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MISANDRIA NEI MASS MEDIA
(PRIMA PARTE)
(PRIMA PARTE)
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(SECONDA PARTE)
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(QUARTA PARTE)
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SUPERIORITÁ MORALE
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Sugli articoli di giornale e dalla televisione, viene proclamata la superiorità morale delle donne sugli uomini e, al tempo stesso, non manca mai qualche sberleffo dispregiativo. Gli articoli sull' estinzione, inutilità e crisi del maschio per quale motivo vengono scritti? Ve la siete mai posta come domanda ? Per svuotare ogni uomo della propria autostima. Creare insicurezze. Autoconvincervi che quella è la verità. Per quale fine, invece, vengono scritti gli articoli sulla forza delle donne ? In questo caso il processo è inverso. Si vuole rafforzare il carattere e l'identità delle giovani femmine. Quando i quotidiani e le televisioni (pubbliche e private) ripetono "a tamburo battente" un modo di pensare, le persone all'inzio restano frastornate, con il tempo si abituano a quelle idee, ed infine, finiscono per "ruotarci intorno". Un' ideologia giusta o sbagliata, se ripetuta con costanza, viene assorbita dalla società in cui si vive fino a diventare invisibile. La gente non si rende conto dell'inganno perchè "inghiottita dal sistema".
Ecco alcuni esempi di superiorità morale femminile :
Ecco alcuni esempi di superiorità morale femminile :
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(ATTENZIONE: La presente raccolta verrà periodicamente aggiornata con nuovi articoli)
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Inviate Email di pacata protesta ai giornalisti
(o ancor meglio, ai loro direttori, specificando anche il nome del giornalista "incriminato") ogni volta che notate del sessismo nei loro articoli.
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SORPRESA: AL VOLANTE DONNE PIÚ BRAVE
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Alla faccia dei luoghi comuni. L’arcinoto «donne al volante pericolo costante» incassa un bel ko. E stacca in un colpo solo l’etichetta di mine vaganti dal parabrezza delle vetture rosa. Non solo. Incorona il gentil sesso garanzia vivente di prudenza e affidabilità al punto tale da riservare alle guidatrici polizze particolarmente vantaggiose rispetto agli uomini. É il verdetto dell’Ania, l’associazione nazionale tra le imprese assicuratrici che in una analisi rivela: sono soprattutto le più giovani ad essere molto meno pericolose dei coetanei maschi. I ragazzi, infatti, causano più incidenti, generalmente più gravi, obbligando le compagnie a rimborsi consistenti e quindi a premi più sostanziosi.
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La radiografia dell’Ania scaccia ogni dubbio: tra i 18 e i 40 anni le donne sono decisamente più prudenti e hanno una guida molto più sicura dei colleghi. Questo in base al cosiddetto indice di premio puro. Un indicatore ottenuto moltiplicando la frequenza e il costo medio degli incidenti (si va da un indice 400 dei ragazzi diciottenni ad un 250 per le neopatentate in rosa fino all’indice 100 per i quarantenni).
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In sostanza, rispetto a un quarantenne maschio, categoria assicurativa generalmente più affidabile, i ragazzi tra i 18 e i 19 anni costano all’incirca quattro volte di più da un punto di vista assicurativo, mentre le giovani donne si limitano a due volte in più. La differenza - secondo i calcoli dell’associazione - si riduce progressivamente, soprattutto per le donne tra i 30 e i 40 anni. Oltre la soglia dei 40 anni c’è infatti una sostanziale sovrapposizione tra uomo e donna che equivale a dire che il fattore rischio non varia significativamente fra i due sessi.
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I ragazzi comunque non hanno scuse. La spiegazione del diverso comportamento alla guida, così evidente nei primi anni di guida, sta nelle diverse abitudini al volante: caute per le ragazze, azzardate per i coetanei maschi. E non certo nell’utilizzo più o meno frequente dell’auto. Così, se dal fronte maschile qualcuno prova a tirar fuori la scusa che se le donne fanno meno incidenti è solo perché macinano meno chilometri, l’Ania è pronta a smentirlo: «la ridotta sinistrosità delle femmine rispetto ai maschi fino ai 40 anni - spiega l’associazione - non è dovuta a fattori quali una minore percorrenza chilometrica e quindi a una minore esposizione al rischio incidenti perché se questi fattori fossero presenti dovrebbero avere un’influenza su tutte le età.
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Dunque, la spiegazione sta nel fatto che la minore rischiosità delle donne è legata solo a una loro maggiore prudenza alla guida. Ma gli uomini tentano la rivincita che arriva solo in età più matura: per entrambi i sessi c’è infatti una leggera ripresa degli incidenti in media fra i 45 e i 55 anni. In questo caso l’aumento è più marcato per le femmine. Ma, a guardar bene, anche qui, dietro ai più frequenti incidenti, potrebbe nascondersi un maschio: l’incremento potrebbe essere infatti legato all’utilizzo delle auto intestate alle mamme da parte dei figli (maschi) neopatentati.Una giovane al volante durante una campagna per la sicurezza stradale.
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Alessandra Chello
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05\02\2005
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FONTE: IL MATTINO
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SILVIO ELOGIA LE DONNE:
"VOI, LE NOSTRE PADRONE"
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Inizia con un lungo silenzio soddisfatto il corteggiamento di Silvio Berlusconi alla platea delle «Donne per l’Italia» riunite al Palazzo dei Congressi dell’Eur. Con la sala gremita che lo accoglie al grido di «Sil-vio-Sil-vio» e lui che in piedi sul palco se la gode sorridendo. «Mi sembra chiaro - interrompe l’applauso ritmato l’ex premier - che esiste una certa simpatia tra voi e me... ». Insomma, «possiamo chiuderla qui». E invece no. D’altra parte, che uno come Berlusconi possa perdere un’occasione tanto ghiotta per sfoderare la sua proverbiale galanteria è impensabile. Così, il tempo di un’altro sorriso e di un saluto «a Mara e Barbara» (Carfagna e Saltamartini, artefici della manifestazione), e via con il latinismo che introduce il suo lungo «elogio alle donne». Il cui termine «deriva dal latino domina, cioè padrona». Conclusione: «Voi siete le nostre padrone e noi sappiamo essere dei sudditi consenzienti». E quando in sala si coglie più d’un sorriso divertito, il Cavaliere lo stoppa subito: «Vi assicuro che a me in privato succede così, se volete posso raccontarvi qualche episodio...». L’elogio va avanti e si fa più serio. Per galanteria, certo, ma pure perché Berlusconi sa bene quanto sia importante la platea femminile che, stando agli ultimi sondaggi, rappresenta la fetta più consistente degli indecisi. Per dirla con le parole di Gianfranco Fini, «tra gli italiani che guardano senza interesse al teatrino della politica c’è un’alta percentuale di donne e di casalinghe». Così, il Cavaliere ribadisce che il governo sarà composto da «sessanta persone tra ministri, viceministri e sottosegretari». E «a sedere al tavolo del Consiglio dei ministri ci saranno quattro donne». D’altra parte, ricorda citando Letizia Moratti che nel ’94 diventò presidente della Rai, «da sempre abbiamo dato alle donne possibilità che la sinistra non gli ha mai dato». Perché «vi riconosciamo una particolare intelligenza capace di arriva al centro di un problema per istinto e per talento, quando invece noi uomini ci dobbiamo arrivare attraverso una serie di macchinosità». Insomma, «siete più brave nello studio, in ufficio, nel Parlamento, nella vita». [01] E per questo «contiamo sul vostro apporto di concretezza, per dare soluzioni vere ai problemi che ci aspettano».
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Poi, via con «il compito che, da domina, mi ha dato Mara Carfagna chiedendomi un intervento didattico». Che resta tale solo nella descrizione di quelle che il Cavaliere definisce «le due missioni». Primo, «spiegare come vengono assegnati i seggi». Secondo, «insistere sull’importanza dei difensori del voto che dovranno presidiare i seggi fino allo spoglio dell’ultima scheda perché l’altra volta siamo stati dei dilettanti». Berlusconi, dunque, ribadisce la linea del «voto utile» e torna a sulla necessità di non «regalare consensi a Veltroni votando per partiti minori che al Senato non hanno possibilità alcuna di raggiungere lo sbarramento dell’8%». Anche Camillo Ruini, spiega in un’intervista al gruppo Class, «essendo persona di estrema competenza, intelligenza e ragionevolezza» sa «che i voti dati ad altri partiti del centrodestra che non siano il Pdl sono voti utili al centrosinistra». Ogni riferimento all’Udc è puramente casuale. Anche perché, aggiunge davanti alla platea del Palazzo dei congressi, proprio a Palazzo Madama «c’è il pericolo di un accordo tra Veltroni e la Sinistra Arcobaleno» ai danni del Pdl. Un’intesa che nei ragionamenti del Cavaliere ci potrebbe essere prima del voto (veicolando dei voti del Pd alla sinistra radicale nelle regioni già vinte ma dove Bertinotti rischia di non superare l’8%), ma anche dopo perché «nei corridoi della politica si dice che c’è già un patto tra Veltroni e i signori della sinistra per tornare insieme dopo le elezioni». Anche per questo, «nonostante gli ultimi sondaggi ci diano in vantaggio dell’8,6% sul centrosinistra» non bisogna «abbassare la guardia». Ce n’è anche per Veltroni e per «la sua mission impossible»: dimostrare che «non è mai stato comunista», che «non ha mai ricoperto tutte le cariche di prestigio nel Pci» e che «non è stato vicepremier di Prodi nel ’96». E ancora: «Lui si è presentato agli italiani e ha detto: “Io vengo da Marte”».
