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(HOME PAGE)
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MISANDRIA NEI MASS MEDIA
(PRIMA PARTE)
(PRIMA PARTE)
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MISANDRIA
NEI MASS MEDIA
(SECONDA PARTE)
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(TERZA PARTE)
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(QUARTA PARTE)
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Dove il rancore ha spento la luce della coscienza, non vi è che lotta senza fine e senza quartiere contro colui che ormai è considerato il nemico da abbattere. R. B.
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Non vedremo camere a gas né esecuzioni di massa nelle steppe orientali. Non vedremo sangue visibile... vedremo quello invisibile perché quello è il lago sul quale naviga l'odio. Laghi di sangue invisibile. R. B.
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Molto spesso i risultati non giungono. I nostri sforzi paiono vani e tutto intorno a noi non cambia. La forza impressa alla realtà non produce alcun cambiamento. La semina allora andrà ripetuta e le nostre speranza rinnovate. Non tutti i momenti del tempo si prestano al rinnovamento. I cicli negativi devono terminare. In questi momenti è necessario opporre alla frustrazione la pazienza. Nei momenti in cui nessuno si accorge dei nostri sforzi non possiamo rivendicare dei meriti. Non possiamo prendere decisioni definitive in quei momenti. Dobbiamo lasciare che tutto scorra verso i nostri canali. Otterremo dei consensi quando la carica negativa del periodo in cui ci troviamo si sarà esaurita. Saremo ripagati soltanto allora. La spinta che il reale riceve dalle nostre azioni non si smarrisce. Essa persiste nella sua azione dinamica per tutto il ciclo negativo e una volta battute le circostanze produce i suoi risultati. Si raccoglie sempre avendo seminato anche se a volte più tardi di quando pensiamo. M. Yin
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Di seguito alcuni esempi :
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(ATTENZIONE: La presente raccolta verrà periodicamente aggiornata con nuovi articoli)
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(ATTENZIONE: La presente raccolta verrà periodicamente aggiornata con nuovi articoli)
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Molto spesso si vedono le cose piccole, minuscole, insignificanti, e nel frattempo sfuggono alla vista le cose enormi, mastodontiche. E quando un modo di pensare si sedimenta in una società, allora diventa invisibile...
FONTE: antifeminist.altervista.org
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Inviate Email di pacata protesta ai giornalisti
(o ancor meglio, ai loro direttori, specificando anche il nome del giornalista "incriminato")
ogni volta che notate misandria e\o trucchetti linguistici nei loro articoli.
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BOYS ARE STUPID [David & Goliath]
Girls will be girls and boys will be toys
[Trz. Le bambine saranno sempre bambine e i bambini saranno sempre dei giocattoli]
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MISANDRIA NELLE TRASMISSIONI
TELEVISIVE
TELEVISIVE
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Brevi spezzoni dal programma "Donne". [RAIDUE]
Rappresentazione lesiva all'immagine dell'uomo.
Rappresentazione lesiva all'immagine dell'uomo.
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CITAZIONI FEMMINISTE
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"La famiglia nucleare dev'essere distrutta... qualunque sia il significato finale, lo sfascio delle famiglie è adesso un processo obiettivamente rivoluzionario" -- Linda Gordon
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"Ritengo che l'odiare i maschi sia un onorevole e vitale atto politico, gli oppressi hanno il diritto di odiare l'intera classe che li sta opprimendo" -- Robin Morgan, Ms. Magazine Editor.
"Ritengo che l'odiare i maschi sia un onorevole e vitale atto politico, gli oppressi hanno il diritto di odiare l'intera classe che li sta opprimendo" -- Robin Morgan, Ms. Magazine Editor.
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"Non ho la più pallida idea di quale ruolo rivoluzionario i maschi bianchi eterosessuali possano avere, visto che essi sono l'incarnazione stessa di un potere rivoluzionario basato sui propri privilegi. D'altra parte, ho comunque parecchia difficoltà a capire cosa in genere gli uomini potrebbero fare riguardo questa questione. A parte iniziare a fare tutti i lavori degradanti che le donne hanno fatto per generazioni, magari potrebbero anche suicidarsi in massa ? No, non volevo davvero dire questo. Invece si, volevo proprio dir questo." -- Robin Morgan
"Non ho la più pallida idea di quale ruolo rivoluzionario i maschi bianchi eterosessuali possano avere, visto che essi sono l'incarnazione stessa di un potere rivoluzionario basato sui propri privilegi. D'altra parte, ho comunque parecchia difficoltà a capire cosa in genere gli uomini potrebbero fare riguardo questa questione. A parte iniziare a fare tutti i lavori degradanti che le donne hanno fatto per generazioni, magari potrebbero anche suicidarsi in massa ? No, non volevo davvero dire questo. Invece si, volevo proprio dir questo." -- Robin Morgan
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"Non possiamo distruggere le iniquità fra gli uomini e le donne finchè non distruggeremo il matrimonio" -- Robin Morgan (Sisterhood Is Powerful, (ed), 1970, p. 537)
"Non possiamo distruggere le iniquità fra gli uomini e le donne finchè non distruggeremo il matrimonio" -- Robin Morgan (Sisterhood Is Powerful, (ed), 1970, p. 537)
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"Io sostengo che lo stupro esista ogni volta che il rapporto sessuale non è stato avviato dalla donna, scaturito dal proprio desiderio e affetto genuino" -- Robin Morgan
"Io sostengo che lo stupro esista ogni volta che il rapporto sessuale non è stato avviato dalla donna, scaturito dal proprio desiderio e affetto genuino" -- Robin Morgan
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"Definire un uomo come un animale e fargli un complimento; l'uomo è una macchina, un vibratore ambulante". -- Valerie Solanas, Authoress of the SCUM Manifesto
"Definire un uomo come un animale e fargli un complimento; l'uomo è una macchina, un vibratore ambulante". -- Valerie Solanas, Authoress of the SCUM Manifesto
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"Io voglio vedere un uomo picchiato a sangue e con un tacco a spillo conficcato nella sua bocca, come una mela nella bocca di un porco" -- Andrea Dworkin
"Io voglio vedere un uomo picchiato a sangue e con un tacco a spillo conficcato nella sua bocca, come una mela nella bocca di un porco" -- Andrea Dworkin
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"Il matrimonio è un'istituzione che si è sviluppata dalla pratica dello stupro" -- Andrea Dworkin
"Il matrimonio è un'istituzione che si è sviluppata dalla pratica dello stupro" -- Andrea Dworkin
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"Domanda: La gente crede che lei è ostile agli uomini. Risposta: Lo sono." -- Andrea Dworkin
"Domanda: La gente crede che lei è ostile agli uomini. Risposta: Lo sono." -- Andrea Dworkin
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"L'istituzione dei rapporti sessuali è anti-femminista" -- Ti-Grace Atkinson; Amazon Odyssey (p. 86)
"L'istituzione dei rapporti sessuali è anti-femminista" -- Ti-Grace Atkinson; Amazon Odyssey (p. 86)
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"Il Femminismo è la teoria, il Lesbianismo è la pratica" -- Ti-Grace Atkinson
"Il Femminismo è la teoria, il Lesbianismo è la pratica" -- Ti-Grace Atkinson
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"Lo stupro altro non è che un processo più o meno consapevole di intimidazione con cui tutti gli uomini mantengono tutte le donne in uno stato di paura" -- Susan Brownmiller; Autrice di "Against Our Will" p.6
"Lo stupro altro non è che un processo più o meno consapevole di intimidazione con cui tutti gli uomini mantengono tutte le donne in uno stato di paura" -- Susan Brownmiller; Autrice di "Against Our Will" p.6
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"Gli uomini ingiustamente accusati di stupro possono comunque imparare da tale esperienza" -- Catherine Comins
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"Gli uomini ingiustamente accusati di stupro possono comunque imparare da tale esperienza" -- Catherine Comins
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"Le donne hanno le loro colpe. Gli uomini ne hanno solo due: tutto ciò che dicono e tutto ciò che fanno" --Popolare Graffitto Femminista
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"Quando una donna raggiunge l'orgasmo con un uomo lei sta solamente collaborando al sistema Patriarcale, erotizzando la propria oppressione..." -- Sheila Jeffrys
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"Quando una donna raggiunge l'orgasmo con un uomo lei sta solamente collaborando al sistema Patriarcale, erotizzando la propria oppressione..." -- Sheila Jeffrys
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"I rapporti sessuali etero sono la pura, formalizzata espressione di disprezzo per il corpo delle donne" -- Andrea Dworkin
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"Tutti gli uomini sono stupratori, questo è ciò che sono". -- Marilyn French
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"L'unica cosa a cui son buoni gli uomini è per scopare, e per investirli con un camion". -- Dichiarazione fatta da un'amministratrice Femminista della Maine Univiersity, quotata da Richard Dinsmore, il quale poi vinse una causa civile contro l'università per un totale di 600,000 dollari.
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"Non voglio mettermi nella condizione di spiegare a un bambino maschio di 9 anni il perchè io sono convinta che sia OK per le bambine di indossare magliette che rivelino la loro superiorità nei confronti dei bambini maschi" -- Treena Shapiro
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"Non voglio mettermi nella condizione di spiegare a un bambino maschio di 9 anni il perchè io sono convinta che sia OK per le bambine di indossare magliette che rivelino la loro superiorità nei confronti dei bambini maschi" -- Treena Shapiro
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"In genere io supporto il diritto di una bambina di offendere ogni membro del sesso opposto che le passi davanti. Infatti, preferisco vedere una piccola bambina indossare una maglietta che prende in giro i bambini maschi piuttosto di una che li faccia arrapare" -- Treena Shapiro
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"Noi siamo, come genere, infinitamente superiori agli uomini." -- Elizabeth Cady Stanton
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"Sono fermamente convinta che una donna ha il diritto di giustiziare un uomo che l'ha stuprata" -- Andrea Dworkin
"Sono fermamente convinta che una donna ha il diritto di giustiziare un uomo che l'ha stuprata" -- Andrea Dworkin
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"Solo quando la maschilità sarà morta- e perirà quando la femminilità saccheggiata smetterà di sostenerla" -- Andrea Dworkin
"Solo quando la maschilità sarà morta- e perirà quando la femminilità saccheggiata smetterà di sostenerla" -- Andrea Dworkin
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"La fissazione di Bill Clinton per il sesso orale -e non il sesso reciproco- mette le donne in uno stato di perenne sottomissione. E' il più feticista, senza cuore e freddo scambio sessuale che si possa immaginare" -- Andrea Dworkin
"La fissazione di Bill Clinton per il sesso orale -e non il sesso reciproco- mette le donne in uno stato di perenne sottomissione. E' il più feticista, senza cuore e freddo scambio sessuale che si possa immaginare" -- Andrea Dworkin
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"Qualsiasi rapporto sessuale, anche il sesso consensuale all'interno del matrimonio, è un atto di violenza perpetrato contro una donna". -- Catherine MacKinnon
"Qualsiasi rapporto sessuale, anche il sesso consensuale all'interno del matrimonio, è un atto di violenza perpetrato contro una donna". -- Catherine MacKinnon
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"Dobbiamo terrorizzarli ancora ed ancora e distruggerli come potere, finchè anche l'ultima loro voce verrà azzittita... allora avremo distrutto il nucleo della famiglia, la norma eterosessuale... e questo sarà il nostro contributo alla storia del mondo" -- Françoise d'Eaubonne, 1974
"Dobbiamo terrorizzarli ancora ed ancora e distruggerli come potere, finchè anche l'ultima loro voce verrà azzittita... allora avremo distrutto il nucleo della famiglia, la norma eterosessuale... e questo sarà il nostro contributo alla storia del mondo" -- Françoise d'Eaubonne, 1974
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"Ho raggiunto un punto in cui non sono più spaventata o irritata da quegli uomini che sono fieri della loro mascolinità" -- Trille Nielsen
"Ho raggiunto un punto in cui non sono più spaventata o irritata da quegli uomini che sono fieri della loro mascolinità" -- Trille Nielsen
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"Gli uomini sono di un altro pianeta, mandati qui in astronavi per copulare con le abitanti femmine del pianeta terra e propagare la specie- una missione per il quale la scienza li ha adesso resi del tutto inutili. Dobbiamo solamente tenere un gruppetto di donatori in una fattoria per lo sperma, dove potranno sussistere mangiando pizza e bevendo birra". -- Rosie DiManno, giornalista del Toronto Star, Alberta Report, Gennaio 11, 1999, pag. 31
"Gli uomini sono di un altro pianeta, mandati qui in astronavi per copulare con le abitanti femmine del pianeta terra e propagare la specie- una missione per il quale la scienza li ha adesso resi del tutto inutili. Dobbiamo solamente tenere un gruppetto di donatori in una fattoria per lo sperma, dove potranno sussistere mangiando pizza e bevendo birra". -- Rosie DiManno, giornalista del Toronto Star, Alberta Report, Gennaio 11, 1999, pag. 31
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"Tutti gli uomini che stanno combattendo e piangendo per ottenere la custodia condivisa dei figli sono proprio quegli uomini che non meritano nessuna custodia. Non sono altro che violentatori e pedofili". --Cindy Ross
"Tutti gli uomini che stanno combattendo e piangendo per ottenere la custodia condivisa dei figli sono proprio quegli uomini che non meritano nessuna custodia. Non sono altro che violentatori e pedofili". --Cindy Ross
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"La questione è molto semplice, ogni donna deve essere desiderosa di essere indentificata come una lesbica se vuole essere completamente femminista" -- National NOW Times, Gennaio, 1988 (NOW= "National Organization of Women", la più grande e potente organizzazione femminista americana.)
"La questione è molto semplice, ogni donna deve essere desiderosa di essere indentificata come una lesbica se vuole essere completamente femminista" -- National NOW Times, Gennaio, 1988 (NOW= "National Organization of Women", la più grande e potente organizzazione femminista americana.)
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"Dal momento che il matrimonio costituisce una schiavitù per le donne, è chiaro che il Movimento delle Donne debba concentrarsi per attaccare questa istituzione. La libertà per le donne non potrà essere acquisita finchè il matrimonio non verrà abolito" -- Sheila Cronan, Leader Femminista
"Dal momento che il matrimonio costituisce una schiavitù per le donne, è chiaro che il Movimento delle Donne debba concentrarsi per attaccare questa istituzione. La libertà per le donne non potrà essere acquisita finchè il matrimonio non verrà abolito" -- Sheila Cronan, Leader Femminista
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"Il matrimonio è da sempre esistito per il beneficio degli uomini; ed è stato un metodo legalmente sanzionato per controllare le donne... Dobbiamo distruggerlo. La fine dell'istituzione del matrimonio è una condizione necessaria per la liberazione delle donne. E' per noi quindi importante incoraggiare le donne a lasciare i loro mariti e non vivere da sole con gli uomini... Tutta la storia dovrà essere riscritta in termini di oppressione delle donne. Dobbiamo ritornare alle antiche religioni femminili come la stregoneria" -- dalla "Dichiarazione di Femminismo", Novembre 1971
"Il matrimonio è da sempre esistito per il beneficio degli uomini; ed è stato un metodo legalmente sanzionato per controllare le donne... Dobbiamo distruggerlo. La fine dell'istituzione del matrimonio è una condizione necessaria per la liberazione delle donne. E' per noi quindi importante incoraggiare le donne a lasciare i loro mariti e non vivere da sole con gli uomini... Tutta la storia dovrà essere riscritta in termini di oppressione delle donne. Dobbiamo ritornare alle antiche religioni femminili come la stregoneria" -- dalla "Dichiarazione di Femminismo", Novembre 1971
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"Affinchè i bambini vengano cresciuti con parità, dobbiamo portarli via dalle famiglie e crescerli in comuni appositi" -- Dr.Mary Jo Bane, femminista e assistente professore di educazione al Wellesley College
"Affinchè i bambini vengano cresciuti con parità, dobbiamo portarli via dalle famiglie e crescerli in comuni appositi" -- Dr.Mary Jo Bane, femminista e assistente professore di educazione al Wellesley College
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"Essere una casalinga è una professione illegittima. La scelta di servire ed essere protetta, e di pianificare una vita familiare è una scelta che non dovrebbe esistere. Il cuore del femminismo radicale è di cambiare tutto ciò." -- Vivian Gornick, autrice femminista -Università dell'Illinois. Aprile 25, 1981.
"Essere una casalinga è una professione illegittima. La scelta di servire ed essere protetta, e di pianificare una vita familiare è una scelta che non dovrebbe esistere. Il cuore del femminismo radicale è di cambiare tutto ciò." -- Vivian Gornick, autrice femminista -Università dell'Illinois. Aprile 25, 1981.
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"La cosa più misericordiosa che una famiglia numerosa possa fare ad uno dei suoi bambini più piccoli è ucciderlo". -- Margaret Sanger, autrice di "Women and the New Race," p. 67
"La cosa più misericordiosa che una famiglia numerosa possa fare ad uno dei suoi bambini più piccoli è ucciderlo". -- Margaret Sanger, autrice di "Women and the New Race," p. 67
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"Più divento famosa e potente, e più potere ho per far del male agli uomini" -- Sharon Stone
"Più divento famosa e potente, e più potere ho per far del male agli uomini" -- Sharon Stone
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"Gli uomini sono degli animali." -- Ireen von Wachenfeldt (femminista svedese)
"Gli uomini sono degli animali." -- Ireen von Wachenfeldt (femminista svedese)
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"Gli uomini devono essere ridotti e mantenuti ad una percentuale di circa il 10% della razza umana" -- Sally Miller Gearhart
"Gli uomini devono essere ridotti e mantenuti ad una percentuale di circa il 10% della razza umana" -- Sally Miller Gearhart
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"In una società patriarcale, ogni rapporto sessuale etero è uno stupro perchè le donne, come gruppo, non sono forti abbastanza per dare un consenso vero e proprio" -- Catharine MacKinnon
"In una società patriarcale, ogni rapporto sessuale etero è uno stupro perchè le donne, come gruppo, non sono forti abbastanza per dare un consenso vero e proprio" -- Catharine MacKinnon
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"Gli uomini che sono in galera per stupro credono che sia la cosa più stupida di questo mondo... son stati messi in galera per un qualcosa che differisce molto poco da ciò che la maggior parte degli uomini fa e poi chiama "sesso". L'unica differenza è che quelli in galera son stati arrestati". -- Catharine MacKinnon
"Gli uomini che sono in galera per stupro credono che sia la cosa più stupida di questo mondo... son stati messi in galera per un qualcosa che differisce molto poco da ciò che la maggior parte degli uomini fa e poi chiama "sesso". L'unica differenza è che quelli in galera son stati arrestati". -- Catharine MacKinnon
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“In questa società la vita, nel migliore dei casi, è una noia totale e nulla riguarda le donne: dunque, alle donne responsabili, civilmente impegnate e in cerca di emozioni sconvolgenti, non resta che rovesciare il governo, eliminare il sistema monetario, istituire l’automazione globale e distruggere il sesso maschile." --Valerie Solanas
“In questa società la vita, nel migliore dei casi, è una noia totale e nulla riguarda le donne: dunque, alle donne responsabili, civilmente impegnate e in cerca di emozioni sconvolgenti, non resta che rovesciare il governo, eliminare il sistema monetario, istituire l’automazione globale e distruggere il sesso maschile." --Valerie Solanas
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"Il maschio è un animale domestico che, se trattato con fermezza... può essere addestrato per fare molte cose." -- Jilly Cooper
"Il maschio è un animale domestico che, se trattato con fermezza... può essere addestrato per fare molte cose." -- Jilly Cooper
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"Buona parte, e certamente la parte più divertente, di essere una femminista è quella di terrorizzare gli uomini." -- Julie Burchill
"Buona parte, e certamente la parte più divertente, di essere una femminista è quella di terrorizzare gli uomini." -- Julie Burchill
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"La mia opinione riguardo agli uomini è il prodotto della mia esperienza. Nutro poca simpatia per loro. Come un Ebreo appena liberato da Dachau, guardo il bel giovane soldato Nazista cadere per terra nel dolore con un proiettile nello stomaco, lo guardo con scarso interesse, poi vado per la mia strada. Non mi fa nè caldo nè freddo. Semplicemente non m'interessa. Che persona lui fosse, le sue colpe e i suoi desideri, semplicemente non m'interessa" -- Marilyn French
"La mia opinione riguardo agli uomini è il prodotto della mia esperienza. Nutro poca simpatia per loro. Come un Ebreo appena liberato da Dachau, guardo il bel giovane soldato Nazista cadere per terra nel dolore con un proiettile nello stomaco, lo guardo con scarso interesse, poi vado per la mia strada. Non mi fa nè caldo nè freddo. Semplicemente non m'interessa. Che persona lui fosse, le sue colpe e i suoi desideri, semplicemente non m'interessa" -- Marilyn French
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"MASCHIO: ... rappresenta una variante o una deviazione della categoria della femmina. I primi maschi erano mutanti, il sesso maschile rappresenta una degenerazione e una deformazione di quello femminile. UOMO: ... una obsoleta forma di vita, una creatura ordinaria che ha bisogno di essere controllata. Un polemico uomo-bambino." -- Estratto da un Dizionario Femminista (ed. Kramarae and Triechler, Pandora Press, 1985)
"MASCHIO: ... rappresenta una variante o una deviazione della categoria della femmina. I primi maschi erano mutanti, il sesso maschile rappresenta una degenerazione e una deformazione di quello femminile. UOMO: ... una obsoleta forma di vita, una creatura ordinaria che ha bisogno di essere controllata. Un polemico uomo-bambino." -- Estratto da un Dizionario Femminista (ed. Kramarae and Triechler, Pandora Press, 1985)
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"I mass media trattano la violenza sulle donne, ad esempio lo stupro, le percosse e l'omicidio di mogli e fidanzate, o l'incesto maschile con i propri figli, come aberrazioni che riguardano solo l'individuo. Nascondendo il fatto che in verità qualsiasi violenza maschile nei confronti delle donne fa parte di una operazione pianificata." -- Marilyn French
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"I mass media trattano la violenza sulle donne, ad esempio lo stupro, le percosse e l'omicidio di mogli e fidanzate, o l'incesto maschile con i propri figli, come aberrazioni che riguardano solo l'individuo. Nascondendo il fatto che in verità qualsiasi violenza maschile nei confronti delle donne fa parte di una operazione pianificata." -- Marilyn French
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"Io sono convinta che le donne abbiano una capacità di comprensione e compassione di cui gli uomini sono strutturalmente sprovvisti, non ce l'hanno perchè non possono avercela. Sono semplicemente incapaci di tutto ciò." -- Barbara Jordan
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"Probabilmente l'unico posto in cui un uomo può davvero sentirsi sicuro è in una cella di massima sicurezza, salvo ovviamente la minaccia di una imminente liberazione." -- Germaine Greer
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"Una donna ha bisogno di un uomo tanto quanto un pesce ha bisogno di una bicicletta." -- Irina Dunn (1970)
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"Ho molta difficoltà con l'idea che possa esistere un uomo ideale. Per quanto mi riguarda, i maschi sono il prodotto di un gene danneggiato. Loro fanno finta di essere normali ma tutto ciò che fanno è stare lì seduti con un sorrisino sulla faccia nel mentre che producono sperma. Lo fanno tutto il tempo. Non si fermano mai." -- Germain Greer
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"Regola Numero 10: picchialo regolarmente sulla testa con la tua scarpa" -- Sharon Stone (dichiarazione fatta durante il talk show 'On David Letterman', in cui presentò una lista di 10 cose da fare per mantenere il tuo uomo)
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"Regola Numero 10: picchialo regolarmente sulla testa con la tua scarpa" -- Sharon Stone (dichiarazione fatta durante il talk show 'On David Letterman', in cui presentò una lista di 10 cose da fare per mantenere il tuo uomo)
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"Uno degli impliciti, seppur non ammessi, pilastri del femminismo è stato un fondamentale disprezzo per i maschi" -- Wendy Dennis (scrittrice)
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"Quando le donne si potranno mantenere da sole, e avere accesso a tutti i settori e professioni, con una casa propria e un conto in banca... solo allora potranno possedere il loro corpo ed essere delle dittatrici nella vita sociale" -- Elizabeth Cady Stanton
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"La sessualità dei maschi è sporca e violenta, e gli uomini talmente potenti che sono in grado di penetrare le donne per fotterle e riprogrammarle dal di dentro. Come Satana, gli uomini possiedono le donne, facendo si che le loro perverse fantasie finiscano poi per appartenere anche alle donne. Una donna che fa sesso con un uomo, quindi, lo fa contro la sua volontà, anche se non si sente costretta. " -- Judith Levine
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"Il sesso è la croce nel quale le donne vengono crocifisse. Il sesso può quindi solamente essere definito come stupro universale" -- Hodee Edwards
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"Mi chiedo se (Martin Luther King) abbia mai fatto qualcosa d'importante, o solamente fatto arrabbiare molta gente e causato un sacco di sommosse" -- Pat Poole, membra del Consiglio della città di Melbourne, che si è opposta a nominare una via in onore a Martin Luther King
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"Compara i resoconti delle vittime di stupro con quelli delle donne che hanno fatto sesso. Sono molto simili... L'unica grande differenza fra il sesso (normale) e lo stupro (anormale) è che il normale capita così spesso che è difficile far notare ad una persona ciò che di sbagliato c'è in esso" -- Catherine MacKinnon
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"Sotto il patriarcato nessuna donna è libera di vivere la propria vita, o di amare, o di crescere i propri figli. Sotto il patriarcato ogni donna è una vittima, del passato, del presente e del futuro. Sotto il patriarcato, la figlia di ogni donna è una vittima, del passato, del presente e del futuro. Sotto il patriarcato il figlio di ogni donna è il suo potenziale traditore e anche l'inevitabile stupratore o violentatore di un'altra donna" -- Andrea Dworkin
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"La scoperta dell'uomo che i propri genitali possono essere usati come un'arma per generare paura dovrà essere considerata come una delle più importanti scoperte della preistoria, assieme all'uso del fuoco, e alla prima ascia di ferro" -- Susan Brownmiller
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"Il romanticismo altro non è che stupro adornato da un aspetto prezioso" -- Andrea Dworkin
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"La famiglia nucleare è un focolaio di violenza e depravazione" -- Gordon Fitch
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"Le femministe hanno da sempre criticato il matrimonio come un luogo di oppressione, pericolo e schiavitù per le donne" -- Barbara Findlen
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"Dio cambierà. Noi donne... cambieremo il mondo talmente tanto che Lui non troverà più spazio qui." --Naomi Goldenberg
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"Chi se ne frega come si sentono gli uomini, o cosa fanno, o se soffrono ? Hanno avuto più di 2000 anni per dominare e hanno combinato un pasticcio completo. Adesso è il nostro turno. Il mio unico commento per gli uomini è, se non vi va bene, buona fortuna - e se vi mettete sulla mia strada, io vi metto sotto." -- Herald-Sun, Melbourne, Australia - 9 February 1996
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"IL problema è che la maggior parte degli uomini sono dei coglioni. Il problema è che la maggior parte delle donne continuano ad aver a che fare con questi coglioni." -- Cher
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"Gli uomini hanno sempre detestato i pettegolezzi delle donne perchè quello che sospettano è la verità: le loro misure (del pene) vengono prese e poi paragonate." -- Erica Jong
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"Gli uomini si aspettano molto, e fanno troppo poco." -- Allen Tate
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"Il cuore degli uomini è freddo. Essi sono indifferenti." -- Mother Jones
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"Il Cromosoma maschile è un cromosoma femminile incompleto. In altre parole, il maschio è un aborto che cammina, abortito allo stadio genetico. Essere maschio è essere deficiente, emozionalmente limitato: la mascolinità è una malattia di deficienza e i maschi sono storpi emotivi." -- Valerie Solanas
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"Se vuoi che venga detto qualcosa, chiedi ad un uomo, se vuoi che venga fatto qualcosa, chiedi ad una donna." -- Margaret Thatcher
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"Gli uomini sono come le gomme da masticare, dopo che le mastichi perdono il sapore". -- Ally McBeal (personaggio televisivo del celebre telefilm americano "Ally McBeal")
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"Tutti gli uomini sono qualcosa di ridicolo e grottesco, proprio perchè son uomini." -- Friedrich Von Schlegel
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"Ciao, io mi chiamo Mary Odiare-gli-Uomini-è-Divertente. Da quando ho imparato ad accettare la mia natura femminista, ho scoperto la grande gioia nel minacciare le vite degli uomini, frustando i fratelli dei club [NdR- le famose "fraternities" dei College Americani] e complottando per uccidere il patriarcato. Io odio i maschi proprio perchè son maschi." -- Inizio di un discorso tenuto da una ragazza di nome Mary durante una conferenza femminista tenutasi all'Università del New Hampshire il 10 Marzo 2005. Dopo queste prime frasi della ragazza il pubblico, composto interamente da femministe, ha iniziato ad applaudire ed ha intonato una canzone sulla castrazione dei maschi.
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"Gli uomini sono delle bestie, anche se persino le bestie non si comportano come gli uomini." -- Brigitte Bardot
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"Più vedo come son fatti gli uomini, e più preferisco i cani." -- Madame de Staël
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"Gli uomini sono geneticamente inferiori alle donne." -- Andrea Lynne
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MISANDRIA
Un video sul problema della misandria
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TRADUZIONE
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1) Tutti gli uomini sono potenziali stupratori
2) Sei tu l’oppressore
3) La sessualità maschile è un problema
4) Nessuno può avere fiducia in te
5) Le ragazze sono più intelligenti dei ragazzi
6) Uomini e ragazzi sono egoisti e pigri
7) Il fragile ego maschile
8) I padri non sono veri genitori
10) I tuoi sentimenti non contano
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INTRODUZIONE
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La Donna è superiore all'uomo, Se sei convinta/o di questa profonda verità, questo sito è per te!
Altrimenti è meglio che termini qui la tua visita.
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Premessa la naturale superiorità della DONNA in ogni aspetto della vita, a partire dal fatto di poter mettere al mondo nuovi esseri viventi, sino a comprendere una maggiore capacità di adattamento, di sensibilità emotiva, di resistenza agli stress, capacità intellettuali sinora rimaste inespresse per la opprimente e ottusa supremazia patriarcale.
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La ginarchia
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è l'unica forma di governo capace di assicurare pace e felicità alle donne, e di riflesso agli uomini se la loro sottomissione ai modelli femminili di civiltà è volontaria.Nella nostra era il maschio è il vero sesso debole pertanto deve trovare l'umiltà di lasciarsiguidare dalle compagne più forti e sagge di lui.
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Le donne hanno dimostrato di poter vincere sull'uomo in tante attività umane,nella famiglia prima di tutto, nella società, nella politica, nello sport. Il ritorno ad un matriarcato sociale riveduto e corretto alla luce di nuovi strumenti di indagine sociologica e psicologica è non solo auspicabile ma terribilmente necessario.
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Gli uomini stanno cedendo sempre più (alcuni felicemente e spontaneamente, altri opponendo anzi notevoli resistenze) le redini del potere a loro. Il percorso oramai è tracciato! Viva la Dominazione femminile!
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Alcuni uomini ricercano e incoraggiano le donne a intraprendere questo processo, taluni sono disposti a pagare, talvolta a caro prezzo, questa presa di potere.Cercano sempre più su internet, Dominatrici professioniste, altri leggono manuali per poter introdurre le loro compagne alla dominazione di loro stessi. Altri cercano di collaborare più attivamente alle faccende domestiche, assecondando le esigenze femminili.
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Il termine "Dominazione femminile", come dice la grande Maestra Elise Sutton a cui faremo spesso riferimento, è stato creato proprio dagli uomini stessi, che sempre di più cercano di soddisfare il proprio bisogno di dipendenza dalla Donna, di lasciarsi andare al suo potere.
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Se su internet si vedono molte nefandezze legate alle fantasie masochistiche maschili più o meno assecondate da mistress spesso a pagamento, la Ginarchia fortunatamente non si concretizza in un oscuro movimento legato alla sola demascolizzazione e/o umiliazione dell'uomo ma anzi vi è a un innalzamento del livello morale, fisico e sociale del maschio sotto la guida "esperta" di una Donna. Molti maschi se lasciati a se stessi tendono ad una progressiva regressione allo stato animalesco.
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Questa rivoluzione non cruenta ma profonda e silenziosa avanza inesorabile.
I testi e le immagini possono non essere adatti ai minori di 18 anni. Desidero entrare dichiarando di essere maggiorenne,e di non essere disturbato dai contenuti che si potrebbero trovare all'interno.
I testi e le immagini possono non essere adatti ai minori di 18 anni. Desidero entrare dichiarando di essere maggiorenne,e di non essere disturbato dai contenuti che si potrebbero trovare all'interno.
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«La forza delle donne deriva da qualcosa che la psicologia non può spiegare.
Gli uomini possono essere analizzati, le donne... solo adorate.»
Oscar Wilde
Oscar Wilde
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LA MENTALITA' BECERA DEI MASCHI ITALIANI
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C aro Beppe, è la seconda lettera che leggo in cui si definisce una "gara" il trovare un fidanzato/marito (Beatrice Cairoti, 4 gennaio). Davvero siamo ancora fermi a questo punto? Trovare una persona con cui si sta bene non è una gara, anche perché adesso rimanere sole è accettabile e direi addirittura desiderabile se devo diventare una pentatleta della conquista sfidando cinesi, cubane e russe. Almeno facessimo i controlli antidoping per bandire l'aria sperduta e i piedini girati all'interno che fanno tanto "Candy Candy"! Non mi interessa conquistare un uomo che ragiona sulla base di quanto sono "femminile", perché in realtà questo vuol spesso dire sottomessa.
A me non sembra che le italiane non siano femminili. Gli uomini italiani hanno sempre criticato le donne italiane, in passato eravamo addirittura meno femminili delle tedesche e delle olandesi. Avendo esperienza di entrambi i paesi faccio fatica a crederci. Purtroppo la donna italiana non può essere libera come una straniera perché cresce con la paura di essere giudicata "facile". Siamo circondati da donne svestite e immagini sfacciatamente erotiche in ogni momento della nostra giornata, ma continuiamo a giudicare una puttana una ragazza che non fa del male a nessuno ma ha più di un partner sessuale.
Ovviamente l'italiano medio (ma anche l'italiana media, questo è il guaio!) usa il classico "due pesi, due misure": l'italiana è puttana, la straniera è attraente nella sua spregiudicatezza; l'italiana sta cercando di fregarti usando le armi della seduzione, la straniera è femminile; l'italiana che ha bisogno di un aiuto è una rompiscatole, la straniera poverina chissà che vita difficile ha avuto e quindi va protetta e paghiamo pure l'affitto di casa alla sua famiglia. Cari maschi italiani, date un'occhiata alle italiane all'estero: dalla Spagna alla Svezia, gli uomini locali ci piacciono eccome e non facciamo tanto le difficili.
Quello che non ci piace è la mentalità becera che troviamo in Italia, per questo tanti italiani si ritrovano a pagare per portarsi una moglie straniera a casa.
Cordiali saluti, Laura Di Bernardo, lauradibernardo@yahoo.com
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06\01\2005
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POTERE FEMMINILE SUI MASCHI
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Descrizione
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G ruppo creato da donne e solo per donne. Non è un gruppo lesbo. Per questo si prenderanno in considerazione solo richieste di iscrizioni di donne con ID completo. Una società dominata da noi donne per la fine dei soprusi e dell'arroganza maschile. Un percorso per l'instaurazione della ginarchia nel mondo. Invitiamo tutte le donne che credono nel women power ad iscriversi e a contribuire con discussioni e commenti, sensazioni, fantasie e complicità femminile per la sottomissione psicologica, fisica e politica del maschio! Sorelle amazoni vi aspettiamo! Women power!
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ANNO: \\\
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IL SESSO FORTE SONO LE DONNE
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Per come la vedo io sono le donne ad essere il sesso forte e per una serie di motivi.
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Anima e corpo sanno meglio di noi uomini cosa significa concepire dei figli. Credo che il dolore del parto ed il concepimento conferisca un senso più alto del concetto di vita.
In amore decidono sempre loro. Noi uomini possiamo fare di tutto ma se una donna ha preso la sua decisione non c’è niente da fare.
La prostituzione è largamente diffusa per soddisfare le fantasie di noi uomini. Come mai le donne non sentono mai il bisogno di fare sesso continuamente ed arrivare a pagare per farlo? La mia spiegazione è che noi uomini siamo ancora in parte vittime dei nostri istinti primordiali.
Solitamente le donne tradiscono quando un rapporto è già praticamente concluso.
Le donne quando decidono di ferirti sanno essere più devastanti di noi maschi.
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L'uomo italiano assente davanti alla menopausa.
