche di Warhol dopo questa vicenda diminuirono drasticamente.
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[Andy Warhol (Biografia)]
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GENETICA:
STUDIO, NASCERE MASCHIO
E' UN ERRORE
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MILANO - Se nelle prime fasi di sviluppo di un embrione, in cui stanno crescendo le gonadi e si attiva la 'vià di sviluppo femminile, avviene un errore, si accende un interruttore molecolare che attiva alcuni geni sul cromosoma Y che regolano lo sviluppo di cellule specializzate che diventeranno testicoli. Lo afferma uno studio pubblicato su Nature da Robin Lovell-Badge e Ryohei Sekido National Institute for Medical Research, London, eseguito su topolini di laboratorio. (Agr)
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04\05\2008
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MACHO ADDIO.
COLPA DELLE DONNE
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I veri uomini non ci sono più, lamentano tante. Ma la responsabilità è proprio di madri e compagne, sostiene qualcuna. Come far tornare tra noi il sesso forte?
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Virilità desaparecida. E' l'argomento principe delle chiacchierate tra amiche: il Lui con la maiuscola, solido e maschio fino al midollo e tuttavia capace di cogliere le sfumature, appassionato e non ondivago, dev'essersi trasferito su un'isola deserta. Se c'è ancora. E sarà pur vero che qualche mosca in bianca in giro ancora si vede, ma il panorama generale pare a molte sconfortante.
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Che ci sia, nell'immaginario femminile, il fantasma del padre e che questo ideale fatichi a incarnarsi nel nostro tempo, è indubbio. Si è perso lo stampo o l'uomo-uomo cui tutte aneliamo (come compagno, amico, ma anche solo come collega) è semplicemente un modello anacronistico e irragionevole?
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C'è stato un tempo in cui le femministe avevano le idee (apparentemente) chiare: sarebbe bastato fare dei propri compagni di lotta e di letto complici e collaboratori nella vita familiare, per trasformare la vita di coppia in un Eden. Del resto, di necessità virtù: il lavoro femminile fuori casa aumentava e richiedeva che gli uomini imparassero a fare quel che le loro madri avevano sempre risparmiato loro.
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Dall'uguaglianza di diritti e doveri si è inavvertitamente scivolati nel ribaltamento di ruoli nel corteggiamento (oggi sono per le più le donne che si fanno avanti, a fronte di maschi intimiditi e recalcitranti), nonché nell'appropriazione di gesti, atteggiamenti, gusti, interessi e chi più ne ha più ne metta che erano appannaggio degli uomini: insieme con tutto questo, alla controparte abbiamo chiesto di continuare a essere dritta come uno stoccafisso e aliena da cedimenti emotivi di sorta, pena l'essere immediatamente messa alla berlina. Troppo? Parrebbe di sì, considerati i segnali di crisi rintracciabili nel numero crescente di disagi psicologici, sessuali e alimentari accusati dagli uomini.
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Ammettiamolo: in un delirio di onnipotenza crescente, abbiamo cominciato a considerarli come esseri un po' naif, a una dimensione, apprezzandoli più come "manzi" disponibili per il nostro piacere e poco più. Oggetti sessuali, insomma. Come sono sempre state (e sono tuttora) le donne. Guardiamoli, gli uomini che abbiamo allevato e rieducato, mentre sfogliano magazine maschili scegliendo il prossimo antirughe da acquistare e mentre si annotano il numero del chirurgo estetico che può toglier loro le borse sotto gli occhi.
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E, soprattutto, osserviamo come sono ormai tutti concentrati sul proprio narcisismo e poco interessati al gentil sesso, dentro e fuori dal letto. I commenti delle nostre lettrici testimoniano che il mal di testa una sera sì e l'altra no ce l'hanno sempre più loro, i compagni in pieno calo della libido che, primi nella storia dell'umanità, possono farne a meno. Contente dell'andazzo? Difficile esserlo. Coraggio, senso dell'onore e audaci avventure: questo volevamo dagli uomini. Che fossero i nostri eroi. Forse è il caso di predisporsi a valorizzare e celebrare le migliori qualità testosteroniche: senza dubbio il sesso (e la vita tutta) avrà da guadagnarci.
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Lorenza Provenzano
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08\05\2008
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DONNE, I MASCHI SI ESTINGUERANNO TRA
125MILA ANNI
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Le donne sono avvisate: restano solo 125mila anni ai maschi della specie umana su questo pianeta. Alcune saranno contente, altre no. Poi gli uomini si estingueranno per sempre. Almeno questo è ciò che sostiene il genetista Bryan Sykes, professore alla Oxford University e autore del libro "Adam's Curse: A Future Without Men".
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Secondo Sykes il cromosoma Y si sta rapidamente deteriorando generazione dopo generazione e allafine sparirà. Ciò perchè il cromosoma Y si passa da padre a figlio, ed è quello che determina il sesso maschile del feto. Va detto infatti che in partenza gli esseri umani sono tutti femmine, poi la presenza o meno del cromosoma Y permette al feto di diventare verso la mascolinità qualche settimana dopo il concepimento. Insomma secondo Sykes gli uomini altro non sono che donne geneticamente modificate.
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Ma poichè il cromosoma Y non è in grado di ripararsi da solo, sta accadendo che ogni generazione circa l'1 per cento dei maschi ha una mutazione genetica che diminuisce del 10 per cento la fertilità. Il cromosoma Y non viene trasmesso in coppia come gli altri cromosomi, dunque non può modellarsi per ovviare a errori di replicazione. Così, secondo i calcoli del genetista tra circa 125.000 anni non ci saranno più cromosomi Y.
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30\04\2008
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UN FUTURO SENZA UOMINI
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Roma - Un genere sempre più minacciato: quello dei maschi. Tempo fa emerse la notizia di ricerche scientifiche secondo le quali le donne potessero produrre dal midollo spinale cellule staminali per la riproduzione e dunque autofecondarsi.
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Ora, il genetista Bryan Sykes della Oxford University, rende noto attraverso il suo libro: Adam's Curse: A Future Without Men (Il corso di Adamo: un futuro senza uomini) che il cromosoma Y, quello che determina la nascita di un essere umano maschio, si sta deteriorando al punto tale che lentamente si estinguerà. Ciò, secondo il professore inglese, accadrà perchè il cromosoma maschile, a diferenza di quello femminile (X) non può autoripararsi.
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In partenza i cromosomi sono tutti femminili. Il cambiamento sessuale, infatti, avviene a distanza di una settimana dal concepimento. Durante il percorso, il cromosoma Y però è "solo", non partecipa alla gara per la vita in coppia, pertanto non ha modo di modellarsi attraverso altri simili.
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La sentenza di "morte" per gli uomini, così, secondo sempre le affermazioni Di Sykes, è prevista tra quasi 125mila anni, periodo in cui di generazione in generazione i maschi subiranno una vera e propria mutazione genetica.
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Maschi della specie umana sono destinati all'estinzione? Lo sostiene un eminente genetista, Bryan Sykes, professore alla Oxford University e autore del libro "Adam's Curse: A Future Without Men": "Il cromosoma Y si sta rapidamente deteriorando generazione dopo generazione e credo proprio che sparirà", annuncia Sykes.
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(Let/Dire)
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30\04\2008
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I MASCHI
SI ESTINGUERANNO TRA 125.000 ANNI
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I maschi della specie umana sono destinati all'estinzione? Lo sostiene un eminente genetista, Bryan Sykes, professore alla Oxford University e autore del libro "Adam's Curse: A Future Without Men": "Il cromosoma Y si sta rapidamente deteriorando generazione dopo generazione e credo proprio che sparirà", annuncia Sykes.
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Il cromosoma Y si passa da padre a figlio, ed è quello che determina il sesso maschile del feto. In partenza, gli esseri umani sono tutti femmine: la presenza del cromosoma Y permette al feto di 'deviare' lo sviluppo verso la mascolinità qualche settimana dopo il concepimento. "Gli uomini sono donne geneticamente modificate", spiega Sykes.
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Ma il cromosoma Y ha un problema: non è in grado di ripararsi da solo. "Ogni generazione circa l'1 per cento dei maschi ha una mutazione genetica che diminuisce del 10 per cento la fertilità", spiega Sykes. "Poiché il cromosoma Y non viene trasmesso in coppia come gli altri cromosomi non ha uno 'specchio' sul quale modellarsi per ovviare a errori di replicazione. Così, generazione dopo generazione, tra circa 125.000 anni, non ci saranno più cromosomi Y". Dopo il clamoroso annuncio, il professore ha iniziato a ricevere e-mail piene di insulti: "Il succo delle mail è: Come puoi tradire il tuo stesso genere?" spiega Sykes. Ma l'estinzione degli uomini sarebbe davvero un problema? Per l'industria dello sport, della prostituzione e delle automobili forse sì, ma per esempio le prigioni si svuoterebbero del 97 per cento dei loro ospiti, e gli incidenti stradali diminuirebbero del 70 per cento. Mica male.
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28\04\2008
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FONTE:http://it.notizie.yahoo.com/pensiero/20080429/thl-i-maschi-si-estingueranno-tra-125-00-bd646f4.html
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CRISI MERCATI; COLPA DEL TESTOSTERONE, SERVONO PIU' DONNE
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Ricercatore Cambrigde: riequilibrare ormoni in sale trading
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Roma, 15 apr. (Apcom) - La crisi dei mercati? "Tutta colpa del testosterone", secondo un ricercatore dell'università di Cambridge, che sostiene come questo ormone maschile, alla base dei meccanismi legati alla competizione e all'aggressività, sia anche tra i fattori che favoriscono l'insorgere delle bolle della finanza. E per John Coates, già consulente per Deutsche Bank, la soluzione è quanto mai semplice: bisogna 'riequilibrare' i livelli ormonali nelle sale di trading, aumentando la presenza di donne, che mitigherebbero - secondo Coates - la tendenza a prendere rischi eccessivi nelle fasi di euforia dei mercati.
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Per una questione normalmente dibattuta con lunghe dissertazioni tecniche su indici, livelli di capitalizzazione, errori di vigilanza eccetera, potrebbe apparire solo come l'ennesima tesi fantasiosa sulla crisi delle Borse, se non fosse che finisce sulle pagine del prestigioso Financial Times, dove l'autore ha pubblicato un lungo articolo per argomentare le sue affermazioni.
"Le ondate di esuberanza e pessimismo irrazionali che destabilizzano i mercati finanziari potrebbero essere legate a fattori ormonali - dice Coates -. Le neuroscienze e l'endocrinologia possono aiutarci a capire questi spiriti turbolenti".
Il ricercatore riferisce di aver effettuato dei test ormonali su trader navigati, e che i livelli di testosterone risultavano più elevati dopo una seduta chiusa in positivo, un fenomeno che si accentua tra i trader veterani. In natura, prosegue l'autore, il testosterone tende ad aumentare tra i maschi che si preparano alla competizione, e continua ad aumentare nel vincitore, mentre crolla nel perdente. "Quando i livelli di testosterone continuano ad aumentare - si legge - i livelli effettivi di rischio intrapreso finiscono per portare a comportamenti pericolosi".
"Le ondate di esuberanza e pessimismo irrazionali che destabilizzano i mercati finanziari potrebbero essere legate a fattori ormonali - dice Coates -. Le neuroscienze e l'endocrinologia possono aiutarci a capire questi spiriti turbolenti".
Il ricercatore riferisce di aver effettuato dei test ormonali su trader navigati, e che i livelli di testosterone risultavano più elevati dopo una seduta chiusa in positivo, un fenomeno che si accentua tra i trader veterani. In natura, prosegue l'autore, il testosterone tende ad aumentare tra i maschi che si preparano alla competizione, e continua ad aumentare nel vincitore, mentre crolla nel perdente. "Quando i livelli di testosterone continuano ad aumentare - si legge - i livelli effettivi di rischio intrapreso finiscono per portare a comportamenti pericolosi".
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Sui trader maschi questo porta a "comportamenti maniacali accompagnati da senso di infallibilità", un problema che invece lascia "relativamente non coinvolte le donne". Così si esagera nel prendere rischi, i prezzi si gonfiano e finiscono per lievitare le bolle della finanza.
Bolle che prima o poi esplodono, e a quel punto scatta un altro ormone, il cortisolo, legato allo stress, che normalmente serve a rallentare alcune funzioni dell'organismo, come digestione e apparato riproduttivo, per fornire un extra carburante nelle fasi difficili. Solo che nelle crisi dei mercati anche la concentrazione di cortisolo si cronicizza e questo finisce per provocare "ansia, tendenza a richiamare continuamente ricordi sgradevoli, e a vedere pericoli la dove non ne esistono". A questo punto i trader esagerano nel senso opposto, si crea il panico e la fuga dal rischio.
"Se le bolle fossero amplificate dal testosterone, questo non significa che sono prevalentemente un fenomeno legato alla natura maschile? Non aiuterebbe una maggiore presenza femminile a stabilizzare la situazione? Se l'atteggiamento sui rischi è determinato in parte dagli ormoni - conclude Coates - allora per una banca la strategia di riduzione dei rischi potrebbe passare dalla diversificazione del profilo endocrino delle sue sale di trading".
Bolle che prima o poi esplodono, e a quel punto scatta un altro ormone, il cortisolo, legato allo stress, che normalmente serve a rallentare alcune funzioni dell'organismo, come digestione e apparato riproduttivo, per fornire un extra carburante nelle fasi difficili. Solo che nelle crisi dei mercati anche la concentrazione di cortisolo si cronicizza e questo finisce per provocare "ansia, tendenza a richiamare continuamente ricordi sgradevoli, e a vedere pericoli la dove non ne esistono". A questo punto i trader esagerano nel senso opposto, si crea il panico e la fuga dal rischio.
"Se le bolle fossero amplificate dal testosterone, questo non significa che sono prevalentemente un fenomeno legato alla natura maschile? Non aiuterebbe una maggiore presenza femminile a stabilizzare la situazione? Se l'atteggiamento sui rischi è determinato in parte dagli ormoni - conclude Coates - allora per una banca la strategia di riduzione dei rischi potrebbe passare dalla diversificazione del profilo endocrino delle sue sale di trading".
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15\04\2007
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FECONDAZIONE: I MASCHI NON SERVONO PIU'
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Il New Scientist ha pubblicato una notizia veramente molto interessante che ha avuto e avrà una eco sensazionale. L’argomento in effetti è estremo: Alcuni scienziati inglesi dell Università di Newcastle Upon tyne stanno lavorando al modo di trasformare in sperma le cellule staminali del midollo osseo femminile.
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Ovviamente le sperimentazioni finora effettuate in laboratorio sono state a scapito di topi, il cui midollo osseo è stato trattato bombardandolo di vitamine e composti chimici.
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Il professor Karim Nayernia a capo dell’ esperimento inizierà a lavorare entro due mesi dopo aver ricevuto le autorizzazioni del caso. Entro due anni potremo avere le prime cellule spermatiche femminili e dopo altri tre lo sperma prodotto sarebbe maturo e potrebbe fertilizzare gli ovuli, dando vita però a prole esclusivamente femminile, visto che il cromosoma Y , prerogativa maschile, non interviene nella dinamica riproduttiva.
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Giulio Cossu (esperto di staminali) ha commentato lo studio ribadendo la sua perplessità riguardo alla generazione di uno spermatozoo partendo da una cellula indifferenziata come la staminale sebbene gli scienziati britannici siano ottimisti e convinti che con questa tecnica si potrà curare l’infertilità.
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Le polemiche e le critiche sono esplose non solo per l’idea di un futuro in cui il concepimento avviene completamente in maniera artificiale, ma anche per l’idea dell’uomo privato del suo ancora necessario intervento nel processo di creazione, e soprattutto la “paura” di far sì che coppie lesbiche possano concepire figli realmente propri a livello biologico.
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Ampliando un pò questa prospettiva si potrebbe anche pensare a una donna come unico genitore, con sperma autoprodotto per la fecondazione del proprio ovulo…un sogno per le femministe!
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Ma anche per i gay c’è una pari opportunità fornita dal Butantan Institute in Brasile, i cui ricercatori pare siano già arrivati alla trasformazione in sperma ma anche in ovuli delle staminali embrionali di topi. L’ovulo maschile fecondato dallo sperma del proprio compagno dovrà comunque essere impiantato nell’utero di una “madre surrogata”.
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Il fatto grave rimane il serio rischio che esseri umani nati da tali tecniche possano presentare serie deficienze di salute, vere anomalie genetiche come verificatosi nei topi impiegati nelle sperimentazioni svolte.
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01\02\2008
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GLI UOMINI NON SERVONO PIU'
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Secondo una recente scoperta entro cinque anni sarà possibile diventare madri autofecondandosi: lo sperma si estrarrà dal midollo delle donne
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Maschi addio. In un futuro, neanche troppo lontano, le donne potranno diventare madri autofecondandosi. Una prospettiva sicuramente "estrema" frutto della recente scoperta fatta da alcuni scienziati inglesi dell'università di Newcastle Upon Tyne, che hanno trovato il modo di trasformare le cellule staminali del midollo osseo femminile in sperma, tagliando di fatto il maschio fuori dal processo di creazione della vita e rendendo "il fare l'amore" del tutto superfluo nel processo di procreazione.
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La scoperta è stata pubblicata sul New Scientist e ha avuto un ampio risalto su tutti i principali quotidiani inglesi. Il professor Karim Nayernia, che guida l'equipe, è pronto ad iniziare gli esperimenti entro i prossimi due mesi, previo il rilascio delle necessarie autorizzazioni e si dice certo di potere produrre le prime cellule spermatiche femminili entro due anni. Lo sperma maturo, capace di fertilizzare gli ovuli, richiederà invece almeno tre anni di esperimenti. Una sorta di "primo stadio" dello sperma da cellule di midollo osseo femminile sarebbe già stato prodotto dai ricercatori lavorando sui topi di laboratorio, bombardando le staminali del midollo osseo di vitamine e composti chimici. Ulteriori ricerche potrebbero consentire anche agli uomini di produrre similarmente le cellule uovo dal proprio midollo osseo e di conseguenza diventare padri "da soli" e provare così l'ebbrezza di un concepimento senza femmina.
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Una rivoluzione copernicana che potrebbe consentire anche agli omosessuali di fare figli, fermo restando che l'utero di una donna resta imprescindibile (almeno fino a qualche altra scoperta rivoluzionaria) per portare a termine una gravidanza. Secondo gli scienziati la scoperta potrebbe rappresentare anche una tappa fondamentale nella lotta contro l'infertilità. Le stesse tecniche, una volta messe a punto, potrebbero se non altro consentire il prelievo di staminali da donatori adulti senza dover ricorrere agli embrioni. Senza contare la possibilitàdi procreare che verrebbe offerta quasi "miracolosamente" a malati di cancro divenuti infertili, o alle coppie infertili in senso assoluto.