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Insomma, «è caduto nel pieno ridicolo», lui che «a 53 anni è già un pensionato della politica del Parlamento». L’ultimo affondo è per Matteo Colaninno e Massimo Calearo: «Le candidature di un figlio di un industriale e del presidente a fine mandato di Federmeccanica, sono solo candidature spot. Insomma, «è caduto nel pieno ridicolo», lui che «a 53 anni è già un pensionato della politica del Parlamento». L’ultimo affondo è per Matteo Colaninno e Massimo Calearo: «Le candidature di un figlio di un industriale e del presidente a fine mandato di Federmeccanica, sono solo candidature spot per fare vedere che il Pd si allarga al di là della classe operaia».
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29\03\2008
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[01] MISANDRIA
[...] Benché prioritariamente osservato nei comportamenti femminili, il pregiudizio misandrico appare occasionalmente anche in alcuni comportamenti maschili, tendenti all'autosvalutazione ed alla contestuale esaltazione delle qualità femminili, ritenute superiori alle proprie soprattutto sotto il profilo etico oltre che estetico. [...]
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"NOI PIU' CONCRETE DEGLI UOMINI ANCHE IN POLITICA"
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MILANO
Onorevole Roberta Pinotti, capolista in Liguria al Senato.
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Elezione certa.
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«Sì, questa legge elettorale mi dà la certezza di essere eletta. Ma devo dire che un sistema del genere, anche per chi ama far politica, non è il massimo. Tutto dipende dalla posizione in cui sei messa. Nella sua lista ci sono altre 5 di donne, ma in posti ineleggibili. «Be’ c’è la Melandri capolista alla Camera e poi ci sono io per il Senato. Comunque siamo soddisfatti, male che vada il Pd eleggerà 100 donne. Mica male»
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Una rivoluzione rosa.
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«Complessivamente le donne rappresentano il 43% delle liste del Pd. Ora la pattuglia parlamentare femminile è di 52 donne, quindi stiamo per raddoppiare. Questo dimostra che c’è stato un investimento serio sulle donne, non solo parole e buoni propositi».
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È stata dura?
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«Guardi, è chiaro che per far entrare una donna in lista bisogna togliere un uomo. Fare le liste è un lavoro molto complesso».
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Qualche nome di uomo che ha fatto il sacrificio?
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«In generale c’erano regioni dove c’erano pochissime donne elette. È lì che si è fatto lo sforzo maggiore. In Liguria la Melandri ha preso il posto di Mussi come capolista. Ma è una scelta che ci premierà».
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Lei dice?
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«Già dai sondaggi viene fuori che gli elettori apprezzano la presenza di donne nelle liste. Ma del resto è una novità naturale».
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Naturale?
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«Certo. La gente vuole che la politica sia più vicina alla vita di tutti i giorni. E se c’è un dato che le donne portano è proprio quello della concretezza. Perché le donne, anche quelle che fanno politica, devono confrontarsi con la gestione della famiglia. E questo non permette mai di entrare in una torre d’avorio».
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Lei ha figli?
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«Sì due, una ragazza di 15 e una di 7»
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Sta molto dietro a loro?
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«Faccio il possibile, anche se mio marito mi aiuta molto. Ma quando hanno un compito in classe appena esco dalla Commissione la prima telefonata che faccio è a loro, per sapere com’è andata».
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Anche i politici maschi però hanno una famiglia, dei figli.
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«Ma la maggior parte dei politici uomini che conosco non segue la gestione quotidiana della famiglia, la delega alla moglie. Per questo le donne sono più concrete anche in politica».
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25\03\2008
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"DONNE, ANIMA DEL MONDO
SCOPRIAMO LA NOSTRA FORZA"
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Otto Domande
Risponde Maria Rita Parsi.
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1) Nel suo ultimo libro "Single per sempre" mette a punto una vera e propria "ideologia femminile", una dottrina post-femminista. In che cosa si differenzia dai movimenti degli anni '70 e '80?
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"Il femminismo è stato un' avanguardia che non rinnego, tantomeno mi associo al disprezzo ingiustificato di cui oggi il femminismo è fatto oggetto. Ogni avanguardia è un fiore che nasce e muore lasciando però molti semi che, anche nel caso del femminismo, hanno poi dato frutti importanti. Tuttavia l'avanguardia per spezzare schemi, per rinnovare, deve essere eccessiva, invece ciò che viene dopo è un modo di pensare, agire, essere, che è più maturo, più mirato a obiettivi concreti piuttosto che alla rivendicazione di utopie".
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2) Quindi anche lontano da ogni forma di estremismo?
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"E' così ma, intendiamoci, tra gli estremismi dobbiamo comprendere anche ciò che le donne hanno chiesto a loro stesse: di essere indipendenti, lavorare, decidere e tuttavia senza riuscire a liberarsi dei doveri tradizionali che sono la gestione della maternità, famiglia, casa eccetera. Oggi ci troviamo di fronte a una generazione di donne che ha doveri di gran lunga superiori a quelli maschili e, beffa delle beffe, senza ancora avere guadagnato la parità in fatto di carriere e di remunerazioni. E' arrivato il momento di affrontare queste diseguaglianze, queste ingiustizie".
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3) Lei crede molto nella forza della solidarietà, dell'alleanza tra donne. Perché è fondamentale?
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"E' una forza atavica, che ci viene dalla nostra stessa natura, non ne abbiamo una più formidabile per ottenere ciò che è giusto per noi. Basta osservare la vita quotidiana: i servizi sono gestiti dalle donne, madri, figlie, nipoti, zie, nonne, è un continuo scambio di servizi reciproci. Accoglienza, organizzazione, educazione, cura dei malati, difesa dei più deboli, sonotutti ruoli svolti dalle donne. La nostra è una società costruita sulla collaborazione femminile, in noi è una predisposizione genetica".
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4) Ma questa alleanza sembra funzionare solo nell'ambito delle competenze familiari, fallisce non appena si entra nel mondo esterno, nella res publica.
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"E infatti dobbiamo assolutamente renderci conto che questa alleanza deve essere applicata anche alla cosa pubblica, alla politica, al lavoro. Altrimenti resteremo impantanate a metà guado come siamo oggi. E' vero, abbiamo il problema delle deleghe. Ciò che viene naturale nell'ambito familiare, al di fuori crea tensioni, difficoltà di riconoscimento, sofferenza. Dobbiamo diventare capaci di affidarci -proprio nel senso di dare fiducia- alle donne anche in politica, nei ruoli dirigenziali. Purtroppo invece molte di noi preferiscono schierarsi con gli uomini".
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5) Sono quelle che lei chiama "donne misogine" ?
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"Sì, sono quelle che imitano gli uomini, che sono contro le altre donne, contro l'alleanza delle altre donne. Si tratta di un modello bieco di potere maschilista perché queste donne, anche se raggiungono ruoli di potere, dipendono pur sempre dalla benevolenza maschile, vogliono essere le predilette dimenticando che 'la favorita'in assoluto non esiste, esistono 'le favorite' che cambiano spesso a seconda dell'umore del sultano. Usate e gettate. E questo purtroppo è il nostro punto debole, il gran numero di donne che, per usare un modo di dire esagerato ma esplicito, si vende al nemico".
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6) Cosa intende per "pari diversità" ?
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"La pari diversità non riguarda solo gli uomini o le donne: ciascuno di noi è diverso come individuo, dovremmo tutti avere la possibilità di sviluppare al meglio le nostre potenzialità senza partire da differenze penalizzanti che possono essere il sesso, la sessualità, la classe sociale di appartenenza e così via. Principi secolari che però continuano a non essere applicati".
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7) In "Single per sempre" lei afferma, contro un pregiudizio ancora molto fortenella società, che non è necessario che una donna abbia figli per essere una persona compiuta. Perché?
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"Non esiste solo Giunone, la Madre. C'è anche Minerva, colei che partorisce idee. C'è Venere che è la seduzione. Insomma grazie al mito comprendiamo che la femminilità non è soltanto un grembo per la riproduzione. Si è donne, complete, anche in altri modi. Da sempre. Una donna può creare o adottare qualcosa di diverso da un bambino. Indubbiamente quello con il grembo materno è un legame formidabile, ma non dimentichiamo che le idee possono sollevare il mondo, cambiarlo, e sono convinta che le idee delle donne sarebbero capaci di migliorarlo più di quanto non abbiano fatto gli uomini".
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8) Il sottotitolo del libro dice "storie di donne libere e felici". Lo è?
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"Sono una single e sono libera e felice per come si può esserlo a questo mondo. Di sicuro sono felice di non vivere in una subalternità che mi sarebbe intollerabile. Ma naturalmente si può essere felicissime anche con un compagno, con figli. L'importante è che sia una scelta. E per chi non sceglie ma si trova 'single per forza' deve esserci la consapevolezza che si può vivere benissimo anche senza un uomo accanto: dipende solo da noi, dall'amore che portiamo a noi stesse".
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23\12\2007
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FONTE: LA NAZIONE
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ARSENAL, DONNE DA RECORD
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Altro che Wags: la squadra femminile del club londinese si è fatta notare per le prodezze sul campo. Una stagione incredibile e senza precedenti, culminata con la conquista di tutti i trofei in palio. Molto meglio dei "colleghi" maschi.