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Intervista con Vincenzo Mirone
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Cinquantanni. Un' età che segna la vita dell 'uomo e della donna. Per la donna da sempre, perché da sempre a questa età, mese più mese meno, entra in menopausa, un evento naturale. Per l 'uomo i cinquantanni rappresentano una clamorosa svolta, la svolta dei tempi moderni. La donna, entrando in menopausa, fino a pochi anni fa era convinta, nella stragrande maggioranza, che menopausa significasse "meno-donna", e quindi riteneva che fosse finito il tempo della sessualità. Adesso non vuole vivere la menopausa con disturbi e tanto meno correre rischi, vuol star bene ma dal punto di vista della sessualità non è ancora maturata. L'uomo invece, che fino a poco tempo fa all' arrivo dei capelli bianchi tirava i remi in barca e rallentava l'attività sessuale giustificandola con il fatto che la partner era meno piacente, adesso, sotto l'aiuto di pillole più o meno blu o nuovi entusiasmi, si lancia nelle conquiste, anche ardite e rischiose, fuori dal rapporto stabile. Va con donne giovani e cerca anche l'avventura esotica. E addirittura vuol dimostrare, con la sessualità ritrovata, la sua fertilità mettendo al mondo un figlio. In poco tempo l'uomo ha cancellato dal vocabolario medico il termine andropausa. Parla il prof. Vincenzo Mirone dell' Università di Napoli Federico II e presidente della Società Italiana di Andrologia.
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Professor Mirone, quindi c'è una sessualità nella giovane età e una in quella dei capelli bianchi?
Certamente. Adesso il giovane maschio è in crisi davanti alla spregiudicatezza della giovane donna, sempre più conquistatrice, sempre più esigente, sempre più sicura di sé, sempre più emancipata, fortemente aiutata dalla pillola anticoncezionale. Davanti a questa donna aggressiva, sotto le coperte il giovane maschio va in crisi temendo di non essere all'altezza. Il timore da cattiva prestazione lo rende fatalmente protagonista di una cattiva prestazione. A cinquantanni cambia tutto. La donna va in menopausa, si convince lentamente che menopausa non vuol dire meno-donna, chiede alla Medicina una terapia per farla star meglio ma, per quanto riguarda la sessualità, perde la spregiudicatezza ed anche l'aggressività. Davanti a questa donna c'è un cinquantenne che ha scoperto i rimedi farmacologici che gli danno un maggior vigore sessuale. Non solo il maschio si sente più maschio ma per la prima volta si sente finalmente non aggredito ma inseguito dalla donna che vede in lui un individuo, sicuro di sé, con potere, affermato e per merito delle nuove pillole, sessualmente attivo: quindi lo lusinga e lo corteggia. E si sa bene il ruolo che recita in una donna il potere dell 'uomo; infatti la donna cerca nel partner quel potere che lei nella vita non ha.
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Professor Mirone, lei ha detto che l 'uomo di oggi è praticamente assente davanti alla menopausa. E' un dato che emerge dall 'indagine che la Società Italiana di Andrologia ha condotto sulla sessualità del maschio italiano?
Sì, emerge dall'esperienza professionale quotidiana e dall' indagine. L'uomo italiano non accompagna quasi mai la sua donna nello studio dell 'esperto di menopausa e non si impegna nell 'invitarla a seguire le terapie. Comunque si comincia a notare qualche segnale di inversione.
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Chi è più assente?
Può sembrare strano ma più l' uomo svolge un ' attività impegnata come quella dei liberi professionisti, dei manager, dei dirigenti ad alto livello meno c' è attenzione al momento difficile che la sua donna vive in menopausa. Ci sono poi professioni che praticamente "distraggono" al punto tale che il problema menopausa non viene nemmeno sfiorato, mi riferisco agli artisti, ai giornalisti. Gli impiegati, in modo particolare gli statali, avendo più tempo di stare in casa, vivendo di più la famiglia hanno la possibilità di rendersi conto dei disturbi della partner. Meno assillati da ambizioni di potere e voglia di carriera si dedicano di più alla sessualità. Si spiega così la riscossa dei pensionati. Basti dire che una recente indagine ha dimostrato che il maggior numero di pillole blu si registra a Trieste, città dove la popolazione è anziana.
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Lei ha parlato di un segnale di inversione di tendenza dell' uomo davanti alla menopausa.
Si avverte che fra gli uomini comincia a notarsi un atteggiamento più moderno davanti alla menopausa. Qualche segnale viene anche dal Sud dove fino a poco tempo fa era totalmente assente la cultura della menopausa. L' uomo italiano vede tante donne belle e piacenti oltre i cinquantanni ed ha piacere che anche la sua donna rimanga bella e piacente. Ma è ancora una minoranza.
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Professor Mirone, se un ultracinquantenne ha problemi di disfunzione erettile può dipendere anche dalla vita di coppia e cioè anche dalla partner?
Quando l ' Andrologo mette in terapia una persona di oltre cinquantanni per disfunzione erettile dovrebbe sempre sincerarsi della "salute sessuale" della partner. Ecco perché ormai si parla di sessualità di coppia e in futuro le due figure dell ' Andrologo e del Ginecologo saranno sostituite dal "sex-therapist", per usare un'espressione inglese.
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Professor Mirone, in conclusione, si delinea una sessualità dell' uomo e della donna dai capelli bianchi diversa dal passato?
Certamente, l'uomo perché con i rimedi nuovi ha trovato nuovo vigore. Inoltre finalmente ha scoperto che può chiedere il consiglio e ricevere l'aiuto dall' Andrologo. Ha preso coscienza che c'è un medico, appunto l' Andrologo, che può risolvergli i problemi, così come il ginecologo risolve i problemi della partner.Per quanto riguarda la donna, questa sottoponendosi alla terapia ormonale sostitutiva vede svanire i disturbi e prevenire i rischi e quindi sta meglio e questo anche a vantaggio della sessualità. In sintesi sta migliorando la qualità di vita, compresa quella sessuale, dell'uomo e della donna con i capelli bianchi. A rimanere nei guai, almeno per quanto riguarda la sessualità, sono i giovani maschi sempre più in crisi.
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20\02\2001
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8 marzo, giorno di Ségolène?
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La crisi del maschio è un fatto. Anche in politica. Come insegna Ségolène Royal. E suo marito, (il povero) François Hollande.
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S econdo un sondaggio Bloomberg, la socialista Ségolène Royal è la sola candidata alla presidenza francese che possa tener testa a Nicolas Sarkozy, probabile ariete del centrodestra nella corsa all’Eliseo. Segolène (per gli amici – e i simpatizzanti – “Ségo”) è fresca, brillante e determinata, e col suo charme ha velocemente conquistato il cuore degli elettori francesi. (1) Purtroppo, la folgorante ascesa di Ségolène ha frustrato le brame presidenziali del suo compagno, il segretario del Partito Socialista François Hollande.
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Metti una foto in bikini
Nel giro di pochi mesi tutto è cambiato per il povero Hollande. Abituato com’era a stare al centro della scena, si trova ora messo da parte, mentre lo smagliante sorriso della moglie (e qualche sua foto in bikini) fanno capolino su tutte le prime pagine dei tabloid e dei quotidiani francesi. I titoli cubitali annunciano l’esplosione della “Ségo-mania”. Ora Hollande, paffuto e un po’ maldestro, pare solo l’ennesimo burocrate da gettare nel dimenticatoio: un “elefante”, direbbero i cugini d’Oltralpe, alludendo al fatto che è stabilmente relegato alla categoria dei soliti noti della politica. Ad aspettarlo a porte aperte c’è il club dei “First gentlemen”, dove potrà invecchiare in compagnia di altri poco illustri maschietti come Denis Thatcher (marito della più nota Margaret) e Kevin Federline (dolce metà di Britney Spears).Sic transit gloria mundi. Ma si consoli pure Hollande: se si guarda intorno vedrà tanti uomini nella sua stessa situazione.
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Uomini come moon-boot, pesanti e fuorimoda
Certo, la politica europea è ancora dominata dagli uomini: le donne al timone – come la “Cancelliera” Angela Merkel e le ben 150 deputate svedesi (su 349) – sono l’eccezione più che la regola. Di fatto sono pochi gli Stati europei in cui i “seggi rosa” sono più del 35%, come rivela uno studio commissionato dal Governo britannico.Il mercato del lavoro non è in condizioni migliori. Barriere invisibili ma molto forti impediscono ancora alle donne di occupare posizioni di “livello C”, quelle in cui ci si può far chiamare “capo”. Stando all’Ethical Investment Research Service, nel 2004 le donne manager in Europa erano meno del 10% (con una supremazia del cromosoma Y anche maggiore in Spagna e Italia, dove gli uomini al comando sono il 95%). E a prescindere dal mestiere svolto, le donne europee continuano a guadagnare il 15% in meno dei loro colleghi maschi.Eppure le cose stanno cambiando velocemente. Le donne hanno dalla loro un’educazione migliore, una disposizione più forte a lavorare sodo, e una maggiore abilità nelle comunicazioni. Stando ad una recente ricerca riportata dall’Economist, gli uomini se la cavano meglio solo dove è richiesta un’ottima coordinazione fra l’occhio e la mano (nella caccia al bisonte non ci batte ancora nessuno). I maschietti sono più in gamba anche nella rotazione mentale di solidi tridimensionali, un’altra attività agevolmente sorpassata dall’avvento dei computer.
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Chi porta a casa il pane?
Il risultato di questa disparità comincia a farsi notare: stando a L’Express, in Francia e negli Stati Uniti un terzo delle donne guadagna già più dei rispettivi coniugi.Eppure è ancora vivo e vegeto il pregiudizio che misura l’utilità degli uomini dallo spessore del loro portafogli: se per caso i ruoli si invertono, il pater familias si sente castrato e in cattività. Come fa notare Debra Burrell, psicoterapeuta e fondatrice del Mars & Venus Counselling Centre di New York, «gli uomini risentono della perdita del loro “primato” in termini di carriera, e compensano diventando più esigenti e bisognosi di attenzioni». E se gli uomini fanno i capricci, la loro dolce metà può prenderla a male: «Le donne, a loro volta, iniziano a nutrire un certo risentimento e a trattare i mariti con disprezzo, specie se non si aspettavano questo genere di situazione».
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Harriet Pappenheim, esperta in terapia di coppia e autrice con Ginny Graves di For Richer or Poorer – Keeping Your Marriage Happy When She’s Making More Money (Per i più ricchi e i più poveri - Come mantenere il tuo matrimonio felice quando lei guadagna di più) aggiunge che: «può essere dura per le donne, soprattutto se hanno bambini». Se il lavoro impedisce di passare abbastanza tempo con la loro prole le donne possono nutrire risentimento nei confronti del loro partner». Ma non ditelo a Ségolène, madre di quattro figli.In un mondo in cui le donne pagano il conto al ristorante e chiedono al marito di preparare la colazione, Hollande e compagni dovrebbero sperare che, una volta arrivate in cima della scala sociale, le donne sapranno ricordarsi dei propri coniugi con benevolenza. Non è quanto predice Maureen Dowd, la spietata columnist del New York Times e autrice del pamphlet Are Men Necessary? (Gli uomini sono necessari?) : «Verrà un giorno in cui avremo anche noi delle leader corrotte e delle presidentesse adultere. E dirigeremo il mondo. Con un fare maschile, ovviamente».
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06\10\2006
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LA DONNA TIRANNA INCOLLA LA COPPIA
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Se lei è dura il rapporto è a tenuta stagna e sale pure il piacere. Lo rivela un nuovo sondaggio
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D olcezza, coccole, rispetto reciproco e soprattutto dei ruoli: le ricette per far funzionare il ménage a due, matrimonio o no che sia, non sono più quelle di una volta. Oggi l'alchimia "perfetta" richiede uomo zerbino e donna decisa. Lo conferma un'indagine effettuata dal Centro Studi Psicologici Help me e recentemente pubblicata dal mensile Vera magazine: la vita di coppia e il matrimonio sono molto più stabili se la donna è una tipa di polso.
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Sei lei è dura il rischio di divorzio si riduce del 30% e l'armonia sessuale aumenta del 27%. Piace agli uomini l'idea della donna forte, tanto che il 17% ammette di "essere attratto da una compagna un po' tiranna e prevaricatrice". Allora è l'ennesima conferma dell'inzerbinamento cui stanno autosottoponendosi i maschi del nuovo millennio? Non proprio. Secondo gli esperti le donne-forti sono sempre esistite, ma prima celavano quest'aspetto sotto una forte corazza di dolcezza. Adesso, da un certo punto di vista, sono più spregiudicate e non hanno timore di farsi vedere per quello che sono.
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Gli uomini poi si mostrano come degli inguaribili mammoni che vanno alla ricerca di una donna che sappia trasmettere un senso di maternità. Eppure un rapporto che apparentemente sembrerebbe nettamente sbilanciato, pare abbia una vita intensa. Gli esperti hanno analizzato 5 differenti situazioni di vita di coppia. Eccole.
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1) Lei è insostituibile, sempre presente, brava in casa e fuori di casa. Lui fa quello che si gode la situazione. Spesso, in questo caso, la donna non s'infuria. Ha la consapevolezza di essere insostituibile e non s'arrabbia più di tanto se lui se ne sta in disparte. Perché in realtà l'uomo è bravo a farle capire che è conscio del valore della moglie. Non c'è ambiguità.
2) Lei comanda, lui subisce soltanto. Lui perde ruolo di fronte all'aggressività della moglie. Qui potrebbe sorgere qualche problema perché potrebbe covare, prima o poi, una ribellione. Il consiglio? Che le donne lascino che, almeno a letto, sia lui a prendere l'iniziativa.
3) Una condivisione che non riesce. Ecco un altro caso. La donna vorrebbe provare a lasciare una parte di potere, ma lui proprio non ci sente perché magari pensa al lavoro. Qui la donna può trovare piccoli sfoghi. E un vantaggio. A furia di sfuriate riesce a ricaricare le pile per andare avanti. Rischi sul fronte sessuale, ma parlandone si può superare la situazione.
4) Alternanza di vittorie. C'è una sete di vittoria che fa sì che ci sia una lotta alla pari... ma quando uno perde si chiude a riccio. Il sesso può riaprire ogni discussione e riportare la quiete.
5) Par condicio. A ognuno il suo ruolo, a ognuno la sua competenza. Lasciando aperto uno spiraglio di tolleranza. Un buon futuro.
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Walter Nerozzi
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27\10\2004
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LA VIOLENZA SULLE DONNE
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I rene Kahn, nuova presidente di Amnesty International. “Le guerre scelgono le donne come prime vittime e non è a caso, è perché sono portatrici di forti simboli patriottici, nazionali e religiosi. E’ in nome di questi valori che sono aggredite.“Bisogna anche parlare del business che esiste dietro la guerra.
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Del mercato degli armamenti, gigantesco. Due proiettili prodotti ogni anno per ogni essere umano. Chi li produce? Chi sono le vittime?“Vi voglio raccontare la storia di Djemila. Un’afgana che come tante altre è stata forzata al matrimonio, imprigionata dalla sua famiglia fino al matrimonio, violentata da suo “marito”, che è fuggito, tre volte, ed ogni volta riportato dalla polizia.
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Che infine è stato mandato in carcere, è stato liberato in seguito ma ha dovuto esiliare per sfuggire alla vendetta della sua famiglia. Sono a migliaia a conoscere questa sorte, e tutto si ripete anche adesso.“Il lavoro su questo pianeta è per il 60 % svolto dalle donne. Ma loro recuperano solo il 10 % delle ricchezze!
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La globalizzazione non libera le donne, anzi al contrario. Bisogna lottare, ferocemente, contro tutte le leggi, le politiche e le pratiche antifimminili che sussistono in molti paesi.“Ed è, anche in Occidente, nei paesi “sviluppati”, dove la causa primaria di mortalità delle donne è la violenza tra le mura domestiche e non la strada! E questo, a causa dell’impunità.
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Alzatevi ed esigete dal vostro governo che riconosca la corte penale internazionale. “Che le donne si uniscano alle donne! E che gli uomini si uniscano alle donne, ve ne sono già tanti, e non è una lotta di donne contro uomini. "“Alla fine noi potremo avere tutto questo, veramente. Noi possiamo esigerlo dai nostri leader politici, religiosi ed economici.
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Possiamo anche, e soprattutto, esigerlo da noi stesse, dalla cultura, l’istruzione, dal nostro modo di vivere. Ad ognuna di dirsi “non lo farò, non lo tollererò e non mi fermerò fino a che non avrò vinto la causa!"
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LE DONNE IRROMPONO NEL CALCIO MASCHILE
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L e donne irrompono definitivamente nel calcio maschile. Dopo un grandioso campionato a livello sportivo e sopratutto mediatico, adesso un club italiano professionistico di calcio maschile ingaggerà la più grande attaccante tedesca Birgit Prinz.La Prinz e gli uomini, potrà funzionare? La prudenza è d'obbligo, tuttavia si sa che la stessa nazionale campione del mondo della DFB perde in una partita di allenamento contro la squadra maschile U16. Una donna sarebbe davvero un rinforzo per una squadra maschile?
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La Prinz è nel mirino del presidente del Perugia Gaucci, che vuole portare una donna in serie A. "Le donne sono più intelligenti degli uomini - aveva detto alla Ds - si sono fatte valere in ogni campo, perchè non dovrebbe accadere nel calcio?".
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Ricerca - La psicologa Gianna Schelotto ha raccolto 323 scritti.
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I temi dei ragazzini: meglio essere donne
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L'indagine in tutta Italia: sei su dieci sarebbero «contenti di svegliarsi femmina»
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Dalla Liguria alla Sicilia, gli adolescenti smentiscono lo stereotipo dei maschietti che non ammirano le coetanee
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MILANO — Quelli che «siccome sono un ragazzo semplice forse ci guadagnerei e sembrerei più sveglio». Quelli che «hanno una forza incredibile e sanno ottenere ciò che vogliono ». Quelli che «c'è poco da fare, c'hanno una marcia in più». Insomma: quelli che «essere donna è meglio, molto meglio». Benvenuti nel mondo degli adolescenti che sorprendono. Ragazzini di terza media, prima e seconda superiore, che messi alle strette confessano: essere femmina per un giorno, che bellezza... E fanno saltare gli stereotipi di sempre, cioè l'idea che tutti i maschietti guardino l'altra parte del cielo come osservassero un'infinita distesa di pettegole, chiacchierone, romantiche e inconcludenti. Può sembrare così, certo.
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Ma le cose cambiano se lasci un ragazzino davanti a un foglio bianco a riflettere sul seguente argomento: se domattina ti svegliassi donna quali sarebbero i tuoi pensieri, quali le tue emozioni? Il tema è stato proposto a 323 alunni di scuole medie e superiori in Sicilia, Campania, Basilicata, Emilia, Toscana, Trentino e Liguria. Maschi e femmine fra i 14 e i 16 anni (per le ragazze, va da sé, il risveglio era ipotizzato nei panni di un uomo). La paternità (o forse sarebbe meglio dire la maternità) dell'idea è della psicologa Gianna Schelotto. «Pensavo all'8 marzo e al fatto che ogni anno sono tutti lì a discutere sul senso o il non senso di quella giornata. E allora mi è venuto in mente di indagare fra i pensieri dei giovanissimi. Cosa pensa un sesso dell'altro? mi sono chiesta. Mi sono fatta aiutare da amici insegnanti e ne è venuta fuori una ricerca vera e propria». Tanto per cominciare: le ragazzine sono molto più «velenose» di quanto lo siano i compagni maschi verso il mondo femminile. Se aprissero gli occhi da uomo non sarebbero contente, sia chiaro. Ma riflettendo su quell'improvviso cambiamento non perdono occasione per far notare le debolezze femminili («se fossi un uomo vedrei le donne sole e tristi ad aspettare chissà cosa... »; «quand'ero donna non sopportavo mio padre e mia madre mi diceva di stare zitta e sopportare...»).
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Invece più di 6 ragazzi su 10 (il 62%) fanno considerazioni positive sull'ipotesi di svegliarsi donne all'improvviso. Mario rivela: «Quello che invidio delle donne è la paura. Loro possono aver paura e non vergognarsi, nessuno le costringe a sembrare quello che non sono». Marco si immagina nei panni di una lei e scrive «ora che sono una donna posso anche considerarmi intelligente ». Carmine non ci si vede proprio in quei panni («non vorrei diventare donna per tutto l'oro del mondo») anche se dice di sapere benissimo «che loro sono meglio di noi». (1) Tutto sommato, riflette, «preferisco restare uno un po' tonto che pensa solo al pallone e alle cose non intellettuali ». Adriano ammette: «Se c'è una cosa che non capisco delle ragazze è come riescono a stare sempre sui libri e a divertirsi anche». Un bel po' complicate, un po' misteriose, le donne viste da questi ragazzini. Che sembrano quantomai sinceri perché vivono l'esperienza come fosse un sogno: con la certezza che al risveglio tutto torna com'era, irrimediabilmente maschile.
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Onda, l'osservatorio nazionale per la salute della donna di Milano e «I Buonavoglia», uno dei circoli culturali più prestigiosi di Genova, hanno promosso la ricerca assieme alla dottoressa Schelotto e saranno al suo fianco nel presentarla in diverse città italiane, fra il 6 marzo e il 19 aprile. Nessuna pretesa scientifica, premettono. «Ma la registrazione di una tendenza, quella sì» dice la psicologa, «e cioè la tendenza a dichiarare in modo aperto e netto, invidia, ammirazione, paura e rispetto verso le donne». Che spesso sono un enigma così complicato che quasi quasi è meglio lasciarlo irrisolto, come semplifica Giovanni, II superiore: «Penso che sia una bella cosa essere donna per le donne. Per me è meglio che resti come sono».
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Giusi Fasano
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28\02\2008
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(1) Misandria
Questo ragazzo ragiona "politicamente corretto".
La nostra società ruota intorno alla misandria.
Lo studente "ripete a pappagallo" gli stessi messaggi razzisti veicolati dalle televisioni e radio. Non si sofferma a riflettere. E' inghiottito dal sistema.
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LE DONNE SONO
LE MIGLIORI
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S ì, lo so che è molto impopolare dirlo, ma con sereno spirito affermo che è giusto che solamente un ventesimo dei dirigenti siano donne. Anzi, mi paiono già troppe. Troppo facile rivolgermi l'accusa di essere un bieco maschilista. Sostengo questo punto di vista proprio perchè sono un assoluto, totale, arciconvinto femminista: le donne sono in generale più intelligenti, più capaci, più serie, più determinate, più leali, più oneste. In buona sostanza più brave di noi. Ma il ruolo di dirigenti d'azienda, d'ufficio, di enti, di ministeri, le trasforma spesso in qualcosa di troppo simile al nostro triste genere. Chi la pensa come me non vuole l'altra metà del cielo confinato in ruoli subordinati. E' convinto che le donne debbano indicarci una nuova strada che non sia fatta di carriera e di progressiva perdita delle proprie vere e più profonde caratteristiche. La società del successo, che si concretizza con l'affermazione sul posto di lavoro e con l'ottenimento del potere di comandare su altri esseri umani, è in profonda crisi.
Spetta alle donne più intelligenti, colte e capaci individuare strade alternative da indicare poi a noi maschi, ormai così confusi e delusi.
Spetta alle donne più intelligenti, colte e capaci individuare strade alternative da indicare poi a noi maschi, ormai così confusi e delusi.
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25\08\2003
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Le femmine sono "donne". Gli uomini sono "maschi".
Il termine "uomo" sta venendo sostituito con "maschio" o "maschietto" o "maschiettino", insomma, qualcosa che faccia meno paura. Di vera paura si tratta.
L'invidia corrode gli animi di chi la prova.
a cura di Joker
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DONNE? LE MIGLIORI
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L e donne sono più intelligenti dei maschi, e un'orchestra di donne è altra cosa rispetto a una di soli uomini. Molto più seria. Gli uomini sono goliardici e arrivisti. Forti fino a 50 anni, poi vanno incontro a crisi tragiche perché devono affrontare l'angoscia della morte, legata alla castrazione. Questo fa sì che uomini e donne abbiano anche modi espressivi diversi. Non vuol dire che le donne non devono suonare, ma che il problema non va trattato così. Detto questo, si può lasciare che un'orchestra sia solo maschile, per vedere cosa succede.
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ANNO: \\\
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Le "donne sono più intelligenti dei maschi" faccio notare anzitutto come la frase non sia accompagnata da spiegazioni esaurienti e come le donne siano "donne" e gli uomini siano "maschi". All'insulto si accompagna il disprezzo. Fateci caso, mai "uomini" ma "maschi" e mai femmine ma "donne".
a cura di Joker
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"E' UN' ORMONE NEL CERVELLO CHE FRENA AL SUCCESSO DELLE DONNE"
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Susan Pinker: l’ossitocina è alla base dell’amore e della maternità. Spinge all’empatia e a comportamenti diversi da quelli dei maschi
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Lui, 24 ore in mano, corre via per l'ennesimo viaggio d'affari. Lei lo saluta, circondata dai marmocchi: un cliché superato? Macché. Dopo quattro decadi di lotte per buttare giù le barriere tra i sessi le differenze di genere rimangono e non solo per motivi sociali. Sono le stesse radici biologiche, impossibili da «estirpare», a imporre il gap, guidando il destino di uomini e donne in direzioni diverse: l'uno verso la scalata al successo e l'altra verso posizioni di minore prestigio, ma conciliabili con la famiglia.
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È la verità raccontata dal libro «The Sexual Paradox. Extreme Men, Gifted Women and the Real Gender Gap», in uscita negli Usa, secondo cui il cervello delle donne non è «cablato» per il successo. L’autrice - la psicologa Susan Pinker - guida i lettori alla scoperta dei motivi biologici per cui, sebbene molte raggiungano i gradini alti della professione, sono ancora pochissime le donne che arrivano in cima.
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Qual è il mistero biologico del «gap»?
C’è una «pecca» nel cervello di lei?«Non è una pecca. Le donne sono capaci quanto gli uomini in intelligenza, motivazione e autodisciplina. Anzi. Molte li surclassano».
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E allora perché la donna «non è fatta» per il successo?
«Nel regno del lavoro le differenze di natura biologica tra i sessi influenzano scelte di carriera, orari e stipendio, fanno sì che il “successo” per lei non necessariamente corrisponda al successo per lui».
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In che senso?
«Si tratta di diversità nel cervello: già dalla nascita quello della donna è strutturato in modo diverso da quello dell’uomo. Così lei è capace di provare maggiore empatia per gli altri, è più brava a capire emozioni e stati d’animo. E per questo è più orientata verso ruoli professionali con forte valenza sociale, come l'insegnamento e le cure mediche. Inoltre la donna è più tesa verso una pluralità di obiettivi: ha interessi disparati, che vanno dai figli agli amici, dai genitori anziani al volontariato e alla cultura, e questi influenzano il modo femminile di vedere il successo: una donna ai vertici di un'azienda può non sentirsi realizzata se i figli non sono sereni o se lei stessa non ha una vita emotiva e culturale extra-lavorativa».
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Ma che cosa c'è di radicalmente diverso nel cervello?
«Gli studi psicologici e neurologici più recenti dimostrano che il cervello femminile è strutturato e funziona in maniera diversa da quello maschile. Elabora, per esempio, l'informazione di tipo emozionale integrandola con altri aspetti del pensiero e della memoria. Inoltre le abilità linguistiche femminili sono meglio interconnesse con le diverse capacità cognitive. In termini di emisferi cerebrali, insomma, il cervello della donna sembra meno a “compartimenti stagni” di quello degli uomini. Le tecniche di “imaging”, come tomografia e risonanza magnetica, inoltre, dimostrano una maggiore capacità di elaborare le emozioni altrui. Di fronte ai volti di persone che esprimono determinati stati d'animo, il cervello di lei reagisce con maggiore intensità, mettendo in moto più aree neurali e il “regno delle emozioni”, l'amigdala, è fortemente attivo».
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Queste differenze neurali sono solo innate o indotte dai ruoli sociali?
«Sono in buona parte innate e dipendono da fattori ormonali, che incidono sulla struttura del cervello già dal grembo materno e nella vita».
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Per esempio?
«I livelli di testosterone - l'ormone sessuale maschile - a cui è esposto il feto della femmina corrispondono a diversi comportamenti futuri della bambina: maggiore è il testosterone prenatale e più marcata sarà la preferenza della bambina per immagini di oggetti tecnologici, mentre sarà minore per quelle di volti. E poi c'è l'ossitocina».
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Spieghi.
«L'ormone dell'affetto e della fiducia ha sulla donna un'azione fortissima ed è probabilmente un “ingrediente” base della chimica dell'amore e della maternità. L'ossitocina è prodotta in maggiori quantità nel cervello femminile e questo spiega la propensione della donna a rivestire ruoli sociali. Sono tanti gli studi, anche italiani, che mostrano come questo ormone sia fondamentale nel creare il rapporto madre-neonato e nei rapporti di coppia e nell'attività sessuale. Un team dell'Università di Zurigo è riuscito con uno spray nasale a base di ossitocina ad aumentare il livello di fiducia di alcuni individui in situazioni di forte interazione sociale».
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Con la gravidanza e il parto ci sono ulteriori «aggiustamenti»?
«Gli eventi inducono una cascata di cambiamenti ormonali che contribuisce a influenzare le scelte (per esempio preferire i figli alla carriera), ma che ha anche un effetto “rinforzante” sulle capacità della donna nella gestione dei problemi».
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Quindi, anche se le società si liberassero dei ruoli prestabiliti, la «zavorra» biologica continuerà a frenare la donna?
«Non credo che le differenze sessuali debbano determinare uno stallo nella carriera femminile, ma fanno sì che gli schemi della vita lavorativa di uomini e donne saranno sempre diversi. La maggior parte delle donne preferirà sottrarre tempo al lavoro per i figli. E’ una spinta biologica fortissima con una lunga storia evolutiva: nel regno animale le mamme più premurose sono avvantaggiate dal punto di vista evolutivo, perché con maggiore probabilità i loro piccoli sopravvivranno e trasmetteranno l’eredità genetica materna alle generazioni future. I cambiamenti sociali non cancelleranno questa “impronta” evolutiva, ma potranno rendere più facile la vita alla “mamma-manager”».
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PAOLA MARIANO
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27\02\2008
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VITTIMA E CARNEFICE
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Due bimbi nudi sono i protagonisti del manifesto ideata da Oliviero Toscani contro la violenza sulle donne. La campagna è stat ideata per il settimanale Donna Moderna.
SESSISMO
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Il sessismo è comunemente considerato una forma di discriminazione tra gli esseri umani basata sul genere sessuale. Un atteggiamento sessista si può manifestare in alcune convinzioni, ad esempio:
- la presunta superiorità o il presunto maggior valore di un genere rispetto all'altro.
- la presunta superiorità o il presunto maggior valore di un sesso rispetto all'altro.
- l'odio per le donne (misoginia) o per gli uomini (misandria).
- l'attitudine ad inquadrare maschi e femmine in base agli stereotipi di genere ed ai relativi pregiudizi.
- assegnare arbitrariamente qualità (positive o negative) in base al sesso.
- la presunta superiorità o il presunto maggior valore di un genere rispetto all'altro.
- la presunta superiorità o il presunto maggior valore di un sesso rispetto all'altro.
- l'odio per le donne (misoginia) o per gli uomini (misandria).
- l'attitudine ad inquadrare maschi e femmine in base agli stereotipi di genere ed ai relativi pregiudizi.
- assegnare arbitrariamente qualità (positive o negative) in base al sesso.
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LETTERA DI U3 AI MEDIA E ALLE ISTANZE INTERESSATE
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Spett. Direzione, facciamo riferimento alla campagna pubblicitaria che “Donna Moderna” ha commissionato a O. Toscani e che raffigura due bambini, Mario e Anna, dove la seconda è individuata come “Vittima” ed il primo come “Carnefice”. Sicet simpliciter. Messaggio inequivocabile dal significato lampante e incontrovertibile. Va da sé che detta campagna, al pari di altresimilari, viene presentata come finalizzata a combattere le violenze antifemminili.
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All’ombra di tale irreprensibile scopo trova così nuova articolazione la campagna pluridecennale di colpevolizzazione, vilipendio e criminalizzazione degli uomini. L'immagine del maschio come di esclusivo agente di sopraffazione è ormai un luogo comune e trova in quel manifesto una perfetta rappresentazione. Un messaggio chiarissimo di dannazione della maschilità fin dalla sua più disarmante e ingenua incarnazione. Maschilità e violenza sono finalmente identificate come la medesima cosa, come sinonimi. Uno stigma che segna alla nascita.
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Denunciamo dunque senza mezzi termini quella brutale rappresentazione che mentre infama gli uomini distrugge l’autostima delle nuove generazioni inoculando in esse il sospetto sul valore del loro essere. Respingiamo a priori come irricevibile ogni obiezione minimizzante, riduttiva ed autoassolutoria da parte delle committenti e degli ideatori, sapendo beneche nella campagna del men-pushing, quando non ci si può rifugiare dietro l’ironia (e qui non c’è modo) si chiama in causa la buona fede.
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Useremo ovviamente quell’immagine come esempio estremo del male-bashing quotidiano per evocare negli uomini il risveglio, certi però che questa volta anche un gran numero di donne e di madri guardando sbigottite alla dannazione mediatica dei loro figli, trasaliranno e si apriranno così ad una nuova, amara, presa di coscienza.
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Un gran numero di uomini (e non poche donne) non vogliono più passare sotto silenzio l’attacco contro i maschi, quotidiano, generalizzato, ormai quasi irriflesso che i media veicolano da lunghissimo tempo. La campagna per la distruzione morale degli uomini deve finire.
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Distinti saluti.
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Rino Della Vecchia - Belluno
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Fondatore e animatore del Movimento Maschile Uomini3000
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Ora ci sono le DONNE
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IL PUNTO - Rubrica a cura di Tonino Saponaro
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I n verità l'altra metà del cielo esiste da sempre con ruoli determinanti nell'ambito famigliare e solo rare volte in settori sempre in quota maschile, con risultati mortificanti per l'alterigia e la prosopopea maschile. Così dai oggi e dai domani, i pettini delle pari opportunità giungono al capolinea e, dolenti o nolenti, i maschietti, incapaci di reagire, afflitti da strabismo ideologico, scevri da ogni forma di palingenesi necessaria e tanto richiesta, ammorbati da asfissiante nichilismo, si sono trovati incastrati in un vicolo cieco e per sopravvivere hanno chiesto aiuto all'altra metà del Cielo.
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Tutti siamo coscienti che la presenza femminile farà bene alla politica, al mondo produttivo e all'intera società. Nelle liste per le politiche del 13 / 14 aprile 2008 le donne sono tante e ai primi posti. Il presidente degli industriali Montezemolo passa la presidenza nazionale a Emma Marcegaglia, nelle varie regioni, bravissime signore, sono capoliste e qualcuna è candidata anche alla presidenza. A questo punto quale sarà il modo di vedere e di fare di tutte le donne?. Nel passato la categoria femminile ha tifato per gli uomini, dando l'impressione di sentirsi inferiori e suddite del padrone della prateria. Poche le candidate in politica, pochissime nei consigli regionali, provinciali e comunali. Solo nella scuola sono la maggioranza, ma senza autonomia e potere decisionale.
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Infatti, il compromesso partitico dei maschietti, ha modificato il modello di educazione togliendo alla scuola rigore, merito, pragmatismo e cultura. E' stato imposto il perdonismo assoluto, la scuola di massa, il "sei" politico e la tolleranza zero, creando disagi anche nelle famiglie incapaci di educare contro un modello concorrenziale scolastico statalizzato e contrapposto. In questo degrado, per sopravvivere si è scelta la rinuncia con le conseguenze visibili e ormai insopportabili. Ce la faranno le donne a riprendere il filo di Arianna ? Una cosa è certa, dipenderà solo da loro.
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25\02\2008
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In chat con l'uomo di un'altra
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Considerazioni di una blogger su come rimorchiano i mariti e fidanzati in rete. Il ritratto è impietoso: tutti deboli e mammoni
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Pelle, tanta pelle. È quanto si può ammirare su Back2thecommunity. Le immagini dell'autrice invadono il campo visivo e sconcertano per il loro tenore, eppure il titolo del post sembra stare lì a voler raffreddare eventuali bollori: "Fenomenologia dell'uomo non libero in chat". Ma le sorprese non finiscono qui. «Sono stronza, bastarda, e rappresento il tipo di donna che non vorresti mai incontrare», si presenta brutalmente l'autrice. La curiosità cresce e sorgono spontanee le domande: ma chi è Back2thecommunity e chi sono quei maschi non liberi che vogliono avvicinarla? Siamo andati a chiederglielo di persona.
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Chi è in realtà Back2thecommunity e cosa fa per vivere?
Bella domanda! Back2thecommunity è una donna come tante altre che si diverte a scrivere e gioca con la sua immagine. Nella vita reale mi chiamo Romina e professionalmente sono una specie di Iena, un'intervistrice per varie società di ricerche di mercato importanti. Ma preferisco non mischiare il mio lavoro sul quale sono una professionista, con l'immagine di me che ho qui nel web. Back è il delirio totale ed è la parte di Romina più divertente ed eclettica. Quella creativa ed egocentrica, ma anche esibizionista e narcisista. Sono semplicemente me stessa: una persona un po' fuori dalle righe per alcuni, ma normalissima per altri. A volte rompicoglioni, a volte spiritosa, che ama ridere di sé e far ridere gli altri. Di solito ci riesco nel blog come nella vita reale.