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Inquetanti però i suoi risvolti: i bambini nati in questo modo potrebbero essere esclusivamente di sesso femminile, perché nella riproduzione non entrerebbe in gioco il cromosoma Y, che è un "copyright" esclusivamente maschile. Altissimi poi i rischi di anormalità genetiche e malformazioni fisiche e psichiche. Rischi anche per la salute della donna che si sottopone a questa applicazione: i topi che hanno fatto da cavia non se la passano benissimo. Senza contare le infinite problematiche etiche. A questo proposito Paòloblob scrive nel suo blog: "Al di là degli studi di psicologia, è indubbio che il padre non può essere sostituito totalmente. Vorrei chiedere alle donne se sarebbero soddisfatte di questa scoperta. Se lo fossero davvero, noi maschietti toglieremo il disturbo. Infine vorrei chiedere una cosa ai geni che hanno fatto questa scoperta. Adesso che lo avete scoperto cosa farete? E quanto vi è costata sta cosa? Lo sapete che fuori la gente si ammala di tumore e non c'è ancora una cura certa. Non voglio fare della demagogia, ma dico che ci sono cose molto più importanti ed urgenti da scoprire, secondo me".
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01\02\2008
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UN MONDO DI SOLE DONNE E' POSSIBILE?
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Fra qualche anno forse sarà possibile ottenere sperma fertile dal midollo spinale della donna, perché possa riprodursi senza il maschio e generare solo altre donne
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Chi era che diceva di voler fare a meno degli uomini? Quante donne hanno detto almeno una volta nella vita “come sarebbe bello il mondo senza il genere maschile!”? Sicuramente è il sogno di ogni lesbica. E anche di tutte le novelle Didoni sedotte e abbandonate, di tutte le donne deluse dai maschi, delle mogli di impotenti cronici, di tutte le femministe sfegatate e stanche del pene.
Ebbene, fra un po’ di anni forse i sogni di tutta questa tumultuosa popolazione femminile, si avvereranno: si profila all’orizzonte un possibile mondo di sole donne. Sceneggiatori visionari, preparate film e fiction sul prossimo futuro fantascientifico, anzi sul prossimo futuro probabilmente reale.
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La svolta per il cromosoma X, annunciata dal settimanale britannico New Scientist, sarebbe opera di ricercatori della Newcastle University, il cui centro di studi sulle cellule staminali è tra i più avanzati del mondo. “Secondo quanto scrive la rivista, uno degli scienziati del centro, il professor Karim Navernia, ha presentato richiesta alle autorità competenti del Regno Unito per portare a termine l'esperimento e si dice in grado di cominciare entro due mesi. Il biologo, che afferma di essere già riuscito a ricavare sperma dal midollo femminile in esperimenti fatti sui topi, è convinto che uno sperma umano prodotto dal midollo spinale di una donna potrebbe essere prodotto nel giro di due anni, anche se ce ne vorrebbero altri tre per uno sperma effettivamente capace di fecondare una donna. Un altro studioso della materia però, Robin Lovell-Badge del National Institute for Medical Research di Londra, è più prudente e calcola che la creazione di uno "sperma femminile" sia lontana almeno un decennio”.
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Ma c’è di più: le bambine nate dall’unione di una donna con se stessa, potrebbero presentare gravi problemi di salute, come sta succedendo ai topi sottoposti agli esperimenti già da ora: quali spaventosi incubi potrebbero nascere da questi rischi? Ma cerchiamo di vedere la situazione da un punto di vista roseo, d’altronde si parla di femmine, di delicate creature pink: le donne si riprodurrebbero dunque da se stesse, figliando soltanto altre donne, in quanto lo sperma artificiale ottenuto dal midollo spinale femminile non avrebbe il cromosoma Y necessario alla procreazione dei maschi. Quindi… Niente più maschi egoisti in giro, niente più esseri incomprensibili che ci abbandonano, niente più uomini che non ci capiscono, maschi che ci sfruttano, maschilisti che non ci considerano. Insomma fin qui tutte buone notizie!
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Un vero paradiso… Pensate: donne al volante, donne sulle navicelle spaziali, donne nelle fabbriche, donne al governo, donne alle stelle, donne nelle stalle, donne in casa, donne nelle culle, donne nel letto… donne, donne, donne…
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Un po’ monotono in fondo, forse il mondo del futuro al femminile sarebbe più un purgatorio…. Riflettiamo: rivalità femminile, invidie varie, isterismi di sorta, tante tante vagine e nessun pene… NESSUN PENE?!? Oddio, un inferno! Forse tenere qualche uomo da parte per le notti infelici, non sarebbe una cattiva idea… Forse sperimentare la diversità ogni tanto spezzerebbe un po’ la monotonia…. Forse qualche uomo, accuratamente selezionato, potrebbe rimanere nel nostro mondo ideale…
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Ma toccherà tenerla d’occhio l’esigua popolazione maschile rimasta, perché altrimenti questa finirà per ribellarsi e prendere il sopravvento e noi povere creature indifese finiremo a scannarci l’una con l’altra per accaparrarci gli ultimi uomini rimasti e poi arriveremo a vivere una specie di Matrix umanoide, con uomini al posto delle macchine… E poi le macchine ci distruggeranno, e tutto finirà in polvere… Deliri e allucinazioni, forse ho visto troppe “donne” in questo articolo…
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08\02\2008
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CTZ. "Dico solo che la violenza sulle donne è purtroppo una tradizione di tutti i maschi del mondo contro tutte le donne del mondo, senza distinzione di confini geografici e religiosi. Uno scandalo che dura dalla notte dei tempi e che si accompagna spesso alla violenza sui bambini".
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Anna Finocchiaro
[11 Luglio 2007 (dal Sito Ulivo - Senato)]
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Una campagna pluridecennale di criminalizzazione del genere maschile. Una proiezione persecutoria.
Sono offeso dalle parole della Finocchiaro.
Offesa è la mia dignità.
Non ho mai stuprato o picchiato nessuna donna
(come la maggioranza degli uomini).
Frasi che pesano come macigni.
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L'UTOPIA FEMMINISTA
NELLA SVEZIA ROSA
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Un neopartito delle donne dove ha prevalso l'ala oltranzista, gay e transessuale, che ora punta a "distruggere l'ordine patriarcale". Nel programma anche una tassa da imporre ai neonati maschi.
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IDEOLOGIE ESTREME
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Svezia. Qui le signore siedono nelle poltrone di comando in politica e negli affari, qui non c´è bisogno di quote, la parità tra i sessi è quasi perfetta: eppure, in aprile è nato un "partito delle donne" che ha sbancato i sondaggi, per poi imboccare una via bizzarra. Sull´ala moderata ha prevalso quella oltranzista, gay e transessuale, che ora punta a "distruggere l´ordine patriarcale" Nel programma anche una tassa da imporre ai neonati maschi. Dopo l´iniziale successo, il movimento è imploso in una serie di risse interne che hanno portato quattro fondatrici ad andarsene sbattendo la porta. Questo è un viaggio spettacolare: è come salire su una macchina del tempo e mettere la lancetta al 2055, scendere e vedere com´è. Vedi meraviglie e schifezze naturalmente, prima fai oohh a bocca aperta poi guardi meglio e fai mah, però dei dubbi parliamo dopo. Prima lo stupore. Il viaggio è breve: tre ore di volo da Roma a Stoccolma. Da Roma, dove in Parlamento gli uomini dicono «quelle, le donne, non devono scassare la minchia» e bocciano una legge sulle "quote rosa" di per sé già ridicola - ne sarebbero entrate una su dieci, alle Camere - fino alle isolette di Stoccolma dove le signore sono la metà del Riksdag, in otto hanno progettato l´ultima Volvo, c´è una vicecapo di Stato maggiore, quando fanno un figlio stanno a casa (pagate) quasi un anno e mezzo, le ministre sono undici, le pilote di aereo in percentuale più delle maestre d´asilo, Vittoria sarà regina, Anne Lindh sarebbe stata primo ministro se un pazzo non l´avesse accoltellata al secondo piano dei grandi magazzini dove da ministro degli Esteri era senza scorta a fare la spesa, le prostitute sono accudite come vittime e i clienti vanno in galera, già Cristina di Svezia nel 1600 aveva una fidanzata, Cartesio come insegnante di filosofia e abdicò pur di non sposarsi, gli uomini fanno più fatica a trovare lavoro (il loro problema è il tasso di disoccupazione maschile) e non c´è ufficio, non c´è sala d´attesa né centrale comandi dove la parità sia meno che perfetta, del resto anche gli Abba erano in quattro divisi così: due e due. Dunque, la Svezia.
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No, la questione è un´altra. La questione è che in Svezia nell´aprile di quest´anno è nato un Partito Femminista - è nato, non esisteva prima - che si candiderà alle elezioni politiche del prossimo anno e che i sondaggi hanno accreditato al suo esordio di un gradimento del 25 per cento da parte dell´elettorato, e di una ragionevole intenzione di voto dell´8 per cento. Un´enormità, difatti Le Monde, il New York Times e l´Herald Tribune gli hanno subito dedicato le prime pagine sotto titoli che dicono, più o meno: che altro vogliono le donne, in Svezia? Una buona domanda, quindi tutti a leggere il programma di Feministiskt initiative e della sua energica ma esile e sorridente leader Gudrun Schyman, già segretario dell´ex Partito comunista, ora Partito della sinistra, abbandonato appunto per «manifesto maschilismo».
No, la questione è un´altra. La questione è che in Svezia nell´aprile di quest´anno è nato un Partito Femminista - è nato, non esisteva prima - che si candiderà alle elezioni politiche del prossimo anno e che i sondaggi hanno accreditato al suo esordio di un gradimento del 25 per cento da parte dell´elettorato, e di una ragionevole intenzione di voto dell´8 per cento. Un´enormità, difatti Le Monde, il New York Times e l´Herald Tribune gli hanno subito dedicato le prime pagine sotto titoli che dicono, più o meno: che altro vogliono le donne, in Svezia? Una buona domanda, quindi tutti a leggere il programma di Feministiskt initiative e della sua energica ma esile e sorridente leader Gudrun Schyman, già segretario dell´ex Partito comunista, ora Partito della sinistra, abbandonato appunto per «manifesto maschilismo».
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Dunque cosa è successo? È successo questo: l´ala radicale ha preso il sopravvento. Al congresso di settembre, il primo congresso, il femminismo per così dire gentile e dialogante è stato sconfitto dal femminismo armato. Il vento della vendetta storica si è abbattuto sulle docenti universitarie, le filosofe del pensiero di genere, le liberali che insieme avevano fondato il gruppo: vendetta sui maschi. L´ala omosessuale, bisessuale, transessuale del partito ha imposto il suo programma: distruggere l´ordine patriarcale. Proprio così: distruggere. Di seguito, i punti del programma. Primo, tassare alla nascita tutti i bambini maschi. Tassarli in quanto maschi, perché siccome gli uomini a parità di incarico guadagnano il 25 per cento in più delle donne è giusto che rifondano la somma che usurperanno fin dal momento in cui vengono al mondo. Secondo, e conseguente: risarcire del 25 per cento di salario sottratto e ristabilire immediatamente la norma «equal pay for equal work». Terzo: eliminare i nomi sessuati, dare ai bambini nomi neutri in modo che possano decidere loro, da grandi, se si sentono maschi o femmine. Quarto: obbligare gli uomini a stare a casa otto dei sedici mesi concessi dallo Stato per la maternità/paternità. Non «dar loro la possibilità di»: questo è già legge. Obbligarli. Quinto: abolire il matrimonio e sostituirlo con un «codice di convivenza civile» che non faccia riferimento al genere e al numero delle persone coinvolte. Il quinto punto ha subito fatto pensare ad una legittimazione della poligamia perciò le proponenti hanno dovuto precisare: odiosa poligamia esclusa. Sesto: limitare la presenza degli uomini dei gruppi direttivi al 25 per cento. Settimo: stabilire per legge che nessuna donna deve percorrere più di 15 minuti di strada a piedi per raggiungere un servizio essenziale. Ottavo: rivedere la legge sulla violenza sessuale nel punto in cui si dice che la donna offesa deve dimostrare di aver resistito. La donna, anche nell´ambito domestico, non deve fornire un silenzio assenso all´atto sessuale ma deve esplicitamente richiederlo. Nono: aprire un´inchiesta governativa che stabilisca perché le ambulanze arrivano più tardi quando a patire un infarto è una donna. Decimo: abolire la monarchia. Ora, come chiunque può apprezzare, il decalogo ha punti di forza e altri di debolezza. Il punto due, «equal pay for equal work», è sacrosanto e difatti il governo socialdemocratico di Goran Persson ne ha fatto l´asse del suo programma di «gender equality», uguaglianza di genere: non c´è una ragione al mondo per cui le donne che fanno lo stesso lavoro degli uomini debbano guadagnare di meno. Al punto nove, quello degli infarti, si può obiettare che le donne - è scientificamente provato - ne accusano di meno ma, certo, quando capita le ambulanze non devono arrivare in ritardo. Più complesso appare regolare per legge la sessualità domestica. Persino più complesso tassare i neonati maschi e obbligare i genitori a dar loro un nome neutro. Lasciando il partito, Helena Brandt, verde, ha detto che «Iniziativa femminista è diventato un partito omosessuale, bisessuale, transessuale. Non quello che io pensavo all´atto della fondazione: io sono contro le discriminazioni di genere, tutte». In effetti il primo quotidiano di Svezia, Dagens Nyheter, osserva come transessuali e transgender abbiano trovato lì ospitalità. Il commentatore politico Bjorn Elmbrant rileva che «bello o brutto che sia le questioni legate ai diritti dei gay non possono interessare più di ottocento elettori». Forse qualcosa di più, ottocento sono pochi, ma resta in effetti sorprendente come una politica di lunghissimo corso parlamentare come Gudrun Schyman abbia lasciato sbattendo la porta la guida del Partito della sinistra per mettersi a capo di una formazione così connotata. Sarebbe come se, fatte le proporzioni, Fassino lasciasse i Ds per capitanare alle prossime politiche un Partito Priscilla. Lei, Schyman, respinge fermissima le obiezioni: «È un mito che la Svezia sia un paese egualitario. Anche gli svedesi pensano che il più sia fatto, che resti solo un po´ di polvere negli angoli, ma nella vita reale le cose stanno andando indietro. La sinistra è incapace di vedere la sottomissione della donna. Preferirei un governo borghese con orientamento femminista che un governo di sinistra così». Delle compagne che se ne sono andate dice che erano «esasperate dalle pressioni esterne», niente rivalità interna al partito. Tuttavia la cronistoria è questa. I primi malumori dell´ala moderata sono iniziati in estate, dopo la messa in onda sul primo canale tv del documentario La guerra di genere, The gender war. Il programma conteneva affermazioni assai poco dialoganti tipo «gli uomini sono animali», opinione di Ireen von Wachenfeldt.
Dunque cosa è successo? È successo questo: l´ala radicale ha preso il sopravvento. Al congresso di settembre, il primo congresso, il femminismo per così dire gentile e dialogante è stato sconfitto dal femminismo armato. Il vento della vendetta storica si è abbattuto sulle docenti universitarie, le filosofe del pensiero di genere, le liberali che insieme avevano fondato il gruppo: vendetta sui maschi. L´ala omosessuale, bisessuale, transessuale del partito ha imposto il suo programma: distruggere l´ordine patriarcale. Proprio così: distruggere. Di seguito, i punti del programma. Primo, tassare alla nascita tutti i bambini maschi. Tassarli in quanto maschi, perché siccome gli uomini a parità di incarico guadagnano il 25 per cento in più delle donne è giusto che rifondano la somma che usurperanno fin dal momento in cui vengono al mondo. Secondo, e conseguente: risarcire del 25 per cento di salario sottratto e ristabilire immediatamente la norma «equal pay for equal work». Terzo: eliminare i nomi sessuati, dare ai bambini nomi neutri in modo che possano decidere loro, da grandi, se si sentono maschi o femmine. Quarto: obbligare gli uomini a stare a casa otto dei sedici mesi concessi dallo Stato per la maternità/paternità. Non «dar loro la possibilità di»: questo è già legge. Obbligarli. Quinto: abolire il matrimonio e sostituirlo con un «codice di convivenza civile» che non faccia riferimento al genere e al numero delle persone coinvolte. Il quinto punto ha subito fatto pensare ad una legittimazione della poligamia perciò le proponenti hanno dovuto precisare: odiosa poligamia esclusa. Sesto: limitare la presenza degli uomini dei gruppi direttivi al 25 per cento. Settimo: stabilire per legge che nessuna donna deve percorrere più di 15 minuti di strada a piedi per raggiungere un servizio essenziale. Ottavo: rivedere la legge sulla violenza sessuale nel punto in cui si dice che la donna offesa deve dimostrare di aver resistito. La donna, anche nell´ambito domestico, non deve fornire un silenzio assenso all´atto sessuale ma deve esplicitamente richiederlo. Nono: aprire un´inchiesta governativa che stabilisca perché le ambulanze arrivano più tardi quando a patire un infarto è una donna. Decimo: abolire la monarchia. Ora, come chiunque può apprezzare, il decalogo ha punti di forza e altri di debolezza. Il punto due, «equal pay for equal work», è sacrosanto e difatti il governo socialdemocratico di Goran Persson ne ha fatto l´asse del suo programma di «gender equality», uguaglianza di genere: non c´è una ragione al mondo per cui le donne che fanno lo stesso lavoro degli uomini debbano guadagnare di meno. Al punto nove, quello degli infarti, si può obiettare che le donne - è scientificamente provato - ne accusano di meno ma, certo, quando capita le ambulanze non devono arrivare in ritardo. Più complesso appare regolare per legge la sessualità domestica. Persino più complesso tassare i neonati maschi e obbligare i genitori a dar loro un nome neutro. Lasciando il partito, Helena Brandt, verde, ha detto che «Iniziativa femminista è diventato un partito omosessuale, bisessuale, transessuale. Non quello che io pensavo all´atto della fondazione: io sono contro le discriminazioni di genere, tutte». In effetti il primo quotidiano di Svezia, Dagens Nyheter, osserva come transessuali e transgender abbiano trovato lì ospitalità. Il commentatore politico Bjorn Elmbrant rileva che «bello o brutto che sia le questioni legate ai diritti dei gay non possono interessare più di ottocento elettori». Forse qualcosa di più, ottocento sono pochi, ma resta in effetti sorprendente come una politica di lunghissimo corso parlamentare come Gudrun Schyman abbia lasciato sbattendo la porta la guida del Partito della sinistra per mettersi a capo di una formazione così connotata. Sarebbe come se, fatte le proporzioni, Fassino lasciasse i Ds per capitanare alle prossime politiche un Partito Priscilla. Lei, Schyman, respinge fermissima le obiezioni: «È un mito che la Svezia sia un paese egualitario. Anche gli svedesi pensano che il più sia fatto, che resti solo un po´ di polvere negli angoli, ma nella vita reale le cose stanno andando indietro. La sinistra è incapace di vedere la sottomissione della donna. Preferirei un governo borghese con orientamento femminista che un governo di sinistra così». Delle compagne che se ne sono andate dice che erano «esasperate dalle pressioni esterne», niente rivalità interna al partito. Tuttavia la cronistoria è questa. I primi malumori dell´ala moderata sono iniziati in estate, dopo la messa in onda sul primo canale tv del documentario La guerra di genere, The gender war. Il programma conteneva affermazioni assai poco dialoganti tipo «gli uomini sono animali», opinione di Ireen von Wachenfeldt.