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LONDRA - "Come on ladies, come on ladies!", è il grido più in voga tra i tifosi dell'Arsenal nelle ultime settimane. I ragazzi terribili di Wenger escono dalla Champions League contro un Psv derelitto? Perdono la finale di coppa di Lega col Chelsea? Chiudono la Premier League al quarto posto, con 21 punti di distacco dal Manchester Utd? Pazienza, ci si consola con le "ladies". Con le donne. Ma attenzione, stavolta le Wags non c'entrano niente, le protagoniste di questa storia non sono le mogli e le fidanzate dei calciatori. Le "ladies" sono la squadra femminile dell'Arsenal: un gruppo fantastico, capace di vincere tutto e di conquistare il Grande Slam. Evento che non ha precedenti.
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CHE NUMERI - "Sweep", dicono gli anglosassoni quando chi trionfa non lascia nemmeno una briciola agli avversari. E allora, ecco alcuni numeri che danno l'idea di quanto brave siano "le" Gunners. In campionato, dominio assoluto: 22 partite vinte su 22, 14 punti di vantaggio sulle ragazze dell'Everton, uno spaventoso +110 nella differenza reti (119 gol fatti, 10 subiti). Lianne Sanderson, tra campionato e coppe, ha segnato ben 40 gol, seguita da Kelly Smith che ne ha collezionati "solo" 30. Alla cavalcata trionfale in Premiership si aggiunge la conquista della coppa di Lega e della FA Cup. E per dare prestigio internazionale a questa stagione memorabile, c'è la coppa Uefa, vinta battendo in finale le forti svedesi dell'Umea.
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RICONOSCIMENTI - Naturale, dunque, che le stelle dell'Arsenal abbiano fatto incetta di premi. Vic Akers è stato nominato allenatore dell'anno, Kelly Smith migliore giocatrice e Lianne Sanderson ha dominato la classifica marcatori. In una stagione in cui al nuovo Emirates Stadium la squadra guidata da Wenger ha fatto più volte cilecca, le vere soddisfazioni sono arrivate da Borehamwood, a nord di Londra, dove giocano le ragazze. Loro, ad esempio, il derby col Fulham l'hanno vinto 14-0. Non come i maschi, che hanno perso 2-1...
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Stefano Cantalupi
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26\05\2007
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La marcia in più del
"multitasking" femminile"
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Le donne, si sa, hanno una marcia in più. Scusate la dichiarata parzialità, ma non potete negare che, soprattutto alla ripresa dell'anno lavorativo, emerga in tutta la sua evidenza la grandiosità dell'individuo femminile. Donne, mogli, mamme, professioniste, magari pure amanti. Belle e in forma, dinamiche e curate, attente alla casa, alla linea, al portafoglio, al frigo pieno, alla cartella dei figli, alle cravatte del marito, ai vaccini, alle scadenze dell'ufficio... e i genitori, i suoceri, gli amici. Dai, su... siamo delle super-eroine! E se non ce lo riconoscono i maschietti, diciamocelo da sole. La cartolina più azzeccata di questa vita di corsa sempre in guerra contro il tempo arriva dalla Germania. Le tedesche hanno inventato una specie di "stiletto run", ovvero una 100 metri in velocità con tacco di almeno 7 centimetri. Ve lo figurate questo gruppo di donne in abiti da città, jeans o shorts, gonne ampie e vestitini, che attraversa le vie di Berlino correndo su trampoli più o meno alti? Fenomenale! E' dimostrato: noi siamo multitasking... ne parlano come la malattia del secolo, e consiste nel fare più cose insieme mandando in tilt il cervello, stressato da troppi imput. Ma per piacere! Signori uomini, se non volete pensare alle vostre mogli, guardatevi intorno: in ufficio, per la strada, in auto (ecco perche' dite che guidiamo male, magari siamo al telefono e ci stiamo pure truccando!...). Noi facciamo minimo tre/quattro cose insieme da sempre! Lo fate anche voi maschietti? Allora provateci a correre vestiti e truccati sui tacchi a spillo... vedrete che serve pratica, una pratica fatta di centinaia di giorni vissuti lottando contro il tempo! Come facciamo noi, appunto!
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FRANCESCA SENETTE
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27\09\2006
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FONTE: LIBERO
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Indagine sulle donne di oggi
Le donne, il sesso, l’amore
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Come sono oggi le donne? Passionali e disinibite, amano osare e stupire il partner, ma credono nell’amore, nel colpo di fulmine, nel principe azzurro. E per quanto riguarda il sesso…
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Sanihelp.it - Sicure, emancipate, disinibite, ma anche tradizionali, romantiche, passionali: questo il ritratto delle donne di oggi, come emerge da una ricerca commissionata nel marzo scorso da Lactacyd alla MillwardBrown Delfo, che ha intervistato 1000 italiane su svariati aspetti della loro esistenza, per ricostruire uno spaccato del mondo femminile contemporaneo.
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Ambivalenza e immagine oscillante di sé sono le cifre dominanti della donna moderna. Nel campione osservato infatti si riscontra incertezza tra, da un lato, una certa emancipazione nelle relazioni con l’altro sesso, e dall’altro un’adesione ai sentimenti tradizionali, al mito di un sogno d’amore duro a morire.Qualche esempio: dall’indagine emerge che sette donne su dieci hanno pagato la cena a un uomo, quattro su dieci gli hanno regalato dei fiori, metà di loro starebbe con un uomo più giovane (48%), un quarto di loro ha avuto più di dieci partner (27%), metà si è dichiarata almeno una volta per prima a un uomo (57%) e sempre metà dichiara di usare metodi contraccettivi (49%).
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Un bel traguardo per le donne, ma a questa modernità di comportamenti fa da controaltare una forte adesione al romanticismo e ai sentimenti di una volta: sette su dieci credono nell’amore a prima vista, metà al principe azzurro (48%), metà festeggia San Valentino (48%), quasi nove su dieci hanno scritto una lettera d’amore.
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E questa immagine ambivalente è ben rappresentata da quel 47% che dichiara di aver tradito il partner e da quel 60% che invece non ha mai perdonato un’infedeltà. Inoltre il 65% dice di avere simulato almeno una volta l’orgasmo, e la cosa curiosa è che le stesse categorie di donne che lo affermano sono le stesse che riferiscono di tradire di più.
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Sessualmente le donne stanno imparando a osare: un esempio lampante è quel 78% che dichiara di rapporti orali con il partner. Un altro dato significativo è che oggi, in Italia, pochissime donne arrivano vergini al matrimonio (il 5%).
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Questa immagine di donne disinibite, sicure di sé, pronte a tradire, deve però essere messa a confronto con la percentuale del 54% che racconta di avere pianto nell’ultima settimana (anche se la capacità di piangere può essere vista non solo come debolezza, anche come accettazione delle proprie emozioni, e quindi come grande ricchezza) e con quel 73% che per pudore preferisce avere una ginecologa donna.
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La stessa ambivalenza emerge anche nell’immagine estetica che le donne hanno di sé: la stragrande maggioranza ha cambiato colore di capelli (79%), sa camminare sui tacchi alti (79%), ha seguito una dieta (79%) ma non ha mai fatto ricorso alla chirurgia estetica (93%), anche se nove su dieci sono lontane dall’avere la taglia 38, tre su dieci hanno un abbonamento in palestra, ma sei su dieci non hanno mai fatto una mammografia.
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Naturalmente la visione generale della vita, delle relazioni, della sessualità, è più assoluta ed estremizzata nelle ragazze giovani, di contro la maturità porta con sé maggiore tolleranza, più disincanto. È però molto bello vedere che una visione romantica della vita è lontana dallo scomparire del tutto: pensate che ben il 94% di tutte le donne ricorda ancora il nome del primo ragazzo che ha baciato !
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21\06\2007
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L'ELMETTO DELLE DONNE
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Quando sei una donna devi combattere di più, di conseguenza devi vedere di più e pensare di più ed essere più creativa se vuoi farti strada in un mondo esasperatamente patriarcale.
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In genere le donne dotate di forza vengono connotate al negativo: come riproduzioni maschili mal riuscite, come virago, come ciniche donne in carriera pronte a tutto. Egocentriche, burbere, inavvicinabili e talvolta stizzose.
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Andando al di la di questi luoghi comuni possiamo scoprire che la forza che emanano è una forza dolente e gravida di solitudine, una storia che nasconde il guscio tenero e molle di molte donne forti; una forza giocata sulla propria pelle e non derivata dalla luce solare di un uomo potente e ricco.
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Quella intrapresa dalla donna è stata senz’altro la rivoluzione più lunga e nella lotta che il movimento femminile ha compiuto in questi secoli c’è qualcosa che riguarda tutti, compresi gli uomini.
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A cavallo tra 800 e 900 nasce un’immagine di donna nuova che si ribella agli schemi di moglie e madre, regina del focolare, impostigli dalla società maschilista. Era inevitabile se consideriamo che è stata necessaria l’approvazione di una legge ( legge Sacchi 1919) affinché alle donne venissero riconosciute le capacità giuridiche. È incredibile ma alla stregua dei pazzi nascere donne era indice di inferiorità giuridica e di conseguenza era riconosciuto il diritto patriarcale prima, maritale poi, a farne le veci.
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Ci sono volute due guerre mondiali per far si che la situazione migliorasse: le donne impegnate a sostituire gli uomini chiamati al fronte ebbero modo di mostrare che al pari degli uomini sapevano servirsi dei loro diritti e compiere con zelo e con retti criteri i loro doveri.
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Nel 1948 entrò in vigore la Costituzione che agli articoli 3, 29, 31, 37, 48 e 51 affermava la parità tra uomini e donne. In particolare l’articolo 3: tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione.