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«Sono stronza, bastarda, e rappresento il tipo di donna che non vorresti mai incontrare», si può leggere nella tua descrizione sul sito. Insolito il modo in cui vuoi parlare di te. Come mai questa brutalità nel descriverti? Che sia uno stratagemma per allontanare i seccatori?
Interessante l'analisi. Certo è che faccio di tutto per allontanare chi ha intenzioni di accalappiarmi, perché sono estremamente libera e indipendente. Non sopporto limitazioni né imposizioni. A volte questo lato del mio carattere spaventa gli uomini che mi vorrebbero redimere, o moralizzarmi o peggio darmi consigli su come dovrei essere o comportarmi. Ho scritto quelle cose nel mio blog pensando a ciò che hanno detto di me gli uomini che hanno avuto la fortuna o "sfortuna" di avermi come fidanzata. Li ho fatti impazzire. Sono ingestibile, e se lo divento, dura comunque poco. Sono senza collare.
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Quando hai aperto questo blog e perché? Com'è nata la tua voglia di raccontarti?
Ho aperto un blog perché leggevo il blog di altri. Insieme a un amico webmaster che ne gestisce uno assai noto, ho preso la decisione di aprirne uno anch'io. Lui mi ha dato alcune dritte ma io, come al solito, ho fatto di testa mia. Mi ha criticato perché ero partita troppo "sparata" con le mie foto. Secondo me si comunica soprattutto con le immagini, con il corpo, il viso, il modo di vestire. Back è sempre nuda, mentre Romina è invece una donna molto vestita e quasi mai volgare che, tranne che in estate, va in giro di solito in scarpe da ginnastica o vestita in maniera molto normale.
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Come reagiscono gli uomini quando leggono il post "Fenomenologia dell'uomo non libero in chat"? Hai ricevuto commenti?
Ho ricevuto molti commenti da uomini che dicono di proseguire sempre gli incontri nati in chat. Nessuno di loro, nemmeno fra gli sposati, ha detto che la chat è solo un gioco per evadere. Una sorta di trastullo da ufficio o di momento di break. Tutti dichiarano di aver sempre incontrato le persone con le quali chattavano. Molti altri sostengono di aver incontrato gli stessi problemi con le donne, in chat come nella vita reale. Le donne utilizzano questo mezzo per sentirsi desiderate e ricevere le attenzioni che nella vita normale non ricevono. Ma poi molti uomini al momento di uscire si tirano indietro.
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Leggo sul tuo profilo che odi i "mammoni e le loro madri invadenti" e quelli "sposati o findanzati insoddisfatti e ingabbiati". Sembra quasi che ci sia un accanimento verso quella categoria in particolare. Hai forse avuto qualche esperienza diretta e personale che ti ha lasciato un brutto ricordo?
Beh certo, altrimenti non li prenderei di mira. Le esperienze che ho avuto con i mammoni sono state devastanti a livello psicologico, forse più che con uomini già impegnati e infedeli. Mi sono fatta una certa idea del matrimonio e dell'uomo e tranne alcuni "santi", so perfettamente che non è di certo una fede al dito o una promessa fatta in un certo momento della loro vita che frena l'istinto cacciatore di un uomo. Secondo me siamo in continua evoluzione e l'amore non è eterno.
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Puoi fare un identikit del tipo di persona che cerca di contattarti?
Sono uomini insoddisfatti, ingabbiati, deboli, che sanno che sono libera e ingestibile e cercano di redimermi con i loro consigli di vita, quando sono i primi a predicare bene e razzolare male. Di mammoni poi ce ne sono tantissimi. Il mammone cerca una donna che non lo obblighi a sposarsi o a tagliare il cordone con la mamma. Ma anche se una persona come Back "ispira", ci tengo a precisare che Romina non ha mai portato via nessun figlio a sua madre. Il motivo è semplice: si è sempre stufata prima e ha lasciato il posto ad altre, dopo aver fatto da "infermiera" o essersi esaurita per anni, di colpo ha mollato il mammone per lasciarlo a chi, con più furbizia e alla ricerca desperata di marito, ha saputo incastrarli con i soliti mezzi squallidi che usano le donne. Poi c'è ovviamente il segaiolo incallito che sbava solo al pensiero di potermi vedere in webcam o dal vivo
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A leggere quel post mi sembra scorgere una gran voglia di protagonismo e una notevole dose di esibizionismo. Ti piace questo modo di esporsi in rete?
L'esibizionismo c'è e sarei ipocrita nel nasconderlo, ma è una caratteristica che mi contraddistingue, non passo inosservata e non sarò mai una tappezzeria o un cuscino da divano. Voglio stare al centro dell'attenzione. Ma sono comunque una persona socievole e con molti amici che mi cercano. Sono numerose le amiche che vedono in me una sorta di consigliere e sanno che sono molto brava nelle mie analisi. Dopotutto sono comunque una psicologa e anche se non esercito la professione clinica rimango comunque una brava professionista, anche se ho scelto di lavorare nel campo del marketing. Come potrete osservare tra i miei blog amici ho tutti bloggers che mettono le loro immagini e che si mostrano senza pudore. I blog di fantasmi non mi piacciono e mi spaventano. Ho bisogno di sapere chi è che scrive e di vedere com'è.
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È curioso però che di fronte a tanta sfrontatezza ed esibizionismo, sulle tue pagine ci sia anche una forma di pudore: non metti nemmeno il tuo indirizzo e-mail... Come mai?
Uso l'e-mail solo per lavoro e per qualche amicizia all'estero. Inoltre non ho tempo da perdere per rispondere alla posta elettronica che potrebbe arrivarmi. È più facile contattarmi tramite il blog dove invece catalizzo tutta la mia attenzione. Sono estremamente selettiva e mi piace stare per conto mio e avere attimi di respiro e solitudine, non ho bisogno degli altri per vivere mi reggo in piedi da sola, sono gli altri che si appoggiano a me, amici compresi. Sono io che decido con chi interagire e non mi lascio avvicinare facilmente. Sto molto per i fatti miei e detesto le persone che mi succhiano energia vitale. Di energia ne ho molta e sono un centro di gravità per gli altri che si avvicinano e vogliono attingere. Devo dunque chiudere i canali e proteggermi e solo io ho le chiavi di questo accesso e quelle non le do agli altri, solo alle persone che voglio io.
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Se si osservano le foto presenti sul tuo blog verrebbe da chiedersi il perché di questa iperesposizione del tuo corpo? È provocazione, marketing o ubbidisce a un bisogno più profondo?
Uso il corpo per sedurre e per giocare. So di piacere e di far presa tramite l'aspetto fisico, sono magnetica. Il mio blog è un concentrato di immagini che colpiscono e di post ironici e leggeri. Non tutti li leggono la maggior parte fa zapping da un blog all'altro, ma le immagini colpiscono e le foto incuriosiscono e alla fine il navigatore è portato a leggere anche il testo. Attiro le persone nel blog come nella vita, il mio telefono squilla spesso e a volte mi rompe rispondere perché se do retta a tutti non ho più tempo né spazio per me. Il blog è un diario personale e quando ne hai uno visibile come il mio devi scrivere pensando ai lettori. Il blog su Libero è nato essenzialmente per comunicare e interagire con gli altri e quindi deve essere necessariamente reso appetibile. E quale mezzo migliore di esporre la mia faccia o il mio corpo?
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Cosa ti aspetti da questi incontri? Solo sesso o vuoi qualcosa d'altro? E gli uomini invece?
Non cerco sesso fine a se stesso, non mi piace fare sesso se il cuore non batte. Lo trovo noioso e non mi dà alcun piacere. Lo pratico quando sono annoiata ma difficilmente mi appaga. Sono incontentabile. In chat spesso uso l'audio e quindi parlo, oppure la webcam. La chat solo testuale mi annoia a morte. Da quando bloggo su Libero, però, ho vari contatti e tutti vogliono vedermi ma non ci riescono. O ci sono ostacoli oppure sono io che mi "smonto" subito. Non do mai una seconda chance a un uomo che mi dà buca. Sono estremamente vendicativa. -->
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26\06\2007
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LA CRISI DEGLI UOMINI
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L'America scopre al cinema la crisi degli uomini demotivati
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L'America scopre un fenomeno in crescita: l'uomo demotivato e fannullone
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N on c'entra l'etnia, non c'entrano i soldi. Sono ricchi o poveri, bianchi o neri, residenti in città o mezzo alle campagne. A unirli è il fatto di non avere ambizioni, se non quelle di ciondolare sulla soglia dei trent'anni ancora nella casa dei genitori, lavorare poco, stare con gli amici e fare sesso (ma senza creare legami). L'America scopre in questi giorni in modo insolito, al cinema, un fenomeno in crescita: l'uomo demotivato e fannullone.
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"Failure to Launch", una commedia romantica che vede Sarah Jessica Parker provarle tutte per "motivare" un Matthew McConaughey bello e insipido, non ha solo centrato l'obiettivo di far soldi al botteghino (64 milioni di dollari nelle prime tre settimane, dopo un debutto al primo posto nella classifica Usa). A quanto pare il film ha toccato un nervo scoperto, facendo emergere una realtà di cui l'America non ha ancora preso pienamente coscienza, che ricorda un po' i "mammoni" all'italiana.Secondo il Census Bureau, un terzo dei maschi tra i 22 e i 34 anni negli Usa vivono ancora a casa con i genitori. Una cifra che rappresenta quasi un aumento del 100% negli ultimi 20 anni, un periodo in cui invece le giovani donne hanno sempre più avviato carriere di successo. La commedia hollywoodiana che conquista gli americani in questi giorni, mostra un McConaughey nei panni di un giovane intelligente e simpatico, un bravo ragazzo che non si mette nei guai, non fuma e non beve, ma è totalmente privo di qualsiasi motivazione nella vita. Intorno a lui ci sono amici che a loro volta continuano a vivere a casa con mamma e papà.
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Dopo aver fatto il college, invece di puntare a carriere ambiziose si accontentano di lavoretti part-time in copisteria o nelle caffetterie di Starbucks. I genitori del "bello e noioso! decidono di provare a sbloccare la situazione assumendo una consulente motivazionale, la Parker, per cercare di cacciarlo di casa attraverso una (finta) relazione sentimentale. Nella vita reale, il ruolo della Parker può non essere molto diverso da quello di Judy Kleinfeld, una professoressa dell'Università dell'Alaska che da anni studia i comportamenti dei giovani maschi americani ed è sempre più stupita dalla loro assenza di grinta e di obiettivi da raggiungere. '' Le ragazze hanno una direzione dove andare, i ragazzi sembrano sperduti '', ha detto la Kleinfeld, sintetizzando i suoi studi.
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Un suo collega, il consulente familiare Leonard Sax, ha scritto un articolo sul Washington Post, prendendo spunto dal film, per lanciare un allarme: ''Che cosa sta accadendo ai nostri ragazzi?''. Secondo Sax, è come se per una larga fetta della popolazione maschile americana il motore che guida le scelte "si fosse bloccato in folle". Sax è anche noto negli Usa per un libro, "Why gender matters", nel quale spiega perché maschi e femmine a scuola beneficiano da un'istruzione separata e da classi divise per sesso, per la diversità di approccio e di capacità di apprendimento che hanno.
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La Kleinfeld, Sax e un gruppo di esperti hanno lanciato un programma di studio, The Boys Project (http://www.boysproject.net/), che punta ad aiutare giovani maschi a sviluppare le loro capacità e raggiungere il potenziale che hanno. Un'idea che segue il successo, nei decenni passati, del Girls Project, che ha aiutato ad aumentare il successo al college delle ragazze e soprattutto le ha spinte ad avere obiettivi precisi nella vita. In assenza di una Sarah Jessica Parker che intervenga per smuoverli dagli ozi domestici, il programma punta quantomeno ad educare scuole e famiglie su come spingere i ragazzi a prendere il largo.
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04\04\2006
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Una nuova identità maschile: l'uomo post-patriarcale
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di Giorgio Cavallari
Ed. Vivarium, Milano, 2001
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I l maschio del terzo millennio si trova di fronte a qualcosa di radicalmente nuovo: la necessità di interrogarsi non solo sulle sue realizzazioni, ma anche su se stesso; la "questione maschile" è irreversibilmente aperta. Il discorso sulla "crisi" del maschile non può che partire dall'analisi della crisi della figura del padre, nella sua risonanza sia collettiva e sociale sia intima e familiare; al tema del padre è dedicato il primo capitolo di questo volume. Nel secondo capitolo vengono discussi i nodi focali del periodo adolescenziale fra cui le trasformazioni corporee, gli aspetti relazionali e sociali, per sfociare nell'evento da ritenersi più significativo: la scoperta, o meglio la riscoperta dell'intensità libidica e del valore strutturante della sessualità e dell'identità di genere. Tale discorso aprirà la via al terzo tema chiave di questo libro, e cioè a quello dell'uomo inteso come parte maschile dell'universo umano, nel suo rapporto con la dimensione femminile: in altre parole l'uomo all'interno della coppia. Il proposito è dunque quello di proporre un itinerario di riflessione che parta dall'uomo-padre, passando attraverso l'uomo-adolescente, per giungere all'uomo-soggetto partecipe di quel mistero che è la coppia, cioè l'incontro fra uomo e donna, quella "conquista dell'Arte" di cui ci ha parlato Jung. Un'immagine si disegna sullo sfondo di tale itinerario: è quella dell'uomo post-patriarcale. Se la "crisi" del maschile del nostro tempo si manifesta in primo luogo con l'ansia, la depressione, lo smarrimento di una identità millenaria, ciononostante essa non deve essere guardata solo in una prospettiva pessimistica. Se gettiamo lo sguardo oltre tali inquietanti sintomi, intravediamo l'affacciarsi di una identità maschile meno unilaterale e granitica, l'immagine di un uomo ancora legato ai caratteri costruttivi e vitali dell'"essere maschio", ma emancipato dagli stereotipi di tale condizione; un uomo capace di esplorare modi nuovi di vivere il rapporto con il femminile, con la natura, con il sapere, e al fondo con i grandi misteri dell'esistenza umana come l'amore, l'aggressività, la generazione.
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«È colpa delle mamme, delle donne in carriera e della Cassazione»
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Il Times: è scomparso il «maschio italiano»
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Secondo una ricerca l'80% dei nostri connazionali si è dichiarato troppo timido per abbordare le donne in vacanza
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LONDRA - Addio, maschio italiano. A celebrare la scomparsa del macho per antonomasia è il Times, in un editoriale semi-serio, intitolato «il singhiozzo italiano». Soffocato dalla mamma che lo ingozza di pasta, bloccato dal politicamente corretto, intimidito da ambiziose femministe in carriera, secondo il quotidiano inglese l'amante latino è scomparso lasciandosi dietro solo vaghi e triti clichè. Ad ispirare il giornale britannico è stata una ricerca apparsa di recente sulla rivista «Riza Psicosomatica» dalla quale è emerso che a soffrire le pene d'amore ormai sono più gli uomini delle donne. Ricordando che in un altro sondaggio l'80% degli uomini italiani fra i 36 ed i 55 anni si era dichiarato troppo timido per abbordare le donne in vacanza, il Times conclude che in Italia c'è una generazione di maschi piagnucolosi dal cuore tenero che si sentono respinti ed usati quando una relazione finisce.
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FINE DEI CLICHE' - A dargli il colpo di grazia, scrive l'editorialista, è stata lo scorso anno la Cassazione quando ha decretato che il pizzico sul sedere è un atto di violenza. «Ma questo - aggiunge - in fondo è stato solo l'ultimo affronto alla presunta sicurezza del sanguigno maschio italiano». Ma non è solo il mito del latin lover ad essere crollato, sono tutti gli stereotipi nazionali ad aver ormai perso significato: «L'identità europea tanta temuta da Margaret Thatcher sta diventando anche troppo reale», scrive il giornale. Tedeschi che schivano il lavoro e si raccontano barzellette ai bordi delle piscine; maschi britannici che cucinano esotici soufflè; donne greche che presiedono consiglio di amministrazione; spagnoli che sorseggiano succhi di frutta nel sole del primo pomeriggio. «Chi possiamo ora prendere in giro per la diligenza, l'ignoranza culinaria, la mancanza di puntualità o la cultura della siesta?», rileva il Times. «È tempo di cambiare - scrive infine il giornale tirando un'ultima frecciata all'Unione europea - i burocrati di Bruxelles dovrebbero emanare le caratteristiche dettagliate del perfetto stereotipo».
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11\01\2005
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SESSO: PER MASCHI ITALIANI SEMPRE PIU' PROBLEMI A LETTO
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ROMA - Meno desiderio e piu' problemi a letto per il maschio italiano che sempre piu' spesso soffre di eiaculazione precoce e di disfunzione erettile. Ma a mettere in crisi il mito del maschio latino e' soprattutto il dato sulla frequenza dei rapporti: il 52,7% ha 1-2 rapporti al mese, solo il 20% 2-3 alla settimana. Uno studio sulla popolazione maschile italiana, condotto dalla Societa' italiana di andrologia in collaborazione con l'Istituto Mario Negri di Milano, ha coinvolto 20 mila uomini fra gli 11 e i 70 anni d'eta', che si sono sottoposti a una visita gratuita dall'andrologo nel corso delle tre precedenti edizioni della Settimana di prevenzione andrologica, dal 2001 al 2003. Da questa ''radiografia'' emerge che il 21,4% del campione (che nel 75,2% dei casi si sottoponeva per la prima volta ad una visita andrologica) lamenta eiaculazione precoce e il 26,4% disfunzione erettile. Nel 28,2% degli uomini con meno di 40 anni e' stato riscontrato un varicocele, mentre nel 13,6% dei casi sono state evidenziate anomalie del pene (frenulo breve, fimosi, flogosi, ipospadia, fibrosita'). Inoltre, nel 52,9% degli ''ultra sessantenni'' e' stata accertato un aumento del volume prostatico. Gli andrologi hanno poi in particolare registrato un aumento della disfunzione erettile, disturbo in crescita e riferita dal 40,5% del campione degli uomini visitati con piu' di 60 anni. I disturbi del desiderio sono in aumento, invece, fra i giovani. 2% e' consapevole del fatto che sia un problema risolvibile. ''L'esperienza tratta dal lavoro di questi ultimi anni - afferma Vincenzo Gentile, Presidente SIA - ha dimostrato come il bacino d'utenza dell'andrologia sia molto ampio e come il Progetto della Settimana della Prevenzione Andrologica abbia fatto conoscere alla popolazione maschile le patologie ad essa correlate, fino a quel momento mai individuate. E' essenziale - continua Gentile - che la societa' civile sia a conoscenza del fatto che le scienze andrologiche comprendono complesse problematiche dall'infertilita' alla contraccezione maschile".
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13\12\2004
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FONTE: Ansa
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VIAGRA, MA DOVE STIAMO ANDANDO A FINIRE?
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N oto come farmaco per curare una specifica malattia, se di malattia si tratta, la cosiddetta "disfunzione erettile", il Viagra nell'ultimo decennio ha conosciuto una diffusione senza limiti: non lo prendono soltanto i nostri arzilli "sessantenni and over", che non vogliono rinunciare (giustamente) ai piaceri del sesso, ma, a quanto pare, anche i ventenni frequentatori delle discoteche. Ma cosa sta succedendo ? Cerchiamo di chiarire. Da una parte ci sono loro, le donne, liberate dalla pillola da ogni timore, fino al punto di affermare (nel 77% dei casi), senza falsi pudori e ribaltando gli stereotipi del passato, di preferire senz'altro il sesso alle coccole ed alla tenerezza, di conseguenza sempre più esigenti in quanto a prestazioni da parte di lui. Dall'altra ci sono i poveri maschietti, cui si propongono come modelli i supereroi, quelli che funzionano sempre, a comando, nelle situazioni più estreme e senza limiti di resistenza. Un mix micidiale nel creare la cosiddetta "ansia da prestazione", timori di inadeguatezza, paura del fallimento. E allora, via con la pillola blu, magari mescolata ad un po' di ecstasy, a formare una miscela tonante, la sexstasy, con l'ecstasy che suscita il desiderio ed il Viagra che garantisce il risultato, alla modica cifra (su Internet e senza prescrizione medica) di 30 Euro. E così il sesso diventa automatico, robotizzato, come infilare il gettone nella feritoia del juke-box . Ci chiediamo come andrà a finire, quando uno di questi ragazzetti dovrà farcela "senza l'aiutino", e cosa ne sappiano dell'amore queste ragazze di oggi, convinte che il sesso sia un fatto puramente meccanico. Noi, ragazzi di una volta, ancora vispi, certamente nello spirito, del Viagra cerchiamo di farne il più possibile a meno.
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Dicembre 2006
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QUANDO L'EREZIONE NON C'E'
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S ono circa 3 milioni in Italia i maschi con problemi legati all'erezione: il 20% della popolazione maschile presenta problemi di eiaculazione precoce mentre i problemi di infertilità riguardano circa 60mila coppie della Penisola. Gli andrologi italiani, negli ultimi due anni, hanno sottoposto a screening durante la "Settimana di prevenzione andrologica" oltre 20mila maschi italiani, tracciando così un identikit dell'uomo medio italiano con qualche problema di funzionalità sessuale: ha poco più di 48 anni, è sposato e con due figli, è alto 1,74 metri, pesa circa 78 chili, ha istruzione media superiore e dichiara di avere rapporti sessuali settimanali.
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Lorenzo Cresci
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20\11\2002
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Sesso: l'80% dei giovani ha il "complesso di Pollicino" senza motivo
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In aumento le richieste di allungamento chirurgico del pene. Secondo gli specialisti, i giovani indicano misure standard, ma pensano di essere sottodimensionati
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ROMA - John Holmes era un caso limite, non certo la norma. È forse il caso di ribadirlo e di rassicurare i giovani maschi italiani in preda alla "sindrome di Pollicino", la paura di avere un pene piccolo. Le dimensioni sembrano infatti preoccupare gli uomini più che in passato. Insicurezza e complessi nascono dal confronto con gli altri, negli spogliatoi della palestra o alla visita di leva, ma nella maggior parte dei casi sono ingiustificati.
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L'80% dei giovani insoddisfatti delle proprie misure, in realtà non ne ha alcun motivo. Eppure, riferiscono gli urologi riuniti a congresso a Roma, le richieste di allungamento del pene sono in aumento. Per sgombrare il campo da false credenze, gli specialisti hanno codificato le misure medie per lui: fra gli 8 e i 9 centimetri a riposo, dai 14 ai 16 cm in erezione, con un diametro di 3-4 cm. È il risultato di un'indagine condotta in 123 centri di urologia in Europa, fra cui molte strutture italiane, negli Usa e in America Latina, con il coordinamento del professor Ulrico Jacobellis, dell'Universita di Bari. La ricerca ha riguardato migliaia di uomini di diverse etnie, compresi molti giovani alla visita di leva, senza patologie genitali.
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«Sono più numerosi che in passato i giovani insoddisfatti delle misure del pene, o forse più disposti a parlare dei loro problemi» spiega Jacobellis, presidente del X Congresso dell'European-American Urological Association. E sembra si tratti di un'insicurezza molto diffusa anche fra i maschi del Sud. Si comincia intorno ai 18 anni, ma non mancano gli uomini sui 50 che arrivano dallo specialista per chiedere l'allungamento dell'organo genitale. Come fa la donna dal chirurgo plastico per avere un seno più prosperoso.
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Per evitare che medici con pochi scrupoli si approfittino di giovani senza necessità d'intervento e per rassicurare una volta per tutte i maschi, è nata l'idea di questa mega-ricerca in tutto il mondo. Il "complesso di Pollicino", infatti, non affligge solo gli italiani. Un pene al di sotto dei 4 cm a riposo e dei 7,5 cm in erezione - chiariscono ora gli specialisti - è da operare. Negli altri casi, maggiore fiducia in se stessi vale più del ricorso al bisturi. (News2000)
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13\10\2003
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APARTHEID
ALLA ROMAGNOLA
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A Riccione una spiaggia riservata alle donne. “Che bello, una vacanza senza uomini tra i piedi”
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B agno 134, lungomare di Riccione, comodo lettino nella spiaggia tutta rosa: un angolo di mondo riservato alle donne. I maschi qui non sono graditi, come segnala il vistoso cartello all’ingresso. «Mi sono fiondata in questo paradiso mollando marito e figlio, una meraviglia»: Cinzia Donati, 43 anni, casalinga milanese dal look distinto, accarezza l’inseparabile Cocki. Gli uomini no, ma i cani sono tollerati. «Vede? È uno stabilimento di classe, pulito, ordinato. Perfetto per noi. Da sole si sta benissimo. Ci si rilassa, puoi leggere o sonnecchiare, pensare senza sentirti chiamare mamma seicento volte. Gli uomini non sono indispensabili». Ma in questo mondo che riserva spazi sempre più importanti alle donne è ancora necessario vivere la vacanza come trasgressione? Cinzia ti pianta addosso uno sguardo deciso: «Sì. Mio marito non mi permette neppure di andare a ballare la sera. Voglio stare per conto mio, incontrare altre donne, confrontarmi, parlare. Qui posso permettermi di non essere perfetta».
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Niente sguardi
Nell’oasi dell’apartheid romagnola si indossa il bikini o ci si mette in topless senza dover respingere sguardi imbarazzanti. Una limata alle unghie, una spazzolata ai capelli. Lontano dal giudizio del mondo, magari con pantaloncini e magliette non intonate. «Scusa, Katia, mi spalmi la crema?». La giornata ti accarezza tra un bagno di sole, un tuffo in mare, una bibita e qualche pettegolezzo. Negli stabilimenti più tradizionali c’è Martina Colombari che gioca con il figlio, munito di secchiello e paletta. Come una mamma qualunque. «Poveretta – commenta Cristina, fisico mozzafiato e tatuaggio sul polpaccio - non può fare un passo che tutti le sono addosso. Pensa che stress. Le consiglieremo di traslocare qui».
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Arriva l’estetista. Manicure, pedicure? Che sballo. Il sole massacra con quei 37 gradi e molta umidità. Ma nulla è fastidioso nella prima spiaggia italiana per sole donne, che non è un rifugio omosessuale. Ecco il parrucchiere, nessun problema se non vuoi partecipare: stai sul tuo lettino che sembra il divano di casa tanto è comodo e ti nascondi dietro il libro. «Caro Diego – attacca Cinzia - mi puoi lisciare i capelli? E mi controlli il colore?».
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In questo moderno gineceo si discorre di tutto, di vestiti, scarpe, moda, prezzi, sesso, amori, famiglia. Momenti femminili. Altro che uomini. «Io li trovo noiosi, il loro argomento preferito è il calcio, il 4-4-2. Sai che interessante!» sbuffa Alice Ghresta, 24 anni, geometra. «Vengo qui per rilassarmi. Dovrebbero mettere un eunuco all’ingresso». Invece c’è un bagnino tutto muscoli con Ray-Ban a goccia, quelli che fanno figo. Ma a vigilare sulla privacy femminile, in quel privé che tanto incuriosisce chi non può entrare, c’è Francesca Ravaglia, 22 anni, bagnina. Con la cuoca, la dj e le animatrici compone lo staff.
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«Da noi non ci sono mosconi. In Romagna per le donne la vita è dura, i maschi non le lasciano in pace - dice - . Qui ciascuno trova il proprio spazio, si “stacca”. Nessuno controlla se hai la cellulite, non devi nasconderla con il pareo, firmato altrimenti sei out. I maschi sono severissimi nei giudizi ma non possiamo essere tutte Miss Italia».
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Miss in trasferta
Una miss però al 134 di Riccione c’è davvero: è Marta Magnani, eletta ad Alassio Miss Muretto, paladina della lotta all’anoressia. L’idea di questo connubio tra la Riviera romagnola e quella ligure è di Francesco Di Biase, promotore dello storico concorso di bellezza, figlio di Luisella Berrino, voce di Radio Montecarlo: «La spiaggia rosa è un primo esperimento nato dalla volontà di portare la filosofia di Miss Muretto in giro per l’Italia. È un nuovo concetto di spiaggia, con servizi dedicati in esclusiva alle ragazze». Ora di pranzo. Sorpresa garantita: menù speciale «per donne». Grasse e magre. Tutto a base di gamberi, salmone, verdure abbinate a pasta, insalate con l’immancabile piadina. Roberta Brescia, 30 anni, bresciana, è lo chef.
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Dopo pranzo il riposo è quasi di rigore. Ci si rianima verso le 16. Al 134, che rimarrà aperto fino a settembre, c’è vita dal mattino alla sera. Hai ancora energie? Ecco il corso di acquagym o la palestra. Per le più pigre lezioni di portamento: proprio come nella Dolce Vita di Fellini. Ci si infila i tacchi, a partire da quelli di 8 centimetri per arrivare al tacco 12, quello delle modelle, delle veline, di chi ama camminare ancheggiando.
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Le arabe
All’improvviso un brusio, lo staff si affretta a montare tende per proteggere una fila di lettini: arriva un gruppo di donne dal Dubai. Sono ricche, viaggiano con autista e scorta, bambini al seguito e baby sitter. Anche le musulmane, qui? Sì, la spiaggia rosa ha una zona interamente dedicate a loro. Il séparè del privè.
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«Riccione offre emozioni e shopping – spiega Luigi Tritelli, proprietario dello stabilimento - ed è sicura. Da noi le donne arabe sono tranquille, fanno il bagno velate come è nei loro costumi». La loro presenza non è gradita da tutte. «Quando noi italiane visitiamo i loro Paesi - protesta Giulia - dobbiamo adeguarci, loro vengono a imporci la legge islamica». Pazienza. Anche questo è business.
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DANIELA COTTO
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23\06\2007
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IL PRINCIPE SUL PISELLO
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Colpa delle donne, troppo belle e potenti. Della pubblicità, che uccide il mistero. Così lui pensa di più al proprio sesso. Con nostalgia
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D icono le statistiche che l'uomo pensa al sesso 206 volte al giorno. E che l'erezione è il risultato finale di un pensiero. Un pensiero ossessivo si direbbe, se questa è la media. Un pensiero che vuole essere soddisfatto con l'eiaculazione. Un pensiero che fa sentire uomo. Forte, potente, maschio. Ma, dicono sempre le statistiche, più di 150 milioni di uomini nel mondo sono colpiti da disturbi proprio lì, al pene. Disfunzione erettile, caduta del desiderio, eiaculazione precoce o ritardata sono le nuove malattie che fanno fremere l'occidente. Che proprio lì siano atterrate le macerie del '900, schiacciando sotto il loro peso quest'organo insieme così potente e così fragile? C'è infatti chi dà la colpa alla fine delle ideologie, alla catarsi di un'era che accompagna mestamente l'inizio del terzo millennio e di un futuro per definizione ignoto, ma che oggi ci sembra ancora più imprevedibile perché il mondo va veloce, troppo veloce, verso la trasformazione o verso la fine. O forse, semplicemente, perché questo futuro riguarda noi che qui viviamo il presente, e che quel domani prossimo venturo non vedremo mai. E dunque non resta che il presente, e concentrarsi su di sé, sul proprio corpo. Corpo di uomo, in questo caso, alle prese con la definizione della propria identità. "Cos'è un uomo?" si chiedevano una volta filosofi e poeti, e si rispondevano assegnando alla mascolinità attributi regali: potenza, forza, aggressività, capacità di concentrazione.
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Maschio è colui che difende la patria, la famiglia, che dà il nome, che è fatto a immagine e somiglianza di Dio. "Cos'è un uomo?", si chiedono oggi medici e sociologi, e rispondono: un pene eretto. Tutto lì? Anche se, a pensarci, non è poi così poco. Per la femmina, gli imperativi biologici di genere sono mestruazioni, gravidanza e allattamento. Per il maschio, è il fecondare. E allo scopo, serve eretto. Ma nulla è più così semplice, nella postmodernità dove persino la procreazione si può fare in un altro modo, e senza l'ausilio di un Dio. Dunque, fine del girotondo. Ma quale sarà il prossimo gioco? Attenti al lupo: è femmina Se una volta il cattivo era sempre il lupo, ora pare che nei suoi panni si nasconda una donna.
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Un donna troppo tra i piedi sul lavoro, in politica, nell'esercito, persino allo stadio. Donne dappertutto, disinvolte e disinibite, che si cimentano in tutti i campi del pubblico, e che spesso sono anche belle. Belle in ufficio, in tailleur, con i bottoni della camicetta slacciati così da mostrare il punto dove nascono i seni. Belle in calzoncini che esibiscono gambe di atleta, rincorrendo una palla nel campo da football. Belle per la strada, con abiti così trasparenti da mostrare le mutandine. Belle da farlo rizzare, belle prepotenti che guardano dritto negli occhi e non solo. Così il maschio le guarda e poi si guarda, proprio lì dove inalbera la sua virilità. Teme che lo scettro del suo potere sia messo a confronto, misurato, valutato. E s'affloscia.
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"Sono io che lo tradisco, ma sono io che sono gelosa. Perché di fatto lui non vuole più fare l'amore con me. Sono sei mesi che stiamo assieme. Lui dice che è normale, che è una questione di appetito sessuale. Ma io so che, in realtà, non gli piacciono le donne. Gli piacciono solo i sui amici", dice Marie, la protagonista di Romance, il film scandalo di Catherine Breillat. E il dramma è che Paul, il personaggio maschile del film, secondo la regista "condivide l'idea che tutti gli uomini hanno delle donne. L'idea che il desiderio che ispirano agli uomini è un'oscenità. Paul rappresenta lo spirito contro la carne, perché rappresenta il mondo maschile. Un mondo che ha inventato la scissione, che non capisce le cose se non divise tra il bene e il male, la colpa e l'innocenza, il bianco e il nero, i buoni e i cattivi, La loro donna, la madre dei loro figli e le altre donne, le amanti". Così Marie, rifiutata nel corpo dal corpo dell'uomo amato, apre il gas, si accerta che Paul sia in camera addormentato, e se ne va. Non aveva più voglia di soffrire sola. Meno male che la guerra tra i sessi doveva essere finita. Ultima frontiera, il corpo Le donne uccidono, si spera solo simbolicamente (ma come non capirle!), mentre gli uomini si sottraggono. Sottraggono il loro prezioso corpo, per coltivare la differenza. Una differenza che sembra avere perso in significato simbolico ma acquistato in muscoli.
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Di ogni tipo e localizzazione, dai pettorali a più in giù. Di recente Salute, il supplemento di la Repubblica, ha promosso a Roma un convegno dal titolo inquietante: Lui, lei e l'impotenza, reso ancora più angoscioso dal sottotitolo Come cambia la sessualità del 2000. Tra i relatori Giampaolo Fabris, ordinario di Sociologia dei consumi allo Iulm (Istituto universitario lingue moderne) di Milano. Lo studioso sostiene che, proprio "mentre le differenze di genere si stanno sempre più assottigliando, l'uomo scopre il corpo come ambito privilegiato della ricostruzione dell'identità maschile". Perché? "Perché è uno degli ultimi luoghi in cui la differenza tra i due sessi risulta ancora evidente e non può essere messa in discussione. Perché tutte le aree che lui riteneva di pertinenza maschile si stanno rivelando non come prodotto della natura, ma della cultura e dell'ideologia. Perché il corpo è l'ultima spiaggia della differenza". Ma il corpo come viene inteso? "Come elemento di seduzione declinato al maschile. Il corpo in forma, muscoloso, prestante. Non è solo una macchina da lavoro ma qualcosa da coccolare, da guardare, da conservare. E un'affermazione di individualità maschile". Che cosa significa? "È il segno della reazione maschile al progressivo assottigliarsi delle differenze sessuali. Un processo che, per lui, significa soprattutto ribaltamento dei ruoli. Per cui, da una parte gli uomini acquistano forza e sicurezza, dall'altra si vedono progressivamente e rapidamente sottrarre il proprio potere o, almeno, parti consistenti di questo".
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Per esempio? "L'esempio paradigmatico è il lavoro: le donne hanno dimostrato con i fatti che l'ambito lavorativo non è affatto naturalmente maschile. Che è possibile, attraverso un supplemento culturale, fare qualcosa che gli uomini credevano spettasse per natura a loro. Per i maschi, a livello profondo, l'emancipazione femminile è temibile, perché dimostra che la differenza sessuale è una questione essenzialmente culturale". E allora? "Allora, se le differenze naturali non esistono, la donna si trasforma nell'immaginario maschile in una sorta di titano, forte e terribile, che suscita soprattutto paura. E violenza". Il vizio della memoria Non è dunque Priapo il nuovo dio della mascolinità. Assistiamo invece allo strapotere di un dio ben più potente e invincibile, che ci schiaccia tutti, maschi e femmine. Così, almeno, assicura l'antropologa Cecilia Gatto Trocchi: "Tutto, oggi, è puro consumo. Se nell'antichità il sesso era il più segreto dei misteri delle dee, oggi tutto è svelato: seni, cosce, persino il pene eretto. E non si tratta di una trasformazione antropologica, ma di una precisa strategia. È infatti il mistero il grande antagonista del consumo, perché la persona che ha una ricchezza interiore non cade nelle spire del mercato. La cui strategia è, appunto, quella di frantumare il legame tra il consumatore e la propria interiorità". Così, in una società dove tutto è esplicitato, non è più il gelato a essere surrogato del sesso. Al contrario, è la carne che rincorre i propri simboli. Sarà vero? "Certo, il consumo ha creato una erotizzazione diffusa", risponde il sociologo Alberto Abruzzese. "Il che significa che tutto quello che una volta era concentrato lì, nel coito, in un atto un po' meccanico e culturalmente assai poco elaborato oggi, grazie alla cultura dei consumi, è più redistribuito.