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Vivaci reazioni sulla stampa. La prima a lasciare è stata a settembre Tina Rosemberg, docente di teorie di genere all´Università di Stoccolma: «In sei mesi la parola "femminista" è diventata in Svezia un epiteto offensivo. Siamo colpite da un antifemminismo di ritorno». La seconda, la verde Helena Brandt: «È diventato un partito omosessuale». La terza, Susanne Linde, nata nella sinistra del partito liberale: «Me ne vado perché mi vessano per il fatto di essere una eterosessuale borghese». Ultima Ebba Witt Brattstrom, docente di letteratura e femminista storica, 50 anni, 4 figli, capofila del pensiero di genere: «C´era un deficit democratico, avevamo difficoltà a lavorare insieme». Nel frattempo al governo qualcosa è successo. Goran Parsson, impressionato dai primi sondaggi di Feministiskt initiativ, ha dato nuovo impulso e nuova linfa alla battaglia per l´equilibrio: ha stanziato il 30 per cento di fondi in più per le associazioni femminili che lo studiano e lo promuovono, ha proposto in Europa un osservatorio comunitario per le Pari opportunità.
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Sten Dahlborg, ...trova che «sia insensato obbligare i padri a stare a casa cinque o otto mesi, come è insensato obbligare le madri. Bisogna far prevalere il buon senso, oltre che il libero arbitrio. Ci sono ragioni per cui le famiglie scelgono come comportarsi e in quelle ragioni lo Stato non può entrare. Trovo giustissima la battaglia per la parità di stipendio, mi stupisco che non sia ancora così. Trovo ingiusto che ancora oggi ci sia qualche azienda che blocca l´accesso delle donne ai livelli di comando. Trovo insensato che mi dicano come devo chiamare mio figlio e che devo pagare una tassa se nasce maschio: grottesco direi. Non rende un buon servizio alla causa, giusta, della loro battaglia». Anche il nuovo ambasciatore italiano a Stoccolma, Francesco Caruso, si sorprende dell´ingenuità con cui il nuovo partito usa un argomento così impopolare come l´abolizione della monarchia: «Qui in Svezia la monarchia è davvero un simbolo dell´unità nazionale, ed è amatissima». Sulla presenza delle donne nella società produttiva alla Camera del lavoro di Stoccolma mostrano dati che a noi sembrano lunari, venusiani: il "gender gap", la differenza fra la percentuale di lavoratori uomini e donne, nel caso di donne con un figlio è del 9,8 per cento (Italia: 40,9) e scende, nel caso di due figli, al 9,4 (Italia: 49,9). Vuol dire che, rispetto a quel che fanno gli uomini, meno di una su dieci madri rinuncia al lavoro per stare a casa. Otto donne su dieci in Svezia hanno un impiego fuori casa: sono la metà della forza lavoro complessiva, il tasso di disoccupazione femminile è di un punto più basso di quello maschile. In Parlamento le elette sono il 45,3 per cento, quasi la metà. In Italia l´11, per ora. Con la nuova legge vedremo. In Namibia - per intendersi - sono il 22, in Mozambico il 25. Nove bambini su dieci fino ai sei anni sono assistiti a tempo pieno dalla scuola materna pubblica. Gli asili privati non esistono.
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Sten Dahlborg, ...trova che «sia insensato obbligare i padri a stare a casa cinque o otto mesi, come è insensato obbligare le madri. Bisogna far prevalere il buon senso, oltre che il libero arbitrio. Ci sono ragioni per cui le famiglie scelgono come comportarsi e in quelle ragioni lo Stato non può entrare. Trovo giustissima la battaglia per la parità di stipendio, mi stupisco che non sia ancora così. Trovo ingiusto che ancora oggi ci sia qualche azienda che blocca l´accesso delle donne ai livelli di comando. Trovo insensato che mi dicano come devo chiamare mio figlio e che devo pagare una tassa se nasce maschio: grottesco direi. Non rende un buon servizio alla causa, giusta, della loro battaglia». Anche il nuovo ambasciatore italiano a Stoccolma, Francesco Caruso, si sorprende dell´ingenuità con cui il nuovo partito usa un argomento così impopolare come l´abolizione della monarchia: «Qui in Svezia la monarchia è davvero un simbolo dell´unità nazionale, ed è amatissima». Sulla presenza delle donne nella società produttiva alla Camera del lavoro di Stoccolma mostrano dati che a noi sembrano lunari, venusiani: il "gender gap", la differenza fra la percentuale di lavoratori uomini e donne, nel caso di donne con un figlio è del 9,8 per cento (Italia: 40,9) e scende, nel caso di due figli, al 9,4 (Italia: 49,9). Vuol dire che, rispetto a quel che fanno gli uomini, meno di una su dieci madri rinuncia al lavoro per stare a casa. Otto donne su dieci in Svezia hanno un impiego fuori casa: sono la metà della forza lavoro complessiva, il tasso di disoccupazione femminile è di un punto più basso di quello maschile. In Parlamento le elette sono il 45,3 per cento, quasi la metà. In Italia l´11, per ora. Con la nuova legge vedremo. In Namibia - per intendersi - sono il 22, in Mozambico il 25. Nove bambini su dieci fino ai sei anni sono assistiti a tempo pieno dalla scuola materna pubblica. Gli asili privati non esistono.
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La signora Schyman avverte che le campagne di disinformazione «si inquadrano nell´opera capillare di denigrazione della battaglia delle donne».
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Concita De Gregorio
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Concita De Gregorio
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06\11\2005
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FONTE: REPUBBLICA
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DONNE: CHIACCHIERONE PER NATURA O... PER CERVELLO!
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Le donne? Sono chiacchierone per natura. I luoghi comuni in proposito si sprecano, ma ora la scienza lo dimostra in modo inequivocabile. Secondo gli esperti il gentil sesso totalizza in media 20mila parole al giorno, mentre gli uomini si fermano a 5mila. Ma la radice di questo maggiore ricorso alla comunicazione linguistica è dovuto a una diversa caratteristica del cervello nei due sessi, specialmente nel corso dell’adolescenza. Parlare è dunque un'esigenza importante per le donne, ragion per cui sono loro a risentire in misura maggiore del ridursi della rete di rapporti sociali che si verifica spesso, specialmente con l’avanzare dell’età. Lo spiega Claudio Mencacci, del Dipartimento di psichiatria dell'ospedale Fatebenefratelli di Milano. Ma se esistono luoghi specifici in cui gli uomini possono incontrarsi, come i bar, questo non accade per le donne. Quando non possono muoversi, scambiare due parole con il vicino, condividere opinioni con amici o conoscenti, ecco che arrivano i problemi. Aggiunge lo psichiatra: “Da un'indagine a Milano abbiamo registrato un aumento del consumo dei farmaci per l'umore nelle donne “over 65”, più a rischio di isolamento sociale". La maggiore abilità linguistica delle donne dipende dalla natura stessa del loro cervello ed emerge già tra i banchi di scuola. La ragazzine, infatti, usano molto i centri del linguaggio e hanno grosse capacità di astrazione, i ragazzi invece sfruttano maggiormente l'attività sensoriale e meno il pensiero astratto. E’ questa la tesi dei neuroscienziati della Northwestern University e ell'Università di Haifa in uno studio pubblicato sulla rivista scientifica “Neuropsychologia”. Gli esperti sono giunti a queste conclusioni dopo avere analizzato il modo in cui studenti di ambo i sessi elaborano informazioni linguistiche e reagiscono ad una serie di test di lingua orali e scritti, utilizzando la risonanza magnetica e registrando la loro attività cerebrale durante l'esecuzione dei test. Infine hanno incrociato i risultati delle registrazioni con quelli delle performance ai test. Dallo studio è emerso che i due sessi elaborano il linguaggio in modo molto diverso, come se ci fosse un “cervello linguistico” maschile e uno femminile: le ragazze usano molto i centri del linguaggio indipendentemente dal fatto che i test siano orali o scritti e, tanto maggiore è l’attivazione di questi centri, tanto migliore è il risultato dei test. I coetanei maschi, invece, si servono molto meno dei centri del linguaggio e attivano, mentre risolvono i test, i loro canali sensoriali, in particolare quello visivo se il test è scritto, quello uditivo se orale. In base a questi elemento gli scienziati concludono che le ragazze sono più capaci di astrazione, mentre i ragazzi rimangono più ancorati ai propri sensi, una condizione che, forse, li rende meno inclini al pensiero astratto ma più pragmatici. Queste caratteristiche potrebbero essere un retaggio evolutivo che esigeva dai maschi una più rapida risposta agli stimoli sensoriali per reagire rapidamente in presenza di un pericolo. E’ però possibile che queste differenze rispecchino semplicemente il fisiologico ritardo di sviluppo in età adolescenziale del cervello maschile rispetto a quello femminile e siano destinate a ridimensionarsi in età adulta.
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08\04\2008
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IL MACHO ITALIANO SOFFRE LA COPPIA E FUGGE SU INTERNET
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ROMA - "Il macho italiano? È il massimo, è simpatico, intraprendente... fuori dalle relazioni di coppia". Nuova doccia gelata per i maschi del Belpaese: se 40 coppie su 100 sono quasi all'astienza sessuale, come spiega la Federazione europea di sessuologia, la colpa è soprattutto la loro. Il partner "scappa dalle braccia della compagna e della moglie e si rifugia tra quelle di una prostituta o, ancora più frequentemente, in quelle di donne virtuali incontrate su internet". E' un uomo "interessato al sesso - spiega ancora Chiara Simonelli, presidente del congresso della Federazione, che si terrà a Roma dal 13 a 17 - purché non debba avere una prestazione con la sua compagna, della quale teme il giudizio e il voto". Al contrario, "le donne virtuali sono sempre soddisfatte".
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Quello del calo del desiderio "è un discorso nuovo ed è anche il più difficile", sottolinea ancora la sessuologa: "Non si presta alle pillole e alla medicalizzazione, chiama in causa l'identità, l'idea di coppia, di erotismo. E' una novità assoluta". Una novità che riflette "quello che è accaduto nella coppia negli ultimi trenta anni": la donna ha conquistato autonomia, non è più solo oggetto dei desideri dell'uomo. "Il guerriero non trova più il suo riposo a casa, dove non c'è più la geisha- osserva Simonelli - e così lo cerca su internet o con le prostitute. Per tornare ad essere ancora il protagonista dell'erotismo".
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Inoltre, il calo desiderio "non è più una caratteristica dell'età adulta o anziana: ora - sottolinea Giorgio Franco, andrologo della sapienza - cominciamo a vederlo anche tra i giovani maschi". E poi c'è la 'sindrome di Amsterdam'. "Le 'vecchie' perversioni non tramontano mai. Ma accanto a queste stanno prendendo campo nuove trasgressioni, sempre più tecnologiche". La più diffusa è proprio la cosiddetta sindrome di Amsterdam: mettere in vetrina la propria donna. "Grazie a Youtube e a una videocamera amatoriale - dichiarano i sessuologi - o un telefonino, si filma la propria donna in atteggiamenti spinti e si manda in Rete. Tutti la possono vedere, ma nessuno la può toccare".
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11\04\2008
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MASCHI SEMPRE IN CRISI, E LE DONNE COMPRANO IL VIAGRA
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(AGI) - Roma, 11 apr. - Triste destino quello del maschio italiano, da "macho" a "anoressico del sesso", interessato piu' alla partita e agli amici che alle forme della compagna, disposto semmai per saziare il desiderio a una fugace scappatella a pagamento o a una piu' sicura "avventura virtuale" sul web. E le donne, sempre piu' deluse, corrono dal ginecologo a confidarsi, a sfogarsi, e a pretendere per il proprio partner la "pillola dell'amore" che risollevi l'intesa sessuale svanita. E' il quadro che emerge dal rapporto sugli italiani a letto presentato alla vigilia del nono Congresso della Federazione Europea di Sessuologia, che si apre domenica a Roma. "Noi ginecologi - segnala Salvo Caruso, presidente della Federazione italiana di Sessuologia Scientifica - vediamo sempre piu' italiani con un calo del desiderio, anche le coppie giovani, il che e' sorprendente. Ce lo dice la donna, che si confessa con noi. Si sfoga, e poi gioca la carta del Viagra.
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Oggi un trenta per cento delle donne insoddisfatte chiede la 'pillola dell'amore' per il proprio partner: questa pillola, assunta un tempo dall'uomo nel silenzio e in clandestinita', adesso e' assunta con il consenso della partner. Anzi, con il deciso invito della partner...". E al maschio tocca accettare in silenzio. "Nei giovani uomini italiani siamo alle soglie dell'anoressia sessuale, una sorta di verginita' di ritorno - spiega Vincenzo Gentile, presidente della Societa' Italiana di Andrologia - con un notevole calo del desiderio, l'eiaculazione precoce che colpisce 4 milioni di italiani e la durata di un rapporto che non supera ormai i tre minuti". E' l'uomo, insomma, a creare piu' problemi: il classico "mal di testa" sembra colpire piu' lui che la donna, e si acutizza stranamente in alcune circostanze, come la domenica sera. "Se la squadra del cuore perde - conferma la sessuologa Chiara Simonelli, dell'Universita' La Sapienza di Roma - lui si deprime, perde il desiderio, e la notte passa in bianco". A lei non resta che sorbirsi i lamenti per il rigore sbagliato o per l'autogol, sperando che la squadra vinca la partita successiva. I rimedi? "L'unica cosa - ironizza la sessuologa - e' augurarsi che la societa' faccia una buona campagna acquisti per l'anno prossimo...".
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11\04\2008
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NARCISI
Di Ivana Castoldi
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(Roma) Uomini in crisi di identità, smarriti, inquieti, più fragili e insicuri. Uomini che se si specchiano negli occhi delle donne, per costruire la propria immagine e alimentare la stima in se stessi vi trovano, invece, amplificati i propri limiti e difetti maschili. “Riflettersi negli occhi di qualcuno per sapere di valere o di esistere crea una pericolosa dipendenza, si può perdere il contatto con la realtà, - scrive Ivana Castoldi, psicologa e psicoterapeuta, nel suo ultimo libro Narcisi. Uomini in crisi di identità. (Feltrinelli, euro 12.00) - . Si rischia di non arrivare mai alla comprensione dei propri bisogni, delle proprie qualità e dei propri limiti”. Fra tutti i miti del mondo greco quello di Narciso è uno dei più conosciuti e sfruttati perché trova immediato riscontro nell’esperienza di vita della maggioranza delle persone. “Narciso - sottolinea Castoldi - rappresenta il prototipo dell’individuo egocentrico, insensibile alle sollecitazioni emotive, ai bisogni del prossimo, incapace di amare qualcuno al di fuori di se stesso”. Le donne per molto tempo hanno contribuito a colmare vuoti, a smussare angoli, a esaltare pregi e qualità maschili. Troppe madri ancora oggi, in tempi in cui la parità tra i sessi dovrebbe essere definitivamente acquisita, autorizzano i figli maschi a sentirsi privilegiati. Li educano con un atteggiamento più permissivo rispetto alle donne, li proteggono e li giustificano con maggiore indulgenza.
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Narcisi si suddivide in tre parti: tre tappe di un percorso lungo il quale si dipana il processo di cambiamento in atto per gli uomini. Per illustrare e supportare le argomentazioni teoriche, Castoldi intreccia quattro storie esemplari maschili: “si tratta di uomini diversi per età, per esperienza di vita e per estrazione culturale, che hanno avuto in comune la tendenza a vivere il rapporto con le donne in senso strumentale, proponendosi nel ruolo di “bambini speciali”, meritevoli di privilegi e di attenzione inesauribile”. Narcisi è il naturale complemento del volume Meglio Sole,(2001), in cui viene analizzato il tema dell’emancipazione femminile, inevitabilmente collegato a quello dell’evoluzione del rapporto tra i sessi. Della stessa autrice ricordiamo:
S.O.S. Anoressia. Guida pratica per i genitori, scritto in collaborazione con Guido Burbatti (1997); Il pianeta degli adolescenti (1998); In guerra con il cibo. Come prevenire l’anoressia (1999).
S.O.S. Anoressia. Guida pratica per i genitori, scritto in collaborazione con Guido Burbatti (1997); Il pianeta degli adolescenti (1998); In guerra con il cibo. Come prevenire l’anoressia (1999).
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Adelia Battista
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11\04\2008
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CERVELLO: DONNE PIU' INTELLIGENTI DI UOMINI SE C'E' POCO TEMPO
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ROMA - Filosofi e grandi pensatori della storia sono stati, quasi sempre, di sesso maschile. Probabilmente perche' avevano molto a disposizione per dedicarsi alla contemplazione. Se invece avessero dovuto avere a che fare con scadenze e tempi stretti, come quelli che sembrano caratterizzare da sempre la vita delle donne, probabilmente i risultati non sarebbero stati cosi' brillanti. Secondo una ricerca della Vanderbilt university, pubblicata sulla rivista americana 'Intelligence', le donne farebbero infatti mangiare la polvere ai loro colleghi uomini quando si tratta di svolgere compiti e test con scadenze e tempi stretti. Una differenza che risulta piuttosto significativa soprattutto tra i pre-adolescenti e gli adolescenti. ''Nel nostro studio, condotto tra il 1997 e il 2001 su circa ottomila uomini e donne, di eta' compresa tra i 2 e i 90 anni - spiegano i ricercatori Stephen Camarata e Richard Woodcock - abbiamo visto che in generale le differenze nell'intelligenza tra i due sessi sono minime. Tuttavia, se si guarda alla capacita' di lavorare bene in situazioni dove si ha un tempo prestabilito, allora le femmine sono nettamente superiori. E' molto importante dunque che gli insegnanti tengano presente questa differenza tra i due sessi, quando devono giudicare il loro lavoro e preparare i test. Per valutare veramente le capacita' generali di una persona, e' essenziale guardare anche le performance che si realizzano senza limiti di tempo e cronometri''. Bisogna considerare che molte delle attivita' svolte in classe, compresi i test, continuano i ricercatori, sono direttamente o indirettamente collegati all'elaborare i dati in tempi veloci. ''L'elaborazione della velocita' non si riferisce ai tempi di reazione o all'abilita' di giocare ai videogame - aggiunge Camarata - ma e' la capacita' di completare effettivamente, in modo efficiente ed accurato, un lavoro di media difficolta'. Sebbene maschi e femmine mostrino capacita' simili di elaborazione all'asilo, le femmine diventano molto piu' efficienti dei maschi alle scuole elementari, medie e superiori''. Gli scienziati hanno visto che i punteggi degli uomini sono piu' bassi delle donne in tutti i gruppi d'eta' nei test che misurano l'elaborazione della velocita', con una differenza maggiore tra gli adolescenti. Comunque, lo studio ha anche mostrato che i maschi superano consistentemente le femmine in alcune abilita' verbali, come l'identificazione degli oggetti, la conoscenza dei sinonimi e delle analogie verbali, smentendo l'idea comune che le ragazze sviluppino tutte le capacita' comunicative prima dei ragazzi.
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26\04\2006
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FONTE: ANSA
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LA COSTOLA DI ADAMO
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La leggenda racconta che la donna è nata da una costola di Adamo. Ora, se siamo state generate da un unico ossicino, che l’uomo possiede in più copie, perchè veniamo considerate il "sesso debole"? Dovrebbe essere il contrario. Sempre in base a questa teoria, appare chiaro perchè siamo state oppresse e discriminate nei secoli, senza scomodare i millenni, da parte dei maschietti: tutta invidia.