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Da quell’inizio è stato un continuo crescendo di conquiste: nel 1950 la legge della tutela fisica ed economica delle lavoratrici madri; nel 1958 la legge Merlin contro lo sfruttamento della prostituzione; nel 1968 una legge stabilì che l’adulterio femminile non era più reato. Nel 1968! Ma l’articolo 29 della costituzione non sanciva l’uguaglianza giuridica e morale dei coniugi? Mah! Così come il diritto di patria potestà sull’educazione dei figli che solo nel 1975 con la riforma del diritto della famiglia venne riconosciuto anche alla madre. E ancora solo nel 1977 venne riconosciuta la parità di trattamento sul posto di lavoro. Nel 1996, la legge 15 febbraio 1996 n. 66, punì lo stupro come delitto contro la persona e non contro la morale come in precedenza.
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Oggi c’è un ministero per le Pari Opportunità, ci sono dei decreti legge, delle associazioni, dei collettivi femministi, le donne hanno ormai raggiunto quasi tutte le professioni e, di fatto, portano anche loro a casa lo stipendio.
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Allora potremmo fare questa indagine e chiedere alle donne: ti senti più felice all’idea di poter fare ciò che fanno gli uomini? No. Azzardo la risposta della maggioranza perché né le battaglie né le dure conquiste hanno ancora impedito alle donne di leggere su tutti i giornali le statistiche che le avvisano che una donna su tre oggi è vittima di violenza.
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Quasi a ricordarci che non è possibile l’equiparazione, hanno ragione gli uomini a sostenerlo, perché c’è qualcosa che non avremo mai: l’istinto di sopraffazione, la voglia di affermare la propria superiorità, di far sentire la propria forza anche a costo di uccidere. Perché per loro, per gli uomini, dove non può l’intelligenza può la violenza.
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Giovanna Starace
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26\11\2007
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PERCHE' GLI UOMINI INNAMORATI DIVENTANO COMICI
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di Francesco Alberoni
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Nonostante l'uguaglianza sociale, sul piano erotico maschi e femmine continuano a essere diversi. Le femmine hanno una sensibilità della pelle, del corpo, una percezione degli odori molto maggiore. Pensano più all'amore, leggono romanzi, seguono con attenzione le vicende amorose dei divi dello spettacolo, discutono i casi dei loro conoscenti, insomma studiano l'amore e lo conoscono meglio dei maschi. Nella scelta del partner sono molto più esigenti e sono attratte dagli uomini che emergono per qualche qualità, sia essa la bellezza, l'intelligenza o la fama.
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Lo si vede già nelle ragazzine di dodici, tredici anni che possono amare un divo del cinema, della musica o della televisione con una intensità di cui i loro coetanei maschi non sono capaci. Non pensano che a lui, riempiono la loro cameretta dei suoi poster, si informano sulle sue storie amorose, vengono prese dal batticuore alla sola idea di incontrarlo. Se potessero lo bacerebbero, lo accarezzerebbero con infinita tenerezza. Ma non provano gelosia, sanno amare anche se non sono ricambiate. E' amore-adorazione, rivolto verso l'alto. Alcune donne conservano questa capacità di amare a lungo un uomo che ammirano, che le affascina e sono pronte a condividerlo con altre. Quando però sono certe di essere riamate o lo sposano, allora diventano anche loro esclusive, gelose. Con la convivenza, la divinità diventa un uomo come gli altri. Gli adolescenti maschi possono ammirare una diva, desiderarla eroticamente, ma è molto difficile che la amino a distanza come fanno le ragazzine col loro idolo. Sempre pronti a vagabondare sessualmente, pensano molto meno all'amore, non lo studiano e non sono preparati a gestirlo.
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Quando si innamorano è come se venissero travolti da una valanga, diventano incerti, confusi, agitati, esclusivi. Sopportano peggio delle donne la separazione e non capiscono l'ironia. Quando la loro amata si allontana, vogliono sapere tutto ciò che ha fatto, non solo per gelosia, ma proprio per essere virtualmente sempre con lei. Le loro innamorate spesso li trovano un po' comici e patetici, ma sono attratte dalla loro improvvisa fragilità. Però può anche accadere che, dapprima lusingate da tanta attenzione e tanto attaccamento, in un secondo tempo li trovino troppo possessivi e appiccicosi.Sia ben chiaro che si tratta solo di tendenze generali e che ci sono infinite eccezioni, ma conoscerle ci può aiutare a comprendere il rapporto di coppia.
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05\02\2007
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FONTE: Corriere Della Sera
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INVERSIONE DEI RUOLI
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Non sempre il maschio accetta che sia lei a prendere l'iniziativa. Ma c'è chi va controcorrente. Rischiando, ahimè, di scontentare la partner.
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Non tutti gli uomini soffrono la cosiddetta crisi del maschio né si sentono afflitti da un possibile predominio femminile. Al contrario c'è chi, dando per scontato questo predominio, si aspetta che sia la donna ad assumere la leadership non solo in famiglia, ma anche in camera da letto."Sono convinto che le donne siano più dotate dei maschi anche per quanto riguarda la sessualità" dice Renato, 37 anni, sposato da poco. "E proprio per questo vorrei che fosse mia moglie a prendere l'iniziativa. Cosa che qualche volta avviene, ma non sempre. Lei sostiene che spetta all'uomo manifestare il suo desiderio, ma per quanto mi riguarda è sempre avvenuto il contrario: fin dalle prime esperienze sessuali è sempre stato il desiderio espresso in modo più o meno esplicito dalla donna ad agire su di me come un forte stimolo erotico, confermato da una pronta erezione. Che invece rischia di non prodursi o di scomparire quando sono io a prendere l'iniziativa dilungandomi nei preliminari di rito".
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In questa inversione dei ruoli, Renato sa di essere controcorrente rispetto alla maggior parte degli uomini: non solo il suo desiderio erotico è subordinato a quello femminile, ma anche il piacere che prova durante il rapporto sessuale dipende dal grado di intensità di quello della sua partner. Meglio poi se è lui ad assumere una posizione supina, lasciando alla donna la parte più attiva. Che non sempre la moglie gradisce."C'è qualcosa di anormale in questa mia tendenza a invertire i ruoli?" si chiede Renato, temendo un eccesso di femminilizzazione. Nonostante i grandi cambiamenti avvenuti nell'ambito della sessualità, a livello socio-culturale permane ancora l'idea di una presunta superiorità sessuale maschile che assegna all'uomo il ruolo attivo e alla donna quello passivo. Si ritiene che l'uomo sia dotato di un impulso erotico più forte, che lo induce a conquistare la donna e si manifesta attraverso l'assenza di difficoltà ad avere l'orgasmo e la tendenza a trasformare il sesso in un chiodo fisso. Tuttavia, data la bisessualità di fondo che permane in ciascuno di noi, i ruoli non sono poi così schematici.
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Ed è proprio la possibilità di scambiarli a favorire il buon funzionamento sessuale nella vita di coppia, consentendo al maschio di assumere a volte una posizione passiva e alla donna quella più attiva. Una mobilità che va perduta se il maschio si adagia in questo rovesciamento delle parti, pretendendo che sia sempre la donna a prendere l'iniziativa. E che è importante ritrovare giocando di più sull'alternanza dei ruoli, non tanto per una questione di princìpio, ma per vivificare il rapporto di coppia.
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Giorgio Abraham (psicoanalista e sessuologo)
09/12/2006
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FONTE: IO Donna
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RICERCHE/SORPRESA: SIAMO PIU' BRAVE ANCHE CON I SOLDI
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Da una ricerca della Investec Private Bank si evince che le donne inglesi risparmiano più degli uomini. Addirittura, due milioni e 400 mila tra loro hanno un conto corrente che supera le 25 mila sterline. Leggere sul giornale questa notizia mi ha fatto piacere. Dimostra che anche il "potere dei soldi" non sta più solidamente solo in mani maschili. E che le donne, da sempre abituate al dono e cresciute nella cultura della gratuità, stanno imparando ad avere un rapporto più pragmatico con il denaro. Del resto, varie esperienze di microcredito, anche nei Paesi del Terzo mondo, evidenziano come le donne siano partner più affidabili degli uomini. Vista questa simpatica tendenza mi domando a quando una donna a capo della Banca Europea o della Federal Reserve.
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Sonia Moretti
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02\08\2005
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FONTE: ANNA (Settimanale)
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Mal di testa, donne più inclini a rivolgersi al medico
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Lo rivela una ricerca britannica che, per 9 anni, ha seguito le attività di 253 medici di famiglia in tutto il Paese
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Non è piacevole sentire la propria testa scoppiare, ma sono le donne che, se colpite da emicrania, risultano più inclini degli uomini a chiedere aiuto al medico di famiglia. E, più spesso dell'altro sesso, escono dallo studio del dottore con una ricetta per trattare il problema.
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Lo rivela una ricerca britannica che, per 9 anni, ha seguito le attività di 253 medici di famiglia in tutto il Paese.Il mal di testa è nella top ten delle cause che rendono necessaria una visita dallo specialista, ed è il più comune sintomo neurologico in cui si imbattono medici e i neurologi britannici, spiega Martin Guillford del King's College di Londra sul Journal of Neurology, Neurosurgery and Psichiatry.
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Negli anni dello studio sono state eseguite 570.795 visite per 413.221 pazienti dai 15 anni in su. Le donne sono risultate tre volte più inclini degli uomini a rivolgersi al medico di famiglia lamentando mal di testa. Guardando all'età, i più colpiti sono risultati i giovani tra i 15 e i 24 anni, ma le visite dallo specialista sembrano ridursi con l'aumentare dell'età.Nei nove anni di osservazione i medici hanno compilato 189.065 ricette per farmaci anti-emicrania, prescritti a una donna su tre e a un uomo su quattro. A lasciare più spesso lo studio con una prescrizione ad hoc, infine, sono state le donne tra i 45 e i 54 anni.