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Ebbene, si sa che la cultura turba l'istinto". E allora cosa sarà di noi, uomini e donne in crisi di desiderio? "Clonazione, procreazione artificiale, biotecnologie", continua Abruzzese, "tracciano il totale sconfinamento oltre il corpo naturale e, in qualche modo, disegnano un soggetto umano svincolato da tutto quello che storicamente ha riguardato l'essenza dell'uomo, dunque anche la dimensione della sessualità espressa". Insomma, sarebbe in corso una qualche trasformazione antropologica. Se anche non ci farà alieni come il popolo del pianeta Inverno nel libro La mano sinistra delle tenebre, di Ursula Le Guin (ed. Nord), ci porterà però a una sessualità diversa, fatta da uomini e donne con ruoli meno definiti, dai generi più contaminati sino al transgenderismo e all'identità neutra. "In fondo soffriamo per via della memoria", insiste Abruzzese. "Soffriamo, uomini e donne, per una impotenza del desiderio che è l'estrema sopravvivenza di categorie e ruoli validi in un mondo antico. Perché i ruoli di moglie, di amante e la stessa omosessualità non hanno oggi più nessuna corrispondenza con l'organizzazione sociale". Uno, nessuno, centomila "In quell'istante accadde la più strana delle cose. Al termine della conversazione, durante la quale avrei dovuto restare solido come una roccia e sicuro di me, ebbi un'erezione. A volte ho pensato che potrei scoparmi un buco per terra, se la luce fosse quella giusta", scrive John Ramster in Un uomo per amica (ed. La Tartaruga). Tutto nel più normale stereotipo del maschile dunque... e invece no. Perché il protagonista del romanzo che fa questa bieca riflessione da macho è un omosessuale che, guarda caso, desidera una donna, anzi l'ama, anzi ci farà un figlio e continuerà a desiderare anche i maschi.
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I generi si sdoppiano all'infinito. La sessualità si fa transgenere, virtuale, sadomaso, pornografica. Tutto quello che riusciamo a immaginare si può fare, è ammesso. Fino, chissà, all'estremo piacere dell'impotenza. Una forma masochista del desiderio. Ma poiché c'è tutto, c'è anche il suo contrario. La rivendicazione, anche un po' becera, del maschile stereotipato alla Smith & Doe in Quello che gli uomini non vogliono far sapere alle donne (ed. Pratiche). Dove il maschio è l'orgoglioso nemico, quello che scopa e scopa e scoperebbe ancora tutte, basta che respirino. Se non ci fossero moglie e fidanzate a fare la guardia, rigide e impettite come i carabinieri di Pinocchio. Donne che fanno paura. "Paura del materno", spiega Chiara Simonelli, docente di Psicologia e psicopatologia del comportamento sessuale all'Università La Sapienza di Roma. "L'uomo teme la fusione, l'eccessiva vicinanza. Essere maschio vuol dire essere rigido, in erezione, potente e autonomo. Per cui lasciarsi andare, perdere il controllo, abbandonarsi è come arrendersi al nemico". E così queste donne troppo potenti vanno tenute alla larga, ridimensionate, ricondotte al loro ruolo di "buco nella terra".
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Purché ci sia la luce giusta. Tutto cambia, nulla cambia Farebbero sesso, certo, se ci riuscissero. Ma sembra che il "lui" di moraviana memoria non ne abbia tanta voglia. Dice di no, non ce la fa. Stress, ansia da prestazione, età, medicine e malattie: tutto coopera affinché l'orgoglioso uccello del maschio voli basso. Colpa delle femmine, dicono con astio i maschi di buona famiglia, ottimi borghesi dal cuore acido e il pene in panne. E si sottraggono, gonfi solo di orgoglio. Adesso avranno anche i loro giornali, come noi. Hanno grande successo in occidente. Si chiamano FHM, o GQ, o Maxime. Mondo maschio! Giusto per carità. Giusto anche che l'uomo scopra che il privato è politico, come noi ragazze abbiamo detto da tempo. Giusto desiderare un corpo di donna, visto che a noi piacerebbe molto ricambiare. Se non fosse che troppe statistiche che misurano testicoli, testosteroni e altro sembrano a volte come il pubblico che spia il privato, lo viviseziona, lo spoglia, lo mette in vetrina e ne smussa così le punte eversive, quelle che segnano il cambiamento. Come se il nostro corpo fosse solo un insieme di organi, esposti in una bottega di macellaio. L'orgoglio maschile, forse, non va nel senso del tempo, ma si sottomette alle regole del consumo che lo vogliono più muscoli che cervello, riportandolo così allo stereotipo di sé. A quel maschio satiro che fa l'amore come uno stupro, altrimenti si sottrae. Un maschio senza cuore.
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31\08\1999
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LA SVIRILITA'
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I l Sildenafil (Viagra) è stato inserito fra le 100 scoperte più importanti del XX secolo. Viene ad essere così confermato il valore della attuale ricerca farmacologica, ma non possiamo ignorare che segnala anche il preoccupante aumento della impotenza erettile. Ciascuna cultura, infatti, produce le sue malattie e quindi ciascuna cultura produce le sue terapie.
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D’altra parte il ‘900 non ha prodotto solo l’aumento rilevante del deficit erettile e quindi il Viagra. Il ‘900 è stato un secolo iconoclasta che ha abbattuto ideologie e certezze non sempre riuscendo nella ricostruzione e fra le sue vittime riconosciamo anche la sessualità che proprio in quel secolo è nata come concetto, si è emancipata dalla norma riproduttiva, ma non ha trovato poi riferimenti capaci di superare la crisi. Si sono così evidenziati e prodotti comportamenti sessuali disadattivi e patologici. Fra i più noti e sempre più frequenti ricordiamo l’eiaculazione precoce che ha cominciato ad essere considerata segno di malattia nei primi anni del secolo (in quegli anni Amantea introdusse l’uso delle pomate anenstetiche da applicare al glande prima del coito); l’anorgasmia femminile di cui si è iniziato a ragionare seriamente solo dopo il 1920 e per la quale sono state tentate terapie ormonali ed escogitate diverse varianti di trattamenti psicoterapeutici; la patologia del desiderio comparsa nello scenario clinico dopo gli anni ottanta e per la quale non abbiamo ancora individuato soddisfacenti interventi curativi.
D’altra parte il ‘900 non ha prodotto solo l’aumento rilevante del deficit erettile e quindi il Viagra. Il ‘900 è stato un secolo iconoclasta che ha abbattuto ideologie e certezze non sempre riuscendo nella ricostruzione e fra le sue vittime riconosciamo anche la sessualità che proprio in quel secolo è nata come concetto, si è emancipata dalla norma riproduttiva, ma non ha trovato poi riferimenti capaci di superare la crisi. Si sono così evidenziati e prodotti comportamenti sessuali disadattivi e patologici. Fra i più noti e sempre più frequenti ricordiamo l’eiaculazione precoce che ha cominciato ad essere considerata segno di malattia nei primi anni del secolo (in quegli anni Amantea introdusse l’uso delle pomate anenstetiche da applicare al glande prima del coito); l’anorgasmia femminile di cui si è iniziato a ragionare seriamente solo dopo il 1920 e per la quale sono state tentate terapie ormonali ed escogitate diverse varianti di trattamenti psicoterapeutici; la patologia del desiderio comparsa nello scenario clinico dopo gli anni ottanta e per la quale non abbiamo ancora individuato soddisfacenti interventi curativi.
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Nel XX secolo abbiamo dunque assistito ad un progressivo deterioramento della attività sessuale al quale si è risposto con terapie sempre più specifiche e spesso efficaci. Terapie di natura chirurgica, farmacologica, ed anche psicologica; proprio alla psicologia infatti si devono le cosiddette nuove terapie sessuali entusiasticamente proposte negli anni settanta e successivamente migliorate e riconosciute come un valido aiuto nelle diverse disfunzioni sessuali. Tuttavia l’insieme dei presidi terapeutici non ha impedito la crisi in atto e, come dicevamo, sono ancora incapaci di fronteggiare l’abbandono della vita sessuale che la assenza di desiderio sta provocando.
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Parliamo quindi di svirilità un neologismo in cui all’esse privativa viene affidato il compito di rappresentare la compromissione dell’essere virile che si esprime anche e tangibilmente nel deficit erettile, luogo simbolico della virilità.
Parliamo quindi di svirilità un neologismo in cui all’esse privativa viene affidato il compito di rappresentare la compromissione dell’essere virile che si esprime anche e tangibilmente nel deficit erettile, luogo simbolico della virilità.
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Il fallo infallibile, rappresentante del maschio dominatore, è sull’orlo di una disfatta storica e culturale e si identifica sempre più con un fallo fallato. Curioso destino di un organo privilegiato dall’elaborazione simbolico-culturale che per secoli ha guidato l’osservazione scientifica contribuendo a mantenere false conoscenze, ad alimentare il mito della virilità e a rappresentare il potere maschile, il penis power.
Il fallo infallibile, rappresentante del maschio dominatore, è sull’orlo di una disfatta storica e culturale e si identifica sempre più con un fallo fallato. Curioso destino di un organo privilegiato dall’elaborazione simbolico-culturale che per secoli ha guidato l’osservazione scientifica contribuendo a mantenere false conoscenze, ad alimentare il mito della virilità e a rappresentare il potere maschile, il penis power.
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Non si può qui non ricordare come la nostra cultura per oltre due millenni ha regolato i rapporti uomo-donna e tutto ciò che essi comportano (affetti, vita sessuale, gerarchie familiari e sociali) all’insegna del genitale unico, del penis power. Le radici della supremazia maschile sostenuta anche dall’interpretazione dell’anatomia genitale sono infatti lontane: la medicina greca riteneva che esistesse un unico genitale normale - quello maschile - al quale doveva riferirsi il genitale femminile che per ragioni di errato sviluppo era incompiuto e “invaginato” dentro il corpo.
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Non si vogliono oggi negare l’esistenza di analogie e parallelismi: il fatto stesso che genitali maschili e femminili si differenzino dalle stesse strutture embriologiche comporta una qualche uguaglianza, ma la interpretazione culturalmente determinata che gli uni siano una copia malriuscita degli altri, ha travalicato il semplice dato anatomico dominando anche il sapere medico almeno fino al ‘700 quando in anatomia si è cominciato ad abbandonare il principio del genitale unico per affermare l’esistenza di due genitali iscrivendosi nel processo culturale che ha dato inizio al riconoscimento della diversità, concetto che tuttavia richiederà altri due secoli per essere definito e consolidato.
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La convinzione che esistesse un unico, normale e compiuto genitale è uno di quei trabocchetti in cui è stata intrappolata l’osservazione scientifica, ma non senza ragione, le conoscenze anatomiche che la sostengono oltre a male interpretare le analogie si pongono come trasposizione scientifica di un vissuto infantile: esiste un unico genitale ed è quello che si vede, l’uomo e quindi i bambini maschi ne sono dotati, le donne non avendo nulla di visibile, non possiedono genitali.
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La presenza o l’assenza dei genitali esterni è stata determinante nel formare il primo sapere sessuale e quindi nel dare forma all’identità maschile e femminile. Su tale presenza-assenza una cultura altrettanto bambina ha potuto costruire il mito della virilità: del fallo-unico agente della riproduzione, del fallo-grande quale rappresentante della forza e del potere, del fallo-amuleto dal valore apotropaico e terapeutico. Ma il fallo ha anche un altro attributo che è quello di provocare piacere (potere erotogeno). Si ricordi ad esempio la diffusa convinzione che sia la donna a dover essere iniziata ai piaceri del sesso dalle abilità amatorie del partner, mentre si afferma, e lo si scriveva anche nei testi di divulgazione medica, che non esistono donne frigide, ma uomini incapaci. Non solo ma possiamo notare che è in nome dei poteri erotogeni del fallo che l’eiaculazione precoce è diventato sintomo: fino a quando le donne oneste non avevano diritto al piacere, ma solo alla fecondazione, la rapidità del coito era considerata una abilità in quanto espressione di passione, eccitabilità, efficacia, quando però sono state legittimate le richieste sessuali della donna onesta, l’uomo, per poter mantenere il suo ruolo dominante, si è visto costretto a soddisfarne le esigenze e non pochi hanno così scoperto la propria inadeguatezza.
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La svirilità nasce da una crisi culturale che ha messo in discussione il modello androcentrico come riferimento normativo. Modello che nell’ambito dell’attività sessuale si compendiava nella triade erezione-eiaculazione-riproduzione identificandosi con l’ideologia efficientista del fare (homo faber) e ponendo in secondo piano i valori dell’essere (homo ludens) secondo il principio per il quale sono perché faccio e non faccio perché sono.
La svirilità nasce da una crisi culturale che ha messo in discussione il modello androcentrico come riferimento normativo. Modello che nell’ambito dell’attività sessuale si compendiava nella triade erezione-eiaculazione-riproduzione identificandosi con l’ideologia efficientista del fare (homo faber) e ponendo in secondo piano i valori dell’essere (homo ludens) secondo il principio per il quale sono perché faccio e non faccio perché sono.
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Molte possono essere le ragioni della crisi, ma siamo così immersi in questo processo che stentiamo a riconoscerne la causa o le cause principali, possiamo solo sottolineare gli eventi più significativi:
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a) la progressiva compromissione del valore riproduttivo della sessualità che si è preteso sostituire con i valori erotico relazionali i quali però non hanno trovato ancora una adeguata realizzazione. Nel modello che rappresenta l’ideale femminile infatti troviamo ancora la maternità, che pur ridimensionata rappresenta il residuo più rappresentativo della sessualità, mentre dobbiamo riconoscere che il piacere non ha assunto un determinante valore identificativo. Imitando l’efficienza maschile la donna si è fatta più libera e attiva, ma la presenza di comportamenti che un tempo sarebbero stati giudicati intemperanti e trasgressivi viene dimensionata dal facile e frequente abbandono come testimonia la sempre più frequente compromissione del desiderio e quindi della conseguente attività sessuale.
a) la progressiva compromissione del valore riproduttivo della sessualità che si è preteso sostituire con i valori erotico relazionali i quali però non hanno trovato ancora una adeguata realizzazione. Nel modello che rappresenta l’ideale femminile infatti troviamo ancora la maternità, che pur ridimensionata rappresenta il residuo più rappresentativo della sessualità, mentre dobbiamo riconoscere che il piacere non ha assunto un determinante valore identificativo. Imitando l’efficienza maschile la donna si è fatta più libera e attiva, ma la presenza di comportamenti che un tempo sarebbero stati giudicati intemperanti e trasgressivi viene dimensionata dal facile e frequente abbandono come testimonia la sempre più frequente compromissione del desiderio e quindi della conseguente attività sessuale.
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Facilmente a questo si obietta ricordando la grande quantità di notizie e argomentazioni di cui è oggetto la sessualità nei nostri media e dell’impressione di una realtà sociale particolarmente erotizzata, ma si deve notare che la rivalutazione del gioco e del piacere è stata facilmente fagocitata dal sistema economico e opportunamente strumentalizzata per cui le uniche manifestazioni sessuali che hanno subito un incremento sono quelle che si prestano ad uno sfruttamento commerciale: prostituzione, pornografia, turismo sessuale, club per coppie scambiste, dark club, pedofilia, ecc.
Facilmente a questo si obietta ricordando la grande quantità di notizie e argomentazioni di cui è oggetto la sessualità nei nostri media e dell’impressione di una realtà sociale particolarmente erotizzata, ma si deve notare che la rivalutazione del gioco e del piacere è stata facilmente fagocitata dal sistema economico e opportunamente strumentalizzata per cui le uniche manifestazioni sessuali che hanno subito un incremento sono quelle che si prestano ad uno sfruttamento commerciale: prostituzione, pornografia, turismo sessuale, club per coppie scambiste, dark club, pedofilia, ecc.
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b) il graduale abbandono delle posizioni subalterne rivestite dalla donna, le sue conquiste nel campo del lavoro e del sociale hanno diversamente dimensionato la femminilità. Mentre la donna è indirizzata all’acquisizione di una identità (acculturata, libera, autonoma, moderatamente materna, non asservita al matrimonio o ai figli, ecc.) data come certa, l’uomo deve confrontarsi con una identità maschile in disarmo, risultandone disorientato: perseguitato da un anacronistico ideale di efficienza sperimenta più facilmente la impotenza del suo ruolo e del suo sesso e si rifugia spesso in atteggiamenti infantili e dipendenti dove non trova spazio l’attività sessuale - quindi la necessità di dimostrarsi capace - quando non esplode in forme di violenza.
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c) dopo gli anni settanta si sono andate diffondendo idee e realizzati comportamenti che nel loro insieme hanno messo in opera una pacifica ma non per questo indolore, rivoluzione sessuale: la contraccezione ha conquistato la piena legittimità; la verginità femminile ha perso valore e significato; i rapporti prematrimoniali sono diventati sempre più possibili e frequenti; le diverse tecniche erotiche (rapporti orali, anali, posture particolari, uso di vibratori, ecc..) sono state proposte come alternative normali, possibili se non doverose; i rapporti fra adolescenti si sono incrementati del 100%; l’omosessualità - cancellata nel 1973 come malattia - si è andata affermando come caratteristica della persona e non più come perversione (analoga accoglienza sembra essere negli ultimi tempi riservata al transessualismo); il divorzio e l’aborto sono stati oggetto di una liberalizzazione legale; la convivenza si è affiancata al matrimonio e la sua legittimità vuole essere allargata alle unioni omosessuali; lo sviluppo tecnologico ha favorito scambi (v. internet) e seduzioni (sesso virtuale) ancora imprevedibili nei loro effetti; il divenire società multietnica ha ulteriormente compromesso la certezza dei valori e dei modelli comportamentali propri della tradizione, ecc. ecc.
c) dopo gli anni settanta si sono andate diffondendo idee e realizzati comportamenti che nel loro insieme hanno messo in opera una pacifica ma non per questo indolore, rivoluzione sessuale: la contraccezione ha conquistato la piena legittimità; la verginità femminile ha perso valore e significato; i rapporti prematrimoniali sono diventati sempre più possibili e frequenti; le diverse tecniche erotiche (rapporti orali, anali, posture particolari, uso di vibratori, ecc..) sono state proposte come alternative normali, possibili se non doverose; i rapporti fra adolescenti si sono incrementati del 100%; l’omosessualità - cancellata nel 1973 come malattia - si è andata affermando come caratteristica della persona e non più come perversione (analoga accoglienza sembra essere negli ultimi tempi riservata al transessualismo); il divorzio e l’aborto sono stati oggetto di una liberalizzazione legale; la convivenza si è affiancata al matrimonio e la sua legittimità vuole essere allargata alle unioni omosessuali; lo sviluppo tecnologico ha favorito scambi (v. internet) e seduzioni (sesso virtuale) ancora imprevedibili nei loro effetti; il divenire società multietnica ha ulteriormente compromesso la certezza dei valori e dei modelli comportamentali propri della tradizione, ecc. ecc.
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La crisi del fare ha probabilmente molteplici cause, ma di certo non può essere recuperata cercando di rianimare il modello androcentrico. Quando si dice che nel nostro paese ci sono 3 milioni di impotenti di cui solo 400.000 ricorrono alle cure disponibili, non possiamo affrontare la situazione solo incentivando la campagna promozionale affinché tutti i restanti due milioni e seicentomila si rivolgano al medico. Se ci sono due milioni e seicentomila uomini rassegnati alla loro impotenza o addirittura affezionati ad essa e comunque che non fanno nulla o quasi per uscirne, occorre chiedersi perché. Altrettanto possiamo dire per l’anorgasmia femminile che da un lato si riconosce essere presente nel 50% della popolazione femminile e dall’altro non fa registrare una corrispondente percentuale di domanda d’aiuto: nella nostra esperienza clinica su cento pazienti solo venti sono donne prevalentemente sofferenti di vaginismo.
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Gran parte degli strumenti terapeutici di cui possiamo disporre sono nati e vengono applicati in osservanza del modello androcentrico, con essi si cerca di invertire la rotta della crisi partendo dal fallo fallato per recuperare il fallo infallibile. Tale operazione tuttavia non riscuote il successo sperato. Intervenire con medicine e tecniche di cura che hanno come riferimento il modello androcentrico non sembra soddisfare oltre l’80% degli impotenti e il divario fra impotenti rassegnati/affezionati e impotenti che si curano sembra essere dovuto proprio ad un errore di strategia terapeutica.
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Forse occorre identificare altri valori e richiami normativi, forse dobbiamo abbandonare l’obbligo della prestazione efficiente per scoprire il piacere dello scambio, forse dobbiamo costruire un universo simbolico dove la dominante sia rappresentata dalla possibilità di essere e non dall’obbligo del fare. Forse, uomini e donne, dobbiamo rinunciare al penis power posseduto o invidiato riconoscendo più realisticamente il power penis e quindi la necessità di ridefinire nella consapevolezza dei propri limiti e nella accoglienza dell’altro i modelli valoriali che possano guidare la formazione dell’identità e favorire il vivere sessuale.
Forse occorre identificare altri valori e richiami normativi, forse dobbiamo abbandonare l’obbligo della prestazione efficiente per scoprire il piacere dello scambio, forse dobbiamo costruire un universo simbolico dove la dominante sia rappresentata dalla possibilità di essere e non dall’obbligo del fare. Forse, uomini e donne, dobbiamo rinunciare al penis power posseduto o invidiato riconoscendo più realisticamente il power penis e quindi la necessità di ridefinire nella consapevolezza dei propri limiti e nella accoglienza dell’altro i modelli valoriali che possano guidare la formazione dell’identità e favorire il vivere sessuale.
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Giorgio Rifelli
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Gennaio 2006
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La British Airways vieta agli uomini di sedersi accanto ai bambini
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L a British Airways è stata accusata di trattare tutti i passeggeri maschi come potenziali pedofili dopo che è stato reso noto che la compagnia vieta ai bambini di sedersi accanto ai passeggeri maschi sconosciuti, persino quando gli stessi genitori del bambino sono sullo stesso volo.La bizzarra norma è venuta allo scoperto quando una bambina di 9 anni è stata fatta spostare dal suo posto accanto ad un uomo di 76 anni e sua moglie durante un volo da Malaga a Londra.
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Nel frattempo la madre è stata fatta sedere dalle hostess accanto al giornalista in pensione Michael Kemp e sua moglie Frances, nel mentre che la bambina veniva spostata nei sedili in fondo all'aereo.La Sig.ra Kemp prenotò un posto nei sedili laterali per avere un pò di spazio extra per far riposare una gamba in cattive condizioni. Ma quando l'Airbus A320 ha iniziato a riempirsi, le è stato chiesto di scambiare il suo posto con quello del marito, di modo che lei, e non lui, si sarebbe trovata a sedere accanto alla bambina.
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A questo punto la Sig.ra Kemp si è gentilmente rifiutata, spiegando alla hostess di aver prenotato un posto di fianco al corridoio per stare più comoda durante il viaggio di 3 ore.Allora il Sig. Kemp si è offerto di spostarsi nel sedile di fianco alla finestrella, in modo che la bambina potesse sedersi fra lui e sua moglie, ma la hostess ha risposto che sarebbe comunque stato contro il regolamento della British Airways, messo in atto per il benessere dei bambini.
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Il Sig. Kemp, originario di Kensington, West London, ha dichiarato la scorsa notte:"La madre della bambina ha fatto sedere la figlia nel sedile di fianco alla finestrella e me, e poi è andata a sedersi più avanti in un altro sedile. Quando tutti erano seduti, la hostess ha chiesto a mia moglie se si sarebbe potuta sedere accanto alla bambina.Frances le ha spiegato che non si poteva muovere e quindi ho pensato che avrei risolto il problema spostandomi e facendo sedere la bambina fra me e mia moglie.
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E con mia grande sorpresa, la hostess ha detto che la British Airways ha una regola che vieta ogni bambino non accompagnato di età inferiore ai 16 anni di sedersi accanto ad un passeggero di sesso maschile, persino quando c'è una donna nel sedile di fianco.La discussione è continuata per parecchi minuti ma la hostess si è rifiutata di cedere nella sua richiesta, e ha detto che l'aereo non sarebbe partito finchè questo problema non fosse stato risolto. L'ho sentita borbottare ad una collega che tutti i passeggeri sarebbero stati fatti sbarcare dall'aereo.
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Non sembrava per niente imbarazzata, anzi sembrava irritata per il fatto che si stava perdendo tempo. L'intera faccenda ha creato molto disagio, e tutto ciò si sarebbe potuto evitare se solo la British Airways avesse individuato il problema quando abbiamo prenotato il biglietto."Michele Elliot, la direttrice dell'organizzazione di beneficienza per bambini Kidscape, e famosa attivista per la tutela dei minori, ha dichiarato di esser rimasta sbalordita da questa regola della British Airways.
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"E' completamente assurdo. Stigmatizza tutti gli uomini come potenziali molestatori", ha dichiarato la Elliot."Che tipo di messaggio manda ai bambini una regola simile - che nessun uomo è degno di fiducia ? Anche le donne abusano i bambini. Qui c'è una assoluta mancanza di buon senso." L'aereo era usato dalla GB Airways, un partner commerciale della British Airways.Un portavoce ha dichiarato:
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"Come compagnia aerea con un obbligo di attenzione verso i nostri clienti, è nel nostro regolamento assicurarci che, ove possibile, nessun minore non accompagnato sieda di fianco a maschi adulti. Ci scusiamo se il Sig. Kemp si è sentito offeso dalla nostra richiesta, ma dobbiamo bilanciare i bisogni del bambino con quelli dell'adulto. Il regolamento è in atto come precauzione e nel migliore interesse e benessere dei bambini che viaggiano da soli."
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04\11\2006
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FONTE: Daily Mail
TRADUZIONE: Antifeminist.altervista.org
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UN MASCHIO ITALIANO SU TRE NIENTE SESSO, TROPPO STRESS
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«Mi spiace, ho mal di testa». La più classica delle scuse femminili diventa appannaggio dei maschi italiani: secondo un'indagine svolta dal «Centro studi della coppia» su un campione di 1300 uomini, i motivi del diniego sempre più frequente sono lo stress (58% dei casi), l'ansia da prestazione (43%), la stanchezza (42%) e il disinteresse per la partner (5%). Le donne, però, non demordono e, spesso, costringono il marito – contro il suo volere – ai «doveri coniugali»: un italiano su tre è in balia del volere e delle voglie muliebri. Il risultato di tanto ardore femminile è che anche i tempi del rapporto si sono accorciati: da 35 a 8/10 minuti di media. Colpa, secondo il sessuologo Willy Pasini, della cosiddetta nuova parità: più le donne si affermano in società, mettendosi in competizione con l'uomo, e più il macho si affievolisce.
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ANNO: \\\
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FONTE: \\\
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Lo sostiene una nuova ricerca australiana condotta da una delle maggiori società di assicurazione auto
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Donne e incidenti stradali: meno pericolose degli uomini
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L e donne al volante? Forse più lente e meno scattanti, ma sicuramente anche meno pericolose rispetto agli uomini. A confermarlo, ancora una volta, è una nuova ricerca australiana condotta da una delle maggiori società di assicurazione auto, la Aami. Un sondaggio telefonico di circa 4.200 automobilisti, combinato con un'analisi delle denunce di incidenti, indica che l'84 per cento degli uomini sono stati coinvolti in incidenti contro il 77 % delle donne.
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"I dati delle denunce mostrano che gli incidenti degli uomini tendono ad essere più gravi", ha spiegato il portavoce della Aami, Geoff Hughes. "Hanno una maggiore probabilità di essere coinvolti in scontri frontali, ribaltamenti e incidenti causati da perdita di controllo, oltre a collisioni con pedoni, ciclisti e animali".
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Le donne invece sono causa di incidenti assolutamente meno gravi, come la classica marcia indietro contro oggetti fermi. E le conclusioni concordano con le statistiche delle lesioni riportate: gli uomini hanno una probabilità tripla rispetto alle donne di restare uccisi sulle strade, e la tendenza e in via di peggioramento.
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Lo psicologo John Cheetham, intervistato dalla radio Abc, non è sorpreso dei risultati. "La consapevolezza di sé e la responsabilità sociale tendono a essere più pronunciate fra le donne, mentre gli uomini sono biologicamente più aggressivi, più impazienti e più portati a oltrepassare i limiti. Le donne usano più parti del cervello per svolgere i compiti, e le differenze fra i sessi nell'elaborazione neurologica tendono a favorire le donne".
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02\05\2007
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La sindrome del righello
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La maggior parte degli uomini pensa di avere il pene troppo piccolo. E un congresso medico codifica le misure "giuste".
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S i chiama "Sindrome di Pollicino" e affligge la maggioranza assoluta dei maschi. E non solo quelli italiani. E' la convinzione (o il timore) di avere l'organo sessuale troppo piccolo. E' quanto emerge dal decimo congresso dell' European Urological Association che si è tenuto a Roma durante il quale è stata presentata una nuova e ampia indagine in campo andrologico, condotta in 123 centri urologici europei. Questa ricerca ha dato come risultato un triste verdetto: gli uomini non sono affatto contenti delle misure del proprio pene. In realtà, invece, la maggior parte dei maschi ha misure che rientrano nella norma (codificate proprio in occasione del congresso di Roma in 8-9 centimetri a riposo, 14-16 in erezione. Diametro: 3-4 centimetri).
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La maggior parte degli uomini è afflitta da un tormento perenne: dottore, sarò normale? Sarò un maschio che soddisfa? Il fenomeno va letto come un desiderio, da parte maschile, di essere rassicurati sulle misure, sulle fantasie e sulle prestazioni.Al secondo posto, tra le richieste dell'uomo, c'è un bisogno di informazioni sessuali varie.
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Incredibilmente, solo al terzo c'è la problematica relazionale. "Questo dato ci ha fatto molto riflettere perché se è pur vero che in aiuto all'uomo è arrivato il Viagra, è anche vero che per un buon rapporto sessuale non serve solo la prestazione".Questo forse è ciò che più colpisce: la priorità sembra essere riconosciuta a 'problematiche' di tipo fisico piuttosto che affettivo; molti, evidentemente, confondono sesso e sessualità, prestazioni e relazioni.
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27\03\2007
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Classi miste addio?
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In Germania e negli Usa, scuole differenziate per l'eguaglianza tra i sessi
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L' aggressività dei ragazzi inibisce la creatività delle ragazze. È questa la conclusione alla quale sono giunti i pedagogisti tedeschi. Da tempo in Germania si discute se sia il caso o no di ripristinare la divisione dei sessi nelle scuole, e alcuni Länder hanno già introdotto un codice che autorizza gli istituti a separare maschi e femmine per alcune materie, tra cui Fisica, Chimica e Informatica. È infatti soprattutto durante queste ore di lezione che i maschi sembrano creare problemi alle loro compagne. I loro voti più alti non sarebbero dovuti a una maggiore predisposizione, ma al fatto che intimidiscono le ragazze. La tesi sembra confermata da alcuni esperimenti condotti nel liceo Thomas Mann di Berlino, dove si è deciso di dividere gli allievi durante la lezione di Informatica: una volta al riparo dalla competitività dei ragazzi e dalle loro frasi denigratorie come "le donne di computer non capiscono niente", le ragazze hanno raggiunto gli stessi risultati dei loro compagni. L'eguaglianza dei sessi e dunque le pari opportunità che la scuola mista avrebbe dovuto garantire, vengono smentite anche dalle successive scelte di studio e di lavoro.
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Sempre in Germania, le scuole superiori miste non hanno fatto aumentare il numero di iscrizioni femminili alle facoltà di Ingegneria, Scienze naturali e Informatica, che rimangono dominio degli uomini. Anche in questo caso a determinare le scelte non sarebbero tanto le vere aspirazioni delle donne, ma l'assunto implicito del mondo accademico: "Gli uomini sono più portati ad affrontare la matematica, le ragazze invece la letteratura". Se i tedeschi stanno solo pensando alla separazione, gli americani da tempo sono passati ai fatti. Sono 58 le università per sole donne. Tra queste, primeggia il Wellesley College nel Massachusetts, che tra le sue studentesse contava un tempo anche la first lady Hillary Rodham Clinton. Queste scuole femminili, che a partire dagli anni Novanta hanno registrato un vero e proprio boom delle iscrizioni, hanno la fama di preparare meglio le donne ad affrontare la competitività sul lavoro. Una fama confermata dai dati: un quarto delle deputate al Congresso di Washington ha frequentato un college femminile, e una donna manager di successo su tre, negli Stati Uniti, ha studiato in una di queste università. E in Italia, sarebbe possibile ritornare a classi separate? "Penso che da noi ci siano problemi più urgenti da affrontare", dice Domenico Starnone, insegnante e autore di libri sulla scuola. "Il razzismo, per esempio. Comunque, potrei concepire un ritorno alla divisione solo se fosse in funzione di una riappropriazione dei ruoli. Ma in Italia c'è una grande differenza rispetto alla Germania: da noi sono i maschi a fare più fatica a scuola. La divisione per sessi potrebbe essere interessante se aiutasse a riappropriarsi dei rispettivi ruoli sessuali. Ma non dovrebbe ovviamente mancare il continuo confronto. Se ciò avvenisse, quello che un tempo era arretratezza si trasformerebbe in una grande innovazione".
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Andrea Affaticati
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21\05\1996
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Uomini: una specie sotto esame
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Dietrich Schwanitz
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Casa Editrice Corbaccio
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Come possono comprendersi e amarsi uomini e donne se la loro natura, così radicalmente differente, li porta ad avere modelli comunicativi tanto diversi? Da questa "amara" constatazione Schwanitz trae un’analisi brillante e profonda dell’universo maschile in relazione a quello femminile rivelando la crisi attuale dell’identità maschile e analizzandone le componenti biologiche e psicologiche, per riformulare il dialogo uomo-donna. Controverso, ironico, divertente, talvolta impietoso, un libro che offre risposte, spiegazioni e… speranza.
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I BAMBINI MASCHI SONO STUPIDI
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Il calendario ufficiale 2008
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Maschi ticinesi sull’orlo di una crisi di ....
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In uno studio locarnese di andrologia si rivolgono almeno cinque uomini al giorno con problemi e turbe sessuali: dalla sindrome di pollicino, all'eiaculazione precoce, dalle malattie veneree all'ansia da prestazione. "Un fenomeno in crescita" per l’andrologo Stefano Gilardi "ma troppo spesso le paure sono immotivate. Di sesso se ne parla troppo e male”.
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LUGANO - In coda dall'andrologo per ottenere prestazioni sessuali migliori, informazioni su misure genitali con il desiderio di sentirsi dire di far parte della cosiddetta "normalità". Il fenomeno del maschio che bussa alla porta dell'andrologo è in continuo aumento. A denunciare il fenomeno è un esperto del settore come il dottor Stefano Gilardi, medico locarnese, dermatologo e andrologo. Nel suo studio ogni giorno si presentano almeno cinque maschi tormentati da un problema sessuale sia di natura fisica che psicologica. "Ciò che ho riscontrato attraverso il mio lavoro quotidiano è che negli ultimi anni l'aumento è stato considerevole. Oggi andare dall'andrologo non è un più un tabù. Se da una parte è aumentato il numero degli uomini che si rivolge al medico, dall'altra fortunatamente non è aumentato il numero delle patologie. Gli uomini dunque escono dallo studio medico con rassicurazioni più che con terapie".
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Non solo anziani, ma anche giovani
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I problemi legati alla sessualità sono molto più diffusi di quanto si creda. Solo per quanto riguarda le disfunzioni erettili si calcola che in Svizzera ne siano colpiti più di 300'000 uomini. Tra loro non solo uomini di età avanzata, ma anche giovani. "Sono due le categorie di persone che si rivolgono dal medico. Da una parte ci sono gli uomini attorno ai 50 anni con problemi legati all'andropausa, dall'altra i giovanissimi tra i 18 e i 22 anni, preoccupati della propria attività sessuale. Sono sani e sanno di esserlo. Ma vivono i rapporti intimi come una gara. E così vanno dall'andrologo, o navigano in Internet, alla ricerca di un farmaco per stupire la partner con super-performance da manuale".
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I problemi legati alla sessualità sono molto più diffusi di quanto si creda. Solo per quanto riguarda le disfunzioni erettili si calcola che in Svizzera ne siano colpiti più di 300'000 uomini. Tra loro non solo uomini di età avanzata, ma anche giovani. "Sono due le categorie di persone che si rivolgono dal medico. Da una parte ci sono gli uomini attorno ai 50 anni con problemi legati all'andropausa, dall'altra i giovanissimi tra i 18 e i 22 anni, preoccupati della propria attività sessuale. Sono sani e sanno di esserlo. Ma vivono i rapporti intimi come una gara. E così vanno dall'andrologo, o navigano in Internet, alla ricerca di un farmaco per stupire la partner con super-performance da manuale".