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Dopo infinite lotte e rivendicazioni ci illudiamo di aver conquistato la sospirata parità, ma è tutta apparenza: non ci rendiamo conto che in confronto a loro siamo delle specie di "supereroi" (come quelli dei fumetti, a cui i fanciullini, anche in età adulta, segretamente, vorrebbero tanto assomigliare). Mi spiego meglio:
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le femminucce riescono a fare e pensare più cose contemporaneamente; i maschietti, se stanno parlando, anche dell’argomento più futile, non sono in grado, nemmeno, di chiudere una finestra;
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le femminucce sanno fingere magistralmente tripli orgasmi favolosi senza che il partner si accorga della "sola", regalandogli generosamente una botta di autostima (ebbene sì, oltre che sensibili siamo anche molto generose) mentre non si può dire il contrario;
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le femminucce riescono ad avere più amanti contemporaneamente senza farsi beccare inflagranti (certo, siamo anche molto scaltre, non per niente la volpe è femmina); i maschietti, invece, si fanno prendere dal senso di colpa e, appena possono, si svuotano la coscienza; in altre circostanze sono talmente abili da farsi cogliere sul fatto;
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le femminucce sanno essere delle bugiarde meravigliose: ti fanno credere qualunque cosa: infatti, Eva non ci ha messo molto a convincere Adamo a mangiare la fatidica mela...Riusciamo persino a negare l’evidenza con una nonchalance impareggiabile. E, quando proprio siamo in panne, basta uno sbattere di ciglia e qualche lacrimuccia e i maschietti si sciolgono come neve al sole;
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le femminucce sono in grado di sopportare dolori (fisici e psichici) inumani. Faccio un piccolo esempio: i mal di pancia e i mal di testa che ci colgono in quel periodo del mese e nonostante tutto siamo sempre in pista; ho visto maschietti sull’orlo dello svenimento alla vista di un rivolo di sangue, o piagnucolare per un leggero mal di denti, figurarsi se avessero il ciclo;
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anche per quanto riguarda la prova costume, non c’è paragone: vuoi mettere una fanciulla in bikini contro un maschione, per quanto fisicato, con quei mutandoni ascellari multicolore che vanno di moda oggi? E quelli con i rotolini che strabordano sui fianchi e i peli del petto tutti arruffati? Oppure quelli secchi secchi che sembrano degli attaccapanni? Se una fanciulla è un po’ "in carne" risulta "morbida e burrosa", se è magrolina, invece, ha una silhouette da modella;
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infine, una dote ineguagliabile che solo le femminucce hanno è quella di generare la vita; i maschietti ci danno giusto un aiutino, per quanto indispensabile, spesso rapido e indolore. Non aggiungo altro per non tediare l’uditorio, ma la lista delle discriminanti" è infinita.
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A questo punto mi sorge un dubbio: vuoi vedere che l’unica costola buona di Adamo, Dio ce l’ha regalata a noi?
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Paola Ceretta
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08\03\2007
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L' EIACULAZIONE PRECOCE COLPISCE 4 MILIONI DI ITALIANI. "ANSIA PRESTAZIONALE"?
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I rapporti sessuali "eterni", le dimensioni esagerate e le posizioni più esasperate, mettono in difficoltà l'uomo italiano che sempre più sovente è colpito dalla eiaculazione precoce o dalla sindrome del "pene troppo piccolo" anche quando non è vero.
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I falsi miti cinematografici, le pubblicità sempre più piccanti, le fiction americane "super fighe" con machi re del sesso. Tutto questo bombardamento continuo provoca una pressione psicologica importante che sfocia nella eiaculazione precoce.
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L'ansia da prestazione, quindi, è una delle principali cause di questa patologia che colpisce ad oggi circa 4 milioni di italiani, la maggior parte compresi tra i 18 e i 30 anni.
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Aumentano anche le rischieste di "s.o.s." per l'allungamento chirurgico del pene anche per chi non ne avrebbe veramente bisogno: un ragazzo con un pene lungo 12 cm si sente un "povero disgraziato" anche se l'intervento è consigliato dai 9 cm in giù.
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Le super prestazioni e le super dimensioni finiscono poi per rovinare la vita di coppia, che l'amante maschio immagina come quella dei film. Il vero problema è comunque la mancanza di un'educazione sessuale corretta sin dalle scuole mdie inferiori.
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L'altro problema serio è quello dell'infertilità che se oggi colpisce 1 italiano su 5, entro il 2015 arriverà ad 1 su 3. Il fattore vergogna è fondamentale per l'accrescimento della patologia: i maschietti sono bravissimi a ricorrere al dottore per raggiungere le dimensioni da pellicola ma si vergognano di ricorrere ad un andrologo per le disfunzioni erettili (di solito ci mettono 2-3 anni prima di chiamare un dottore e comunque sempre sotto la pressione del partner).
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I VERI MASCHI SONO I "MAMMI"
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Se ne vedono e sentono sempre di più: uomini che si occupano dei bebè, che prendono i congedi per paternità, che fanno le pulizie, che giocano con le figlie, che fanno le stesse cose delle mamme. Tra i padri celebri, se ne vedono anche all'estero: tipo Milliband, il ministro degli Esteri britannico, che ha preso il congedo di paternità nonostante gli impegni intarnazionali. E' successo anche nel governo di Berlino. In Italia, ma non solo, la domanda sotterranea è: ma questi padri non finiranno per essere un po' meno maschi"?
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Se lo chiede anche il settimanale Time, con un bell' articolo pubblicato nell'ultimo numero, Fatherhood 2.0, che è come dire Paternità 2.0. E la domanda, di fronte ai padri-mammi, si trasforma in un'altra: cosa significa essere un uomo oggigiorno? Si è modificata l'idea di mascolinità? La risposta di Time, settimanale prima di tutto americano, è che sì, gli uomini sono cambiati, non solo i padri. Sono cambiati in meglio. E questi loro cambiamenti, questo allontanamento dalla vecchia idea di "maschio", li aiuta sul lavoro, nel matrimonio nei rapporti con i bambini... e li fa sentire meglio, sia fisicamente che mentalmente. Due possibili svantaggi: 1) sempre di più madri e padri tengono più al rapporto con i figli che a quello fra di loro; 2) non sempre le aziende sono pronte ad accettare questi nuovi padri, che non mettono il lavoro davanti a tutto, e alcuni uomini sono ancora riluttanti nel prendere dei congedi per paternità.
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Tutto questo negli Stati Uniti. In Italia, paese dei "veri maschi" e delle "super mamme", siamo ancora più lontani. Però, se è vero che la vera rivoluzione, dopo quella delle donne, ora la stanno facendo i nuovi maschi,... bè può essere molto interessante. Anche perché vale la pena di riflettere su questo punto chiave: se anche i padri sacrificassero un po' il lavoro per i figli, le madri sarebbero automaticamente meno svantaggiate!
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20\11\2007
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Angela Padrone
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IL PENE E' PICCOLO E LA MINACCIA DELLA DONNA E' GRANDE.
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Sigmund Freud l'ha chiamata angoscia di castrazione: i genitali della donna sono una specie di voragine famelica pronta ad inghiottire i genitali di quel bambino terrorizzato a cui le circostanze domandano di rivestire il ruolo dell'amante sicuro di sé. La paura di non essere adeguato a soddisfare una donna piena di aspettative e severissima nel giudizio porta il maschio a "proiettare" sul corpo: il pene diviene troppo piccolo e la vagina diviene misteriosa e piena di insidie. Sicuramente la paura della donna castrante deriva dalla figura materna. Quando una madre è ansiosa, iperprotettiva, autoritaria il figlio non può non sentirsi oppresso per cui lo sviluppo emotivo ed affettivo risulta negativamente condizionato. Ecco allora la donna costantemente vista con l'ottica deformante di chi non riesce a non temerla anche quando l'ama e la desidera. Tale ottica deformante fa sì che le insicurezze di cui la donna è invariabilmente portatrice acuiscono (lungi dall'attenuare) le insicurezze e i sentimenti di inferiorità dell'uomo, che li vive immediatamente come una sorta di menomazione della propria virilità.
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Nel linguaggio corrente, anche se in forma di un intercalare, c'è l'onnipresenza del membro virile che esorcizza così la paura della castrazione. Si tratta spesso di una sorta di invocazione che evoca l'emozione (vecchia di dodicimila anni) che indubbiamente accompagnò la scoperta della correlazione tra coito e nascita. La nascita appariva all'uomo primitivo una questione circoscritta alla donna, e dopo l'intuizione il fallo emerse in tutta la sua fondamentale importanza per cui venne rappresentato continuamente sotto forma di totem e obelischi. Il fallo è un grande pene in erezione, evocatore del potere fecondante e della forza straripante della vita. La donna necessariamente deve fare un passo indietro e nell'immaginario maschile diviene una sorta di vestale del culto fallico. Ciò spiega perché Freud, con una serietà che oggi potrebbe stupire, parla di "invidia del pene" da parte delle donne. Erano tempi in cui era praticamente impossibile parlare di sesso per cui le donne non potevano dire, come fanno quelle odierne, che di voler avere un pene non gli passa nemmeno per l'anticamera del cervello. L'unico desiderio che una donna può avere circa un pene è esattamente identico a quello che un uomo può avere circa una vagina. Era il 1905 quando Freud scrisse "Tre saggi sulla teoria della sessualità" che costituì un contributo fondamentale per l'accesso della sessualità nello spazio dell'indagine scientifica, ma anche un viatico di fumosità per gli epigoni di Sigmund che hanno creduto al primato del pene come a un dogma della Chiesa.
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Oggi al culto del pene si va sostituendo una diffusa preoccupazione di tenerlo in erezione per un tempo sufficiente a non deludere le aspettative (legittime, perché no?) delle donne. Queste ultime si sono sottratte al ruolo ancillare e non intendono assistere mute alla propria inappagatezza. Di qui la crescente paura del maschio di non essere all'altezza del compito; e se cresce la paura di fallire cresce ovviamente la probabilità del fallimento effettivo. Allora il maschio spaventato potrebbe accontentarsi di far l'amore con se stesso o con una parvenza femminile all'altro capo di un filo telefonico, di un video porno o di un sito internet. Le critiche delle donne nei confronti del maschio hanno fatto breccia, soprattutto in quelli arroccati nella prosopopea virile. Ecco il motivo della frequenza del disagio maschile fatto di difficoltà dell'erezione, di eiaculazione precoce e di cadute rovinose del desiderio. I rimedi a cui istintivamente si fa ricorso sono di natura farmacologica e perlopiù non si comprende il quadro psicologico in cui spicca una precaria immagine di sé. Ovviamente non possiamo pensare che il maschio vada perdendo la propria virilità negli ultimi decenni. La virilità è la stessa di prima. L'aggravante è la percezione impietosa della sessualità secondo una nuova ottica paritaria. Così l'uomo per ridurre l'ansia e l'insicurezza abdica alla concezione fallocentrica della coppia e diviene tenero e disponibile come una donna. Resta da vedere se è proprio questo che vogliono le donne, sicuramente sempre meno disposte a fare da mammine al loro bambinone.
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La liberazione della donna ha dato la patente di razzolare a piacimento anche alla donna portatrice di una forte carica di aggressività e di concorrenzialità. Così la donna castrante sta anche dalla parte della ragione sia nel rapporto sessuale che nelle occasioni della vita a due. Tali donne stanno bellamente alla finestra e fanno correre l'uomo come un cane in un cinodromo. E' l'uomo che deve avere l'erezione anche quando la compagna prende appunti per poi stilare il giudizio finale. E' l'uomo che ha il compito di portare la compagna all'orgasmo anche quando quest'ultima è una specie di statua di sale. E' l'uomo che deve cercare disperatamente uno straccio di desiderio quando magari la donna ha l'olimpica impassibilità della "Maja desnuda" di Goya. Insomma l'uomo non può fingere e deve fare terribilmente sul serio; la donna può anche fingere tranquillamente, e a volte lo fa tutta la vita poiché lo trova vantaggioso. L'uomo impotente è disperato e si potrebbe anche suicidare per questo. La donna frigida se ne fa facilmente una ragione, anche perché riesce facilmente a scaricare la colpa sul "buonannulla" che si ritrova accanto. Tanti uomini spiano febbrilmente un piccolo segnale di approvazione dal volto avaro e disconfermante delle loro compagne. Si tratta perlopiù di donne profondamente insicure che hanno bisogno di abbattere il compagno per sentire come accettabile la propria statura. L'uomo fatto oggetto dell'incessante messaggio di "non essere abbastanza uomo" facilmente perde la fiducia in se stesso e dunque perde in capacità di affrontare adeguatamente la vita. Anche sessualmente quest'uomo potrebbe essere uno di quelli che lamentano scarso desiderio, eiaculazione precoce, difficoltà dell'erezione.Tra tutti i falsi problemi sessuali lamentati dai maschi è predominante, soprattutto negli adolescenti, l'idea di avere il pene piccolo. Il ragazzo insicuro con le ragazze pensa immediatamente che gli altri ragazzi hanno un pene più grosso e più lungo del suo, sia a riposo che in erezione. Il pene flaccido può temporaneamente diminuire di grandezza a causa del freddo, della paura e dell'ansietà e questo fatto nel ragazzo insicuro è un elemento per rafforzare l'idea d'inadeguatezza. C'è la falsa convinzione che la grandezza del pene sia determinante per un buon risultato nel rapporto. Nulla di più sbagliato e basterebbe fare un colloquio con il sessuologo per chiarirsi le idee e se occorre affrontare il vero problema, che nella quasi totalità dei casi è di ordine psicologico. Purtroppo ci sono medici che lungi dal consigliare di curare in modo giusto le fissazioni, propongono interventi chirurgici sul pene o altre tecniche di allungamento il cui risultato non può essere definito altrimenti che uno sconcio. Fa stringere il cuore per la pena (e anche per la rabbia) vedere dei ragazzi che si trovano a fare il calcolo delle proprie inibizioni e delle proprie insicurezze moltiplicate a dismisura dall'intervento che mostrerebbe pure a un cieco l'aspetto innaturale di un pene che all'inizio non aveva assolutamente nulla di sbagliato.
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Dott. Domenico Iannetti
Medico Chirurgo
Psicologo Psicoterapeuta
Sessuologo
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MASCHIO INUTILE?
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Fecondazione, l'ultima sfida: presto sperma dal midollo osseo delle donne. Una ricerca ai primi stadi di scienziati britannici apre inquietanti scenari.
Lo scrive il New Scientist.
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LONDRA - Scienziati inglesi dell’università di Newcastle Upon Tyne, avrebbero trovato un modo per trasformare le cellule staminali del midollo osseo femminile in spermatozoi. Alla Cellule staminali (Ap) scoperta dedica spazio il settimanale britannico New Scientist. Il professor Karim Nayernia, che guida l’equipe, sarebbe pronto a iniziare gli esperimenti entro i prossimi mesi, a patto, ovviamente, di avere le necessarie autorizzazioni, e si dice certo di potere produrre le prime cellule spermatiche femminili entro due anni. Lo sperma maturo, capace di fertilizzare gli ovuli, richiederà invece almeno tre anni di esperimenti. Una sorta di «primo stadio» dello sperma da cellule midollari sarebbe già stato prodotto bombardando le staminali del midollo osseo di topi con vitamine e altri composti chimici. Secondo gli scienziati la scoperta potrebbe rappresentare una tappa fondamentale nella lotta contro l’infertilità. C’è solo un piccolo particolare che va tenuto presente: i bambini nati in questo modo potrebbero essere esclusivamente di sesso femminile, perché nella riproduzione non entrerebbe in gioco il cromosoma Y, che è patrimonio esclusivo dei maschi.
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PROSPETTIVE INQUIETANTI - Ma gli scenari aperti da questa scoperta, anche a livello etico, possono diventare inquietanti: le ricerche potrebbero consentire a una donna di aver un bambino «tutta da sola», grazie allo sperma prodotto dalle cellule del proprio midollo osseo e ai propri ovuli. E la cosa potrebbe verificarsi anche per un uomo, che potrebbe produrre similarmente le cellule uovo dal proprio midollo osseo. In entrambi i casi si tratterebbe di ipotesi ad alto rischio di anomalie genetiche.
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01\02\2008
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INTERVISTA A
ALESSIA MARCUZZI
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E’ questione di giorni, forse di ore. Tommaso, l’erede di Alessia Marcuzzi, attrice, e Simone Inzaghi, calciatore, sta per nascere. Alessia, uno dei maggiori simboli sessuali di questi ultimi anni, la ragazza che ha invaso con i suoi calendari sexy tutta Italia, diventa mamma. I maschietti italiani dovranno rivolgere altrove le loro fantasie.
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L’epoca dei calendari è finita, Alessia?
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Ma certo che è finita. Da tempo.
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I calendari ti avevano creato problemi?
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Con i fidanzati un po’. Ma io avevo deciso che servivano per la mia carriera e li ho fatti.
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Solo per la carriera?
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No, anche per provare a me stessa che posso anche essere sexy.
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Non sei sexy?
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Sono un maschiaccio. Goffa e sgraziata.
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Simone reggerebbe a un nuovo calendario?
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Forse no, gli darebbe fastidio. Ma ormai ne ho fatti due. Basta così.
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Faresti come Demi Moore: una bella foto nuda col pancione?
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Me l’ hanno chiesto praticamente tutti i giornali italiani.
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E hai detto no?
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Quando l’ha fatto Demi Moore era una cosa rivoluzionaria. Oggi sarebbe una scopiazzatura.
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Com’è questa storia del maschiaccio? Non ti senti femminile?
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Io sono una amicona, una da pacche sulle spalle, una che chiacchiera con tutti. Non faccio giochi di sguardo, non faccio la gatta morta. Non mi riesce il gioco della seduzione. E mi manca.
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Sei gelosa?
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Gelosissima. Passionale. Se mi accorgo di un piccolo tradimento, anche solo di sguardo, di pensiero, reagisco.
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Che fai?
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Vendetta a freddo, pensata. Non gli faccio capire che sono gelosa, mi vendico senza dirgli perché.
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Che cosa è il tradimento?
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Una cosa molto istintiva che non c’entra nulla con la ragione, una cosa animalesca che può capitare a chiunque.
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Il tradimento maschile è diverso da quello femminile?
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L’uomo fa e dimentica. Rimugina di meno. Ma adesso le donne sono più aggressive: sono arrivate anche loro al tradimento superficiale.
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Tu?
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Io no.
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E le tue amiche?
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Qualcuna mi ha confessato di avere tradito solo per attrazione fisica.
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La donna è diventata aggressiva?
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Non solo nel sesso. La donna è più indipendente ed aggressiva in tutto. Ha una posizione sociale più elevata. Oggi la donna decide tutto: consumi, intimità, cosa si vede la sera alla televisione.
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Questo crea disturbi alla coppia?
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Inevitabilmente. L’uomo è spaventato. E’ fragile. E’ diventato il sesso debole.
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Sembri rimpiangere il tempo andato. Quando c’erano più regole.
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Sono contenta della mia indipendenza e della mia autonomia. Ma mi mancano un po’ i ruoli definiti: l’uomo aggressivo e la donna fragile. La donna che decide tutto mi spaventa.
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Tu come sei?
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Sul lavoro sono aggressiva, mi piace decidere. In amore sono il contrario. Mi piace subire, essere un po’ geisha, servire l’uomo, essere corteggiata.