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Mentre i maschi stentano arrivano tanti successi nelle discipline femminili
Dalla pallanuoto al tennis a Firenze
LO SPORT E' DONNA
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Poca attenzione. Nonostante tutto siamo ancora sottovalutate. Ci vorrebbero maggiori investimenti e più sensibilità. E i media non ci sostengono
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Come sembrano lontani i tempi in cui Rita Pavone cantava «La partita di pallone», donne a casa e uomini allo stadio. Oggi lo sport al femminile ha una parte preponderante nel panorama nazionale, ma ce l´ha ancora di più in quello fiorentino. Stando ai risultati ottenuti negli ultimi anni dalle società che partecipano a campionati femminili si può affermare che nel capoluogo toscano lo sport si è tinto fortemente di rosa. Alcuni dati: tre squadre di pallanuoto nella massima serie Fiorentina Wp, Rari Nantes Florentia e McDonald´s; una, il Fotoamatore nella pallacanestro (A2), un´altra in A1 di calcio (il Gioiello), oltre a tante individualità di spicco (Anna Bonciani nel canottaggio e Stefania Cicali nella canoa, tanto per citarne solo alcune). Insomma se andiamo nei dettagli c´è il rischio di lasciare fuori qualche pezzetto di questo universo femminile che si dedica allo sport quasi per professione. La Fiorentina Wp però non solo ha riportato a Firenze uno scudetto dopo ventisette anni, ma ha vinto anche la Coppa dei Campioni e più recentemente la Supercoppa. «Firenze - dice l´assessore Giani - non è una città nuova a questo genere di valorizzazione e non mi riferisco solo allo sport. E´ una questione di cultura. Infatti da anni non ci meravigliamo più se qualche imprenditrice eccelle nel proprio campo e se qualche personaggio della cultura porta un nome femminile. Anche la grande presenza delle donne fiorentine nello sport è frutto di un lavoro iniziato molti anni fa».
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Betty Perrone, fiorentina d´adozione e atleta di punta fino a poco tempo fa della marcia italiana, non ha però una ricetta specifica per questa realtà. Anzi sottolinea come qualche volta i media non sostengano in ugual misura i maschi e le femmine. «Purtroppo - dice l´ex azzurra - non c´è la stessa sensibilità e credo che proprio in questi momenti di buoni risultati si debba far capire che bisogna investire ancora di più sull´attività femminile». Marina Piazza, direttore tecnico della nazionale di ginnastica ritmica, la pensa così: «Non è un caso e non dobbiamo meravigliarci perché la donna specialmente in alcuni sport ha più tradizioni rispetto ai colleghi maschi».In un suo scritto il sociologo Fulvio Carbone focalizza l´attenzione sullo sport rosa: «C´è un grande senso dell´amicizia, è uno strumento di verifica delle proprie capacità, utile all´apprendimento, alla valutazione tecnica e all´approccio con la vittoria».
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Ma l´elenco delle realtà che operano nella provincia fiorentina nel settore femminile prosegue con l´Azzurra Bisonte San Casciano volley, che schiera nel sestetto atlete del nome di Silvia Croatto, Simona Di Tomaso e Francesca Vannini e guida attualmente la classifica di B1 con fondate ambizioni di promozione. Più modeste, per ora le mire della Cpf Firenze, che occupa una buona posizione nel campionato di B2. Se poi andiamo agli sport individuali spunta il nome della tennista Alexia Virgili, nipote dell´ex centravanti della Fiorentina, che ha vinto anche alcuni tornei internazionali. E poi come non ricordare la podista di Sesto Fiorentino Gloria Marconi, mentre guardando alle giovani promesse non si può fare a meno di mettere in risalto Audrey Alloh velocista nata in Costa d´Avorio e tesserata per l´Asics Firenze Marathon.
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Franco Vannini
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05\12\2007
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CERVELLO SESSO DEBOLE? INVECCHIA PIU' LENTAMENTE
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A Spoletoscienza fanno discutere le ricerche di una psichiatra americana
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Sesso forte? A muscoli, forse. Quanto al cervello, meglio sorvolare. Esso invecchia più precocemente negli uomini che nelle donne. Precisamente con dieci anni di anticipo, a partire dai 45 per il "sesso forte" e dai 55 per il "sesso debole". Ecco la novità annunciata a Spoletoscienza dalla psichiatra americana Nancy Andreasen, cattedra all'università dello Iowa, fiera di una diapositiva che la mostra mentre riceve il più ambìto premio Usa per la scienza: unica donna, timida e minuta, in mezzo a una decina di soli uomini alti e pettoruti, tra i quali spicca lo spilungone Bill Clinton.
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La Andreasen dirige una ricerca, non ancora ultimata, per studiare le differenze tra uomini e donne, specie per quanto riguarda il loro modo di pensare, con l'ausilio di tecniche diagnostiche che, ad esempio, consentono di misurare lo spessore della corteccia cerebrale, oltre al quoziente d'intelligenza, mediante l'intensità del flusso di sangue al cervello; o con l'aiuto dei più avanzati strumenti di risonanza magnetica che producono "lastre" del cervello simili ad altrettante "impronte digitali" dell'attività cognitiva. "Ma certe differenze dipendono pure dalla diversità dei test con cui se ne ottiene conferma o smentita", osserva il professor Menotti Calvani, direttore scientifico della Sigma-Tau e vice presidente della Fondazione che organizza Spoletoscienza, il quale ricorda che da simili ricerche si è persino scoperto che le donne hanno "più naso" degli uomini, l'olfatto più accentuato.
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"Prima che uomini (o donne), siamo animali, e prima ancora esseri materiali composti di molecole", avverte Edoardo Boncinelli, il più noto genetista italiano, che alla XIV edizione di Spoletoscienza (sul tema "Differenza e identità"), ha anticipato le osservazioni del suo prossimo studio, intitolato Io sono, tu sei (da Mondadori, a settembre). Per spiegare, ad esempio, come soltanto nella specie umana - senza troppa differenza tra uomini e donne - esista "l'amore romantico". "Deriva dal fatto che uomini e donne restano bambini per molto tempo, dopo che il nostro cervello (a differenza di quello degli animali, subito completo) ha finito di maturarsi intorno ai 15 anni di età", sostiene Boncinelli, definendo questa umana prerogativa un "prolungamento della vita sotto tutela".
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Quanto a identità e differenza, se le particelle elementari (molecole, atomi) non ne hanno alcuna, è da quando nasce la vita e ogni cellula racchiude in sé anche il proprio genoma con precise istruzioni genetiche (diversamente dalla materia inerte, come un sasso), che si può parlare della permanenza di determinate prerogative attraverso il mutamento. E poi bisogna fare i conti con la "coscienza", per sapere chi siamo e perché siamo proprio così. "E' come un imbuto, o meglio un clessidra - è la metafora di Boncinelli - attraverso cui scorrono le elaborazioni della mente".
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Ma perché, dunque, siamo sempre identici e al tempo stesso diversi da noi stessi? Bella domanda pure per la filosofia che, in passato, risolveva il problema (non meno della teologia) con l'immortalità dell'anima, eterna ed immutabile. Anche le cose del pensiero sono cambiate - ricorda a Spoletoscienza il filosofo Remo Bodei - da quando si è cominciato a riflettere sull'esistenza dell'Io, a cominciare dalla "personal identity" coniata da Locke nel 1694. Più di un secolo prima, Montaigne diceva che siamo fatti di tanti pezzetti che ci rendono più diversi da noi stessi che dagli altri. E più si è "diversi" (fino alla follia, come in tante menti eccezionali), più ne soffre l'identità personale, la fragilità dell'Io. "Ci salva la stupidità": ecco la cura che Montaigne non poteva applicare nemmeno a se stesso.
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PIETRO M. TRIVELLI
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14\07\2002
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SESSO DEBOLE? LE DONNE VANNO PIU' FORTE DEGLI UOMINI
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Ha tra i 27 e i 50 anni, una forte personalità, ma soprattutto desidera un oggetto che la rappresenti e che sia di forte connotazione: la donna che ama andare in moto, che usa la motocicletta per lavoro –ma anche per divertimento – è una professionista dalla cultura medio alta. E che si sta facendo largo tra i “maschietti”. Il convegno “Le donne e le moto” promosso dalla rivista EuroMoto in collaborazione con il gruppo Motocicliste.net di Paola Furlan ha voluto focalizzare l’immagine della donna e della sua motocicletta.
Ha tra i 27 e i 50 anni, una forte personalità, ma soprattutto desidera un oggetto che la rappresenti e che sia di forte connotazione: la donna che ama andare in moto, che usa la motocicletta per lavoro –ma anche per divertimento – è una professionista dalla cultura medio alta. E che si sta facendo largo tra i “maschietti”. Il convegno “Le donne e le moto” promosso dalla rivista EuroMoto in collaborazione con il gruppo Motocicliste.net di Paola Furlan ha voluto focalizzare l’immagine della donna e della sua motocicletta.
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Il responsabile dell’Associazione Costruttori De Viti ha però fermato gli entusiasmi iniziali, analizzando il mercato e i suoi utenti e puntualizzando che i nuclei familiari possessori di motociclette non sono cambiati nel corso degli ultimi anni: non c’è stato, quindi, un incremento dal mondo femminile, anche se c’è moltissimo fermento attorno al movimento donna.