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I problemi più diffusi
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Ma quali sono i problemi sessuali che assillano i maschi ticinesi tanto da spingerli fino all'andrologo? "Sono quattro i motivi che spingono a consultare un andrologo, spiega Gilardi. Le malattie veneree, come le alterazioni della pelle o della mucosa. Il secondo tipo di domanda riguarda l'eiaculazione precoce, un concetto questo abbastanza soggettivo. Il paziente è convinto - a torto - di raggiungere troppo rapidamente l'eiaculazione. Il problema, qualora esista sul serio, è presente soprattutto in individui che assumono costantemente sostanze stimolanti, come caffè e sigarette. Il terzo genere di consultazione riguarda la sindrome di pollicino: ci sono alcuni maschi convinti che le dimensioni del proprio organo genitale sia molto piccolo. Il problema in realtà è presente solo nelle loro teste. Il maschio non ha delle regole a cui attenersi per sapere le norme. Il più delle volte le sue conoscenze vengono veicolate dalla stampa o dal cinema che offrono immagini e informazioni amplificate, creando nell'immaginario standard assolutamente inesistenti. Il quarto tipo di consulto riguarda le anomalie degli organi genitali, come ad esempio le diaviazioni del pene in erezione".
Ma quali sono i problemi sessuali che assillano i maschi ticinesi tanto da spingerli fino all'andrologo? "Sono quattro i motivi che spingono a consultare un andrologo, spiega Gilardi. Le malattie veneree, come le alterazioni della pelle o della mucosa. Il secondo tipo di domanda riguarda l'eiaculazione precoce, un concetto questo abbastanza soggettivo. Il paziente è convinto - a torto - di raggiungere troppo rapidamente l'eiaculazione. Il problema, qualora esista sul serio, è presente soprattutto in individui che assumono costantemente sostanze stimolanti, come caffè e sigarette. Il terzo genere di consultazione riguarda la sindrome di pollicino: ci sono alcuni maschi convinti che le dimensioni del proprio organo genitale sia molto piccolo. Il problema in realtà è presente solo nelle loro teste. Il maschio non ha delle regole a cui attenersi per sapere le norme. Il più delle volte le sue conoscenze vengono veicolate dalla stampa o dal cinema che offrono immagini e informazioni amplificate, creando nell'immaginario standard assolutamente inesistenti. Il quarto tipo di consulto riguarda le anomalie degli organi genitali, come ad esempio le diaviazioni del pene in erezione".
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Sindrome di pollicino in agguato
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Uno dei pensieri che più assilla i pazienti, sopratutto tra i giovani, è la dimensione dell'organo genitale. Il fenomeno è stato evidenziato la scorsa settimana nella vicina penisola durante un convegno che ha riunito gli esperti della Sia (la Società italiana di andrologia). Si calcola infatti che sono circa 20.000 i maschi italiani che ogni anno richiedono un intervento chirurgico di allungamento all'organo genitale. E la percentuale di chi ne avrebbe bisogno non supera il 3-4%. "Si tratta quasi sempre di convinzioni del tutto sbagliate. Fortunatamente i casi di organi genitali di misure eccessivamente piccole sono rari, e in questi casi si può procedere con interventi chirurgici" spiega Gilardi.
Tutta colpa dunque di modelli sbagliati che arrivano soprattutto da un certo tipo di cinema e stampa. "Di sesso oggi se ne parla in maniera troppo esaltante e in maniera sproporzionata rischiando di creare dei modelli inavvicinabili, che non corrispondono alla realtà".
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Uno dei pensieri che più assilla i pazienti, sopratutto tra i giovani, è la dimensione dell'organo genitale. Il fenomeno è stato evidenziato la scorsa settimana nella vicina penisola durante un convegno che ha riunito gli esperti della Sia (la Società italiana di andrologia). Si calcola infatti che sono circa 20.000 i maschi italiani che ogni anno richiedono un intervento chirurgico di allungamento all'organo genitale. E la percentuale di chi ne avrebbe bisogno non supera il 3-4%. "Si tratta quasi sempre di convinzioni del tutto sbagliate. Fortunatamente i casi di organi genitali di misure eccessivamente piccole sono rari, e in questi casi si può procedere con interventi chirurgici" spiega Gilardi.
Tutta colpa dunque di modelli sbagliati che arrivano soprattutto da un certo tipo di cinema e stampa. "Di sesso oggi se ne parla in maniera troppo esaltante e in maniera sproporzionata rischiando di creare dei modelli inavvicinabili, che non corrispondono alla realtà".
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Il maschio è in crisi
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Ma non è questo l'unico problema che mina la sessualità maschile dell'uomo contemporaneo. "Ci sono problemi sociologici molto più sottili - evidenzia Gilardi - oggi ad esempio notiamo che l'uomo vive sempre meno collettivamente, è molto egocentrico e isolato, tutto ciò contribuisce a far sì che il maschio nutra timore nei confronti della donna. D'altra parte l' emancipazione femminile ha portato a un prototipo di donna giovane, intraprendente e sicura di sè che al maschio, soprattutto giovane, incute molto timore. È il problema più diffuso tra i pazienti. I maschietti hanno timore di approccio con l'altro sesso e preferiscono evitare di fare il primo passo limitandosi così a restare con i propri amici".
Ma non è questo l'unico problema che mina la sessualità maschile dell'uomo contemporaneo. "Ci sono problemi sociologici molto più sottili - evidenzia Gilardi - oggi ad esempio notiamo che l'uomo vive sempre meno collettivamente, è molto egocentrico e isolato, tutto ciò contribuisce a far sì che il maschio nutra timore nei confronti della donna. D'altra parte l' emancipazione femminile ha portato a un prototipo di donna giovane, intraprendente e sicura di sè che al maschio, soprattutto giovane, incute molto timore. È il problema più diffuso tra i pazienti. I maschietti hanno timore di approccio con l'altro sesso e preferiscono evitare di fare il primo passo limitandosi così a restare con i propri amici".
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13\10\2006
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FONTE:http://www.tio.ch/aa_pagine_comuni/articolo_interna.asp?idarticolo=292610&idtipo=3&pagina=undefined
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FONTE: antifeminist.altervista.org
UOMINI? BESTIE DISUMANE
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"Quand'è che l'uomo può aggredire? Quand'è che può torturare, può diventare violento, distruttivo? Quando riduce l'altro a oggetto, quando in sostanza deumanizza l'altro. Se fate attenzione, tutte le propagande di guerra sono volte a deumanizzare l'altro. Cioè l'altro viene mostrato come un mostro, come una bestia, come un essere che non ha nulla o pochissimo di umano. Questo perché si sa benissimo che se noi riconosciamo nell'altro una persona come noi, non l'aggrediamo più."
Citazione: conferenza di Silvia Bonino dal titolo "Adulti in pace Educatori di pace"; p. 48 e s.
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LE DONNE POSSONO FARE FIGLI SENZA L'AIUTO DEL MASCHIO
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Gli scienziati vogliono creare uno sperma femminile. Ma il Vaticano dice no.
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U n giorno le donne potranno fare figli senza l'aiuto dllo sperma del maschio. Se oggi e' possibile la fecondazione ma sempre con il supporto del liquido seminale maschile, in un futuro addirittura la scienza sara' in grado di produrre liquido seminale femminile. Una immagine nemmeno troppo futuristica: secondo gli scienziati di mezzo mondo, a partire dalla Gran Bretagna, tutto questo sara' possibile anche fra cinque anni. La sperimentazione potrebbe partire tra due mesi. Il liquido seminale femminile si ricaverebbe creando in laboratorio spermatozoi a partire dalle cellule femminili. Se questo progetto divenisse realta', anche le donne omosessuali potrebbero fare figli senze inferferenze maschili. Naturalmente il Vaticano ha gia' posto il suo veto.
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01\02\2008
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Galoppa la sindrome di Peter Pan, uomini sempre più "mammoni"
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Il maschio italiano? A casa fino a 35 anni
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I maschi italiani sono gli "adolescenti sociali" più vecchi in Europa. È quanto si legge dal rapporto dell´Istituto italiano di medicina sociale che ha puntato la lente sulla cosiddetta sindrome di Peter Pan. Sono quasi la metà, il 45%, i giovani che escono di casa all´età di 30-35 anni."Prima serve trovare lavoro" - spiega il direttore generale dell´Istituto, Giovani Pirone - "poi si pensa di mettere su famiglia e solo dopo si decide di mettere al mondo un figlio. E anche i genitori non aiutano a far spiccare il volo per abbandonare il nido: è appena il 18% la percentuale di quelli convinti che un figlio debba uscire di casa alla maggiore età".
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Sono soprattutto le madri ad essere contrarie, pensando che l´età giusta sia attorno ai 26 anni. Anche i figli considerano questo il momento ideale ma alla fine non varcano la porta di casa prima dei 30. "Ci si sposa ma non ci si allontana", evidenziano i curatori della ricerca, "quasi la metà delle nuove coppie va ad abitare entro un chilometro dalla casa dei genitori dell´uno o dell´altra. Diventati grandi dichiarano di desiderare almeno due figli ma se ne mette al mondo solo uno. E un bambino su quattro ha una mamma con più di 34 anni.Questo delicato rapporto fra maturità e adolescenza prolungata è uno dei fattori che hanno contribuito in questi anni a frenare le nascite in Italia, tanto da porre la questione fertilità nell´agenda del ministro della Salute, che ha predisposto un piano nazionale per la prevenzione della sterilità con l´obiettivo di mantenere a lungo la fertilità nella popolazione e di prevenire i fattori di infertilità.“Le ragazze di oggi guardano al matrimonio come ad un appuntamento lontano. E alla maternità come ad un evento probabile, non scontato, sicuramente lontano. E quando la cicogna arriva, la gravidanza è vissuta con un´enorme apprensione”, ha raccontato Massimo Moscarini, presidente dell´Associazione Ginecologi Universitari Italiani.
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Giusy Carollo
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03\02\2007
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Donne terrifiche e fragili maschi. La linea teatrale D'Annunzio-Pirandello
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di Roberto Alonge
Prezzo di copertina: Euro 18,00
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Contenuto:
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La critica ha lungamente negato qualsiasi punto di contatto fra D'Annunzio e Pirandello. Inserendosi in un recente filone d'indagine, il volume esplora le oscure zone di tangenza tra i due grandi scrittori e scopre numerosi aspetti comuni all'immaginario di entrambi, pullulante di fantasmi femminili. Donne forti a cui si contrappongono uomini spesso insicuri, psicologicamente fragili, colti in una loro disarmata solitudine nel passaggio epocale tra fine Ottocento e primo Novecento.
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Fragile come un maschio
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di Parsi M. Rita
Prezzo: € 14.46
Nostro Prezzo: € 7.23
Risparmi: € 7.23 (50%)
Prezzo: € 14.46
Nostro Prezzo: € 7.23
Risparmi: € 7.23 (50%)
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Descrizione
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Gli uomini di oggi si sentono sempre più spaesati di fronte all'universo femminile in rapido mutamento. Le donne negli ultimi venti-trenta anni sono cambiate e questi cambiamenti hanno trovato gli uomini completamente impreparati. In questo libro l'autrice analizza la realtà maschile di oggi, presentandoci storie di vita e casi clinici esemplari per comprendere le difficoltà e la fragilità del maschio moderno. I protagonisti raccontano in prima persona le proprie esperienze affettive o familiari, le scelte, le prese di coscienza, le sconfitte e i successi. Ai racconti fanno da contraltare le voci delle donne della loro vita: madri, mogli, figlie, amanti, colleghe ed amiche.
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Napolitano: donne italiane ancora troppo discriminate
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ROMA (Reuters) - Poche, discriminate e malpagate. Così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha definito oggi la condizione delle donne lavoratrici in occasione di un discorso per celebrare la giornata delle donne.
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"E' indispensabile un impegno collettivo, un impegno fortissimo di educazione al rispetto della donna, alla cultura della non violenza, al principio di parità", ha detto Napolitano nel suo discorso, pubblicato sul sito del Quirinale (http://www.quirinale.it/).
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Il presidente ha ricordato che le donne in Italia "sono troppo poco occupate e, quando lo sono, fanno assai più fatica degli uomini ad avanzare in tutte le sfere di attività": dal Parlamento, dove le elette sono solo delle "pattuglie", alle imprese private, dove le imprenditrici sono una esigua minoranza che, mediamente, viene anche retribuita meno rispetto ai colleghi maschi con impieghi simili.
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Questo, secondo Napolitano, a causa di un maschilismo strisciante ancora ampiamente diffuso nella cultura del nostro paese, che risulta essere tra gli ultimi in Europa per quanto riguarda lo squilibrio uomo-donna in nel mondo del lavoro. Le discriminazioni negli impieghi, dice Napolitano, non sono però l'unica fonte di preoccupazione che deriva da un modo sbagliato di pensare al "gentil sesso".
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L'inquilino del Quirinale ha voluto attirare anche l'attenzione sul fenomeno delle violenze sulle donne, spesso compiute proprio all'interno delle famiglie senza che venga poi sporta denuncia da parte delle vittime. E su quella della donna vista solo come "oggetto" sempre più spesso costretta a rispondere a canoni di bellezza impossibili.Proprio a sottolineare questo messaggio, Napolitano ha colto l'occasione della celebrazione di oggi per premiare, fra le altre, la fondatrice di Telefono Rosa, il servizio anonimo contro abusi e violenze sulle donne, e un'imprenditrice dirige un'azienda di abiti dalle taglie forti.
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08\03\2007
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Sempre più giovani si rivolgono al medico per ansia da prestazione
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AIUTO! Il macho italiano c'è diventato micio.
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T utto coccole e lunghe, lunghissime dormite (o finte tali) per non essere disturbato da compagne troppo focose. L'allarme non arriva dall'ultima associazione donne disperate ma da fior di specialisti riuniti in questi giorni a Berlino per il congresso annuale della Società europea di urologia. I prof snocciolano dati assai preoccupanti. Tanto per iniziare ben quattro milioni di maschi latini nati nel Belpaese a letto durano meno di tre minuti. Chi ha problemi di eiaculazione precoce ha soprattutto tra i 18 e i 30 anni. Cresciuti col falso mito della virilità a tutti i costi si fanno prendere dall'ansia e... già fatto? Ma le disfunzioni erettili non sono, naturalmente, solo appannaggio dei più giovani. Con il passare dell'età altre sono le cause del problema. MEGLIO IL SERVIZIO MILITARE — Venuto meno l'obbligo della leva, il «bubbone» è scoppiato. Quello con la visita militare era un appuntamento importante per far luce su eventuali disturbi sessuali. Gli uomini hanno un'allergia atavica a farsi visitare spontaneamente le parti intime. Così si ricorre al medico quando il problema è già evidente. BOOM DELLE PROTESI — Sono oltre ventimila i giovani che ogni anno chiedono allo specialista di potersi sottoporre a un intervento per l'allungamento del pene. Ma nel 90% dei casi si tratta di richieste immotivate. In studio si presentano ragazzi che si sentono handicappati se il proprio organo misura 12 centimetri, mentre sono perfettamente nella media. TUTTI IN ANSIA — Nella maggior parte dei casi il problema è di origine psicologica. Il falso modello di macho superdotato crea ansia e stress che degenerano in eiaculazione precoce. Il passo successivo può essere la depressione e poi l'uso di stupefacenti. POCHI BIMBI — Controlli tempestivi possono prevenire patologie serie come l'infertilità che nel nostro nostro Paese è in aumento: una coppia su cinque non può avere figli (il 15% di quelle in età fertile) e si prevede che nel 2015 si arriverà a una coppia su tre. LUI NICCHIA, LEI CORRE AI RIPARI — Se il sesso diventa un problema lui tende a far finta di nulla e prima di andare dal medico fa passare anche due anni. Lei, invece, corre ai ripari al massimo in due settimane. Anche in questo donne e uomini sono agli antipodi. Comunque 8 maschi su 10 con problemi non si rivolgono allo specialista. DISFUZIONI-SPIA — La disfunzione erettile spesso è spia di malattie gravi come il diabete, l'ipertensione, la depressione. Meglio non sottovalutare il problema classificandolo come un disturbo passeggero. Atteggiamento quest'ultimo che crea un «sommerso» di oltre 2 milioni e 400 mila uomini (il 40% tra i 50 e i 60 anni). CHECK-UP OBBLIGATORIO PER GLI OVER 50 — Dopo i 50 è consigliabile una visita urologica ogni 6 mesi con esame del Psa per la diagnosi precoce del tumore alla prostata e un'ecografia di controllo del volume prostatico. Come amano dire i medici: «Meglio prevenire che curare».
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KATIA PERRINI
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23\03\2007
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«Siamo in piena rivoluzione asessuale»
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I maschi a rischio di «anoressia sessuale»
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Gli andrologi: «Sono quelli cresciuti bombardati da immagini femminili senza veli e senza tabù». A 35 anni «pace dei sensi»
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MILANO - Giovani stanchi del sesso, che manifestano la difficoltá nelle relazioni amorose con vari sintomi: dall'eiaculazione precoce al calo della libido . Sono quelli affetti dalla cosiddetta «anoressia sessuale».Il fenomeno è stato denunciato in Francia dal quotidiano Le Figarò.«Ma, non c'è dubbio che riguardi anche i giovani uomini italiani».A sostenerlo è stato il presidente della Società Italiana di Andrologia (Sia) Vincenzo Gentile a Milano, a margine della presentazione della Settimana della prevenzione andrologica in programma in 200 centri della Penisola dal 5 al 10 giugno. Gli anoressici sessualisono in genere soggetti emancipati e «libertini», che fin da giovanissimi, crescono bombardati da immagini femminili senza veli nè tabù. Ma a 25-35 anni, quando si trovano a fare i conti con i problemi dell'amore adulto, di rapporti intimi non ne possono più. Imboccano il tunnel di una pace dei sensi anticipata.
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CAMBIA IL CONCETTO DI IMPOTENZA - «Si tratta di una tendenza che la Sia sta registrando da tempo - spiega l'esperto - Ed è anche per questo che dal concetto di disfunzione erettile maschile, l'impotenza vera e propria che riguarda circa il 12% dei maschi del Belpaese, siamo passati a quello di disagio sessuale». «E', questo, un quadro dai contorni più sfumati. Una condizione complessa e legata a più fattori, che secondo i nostri studi riguarda quasi un uomo italiano su tre».Da un lato il problema è «fisiologico», legato ai disturbi medici che si nascondono dietro il disagio sessuale. Ma dall'altro è «sociale», assicura Gentile. La prima ragione all'origine di questa «verginità di ritorno o rivoluzione asessuale», come l'hanno ribattezzata gli specialisti, è da ricercarsi, secondo l'andrologo, nella «precocità dei rapporti intimi». «La liberalizzazione dei costumi da un lato ha giovato moltissimo - ammette il numero uno della Sia - ma dall'altro ha portato allo scoperto una grave lacuna: i tabù sono caduti, ma i giovanissimi che si affacciano al sesso crescono senza svilupparne una conoscenza vera e propria. Sanno poco del proprio corpo, e quando sono chiamati a vivere un rapporto affettivo profondo, con tutte le difficoltá e le incomprensioni derivanti dalla dimensione di coppia, sono impreparati». Un po' come adolescenti diventati grandi senza maturare davvero. Ed «è a questo punto che il disagio scoppia», dice Gentile. Ma «dietro al calo del desiderio c'è anche l'immagine della donna diffusa dalla pubblicitá e dai media. Di fronte a tentazioni continue, il giovane maschio cresce abituandosi a frenare i propri istinti. Si innesca così una cascata di neurormoni dell'inibizione, che li porta a bloccarsi anche quando potrebbero lasciarsi andare».
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EMANCIPAZIONE FEMMINILE - Non solo. «L'emancipazione femminile ha in un certo senso deresponsabilizzato l'uomo - continua l'andrologo - È venuto meno il ruolo maschile di capofamiglia da cui dipende il sostentamento di partner e figli, i due sessi si sono ritagliati ruoli distinti e difficili da ricongiungere» in una vita sessuale sana. «Tra maschio e femmina, infine, esiste un gap di 10 anni: se a 30 anni la donna si è realizzata professionalmente e si sente pronta a creare una famiglia, l'uomo è disposto ad accontentarla solo dai 40 anni in poi». Alla luce di tutto questo, conclude Gentile, «servono prevenzione ed educazione fin sui banchi di scuola. Ed è questo il difficile ruolo dell'andrologia moderna».
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29\05\2006
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Il maschio italiano soffre di problemi sessuali
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Milioni di maschietti italiani con problemi sessuali anche nei giovani.
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Sempre più fragili, ansiosi e preoccupati di non essere all'altezza', questo è l'identikit dei giovani tra i 18 e i 30 anni, alle prese, loro malgrado, con una vita sessuale che spesso assume i connotati di una vera e propria attività agonistica . E gli esperti,riuniti a Berlino (oltre 10.000) per il congresso annuale della Società europea di urologia, si dicono seriamente preoccupati del fenomeno. Cronometro alla mano, infatti, per molti giovani, il sesso si riduce ad una prova di resistenza e ad una questione di misure. Tutto questo è ovviamente sbagliato poichè il più delle volte, i parametri presi come riferimento sono del tutto fuorvianti.
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Dal rapporto di Berlino si evince che il problema, molte volte più psicologico che fisico,coinvolge oltre 4 milioni di italiani che soffrono di eiaculazione precoce con rapporti intimi che non superano i 3 minuti: un disturbo in aumento soprattutto tra i giovani, che oggi contattano l’urologo sempre prima e sempre più frequentemente. Le richieste principali rivolte ai medici sono quelle di prolungare i tempi dell’ amore e ed avere un organo sessuale migliore, che vuol dire sottoporsi ad un intervento chirurgico per l’allungamento del pene.Se le dimensioni dell’organo sessuale rappresentano il più delle volte un falso problema, non appare cosi per le altre due patologie in aumento cioè l’ eiaculazione precoce e l’ infertilità. Secondo le stime sono circa 4 milioni gli italiani che soffrono di eiaculazione precoce e con 3 milioni con problemi di disfunzione erettile. I tempi dei rapporti durano circa 3 minuti, contro gli 8-10 minuti di durata media, e questo ovviamente crea gravi ripercussioni sulla coppia.
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La causa e' quasi sempre di origine psicologica con la pretesa eccessiva e questa aspettativa crea un ansia da prestazione che ovviamente innesca molti meccanismi che sfociano poi nella eiaculazione precoce. In aumento anche l’infertilità: in Italia colpisce 1 coppia su 5 e le previsioni nel 2015 si potrebbe arrivare addirittura ad 1 su tre.
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22\03\2007
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VIOLENZA DONNE:
NO UOMINI IN CORTEO
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Allontanati a spintoni dalle manifestanti lungo via Cavour
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Roma, 24 nov. (Apcom) - No agli uomini nel corteo contro la violenza sulle donne. Due giornalisti e un fotografo sono stati 'cacciati' a spintoni dalle manifestanti che stanno sfilando lungo via Cavour in direzione di piazza Navona in occasione della manifestazione organizzata per la giornata mondiale contro la violenza sulle donne, prevista per domani. (1)
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" Siete uomini quindi uscite da questo corteo ", hanno detto le manifestanti che non hanno receduto nonostante altre donne, giornaliste, abbiano difeso i colleghi spiegando che si trovano alla manifestazione per "dare voce alle vostre proteste".
In precedenza erano state contestate anche le deputte di Forza Italia Mara Carfagna e Stefania Prestigiacomo.
In precedenza erano state contestate anche le deputte di Forza Italia Mara Carfagna e Stefania Prestigiacomo.
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24\11\2007
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(1) MISANDRIA
Il termine misandria (dal greco μισάω (misáō), odiare, e ανήρ (anér), uomo) indica un atteggiamento psicologico preconcettuale di avversione ed ostilità verso l'uomo ed il genere maschile.
L'atteggiamento ed i comportamenti misandrici sembrano indirizzati in misura prevalente verso l'uomo eterosessuale, sessualmente maturo, essendo orientati solo in rari casi anche verso i maschi in età minore o verso categorie maschili non eterosessuali.
In ragione di questa specifica delimitazione della categoria umana oggetto di avversione si distingue dalla misantropia e costituisce il concetto speculare e contrapposto della misoginia.
Benché prioritariamente osservato nei comportamenti femminili, il pregiudizio misandrico appare occasionalmente anche in alcuni comportamenti maschili, tendenti all'autosvalutazione ed alla contestuale esaltazione delle qualità femminili, ritenute superiori alle proprie soprattutto sotto il profilo etico oltre che estetico.
Il termine misandria, compreso quasi esclusivamente nei testi specializzati (psicologia) sino al secolo scorso, è entrato a far parte dei dizionari dall'inizio del terzo millennio e si ritiene questo un possibile portato culturale del femminismo.
L'atteggiamento ed i comportamenti misandrici sembrano indirizzati in misura prevalente verso l'uomo eterosessuale, sessualmente maturo, essendo orientati solo in rari casi anche verso i maschi in età minore o verso categorie maschili non eterosessuali.
In ragione di questa specifica delimitazione della categoria umana oggetto di avversione si distingue dalla misantropia e costituisce il concetto speculare e contrapposto della misoginia.
Benché prioritariamente osservato nei comportamenti femminili, il pregiudizio misandrico appare occasionalmente anche in alcuni comportamenti maschili, tendenti all'autosvalutazione ed alla contestuale esaltazione delle qualità femminili, ritenute superiori alle proprie soprattutto sotto il profilo etico oltre che estetico.
Il termine misandria, compreso quasi esclusivamente nei testi specializzati (psicologia) sino al secolo scorso, è entrato a far parte dei dizionari dall'inizio del terzo millennio e si ritiene questo un possibile portato culturale del femminismo.
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SESSO DEBOLE ADDIO, ADESSO LA DONNA AMAZZONE FA PAURA
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Cambia il rapporto di coppia: ora le mogli comandano e umiliano gli uomini. Un rapporto svela la violenza psicologica al femminile
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Quarantenne, residente per lo più nel centro nord, con un buon lavoro e una consolidata posizione sociale. È l'identikit della donna che nella coppia ha il coltello dalla parte del manico, la matriarca moderna, che spesso umilia il marito e nei casi più estremi arriva a picchiarlo per le sue debolezze. Il fenomeno già definito dai matrimonialisti della 'lady amazzone' è certificato sempre di più dagli studi psicologici in Italia.
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Il rapporto sulla violenza di coppia causata da lei verrà presentato dallo psicoantropologo Massimo Cicogna, presidente della società europea di psicanalisi, il 5 febbraio a Milano. L'analisi svolta su oltre 2.500 coppie italiane, che per una ragione o per l'altra sono ricorse ad assistenti sociali o psicologi per problemi di coppia, enfatizza questa svolta.
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Il 38% dei mariti ha confessato di sentirsi «spesso umiliato» dalla propria consorte. Il 30% ha subito violenze come schiaffi, tirate d'orecchie o morsi. Nel 48% dei casi, i mariti sottolineano «come la violenza femminile all'interno della coppia sia spesso psicologica». Spiega il professor Cicogna: «Denunciano questi uomini post-moderni pressioni da parte delle donne di vario tipo: violenza verbale, si sottraggono al rapporto sessuale, oppure casi in cui - 12 su 100 - il tradimento delle donne avviene sotto gli occhi di tutti».
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La donna matriarca spesso guadagna più del marito, o comunque nel 24% dei casi ha una posizione sociale migliore del proprio consorte. Questa differenza incrementa sentimenti di aggressività. Commentando lo studio, la matrimonialista Marianna De Cinque osserva: «Il fenomeno della 'donna amazzone' è in parte dovuto a modelli televisivi di donne forti, dominatrici, che si impongono sull'uomo. E poi è naturale che in una società post-industriale, questa tipologia venga importata: in Germania, per esempio, esistono vere e proprie associazioni di tutela degli uomini dall'aggressività femminile dirompente».
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Ma perchè la violenza della donna culmina a quaranta anni? Secondo lo studio, è la generazione di quelle femmine che hanno violato il tabù dell'«intoccabilità» del maschio. Sono portate a confrontare i propri uomini con i loro padri, o maschi di riferimento, ma non sono più frenate dai modelli cinematografici o televisivi, dall'insultarli o umiliarli. Spiega Cicogna: «Nella coppia violenta, abbiamo registrato nel 27% dei casi anche una forte componente di sado-masochismo. Un fenomeno che coincide con la crisi del maschio che dopo il post-femminismo non è più stato riabilitato».
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Sotto accusa finisce la televisione, propagandatrice di modelli femminili dominanti e decisi. Per Cicogna: «Abbiamo una Paola Saluzzi che ogni mattina conduce il gioco di una trasmissione, signoreggiando sul comprimario e conduttore uomo per evidente maggiore abilità e bravura. Una Luciana Littizzetto il cuo sport preferito è insultare gli uomini, terrorizzarne la sessualità e umiliarne l'emotività. E ancora, una Maria De Filippi che nello scenario televisivo ormai ha scalzato divi maschili come Baudo. Bonolis e molti altri dimostrando di essere meglio degli uomini».
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Uscire dalla violenza? Molti uomini lo sperano, ma solo pochi interrompono un rapporto di coppia per questa ragione. Solo il 2% ammette pubblicamente di subire violenza dalla propria moglie: questo fa sì che nessuna statistica ufficiale lanci una fotografia sugli uomini 'violentati'.
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12\01\2002
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In questo articolo provate ad invertire il genere sessuale.
Suona misogino o sessista ?
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RESTAR GIOVANI
E' QUESTIONE DI TESTA
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Dal cap. 1. La psiche influenza la longevità
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Non esistono processi più disuguali dell’invecchiamento. Un veloce colpo d’occhio su se stessi è sufficiente per constatare che, passata la cinquantina, non ci troviamo tutti nella stessa situazione. In questo gioco alcuni resistono a fatica, mentre altri ci appaiono veri e propri campioni.Qual è il segreto di questi superdotati della longevità? Si trova all’interno dei loro cromosomi? Deriva da comportamenti che conferirebbero loro una resistenza particolare all’usura del tempo? Quattro gruppi di individui, caratterizzati dalla loro speranza di vita, ci aiuteranno a rispondere a tali domande. Il primo gruppo è il più numeroso di tutti perché si tratta delle donne, vale a dire un po’ più della metà della popolazione mondiale. Perché in tutte le fasce di età le donne dei paesi sviluppati sopravvivono di parecchi anni agli uomini? Visiteremo poi Okinawa, una splendida isola del Mar della Cina, in cui il tempo sembra abbia smesso di scorrere sulla testa di questi “onorevoli” anziani. Torneremo poi in Europa alla ricerca del segreto dei centenari. Infine zoom su una comunità di religiose del Minnesota, che hanno permesso di definire il ruolo sorprendente che certi fattori intellettivi e psicologici svolgono riguardo la longevità.
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L’eccezionale longevità femminile
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In materia di longevità, il sesso cosiddetto “debole” è decisamente il più forte! Nei paesi sviluppati, la differenza a vantaggio delle donne è di circa sei anni. Tra tutti i paesi europei, la Francia detiene lo scarto più considerevole (7,1 anni). Le ragioni sono semplici: le francesi sono le più brave della classe (83,8 anni di speranza di vita alla nascita nel 2004 nel paese di Jeanne Calment) e i francesi si collocano in una media onorevole (76,7 anni) dietro gli svedesi e i portoghesi. Non è sempre stato così. Per molto tempo, il tasso di mortalità più elevato delle femmine nel corso dell’infanzia – le bambine erano meno considerate dei maschi – oltre all’alta probabilità di morire durante il parto, penalizzavano le donne in maniera considerevole. All’epoca dei romani, le donne vivevano in media 23 anni contro i 24 degli uomini. A partire dall’Ottocento, i progressi nel campo dell’igiene e dell’alimentazione migliorarono sensibilmente la longevità femminile. Verso il 1850 i due sessi avevano una speranza di vita identica, valutata attorno ai 40 anni. Nel corso del tempo lo scarto si approfondisce. All’inizio del Novecento era di tre anni: 47 per gli uomini, 50 per le donne. A quell’epoca, i decessi per parto non erano rari. Oggi, i progressi della medicina, soprattutto dell’ostetricia, hanno fatto diminuire fortemente le cause di mortalità specificamente femminili. Per le donne ciò ha costituito un formidabile vantaggio, che le ha portate a vivere sempre più a lungo.
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Perché le donne vivono più a lungo degli uomini?
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Fate questa domanda durante una conversazione e constaterete che le risposte ottenute sono sempre stereotipate e più o meno politicamente corrette: “È la genetica”; “È una questione di ormoni”; “Gli uomini lavorano di più, quindi sono più stressati!”; “Le donne sfiniscono i loro compagni, che si ammazzano di lavoro per loro!!”...In realtà, la superiorità femminile ha un’origine biologica e, al tempo stesso, sociale.
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La superiorità delle donne è biologica, certo...Secondo questa ipotesi, la spiegazione sarebbe da ricercare a livello dei cromosomi femminili, che proteggerebbero efficacemente le donne dalle malattie cardiovascolari e conferirebbero loro difese immunitarie più valide di quelle degli uomini. Numerose osservazioni suffragano questa teoria. Per esempio, tra i 45 e i 75 anni l’infarto è più frequente di 3,5 volte tra gli uomini che tra le donne. In generale, esiste un più elevato tasso di mortalità maschile a tutte le età della vita, ivi compresa la fase intrauterina. Inoltre, si è constatata, sia nell’uomo sia negli animali, una maggiore longevità tra gli individui castrati. Stranamente, gli eunuchi vivrebbero più a lungo degli individui non mutilati.
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Il vantaggio che i geni conferiscono alle donne sarebbe frutto di un lento processo naturale che, ai tempi delle caverne, ha selezionato i maschi più forti e le femmine più robuste. Al fine di perpetuare la specie, gli uni dovevano difendere il proprio harem e proteggere il proprio territorio, le altre dovevano sopravvivere alle gravidanze e resistere a una sottoalimentazione cronica. Così, generazione dopo generazione, tramite la selezione naturale, le donne hanno rafforzato il sistema cardiovascolare, aumentato la resistenza allo stress e alle infezioni e migliorato i meccanismi di difesa contro certi agenti dell’invecchiamento tissulare (i radicali liberi). Dopo parecchi millenni, le loro condizioni di vita sono migliorate a sufficienza perché questa superiorità fisiologica, acquisita così duramente, abbia finalmente la possibilità di esprimersi; tale superiorità sarebbe responsabile per il 50 per cento della differente longevità tra i sessi, ossia circa 3,5 anni in Francia.
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...ma anche comportamentale
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Il vantaggio femminile in termini di longevità non può ridursi alla fisiologia. La personalità, l’ambiente culturale e i comportamenti che ne derivano sono altrettanto determinanti.La particolarità dell’apparato genitale femminile costringe le donne ad abituarsi precocemente a frequentare gli ambulatori medici. Più attente alla propria salute, praticano di buon grado la medicina preventiva. Gli uomini, influenzati da schemi culturali improntati alla virilità, spesso aspettano di essere costretti dal dolore... o dalla propria moglie per recarsi dal medico.I canoni estetici in vigore costringono le donne a controllare rigorosamente l’alimentazione. Spesso sono molto più attente alla linea e a norme igieniche adeguate. Gli uomini, che sono meno soggetti a tale pressione, ingrassano precocemente. Il grasso maschile, che si sviluppa principalmente nel busto, in particolare a livello dell’addome, rappresenta una vera e propria minaccia per il sistema cardiovascolare.
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Le ragioni della longevità femminile sono da ricercare anche nei comportamenti sociali e nella vita emotiva. Costrette a dividersi in più identità (moglie, madre, donna che lavora...), le donne sviluppano una grande flessibilità nell’esplicare i ruoli che sono loro attribuiti. Quando insorgono difficoltà, di solito dispongono di una rete relazionale (famiglia, amici) più consistente di quella degli uomini. Inoltre, riescono più facilmente a verbalizzare le proprie emozioni. Simili specifici atteggiamenti conferiscono loro risorse adattative superiori a quelle degli uomini. L’analisi statistica dei decessi prima dei 65 anni evidenzia una mortalità maschile più elevata, che risulta nettissima prima dei 35 anni. Un numero rilevante di tali decessi è legato ad atteggiamenti violenti o a comportamenti a rischio: suicidi, incidenti, abuso di alcol, tabagismo... Tradizionalmente più prudenti, culturalmente meno esposte all’alcol e al tabacco, le donne sono meno colpite da simili decessi precoci. Malauguratamente, da qualche anno questa temperanza, che si era concretizzata in una maggiore e significativa longevità, sta subendo contraccolpi notevoli. La speranza di vita delle donne, che aumentava regolarmente di tre mesi all’anno, ora progredisce di un solo mese. Responsabili di ciò sono le condizioni di vita dei due sessi, che tendono a uniformarsi in particolare nel mondo del lavoro. Il principale responsabile, però, sarebbe il tabacco. Il tumore al polmone continua a colpire principalmente gli uomini, ma i tumori legati al consumo di tabacco sono in aumento nella popolazione femminile. E il peggio deve ancora venire!