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Prendi l’iniziativa?
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Mai. Sono una donna vecchio stile. Mi piace l’uomo che insiste molto, che dimostra che ci tiene. Non mi è mai capitato di innamorarmi di uno che non fosse innamorato di me.
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Com’è Simone?
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Dobbiamo parlarne?
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Si.
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E’ molto discreto. Molto simile a me. Siamo due orsetti.
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La famiglia che fine ha fatto?
La famiglia che fine ha fatto?
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La famiglia è abbandonata. Prima ci pensava la donna. Adesso non ci pensa nessuno. Tutti pensano alla carriera. Tutti hanno troppo da fare. Il matrimonio “obbligatorio” era una bella palestra di convivenza. Ci si conosceva più a fondo. Oggi la società benestante rende tutto più facile, anche separarsi.
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Come deve essere il tuo uomo?
Come deve essere il tuo uomo?
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Si deve innamorare moltissimo, deve trovare sexy la mia goffaggine, deve essere discreto. Non mi piacciono gli sbruffoni.
Si deve innamorare moltissimo, deve trovare sexy la mia goffaggine, deve essere discreto. Non mi piacciono gli sbruffoni.
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Come ti accorgi che ti stai innamorando?
Come ti accorgi che ti stai innamorando?
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Smetto di parlare, sto zitta, divento ancora più goffa.
Smetto di parlare, sto zitta, divento ancora più goffa.
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Vedi felicità in giro?
Vedi felicità in giro?
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Vedo tanta gente persa. Tante coppie composte da single. Solitudini mascherate da coppia.
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Vedo tanta gente persa. Tante coppie composte da single. Solitudini mascherate da coppia.
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Si dice che in ogni uomo c’è un po’ di donna.
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Ma lo nascondono.
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Forse perché le donne non gradiscono.
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Forse perché le donne non gradiscono.
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Siamo contraddittorie. Ci piace l’uomo maschile, avere vicino una figura forte. Ma vogliamo anche l’uomo che abbia la nostra sensibilità, che pianga al cinema. Io piango sempre al cinema, ma se vedessi piangere Simone mi prenderebbe un colpo.
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Che cosa bisogna fare per costruire la coppia felice?
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Che cosa bisogna fare per costruire la coppia felice?
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Parlare, stare insieme, condividere le passioni. A me non piaceva il calcio e adoravo il cinema. Adesso guardo le partite con Simone. E lui vede i film con me. La sera, dopo cena, prima una partita e poi un film. Sempre.
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E’ questo il consiglio che dai? Fare tutto insieme?
E’ questo il consiglio che dai? Fare tutto insieme?
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Solo le cose più importanti. Io non obbligo Simone a venire con me per musei. Lui non mi costringe a giocare a biliardo con gli amici.
Solo le cose più importanti. Io non obbligo Simone a venire con me per musei. Lui non mi costringe a giocare a biliardo con gli amici.
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Che consigli darai a tuo figlio Tommaso, in amore?
Che consigli darai a tuo figlio Tommaso, in amore?
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Gli dirò di divertirsi ma vorrei che non diventasse uno di quegli uomini che più si diverte, più pensa di essere figo. Mi dispiacerebbe che facesse soffrire una donna. Vorrei che mio figlio diventasse un playboy di qualità, non di quantità.
Gli dirò di divertirsi ma vorrei che non diventasse uno di quegli uomini che più si diverte, più pensa di essere figo. Mi dispiacerebbe che facesse soffrire una donna. Vorrei che mio figlio diventasse un playboy di qualità, non di quantità.
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Un mito degli anni passati fu la coppia aperta…
Un mito degli anni passati fu la coppia aperta…
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La famiglia in cui ognuno fa quello che vuole? Uno schifo.
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La famiglia in cui ognuno fa quello che vuole? Uno schifo.
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Quindi di scambi di coppia non se ne parla nemmeno.
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Stai scherzando?
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Stai scherzando?
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Ma non hai fantasie sessuali?
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Certo. Fantasie sessuali ne ho molte e molto trasgressive. Ma se le mettessi in pratica che fantasie sarebbero?
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Hai mai provato attrazione per una donna?
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Hai mai provato attrazione per una donna?
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Certo. Come tutte.
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Tutte?
Tutte?
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Quando trovi una donna che nega di avere provato attrazione per un’altra donna stai sicuro che sta mentendo. Invece si tratta di cose molto naturali, soprattutto negli anni giovanili. Io ci ho pensato, è logico, è umano.
Quando trovi una donna che nega di avere provato attrazione per un’altra donna stai sicuro che sta mentendo. Invece si tratta di cose molto naturali, soprattutto negli anni giovanili. Io ci ho pensato, è logico, è umano.
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E hai messo in pratica?
E hai messo in pratica?
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Mai. Non mi interessa.
Mai. Non mi interessa.
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Sesso senza amore?
Sesso senza amore?
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Se non sono innamorata non posso condividere niente. Il sesso divertente è quello che fai con la persona che ami molto. Più ami, più il sesso è divertente, libero, fantasioso. Sperimenti cose che non faresti mai con altri.
Se non sono innamorata non posso condividere niente. Il sesso divertente è quello che fai con la persona che ami molto. Più ami, più il sesso è divertente, libero, fantasioso. Sperimenti cose che non faresti mai con altri.
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Ha mai subito molestie sessuali?
Ha mai subito molestie sessuali?
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No. Sono piuttosto prorompente e posso realmente aver suscitato certe fantasie. Ma non sono mai andata ai provini con la minigonna e le tette di fuori. E’ questione di giorni, forse di ore.
No. Sono piuttosto prorompente e posso realmente aver suscitato certe fantasie. Ma non sono mai andata ai provini con la minigonna e le tette di fuori. E’ questione di giorni, forse di ore.
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18\05\2001
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FONTE: CORRIERE DELLA SERA
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IL SESSO DEBOLE? L'UOMO
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Unanimità nella comunità scientifica
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L'accordo tra i sessuologi e i sociologi è ormai unanime: è la donna che comanda. Ed è questo un segnale inequivocabile del tempo che cambia. Nell'ottocento la donna non era considerata in grado di avere istinti sessuali. Solo nell'alta aristocrazia vi erano donne emancipate che facevano incetta di amori e che si lasciavano andare a grandi passioni. La donna tipica, quella umile e povera, era un vista come il contenitore della prole. Era considerata un mezzo per procreare e per accogliere gli sfoghi, considerati legittimi, dell'uomo. Fino a tutta la metà del novecento, l'adulterio femminile era considerato un reato, mentre veniva giustificato quello maschile.
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Le eccezzioni, come detto, erano poche. Fu Flaubert, con il suo grandissimo romanzo Madame Bovary a rompere per primo questa tradizione. Ma fu una goccia nello stagno. Poi vi è stata la rivoluzione sessuale, il femminismo e la presa di coscienza della donna. Il suo ingresso nel mondo del lavoro, il riconoscimento dei suoi diritti e, tra questi, l'aborto e il divorzio, di cui esse, più degli uomini, hanno saputo trarre vantaggio e indipendenza.
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Ma qualcosa è cambiato, di coneguenza, anche nell'uomo. L'uomo del duemila appare timoroso, dubbioso, pieno di problemi e frustrato. Ecco come la pensa Elia: L'uomo ha oggi timore della donna. Sa di non avere più diritto ad essa, ha la consapevolezza che la donna ha delle pretese, anche sessuali, ed è preso da una vera e propria ansia da prestazione. L'impotenza, forse sempre esistita, è però in aumento proprio a causa del nuovo ruolo della donna. Essa è legata a cause psicologiche, e l'uomo ormai pensa più a come soddisfare lei che se stesso. E ciò provoca ansia e le sue prestazioni ne risentono inevitabilemnte.
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Secondo il nostro esperto Elia, quindi, è davvero l'uomo il sesso debole?
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Si, a tutti gli effetti. Certo, il fenomeno non è spiegabile in poche parole, però ormai l'accordo nella comunità scientifica è unanime. L'uomo non sceglie quasi mai, ma è scelto dalla donna. L'uomo non sa più come conquistarla, non sa come farla innamorare e non sa, come detto, soddisfarla. La donna del duemila fa paura all'uomo perchè è decisa, sicura di sè e forte.
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Ma è così per tutte le classi sociali?
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No, indubbiamente. esistono ancora, e sono la maggiorparte, le ragazze senza ambizione, che hanno come unico obiettivo quello di sposarsi, avere dei figli e vivere, tutta la vita, con il proprio marito. Ma è un fenomeno destinato a divenire maggioranza. Questo tipo di ragazze è in via d'estinzione. Provengono da famiglie molto tradizionali e, in genere, svolgono lavori umili e sono poco colte. Le ragazze oggi si laureano di più e meglio dei loro colleghi uomini, hanno più fame di successo e sanno cosa vogliono dalla vita. Sono loro che diventeranno le donne forti, quelle che soppianteranno il sesso ex-forte. E qualche segno di cambiamento lo si avverte, seppur debolemente, anche tra le donne tradizionali. Leggono, si informano, come dimostra il boom delle riiste femminili e dei siti Internet a loro dedicati.
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Una rivoluzione a tutti gli effetti, dunque. Allora, per l'uomo, non c'è via di scampo?
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Forse no. Le donne, per diventare veramente il sesso forte, devono cambiare alcuni atteggiamenti. Uno di essi è quello relativo alla politica. Perchè le donne sono così rare nelle sedi di partito? Perchè continuano a votare per "quello che le dice il marito"? Perchè, probabilmente, credono che non sia importante. E qui sbagliano. Oggi più che mai una persona davvero vincente deve avere la consapevolezza che i centri nevralgici del paese sono il mondo della finanza e quello della politica. E' lì che si decidono i destini di una società. E delegare questi interessi all'uomo significa che la loro emancipazione ha ancora delle lacune. Per la gioia dei pochi uomini rimasti forti o che si sentono tali.
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ANNO: 2002
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FONTE: \\\
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A sostenere certe ridicole tesi sono soprattutto gli uomini (?!).
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GLI UOMINI HANNO PAURA DELLE DONNE?
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Cosa rimane veramente del mitico maschio Italiano? Quale identità e quale carattere identificano l’uomo italiano contemporaneo? Le statistiche più recenti ci dicono che i maschi attraversano una fase di riflessione/trasgressione nei rapporti con le donne. Verissimo, e la posta che ricevo lo conferma: le storie di tradimento e di recupero dei vecchi strumenti dei “latin lover” abbondano. Sono molti gli uomini che decidono di trasgredire, lo fanno con i transessuali e omosessuali. Alcune di queste trasgressioni sono solo incursioni che si chiudono rapidamente. Altre sono più durature e coinvolgenti. E disegnano a sorpresa un altro tipo di maschio Italiano…C’è un numero considerevole di uomini autoritari in famiglia che nascondono incofessate debolezze. Il mio amico Claudio ha una bella posizione sul lavoro, da sempre ho successo con le donne e anche se è fidanzato, le occasioni non gli mancano. Ma dopo aver provato con un transessuale, le esperienze alternative lo attraggono … secondo te è normale?Ho scoperto che un amico Mario sposato da dieci anni ha scoperto che gli piace un uomo, e mi chiede se è omosessuale?Anche Lucio gli piacciono le donne ,ma gli uomini lo eccitano di più. Secondo me ha dei problemi?Questo è un problema serio non è facile dare un consiglio giusto!Capita di scoprire delle debolezze nascoste che possono portare dei problemi psichici ,delle frustrazioni. Perché? Purtroppo molti uomini sono prigionieri di una vita che non sanno vivere. In una società borghese l’omosessualità è vista come una vergogna, quindi si nascondono dietro a un matrimonio castrante. Sono Luca ho un rapporto con un uomo da sei mesi, ma ho paura a frequentarlo! Se mia moglie lo scopre faccio una pessima figura con tutta la famiglia. Soffro e mi sento prigioniero di una relazione che non desidero più. Cosa posso fare? Se svelo le mie debolezze i miei amici mi abbandonano. Mi vergogno.Secondo il mio punto di vista, caro Luca , devi vivere le tue passioni e non vergognarti se desideri qualcuno.Gli amici veri non ti abbandonano, non sono amici veri se ti lasciano.Il tuo non è un caso disperato . Esiste di peggio! Un esempio?Quello degli uomini primadonna, sempre più numerosi, espressione di una cultura contemporanea ormai dominante in una società abituata a macinare ogni evento velocemente.Hanno un ego spiccato alla continua ricerca dell’affermazione personale e dell’occasione per essere al centro dell’attenzione, sempre bisognoso di conferme. Abbiamo così un secondo tipo di maschio n crisi, per certi versi opposto al primo che vi ho descritto : il maschio egoista, egocentrico ed eccentrico. Al tempo stesso narciso e insicuro. Fiorenza : ciao , sono interessante, intelligente, simpatica. Tutti mi guardano e molti si innamorano, ma nessuno mi vuole perché scappano. Il mio fratello è bello , interessante ecc e tutte le donne si buttano ai suoi piedi. Perché lui si io no?Gli uomini hanno paura delle donne belle, gli mette insicurezza. Preferiscono una donna brutta piuttosto che una bella, vivono più sereni, senza alcuna angoscia. La bella e sensuale è perfetta come amante.Raffaella mi scrive : mio marito si mette le mie creme e passa ore davanti allo specchio, è normale?Margherita mi scrive: mio marito ha una cicatrice sul viso è disperato, da quando quel segno vive con lui non è più lo stesso! Cosa devo fare perché non cada in una depressione acuta?Donne dovete dire agli uomini di essere se stessi, altrimenti la loro ossessione per l’immagine, sintomo di insicurezza profonda, con il tempo vi porterà dritto dritto alla depressione.Infine, trovo spesso un altro tipo d’uomo in preda a paure inconsce. È l’uomo che, incapace di superare le sue angosce, resta prigioniero di ogni dubbio. È il maschio timido e introverso.Rino: sono un ragazzo di 20 anni , le ragazze mi trovano carino ma quando sono in compagnia mi sento come paralizzato e incapace, ho paura di farmi ridere dietro e non so come fare per superare le mie paure. Cosa mi consigli!GIGI : cosa devo fare per combattere la timidezza?Dovete essere più sicuri di voi e convinti delle vostre doti. Il miglior maschio moderno deve esprimersi con atteggiamenti più smaliziati. E, liberato da pesanti fardelli psicologici, deve mettersi un discussione: insomma, il nuovo uomo è indubbiamente più sensibile, un maschio più consapevole e in grado di percorrere i sentieri della vita senza ipocrisie.
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05\04\2007
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Parole di Rocca
Brivido dei tacchi a spillo:"MI ECCITO SOLO SE LEI MI CALPESTA"
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Sono tornati prepotentemente alla ribalta, più che mai sexy ed esibiti come un oggetto del desiderio: i piedi femminili. In questa estate che si annuncia "calda", sublimati come non mai dai tacchi a spillo, o infilati in magici sandali alla romana, sono ostentati e desiderati in ogni angolo del globo.
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E' il feticista per eccellenza che dei piedi è l'amante principe. E' stordito, disorientato quasi incredulo di fronte a tanta manna. Il sogno come per incanto si è avverato, ecco che ondeggia per strada una bruna avvenente, con la sua falcata sexy sopra dodici centimetri di tacco a spillo. No, non siamo ad una sfilata di moda, sono le nove del mattino alla fermata dell'autobus. Lei sta andando in ufficio ed è una giornata qualsiasi. Ormai la donna è consapevole delle sue possibilità e non teme alcuna situazione, così in questi ultimi tempi il maschio feticista viene bersagliato, quasi un bombardamento senza tregua dove il tripudio del piede è assoluto.
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Mi scrive Rino: "Non riesco a trattenermi, i piedi delle donne mi fanno impazzire, la mia fidanzata porta le scarpe con il tacco a spillo, e quando facciamo l'amore la obbligo a tenerle addosso, poi gliele sfilo lentamente leccando ogni centimetro del piede."
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E ancora Mario mi dice: "Sono pazzo dei tuoi piedi che nelle foto ho potuto ammirare."Giorgio invece mi scrive: "Sogno sempre la stessa cosa: un paio di gambe lunghe e snelle che mi rincorrono .Quando mi raggiungono, mi sveglio. Sono grave?"
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I piedi o le gambe delle donne hanno da sempre rappresentato un fattore di culto. Era però rimasto sempre al riparo dalle curiosità e di fatto esercitato dai suoi adepti nel segreto delle alcove. Oggi, complici i costumi del nostro tempo e il ritorno imposto nella moda di scarpe sempre più femminili e sensuali, i piedi sono oggetto di nuove e sempre più spinte attenzioni.
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Così troviamo Filippo, che mi scrive: "La mia più forte trasgressione è massaggiare i piedi femminili, ora è una vera e propria ossessione, perché senza questo preliminare non mi eccito nemmeno? Cosa devo fare?"Beh, caro Filippo spero che tu trovi sempre una compagna ben disposta, in fondo non è così male e certo sarà piacevole per chi si sottopone al gioco, però trova il modo di passare anche al resto. Per la donna è determinante.
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Le testimonianze continuano: "Mi chiamo Lorenzo, hai delle gambe da paura. I tuoi piedi mi eccitano. Li bacerei per delle ore.""Ciao sono Loris, ho letto quello che è stato pubblicato su Tiscali dall'argomento "Vivo con l'ansia che mi..." e mi sono in parte ritrovato nella situazione attuale tra me e mia moglie riguardo la differenza tra amore e possesso. Non che abbiamo nessun particolare problema ma abbiamo qualche difficoltà. Io passerei ore a leccare i piedi femminili. Vorrei che mia moglie si mettesse sempre i tacchi a spillo per fare sesso. Si è stufata. Volevo chiederti se ti posso spiegare qualcosa di più della situazione per avere un tuo parere (per poter crescere un po' di più ed essere il migliore dei mariti) visto che di solito tu parli solo da donna a donna almeno così mi è sembrato."
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"Sono Alda ho letto il tuo articolo su Tiscali. Ho cercato di fare quello che tu mi hai consigliato. Ho incontrato un uomo che ama fare sesso solo se indosso i sandali,e poi mi lecca i piedi per tutta la sera,senza mai fare sesso con me. È normale?"
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"Sono una ragazza di 19 anni, adoro ciò che scrivi su Tiscali. Ho sofferto d'amore per anni e vivo tutti i giorni con l'ansia di restare sola. Dopo due anni di dieta, sono riuscita a perdere venti chili tale da cambiare il corpo e farlo diventare più attraente ma nulla è valso. Gli uomini guardano solo i miei piedi! Secondo te sono normali questi maschi?"
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"Ciao Silvia sono Melissa, sono fidanzata da quattro anni con un uomo fantastico, ma ho conosciuto un ragazzo che a letto è straordinario. Mi piace tutto di lui, solo che si eccita se indosso scarpe con il tacco a spillo e slip trasparenti. Non é finita. Lui raggiunge l'orgasmo se lo calpesto con le scarpe. Secondo te è normale?"
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Ma il linguaggio del feticista, attraverso la sua trasgressione, è anche un messaggio preciso il cui significato rappresenta l'equazione della sottomissione. Un po' schiavo e servitore per il piacere della donna, attraverso l'adorazione e l'esaltazione dei suoi piedi. E così troviamo che esiste una folta schiera di appassionati cultori che raggiungono il loro piacere e godimento semplicemente nei piedi femminili, ad una condizione però: che siano puliti.