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La donna non vuole essere ghettizzata: per lei, la moto è la stessa dell’utente maschile, ma deve essere personalizzata secondo le sue esigenze; ecco perché le industrie che producono abbigliamento tecnico hanno studiato linee specifiche per la donna, specifiche nel taglio, ma di eguale costruzione. Secondo uno studio fatto da Gfk Eurisco, la donna differisce dall’uomo per la passione che ripone nell’oggetto moto: è meno interessata alla meccanica, alla manutenzione, però è fortemente attratta dal mezzo: andare in moto è piacevole.
“Molto di più – dice Paola Furlan –: per la donna la moto è un simbolo, una vera e propria conquista”.
La donna non vuole essere ghettizzata: per lei, la moto è la stessa dell’utente maschile, ma deve essere personalizzata secondo le sue esigenze; ecco perché le industrie che producono abbigliamento tecnico hanno studiato linee specifiche per la donna, specifiche nel taglio, ma di eguale costruzione. Secondo uno studio fatto da Gfk Eurisco, la donna differisce dall’uomo per la passione che ripone nell’oggetto moto: è meno interessata alla meccanica, alla manutenzione, però è fortemente attratta dal mezzo: andare in moto è piacevole.
“Molto di più – dice Paola Furlan –: per la donna la moto è un simbolo, una vera e propria conquista”.
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Una conquista che aumenta in termini di punti percentuali e, infatti, negli ultimi cinque anni, sono più che raddoppiate la donne che usano la moto per correre: se l’aumento da parte del sesso forte è stato solo del 4% (nel periodo 2001-2006), quello femminile addirittura del 127%.
Ma è vero che le donne sono il sesso debole? Dai dati cronometrici in possesso del gruppo Motocicliste.net, le donne che corrono in pista hanno migliorato di anno in anno le proprie prestazioni. La tedesca Nina Prinz campionessa europea gira – a parità di moto e circuito – due secondi meno rispetto ai colleghi maschi. Dovranno cominciare a preoccuparsi?
Ma è vero che le donne sono il sesso debole? Dai dati cronometrici in possesso del gruppo Motocicliste.net, le donne che corrono in pista hanno migliorato di anno in anno le proprie prestazioni. La tedesca Nina Prinz campionessa europea gira – a parità di moto e circuito – due secondi meno rispetto ai colleghi maschi. Dovranno cominciare a preoccuparsi?
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07\11\2007
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MASCHI ITALIANI IGNORANTI A LETTO
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Donne prime della classe: almeno secondo Vincenzo Mirone, presidente della Società italiana di andrologia. Le signore "sono molto più sicure e preparate - dichiara - e questo grazie al dialogo con le madri e al rapporto con il ginecologo. Fin da adolescenti iniziano a rivolgersi a questo specialista e la loro salute sessuale è seguita molto più di quella maschile".
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I quali maschi non si conoscono: ignorano l'erezione e i tempi dell'amore, pensano di avere il pene troppo piccolo, fanno sesso come se fosse uno sport: conta più la prestazione della sua efficacia! "Insomma, gli uomini italiani a letto sono 'ignoranti' - denuncia l'esperto - soprattutto i giovani". E a chi attribuire la responsabilità di tale stato? "Alla mancanza di cultura della sessualità, di paura e imbarazzo, che fanno sì che su 10 uomini con un disturbo, solo 1 si curi".
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Proprio per colmare questo vuoto nasce oggi ufficialmente Albes, "un'organizzazione per il benessere e la salute sessuale, forte del contribuito di associazioni di medici e pazienti, convinti che la sessualità non sia un lusso ma un diritto". Le statistiche illustrate sono sconfortanti nella loro attendibilità: un uomo impiega due anni a capire di avere un problema e a rivolgersi ad uno specialista, mentre una donna lo fa in appena due settimane. E solo la disfunzione erettile conta tre milioni di 'vittime', di cui solo 450.000 in cura. Fra gli aspetti che mettono in crisi il latin lover, "anche il fatto di non saper riconoscere un'eiaculazione precoce. Spesso, poi i giovani arrivano al matrimonio senza sapere se sono fertili, perché non hanno mai fatto uno spermio-gramma. E troppi - aggiunge - vivono un sesso 'palestrato', totalmente slegato dalla sessualità, in cui il rapporto è visto come un mero esercizio fisico".
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Tutto bene per la donna, allora? Sì, a condizione che non accentuino questa loro sicurezza "che può comportare - soprattutto da parte delle giovanissime - un eccesso di aggressività verso l'uomo". Per conciliare le esigenze di entrambi i partner, "occorre istituire dei Dipartimenti per la salute sessuale della coppia, in cui andrologo e ginecologo - conclude il medico - possano esaminare e trattare i problemi a tutto campo".Commenta l'articolo sul forum e iscriviti alla newsletter, riceverai ogni settimana le notizie più importanti per la tua salute.
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Prima casa
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Anche i maschi inglesi stanno diventando inguaribili mammoni e vanno sempre più tardi a vivere da soli. Lo dice una ricerca realizzata dall'Istituto Centrale di Statistica, secondo la quale invece le giovani donne sarebbero molto più intraprendenti.
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18\07\2000
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SALUTE: MASCHI CON PROBLEMI SESSUALI DAL MEDICO DOPO 2 ANNI, DONNE IN 2 SETTIMANE
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Berlino (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Il maschio italiano? ''Si 'nasconde' di fronte alle proprie difficolta' sessuali. Prima di rivolgersi al medico, infatti, impiega quasi due anni. Al contrario della donna, che chiede il consulto dello specialista dopo sole due settimane''. Parola di Vincenzo Mirone, presidente della Societa' italiana di urologia e della Societa' europea di urologia andrologica, intervenuto all XXII Congresso della European Association of Urology (Eau), in corso a Berlino.
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LE DONNE LEGGONO PIU' DEGLI UOMINI
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Si legge di piu' al nord e i romanzi sono i libri piu' gettonati.
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Chissa' perche' ma non sembra una novita'. Eppure sono le statistiche a dire che le donne e i giovani leggono di piu' dei maschietti. E' quanto rileva l' Istat con i dati forniti oggi a Matera nel corso del Women's fiction festival. Le lettrici sono il 65% rispetto al 55,8% degli uomini.Si legge di piu' nel Nord-Ovest (67,5%) e nel Nord-est (66,9%), l'Italia centrale e' al 62,3%, mentre nel Sud e nelle Isole la percentuale e' di circa il 50%. I romanzi sono i libri piu' letti nel tempo libero con il 51,4% dei lettori, seguiti dai libri per la casa (27,2%), gialli e noir (27,1%).
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Autore: Redazione
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29\09\2007
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Il Vino?
Sempre più rosa
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Presentato dall'assessore Cenni presso la sede della Regione il "Manifesto per le pari opportunità... in cantina"
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Donne, donne e ancora donne, oggi sempre più affermate, di talento e inserite in settori determinanti per la produzione e l'economia. Come in Toscana, dove stanno riscuotendo grande successo le aziende vinicole gestite da donne. A confermare l’incremento femminile nelle aziende che producono vino nella regione sono i numeri: un’azienda su quattro è infatti guidata da una donna.
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Un settore, quello della produzione del vino, quindi, sempre più in rosa tanto che le donne ricoprono le più svariate professioni in ogni ambito, dalla produzione alla vendita. Sono sempre di più infatti le donne produttrici, enologhe, sommelier, ristoratrici e consumatrici. Un vero e proprio boom.
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E nell’anno europeo che sancisce e promuove le pari opportunità per tutti, le donne toscane lanciano un’iniziativa importante: il "Manifesto delle pari opportunità…in cantina", un impegno morale, che mira a coinvolgere direttamente le produttrici che, sottoscrivendo il manifesto si impegneranno a garantire pari opportunità di formazione, carriera e retribuzione a uomini e donne.
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L’iniziativa, prima in Italia, è stata presentata stamani presso la Giunta Regionale, dall’assessore Susanna Cenni che ha affermato l’importanza di valorizzare il ruolo delle donne produttrici di vino in Toscana: - “ Il manifesto nasce grazie all’associazione delle donne del vino, un’associazione molto vivace e ricca di idee. La Regione da tempo ha deciso di investire sulle donne come elemento di motore e sviluppo. E questo segmento delle donne del vino ci sembra un settore sul quale vale la pena di investire”.
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Donne intelligenti, ambiziose e solidali. Donne di successo come Donatella Cinelli Colombini, responsabile dell’omonima azienda nella quale lavora personale esclusivamente femminile e promotrice del Manifesto. Una scommessa che inizia nel 1998, quando la Colombini, assunta la direzione dell’azienda di famiglia, decise di lavorare alla produzione di un vino suo: il “Brunello Prime Donne”, oggi prodotto leader dell’azienda.
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“Il settore enologico- ha affermato Donatella Colombini – è il più evoluto dell’agricoltura italiana, per qualificazione degli addetti e diversificazione dei ruoli. Ed è il più adatto per l’introduzione delle “quote rosa”. In agricoltura- ha concluso l’imprenditrice – le donne sono numericamente più degli uomini, ma non hanno le stesse progressioni di carriera”.
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Il manifesto, al quale hanno aderito già dodici produttrici, potrà essere sottoscritto dalle titolari di tutte le aziende enologiche italiane. Debutto ufficiale del Manifesto il prossimo 15 settembre a Montalcino, in occasione del premio “Casato Prime Donne”. Donne e vino, un connubio vincente quindi, e gli amatissimi “rossi” toscani si colorano sempre più di rosa.