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Questa triste constatazione ha almeno un merito. Conferma il ruolo dell’ambiente e dei comportamenti nell’aumento della longevità. Infatti, se la speranza di vita fosse soltanto una questione di cromosomi, la differenza tra i sessi sarebbe rimasta la stessa. La longevità delle donne si basa su un esile equilibrio tra quanto vi è di innato nella genetica e di acquisito nella saggezza specificamente femminile. Ma una simile superiorità, che ha dominato il Novecento, potrebbe essere messa a mal partito. Forse un giorno le donne non saranno più in grado di indicare i percorsi che conducono a una vita più lunga. […]
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"IL MASCHIO SI E'
QUASI ESTINTO"
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“Le donne gli hanno tagliato le palle ma dovevano farlo con più grazia”
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P rendi l’ascensore, schiaccia il pulsante giallo che ti tiro su io». Mi tira su lei. Da non crederci. La voce è quella dei gondolieri veneziani. Sei piani, dodici secondi per tornare indietro di quarant’anni, quando da schiacciare c’erano solo i brufoli della propria faccia e ci si turbava con poco, passare dopo le cinque davanti al Piper dove sfilavano le prime sventole in minigonna e stivali di vernice bianca. Patty Pravo o la devo chiamare Strambelli, dubbio che mi porterò nella tomba, è una di quelle bambole di porcellana che trovi in vetrina nella bottega di Avalon. Hai paura di toccarle perché ti si possono spezzare tra le dita e sono poi invece più infrangibili del titanio. Tiene in braccio Memè, un siamese indiano che pesa più di lei. Nell’insieme, due alieni. Sono appena sbarcati, lei e Memè, da un gigantesco tapis roulant, a lato della terrazza che si affaccia sulle statue del Vittoriano e le fontane del Bernini. «Ho fatto solo quaranta minuti oggi... Mi alleno al ritmo di James Brown, una volta o l’altra rischio di sfracellarmi». L’improbabile sessantenne calza Converse All Star quando sta in casa e se fa un party invita solo medici e musicisti. «I miei amici medici mi cacciano via quando mi vedono. L’ultimo check l’ho fatto l’altro ieri, la mia età biologica è di 35 anni. Del resto, ho una madre che a ottant’anni va ancora in moto».
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«Spero che ti piaccia... Pour Toi» è il suo ultimo disco. Dedicato a Dalida, a vent’anni dalla morte.
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«Avevo voglia di cantare le sue canzoni. Era una donna con le palle, molto divertente, il contrario della signora dark che tutti pensavano. Un’amica. Mi trascinava a Parigi a fare shopping, io che quando esco da un grande magazzino poi ho bisogno dello psichiatra. L’ultima volta l’ho lasciata a Lafayette...».
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Tutto cantato in francese e in arabo. Piacerà al suo pubblico?
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«Il mio pubblico va dagli otto agli ottant’anni. Quando abitavo nella vecchia casa c’era un ometto di dieci anni che veniva tutti i giorni sotto il balcone a cantarmi “My Way”, come fossi Giulietta... Questo disco piacerà ai giovani. È rilassante, ideale ascoltarlo mentre fai sesso».
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Era amica anche di Luigi Tenco.
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«Stava al Piper la sera in cui ci sono andata per la prima volta. C'era un grande affetto tra noi, ci siamo divisi anche la stanza. Lui tendeva all'autodistruttività. Erano gli anni degli esistenzialisti, dei blouson noir. Andavamo spesso con Renzo Arbore a salvarlo, prendeva di tutto, pillole, beveva. Fu molto spinto a farlo quel Sanremo. Lui voleva fare uno sberleffo. Invece dello sberleffo si è sparato».
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Era lui il ragazzo triste del suo primo folgorante singolo?
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«Circolava la voce che avesse collaborato al testo. Falso. Fu Gianni Boncompagni a scriverlo. Io contestavo quella storia del “ragazzo triste come me”. Ma noi siamo allegri, protestavo. E Gianni: “Mica posso scrivere "Ragazzo col malessere come me...”».
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«Pardonnez-moi. La vie m’est insupportable». È il messaggio lasciato da Dalida il giorno in cui si suicida nella sua casa a Montmartre. Patty Pravo ha mai guardato con avidità un flacone di barbiturici?
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«No, per carità... al massimo due canne o un viaggio nel deserto a mangiare formiche con i tuareg. Ringrazio il cielo di essere una persona positiva... E poi, se proprio devi farlo, scegli i proiettili che ti scoppiano dentro, perché se poi sbagli rimani un vegetale a vita».
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Se non si muore giovani e hai superato i cinquanta tanto vale andare sino in fondo... parole di Patty Pravo.
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«Tutti sperano di morire giovani quando si fa il mio mestiere. Comodo. Uno passa alla storia, senza aver fatto nessuna fatica. La morte fa parte della vita. Ringrazio il cielo di essere nata a Venezia dove la morte si vedeva in casa. Ho visto morire mio nonno, senza dramma. Io mi auguro di morire nel sonno come mia nonna, oppure di sparire un giorno come i vecchi capi indiani».
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Canta un arabo che sembra napoletano.
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«Una rivelazione per un’anglofila come me. L'arabo è l’opposto dell’inglese, per dire l’amore è meraviglioso passi attraverso tre galassie e torni. Un giorno farò un disco tutto in arabo, ma il prossimo sarà in italiano e uscirà a ottobre».
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C’è anche un omaggio a Leo Ferrè.
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«Un grande amico Leo, un genio. Mi entra ancora dentro quando canto le sue cose. Divento una sua medium».
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Ha cantato «Ne me quitte pas» e «La bambola», «Avec le temps» e «La spada nel cuore» con Little Tony.
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«Volevo vedere com’era Sanremo. Abbiamo anche rischiato di vincere. Little Tony ci camperà altri cinquant’anni di felicità oltre che di diritti. Ho un grande rispetto per lui, si fa un culo così da sempre».
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Sempre sospesa tra il pop e l’aristocratico.
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«A breve partirò con due spettacoli, uno pop-rock, l’altro classico. Sarò un giorno alla Fenice di Venezia, l’altro in un palasport o in un’arena. A occhio e croce non sono molti artisti che possono permetterselo...».
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Intima di Red Ronnie e di Mario Schifano, di Aldo Fabrizi e di Mick Jagger, di Alighiero Noschese e di Juliette Greco, moglie di Riccardo Fogli e amica di Federico Fellini.
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«Lo accompagnavo spesso da uno che ci faceva le carte. Mi divertivo con lui, ci raccontavamo un sacco di bugie. Era deluso dalle mie tette. Non erano cresciute abbastanza».
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Quattro mariti e nessun figlio.
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«Non è compatibile con la vita d’artista. Che orrore quelle mamme che si portano i figli in concerto e li chiudono in camerino».
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Nella sua autobiografia esalta tre nomi, Battisti, Modugno e Vasco Rossi. Nessuna donna.
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«Ci metterei Jula De Palma. Quando cantava “Tua tra le braccia tue, era avanti di vent’anni”. Mi piace molto Ornella Vanoni. Mina? Ha il dono ma tende a sprecarlo. Modugno è il più grande di tutti. Una sera tornammo tardi in albergo e scoppiò un casotto nella camera accanto la mia, dove Modugno e Shirley Bassey scopavano e urlavano con quei due vocioni. Dovetti bussare alla loro porta per farli zittire».
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Non cita Celentano.
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«Canta da Dio, ma il suo ultimo disco mi lascia un po' così...».
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Ci risulta ospite al prossimo Sanremo.
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«Stiamo decidendo, dipende da cosa vogliono. Se mi chiedono di fare un medley non ci vado».
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Ha ancora senso un festival della canzone italiana?
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«No, ma lo sappiamo da vent’anni. La canzone italiana è diventata una cosa minore, prima era conosciuta in tutto il mondo. Poi dipende, se hai qualcosa, una visione da trasmettere, allora ci puoi anche andare a Sanremo...».
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Sarà una bella società fondata sulla libertà... Sembrava che il mondo dovesse cambiare molto in fretta.
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«Ma quale libertà... Fu solo una grande illusione. Le democrazie restano apparenti e gli uomini restano sotto padrone. C'è una totale confusione etica nel pianeta. Più passa il tempo e più credo alle leggi di natura».
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Il cardinale Roncalli frequentava casa sua a Venezia.
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«Lui e Cesco Baseggio venivano a prendere il tè da mia nonna, quando ero ancora Nicoletta, parlavo alle pantegane e facevo da giudice nelle gare tra i miei amici a chi faceva la pipì più lontano. Poi da grande ho molto amato Wojtyla, anche perché era uno di noi, aveva le folle ai suoi piedi. Ratzinger? Il popolo è stanco, ha bisogno di risposte, soluzioni, non di dogmi».
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Barack Obama o Hillary Clinton, prima donna presidente?
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«Che mi frega della prima donna presidente! Sono per Barack duemila volte. È l’unico ad avere una statura internazionale. Ci credo, ora che si sono schierati i Kennedy con lui».
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L’uomo è sempre più superfluo. Non serve più neanche per lo sperma.
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«Quando la scienza si gingilla col nulla. A quando i gatti fluorescenti? Colpa delle donne se gli uomini sono in via di estinzione. Vogliono il potere, l'indipendenza, ma non gli puoi tagliare le palle così di colpo al maschio, dopo millenni. Va fatto con un minimo di grazia».
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L'aborto è un omicidio?
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«Gli americani hanno dimostrato che dopo nove settimane il feto è un essere compiuto. Io non sono per cambiare la legge. Piuttosto che abortire in un sottoscala, meglio l’ospedale. Ma incentiviamo l’uso e lo studio dei contraccettivi».
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Patty Pravo è un classico?
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«Ho scoperto di avere una gran voce a cinquant'anni, cantando sopra Ella Fitzgerald giovane. Mai preso lezioni. La maestra di Barbara Streisand e di Janis Joplin mi diceva: tu devi cantare d'istinto, le cose che tu fai sbagliate son quelle giuste».
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GIANCARLO DOTTO
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04\02\2008
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SOLO PRESIDENTE
PARLAMENTO EUROPEO
SI OCCUPA SALUTE
CONSUMATORI
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Questo conferma che le donne, oltre ad essere le mie preferite, sono più intelligenti, attive, pazienti degli uomini. (1)
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È per questo che questa volta la lettera aperta la invio a loro.
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Le aziende casearie esistenti nel 1880, hanno cambiato proprietari tutte le volte che gli affari lo consigliavano. Ne cito alcune: Polenghi e Lombardo, Gianelli e Maino, Lang e Schutz, la Moderna, Invernizzi, Galbani, Locatelli, Nestlè.Uniche superstiti la Latteria Soresinese dal 1900 e dal 1934 la Biraghi.
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Ricetta della lunga vita: Impianti sempre migliorati, spendere soldi solo dopo averli guadagnati.
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Di diverso parere sono gli adoratori dei computers, delle sigle USA: la loro filosofia è spendere e fare debiti, aumentare il fatturato. Il guadagno non conta.Persino i produttori di latte sospirano contratti sontuosi. Se poi non incassano i soldi l’importante è che non si sappia in giro. Oramai i dipendenti vogliono che a lavorare siano gli altri, a loro basta la paga.
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Le donne, che sono più pratiche, intelligenti, volenterose anche sul lavoro invece usano il cervello. Sveglia ragazze, fate curare la cucina e i figli agli uomini.
Diventerete Voi gli uomini del futuro...
Per allegria Vi ricordo un vecchio proverbio lombardo che degli uomini dice: "Guardali bene, guardali tutti, senza danée (denari) come sono brutti."
Diventerete Voi gli uomini del futuro...
Per allegria Vi ricordo un vecchio proverbio lombardo che degli uomini dice: "Guardali bene, guardali tutti, senza danée (denari) come sono brutti."
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(1) MISANDRIA
Benché prioritariamente osservato nei comportamenti femminili, il pregiudizio misandrico appare occasionalmente anche in alcuni comportamenti maschili, tendenti all'autosvalutazione ed alla contestuale esaltazione delle qualità femminili, ritenute superiori alle proprie soprattutto sotto il profilo etico oltre che estetico.
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UOMINI ATTENTI, RISCHIATE L'ESTINZIONE
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MILANO - L'ultimo allarme (o il primo da prendere sul serio?) sulla sopravvivenza della specie maschile viene da Vienna e si potrebbe riassumere così: "Maschi state attenti, rischiate un giorno di non esserci più". Tutta colpa della riscossa del sesso debole: mentre la donna acquista competenze sempre nuove e rafforza il proprio ruolo nella famiglia e sul lavoro, invece il maschio corre il pericolo di perdere qualsiasi "utilita'' sociale. E cioè di non contare più.
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E' l'allarme lanciato dal professor Siegfried Meryn dell'università di Vienna, secondo il quale se il sesso maschile non cambierà radicalmente il modo di relazionarsi con il proprio benessere psico-fisico '' potrebbe un giorno estinguersi''.
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Su questo scenario che ha dell'incredibile si trova concorde l'esperto del British Medical Journal. In un editoriale redatto in occasione del Primo congresso mondiale sulla salute maschile di Vienna, commenta: "basta pensare all'avvento delle banche dello sperma, alla fecondazione "in vitro" senza bisogno di spermatozoi, alla possibilità di scegliere il sesso del nascituro, fino alla clonazione umana e al matrimonio omosessuale per capire assai bene come il ruolo sociale dell'uomo rischia di svanire completamente''.
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Allora, maschi addio? No, secondo gli esperti sarebbe sufficiente sensibilizzare l'opinione pubblica alla necessità di pensare alla salute maschile, promuovendo una visione positiva dell''ex sesso forte e creando programmi di aiuto "ad hoc". Insomma, le donne che ci tengono al maschio anche solo per un banale corteggiamento, possono tirare un sospiro di sollievo. Il maschio esisterà ancora. Anche se magari, per prudenza, potrebbero sempre regalare al fidanzato/marito un manuale per tenersi in forma.
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DONNE AGGRESSIVE : LUI IN CRISI
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Lo stress logora la coppia
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P overi uomini! Sembra proprio che il prezzo da pagare per secoli di supremazia maschile aumenti di sondaggio in sondaggio. L'ultimo ad annunciare lo sprofondamento del maschio "latino" in una crisi sempre più nera, è firmato Eliana Monti, titolare del Club per Single (http://www.elianamonti.it)./
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Sono lontani i tempi di Casanova e Don Giovanni: l'uomo moderno è passivo, insicuro, non sa più corteggiare, e si trova di fronte a donne che sono praticamente delle Erinni: aggressive e poco raffinate, volitive e prevaricatrici. Questa l'impietosa fotografia scattata dal sondaggio condotto nelle principali città italiane, con interviste a 400 ragazzi e ragazze di età compresa tra i 20 e i 30 anni.
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La ricerca evidenzia che gli approcci tra i due sessi sono sempre più difficili, e rompere il ghiaccio a volte diventa molto complicato. Secondo le donne, gli uomini sono incapaci di corteggiare appropriatamente, sono impacciati e troppo passivi. E quando si tratta di arrivare al dunque si muovono con poca disinvoltura.
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Ma anche gli uomini si lamentano delle donne, che secondo loro non sanno essere seducenti e sono troppo aggressive. Secondo il 32% del campione di sesso maschile, inoltre, le donne di oggi sono poco raffinate e per il 29% sono egoiste. "Sempre più spesso nelle coppie non mancano le crisi che arrivano anche dopo pochissimo tempo", commenta Eliana Monti.
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Il vero punto debole del sesso made in Italy è proprio lo stress, che spesso logora i rapporti tra partner e trasforma le relazioni in lunghi momenti di vuoto o - peggio ancora - di tensione e di aggressività. Le esigenze lavorative e la mancanza di tempo che oggi affliggono sia gli uomini che le donne, trasformano gli incontri in una specie di missione impossibile. Secondo il sondaggio del Club per Single, due intervistati su cinque vorrebbero sentirsi meno stressati e vorrebbero trascorrere più tempo con il proprio partner. E un terzo delle coppie sperimenta già nei primi mesi insoddisfazione per il rapporto con il partner (il 38% delle donne ed il 34% degli uomini). "Le donne non amano gli uomini che non sanno prendere decisioni", puntualizza Eliana Monti, "l'uomo che tentenna e che lascia sempre decidere alla donna manca di carisma. Essere sempre passivi viene interpretato come una mancanza di personalita' e l'uomo che pende completamente dalle decisioni di una donna non viene visto come possibile compagno".
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13\11\2007
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La tenacia di Barbara e Rosy:
"DUE UOMINI AVREBBERO FALLITO"
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Così diverse così uguali. Agli antipodi, proprio, eppure come al solito se poi ti avvicini vedi che le differenze sfumano: tenaci, ostinate, ambiziose nel senso nobile del termine, l'ambizione di chi crede di potercela fare e prova a farcela, ci prova davvero. Anche nella foto del giorno, sedute una accanto all'altra in conferenza stampa dopo il consiglio dei ministri, si somigliano più di quanto dicano le loro biografie: Barbara Pollastrini ha un tailleur nero, Rosy Bindi uno blu. Girocollo sobrio, una di brillantini l'altra di perle.
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Quasi la stessa montatura di occhiali: invisibile, trasparente. Una sorride molto ma non concede niente, l'altra sorride poco ma di colpo arrossisce. Poi certo: Pollastrini è un'ex ragazza della buona borghesia lombarda sposata in seconde nozze con un importante banchiere, pacata e implacabile, Bindi un'attivista cattolica senese fieramente nubile, passionale e testarda. "Abbiamo due storie molto diverse, proprio molto", dice Bindi. "Diversissime", annuisce Pollastrini. E però: la toscana è una cattolica impetuosa e per così dire "comunista" di carattere, la milanese una ex comunista rigorosa e ligia, ordinata e costante, per così dire devota per indole.
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Per farla breve: ci sono riuscite. Hanno portato a casa in venti giorni di lavoro un progetto che può piacere o non piacere ma è lì, scritto. E' stato complicatissimo: almeno tre volte hanno rischiato di incagliarsi, le pressioni vaticane formidabili, i mugugni da sinistra costanti. Hanno cominciato con un prosecco a casa Bindi (al ministero) ed hanno finito coi panini la notte e le pizzette a rinsecchirsi nei vassoi. Per paradosso a segnare la svolta è stato il "non possumus" dei vescovi. Non è nemmeno così strano che un diktat susciti l'effetto contrario a quello desiderato.
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Considerando i caratteri, poi. Pollastrini: "E' stato lì che ho detto: dobbiamo farcela assolutamente". Bindi: "E' stato lì che ho capito che dovevo assumermi la mia responsabilità. Perché da cattolica io respingo le critiche di chi dice: vi siete incontrati con la Cei. Certo: ci si ascolta, si comunica, si dialoga, si aspetta. Però poi quando l'interlocutore chiude dicendo non posso allora non hai alternativa: procedi". Di più, ancora Bindi: è stato un successo della tenacia e della concretezza femminile. "Due uomini non ci sarebbero riusciti. Queste cose, partendo da posizioni così distanti, si fanno solo se nessuno pretende di dare all'altro una prova di forza. Se non entra in gioco quello spirito guerresco così maschile che prevede di marcare intanto il territorio, poi di affermarsi sull'altro". Chi deve intendere intenda. Le prove di forza capita di perderle, alle volte. Dentro il suo partito, per esempio, Rosy Bindi ne ha affrontata una e l'ha vinta. Pollastrini: "Ci è stato subito chiaro che era importante l'obiettivo. Abbiamo discusso, certo, ma quanto basta, q. b. come si dice nelle ricette di cucina: il necessario per ottenere il risultato. Avevamo in comune la tensione ideale e il senso della sfida: essere donne ha aiutato, siamo abituate a lavorare così". La questione della laicità, poi. Bindi: "Io questa cosa l'ho imparata dentro la Chiesa, non fuori: conosco perfettamente l'esercizio di responsabilità del laico in politica.
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Il mio impegno è stato quello di rimanere fedele alla Carta costituzionale. Dentro questo confine, poi, volevo che non si confondesse questo nuovo profilo di unioni con la famiglia che è un'altra cosa e altra resta". Anche qui, chi ha orecchie per intendere: a trattare con la Chiesa e a tenerle eventualmente testa in nome di principi costituzionali si impara frequentandola molto e fin da piccoli. Pollastrini: "Abbiamo difeso l'autonomia della politica dalle pressioni esterne. Abbiamo agito avendo come faro la Costituzione". Infine, l'obiettivo politico comune: il Partito democratico. Bindi: "E' stata una prova generale di Ulivo e di Partito democratico, non potevamo fallire". Pollastrini: "Se non fossimo riuscite in questo non avremmo avuto, dopo, nessuna credibilità".
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Infatti no, nessuna e lo dice anche Giuliano Amato, "levatrice di questa nuova creatura" che era un po' la prova generale alla vigilia dei congressi di aprile: c'è un patto con gli elettori da rispettare e una rotta politica da tenere.
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Tutto il travaglio di questi venti giorni - l'incontro a casa Prodi a Bologna, l'intervento dei vescovi, le parole di Napolitano, i colloqui con monsignor Betori segretario della Cei, il non possumus e il freno a mano tirato da Rutelli - si traduce, alla fine, in una questione lessicale davvero risibile e di certo incomprensibile per la comunità degli elettori. La dichiarazione che attiva diritti e doveri delle unioni di fatto non sarà "contestuale" ma "congiunta": servono due fogli al posto di uno, tutto sommato è solo un raddoppio della burocrazia cartacea e un danno al patrimonio forestale. Spostare l'attenzione sull'aspetto formale della vicenda - ci si iscrive insieme su un foglio solo o separatamente su due - ha ovviamente facilitato l'intesa sulle questioni di sostanza: due persone, anche dello stesso sesso, possono formare una coppia ed avere diritti e doveri fuori dal matrimonio. Bindi spiega che "si tratta di un prisma", nel senso che ciascuno vede la luce secondo come lo muove. Amato aggiunge che "è come quei quadri di Tiziano che cambiano secondo la prospettiva da cui li guardi".
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Da destra o da sinistra, certo. Pollastrini è molto soddisfatta, i tempi e i modi sono quelli che si era data. Bindi è anche più contenta: ha vinto la battaglia dentro il partito, si è smarcata dal diktat vaticano senza tradire valori e identità, è pronta per il partito democratico. Il nerbo della nuova legge, oltretutto, fa riferimento all'anagrafe familiare varata da Tambroni nel '58, il governo più conservatore tra tutti i governi democristiani. "Non c'è niente di nuovo a quel rispetto", insiste Bindi come a dire: la vecchia Dc degli anni Cinquanta aveva già ordinato la questione con buona pace di Betori e di Ruini. Poi c'è molto di nuovo invece. Pollastrini: "E' un grande passo verso l'eguale attribuzione di diritti a tutti i cittadini". Bindi: "E' una nuova frontiera nella tutela dei più sofferenti e dei più deboli". La legge si chiama Dico, diritti e doveri dei conviventi. Le uniche a restarne esplicitamente escluse sono le perpetue, e pazienza se per i preti sarà il danno oltre alla beffa. "Naturalmente - chiosa malizioso Amato - sempre che non cambi la natura della relazione col parroco". Le ministre sorridono: con diversa intensità di pudore, insieme.
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CONCITA DE GREGORIO
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09\02\2007
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FONTE:http://www.repubblica.it/2007/01/sezioni/politica/coppie-di-fatto2/tenacia-due/tenacia-due.html
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MEGLIO BONOBO CHE UMANI (MASCHI)
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L' annuncio della morte del patriarcato mi pare prematuro, quello del matriarcato alle porte anche, una Ségolène Royal presidente a maggio non farebbe primavera. E la violenza non è marginale, divide e intimorisce da giovane, quando il desiderio di libertà è immenso quanto il bisogno di contatti e di esperienze. Non c'è una "questione maschile", solo un problema degli uomini. Della loro nano-minoranza che vorrebbe avere rapporti meno distruttivi con il mondo e pensa di riuscirci se accetta di condividerlo con le donne e riconoscere che queste non sono maschi handicappati. La maggioranza non la pensa così. S'è inventata millenni fa un'umanità a propria immagine e somiglianza e la confonde con la realtà. In privato ammette l'esistenza di un altro sesso e lo scambia per una sua proprietà o una minoranza etnica o altro ancora ma comunque "debole". Se ha una fede religiosa, ne segue i comandamenti uniformemente misogini. Se è laica, magari progressista, se legge un po' di divulgazione scientifica, razionalizza le proprie fantasie con un darwinismo d'accatto. Quello del "discendiamo dagli scimpanzé", siamo geneticamente programmati per l'omicidio e l'infanticidio, per gli scontri di potere fra maschi, da vincere a ogni costo. Programmati addirittura per lo stupro, raro tra gli scimpanzé, a dimostrare che una neocorteccia cerebrale più circonvoluta a qualcosa serve. Scimpanzé
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Lo dicono Richard Wrangham e Dale Peterson in Maschi bestiali. Basi biologiche della violenza umana . A dispetto del titolo, criticano la tesi di Konrad Lorenz secondo cui l'aggressività dei maschi sarebbe onnipresente nel regno animale e andrebbe a vantaggio della specie (cfr. Il cosiddetto male, ). La tesi è tuttora influente e non solo fra gli psicologi evoluzionistici. Ma durante il nazismo, Lorenz aveva dato prova di antisemitismo e si cercava delle scuse. Sapeva che nelle specie sociali – lupi, elefanti, primati che fanno vita di branco, fra le sue amate oche grigie - prevale la cooperazione.
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Oche
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"Discendiamo dagli scimpanzé..."Non è vero, ovviamente. Abbiamo un antenato comune dopo il quale ognuno è andato per la sua evoluzione. Sono parenti nostri, e più ancora dei bonobo. Loro sì governati dalle femmine che controllano il cibo e l'organizzazione del tempo libero in cui, com'è noto, si fa l'amore e non la guerra. L'antenato comune a noi e agli scimpanzé risale a 6-7 milioni di anni fa. I bonobo si sono separati dagli scimpanzé 2 milioni di anni fa e hanno già risolto il problema maschile. I bonobo maschi tendono alla pigrizia e con gli anni alla calvizie, ma sono socievoli, tolleranti e altruisti.
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Bonobo
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Leggere Maschi bestiali potrebbe essere un'impresa superiore alle forze di un uomo. Per un approccio soft, meglio La scimmia che siamo. Il passato e il futuro della natura umana di Frans De Waal . Da una vita, De Waal studia i bonobo e li compara con gli scimpanzé e altri primati. Fra i suoi esperimenti, forse il più famoso è quello in cui, inserite da piccole in un branco di bonobo, altre scimmie ne acquistano i comportamenti pacifici e le strategie di riconciliazione. Anche tra loro ci sono conflitti, infatti, e li superano con baci e abbracci, carezze e amplessi in tutte le combinazioni immaginabili. Non che De Waal (o io, se è per questo) inciti all'orgia continua. Ci diamo baci sulla guancia, pacche sulla schiena, strette di mano, urliamo in coro per allegria, censura o scherno, ci stringiamo gli uni agli altri nell'esultanza o nel dolore. Umani, ancora uno sforzo, scrive all'incirca, e a modo nostro diventeremo civili come i bonobo.
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Per chi non ha voglia di leggere né l'uno, né l'altro, e nemmeno Monkeyluv and Other Lessons on Our Lives as Animals di Robert Sapolsky , che non è ancora tradotto, riassumo. Se i bonobo sono capaci di imparare regole di convivenza, allora anche gli uomini. Se le bonobo sono capaci di insegnarle ai figli, allora anche le donne.
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Note
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1. R. Wrangham e D. Peterson, Maschi bestiali. Basi biologiche della violenza umana, Muzzio editore, 2005, 278 pagine, 18 euro.
2. Il cosiddetto male, 1963, trad. italiana Il Saggiatore 1969.
3. Frans De Waal, La scimmia che siamo. Il passato e il futuro della natura umana, Garzanti, 2006, 364 pagine, 22,50 euro.
4. Robert Sapolsky, Monkeyluv and Other Lessons on Our Lives as Animals, Scribner, New York, 2005.
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24\11\2007
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DALL'ANDROLOGO PER CAPIRE PERCHE' SI FA CILECCA
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P overo maschio, mai stato così fiacco. L'estate 2001 per gli uomini italiani almeno a letto è stato un mezzo flop. Volevano impressionare le donne con prestazioni super, magari anche a dispetto dell'età, e invece... Di fronte al problema del deficit sessuale la risposta più immediata sta nel prendersi la pillola azzurra: «D'accordo ma presa in modo scorretto non serve a granché, anzi rischia di avere effetti deludenti. Sarebbe stato meglio se prima fossero passati dall'andrologo». Questa l'opinione del professor Vincenzo Mirone (nella foto), presidente della Sia (Società Italiana di Andrologia), docente all'Università Federico II di Napoli.
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Dunque professore il maschio italiano è in crisi oppure no?
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Certamente sì, lo dicono le statistiche ed è ormai un fatto accertato. Non solo in Italia ma a livello planetario. Le manifestazioni più frequenti sono deficit erettile, eiaculazione precoce e più generalmente un approccio sbagliato al concetto di sesso. Le cause secondo noi risiedono nella scarsa educazione sessuale che l'uomo ha in generale e in particolare qui da noi. I giovani vengono a sapere di sesso solo parlando con gli amici, sentendo di amplessi infiniti e prestazioni da record. Ma la realtà è ben diversa.
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La donna ha qualche "colpa" se il maschio è in crisi?
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La donna, oggi più disinibita ed emancipata rispetto a qualche anno fa, arriva a conoscere il sesso prima dell'uomo. L'uomo finisce per sentirsi sotto osservazione, teme il giudizio della partner, è psicologicamente labile. Il rapporto di coppia si è trasformato e per certi versi invertito: l'uomo vive l'aspetto sessuale della vita di coppia con l'ansia da prestazione.
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E in futuro cosa accadrà?
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Nei prossimi anni la coppia avrà una sua progressiva ridefinizione. Si tratta di ridiscutere il rapporto uomo-donna: non servono leader nel rapporto. C'è più bisogno di creare una sessualità dialogata e paritaria e soprattutto di dare al sesso una valenza meno "sportiva". Il primo passo che il maschio deve fare per uscire dalla crisi è capire che di problemi del genere può parlare con l'andrologo, come le donne fanno con il ginecologo.
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16\11\2001
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ANCHE L'UOMO HA PAURA
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S embra un anacronismo, ma anche oggi vi sono uomini che dichiarano pubblicamente di voler vivere in castità. E questo quando anche i religiosi vorrebbero avere il permesso di sposarsi e avere una normale vita sessuale. Pare che la castità, per il maschio, sia una sorta di ideologia, una sfida all'edonismo imperante, alla divulgazione fatta a tutti i livelli della libertà del sesso. Naturalmente, si tratta di casi-limite. Esiste una paura della "prima volta" anche tra i maschi e di solito viene superata o con un grande sentimento d'amore o con un rapporto mercenario, impersonale il più possibile. La letteratura d'ogni livello ha descritto storie di giovani uomini turbati dal desiderio di possedere una donna e incapaci di superare la grande paura di non essere in grado di confrontarsi con l'altro sesso, quello "debole" solo per definizione.
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Anni fa, conducendo per un settimanale un'inchiesta sui problemi dei giovani, scoprimmo che proprio i maschi, erano i più preoccupati. Le femmine, in fondo, avevano un atteggiamento di "attesa", dando per scontato che è l'uomo, e non la donna, a prendere certe importanti iniziative. I ragazzi che intervistammo, in quell'occasione, ci risposero in molti modi ma in fondo ad agni discorso c'era la grande timidezza che assale anche il maschio più baldanzoso, quando deve dimostrare le sue qualità più virili, i suoi più nascosti desideri.
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Vorrei trovare una ragazza esperta, per non avere la responsabilità di prendere l'iniziativa" dicevano in molti. "Una donna matura, ecco quello che ci vuole, quando si comincia. È molto meglio, quando si fanno escursioni in territori sconosciuti, avere una buona guida." Oppure: Ma è meglio ricordare che molto "Ognuno di noi vorrebbe una zia cornpiacente che, all'occorrenza, insegnasse le cose che desideriamo e immaginiamo ma che non conosciarno direttarnente". Questo atteggiamento di paura e speranza, di attesa e timore, era davvero sorprendente. Ma come? Tutta la tracotanza, tutta la baldanza del maschio se ne andava, di fronte alla ipotesi di un vero rapporto sessuale? L'atteggiarnento del ragazzo che teme è cosi consueto o noi avevamo incontrato solo individui estrernarnente timidi, imbranati, come si usa dire oggi? Andammo a scandagliare più a fondo e scoprimmo che non solo c'era la paura di fare figuracce ma che anche la paura fisica, faceva la sua parte.
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"E se sento male? E se quando sono li mi crolla tutto? E se lei si mette a ridere perché non so da che parte cominciare? E se finisco tutto in pochi secondi?" Insomma, le paure erano di molti tipi, ma non mancava nemmeno la paura della deflorazione, proprio come nelle ragazze. "Il sangue mi fa orrore. Se sento una donna piangere, scappo come un coniglio... insomma, non potrei mai deflorare una ragazza, io", confessa un giovanottone che aveva solo diciotto anni ma aveva un fisico da atleta e spesso anche l'uomo, un viso da statua greca. Chi l'avrebbe mai sospettato, che fosse cosi pauroso, cosi intimorito dalle conseguenze inevitabili di una deflorazione? "Io ho risolto la cosa andando a letto con la madre di un mio compagno di scuola. Lei è una vedova, capisce? È materna e calda, affamata di amore, ma paziente. Mi tratta come un pulcino, anche se io, poi, faccio la mia parte di maschio. Ma la mancanza di aggressività, la dolcezza, mi rassicura. Ora potrei affrontare anche una giovanissima, anche deflorarla. Non mi fanno più paura, le donne." Quanto alla paura fisica del coito, nel maschio molto giovane, questa è spesso collegata a difficoltà reali, a imperfezioni anatomiche mai corrette: basta poco, per rendere infelice una prima esperienza. Basta, ad esempio, che il ragazzo non sia stato circonciso (avendone bisogno per cause deI tutto naturali) ed ecco che l'accoppiamento diventa difficile, doloroso, spesso impossibile. Il dolore fisico, infatti, toglie il desiderio, blocca l'erezione. Questa puo' essere una prima esperienza capace di influenzare negativamente tutta la vita sessuale futura deI ragazzo.
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Resta comunque la grande paura di non essere all'altezza, di non farcela, soprattutto con le giovani vergini. "E stata un'esperienza allucinante, la prima", diceva uno degli intervistati per quell'indagine. "Lei era tirnidissima e vergine. Io avevo dei problerni 'meccanici', cioè avrei dovuto farrni operare ma non trovavo mai il coraggio di farlo. Cosi, quando finalmente abbiamo provato a far l'amore, dopa avec superato tutta una serie di ostacoli di tipo psicologico, è successa una tragedia, o quasi. Lei piangeva, .. io tentavo di possederla ma sentivo molto male. E lei, credendo di non piacerrni, si irrigidiva sempre di più, rendendo anche più difficile la mia azione... Alla fine, ci abbiamo rinunciato. È stato allora, che ho deciso di entrare in ospedale e farmi circoncidere. Ma quando fui a posta, lei non ne voIle più sapere. S'era fatta deflorare da un ragazzo più grande, esperto e certamente non 'vergine'. La cosa m'ha turbato tanto che ho dovuto avere un rapporta a pagamento, per superare le paure e gettare a mia volta alle ortiche la mia odiosa 'verginità' di maschio."
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La redazione di megghy.com
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GLI UOMINI NON CI PROVANO PIU'
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Carico di attenzioni all'inizio. Poi soltanto di paure... Ecco l'identikit dell'italiano 2004
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A ll'inizio sono pieni di attenzioni. Gentili, capaci di solleticare le fantasie femminili, audaci nello scrivere un messaggino o una mail. Ma poi? Incapaci di andare al sodo. Ecco l'identikit del maschio italiano del 2004 tracciato dalle signore del Belpaese. Che, come spesso capita, non la mandano certo a dire. «Avvicinarsi a noi è come mettere la testa nel reattore di Chernobyl. Temono il contagio». Così le donne parlano dell'uomo, secondo un'analisi del mensile Marie Claire. Sottolineando poi come, in realtà, nella fase del corteggiamento gli italiani ci sappiano ancora fare.
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Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capire il fenomeno, intanto con una visione d'Oltrefrontiera. In Germania dicono: «I latin lover italiani sono noiosi». In Spagna non hanno dubbi. «L'uomo italiano ha talmente tanti pensieri per la testa che non ha tempo da dedicare alle conquiste erotiche». Tanto che gli spagnoli - ma perfino gli svedesi, da sempre considerati freddini come il loro clima - si consegnano i premi di uomini mas calienti. «Lo spagnolo sì che va forte, non il pater familias italiano». Anche se i signori italiani, nonostante i titoli della stampa estera che metterebbero a terra chiunque, godono di un primato per cui dovrebbero andare molto fieri: sono infatti considerati dalle donne di tutto il mondo come gli amatori più sexy del pianeta.