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David & Goliath
BOYS ARE STUPID
[TRZ. I BAMBINI MASCHI SONO STUPIDI]
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Cari amici...
il racconto di questa tragedia addolora. Lo scenario di quella che stà per accadere lacera.
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La nostra azione è tanto radicale quanto generalissima ed i frutti sperati si potranno vedere solamente tra molto tempo.
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Quello che possiamo dire adesso è di seguire la via maschile, un percorso duro ma redditizio su uno scosceso crinale. Si tratta al tempo stesso di non gettare la spugna e di superare i risentimenti.
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Resistere psicologicamente eretti. Questa è la ricetta. E’ dura, ma c'è chi vi è riuscito e dobbiamo farcela tutti.
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R. B. [Uomini3000]
il racconto di questa tragedia addolora. Lo scenario di quella che stà per accadere lacera.
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La nostra azione è tanto radicale quanto generalissima ed i frutti sperati si potranno vedere solamente tra molto tempo.
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Quello che possiamo dire adesso è di seguire la via maschile, un percorso duro ma redditizio su uno scosceso crinale. Si tratta al tempo stesso di non gettare la spugna e di superare i risentimenti.
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Resistere psicologicamente eretti. Questa è la ricetta. E’ dura, ma c'è chi vi è riuscito e dobbiamo farcela tutti.
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R. B. [Uomini3000]
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IL MASCHIO IN CRISI
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intervista a M. Cacciari
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Per tre millenni si è sviluppata una civiltà in cui l'elemento predominate da tutti punti di vista simbolici, era quello maschile. E questa grande onda si è esaurita sulle nostre spiagge.
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Per forza il maschio è in crisi la rivoluzione che ha contrassegnato il nostro secolo è quella femminista.
Siamo alla fine di questa civiltà. I grandi pensatori, Nietzsche in primis, avevano capito che questa prepotenza maschile era esaurita. Tutta la cultura letteraria e filosofica del'900 è piena di elementi che potremo leggere in chiave di riscatto e anamnesi di queste origini.
Il maschio comprende che l' ”auctoritas”, termine che apparteneva proprio al maschio, nella polis, nelle civitas, nella res publica, nella famiglia, non è più proponibile. E' diventato un oggetto di commedia, di farsa guai a fare una retorica della famiglia, essa ha in sé tutte le malattie della società. Non le ha mai guarite, ma le assorbe.
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In che cosa si può sintetizzare la virilità?
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Nel lato maschile, che credo, piaccia anche alle donne.
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Parla del potere?
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Ma no il maschile è quello che ha la capacità di comprendere, di tenere in forma e che è anche buono e misericordioso. E' l'uomo di cui le donne hanno un'enorme nostalgia. Ma non è più ricreabile. E gli uomini con una parte davvero femminile amano questa figura. Nessuno era più femminile di Nietzsche. E amava questa figura.
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E lei?
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Sono questa roba qui. La civiltà improntata sul potere maschile è giustamente venuta al tramonto. Lo vedo anche nel lavoro. Ed è bene. I simboli della civiltà maschile sono quelli dell'eroe, del grande uomo politico. Che decide e spacca il mondo. Sono quelli della volontà di potenza gli uomini dei grandi disastri. Che l' amministrazione sia della della donna.
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15\01\2008
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FONTE: GRAZIA
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LA NUOVA EVA SOFFRE DA SOLA
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Le donne chiedono agli uomini soprattutto ascolto, sono diventate impazienti e molto esigenti sul lavoro. Per tutta risposta il "maschio" tende a chiudersi in difesa e a temere la sicurezza e l'orgoglio che i movimenti per l'emancipazione hanno infuso nelle controparti femminili. Siamo tornati all'incomunicabilità degli anni 60, quella che sarebbe esplosa nella guerra dei sessi? E' l'impressione che si evince leggendo le risposte del sondaggio Abacus per Grandangolo. Essere donna oggi è soprattutto difficile perché quella che sembrò la più gratificante vittoria del femminismo, - l'aver creato un uomo nuovo non più prepotente e padrone - le si è rivoltata contro come un boomerang.
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Questo uomo non l'ascolta e non l'accetta per come è. E non soltanto. "Attenta" alla sua autostima lamentando come motivo di fastidio o di destabilizzazione proprio ciò che essa, la donna, ha conquistato con l'emancipazione: il potere di decidere e di scegliere, la sicurezza, l'autonomia mentale, le pari opportunità di carriera e di lavoro. E' la traduzione di definizioni più rozze: voglia di comandare, troppa libertà, eccesso di esigenze sul lavoro e in famiglia. E' comprensibile che l'uomo se ne senta spiazzato e intenerisce che continui a vagheggiare il vecchio prototipo femminile, paziente, fedele, dolce, sottomesso...
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Il sondaggio dell'Abacus va molto oltre le risposte. Che analizzate attentamente, ci offrono una chiave per decifrare l'imbarbarimento della nuova seduzione: gli uomini "comunicano" con l'appeal del successo, del danaro, degli anabolizzanti, dei muscoli costruiti in palestra e le donne con l'ammiccamento dei corpi nudi. Per gli uomini la vanità, professionale o estetica, è allo stesso tempo una rassicurazione narcisistica e una scorciatoia di conquista. Per le figlie del Femminismo è una resa al maschio: non avere paura, sono come mi vuoi.
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Ma nelle risposte del sondaggio si può scorgere anche la decodificazione delle cronache più agghiaccianti: la violenza del branco, la violenza dell'amante respinto, la violenza dell'ex coniuge. La matrice è la stessa, l'intimidatorietà della donna d'oggi che "osa" rifiutarsi, osa troncare una relazione invivibile, osa chiedere il divorzio per costruire un nuovo legame. Morso nella propria sicurezza, per dirla con un bel verso di Neruda, l'uomo perde la testa e il controllo. Sono passati poco più di 25 anni dalla riforma del codice di famiglia e dalle battaglie del Femminismo. Troppo pochi per aver creato la cultura della parità.
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L'uomo non è ancora psicologicamente strutturato per subire l'abbandono e il rifiuto. E neppure per "comunicare" con questa nuova donna che l'ha esatuorato, spiazzato e gli fa comunque paura. La teme anche quando, scopertamente gli si offre: nell'ammiccamento del corpo non scorge né fedeltà né dolcezza ma l'approccio della donna sessualmente liberata e senza complessi che ribalta i ruoli prendendosi l'iniziativa.
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E' lui a sentirsi oggetto. Teme di non essere all'altezza. E spesso non lo è. Oggi, indubbiamente, è la donna ad essere più forte.
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Maria Venturi
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Febbraio 2003
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FONTE: IL MESSAGGERO
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BELLE, BRAVE E POCO OCCUPATE
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Soltanto il 41 per cento delle donne italiane lavora. È quanto emerge da due studi internazionali sulla condizione femminile. Tutt´altro che incoraggianti.
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Quanto siamo brave e quanto il nostro lavoro è indispensabile per uno sviluppo equilibrato dell´economia ce lo sentiamo ripetere per ricorrenze tipo l´8 marzo, o magari per la festa della donna che lavora, ultima invenzione celebrativa dell´icona delle pari opportunità. Falsa icona, anzi falsissima, come dimostrano i dati che molte specialiste donne da tempo cercano con poco successo di far penetrare nell´opinione pubblica.
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Discusso con rabbia crescente nei circoli femminili più impegnati, adesso quell´intrico spesso contraddittorio di statistiche e parametri economici, di disagi e di desideri delle italiane è al centro di due impegnativi dossier elaborati da studiosi di tutta Europa e discussi nel convegno annuale della Fondazione Rodolfo Debenedetti. Con la pacatezza della ricerca accademica ma anche con la curiosità di chi si addentra in un territorio troppo poco esplorato, dieci economisti coordinati da Christopher Pissarides della London School of Economics e da Daniela Del Boca, docente a Torino e a New York, hanno esaminato forze e debolezze del lavoro delle donne nei vari Paesi europei, facendo anche un confronto con la situazione americana. Uno degli scopi è di suggerire le misure più utili per portare entro il 2010 il tasso di occupazione femminile al 60 per cento per tutto il continente, come era stato stabilito dal Consiglio europeo di Lisbona.
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Fra le constatazioni più choccanti c´è che l´Italia sarà anche la settima potenza economica del mondo, ma per quel che riguarda la presenza nel lavoro della sua popolazione femminile è al penultimo posto in Europa, superata in negativo solo dalla Grecia. Dinamica e per altri aspetti anche evoluta, quanto alla condizione delle donne l´Italia è confinata nel ghetto dei "Paesi mediterranei", lontanissimi dalla modernità delle nazioni nordiche ma anche dalla ragionevole evoluzione di quelli continentali come Germania, Francia, Olanda.
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Che negli ultimi anni le italiane avessero acquisito una serie di record negativi è abbastanza noto. Ammesse al lavoro più tardi delle altre europee, oggi sono occupate solo per il 41 per cento, contro il 72 per cento della Svezia, il 58 della Germania, il 43 della Spagna. È un dato da non dimenticare mai, a fronte degli entusiasmi un po´ eccessivi per l´aumento della nostra occupazione femminile, che è reale ma che dovendo scontare un grande divario di partenza continua a tenerci ancorate al basso. Come se non bastasse, le italiane hanno pagato molto più duramente di altre la scelta di lavorare. Sono diventate le donne del mondo che fanno meno figli e anche quelle con il record di ore lavorate, se si somma al lavoro esterno quello domestico.
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Certo non era stata dura solo per le donne del nostro Paese la rivoluzione che nella seconda metà del Novecento aveva trasformato la condizione femminile con una radicalità che non è stata metabolizzata ancora oggi. Claudia Olivetti, una giovane studiosa della Boston University, illustra nel primo dei due rapporti la diversa strada delle americane, che avevano dovuto addirittura superare i marriage bars, le norme per cui alla donna che si sposava era proibito continuare a lavorare. In compenso il grande balzo del lavoro femminile che si è avuto negli Usa negli anni Ottanta e Novanta ha riguardato proprio le donne sposate e con figli, che nel 2001 erano il 60 per cento delle americane al lavoro, nonostante un Welfare debolissimo e un congedo di maternità di sole quattro settimane. Per le europee non è stato altrettanto facile fare i conti con la condizione di madre, la "piccola differenza" che spesso il mondo del lavoro trascura.
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Sapevamo già che nel vecchio continente la popolazione femminile era riuscita a mettere insieme figli e lavoro solo se robustamente aiutata dal Welfare. Il modello che tutti citano senza peraltro conoscere fino in fondo è quello dei Paesi nordici, in particolare della Svezia, dove il gender gap, cioè la differenza fra la percentuale di lavoratori uomini e donne, nel caso di donne con un figlio è del 9,8 per cento (in Italia è del 40,9). In Svezia poi, se i figli sono due, il gender gap addirittura diminuisce, sia pure di poco, al 9,4 per cento (mentre in Italia lievita al 49,9, lo svantaggio più alto di tutta Europa).
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Per ottenere questi risultati le svedesi erano state aiutate dalle previdenze sociali, potevano scegliere lavori part time e avevano diritto a 18 mesi di congedo di maternità. Ma quando con la crisi economica della metà anni Novanta una parte dei sostegni sono mancati, il tasso di natalità svedese si è ridotto dal 2,1 all´1,5. E solo con nuove politiche familiari è cominciata la ripresa. Un modello diverso anche se abbastanza efficace è poi quello di Germania e Francia, che danno congedi molto lunghi, fino a tre anni, accompagnati da un salario di maternità. La contropartita è che chi ha un impiego poco soddisfacente è spinta ad andarsene dal mercato del lavoro.
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Studiando a fondo le varie esperienze europee si è confermata anche una verità che molti preferiscono ignorare, e cioè che per combattere la denatalità non c´è bisogno di rimandare le donne a casa, come sogna la destra. Al contrario, più le donne hanno lavori "buoni", ben retribuiti e sicuri, più fanno figli. La ricetta che suggerisce l´economista Daniela Del Boca per un Paese da tempo a natalità sottozero come l´Italia è "un mix di misure che vanno dal part time a piccoli asili nido di quartiere e di azienda, alla possibilità di rendere più flessibile il lavoro".
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E qui siamo veramente al punto cruciale del caso Italia, una delle nazioni più ricche di paradossi. Non solo infatti da noi il lavoro part time non è molto diffuso (4,5 per cento per gli uomini e 21,8 per cento per le donne). Il dato più significativo è che spesso non è scelto volontariamente dalle lavoratrici, per la semplice ragione che si tratta in molti casi di un "cattivo" part time, marginale e a termine. Una conferma viene da dati del ministero del Lavoro, secondo cui l´anno scorso il numero delle donne che lavorano a tempo parziale è diminuito, mentre è aumentato il part time maschile. Altro paradosso è che le donne, ormai da tempo con un livello medio di istruzione superiore ai maschi, trovano più facilmente lavoro grazie alla laurea o al diploma. Ma al contrario degli uomini, vengono troppo spesso utilizzate a livelli inferiori alla loro preparazione. E come d´altra parte in tutto il mondo, guadagnano meno dei loro compagni anche se le qualifiche sono uguali.
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Come fare allora a raggiungere per il 2010 il mitico 60 per cento fissato a Lisbona? Secondo l´economista Tito Boeri, direttore della Fondazione Rodolfo Debenedetti, "uno dei maggiori ostacoli è che in Italia funziona ancora il vecchio modello culturale che assegna alla famiglia e quindi alle donne un ruolo di ammortizzatore sociale. E questo governo, invece di correggerlo, tende ad accentuarlo". Al contrario i due rapporti suggeriscono una serie di politiche fiscali mirate, dalla riduzione delle aliquote delle tasse per i redditi medio bassi ad un reddito minimo garantito. In questo modo le donne potrebbero permettersi di pagare i costi che comporta la maternità. E non abbandonerebbero il mercato del lavoro alla nascita del primo figlio, cosa che succede ancora troppo spesso.
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Come osserva Tito Boeri, non si tratta solo di un problema di equità nei confronti del sesso femminile, ma anche di efficienza. Un Paese che si permette di tenere a casa più di metà della sua popolazione femminile, un vero esercito di donne, difficilmente potrà essere vincente nello scenario della competizione internazionale.
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Chiara Valentini
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ANNO: 2004
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FONTE: L'ESPRESSO
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COME DIVENTARE BELLA, RICCA E STRONZA.
Istruzioni per l'uso degli uomini
Giulio Cesare Giacobbe
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Titolo: Come diventare bella, ricca e stronza
Autore: Giulio Cesare Giacobbe
Editore: Mondadori
Data di Pubblicazione: 2006
Prezzo: Euro 12,00
Pagine: 127
EAN: 9788804554295
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CONTENUTO: Questo è un libro scandaloso, scorretto, immorale. Ma strategico. Una specie di "Principe" di Machiavelli a uso delle donne. Un libro di estremo realismo sentimentale. Scritto con lo stile inconfondibile che, da "Come smettere di farsi le seghe mentali e godersi la vita" in poi, ha fatto di Giulio Cesare Giacobbe lo psicologo più amato dai giovani."Come diventare bella, ricca e stronza" rivela finalmente alle donne cosa vogliono davvero gli uomini da loro. Cosa gli interessa, cosa gli piace. E di conseguenza cosa bisogna fare per accalappiarsene uno. Magari sposarlo. E, ovviamente, spennarlo. Dice ad esempio che le donne sprecano tante energie nel farsi belle e non dedicano nemmeno un attimo della loro vita a sedurre gli uomini. E che maschi e femmine hanno un'idea assai diversa della bellezza: "Una donna che lo seduce, che lo eccita con la sua femminilità, con le sue lusinghe, con le sue promesse allusive di un piacere sessuale che poi effettivamente gli concede (ed è mille volte più entusiasmante di quanto lui stesso si era immaginato): questa è per l'uomo una donna bellissima. Altro che misure di seno, di fianchi e di sedere!". Gli uomini, insomma, adorano le bambole: ingenue, allegre, libidinose... "saremo cretini ma siamo fatti così". Questo godibilissimo manualetto, tanto sincero quanto ironico, consegna nelle mani delle fanciulle tutto quello che gli uomini non dicono. Con un unico avvertimento dell'autore: "Se ti scandalizzi, questo libro non è fatto per te. Anzi, ripensandoci, se ti scandalizzi credo proprio che tu abbia un bisogno dannato di leggere questo libro".
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GUIDA ALL'ADDESTRAMENTO
DEGLI UOMINI
Di Peganov Nadège de
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Titolo: Guida all'addestramento degli uomini
Autore: Peganov Nadège de
Traduttore: Giordano M. C.
Editore: Morellini
Data di Pubblicazione: 2006
Titolo: Guida all'addestramento degli uomini
Autore: Peganov Nadège de
Traduttore: Giordano M. C.
Editore: Morellini
Data di Pubblicazione: 2006
Prezzo: € 7.90
Collana: Pink generation
ISBN: 888955018X
ISBN-13: 9788889550182
Pagine: 127
Collana: Pink generation
ISBN: 888955018X
ISBN-13: 9788889550182
Pagine: 127
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DESCRIZIONE
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Attraverso la similitudine con le specie animali, questa guida classifica le categorie maschili fornendo dieci tratti-tipo. Dal macho all'intellettuale passando per l'artista e l'arrivista, questo libro cerca di aiutare a capire quale uomo potete avere davanti e come fare per addestrarlo.
Attraverso la similitudine con le specie animali, questa guida classifica le categorie maschili fornendo dieci tratti-tipo. Dal macho all'intellettuale passando per l'artista e l'arrivista, questo libro cerca di aiutare a capire quale uomo potete avere davanti e come fare per addestrarlo.
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FONTE:http://www.libreriauniversitaria.it/guida-alladdestramento-uomini-peganov-nadege/libro/9788889550182
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Ecco come esordisce l'autrice: "Ridicolizzato da anni, maltrattato da donne ferocemente libere e indipendenti, attaccato dai media, l'uomo è intristito, incompreso e disorientato".
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NOVITA' EDITORIALI
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[01] COME UCCIDERE IL MARITO - Kathy Lette
E altri utili consigli domestici
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Genere: Libri
Editore: BALDINI CASTOLDI DALAI
Pubblicazione: 05/2007
Numero di pagine: 374
Prezzo: € 18,00
EAN: 9788860730572
Disponibilità: Normalmente disponibile in 5 giorni
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CONTENUTO - Jazz Jardine, dea della casa e mamma a tempo pieno, a quarant'anni si ritrova in prigione per aver fatto fuori suo marito mentre lui passava l'aspirapolvere. L'unico esemplare di uomo ideale! Ma perché? Saranno le sue migliori amiche, mogli frustrate e insoddisfatte come lei, a dover dimostrare la sua innocenza e a scoprire prove scottanti di tradimenti, giovani amanti, per poi doverle insabbiare. Ma sopravviverà la loro amicizia a tutte queste inaspettate rivelazioni? Un romanzo sexy e divertente. Un thriller rosa che curiosa tra i letti e le cucine delle coppie comuni.