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Simona Bellocci
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05\09\2007
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FONTE: \\\
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Italiane maestre di sesso
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Italiane vere e proprie maestre a letto. Questo il dato confortante che emerge da un sondaggio effettuato in tutta Italia su un campione di donne tra i 25 ed i 45 anni e che ha rivelato che ben il 70% si ritiene soddisfatta delle prestazioni amorose.
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Ma non si tratta solo di un vanto femminista. Lo stesso sondaggio ha evidenziato che il 59% ha più di un rapporto sessuale la settimana e che il 55% simula o ha simulato almeno una volta nella vita un orgasmo. Un ulteriore “ko” per gli uomini che sembra non si accorgano neanche del finto ed artefatto momento topico, forse perché troppo concentrati sull’ansia da prestazione. Non mancano i casi, il 10%, in cui il maschio non riesce ad arrivare neanche all’erezione, ma, si sa, l’aiuto proveniente dalla medicina supplisce l’importante mancanza. Ecco che, quindi, negli ultimi anni la vendita del Viagra e degli oggetti legati al voyeurismo sono in netto aumento, facendoci diventare uno dei paesi europei in cui la “pillola blu” è più venduta. Ma il dato che più sorprende è un altro: le Italiane fanno sesso in media più dei loro partner, mariti o fidanzati.
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Il 60% delle intervistate dichiara di avere altri compagni oltre quello abituale, e di sentirsi ancora, dopo i 40 anni, sessualmente attive, e più predisposte ai rapporti interpersonali. Imbarazzante per gli uomini che leggono questi sondaggi perché un dubbio dovrebbero porselo. Meglio controllare un po’ di più le proprie compagne, perché, cari maschi italiani, o lo fanno con voi o con qualcun altro! Ancora un altro studio, effettuato dalla Società Europea di contraccezione, pone le donne italiane al primo posto tra le europee, precedendo nella classifica ceche, russe, francesi e niente meno che le svedesi. Certo, non aiuta all’amore l’indipendenza sociale ed economica che la donna negli ultimi decenni ha conquistato. Non ci si accontenta più di sottostare al piacere come obbligo morale. Si vuole avere quello che spetta di diritto, senza scuse o falsi moralismi. Insomma, un quadro chiaro della situazione sessuale in cui la femmina italiana è, nella maggioranza dei casi, insoddisfatta del proprio partner, ne ricerca di diversi, finge l’orgasmo e, alla fatidica domanda dell’uomo “Cara ti è piaciuto?” non può che rispondere “Cosa?”. E voi la pensate cosi?
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Rossella Moro
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25\09\2007
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FONTE: \\\
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NUOVE OPPORTUNITÀ PER LA DONNA CHE VUOLE FARE IMPRESA
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Per le aspiranti donne manager, Giancarlo Fabbi, imprenditore emiliano, offre un'occasione in più a sostegno dell'imprenditorialità femminile.
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M ancano pochi giorni alla 7° edizione di Creare in Fiera, Salone della creatività che, dal 12 al 15 maggio 2005, attirerà a Modena Fiere centinaia di appassionati del fai-da-te creativo. L'ultima edizione ha visto ben 15.000 visitatori in soli 4 giorni, per la maggior parte donne, ambasciatrici di una creatività, di un entusiasmo e di una voglia di fare che sembra inesauribile. E osservandole c'è chi ha avuto un'intuizione. Perché le donne hanno una marcia in più nell'intuire le reali necessità, nel proporre idee innovative, nel realizzare progetti efficaci. Sono concrete e creative a un tempo, decise e informatizzate, più e meglio degli uomini. Sono le donne la forza emergente del prossimo millennio.
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E sempre più vogliono fare impresa.Nasce così l'idea di Giancarlo Fabbi, imprenditore modenese, di inserire all'interno di “Country Life”, la più importante mostra-mercato nazionale sul vivere country, e “Creare in Fiera”, Salone Nazionale della creatività (entrambe organizzati dalla Tolomeo srl Mostre&Eventi, il cui staff è composto di sole donne) uno spazio interamente dedicato alle donne che vogliono fare impresa: nelle varie tappe del calendario degli eventi organizzati da Fabbi (Modena 12/15 maggio; Firenze 22/25 settembre; Modena 3/11 dicembre) sarà allestita un'area gestita dalla “Io Imprendo Network” dove avranno luogo seminari e workshop rivolti ad imprenditrici o aspiranti tali, approfondendo tematiche come lo start up di impresa e le fonti di finanziamento di un'idea imprenditoriale. Attraverso un percorso guidato, ogni donna potrà verificare le proprie motivazioni, competenze e capacità. Sarà possibile far emergere aspetti della propria personalità, vocazioni ed interessi, che possono facilitare l'individuazione della propria idea imprenditoriale e fornire i mezzi più idonei a svilupparla.
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Dai dati annuali dell'Osservatorio sull'imprenditoria femminile elaborati dal ministero delle Attività produttive e da Unioncamere, con il contributo di Infocamere emerge che, in Italia, le imprese femminili iscritte al Registro delle imprese delle Camere di Commercio sono quasi 1 milione e 200mila, il 24% del totale: vale a dire che un'impresa su quattro è gestite da una donna. In Emilia Romagna, le imprese sono circa 420mila, di cui il 20%, pari a poco più di 84mila unità, è in mano ad una “capitana d'impresa” (dati al 31/12/2004).La donna, vista come soggetto attivo nei processi di economia, sta portando un reale contributo allo sviluppo dell'universo imprenditoriale ed economico incrementando, di riflesso, l'offerta da parte delle Istituzioni di opportunità e di incentivi alle donne che intendono “fare impresa”.
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All'interno di questa politica finalizzata a valorizzare il genere femminile e a farlo affermare nel ruolo imprenditoriale, si inserisce il contributo di Giancarlo Fabbi. «Il gap tra uomini e donne nel mondo dell'imprenditoria non deve essere attribuito a differenze di intelligenza, concretezza o di propensione al rischio ma, piuttosto, dall'esistenza di forti barriere sin dall'ingresso» - afferma il patron della Tolomeo srl Mostre&Eventi - «Spesso, alle donne con un'idea imprenditoriale, seppur valida, mancano i riferimenti per concretizzare il progetto in un piano d'impresa, per orientarsi nella ricerca delle fonti di finanziamento loro riservate, e di partner ideali. Il mio obbiettivo è di contribuire a diffondere la cultura delle pari opportunità che permetta a uomini e donne di poter disporre degli stessi mezzi per affermarsi nel mondo dell'imprenditoria».La prossima edizione di “Creare in Fiera” si inserisce nel percorso a tappe intrapreso a Modena lo scorso dicembre, proseguito a Genova a febbraio e che continuerà a Firenze il prossimo settembre (22/25) per concludersi nuovamente a Modena per il tradizionale Country Life di Natale (3/11 dicembre).
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05\05\2005
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FONTE: Moneypenny Press Office
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Il trionfo
si colora di rosa
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Le ragazze ottengono sempre più successi dei colleghi maschi. Estate vincente grazie a volley, ciclismo, scherma, tennis e atletica leggera
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ROMA - Lo sport azzurro è sempre più rosa. I trionfi per l'Italia vengono ormai maggiormente dalle nostre atlete, nettamente più competitive dei colleghi maschi.
E' di ieri l'ultimo trionfo, con le medaglie conquistate dalle fiorettiste Valentina Vezzali, Margherita Grambassi e Giovanna Trillini ai mondiali di scherma di San Pietroburgo.
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ATLETICA: L'ARGENTO DELLA DI MARTINO
TENNIS: LE AZZURRE DELLA FED
CUPCICLISMO: IL TRIONFO DELLA BASTIANELLI
VOLLEY: AZZURRE SUL TETTO D'EUROPA
SCHERMA: VEZZALI E UN PODIO AZZURRO
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Ma l'estate 2007 è stata un susseguirsi di podi e affermazioni prestigiose. Il volley ci ha regalato uno strepitoso successo europeo, con le azzurre che hanno annientato la Russia in semifinale e le serbe nella finalissima. Nel tennis le ragazze hanno da tempo sorpassato gli uomini, con la seconda finale consecutiva di Fed Cup, stavolta purtroppo persa a Mosca contro la Russia. Protagoniste Francesca Schiavone e Mara Santangelo, senza dimenticare gli ottimi tornei Wta che sta disputando la Pennetta.
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Nel ciclismo, ai Mondiali di Stoccarda, nessun sorprasso, vista la vittoria di Bettini. Ma spicca l'oro di Marta Bastianelli e il bronzo di Giorgia Bronzini nella prova in linea su strada.E come scordare lo strepitoso record italiano nel salto in alto di Antonietta Di Martino, 2 metri e 2 cm, poi migliorato a 2,03, 29 anni dopo Sara Simeoni.
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05\10\2007
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Le donne perdonano di piu' degli uomini
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LONDRA - A salvare le sorti della coppia da una crisi sono tendenzialmente piu' le donne degli uomini, le quali rispetto a questi ultimi sono piu' inclini al perdono. E' quanto emerge da uno studio condotto dalla Sheffield Hallam University al quale hanno preso parte 200 volontari di entrambi i sessi che sono stati interpellati su disaccordi con il partner nel corso delle due passate settimane. Il verdetto e' stato inequivocabile: dopo un litigio, le donne sono piu' portate a cercare la riconciliazione.