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Gli uomini manifestano sempre più le proprie ansie, paure, dubbi. Tanto che in un recente sondaggio è emerso che al primo posto nella hit parade delle ansie erotiche degli uomini che hanno età compresa tra i 18 ed i 48 anni c'è la "paura di non durare" nel rapporto sessuale. E questo per il 35% degli intervistati. Intanto, mentre l'uomo si dibatte nelle sue ansie da prestazione, le donne si organizzano.
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Al di là delle statistiche e dei sondaggi, sono infatti arrivate a creare un nuovo profilo psicologico: le man hunter, le cacciatrici di uomini. Probabilmente non ci sarebbe bisogno di aggiungere altro. D'altra parte se gli uomini non sono più quelli di una volta, ci devono pensare le donne a far tutto. Quindi, prendendo in mano la situazione sin dalla fase del corteggiamento, inviando sms quando lui inizia a tirarsi indietro, proponendo una cena fuori, per entrare poi nella fase più intima dell'approccio: sarà che l'uomo è intimorito, stanco dal troppo lavoro e stressato, ma non sarà anche un po' la donna aggressiva a farlo arretrare?
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Walter Nerozzi
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28\07\2004
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GENERAZIONE PETER PAN
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S econdo uno studio dell'Istituto Italiano di Medicina Sociale, presentato ad un convegno a Roma sui genitori di domani. Gli uomini italiani sono gli adolescenti piu' vecchi in Europa, arrivano fino a 34 anni. Il 45 per cento dei giovani fra i 30 e 34 anni, soprattutto maschi, vive ancora con i genitori e molti non si sentono ancora in grado di prendersi delle responsabilità. I nuovi Peter Pan hanno le loro idee riguardo ad esempio al matrimonio. Prima serve trovare lavoro, poi si pensa di mettere su famiglia e solo dopo si decide di mettere al mondo un figlio. E anche i genitori, soprattutto le madri, non aiutano a far spiccare il volo ai bimbi. solo il 18% crede un figlio debba uscire di casa alla maggiore eta'. Secondo genitori e figli l’eta ideale sarebbero i 26, ma alla fine non oltrepassano la porta di casa prima dei 30. e anche quando ci si sposa non ci si allontana troppo; quasi la metà delle nuove coppie va ad abitare entro un chilometro dalla casa di mamma e papà. Diventati grandi dichiarano di desiderare almeno due figli ma se ne mette al mondo solo uno. Un bambino su quattro ha una mamma con piu' di 34 anni. anche i nonni sono cambiati, solo la meta' delle madri che ha una figlia con un bambino la incita a farne un altro, perche sanno che poi li lascerebbero a loro. Ma le figlie? molte non vivono bene un eventuale gravidanza. E una ragazza su 3 non nasconde, ha aggiunto lo psicoterapeuta Federico Bianchi di Castelbianco, di avere una vera e propria paura nei confronti di una futura maternita'. Oltre il 50% dei ragazzi considera l'evento come una scocciatura. Sarà anche una questione di cultura, ma specie a Sud è ancora piu elevata l’eta in cui si cresce, l’età in cui si lascia il nido e tutto tra i pianti delle madri. Vero è che abituati a far la bella vita, risulta difficile rinunciare a qualche cosa per pagare l’affitto.
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06\02\2007
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QUANDO IL MACHO E' DEPRESSO
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Gli uomini over 65 spesso non ammettono né riconoscono i sintomi del male oscuro. Perché non hanno fiducia nelle cure psichiatriche, e non parlano del loro disagio con il medico. Così 31,8 su 100.000 scelgono il suicidio
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S ono gli uomini alla John Wayne, quelli che non chiedono aiuto, che non hanno mai cedimenti. Eppure si suicidano in misura enormemente più grande rispetto alle coetanee, sono molto più depressi e, a causa del loro atteggiamento, sovente non vengono trattati in modo opportuno. Vittime di pregiudizi e di un certo tipo di cultura machista in cui essi stessi sono cresciuti, gli uomini che oggi hanno più di 60 anni sono colpiti dal male oscuro molto più spesso di quanto si creda e, per giunta, con manifestazioni che non corrispondono a quelle codificate nei manuali di psichiatria, rendendo il riconoscimento della depressione difficoltoso anche per lo specialista.
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Ad alzare il velo su un disturbo che ha gravi conseguenze sulla qualità della vita degli anziani è stato uno studio appena pubblicato sull’American Journal of Geriatric Psychiatry, nel quale gli psichiatri dell’Università della California di Davis guidati da Ladson Hinton sono partiti da un inquietante dato di fatto: dopo i 65 anni tentano con successo di suicidarsi 31,8 uomini su 100.000, contro 4,1 donne. Per cercare di spiegare una differenza di genere così grande, per la quale motivazioni biologiche - legate per lo più alla situazione ormonale - non sembrano essere sufficienti, Hinton è andato a ripescare i dati raccolti in occasione di uno studio sulla gestione della depressione in età avanzata da parte del medico di famiglia, chiamato Impact (Improving mood: providing access to collaborative treatment for depression), nel quale erano stati reclutati, in 18 cliniche, 1.600 anziani di entrambi i sessi, e li ha rianalizzati tenendo conto del genere e aggiungendo una serie di interviste a una trentina di specialisti che avevano partecipato allo studio originario, tra i quali medici, psichiatri e reclutatori.
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Quello che è emerso è che gli uomini sono nettamente meno propensi ad ammettere i sintomi di una depressione o di avere pensieri suicidi, non ne riconoscono le avvisaglie e, quando lo fanno, hanno un’innata tendenza a trascurarle o a nasconderle deliberatamente. Tra i possibili motivi individuati da Hinton vi sono una generale peggiore predisposizione e minore fiducia verso le cure psichiatriche, la tendenza a non parlare con nessuno di sintomi depressivi o comunque di disagi psicologici, il ricorso minore alle cure mediche in assoluto e il fatto che in molti casi la depressione si presenta con manifestazioni atipiche rispetto a quanto atteso.
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“Questi uomini” spiega Hinton “che potremmo definire alla John Wayne o della ‘vecchia guardia’, sentono tutto il peso dello stigma della che la malattia mentale porta con sé (‘non sono pazzo’, dicono), hanno una scarsissima fiducia nell’efficacia della psichiatria e della psicoterapia, che giudicano una perdita di tempo e denaro, invece di dire ‘sono triste’ la buttano su disturbi fisici e dichiarano ‘ho mal di testa, ho mal di stomaco, sono stanco’ e unendo il tutto a una malintesa sensazione di ‘potercela fare da soli’ scivolano via via verso forme gravi, che sono poi più complesse da curare. E’ indispensabile partire da questo tipo di cultura, di sentimenti, per identificare prima e meglio un anziano depresso. Ma questo non basta. Bisogna realizzare dei programmi educazionali che aiutino a scardinare i pregiudizi, a modificare l’approccio degli specialisti, e che avvicinino tutti gli over 65 all giuste terapie e a una migliore qualità della vita. Solo così si potrà in parte colmare il divario tra uomini e donne e diminuire il numero di suicidi”.
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16\10\2006
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SENZA MASCHI E' MEGLIO. SCELTA DONNE USA
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Tra le americane il 51% sceglie di rimanere da sola. Il 53% degli uomini resta con la moglie
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NEW YORK - Meglio sole, che male accompagnate. La maggioranza delle donne americane ha optato per la saggezza del vecchio proverbio, decidendo di vivere senza marito. Per qualcuna si tratta del compimento della liberazione femminista, per altre è mancanza di materia prima, e per altre ancora uno schiaffo all’inaffidabilità, la superficialità e la stupidaggine del maschio moderno. Qualunque sia la risposta giusta, a differenza dei mariti i numeri non mentono, e quindi la tendenza deve far riflettere.
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La notizia, in prima pagina dal New York Times, non è una novità assoluta: i matrimoni sono in calo da mezzo secolo, e a farne le spese sono soprattutto le persone di sesso femminile. Dal 1950 al 2000 la percentuale delle donne sposate tra 15 e 24 anni è scesa dal 42 al 16%, mentre quella tra 25 e 34 anni è diminuita dall’82 al 58%. Il fatto nuovo è che adesso gli Stati Uniti hanno scavalcato la soglia simbolica della metà. Nel 2005, secondo il Census Bureau, 59,9 milioni di donne erano single o vivevano senza marito, contro 57,5 milioni che lo avevano in casa. Significa che il 51% sono sole, mentre tra i maschi il 53% vive ancora con la moglie. In alcune situazioni particolari l’uomo era fuori per ragioni di lavoro, e quindi la separazione va considerata temporanea, ma i sociologi non ricordano un altro periodo così nella storia americana.
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La ragione del costante aumento delle single rispetto ai single si capisce innanzitutto studiando la demografia: negli Usa vivono più donne che uomini, e quindi è inevitabile che più donne restino sole. Questo, però, è solo l’inizio del problema. Nel corso degli anni sono aumentati i divorzi, e le ex signore che decidono di risposarsi sono meno degli ex signori. Qui già subentra un elemento di scelta, che lascia trasparire la maggior voglia di libertà delle donne, o la maggior sfiducia nell’altro sesso, dopo aver provato il matrimonio. La tendenza, però, riguarda pure le ragazze più giovani, che rimandano le nozze o le rifiutano, anche senza esserci mai passate in mezzo.
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Qui giocano i nuovi stili di vita, tipo la convivenza non sancita, o anche gli effetti del femminismo, che fanno sentire le donne più indipendenti dagli uomini. L’editorialista del New York Times Maureen Dowd ci ha scritto su un libro, intitolato «Are Men Necessary?». La sua risposta, naturalmente, è no. Gli uomini non sono necessari alle donne, che se vogliono un figlio possono rivolgersi alle banche del seme. Per il resto i maschi sono soprattutto una palla al piede, perché temono le compagne troppo intelligenti o che hanno successo sul lavoro, e cercano sempre di tarpare le loro ali. Magari è proprio per questo motivo che Condoleezza Rice, prima donna nera a diventare segretario di Stato, non si è mai lasciata mettere l’anello al dito.
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Susan Brownmiller, femminista storica americana e autrice del bestseller «Against Our Will», dà un’interpretazione a metà fra «Thelma & Louise» e «The Object of My Affection», il film in cui Jennifer Aniston cercava disperatamente di sedurre il suo compagno di casa gay: «Il primo problema è che non ci sono abbastanza maschi interessati ad un rapporto di coppia serio. La liberazione gay ha permesso a molti uomini di vivere come preferiscono, cioé con altri uomini, e questo ha fatto diminuire la materia prima. I maschi rimasti a disposizione o non valgono la pena, oppure sono spinti dall’alta domanda a scegliere stili di vita da scapoli, come quelli promossi per decenni da Playboy». Non tutte le donne, però, si disperano. Elissa Terris, ad esempio, ha spiegato così al Times la sua scelta di non risposarsi dopo il divorzio: «Ora posso scegliere: una notte ho dormito sull’altro lato del letto, e mi sono accorta che mi piaceva».
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PAOLO MASTROLILLI
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Donne e politica.
La lunga marcia verso la parità
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Donne e politica. Se ne è parlato lunedì sera in un incontro pubblico al Museo del Tessile di Busto Arsizio organizzato da Dialogando, associazione presieduta dal consigliere provinciale di Forza Italia Franco Binaghi. L'argomento, in tempo di elezioni, era quantomai interessante. Peccato dunque per il pubblico scarso, di fronte al quale sono intervenute la presidentessa del consiglio provinciale Anna Maria Martelossi, la presidentessa della commisisone pari opportunità della Regione Lombardia, Rosanna Caggiano, l'avvocato Laura Bordonaro, presidentessa del Circolo della Libertà "Città di Busto Arsizio" e Patrizia Tomassini, assessore a servizi educativi e pari opportunità del Comune di Varese. A chiudere è intervenuto anche l'assessore regionale a reti e servizi di pubblica utilità, Massimo Buscemi. Avrebbe dovuto partecipare anche Maria Stella Gelmini, coordinatrice regionale degli azzurri di Berlusconi, ma gli impegni di una campagna elettorale imprevista al momento in cui era stata programmata la serata l'hanno trattenuta.
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Numeri impietosi, una storia umiliante anche per noi uomini, a rileggerla oggi: questa la situazione della presenza femminile non solo e non tanto nelle istituzioni, ma un po' in tutta la società pubblica, incluso il mondo del lavoro, dove l'accesso alle professioni e alle posizioni che contano è ancora condizionato dal famoso "tetto di cristallo" che per le donne italiane è di cemento armato. Con responsabilità indubbiamente maschili, a causa di una millenaria cultura della donna come custode della casa familiare e basta, in pratica una serva domestica. (1) Non meraviglia che si richiami la necessità di "azioni positive", che negli Stati Uniti si chiamano affirmative action e cercano in particolare di migliorare la posizione dei neri, i discendenti di chi fu schiavo. Ci si rifletta.
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Le donne devono sostenersi fra di loro, rimarcava Martelossi, le loro capacità sono pari a quelle degli uomini e spesso superiori per intuito, buonsenso, mitezza e capacità di risolvere situazioni spinose. (2) Pertanto, sosteneva la presidentessa del consiglio provinciale, bando alle rivalità e avanti sulla linea tracciata dalle donne politiche di ieri e oggi. Le citazioni andavano da Nilde Iotti, impeccabile presidentessa della Camera per anni, giù giù fino a Stefania Prestigiacomo, Daniela Santanché, Letizia Moratti. Segnali di presenza in una società che vede ancora solo il 5% di donne nei CdA, e gran parte di esse solo in quanto eredi o parenti... in Norvegia una controversa legge ha appena obbligato a portare tale quota al 50%, pena lo scioglimento dei CdA stessi.
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"Pasionaria" la Caggiano (noblesse oblige, dato il ruolo), che rimarcava il ruolo decisivo dell'Unione Europea nel "costringere" gli Stati memebri a migliorare gradualmente la condizione e posizione femminile. L'Italia è indietro, molto indietro ci ricorda Caggiano, il trattato di Lisbona del 2000 fissava per il 2010 un tasso di occupazione del 60% per le donne in tutta Europa, livello ufficialmente raggiunto in Lombardia nel 2007, ma l'Italia intera di sicuro non ci arriverà in tempo. Quote rosa? Nossignori, è un termine che non piace, altri le stanno implementando (si vedano le primarie del Partito Democratico); la ricetta proposta da Caggiano sono le norme antidiscriminatorie (3), con una limitazione al 66% della rappresentanza di ciascun sesso («nel Nord Europa ormai serve a proteggere gli uomini...» spiegava compiaciuta). Per Caggiano la meritocrazia, poi, «viene nominata solo quando riguarda le donne, ma deve valere anche e soprattutto per gli uomini». E le donne "arrivate" «devono imparare a non togliere la scala alle altre».
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Drammatico, a pensarci, il resoconto di Laura Bordonaro di quanto tardive siano state in Italia le conquiste della donna: l'Iran (che pure non è l'esempio peggiore al mondo, checchè se ne creda) è molto più vicino di quanto pensiamo. Il voto politico fu concesso alle donne solo nel 1945-1946, tra molti dubbi da destra e sinistra, dapprima "dimenticandosi" del diritto di voto passivo, cioè di candidarsi; solo vent'anni dopo le donne poterono accedere alle professioni e al pubblico impiego, divenendo ad esempio magistrati, e solo negli anni Settanta si chiuse il cerchio regolamentando diritto di famiglia, divorzio e aborto, dopo secoli in cui le donne erano state trattate di fatto da minus habens, pur essendo la vera colonna portante della società. Per Patrizia Tomassini, unico assessore donna al Comune di Varese, «non bisogna nè antagonizzare nè imitare gli uomini»: e non è poca realizzazione, dopo i tempi del femminismo prima e del rampantismo poi. Ci sono ancora troppi preconcetti e stereotipi, lamentava Tomassini, e ogni "azione positiva" è vista come un'indebita richiesta di privilegi.
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Un Buscemi quasi imbarazzato di fronte a una platea modesta, ma largamente femminile, chiudeva dicendosi anch'egli contrario a parlare di quote rosa e osservando che la posizione femminile è in netto miglioramento nelle professioni e in politica. Il vero problema da affrontare è conciliare vita familiare e lavorativa, togliere l'assillo dei problemi quotidiani, come l'affido dei figli. E forse, emerge dal suo intervento, correggere qualche problema culturale, per cui la famiglia appare un sacrificio, invece che una scelta sana e naturale. In cui l'uomo può collaborare, ma non certo sostituire in toto la donna, per ragioni biologiche. Da quel versante le differenze, dice Buscemi, ci sono e restano.
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Stefano D'Adamo
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19\02\2008
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(1) LA POTENZA DELLA COLPA
Non è affatto un mistero quale sia l'immensa potenza della colpa e quali effetti devastanti produca sulle persone. Ogni libro di psicologia insegna infatti che il 'senso di colpa' (al pari della vergogna) puo portare fino al voler desiderare la morte.
Si capisce allora perché una di queste armi sia stata la colpevolizzazione del genere maschile attraverso la reinterpretazione della storia, e quindi di tutto ciò che è 'patrimonio storico degli uomini', come manifestazione di un millenario sopruso, di una infinita prevaricazione, e di una “universale usurpazione” da parte maschile. Una completa revisione storica in chiave incriminatoria.
FONTE: uomini3000.it
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(2) SESSISMO
Un atteggiamento sessista si può manifestare in alcune convinzioni, ad esempio:
la presunta superiorità o il presunto maggior valore di un genere rispetto all'altro.
la presunta superiorità o il presunto maggior valore di un genere rispetto all'altro.
- Assegnare arbitrariamente qualità (positive o negative) in base al sesso.
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(3) NORME ANTIDISCRIMINATORIE
Un bellissimo esempio di linguaggio orwelliano: la guerra è pace, la libertà è schiavitù, l'ignoranza è forza, l'odio misandrico è amore femminile, e la discriminazione è antidiscriminazione. La discriminazione è favorevole, è positiva. Quella contro gli uomini è discriminazione buona.
FONTE: antifeminist.altervista.org
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SHARON STONE: NON ABBIAMO BISOGNO DEGLI UOMINI PER DIVENTARE MADRI
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L'attrice hollywoodiana lancia un appello a tutte le donne
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S haron Stone ha lanciato il suo appello alle donne: "Non abbiamo bisogno degli uomini per diventare madri".
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L'attrice, che ha all'attivo tre divorzi, è mamma di tre splendidi bimbi adottivi ed è convinta come il gentil sesso non debba aspettare di aver trovato l'uomo ideale per avere dei figli. Sharon, anzi, incoraggia le donne a darsi da fare per vivere le gioie della maternità anche senza un compagno: "Non aspettate che un uomo vi dia dei bambini, fate da sole".
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Dichiarazioni che scateneranno sicuramente un'infinità di polemiche e divideranno l'opinione pubblica...
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30\01\2007
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LE DONNE SI
FECONDERANNO SENZA MASCHI
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L o dice una ricerca fatta da scienziati inglesi dell’università di Newcastle Upon Tyne, che hanno scoperto un modo per trasformare le cellule staminali del midollo osseo femminile in sperma, tagliando di fatto il maschio fuori dal processo di creazione della vita. C’è solo un piccolo particolare che va tenuto presente: i bambini nati in questo modo potrebbero essere esclusivamente di sesso femminile, perchè nella riproduzione non entrerebbe in gioco il cromosoma Y, che è un prodotto esclusivamente maschile. Se gli esperimenti in atto daranno risultati concreti, le donne potranno avere figli senza gli uomini e per di più, con la stessa terapia, si darà la possibilità alle coppie omosessuali di avere figli biologicamente propri. A questo punto i dilemmi sono tanti…quante donne potranno usufruire di questa scoperta? Riuscirà una donna a privarsi del “naturale” rapporto di coppia?
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04\02\2008
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Tutto in 3 minuti... che velocità...
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Gli urologi: è l'effetto dell'ansia da prestazione e dello stressSesso in tre minuti per 4 milioni di italiani. L'eiaculazione precoce colpisce soprattutto i giovani tra i 18 e i 30 anni. Sempre di più le richieste di allungamento del pene
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MILANO — A letto più che in altre circostanze la fretta non aiuta. Eppure l'eiaculazione precoce è il disturbo sessuale più diffuso al mondo. In Italia gli «sprinter» sono oltre 4 milioni, per lo più giovani tra i 18 e i 30 anni. Lo dicono gli urologi riuniti a Berlino nell'annuale congresso internazionale. In uno studio, i pazienti sono stati anche cronometrati: la maggior parte non supera i tre minuti. Una buona percentuale si sbriga perfino prima. E la causa è quasi sempre psicologica: «L'ansia da prestazione e lo stress sono tra i motivi principali», spiega Vincenzo Mirone, presidente della Società italiana di Urologia. Ma a mettere in confusione gli amanti frettolosi sarebbero soprattutto quelli che il professore definisce «i falsi miti», ovvero: «La figura dell'uomo macho e superdotato con cui i giovani si confrontano quotidianamente e che ormai, complici anche cinema e televisione, fa parte del loro immaginario».
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I DATI — La comunicazione erotica di massa impone prestazioni spettacolari ma anche dimensioni «artistiche» considerevoli: «I giovani cercano in tutto e per tutto di assomigliare a questi modelli — aggiunge Mirone — e così sono sempre di più i ragazzi che chiedono di sottoporsi, pur in mancanza di reali motivazioni cliniche, a interventi chirurgici per l'allungamento del pene». Quando poi il medico servirebbe sul serio, perché i problemi sono di natura fisica e non estetica, spunta l'orgoglio e magari la vergogna. È il caso di una patologia seria come l'infertilità, che è sempre più difficile da diagnosticare: «Fino a pochi anni fa — conclude il docente universitario — c'era la visita di leva. Il maschio italiano, allo scoccare del diciottesimo anno di eta, veniva sottoposto a un esame urologico completo. Oggi non esiste più questa importante possibilità, che consentiva un accurato screening della popolazione italiana maschile anno per anno. Ormai, sempre più spesso, il primo controllo viene fatto quando la patologia è già in corso». Lo scarso feeling con l'urologo per problemi che riguardano la sfera sessuale riguarda del resto i pazienti di tutte le età. Anche di questo hanno discusso a Berlino, dove è stato ribadito che in media un maschio adulto impiega due anni prima di decidersi a consultare un medico. Per patologie più o meno analoghe le donne ci mettono al massimo due settimane, e poi corrono dal ginecologo: «Bisogna sensibilizzare l'opinione pubblica», chiedono gli specialisti. Secondo i quali sarebbero almeno due milioni gli italiani con problemi di impotenza che per imbarazzo si rifiutano di farsi curare. Otto su dieci, secondo altre stime, addirittura preferirebbero rassegnarsi all'astinenza piuttosto che stendersi sul lettino del dottore.
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LUOGHI COMUNI — Per contrastare timidezze e luoghi comuni, a Londra hanno stipulato un'alleanza. La European sexual dysfunction alliance, il cui principale avversario è l'equazione virilità-capacità erettile. «L'impotenza si può curare — spiega Carlo Bettocchi, del Policlinico di Bari —, anzi la soluzione del problema si raggiunge in almeno l'82% dei casi. Spesso, inoltre, la cura risulta fondamentale per mantenere inalterata la serenità della coppia. Ed è per questo che anche la partner deve essere coinvolta nella scelta della terapia».
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Antonio Castaldo
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23\03\2007
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FONTE: Corriere.it
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LO FA ANCHE PAPA'...
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Sei un padre? Sarai un padre?
Allora sei una bestia.
Firmato: la Commissione "Pari Opportunità" di Brescia,
la CGIL-CISL-UIL e alcuni comuni del circondario cronaca di un misfatto contro il padre.
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FONTE: maschiselvatici.it
Video Ministero "Pari Opportunità" caricato da: http://www.uomini3000.it/
Allora sei una bestia.
Firmato: la Commissione "Pari Opportunità" di Brescia,
la CGIL-CISL-UIL e alcuni comuni del circondario cronaca di un misfatto contro il padre.
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FONTE: maschiselvatici.it
Video Ministero "Pari Opportunità" caricato da: http://www.uomini3000.it/
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CHE FINE HANNO FATTO I MASCHI LATINI?
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C hi l'avrebbe detto che ai maschi piace più guardare la partita piuttosto che fare l'amore con la propria donna. Ovviamente non tutti fanno parte di questa categoria. Ma quanti di loro preferiscono anastetizzarsi davanti alla Tv anziché vivere una sessualità evoluta con la propria compagna. Sono molti i programmi televisivi che vengono considerati malsani per la vita di coppia. A rilevare questi dati è stato il Censis per il quale il 58,4% degli uomini ha problemi di sesso e il 17,8% pare addirittura non abbia proprio una vita sessuale. Più del 41% soffre di disfunzioni erettili. Ma tracciamo più dettagliatamente il profilo del giovane vergine italiano? A delinearlo è l'associazione di sessuologi ''Donne e qualità della vita''.
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Ha 30 anni, passa più di tre ore davanti alla televisione passando da un programma di sport ai talk show politici. Ha problemi di rapporti con l'altro sesso dovuti sesso dovuti all'insicurezza. Questo prototipo maschile, tipico italiano, è la conseguenza anche di un rapporto 'madre-figlio' morboso dove la figura materna assume troppo spesso un ruolo di tiranno. A questo maschio italiano nella maggirparte dei casi è mancato un padre-guida in grado di iniziarlo alla sessualità nel giusto modo.Commenta l'articolo sul forum e iscriviti alla newsletter, riceverai ogni settimana le notizie più importanti per la tua salute.
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IN CALO LA VIRILITÀ DEI MASCHI ITALIANI
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F umo, alcol, sedentarietà e stress stanno mettendo in crisi il maschio italiano quando si trova tra le lenzuola. La pagella è degli andrologi che fotografano gli italiani e il sesso suddividendoli per zona geografica e professione.Fa sesso una, al massimo due volte la settimana, registra un calo del desiderio, si trova sempre più spesso di fronte a defaillances quali disfunzioni erettile ed eiaculazione precoce. L'identikit del maschio italiano è stato tracciato per la prima volta dagli specialisti sulla base dei dati raccolti durante la Settimana di prevenzione andrologica 2001, illustrati oggi a Roma in occasione della presentazione della prossima settimana dedicata all'uomo, dal 21 al 26 ottobre.
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I dati sono stati raccolti in occasione della visita gratuita di cui 12mila italiani hanno approfittato, lo scorso anno. Per il 58,2% degli uomini visitati si trattava della 'prima volta' dall'andrologo. Ebbene, il 48,03% ha un disturbo sessuale: in particolare, disfunzione erettile per il 20% ed eiaculazione precoce per il 21,2%. Il calo del desiderio affligge il 20% dei maschi. Il record regionale di 'defaillances' spetta alla Valle d'Aosta (81,54% dei 65 uomini visitati), seguita da Trentino Alto Adige (73,17% su 41), e Basilicata (72,99 su 274). Con meno problemi a letto e dunque piu' virili, invece, Friuli Venezia Giulia (37,7% su 562 visite), Puglia (41,07% su 745) e Campania (42,81% su 1.572).
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''Fumo e alcolici - ricorda Vincenzo Mirone, presidente della Societa' italiana di andrologia - sono i principali nemici dell'erezione. Basta una sola sigaretta per ridurre anche del 30% l'afflusso di sangue al pene nelle due, tre ore successive''. I maschi sono avvisati: le disfunzioni sessuali affliggono il 51,61% dei fumatori contro il 48,39% degli altri. Se, pero', il vizio delle bionde diminuisce, l'alcol fa sempre piu' proseliti fra gli uomini del belpaese. ''Con la conseguenza - afferma l'andrologo - che chi beve si eccita piu' facilmente, ma poi ha piu' problemi a mantenere l'erezione''.
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A compromettere le 'performance' fra le lenzuola contribuisce anche la sedentarieta'. Tra i 12mila italiani visitati dagli andrologi, due su tre confessano di non svolgere alcuna attivita' fisica. Ebbene, la meta' dei pigroni lamenta disturbi sessuali, che invece colpiscono il 44% dei maschi piu' sportivi. Infine, lo stress. ''Tutte le professioni in cui e' molto forte e causa depressione e abuso di alcolici e sigarette - spiega l'andrologo - sono a rischio 'a letto': quindi, 'defaillances' piu' frequenti fra manager e medici, in particolare i chirughi. Invece, impiegati e pensionati hanno una vita sessuale tranquilla e appagante''. Durante la Settimana di prevenzione andrologica 2001, sono stati diagnosticati in 3 uomini su 10 anche problemi urologici, come disturbi della minzione (23,4%), varicocele (4,1%) ed ernie inguinali (2,8%). Sono stati 'scoperte' anche patologie tumorali.Commenta l'articolo sul forum e iscriviti alla newsletter, riceverai ogni settimana le notizie più importanti per la tua salute.
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I MASCHI NON SERVONO: NATO IN LABORATORIO TOPO SENZA PADRE
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P er fare un topo ci vuole un topo femmina e un ricercatore giapponese. Per la prima volta, ricercatori giapponesi hanno infatti generato un topo con una “nascita vergine", per partenogenesi, vale a dire utilizzando solamente materiale genetico femminile contenuto nella cellula uovo della madre e senza alcun contributo di un animale maschio.
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I ricercatori, nel loro articolo pubblicato sulla rivista Nature, sottolineano come la partenogenesi sia stata già osservata negli insetti e nei rettili, ma non nei mammiferi da laboratorio. Nell’esperimento sono stati generati embrioni di mammiferi da una cellula uovo di cui è stata indotta la divisione come se fosse stato fertilizzato. L’embrione è morto dopo alcuni giorni di gestazione.La barriera da infrangere era la necessità di un processo denominato “Imprinting”. Esso assicura che una delle due copie di ogni gene in una cellula - solitamente uno del padre e uno della madre - sia “spenta”. Se ciò non accade, l'embrione smette di svilupparsi.
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Assicurandosi che determinati geni fossero disattivati, Tomohiro Kono, dell'Università dell’Agricoltura di Tokyo è stato in grado di generare un topo da un ovocita ricostruito che conteneva due sets di materiale genetico materno.Il topo nato (femmina, naturalmente) è diventato adulto e in grado di riprodursi. Questi risultati indicano che, normalmente, la partenogenesi non avviene perché i geni paterni controllano l’imprinting. Ciò rende obbligatorio il contributo paterno ai fini della procreazione. Ora, a quanto pare, la scienza ha reso tale contributo superfluo.Commenta l'articolo sul forum e iscriviti alla newsletter, riceverai ogni settimana le notizie più importanti per la tua salute.
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Pecore piegate al pensiero misandrico.
Napolitano: «Donne, governo faccia di più»
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ROMA - Il governo faccia di più per garantire le pari opportunità, seguendo in questo modo le indicazioni dell'Unione europea. A chiederlo è Giorgio Napolitano all'uscita della manifestazione «2007 anno europeo delle pari opportunità per tutti» che si è svolta questa mattina a Roma. «Occorrono azioni normative e comportamenti anche indotti dall'azione di governo» per raggiungere lo scopo, ha spiegato il capo dello Stato. Se in Italia qualcosa deve ancora essere fatto, «in compenso c'è un forte impulso che viene dall'Europa. Ancora una volta l'Ue si conferma fonte di avanzamento per la nostra società, e questo è molto importante». Una ragione in più per «progredire grazie a quel Trattato di cui si sta discutendo» di questi tempi.
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PRODI: SUI DICO GOVERNO HA FATTO LA SUA PARTE - Quanto ai Dico, alla domanda di Ferruccio De Bortoli, moderatore del dibattito con il premier Prodi e il ministro per le Pari opportunità, Barbara Pollastrini - «Sono ancora una priorità del governo?» -, il presidente del Consiglio si limita a ricordare che: «Il governo ha fatto la sua parte con serenità». Adesso, continua Prodi, «il Parlamento ha in mano il progetto di legge del governo insieme ad altri sette progetti ed è il Parlamento ad avere la responsabilità di portare avanti questo capitolo».
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POLLASTRINI: QUOTE ROSA IN RIFORMA ELETTORALE - Nel suo intervento il ministro Pollastrini ha sollecitato le quote rosa nella riforma elettorale: «Non sta a me entrare in questa occasione nel merito della riforma elettorale se non per dire che questa dovrà avere tra le sue premesse la piena applicazione dell’articolo 51 della Costituzione. Per quanto mi riguarda il governo non starà a guardare - ha aggiunto - avanzeremo proposte di regole mirate e transitorie per dare alle donne lo spazio che meritano nelle carriere, nelle nomine e nelle liste. Perché partecipazione al lavoro, trasparenze nella carriere fino ai punti più alti, presenza nelle istituzioni - ha concluso - sono tutte facce della stessa medaglia». La replica del premier Prodi: «Dieci anni fa non ero favorevole alle quote rosa. Con le preferenze venivano elette poche donne. Ma ora sono d'accordo»
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04\05\2007
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Pecore piegate al pensiero misandrico.
LA CRISI DEL MASCHIO ITALIANO: RISPONDE L'ANDROLOGO
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"L'uomo italiano si sente sotto pressione, ha perso fiducia in se stesso ed è ossessionato dal pensiero di non essere più all'altezza della sua donna, soprattutto nel campo della seduzione e della sessualità, e così, sempre più spesso, si ritrova a dover correre ai ripari".
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C' era una volta il "maschio italiano". Erano gli anni 50'- 60' e la sua fama aveva già attraversato l'oceano e raggiunto Hollywood. Personalità come Marcello Mastroianni, Walter Chiari e Rossano Brazzi avevano dato vita a quell'ideale di uomo, che di lì a pochi anni tutto il mondo avrebbe invidiato al nostro Bel Paese: un uomo non bello, forse, come i loro James Dean e Marlon Brando, ma sicuramente affascinante, brillante e reale allo stesso tempo.
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E così, quel volto da bravo ragazzo, dall'aria un po' impacciata, quegli occhi scuri e sinceri, quel sorriso spontaneo e quell'innata capacità di trasmetterlo al primo sguardo, iniziarono a sedurre e a far perdere il sonno alle giovani fanciulle di quell'epoca. E il maschio italiano divenne protagonista: divenne il simbolo della seduzione e della virilità.
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Non recitava la parte dell'"uomo che non deve chiedere" e che al solo schioccare delle sue dita si ritrovava assediato da donne: il maschio italiano interpretava il ruolo del "conquistatore", sempre alla ricerca dell'attenzione della sua donna, anche affrontando mille peripezie, ma che, alla fine, riusciva a far innamorare perdutamente. Il segreto del suo successo: consapevolezza delle proprie doti.
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Ora però quei tempi sembrano assai lontani. Nel corso degli anni infatti il nostro protagonista ha dovuto imparare a combattere con l'emergere repentino della figura femminile, la sua presa di potere, e ha iniziato, per la prima volta, ad avere paura per la possibile perdita di alcuni dei suoi più importanti compiti. Una vera e propria crisi interiore lo ha investito, portandolo a quell'errata consapevolezza di non poter più essere, o meglio, di credere di non poter più essere, l'uomo forte e virile in grado di far "morire" dietro di sé le donne.
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Si sente sotto pressione, ha perso fiducia in se stesso ed è ossessionato dal pensiero di non essere più all'altezza della sua donna, soprattutto nel campo della seduzione e della sessualità, e così, sempre più spesso, si ritrova a dover correre ai ripari.
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E dopo aver esaurito anche la carta "afrodisiaco", decide, infine, di chiedere aiuto ad uno specialista: entra così in gioco l'Andrologo. Ma chi è l'andrologo e di che cosa si occupa? Lo abbiamo chiesto al dott. Michele Valitutti, Specialista in Urologia e Andrologia presso l'Aurelia Hospital di Roma, che ha risposto ad alcune nostre domande, soddisfatto le nostre curiosità e ci ha aiutato a capire quali sono i problemi che si ritrova ad affrontare l'uomo/ragazzo di oggi, esponendoci anche una sua personalissima teoria.
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Ci parli del suo lavoro, dott. Valitutti, di che cosa si occupa?
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Io sono urologo e andrologo: mi occupo dei disturbi dell'apparato urinario, ma anche di quelli dell'apparato genitale maschile, in particolare la sfera della potenza sessuale, e compagnia bella.
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Tra i suoi pazienti ci sono adolescenti e giovani adulti?
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Giovani adulti sì, più che adolescenti.
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Quali sono l'atteggiamento e lo stato d'animo che mostrano questi pazienti all'inizio, durante il primissimo incontro?
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Ancora c'è imbarazzo. Di alcuni incominci a vedere già qual è il problema, perché arrivano un pochino più emozionati degli altri. C'è il paziente che arriva e che soffre di ipertrofia prostatica e che forse è già meno imbarazzato rispetto a quello che prima o poi ti deve fare "quella domanda" o soffre di "quel problema" riguardante la sfera della sessualità. Lo riconosci sin da quando entra nello studio.
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Quali sono le preoccupazioni e le domande che più frequentemente le pongono i suoi pazienti?