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[02] ADESSO LO AMMAZZO - Katharina Munk
Diario segreto di una segretaria
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Genere: Libri
Editore: Piemme
Pubblicazione: 06\2007
Numero di pagine: 205
Prezzo: € 12,50
EAN: 9788838489501
Formato: 13x21
Disponibilità: Spedito normalmente in 3-5 giorni lavorativi
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CONTENUTO - Braccio destro e anche sinistro. Status symbol. Agenda umana. Allenatrice e punchingball. Padrona di casa e parafulmine. Signora per il giorno, e a volte anche per la notte. Può essere davvero dura la vita di una segretaria di direzione nel top-management. Katharina Munk è una di loro. Katharina vive nell'anticamera del Santissimo, e da quella prospettiva l'uomo che si crede Superman somiglia piuttosto a Caveman, l'abominevole uomo delle caverne. Lei e le sue colleghe sanno bene come i loro Mister Narciso riescano a perdere ogni autorevolezza in un istante spifferando i dettagli più intimi della vita coniugale, sanno come possono andare in mille pezzi per un banale ingorgo sull'autostrada, delle notti nei night club o nei bordelli che finiscono nel conto spese. Qualche volta, al culmine della disperazione lavorativa, Katharina si è trovata a rimuginare "domani lo ammazzo!". Ma poi ha deciso che vuotare il sacco, è anche meglio. Il libro confessione di una segretaria.
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MASCHIO: E' CRISI NERA
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Lo dice uno che gli uomini li osserva per mestiere
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È crisi, una crisi drammatica. L'uomo italiano, considerato da sempre il latin lover per eccellenza, il macho "sciupafemmine", non riesce più a "cuccare" e la sua fama si è ormai sciolta al sole estivo. Riuscirà a tornare ai fasti di un tempo, a cancellare quell'immagine che lo attanaglia ormai da due estati? Una sfida difficile da vincere, ma non certo impossibile. Parola di uno che il maschio, per mestiere, lo analizza e lo consiglia quotidianamente. Andrea Biavardi, direttore della rivista "Men's Health" e autore del libro "Sbuccia il maschio", ci ha spiegato i cambiamenti radicali dell'uomo dell'ultima generazione.
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Come stanno veramente le cose?
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Il maschio italiano è in crisi perché le donne gli hanno confuso le idee. Sono cambiate, sono diventate indipendenti. Non esiste più la "sindrome del cavaliere errante" quando l'uomo conquistava, portava via la sua promessa sposa dalla famiglia, si assumeva tutte le responsabilità e la proteggeva per tutta la vita.
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C'è stato un cambiamento radicale nel rapporto di coppia...
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Partiamo dalla rivoluzione sessuale degli anni '60 quando le donne erano delle "rompiscatole", ma con le idee chiare: «Faccio quello che mi pare, non mi frega niente, voglio cambiare, voglio divertirmi». Oggi le trentenni non hanno quelle motivazioni, vogliono l'indipendenza senza pagarne il prezzo.
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Che cosa vogliono in pratica?
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Si sposano, vogliono un marito, dei figli, una carriera brillante, insomma scommettono su tanti tavoli, ma non riescono a vincere su tutti i fronti. Questo vale anche per gli uomini.
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Come se ne esce?
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Il segreto è fare delle scelte. Se si punta sulla carriera, purtroppo, si rinuncia a stare molte ore con i figli e la famiglia e viceversa. Occorre trovare una moglie disposta a seguire il suo uomo, a stargli vicino per conciliare carriera, famiglia e divertimento.
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Nelle interviste fatte ad Alessia Merz, Miriana Trevisan, Mascia Ferri, Marina La Rosa e tante altre, è emerso che desiderano un uomo semplice, che sappia conquistarle mentalmente. Il fisico e i soldi non sembrano così importanti...
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Simpatiche, ma bugiarde e ipocrite. Il potere piace alle donne, le fa impazzire, comunica loro sicurezza. Il resto sono tutte balle, gli uomini ricchi hanno delle belle donne ed è difficile vedere un bel maschio non ricco con una donna affascinante. Piace a tutte fare la bella vita.
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Che cosa ne pensa delle coppie vip che scoppiano?
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Non me ne frega niente. Scoppiano molte più coppie normali. Loro hanno una vita solo pubblica e pagano il prezzo della notorietà. La gente invidia molte cose del loro trend di vita, ma ricordatevi che il 90% invidia i loro soldi. Poi quando divorziano ottengono spese d'alimenti "da mal di testa" e i loro figli soffrono sicuramente meno di quelli di una coppia di operai o impiegati separati.
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Come definisce "Men's Health"?
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Un giornale pratico che tratta cose serie documentandosi, che fa informazione e divertimento in maniera molto professionale. Il rischio più grosso per un giornalista non è scrivere una bufala o prendere una cantonata, ma annoiare. Poi in copertina mettiamo sempre un uomo bello, palestrato, ma normale: anche con un po' di pelata. Non fighetti o uomini che non vedi per strada o sulla spiaggia.
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A proposito di spiaggia: da un sondaggio emerge che per 7 maschi su 10, la pancetta si è trasformata in una vera e propria fissazione. In spiaggia molti si vergognano...
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L'uomo oggi si trova a fare i conti col suo fisico, come la donna. Il corpo è diventato un problema o un vanto da mostrare proprio come accade per lei. Tant'è vero che nelle pubblicità dei prodotti di bellezza spesso compaiono uomini svestiti. Insomma, maschi italiani: mettetevi in forma, se volete "cuccare".
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Davide Camicioli
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31\07\2002
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"DONNE MEDICO
L'80% TRA DIECI ANNI"
Pollastrini: "UNA NOTIZIA POSITIVA"
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Monta la polemica sui dati dei camici bianchi, già ora le iscritte a medicina sono il 60%. Il ministro delle Pari opportunità: "Dimostrazione dell'impegno delle ragazze". Livia Turco: "Servono quote rosa"
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ROMA - La professione medica sta rapidamente cambiando sesso: le donne stanno superando gli uomini, tanto che nel 2017 i medici del sesso forte saranno 2 su 10 del gentil sesso. A riferirlo il Corriere della Sera che aggiunge: «Già oggi le iscritte alle facoltà di Medicina e Chirurgia sono il 60%».
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Le proiezioni, dunque, dicono che nel giro dei prossimi 10 anni, ben otto camici bianchi su dieci nasconderanno forme femminili. Del fenomeno si discuterà venerdì prossimo, in un grande convegno organizzato a Caserta dalla Fnomceo, la federazione degli ordini di categoria, presieduta da Amedeo Bianco.
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Fnomceo lancia dunque un allarme, una denuncia, partendo dai numeri raccolti dal suo vice, Maurizio Bennato: «Affrontiamo in modo diverso il futuro altrimenti alcune specialità, soprattutto quelle che oggi sono monosex, andranno in crisi. Sono molto favorevole alle donne medico, ma non nascondo una certa preoccupazione. Dobbiamo studiare un sistema tale da garantire qualità e potenzialità senza ridurre l'offerta».
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Sono in pericolo, per quanto riguarda l'arte di Ippocrate, sottolinea ancora il quotidiano di Via Solferino, le riserve chiuse, per tradizione, alle donne. Come le chirurgie, le alte specializzazioni (neurochirurgia, cardiochirurgia) e, naturalmente quelle che riguardano la cura di malattie e apparati intimi.
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POLLASTRINI: "NOTIZIA POSITIVA"
"Ma quale allarme! Questa è una notizia positiva [1]", scatta Barbara Pollastrini, ministro per i Diritti e le Pari Opportunità, sulle previsioni della Federazione nazionale dell'ordine dei medici su una «eccessiva» presenza, all'interno della categoria dei camici bianchi, di medici donna.
"Ma quale allarme! Questa è una notizia positiva [1]", scatta Barbara Pollastrini, ministro per i Diritti e le Pari Opportunità, sulle previsioni della Federazione nazionale dell'ordine dei medici su una «eccessiva» presenza, all'interno della categoria dei camici bianchi, di medici donna.
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Tre le ragioni per le quali, a giudizio della ministro, si può parlare di una buona notizia: « Intanto - afferma - perchè è la dimostrazione dell'impegno e della qualità dello studio delle ragazze. In secondo luogo, perchè questa affermazione femminile porterà una riorganizzazione della sanità e la renderà più vicina ai bisogni delle persone. Infine, perchè sarà un'occasione di umanizzazione per tutti».
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TURCO: "SERVONO QUOTE ROSA"
"Servono le 'quote rosà non solo in Parlamento ma anche ai livelli apicali del Servizio sanitario nazionale". A proporlo è il ministro della Salute, Livia Turco, che replica così alla Fnomceo, la Federazione degli ordini dei medici, che per il futuro prevede una presenza 'esageratà di donne tra i camici bianchi.
"Servono le 'quote rosà non solo in Parlamento ma anche ai livelli apicali del Servizio sanitario nazionale". A proporlo è il ministro della Salute, Livia Turco, che replica così alla Fnomceo, la Federazione degli ordini dei medici, che per il futuro prevede una presenza 'esageratà di donne tra i camici bianchi.
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Ma il ministro non ci sta, e rispondendo ai giornalisti a margine di una conferenza stampa oggi nella sede del ministero domanda: "Perchè non trovo mai un primario di sesso femminile? Bisogna risolvere questo gap esistente tra la presenza di donne nel Ssn e i ruoli dirigenziali. La questione -promette il ministro- va posta alla Fnomceo ma anche alle strutture sanitarie".
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26\09\2007
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[1] Nell'articolo viene fatto presente che, tra 10 anni, l'80% dei camici bianchi sarà "donna".
In questo caso, non si discute\rà di politiche ad appannaggio maschile (quote azzurre, normative antidiscriminatore o azioni positive) per cercare di riequilibrare la situazione. Il famoso "50 e 50".
L' uguaglianza perfetta?
La ministra per le Pari Opportunità, invece, scatta per alcuni "accenni" di dissenso per questo (possibile) scenario futuro.
"Ma quale allarme! Questa è una notizia positiva!" Borbotta la ministra.
C'è da giurare che, se questa è la mentalità delle tutrici della parità, si possono dormire sonni tranquilli.
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UN CONCEPIMENTO SENZA MASCHI
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All'università di Melbourne un'equipe di ricercatori è riuscita per la prima volta a fecondare ovuli di cavie da laboratorio utilizzando solo cellule somatiche, senza bisogno degli spermatozoi
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Ciao maschio, se non addio. La scoperta di Orly Lachman-Kaplan - che guida l'equipe di ricerca sulla fertilità all'Istituto per la riproduzione dell'università Monash di Melbourne - potrebbe, se confortata da "sensata esperienza e necessarie dimostrazioni", rivelarsi clamorosa. La scienziata australiana sarebbe riuscita, infatti, a fecondare ovuli di cavie da laboratorio senza ricorrere a spermatozoi (le uniche cellule del nostro corpo che, insieme agli ovociti, contengono 23 cromosomi e che pertanto vengono definite aploidi) ma limitandosi a utilizzare cellule somatiche diploidi (46 cromosomi). E lo stesso "speriamo che sia femmina" diventerebbe una certezza: dagli embrioni così fecondati potrebbero nascere solo bambine. Fascinoso e tranchant dal punto di vista teorico - metti da parte i 23 cromosomi dello spermatozoo e utilizza al loro posto la metà del corredo cromosomico di una cellula qualsiasi -, il campo di indagine della cosiddetta aploidizzazione risulta assai fantasioso ma, senza dover scomodare Galileo, avrebbe forse bisogno di essere arato con maggiore realismo.
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Quale il livello della sperimentazione - proibita, peraltro, in Australia ma consentita negli Usa - su uomini e donne? Risultano o meno necessari - per il normale sviluppo di un embrione - i corredi cromosomici dell'uno e dell'altro sesso che, in questo caso, verrebbero negati? Interrogativi seri ma bypassati dagli strilli sensazionalisti che gridano al reato di clonazione: "Una inutile confusione - precisa il professor Carlo Flamigni - perché mentre nella clonazione c'è il nucleo di una cellula somatica con i suoi 46 cromosomi da cui prende origine un individuo, qui la cellula manipolata ha solo 23 cromosomi e ha comunque bisogno di un'altra cellula per formare un organismo". E bypassati, ancora, dai moralismi d'accatto che s'indignano di fronte alla possibilità per uomini sterili, single e coppie lesbiche di avere figli oltre che dai patetici nervosismi di una destra in crisi d'identità (maschile). "Questa sorta di 'partenogenesi' - ha dichiarato Riccardo Pedrizzi, responsabile di An per le politiche della famiglia - ci sembra aberrante. Si va contro la natura ammantandosi dell'intento di aiutare l'uomo completamente sterile a diventare padre, mettendo la scienza al servizio di una mentalità che considera il figlio non un soggetto ma un oggetto, da volere ad ogni costo". Aiutare l'uomo, dice, salvo poi partire, lancia in resta, contro una "tecnica che elegge la donna 'autocrate' del mistero della vita e che pare essere la realizzazione dell'utopia di una qualche inguaribile ultrà femminista".
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IAIA VANTAGGIATO
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11\07\2001
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LA VOCE DELLA GRANDE MADRE
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Ciao maschio, se non addio. La scoperta di Orly Lachman-Kaplan - che guida l'equipe di ricerca sulla fertilità all'Istituto per la riproduzione dell'università Monash di Melbourne - potrebbe, se confortata da "sensata esperienza e necessarie dimostrazioni", rivelarsi clamorosa. La scienziata australiana sarebbe riuscita, infatti, a fecondare ovuli di cavie da laboratorio senza ricorrere a spermatozoi (le uniche cellule del nostro corpo che, insieme agli ovociti, contengono 23 cromosomi e che pertanto vengono definite aploidi) ma limitandosi a utilizzare cellule somatiche diploidi (46 cromosomi). E lo stesso "speriamo che sia femmina" diventerebbe una certezza: dagli embrioni così fecondati potrebbero nascere solo bambine.
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11\07\2001
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FONTE: IL MANIFESTO
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COPPIA: PER PIACERE, PER PIACERSI
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Lui non sa baciare, lei troppo esigente
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Seduttori pigri, impacciati e troppo pavidi per esporsi a tentativi di abbordaggio. Insomma un vero disastro. Per i maschi italiani, è proprio il caso di dirlo, il tempo della gloria è davvero finito. Altro che machi e Casanova, i vecchi playboy made in Italy, famosi oltralpe per le loro tattiche di seduzione e rimorchio, imitate un po' ovunque, hanno perso verve e vitalità. A cantare l'ennesimo de profundis dell'uomo latino è uno studio promosso da Artic, in occasione delle Olimpiadi dell'Ormone, un Tour, che sta percorrendo le spiagge italiane con delle vere e proprie prove sportive ideate per insegnare a 'rompere il ghiaccio'.
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Maschi latini in via d'estinzione dunque per un'italiana su tre, come emerge dallo studio condotto nelle principali località di villeggiatura attraverso interviste a 280 ragazzi e ragazze di età compresa tra i 18 e i 25 anni. "Non sa baciare", quando si tratta di arrivare al dunque "è goffo" e "si muove come un orso". Queste solo alcune delle lamentele delle 'lei', per le quali i ragazzi sono ormai quasi incapaci di corteggiare (53%), assolutamente impacciati (37%) e spesso sono troppo poco 'maschili' (31%). Dai preliminari al momento di osare di più è una sequela unica di errori e di gaffe. Il risultato? Approcci sempre più difficili, tanto che rompere il ghiaccio a volte sembra impossibile (cosa che trova concordi sia uomini che donne), coppie in crisi dopo pochissimo tempo (addirittura per il 31% la prima crisi già nel primo mese), ma anche insoddisfazione (comune al 42% delle donne e al 35% degli uomini), per arrivare a litigi e tensioni continue e persino tradimenti. Ma anche i maschietti hanno qualcosa da ridire sulle donne, per il 58% le ragazze ormai non conoscono più le arti della seduzione. Aggressive (39%), per non parlare che spesso confondono seduzione con volgarità (28%).
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Il corteggiamento? Un ostacolo quasi insormontabile. Per le lei i maschi sono frettolosi e poco fantasiosi. Per i lui le ragazze "non sanno nemmeno loro quello che vogliono". Il rapporto di coppia? Sempre più difficile: secondo il 53% delle ragazze lo scoglio maggiore è la fase del corteggiamento, dove i ragazzi vengono giudicati "immaturi" (33%), "frettolosi" (26%) e "poco originali" (21%). Ma una volta superate le difficoltà legate al rompere il ghiaccio, le cose non sembrano filare meglio: il 35% boccia su tutta la linea i ragazzi per quanto riguarda i preliminari, per arrivare all'11% che ritiene che al momento di passare ai fatti la situazione sia veramente disastrosa. In generale se devono descrivere i ragazzi nei loro approcci con l'universo femminile, sono egoisti (59%), poco fantasiosi (51%), assolutamente incapaci di interpretare i desideri e le esigenze delle donne (44%). Non solo, sono troppo insicuri (36%) per arrivare al fatto, come sottolinea il 34%, che spesso si dimostrano dei veri imbranati, tanto che spesso "non sono nemmeno capaci di slacciare un reggiseno".
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09\07\2007
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LA CRISI DEL MASCHIO LATINO
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...tra bisturi ed ansia da prestazione
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Nei giorni passati sarà capitato un po’ a tutti di leggere su vari quotidiani a tiratura nazionale o locale la notizia sull’aumento delle disfunzioni sessuali maschili e sul crescente numero di richieste di intervento per l’allungamento del pene.
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I numeri riportati nei diversi quotidiani sono sconcertanti e sembrerebbero rimandare l’immagine di un maschio latino ormai sessualmente in crisi. Ma, a conti fatti, il bisturi è davvero la soluzione unica e sicura per i problemi che si verificano in camera da letto? Non sarebbe molto più utile cercare di capire cosa si nasconde dietro di questi e cosa essi stessi nascondono prima di ricorrere ad un simile intervento?
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Oggi, dai nostri uomini, esigiamo la soddisfazione di tutte le nostre richieste più sfrontate. Non facciamo più mistero di fantasie e desideri un tempo inconfessabili e che potevano essere accettati solo se isolati all’interno delle 4 mura della mente. Se un uomo non si dimostra all’altezza della situazione ecco che si ritrova alla ricerca di una nuova compagna dopo essere stato scaricato senza mezze misure. In altre parole, la maggiore sicurezza sessuale femminile ha messo in crisi un uomo che, prima della rivoluzione sessuale, la faceva da padrone fino a riempirlo di ansie e dubbi circa la propria prestanza fisica e le sue doti di perfetto amatore.
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A tutto ciò dobbiamo, poi, aggiungere i falsi miti che ancora oggi influenzano la nostra vita sessuale, tra cui quello che sostiene (contro ogni evidenza!) che ad un pene più lungo corrisponde un piacere maggiore. Ecco, dunque, che otteniamo un cocktail che sembrerebbe giustificare in pieno il ricorso al lettino operatorio.
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La realtà, però, è ben diversa e moltissime sono le fonti, dalle riviste scientifiche all’esperienza di numerosissime donne, che ci dicono che non è la quantità che conta, ma la qualità! Se solo ci si soffermasse un attimo in più a riflettere, ci si accorgerebbe che l’intervento chirurgico è solo parzialmente risolutivo ed adatto solo a casi veramente particolari. In linea di massima, esso consiste nell’applicazione di una protesi rivestita da un lembo di pelle prelevato dall’interno coscia o dall’avambraccio. L’applicazione di tale protesi va, inevitabilmente, a modificare la naturale funzionalità del pene e, proprio per questo, non è detto che il risultato finale sia quello atteso o sperato. In sostanza, permettetemi la schiettezza, non serve a niente avere un pene di 28 cm (o addirittura maggiore!) se poi è poco funzionale!
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Gli uomini bianchi caucasici hanno misure che variano dai 9 a i 18 cm di lunghezza in fase di erezione e solo al di sotto di queste si può parlare di patologia (in genere si parla di micropenìa). Lo stesso discorso vale anche per il diametro del pene in erezione: anche questo è estremamente variabile, ma non dovrebbe influire sul piacere sessuale. Le spiegazioni principali di ciò sono due:
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1. la vagina è un muscolo e, in quanto tale, perfettamente adattabile a diverse forme e dimensioni;
2. esiste la possibilità di adottare diverse posizioni nel rapporto sessuale che permettono di provare piacere in modo diverso (per es. attraverso una penetrazione più superficiale o più profonda).
Ancora una volta, il trucco sta nella fantasia e nella voglia di sperimentare insieme.
2. esiste la possibilità di adottare diverse posizioni nel rapporto sessuale che permettono di provare piacere in modo diverso (per es. attraverso una penetrazione più superficiale o più profonda).
Ancora una volta, il trucco sta nella fantasia e nella voglia di sperimentare insieme.
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Altro problema chiamato in causa nei suddetti articoli è quello dell’ansia da prestazione che è, quasi sempre, la causa di molte disfunzioni sessuali maschili. Questa è certamente una questione più complessa della precedente (anche se possono essere legate) e ha diverse cause scatenanti (stress, stanchezza, problemi della vita quotidiano, poca esperienza in campo sessuale, problemi di coppia, ecc.), ma anche in questo caso non sarà un intervento chirurgico a risolverla. Certo questo potrebbe sembrare un discorso di parte, ma cercare di capire le cause scatenanti e lavorarci su per eliminarle, ridurle o controllarle può portare a risultati di gran lunga migliori.
Quello della sessualità è un mondo complesso e multisfaccettato. A volte può bastare davvero poco per venire a capo di un problema in apparenza irrisolvibile, altre volte è necessario un impegno maggiore, ma vale sempre la pena di provare altre alternative (come per es. il ricorso ad un sessuologo) prima di ricorrere a soluzioni drastiche, che non sempre mantengono le promesse fatte e, soprattutto, irreversibili!
Quello della sessualità è un mondo complesso e multisfaccettato. A volte può bastare davvero poco per venire a capo di un problema in apparenza irrisolvibile, altre volte è necessario un impegno maggiore, ma vale sempre la pena di provare altre alternative (come per es. il ricorso ad un sessuologo) prima di ricorrere a soluzioni drastiche, che non sempre mantengono le promesse fatte e, soprattutto, irreversibili!
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Dott.ssa Rosamaria Spina
Psicologa- Sessuologa
Esperta in Psicologia dello Sport
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MASCHI ITALIANI VELOCISTI DEL SESSO
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Solo tre minuti. Non è solo il refrain di una canzone dei Negramaro, ma anche il tempo medio della durata di un rapporto sessuale per 4 milioni di italiani, per lo più giovani tra i 18 e 30 anni. A lanciare l’allarme sono gli urologi, riuniti a Berlino nell'annuale congresso internazionale. “L'ansia da prestazione e lo stress sono tra i motivi principali", spiega Vincenzo Mirone, presidente della Società italiana di Urologia. "C’è la corsa ad imitare la figura dell'uomo macho e superdotato con cui i giovani si confrontano quotidianamente e che ormai, complici anche cinema e televisione, fa parte del loro immaginario. I giovani cercano in tutto e per tutto di assomigliare a questi modelli e così sono sempre di più i ragazzi che chiedono di sottoporsi, pur in mancanza di reali motivazioni cliniche, a interventi chirurgici per l'allungamento del pene”.
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Quando però si trovano davanti a patologie più serie, gli uomini sembrano tirarsi indietro…”Fino a pochi anni fa — conclude il docente universitario — c'era la visita di leva. Il maschio italiano, allo scoccare del diciottesimo anno di età, veniva sottoposto a un esame urologico completo. Oggi non esiste più questa importante possibilità, che consentiva un accurato screening della popolazione italiana maschile anno per anno. Ormai, sempre più spesso, il primo controllo viene fatto quando la patologia è già in corso”.
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Sarebbero tre milioni gli italiani affetti da impotenza. Orgoglio e pregiudizio annientano l’idea di una visita specialistica… ”ignorando il fatto che questa patologia è spesso spia di malattie gravi quali il diabete, l'ipertensione e la depressione”. Hanno detto gli urologi durante il congresso. “L'impotenza si può curare –spiega Carlo Bettocchi, del Policlinico di Bari -, anzi la soluzione del problema si raggiunge in almeno l'82% dei casi. Spesso, inoltre, la cura risulta fondamentale per mantenere inalterata la serenità della coppia. Ed è per questo che anche la partner deve essere coinvolta nella scelta della terapia”.
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26\03\2007
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CORSO DI SEDUZIONE PER MASCHI INCAPACI
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Gli inglesi convocano un attore siciliano: uomo latino, aiutaci tu
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LONDRA
Salvare il maschio inglese da se stesso. Ovvero, consolare le afflizioni del genere femminile d’Oltremanica, devastato da troppe gambe virili che fanno il ballo di san Vito sotto il tavolo di un ristorante durante la prima cena insieme, o da quegli occhi errabondi che anziché restare fermamente piantati nei tuoi vagano sopra la tua spalla verso lo schermo gigante di un pub, mentre tu resti con un palmo di naso immerso nel tuo bicchiere di shandy. E’ una missione social-sentimentale per Marco Gambino, un attore siciliano che ha accolto la richiesta pressante di un sito di dating per sole donne e si accinge a diventare il guru del flirt italiano a Londra: per 80 sterline all’ora, farà lezione di approccio agli uomini che avranno il coraggio di riconoscere la propria sventurata mancanza della capacità di corteggiare una donna.
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L’emozione
Che si tratti di conquistare oppure di lasciare la presa, non importa: la bellezza del flirt è l’emozione («concetto totalmente trascurato qui in Inghilterra», insiste Gambino) il gioco, l’intensità dello sguardo e la leggerezza del tocco. Esclusivamente delle mani, s’intende: «L’obiettivo è quello di trasformare le mie reclute in gentiluomini - soggiunge l’attore -. I contatti tra uomini e donne sono troppo crudi, qui. O ci si ignora, o ci si ubriaca insieme, il che è la stessa cosa». A beneficio degli impacciati maschi inglesi, Gambino suddividerà i suoi workshop in quattro parti: la preparazione alla caccia, la caccia, la vittoria e la lotta per non lasciarsi sfuggire la preda. Nel club privato Black’s, in pieno West End, dove si terranno le lezioni, c’è già stato uno spettacolo di «talking gestures», ovvero dei gesti parlanti del flirt italiano, a beneficio di una platea di donne inglesi disperate, che prima hanno riso istericamente e poi, dopo un attimo di smarrimento, hanno preso d’assalto Marco Gambino vuotando il sacco sulle proprie atroci esperienze personali con i connazionali maschi: dall’uomo che, al primo appuntamento, ti invita a mangiare una pizza e poi non sa se mettere mano al portafoglio, a quello che, guardando sempre l’orologio, ti dice di dover scappare a trovare un amico che si è rotto una gamba, all’altro che è così nervoso da rendersi indisponente.Dal lisciarsi la capigliatura prima di uscire, alla camminata spigliata con le mani in tasca, alla «guardata» allusiva di una donna che passa per la strada, al sostenere il suo sguardo di ritorno, al gesto di invito a prendere un caffé insieme («Niente alcool, per il flirt esigo lucidità assoluta», dice Gambino), al baciamano appena accennato (che ha strappato un: «Yes!» da stadio alle donne inglesi di cui sopra e altro non è se non un respiro sulle dita di lei), gli italianissimi gesti di Marco Gambino saranno trasmessi in podcast tra qualche giorno da uno dei maggiori quotidiani britannici. I maschi inglesi che vogliano per sé l’avida gioia con cui le signore hanno accolto l’attore siciliano, non hanno che da accomodarsi e prendere nota.
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Anche in tv
E’ un momento d’oro per Marco Gambino, che il 15 novembre sarà su Canale 5 nel «Capo dei capi» con il ruolo del padrino della mafia americana John Gambino e tre giorni dopo comparirà sullo schermo del Curzon Mayfair di Londra come coprotagonista in «Journal of a Contract Killer» diretto da Tony Maylam. Le sue lezioni di flirt one-to-one mirano a insegnare agli uomini inglesi la prima regola del narcisismo puro, ossia imparare a piacersi per piacere: guardarsi allo specchio e aggiustarsi il colletto, o il nodo della cravatta, o la sciarpa, e naturalmente i capelli. Ci vorrà del bello e del buono, in un Paese che ci prende regolarmente in giro per la «bella figura» ma che forse ce la invidia, e infatti Gambino prevede fra le 5 e le 10 sessioni a testa: altrimenti sarà come cavar sangue dalle rape. La scioltezza della camminata è essenziale nella caccia vera e propria: per gli uomini italiani è come mettere il pilota automatico, gli inglesi invece devono lavorarci su. Sostenere lo sguardo di una donna è la parte più difficile: qui se incroci gli occhi di un uomo è sempre lui il primo ad abbassarli, il che è quantomeno frustrante. Gambino insegna invece ai maschi inglesi a non arrossire, a non deglutire, a indirizzare l’energia nervosa della gamba tremula verso il braccio e le mani, «che possono tamburellare sul tavolo con nonchalance e accarezzare delicatamente il bordo della tazzina del caffé». E poi la presa della mano, dove, specialmente, la leggerezza è tutto: «Noi uomini non ci rendiamo conto di quanto siamo pesanti. Invece, quando si prende la mano di una donna, bisogna che la tua sia leggera come una piuma. Da questo momento in poi, se lei se la lascia prendere, i suoi gesti saranno in sincronia con i tuoi». Nella lotta per la preda un uomo può invece far capire che tiene a una donna mettendosi di tre quarti, in piedi, con le mani in tasca e guardandola fissa: nella vaga minaccia del disincanto, ci si può forse ancora recuperare. Ma dev’essere solo una schermaglia per riavvicinarsi dolcemente. L’obiettivo, conclude Gambino, è l’empatia fra i sessi, storicamente separati dalle scuole segregate: «Quest’empatia è fin troppo rara in questo Paese che adoro. I gesti del flirt sono l’Abc: come l’asta delle lettere di un bambino». Grazie a questi gesti, l’immancabile partita sul maxischermo del pub potrebbe diventare misericordiosamente irrilevante.
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LE REGOLE
La conquista in quattro fasi
1 La preparazione
La persona va curata con attenzione prima ancora di conoscere l’obiettivo. L’uomo inglese è trasandato? Dovrà imparare a guardarsi allo specchio e aggiustarsi il colletto, o il nodo della cravatta, o la sciarpa, e naturalmente i capelli.
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2 La caccia
Bisogna recuperare la gentilezza nell’approccio. «Qui a Londra - spiega Gambino - i gesti soft sono dimenticati. Tra uomini e donne o ci si ignora o ci si ubriaca insieme, che è la stessa cosa»
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3 Il contatto
Fondamentale il momento in cui si prende la mano della donna: «Gli uomini non si rendono conto di quanto sono pesanti: invece bisogna essere leggeri come una piuma»
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4. Il «mantenimento»
Un solo consiglio: stare attenti a non rovinare tutto...
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06\11\2007
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LUI FA FLOP? E' UN FENOMENO... "NON-STOP"
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Sono in aumento i casi di cilecca in Europa
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"Far bene l'amore, fa bene all'amore", recitava qualche anno fa lo slogan pubblicitario di una nota marca di profilattici. Ma far bene l'amore diventa, di giorno in giorno, più difficile. L'imputato principale è "lui", e con lui i suoi flop.
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Succede infatti a tutti gli uomini, almeno una volta nella vita, di non riuscire a garantire quella notte focosa che a gesti, sguardi e parole si era in qualche modo promessa alla partner o all'amante occasionale. Quando accade, la cosa ha, di solito, conseguenze psicologiche rilevanti. Lui fa finta di niente ma si sente umiliato, lei dice che non c'è problema, ma si sente in colpa.
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Un'inchiesta del mensile "Amica" rivela che almeno una volta a tutte le donne di età compresa tra i 30 e i 45 anni è capitato di essere testimoni di una "cilecca". D'altronde il fenomeno è in espansione, come dimostrano i risultati di uno studio emersi nei giorni scorsi a Bologna nel corso del XIX Congresso della Sia (Società Italiana di Andrologia): oggi il 12% dei maschi italiani sopra i 18 anni ha problemi di erezione e si stima che entro i prossimi 20 anni negli Stati Uniti e in Europa ne soffriranno 300 milioni di uomini.
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Varie testimonianze tendono ad associare il problema più a fattori psicologici che fisici. Una delle peggiori nemiche delle prestazioni è infatti l'insicurezza sia di lui sia di lei. È dimostrato che se la donna ha delle tensioni provocate dall'incontro, lui al momento "clou" percepisce una rigidità che può influire sulla sua prestazione. Gli esperti consigliano quindi di eliminare la tensione, rilassarsi e conoscersi meglio prima di arrivare al "grande passo". Perché "lui" ha un carattere difficile e va trattato con delicatezza. Alberto Moravia, nel suo libro "Io e lui" del 1971, affermava infatti: «Mentre noi cresciamo, lui resta un bambino autoritario, permaloso e primitivo, indifferente alle brutte figure».
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Come comportarsi allora quando "lui" si impigrisce? L'uomo non deve fare drammi, tenendo presente che, prima o poi, capita a tutti di fare cilecca. Per prevenire la "brutta figura" sono da evitare situazioni ad alta tensione o che mettono a disagio. È consigliabile puntare sui preliminari, per studiare il corpo della partner, scoprirne i lati eccitanti ed essere sicuri che "sia cotta a puntino". Se tutto funziona a dovere, naturalmente, le possibilità di cilecca diminuiscono.
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In ogni caso se la "débâcle" colpisce è improduttivo "chiudersi a riccio" ma se ci si riesce può essere utile sdrammatizzare con un po' di ironia. A lei si consiglia di non lasciarlo solo e umiliato davanti alla sua sconfitta. È buona regola distrarlo e blandirlo con parole e gesti affettuosi e complici (ma non materni!). A volte a "lui" basta veramente poco per... risollevarsi.
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Alessandro Moretti
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04\06\2003
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LA SUPERIORITA' NATURALE DELLA DONNA
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A cura di Giovanna Russelli
di Autori Vari
Collana Lo Specchio di Silvia
2001, pp. 80, ill.
Quinta edizione
ISBN 88-87501-09-2
Prezzo € 6,00
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Diviso in quattro sezioni il libro è un omaggio alla bellezza e alla superiorità delle donne. Si parla d'Amore con Chateaubriand, Neera e Montagu; di Natura e istinto con Hugo, Mirabeau e Humboldt; di Inferiorità dell'uomo e Superiorità della donna con Pédalan, Agrippa e Voltaire. Non mancano arguti e irriverenti aforismi. Un collage di scritti brevi e fulminei di vari autori, antichi e moderni, di nazionalità diverse e differenti tendenze letterarie, ma assai simili fra loro nel riconoscere la superiorità della donna. Elaborato da Giovanna Russelli, una gentildama napoletana, dietro la quale si nasconde l'arguta intelligenza di Gaetano Colonnese, è un collage di pensieri, massime, aforismi e scritti brevi dei più grandi intellettuali, letterati e pensatori tutti d'accordo nel conferire alle donne quel di più che manca agli uomini.
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I GIOVANI MASCHI HANNO PROBLEMI DI SCARSA VIRILITA'
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Lo dicono le ricerche: il tg ascolta il parere dei vip al riguardo. Secondo la Graziottin oggi l'immagine della donna è più forte e aggressiva e mette paura al maschio.
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28\09\2007
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VACILLA IL MITO
DELL' ITALIANO LATIN LOVER
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Secondo un recente sondaggio sono sempre di più i maschi italiani che si annoiano con il sesso. Secondo la sessuologa Graziottin stili di vita inadeguati creano problemi fisici, che si aggiungono ad una generale crisi dell'erotismo nella nostra società.
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26\09\2007
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I MAMMONI FAN CILECCA
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Il rimedio: usare il Viagra sotto controllo medico e in 6 mesi il problema è risolto.
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Ragazzi mammoni a rischio "cilecca": lo ha rivelato Emmanuele Jannini, sessuologo e docente di sessuologia medica all'Università dell'Aquila. Secondo lo studioso i ragazzi di trent'anni stretti alle sottane della mamma sarebbero infatti disorientati dalle rampanti coetanee e rischierebbero per questo di perdere la bussola della propria virilità.
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In questi casi, suggerisce Jannini, l'unico rimedio è un uso moderato del Viagra, ovviamente sotto lo stretto controllo del medico. «Lo stress della quotidianità - spiega lo studioso - aggiunto a quello della performance perfetta che ci aspetta da un uomo nel pieno dell'attività sessuale, rischia di compromettere fortemente l'equilibrio psicologico e di portare a un crollo, a un rifiuto del confronto con l'altro sesso». «L'ambiente ovattato e protetto del focolare domestico - continua l'esperto - aumenta la possibilità che l'uomo abbia difficoltà nei rapporti sessuali, che vada in crisi per uno scollamento tra la figura della madre e quella della donna che desidera».
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Per star meglio con la propria compagna è necessario dunque abbandonare la gonna di mamma, non è una novità. L'alternativa? Chiedere aiuto all'andrologo. «Un bravo medico - conclude Jannini - sa esattamente cosa fare per capire se il disagio sessuale ha origine fisiche o psicologiche. Ecco perché abbiamo iniziato una serie di sperimentazioni per capire i benefici di una terapia a base di Viagra con l'obiettivo di curare non solo l'impotenza ma anche il disagio sessuale». Cioè anche quegli imbarazzanti episodi di "erezione a intermittenza". «La sofferenza in questo caso è doppia rispetto a chi sa di essere impotente e i consigli dell'esperto sono fondamentali. Con una diagnosi precoce e una cura giusta sotto stretto controllo medico, l'uomo riesce a liberarsi dal problema in sei mesi».
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14\02\2006
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MEDICINA: ESPERTO, NEL SESSO 30ENNI 'MAMMONI' A RISCHIO 'CILECCA'
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Roma, 8 feb. (Adnkronos) - Trent'anni, stretto alle sottane della mamma, stressato e disorientato dalle rampanti coetanee tanto da perdere la bussola della propria virilita'. E' l'identikit del giovane maschio italiano alle prese con un sempre piu' diffuso disagio sessuale, ovvero a rischio 'cilecca', tracciato da Emmanuele Jannini, sessuologo e docente di sessuologia medica all'universita' dell'Aquila.
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08\02\2006
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(HOME PAGE)
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(PRIMA PARTE)
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(SECONDA PARTE)
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(TERZA PARTE)
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MISANDRIA
NEI MASS MEDIA
(QUARTA PARTE)
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