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Ma più che assillati da preoccupazioni, vengono perché hanno un problema. Già riconoscono di avere un problema. Parlo in particolare di quelle persone comprese nella fascia tra i 45 e i 60 anni. Nel corso degli anni il paziente sta maturando, ora infatti "viene a chiederti" del suo problema. Il problema della potenza sessuale, che poi fondamentalmente è quello di cui mi interesso io, è un problema che comunque continua ad essere sommerso, per cui spesso magari devi far tu delle domande per farlo emergere e portarlo alla ribalta.Adesso si comincia ad essere un pochino più attivi, i pazienti vengono loro a chiedere al medico di base informazioni, oppure vengono da te per il problema in sé per sé. Però, diciamo, che fino a qualche anno fa, erano le mogli che andavano dal ginecologo, il ginecologo poi chiamava te, l'andrologo, dava il tuo nome alla moglie e lei, poi, "costringeva" il marito ad andare da questo specialista.
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E invece i giovani? Perché si recano da uno specialista come lei?
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I giovani vengono perché sono più preoccupati di quanto dovrebbero esserlo realmente. Si tratta spesso di problemi legati ad ansia o a scarsa informazione da l punto di vista sessuale. Oggi si arriva al rapporto sessuale ad un'età decisamente inferiore rispetto a quella dei nostri genitori, parlo di me che ho i miei 43 anni, e si ha a disposizione tanta informazione sul sesso, ma nonostante ciò l'informazione su alcune cose rimane comunque carente: paradossalmente c'è stato un superamento di alcune barriere di tipo comportamentale, si sono evoluti i costumi, ma le ansie, le preoccupazioni legate al sesso e, soprattutto, il modo di rapportarsi con la persona dell'altro sesso continuano a sussistere pure ai nostri giorni. Quindi i problemi dei giovani sono soprattutto problemi legati all'ansia: a volte è l'ansia da prestazione. Altre volte, magari, alcuni giovani non riescono proprio ad avere rapporti, per problemi che non sono per forza organici, bensì di natura psicologica: hanno paura di essere impotenti. La componente psicologica gioca un ruolo fondamentale soprattutto in questa fascia d'età. Ci sono anche pazienti giovani che hanno problemi più di tipo organico, ad esempio quelli riguardanti i vasi, ma sono casi abbastanza rari. Ripeto, spesso i problemi dei giovani sono solo di natura psicologica.
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Quali sono, in particolare, le patologie andrologiche e urologiche più diffuse tra i giovani?
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Negli adolescenti sono: il varicocele e i problemi riguardanti lo sviluppo dei testicoli. Nei giovani adulti, oltre a queste patologie, abbiamo: problemi di prostatiti, problemi cioè legati ad un'infiammazione, che può essere legata o ad un eccesso di rapporti o anche a rapporti non così frequenti; l'eiaculazione precoce, che è un problema anch'esso di prevalente origine psicogena; problemi riguardanti la potenza sessuale.
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Quindi gioca un ruolo piuttosto importante la componente psicologica?
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Diciamo di sì, anche se questo non vuol dire che non si sottovaluti anche una possibile origine organica, ed anche se noi come medici cerchiamo sempre di escluderla, il fatto è che talvolta essa è ben presente. In ogni caso la componente psicologica nei disturbi della potenza sessuale, nella cosiddetta disfunzione erettile, rimane sempre e comunque. Anche chi è affetto da un disturbo organico, poi, vede aggiungersi a questo sempre la componente psicologica, istituendosi così una specie di circolo vizioso. Quindi il disturbo non è mai puro.
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Per quanto riguarda gli uomini al di sopra dei 30 anni, che tipo di patologie mostrano?
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A parte le patologie prettamente urologiche, come la prostatite e il discorso riguardante la prostata, sono affetti dalle malattie sessualmente trasmesse, che rappresentano poi un altro tipo di branca della scienza di cui mi occupo. Quello che, invece, è abbastanza frequente è proprio il disturbo dell'eiaculazione precoce e della disfunzione erettile.
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Parliamo dei farmaci: "pillola blu", cialis, vardenafil, apomorfina, ecc…, sono richiesti solo da coloro che ne hanno un reale bisogno?
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C'è da dire che questi sono dei farmaci e non degli afrodisiaci. E' passato un messaggio nel volgo di una pillola che aumenti la prestazione lì dove non c'è un reale bisogno: quindi sono dei farmaci che curano una patologia, non sono né un doping, né un afrodisiaco e funzionano solo in presenza di uno stimolo. Ma sono dei farmaci che possono aiutare anche nel caso di disturbi psicologici, perché, comunque, possono " trainare" il paziente al di fuori del problema psicologico, cioè dargli un po' quella consapevolezza, quella sicurezza, che lo aiuta a uscir fuori dal circolo vizioso, di cui dicevo prima.E non solo, sono dei farmaci che possono anche avere un effetto curativo e riabilitativo, proprio a livello locale, dove danno maggiore "tonicità", se possiamo usare questo termine. Però un reale bisogno va inquadrato sempre e soprattutto dal punto di vista medico. E' chiaro che sono farmaci che possono avere dietro una leggenda metropolitana, secondo la quale ne richiede l'uso, particolarmente, colui che prevede di doversi sottoporre ad uno stress sessuale intenso. Però io verso questi pazienti rispondo in maniera piuttosto chiara e negativa.E' capitato che qualcuno me lo chiedesse perché prevedeva dei viaggi particolari o in previsione di chissà che cosa: io mi sono sempre subito affrettato a spiegargli che non era chiaramente un farmaco che poteva rispondere alle sue esigenze.
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L'uomo/ragazzo di oggi sente il bisogno di rimarcare il ruolo di "maschio", impostogli dalla natura?
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C'è una grossa crisi…vedo diversi maschi tra i 30 e i 40 anni un po' in crisi da questo punto di vista. Parliamone allora: potrebbe dipendere dal ruolo che la donna gioca all'interno della coppia? C'è un problema, c'è sicuramente un problema, bisognerebbe parlarne a lungo…Credo che bisognerebbe affrontare una serie di problemi da questo punto di vista, che vanno a coinvolgere anche alcuni aspetti tipici dell'uomo che sono sempre stati demonizzati. In alcuni casi, poi, mi trovo sempre in difficoltà a dover inquadrare un paziente: c'è un rapporto di una certa difficoltà all'interno della coppia, che è visibile sin dal primo colloquio, durante il quale il paziente si presenta con la propria partner. Ti accorgi infatti che c'è qualcosa che non va, certamente di natura psicologia, nella loro relazione affettiva, dovuto al fatto che spesso la donna è un po' più dominante rispetto all'uomo.Chiaramente non è mio compito farglielo capire, però te ne accorgi, vedi che c'è qualcosa che non funziona da quel punto di vista. Però mi astengo sempre dal demonizzare la donna o l'uomo. Oggi il maschio viene messo più in discussione e questo può generare in lui insicurezza ed ansia, che possono poi riversarsi sulla sfera del sesso, in particolare sulla potenza sessuale, facendo così insorgere nel soggetto qualche trauma. E quindi in questo non bisogna per forza né demonizzare, ripeto, le donne, e né puoi prendertela con i maschietti, che cercano di essere un pochino più riflessivi e più accondiscendenti nei confronti del sesso femminile.Ma una certa baldanza maschile, che si aveva negli anni addietro, forse, in qualche maniera, rendeva un po' più sicuri gli uomini e quindi, forse, più superabili alcune problematiche all'interno del rapporto di coppia. Ma questa è solo una teoria mia, derivante, forse, dal fatto che sono un maschietto. Non mi vorrei ora mettere contro le donne, ma certamente giocano un ruolo influente in questa situazione, come ben si può intuire.
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Finalmente ora esiste l'andrologo e l'uomo può rivolgersi a lui…
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Mah…è ancora una figura tutta da definire quella dell'andrologo, perché esistono andrologi di estrazione urologica, come lo sono io, che sono urologi che si occupano prevalentemente anche dei disturbi della sfera sessuale maschile, ed esistono poi andrologi di estrazione endocrinologica. Diciamo che la Società Italiana di Andrologia, la SIA, ha cercato comunque di creare, e lo sta facendo, una figura che racchiuda un po' tutte e due le specialità, sia quella endocrinologica che quella urologica, in modo che si possa appunto creare anche a livello istituzionale e universitario una figura andrologica.
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Le parole del dott. Valitutti ci hanno aperto una porta su quella parte più intima dell'universo maschile nella quale sarebbe stato troppo difficile per una donna addentrarsi. Sono state illuminanti e ci hanno fatto prendere consapevolezza della situazione critica che l'ex maschio italiano sta attraversando.
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"C'è una grossa crisi", ha tenuto a specificare il dott. Valitutti. L'uomo sembra essere nel pieno di un attacco di panico in cui sono l'ansia e la paura, piuttosto che un reale problema, ad influenzare il suo modo di relazionarsi nei confronti della società e in particolare nei confronti del "gentil sesso".
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Ed è questo panico, spesso infondato, ma alimentato dalla cultura dell'apparire, più che dell'essere, nella quale è costretto a vivere, che lo spinge a cercare aiuto e a credere di dover ricorrere anche a qualche "magia", farmaci ed interventi chirurgici, in grado di poter infondere quella sicurezza e prestanza fisica, che si sente obbligato a dover continuamente dimostrare, ma che crede di aver ormai perso.
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E in questa crisi, forse più psicologica, gioca un ruolo da co-protagonista anche la donna: sarà quindi proprio la donna che potrà dare una mano al suo uomo a superarla, finalmente.
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Veronesi: Non ci sono più gli spermatozoi di una volta
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R arefatti. Confusi. Svogliati. Poco agili. Di brutto aspetto. Così si direbbe appaiano quando li si guarda da vicino, al microscopio. Stiamo parlando di spermatozoi. Si è scritto nei giorni scorsi che avremo uomini sempre meno virili, “il processo è già in atto perché dal dopoguerra in poi la vitalità degli spermatozoi è mediamente calata del 50 per cento”. Lo ha asserito l’oncologo Umberto Veronesi, ex ministro della Salute.Ma la virilità maschile c’entra davvero con la qualità del liquido seminale? Comportamenti che noi definiamo virili vengono anche influenzati dall’ambiente sociale e dall’educazione, oltre che dagli ormoni androgeni, come il testosterone. A essi, agli ormoni, sono legate soprattutto la potenza e la soddisfazione sessuale, la regolazione del desiderio, l’erezione e solo in piccola parte la fertilità.“Oggi siamo forse meno fertili, ma non per questo meno virili” afferma Carlo Flamigni, uno dei maggiori esperti italiani di problemi di fertilità. “Un conto è ciò che il testicolo produce, un altro è la virilità in cui sia il testosterone sia l’ormone luteinizzante, o Lh, prodotto dall’ipofisi, hanno un ruolo essenziale”.
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Gli ormoni hanno la funzione di mettere in sincronia il desiderio con l’atto sessuale vero e proprio, regolando l’inizio e la fine dell’erezione del pene. Tanto è vero che un deficit della libido è sovente associato a una disfunzione del testosterone: dopo i 30 anni tende a calare dell’1 per cento ogni anno. Insomma, l’uomo è oggi più fragile nella produzione di spermatozoi per tanti motivi: lo stress, l’inquinamento, ma anche le abitudini di vita.L’alterazione del sonno-veglia, per esempio, procura ansia, irritabilità, mancanza di concentrazione e anche infertilità, perché fa diminuire gli spermatozoi. “Stessa cosa succede a chi sta troppo seduto in ufficio e tiene al caldo i testicoli. O a chi fa poco esercizio fisico.Ma la produzione di liquido seminale è sensibile a ciò che si mangia: e molti danneggiano la fertilità con la carne agli estrogeni” avverte Flamigni.
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Anche sulla minore qualità del seme ci sarebbero dubbi. “Vari studi negli ultimi trent’anni suggeriscono che la salute degli spermatozoi e il futuro della fertilità maschile, specie nei paesi occidentali, corrono seri rischi, ma fare paragoni con il passato è azzardato. Le tecniche attuali per monitorare qualità e quantità del seme sono più sofisticate di un tempo” afferma Andrea Borini, presidente del Cecos (Centro studi e conservazione del seme).Le variabili di cui tener conto quando si fanno confronti sono molte, lo sottolinea un’analisi sul New England Journal of Medicine: differenza di età, quanti giorni di astinenza prima della raccolta del seme, la frequenza eiaculatoria, il numero di campioni analizzati… “Tutti fattori che influiscono su concentrazione, motilità, volume e morfologia degli spermatozoi” spiega Borini.
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In un’analisi di 61 studi pubblicati dal 1938 al 1990, su 15 mila uomini, gli autori conclusero che la qualità del seme negli ultimi 50 anni era peggiorata. Poi una rianalisi dei dati rilevò però un aumento statistico significativo nella concentrazione dello sperma negli ultimi vent’anni.E dunque? La minore fertilità, secondo gli esperti, è anche legata al fatto che oggi si fanno figli più tardi, rispetto al passato. “La difficoltà a procreare riguarda il 15 per cento delle coppie in età fertile e solo nella metà dei casi è un problema maschile” precisa Borini.Quanto alla virilità degli uomini, le minacce non vengono soltanto dai testicoli. A metterli in crisi è anche l’acquisizione da parte delle donne di posizioni di sempre maggior prestigio: “Che prima o poi” conclude Flamigni “le porteranno a raggiungere la parità con gli uomini. E chissà, forse un po’ oltre”.
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24\08\2007
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MISANDRIA ELIMINAZIONISTA
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I l manifesto dello SCUM (SCUM in inglese vuol dire “feccia” ma in realtà è l’acronimo della fantomatica “Society for Cutting Up Men”, ovvero “Società per la castrazione del maschio”) sembra doversi interpretare come parodia o scherzo swiftiano. Ma Valerie Solanas, lesbica e scrittrice, nel redigerlo scherzava tanto poco quanto Weininger nello scrivere Sesso e carattere. La Solanas era una lunatica senza alcun seguito personale, ma credeva in quello che scriveva ed agiva di conseguenza. Nel 1968 sparò ad Andy Warhol e ad alcuni dei suoi assistenti, rei di aver snobbato “maschilisticamente” una sceneggiatura intitolata Up in your ass ( letteralmente: “In culo a te”) di cui lei era speranzosa autrice. Al processo si fece rappresentare da una pattuglia di avvocatesse iperfemministe che sfruttarono il dibattimento per celebrare la loro assistita come una campionessa dei diritti delle donne che aveva capito la natura cruenta della lotta fra i sessi e non se ne ritraeva pavidamente. Nell’ incipit del manifesto la Solanas osserva che la vita è noiosa perché nulla nella società è a misura di donna. Non resta perciò che installare l’automazione a tutti i livelli e poi procedere alla soppressione del sesso maschile. Il maschio ormai è inutile. Dopo i progressi dell’ingegneria genetica e riproduttiva è superfluo anche per la riproduzione della specie. Da un punto di vista biologico il maschio non è che un aborto, uno scherzo di natura, una femmina mancata. È limitato nel patrimonio genetico ed incapace di esprimere sentimenti sinceri. Vive nell’egoismo, nel culto del successo e del denaro. È insomma un essere squallido, avido, oltremodo noioso e sommamente inutile. In teoria in una società retta interamente da donne, l’uomo potrebbe essere tenuto in appositi allevamenti per essere utilizzato come stallone. Ma le capacità amatorie dell’uomo sono solo una favola inventata dagli stessi uomini che, per quanto non facciano altro che parlare di sesso, solo eccezionalmente sono in grado di condurre una donna all’orgasmo. L’uomo è un fallo ambulante, ma di scarsa efficienza. Come macchina da coito è difettosa ed eccelle soltanto nella chiacchiera. Altrove la signora Solanas ha commentato uno studio medico sull’alta incidenza presso la popolazione maschile dell’eiaculatio precox con queste parole: « E che aspettiamo a far fuori tutti questi pisellini mosci?». Negli Stati Uniti questa forma di femminismo estremo ed eliminazionista non è poi così raro come si potrebbe pensare. Daphne Patai lo ha documentato con un approfondito intervento apparso a puntate sui numeri 2, 3 e 4 di «Americana», la bella rivista diretta da Romano Giachetti chiusa, per i soliti motivi economici, nel 1997, dopo appena un anno di attività. Da «Americana» apprendo che la misandria eliminazionista lesbica negli Stati Uniti anima una costellazione di intellettualesse in cui brillano alcune scrittrici di scarso talento, molte professoresse e qualche giornalista d’assalto incarognita nel dimostrare di avere i cosiddetti ben più sodi e poderosi di qualsiasi maschietto. Coltivano l’ utopia di un mondo interamente al femminile, con i maschi che si adeguano o sono destinati ad essere metodicamente soppressi. La scrittrice Charlotte Gilman nel romanzo [i]Herland descrive una società edenica tutta di donne e perciò priva di conflitti; Sally Miller Gearhart, professoressa di Teoria della comunicazione, ha rivalutato il pensiero della Solanas in un saggio intitolato [i]Il futuro, ammesso che ci sia un futuro, è femmina . Mentre la Solanas era per l’omicidio di massa dei maschi, sul modello della Soluzione Finale del problema ebraico attuato dai nazisti, la Gearhart, più “moderata”, non prevede un simile drastico provvedimento ma una serie di nuove tecnologie genetiche che col loro lento attrito dovrebbero portare ad una estinzione indolore del sesso maschile. Al di sotto di queste bestialità c’è la convinzione che un mondo retto soltanto da donne conoscerebbe finalmente la pace e la libertà. Perché le donne, naturalmente, sono migliori degli uomini. Siamo molto al di sotto del pensiero, ad un livello di indigenza intellettuale tale da scoraggiare perfino un commento satirico. La Discarica di Ulisse si rifiuta di accogliere questo tipo di spazzatura, dal quale infatti ho deciso di non ricavare un articolo. Perché, sia chiaro, certe cose sono davvero troppo. Anche per gli immondezzai.
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57ª GIORNATA NAZIONALE PER LE VITTIME DEL LAVORO
.L'Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi del Lavoro (ANMIL) che da oltre 60 anni si occupa della tutela delle vittime del lavoro e raccoglie circa 470.000 iscritti, Domenica 14 ottobre promuoverà, contemporaneamente in tutte le province d'Italia, manifestazioni per celebrare la 57ª edizione della Giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro, istituzionalizzata su richiesta dell'ANMIL con direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri nel 1998 e alla quale sono stati conferiti l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica ed il Patrocinio del Segretariato Sociale RAI con il sostegno attraverso una campagna di sensibilizzazione.
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Per quanto riguarda la Sezione di Ascoli Piceno, quest'anno le celebrazioni si svolgeranno a Fermo con l'incontro dei rappresentanti alle pre 9.00 in viale Trento, la celebrazione della santa messa e la deposizione di una corona di alloro ai piedi del Monumento ai caduti sul lavoro. Alla cerimonia religiosa seguirà quella civile che si terrà alle 11.30 presso il Centro Congressi "San Martino" di Fermo.
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I dati INAIL confermano che nel 2006 i morti sul lavoro sono stati 1.302, ossia 28 persone in più rispetto all'anno precedente, un aumento del 2,2%. Questa è la drammatica realtà di fronte alla quale occorre che le istituzioni, le forze sociali ed i mezzi di informazione continuino a tenere in grande attenzione il fenomeno degli infortuni sul lavoro. Alle celebrazioni sul resto del territorio presenziano numerosi Sindaci, Assessori, autorità locali e Parlamentari e si mobilitano più di 200.000 infortunati sul lavoro e loro familiari: infatti oltre alla gravità del fenomeno che non accenna a diminuire e continua a far contare 4 morti al giorno, resta il problema delle condizioni delle vittime (infortunati, vedove, orfani e coloro che contraggono malattie professionali) che sono costrette a vivere con risarcimenti inadeguati, assistenza carente e danni psicologici che nessuno riconosce.
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Quello degli incidenti sul lavoro rappresenta un fenomeno drammatico che, tra quelli evitabili, è secondo solo agli incidenti stradali e dove un elevato numero di vittime è rappresentato da donne (i primi dati accertati fanno contare 8 decessi al mese nel 2006) e giovani lavoratori tra i 17 e i 34 anni (nel 2006 sono state 8.474 le denunce di infortunio fino a 17 anni e 350.751 tra i 18 e i 34 anni). Una strage che potrebbe essere fortemente dimensionata se ci fosse una più diffusa cultura della prevenzione e venissero maggiormente rispettate le norme in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro.
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Per sottolineare l'attenzione sulla manifestazione, l'ANMIL ha promosso lo spot "Il prezzo" realizzato da uno dei finalisti del nostro Concorso "CortoSicuro", Enrico Saccà, che può essere visionato all'indirizzo http://www.youtube.com/watch?v=DK8uDckmU3w.Ulteriori informazioni sulla Giornata nonché sulle presenze di rilievo ad oggi confermate nelle manifestazioni locali, oltre all'immagine scelta per questa 57ª edizione, sono reperibili sul sito http://www.anmil.it/
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11\10\2007
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FONTE:http://www.ilquotidiano.it/articoli/2007/10/11/78248/57-giornata-nazionale-per-le-vittime-del-lavoro
Nell'articolo viene scritto che muoiono 8 donne al mese sul posto di lavoro. Un dato che fa impressione, o almeno può fare impressione se messo così fuori dal contesto. Infatti il giornalista ha visto bene di decontestualizzare quella statistica non mostrando invece l'intera faccia del problema: muoiono 101 uomini al mese sul posto di lavoro. Questi giochi linguistici, mezze verità vanno però a creare e rinforzare quel sentire comune che vede le donne come "categoria vittima" sempre e comunque, e che quindi va "tutelata" con leggi a favore.
FONTE:Antifeminist.altervista.org
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ROGO THYSSENKRUPP, MORTO IL SETTIMO OPERAIO
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Giuseppe De Masi, 26 anni, è deceduto in seguito a un arresto cardiocircolatorio. Era rimasto ustionato nell'incendio scoppiato il 6 dicembre scorso nell'acciaieria di Torino. Le condizioni del giovane, gravissime fin dalle prime ore, si erano ulteriormente aggravate negli ultimi giorni
.E' morto alle 13.40 di oggi, per arresto cardiocircolatorio, Giuseppe De Masi, 26 anni, il settimo operaio della ThyssenKrupp rimasto coinvolto nel rogo del 6 dicembre scorso. Ricoverato all'ospedale Cto di Torino le condizioni del giovane, gravissime fin dalle prime ore, si erano ulteriormente aggravate negli ultimi giorni.
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De Masi era stato sottoposto a numerosi interventi chirurgici ma questo pomeriggio il suo cuore non ha più retto. Proprio venerdì gli operai dell'acciaieria avevano organizzato una fiaccolata di solidarietà per il loro compagno che stava lottando fra la vita e la morte. Mentre domani, per ricordare le sette vittime della ThyssenKrupp e tutte le vittime di infortuni sul lavoro partirà davanti all'acciaieria una fiaccolata organizzata dal Sermig.
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In una nota la Thyssenkrupp ha espresso il ''più sincero cordoglio alla famiglia'' assicurando ''tutto il supporto umano e finanziario necessario''.
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30\12\2007
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LAVORO: 1.328 MORTI PER INFORTUNI OGNI ANNO, L'8% SONO DONNE
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850 PER CADUTE DALL'ALTO IN EDILIZIA, RIBALTAMENTO TRATTORE
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Roma, 12 gen. (Adnkronos) - Ogni anno in media muoiono 1.328 persone per infortuni sul lavoro. Di questi l'8% sono donne. Due terzi, circa 850 lavoratori, perdono la vita per cadute dall'alto in edilizia; ribaltamento del trattore in agricoltura o in un incidente stradale nel trasporto merci per le eccessive ore alla guida. In media ogni morto perde 35 anni di vita, per un totale di 45 mila anni di vita persi ogni anno. La denuncia arriva da Cgil, Cisl e Uil, che alla salute alla sicurezza sul lavoro hanno dedicato un'assemblea nazionale al teatro Brancaccio di Roma, dove hanno partecipato circa mille quadri provenienti da tutte le Regioni.
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12\01\2007
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FONTE: ADNKRONOS.com
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TAGLIA IL PENE AL MARITO E SCAPPA PORTANDOLO CON SE'
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Pornbun Sinthusin, una donna di 35 anni residente a Bangkok, è ricercata perché colpevole di aver castrato il marito. La signora, stando a quanto riferito dalla polizia chiamata dal poveretto, un 34enne registrato all'anagrafe con il nome di Ploeng Plaekratoke, avrebbe evirato il compagno perché a sua volta responsabile di adulterio.
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Sinthusin, e questa pare essere una sorta di confessione e ammissione di colpa dell'uomo, ora ricoverato in un ospedale locale, è rientrata inaspettatamente a casa e, come non di raro accade, ha trovato il marito in dolce compagnia. Anziché reagire la signora ha preferito lasciar correre per gustarsi una più succulenta vendetta. Pochi giorni dopo il tradimento l'ha fatto bere e poi, quando Ploeng era poco lucido, lo ha castrato con un oggetto affilato.
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Finora né la donna, né la lama, né tanto meno il membro sono stati rinvenuti. "Sospettiamo abbia portato via sia l'arma che il pene - ha spiegato un portavoce della polizia tailandese - perché non abbiamo trovato l'organo nell'appartamento. Abbiamo anche controllato il water, ma non lo ha buttato lì".
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06\09\2007
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FONTE: http://notizie.tiscali.it/stranomavero/articoli/07/settembre/evira_marito_scappa_con_pene.html
Proviamo ad immaginare la stessa notizia, a parti invertite, raccontata nella stessa maniera scherzosa.
In questo caso non si parlerebbe più di succulenta vendetta, e tantomeno si cercherebbe di giustificare una simile tortura e mutilazione insinuando che in fondo "se l'è meritata per via della scappatella extraconiugale".
Si parlerebbe di violenza sulle donne.
FONTE:Antifeminist.altervista.org
In questo caso non si parlerebbe più di succulenta vendetta, e tantomeno si cercherebbe di giustificare una simile tortura e mutilazione insinuando che in fondo "se l'è meritata per via della scappatella extraconiugale".
Si parlerebbe di violenza sulle donne.
FONTE:Antifeminist.altervista.org
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VENDETTA AL FEMMINILE, DA FUOCO AI GENITALI DELL'EX MARITO
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La vendetta è un piatto che va consumato freddo, e una donna ferita ed esasperata può diventare molto crudele. Lo ha constatato sulla sua pelle - anzi sul suo pene - un moscovita. L' ex moglie gli ha dato fuoco alle parti intime proprio quando, inconsapevole di quanto stava per accadergli, l'uomo guardava la televisione nudo sul letto e tenendo un bicchiere di vodka in mano.
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Secondo quanto dichiarato da una portavoce della polizia di Mosca, è "molto difficile da prevedere" se l'uomo potrà riprendersi pienamente dalla ferita. La coppia aveva divorziato tre anni fa ma ha continuato a convivere, una situazione abbastanza comune in Russia a causa del costo proibitivo delle abitazioni.
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"E' stato tremendamente doloroso - ha detto l'uomo al quotidiano russo Tvoi Den - bruciavo come una torcia. Non riesco a capire cosa ho fatto per meritarmi una cosa simile". Al momento la piromane non ha voluto rivelare i motivi del suo insano, quanto insolito gesto.
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23\08\2007
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Proviamo ad immaginare la stessa notizia, a parti invertite, raccontata nella stessa maniera scherzosa.
Non fa più ridere vero?
In questo caso si parlerebbe di violenza maschile sulle donne.
Il doppio standard della nostra società. Due pesi e due misure.
FONTE:Antifeminist.altervista.org
Non fa più ridere vero?
In questo caso si parlerebbe di violenza maschile sulle donne.
Il doppio standard della nostra società. Due pesi e due misure.
FONTE:Antifeminist.altervista.org
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IN PREDA AD UN RAPTUS DA' FUOCO AL PENE DEL COMPAGNO
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Dai chiudi gli occhi
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Un tribunale del Quebec (Canada) ha condannata una donna a 4 anni di carcere perché, nel 2001, in preda ad un vero e proprio raptus di follia, diede fuoco al pene del proprio amante. Dopo aver passato un'intera notte con il compagno la donna, Andree René, aspettò di vederlo addormentarsi per poi versargli del liquido infiammabile sugli organo sessuali.
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Prima di dar inizio allo spettacolo attese però il suo risveglio: un modo originale per dire alla persona che si ama "buon giorno". La mattina successiva il poveretto fece giusto in tempo a vedere il sorriso della donna e subito dopo le fiamme sul proprio membro.
.Da quel giorno l'uomo, nel frattempo deceduto per altre cause, venne seguito da uno psicologo per una comprensibile fobia: aveva paura del fuoco e non era più in grado di avere una vita sessuale normale. La donna si trova attualmente in carcere.
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02\03\2007
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Proviamo ad immaginare la stessa notizia, a parti invertite, raccontata nella stessa maniera scherzosa.
Tutto a un tratto non fa più ridere, vero ?
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Vediamo come il/la giornalista di Tiscali Notizie descrive la violenza sugli uomini:
Una donna canadese ha versato del liquido infiammabile sul pene del proprio compagno e poi gli ha dato fuoco: uno "spettacolo", un "modo originale per dire alla persona che si ama 'buon giorno' ". (...)
FONTE:Antifeminist.altervista.org
Tutto a un tratto non fa più ridere, vero ?
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Vediamo come il/la giornalista di Tiscali Notizie descrive la violenza sugli uomini:
Una donna canadese ha versato del liquido infiammabile sul pene del proprio compagno e poi gli ha dato fuoco: uno "spettacolo", un "modo originale per dire alla persona che si ama 'buon giorno' ". (...)
FONTE:Antifeminist.altervista.org
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MASCHIO, NUOVO SESSO DEBOLE
.MASCHIO, NUOVO SESSO DEBOLE
Accade in 7 coppie su dieci
.C' era una volta il maschio. Quello che portava i pantaloni per intendersi, il sesso forte, a cui far riferimento nei momenti più difficili. Acqua passata. Oggi in sette coppie su dieci è la donna a guidare la coppia. Dal matrimonio alla carriera, dai piccoli grandi problemi quotidiani alle decisioni difficili della vita, è lei a mantenere gli equilibri e a gestire il menage familiare. E' il quadro che emerge da una ricerca pubblicata dalla rivista Riza Psicosomatica.
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Volontà e tenacia sono caratteristiche tutte femminili mentre il maschio si rivela essere il nuovo sesso debole. I momenti in cui, a differenza di lei, lui crolla o fugge sono diversi, dalle piccole difficoltà quotidiane ai problemi di salute, dalla routine di ogni giorno, agli inconvenienti sul lavoro ai rapporti coi figli. Dei 986 italiani tra i 20 e i 55 anni intervistati da Riza, ben il 74% delle donne si ritiene il "sesso forte", contro un 46% di uomini convinti di portare ancora loro i pantaloni.
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Tutti, comunque, uomini e donne, sono concordi sul fatto che l'ambito in cui è necessaria la maggiore dose di forza di volontà è quello del matrimonio e della convivenza. Molto più della carriera e del lavoro, degli investimenti e degli acquisti importanti, della cura della propria forma fisica. Sono le piccole difficoltà quotidiane, la routine di ogni giorno, i problemi di salute, l'incapacità di lasciare il partner, le insoddisfazioni sul lavoro di uno dei due a mettere in crisi la coppia e a scoraggiarla.
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Quattro le figure psicologiche femminili e maschili all'interno della coppia emerse dalla ricerca. Il martire (31%): dai tratti sempre più maschili, per lui la forza di volontà è soprattutto la capacità di sopportare tutto come un punching ball. Affrontare stoicamente ogni avversità, considerata giusta e inevitabile, diventa il vero tratto distintivo del suo carattere. La competitiva (28%): figura essenzialmente femminile. Incapace di perdere, per lei tutto diventa una sfida da vincere a tutti i costi, per dimostrare a tutti coloro che gli stanno intorno, come fossero il suo pubblico, la sua ferrea determinazione. La convivenza e l'interazione con lei risulta alquanto difficile. E la forza di volontà si confonde con il semplice "io voglio" dell'inguaribile egoista. Il calcolatore (23%): figura tanto femminile quanto maschile. La sua vita è votata all'impegno e alla costanza, il suo calendario una sequenza infinita di obiettivi da spuntare. Non perde mai di vista scopi e tornaconti, dal momento che un colpo di testa o una sbavatura imprevista possono essere fatali, incrinando l'intera immagine che ha di sè. La lady di ferro (18%): femmina. Più dura degli uomini, esercita la sua forza di volontà per dimostrare lo spessore della sua corazza, senza mai mettere in discussione la sua femminilità. Più che gli obiettivi, quello che conta è apparire inossidabile. Mai una lacrima, mai un momento di debolezza, la lady di ferro cerca di nascondere il più possibile ogni insicurezza. Salvo poi ritrovarsi attorno ai 40 anni sola e disperata.
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La ricetta per migliorare, soprattutto all'interno della coppia la propria forza di volontà, non siste, ma Riza Psicosomatica ha stilato un decalogo di dieci semplici cose da fare ogni giorno per "allenarsi": alzarsi presto al mattino, dedicare dieci minuti alla forma fisica, rinunciare a un caffè e alle sigarette di troppo, spegnere il telefonino per qualche ora, leggere almeno qualche pagina di un libro, riordinare la scrivania, fare una telefonata a un parente lontano, resistere ai pettegolezzi, rispondere a tono a un superiore, spegnere la tv durante la cena.
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08\11\2004
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FONTE:http://www.tgcom.mediaset.it/tgmagazine/articoli/articolo227163.shtml
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Volontà e tenacia sono caratteristiche tutte femminili mentre il maschio si rivela essere il nuovo sesso debole. I momenti in cui, a differenza di lei, lui crolla o fugge sono diversi, dalle piccole difficoltà quotidiane ai problemi di salute, dalla routine di ogni giorno, agli inconvenienti sul lavoro ai rapporti coi figli. Dei 986 italiani tra i 20 e i 55 anni intervistati da Riza, ben il 74% delle donne si ritiene il "sesso forte", contro un 46% di uomini convinti di portare ancora loro i pantaloni.
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Tutti, comunque, uomini e donne, sono concordi sul fatto che l'ambito in cui è necessaria la maggiore dose di forza di volontà è quello del matrimonio e della convivenza. Molto più della carriera e del lavoro, degli investimenti e degli acquisti importanti, della cura della propria forma fisica. Sono le piccole difficoltà quotidiane, la routine di ogni giorno, i problemi di salute, l'incapacità di lasciare il partner, le insoddisfazioni sul lavoro di uno dei due a mettere in crisi la coppia e a scoraggiarla.
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Quattro le figure psicologiche femminili e maschili all'interno della coppia emerse dalla ricerca. Il martire (31%): dai tratti sempre più maschili, per lui la forza di volontà è soprattutto la capacità di sopportare tutto come un punching ball. Affrontare stoicamente ogni avversità, considerata giusta e inevitabile, diventa il vero tratto distintivo del suo carattere. La competitiva (28%): figura essenzialmente femminile. Incapace di perdere, per lei tutto diventa una sfida da vincere a tutti i costi, per dimostrare a tutti coloro che gli stanno intorno, come fossero il suo pubblico, la sua ferrea determinazione. La convivenza e l'interazione con lei risulta alquanto difficile. E la forza di volontà si confonde con il semplice "io voglio" dell'inguaribile egoista. Il calcolatore (23%): figura tanto femminile quanto maschile. La sua vita è votata all'impegno e alla costanza, il suo calendario una sequenza infinita di obiettivi da spuntare. Non perde mai di vista scopi e tornaconti, dal momento che un colpo di testa o una sbavatura imprevista possono essere fatali, incrinando l'intera immagine che ha di sè. La lady di ferro (18%): femmina. Più dura degli uomini, esercita la sua forza di volontà per dimostrare lo spessore della sua corazza, senza mai mettere in discussione la sua femminilità. Più che gli obiettivi, quello che conta è apparire inossidabile. Mai una lacrima, mai un momento di debolezza, la lady di ferro cerca di nascondere il più possibile ogni insicurezza. Salvo poi ritrovarsi attorno ai 40 anni sola e disperata.
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La ricetta per migliorare, soprattutto all'interno della coppia la propria forza di volontà, non siste, ma Riza Psicosomatica ha stilato un decalogo di dieci semplici cose da fare ogni giorno per "allenarsi": alzarsi presto al mattino, dedicare dieci minuti alla forma fisica, rinunciare a un caffè e alle sigarette di troppo, spegnere il telefonino per qualche ora, leggere almeno qualche pagina di un libro, riordinare la scrivania, fare una telefonata a un parente lontano, resistere ai pettegolezzi, rispondere a tono a un superiore, spegnere la tv durante la cena.
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08\11\2004
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FONTE:http://www.tgcom.mediaset.it/tgmagazine/articoli/articolo227163.shtml
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(PRIMA PARTE)
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MISANDRIA
NEI MASS MEDIA
(SECONDA PARTE)
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MISANDRIA NEI MASS MEDIA
(TERZA PARTE)
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MISANDRIA NEI MASS MEDIA
(QUARTA PARTE)
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MISANDRIA
NEI MASS MEDIA
(SECONDA PARTE)
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MISANDRIA NEI MASS MEDIA
(TERZA PARTE)
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MISANDRIA NEI MASS MEDIA
(QUARTA PARTE)
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