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30\10\2003
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FONTE: ANSA
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PSICOLOGIA: DONNE MEDICO SANNO PARLARE MEGLIO AI MALATI
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ROMA - Le dottoresse hanno doti comunicative migliori con i pazienti rispetto ai colleghi maschi e la differenza si nota molto quando bisogna affrontare col paziente conversazioni poco piacevoli, come la diagnosi di una grave malattia. Lo rivela un'indagine di Sheila Bonas, che lavora all'Universita' del Leicester. Secondo quanto riferito alla conferenza della Societa' Britannica di Psicologia tenutasi a Stoke-on-Trent, i pazienti ricevono un trattamento migliore dalla donna in camice bianco e i dottori avrebbero bisogno di qualche corso per migliorare le loro qualita' relazionali col pubblico dei malati. La psicologa ha dimostrato, basandosi su colloqui finti con attori al posto dei pazienti, la ''brutalita'' dei dottori di sesso maschile nell'informare i propri pazienti di malattie gravi e nell'indicar loro le possibili strategie di cura e le probabilita' di riuscita, cioe' di sopravvivere. Sono troppo crudi nel riportare i fatti e non sempre il paziente sopporta un rapporto del genere. ''Le differenze tra dottoresse e dottori emergono chiaramente gia' con pochi colloqui'', sostiene Bonas riferendo di aver seguito il comportamento di 32 maschi e 12 donne. La ricerca suggerisce che le donne medico hanno maggiori capacita' di comunicazione. ''Non voglio dire che tutti i medici uomini abbiano scarsa capacita' di aiutare i pazienti con le parole e col linguaggio del corpo, di metterli a proprio agio - precisa - comunque e' possibile che almeno alcuni di essi possano beneficiare di qualche corso inteso proprio a migliorare il colloquio medico-paziente''. Un dottore moderno, conclude, deve essere in grado di capire quando e' il caso di parlare in maniera diretta e forse piu' cruda a un paziente, quando invece e' meglio procedere con tatto.
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08\09\2003
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FONTE: ANSA
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Giornalisti tv, le donne battono gli uomini
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Più rassicuranti sul pubblico, dimostrano maggiore coraggio
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Sul piccolo schermo le donne vincono la sfida coi loro colleghi maschi, che vengono invece clamorosamente bocciati. Su questo gli esperti di media e televisione non hanno dubbi. I giornalisti uomini in tv sono insicuri, tiepidi e qualche volta troppo arroganti.
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Le donne, più rassicuranti sul pubblico (21%) e capaci di suscitare subito interesse (15%) ma dimostrano anche più grinta (71%) e coraggio (63%) e maggiore sensibilità (55%). Il successo delle inviate di guerra lo dimostra, ma anche le conduttrici dei tg e degli approfondimenti, nella sfida con i colleghi, vincono la partita.
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E così, secondo gli esperti contattati per un un sondaggio da una società di ricerca, Maria Luisa Busi batte Lamberto Sposini e Giovanna Botteri ha la meglio su Giovanni Floris. In particolare, Maria Luisa Busi 54% contro 46% di Lamberto Sposini, Lilly Gruber 51% contro 49% di Toni Capuozzo; Milena Gabanelli 56% contro il 44% di Michele Santoro; Giovanna Botteri 56% contro 44% di Giovanni Floris.
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Secondo il 48% dei 100 esperti intervistati, gli uomini tendono ad assumere con frequenza atteggiamenti arroganti o, all'opposto, spesso sono insicuri e accomodati (41%). Riescono difficilmente a mantenere la calma (33%) e sono paradossalmente più artificiosi delle colleghe donna (25%).
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Tre sono le caratteristiche vincenti delle telegiornaliste: determinte, professionali e affidabili. Si afferma così la nuova figura vincente dell'anchorwoman, che riesce a dare immediatamente un'immagine di professionalità per il 29% degli esperti, come anche a creare un rapporto di familiarità con il pubblico (21%). Ma non basta: sa mettere a proprio agio gli intervistati (18%), suscita interesse per chi la segue (15%) e riesce a stabilire un clima tranquillo all'interno della redazione (10%).
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Il "potere" attrattivo e persuasivo delle giornaliste in tv - secondo il 68% dei pubblicitari - sarebbe più forte di quello delle soubrette e delle veline. Questo perché, se nel caso delle veline l'interesse che provocano è legato essenzialmente agli spettatori di sesso maschile, le giornaliste donne riescono a catturare anche l'attenzione del pubblico femminile.
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Le giornaliste hanno più grinta (71%) e più coraggio (63%) degli uomini, possono far leva su una sensibilità che nemmeno il più poetico e introverso dei colleghi maschi può sfiorare (55%): hanno cioè una maggiore capacità a cogliere le sfumature delle notizie. Hanno inoltre - secondo il 44% - una carta in più: la bellezza.
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Per il 72% degli intervistati, preferite sono le inviate di guerra, tra le quali, nell'ordine, Lilli Gruber, Giovanna Botteri e Mimosa Martini. Ma anche alla conduzione dei tg i giornalisti uomini sono perdenti secondo il 65% degli esperti. Tra le donne, spiccano i nomi delle giornaliste Rai Maria Luisa Busi, Bianca Berlinguer, Francesca Nocerino e Maria Grazia Capulli, mentre di Mediaset le preferite sono, nell'ordine, Cesara Buonamici, Annalisa Spiezie e Siria Magri.
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25\04\2003
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Musei: sempre piu' donne al comando, 'battono' gli uomini
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ROMA - (Adnkronos/Adnkronos Cultura) - C'e' un settore in Italia dove le donne comandano piu' degli uomini: e' quello dei musei che sempre di piu' si tingono di rosa. Se l'Italia, infatti, e' solo al 48° posto nella classifica della presenza femminile in politica, collocandosi dopo Costa Rica, Nicaragua e Mozambico secondo il monitoraggio dell'Universita' di Stoccolma e International Idea, nel campo dell'arte le donne primeggiano nell'occupare posti di potere. I musei italiani, infatti, sono per lo piu' diretti da donne: e' una donna a dirigere il Museo del Bargello, cosi' come e' femminile la direzione della Galleria Borghese e il Museo Napoleonico a Roma, una donna dirige la Galleria Palatina e gli appartamenti reali e la Galleria Estense di Modena, Palazzo Braschi e il Museo Archeologico di Ferrara. Sono solo alcuni esempi, ma la lista e' molto piu' lunga.
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Ma non e' questo il solo dato sorprendente: a svelare un volto inedito dell'Italia e' la direttrice del Museo Egizio di Torino, l'americana Eleni Vassilika che, pero', ci tiene a sottolineare che, in linea generale, preferisce pensare a se stessa come accademico e scienziato, piuttosto che come donna. ''Alla direzione dei musei, negli altri Paesi, ci sono quasi solo uomini, ho avuto molte piu' difficolta' ad affermarmi in Inghilterra e in Germania che in Italia''. Un'affermazione sorprendente, se si pensa che riguarda un Paese che, ancora oggi, discute sulle cosiddette 'quote rosa'.
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12\05\2007
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INTERNET: DONNE NAVIGATRICI PIU' SENSIBILI DEGLI UOMINI
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PARIGI - Le differenze tra i sessi sopravvivono anche su Internet. Secondo uno studio del Pew Internet & American Life Project, condotto su 6000 internauti, uomini e donne si servono della ‘Rete’ per scopi molto diversi. Stando a quanto riferito dal giornale francese ‘Liberation’, i primi la considerano un mezzo utile per attivita’ pratiche come i pagamenti online, le seconde la sfruttano per sviluppare relazioni umane. Gli uomini sono grandi consumatori di notizie (informazioni meteo, offerte di lavoro, sport e anche pornografia). Le donne cercano in rete informazioni sulla salute e conforto spirituale; ma soprattutto vogliono rafforzare le relazioni umane: internet serve a condividere storie, risolvere problemi e coltivare amicizie.
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29\12\2006
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Il Web è rosa (almeno negli USA)
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Negli States ci sono più donne che uomini online. I numeri che emergono dalla ricerca condotta da eMarketer non lasciano spazio ad interpretazioni: 97 milioni di donne popolano l'Internet d'oltreoceano contro i 91 milioni di uomini. Un sorpasso non da poco sia sotto il profilo simbolico che numerico, anche se va detto che la popolazione maschile è in assoluto inferiore rispetto a quella femminile di 5 milioni di unità.Interessanti anche gli ambiti di preferenza al femminile della Rete: meno video e più strumenti di social network come MySpace.
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19\04\2007
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LE DONNE MENTONO MEGLIO
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Una ricerca del Queen Margaret University College di Edinburgh rivela che quando mente, una donna, è più difficile da scoprire rispetto a un uomo.
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I ricercatori si sono messi a contare le pause all`interno di una frase e hanno scoperto che gli uomini "esitano" almeno il doppio delle donne. Normalmente una bugia può essere scoperta verificando l`aumentare del numero delle pause nella loro conversazione.
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Robin Lickley, un conferenziere del dipartimento che studia il linguaggio al Queen Margaret, dice che ad esempio le donne tendono ad essere oratrici migliori, sono più fluenti da giovani e apprendono la lingua prima dei maschi. In questo modo fanno più pratica.
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Questo porta agli uomini uno svantaggio che mediamente fanno una tre pause ogni cento parole mentre le donne ne fanno solamente una ogni cinquanta.
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Gli scenziati non hanno ancora scoperto se le cause di tutto ciò sono legate a fattori sociali o biologici, questo è ancora tema di dibattito. Si sa che il balbettare è prevalente nella popolazione maschile rispetto a quella femminile, ma questo potrebbe essere causato da fattori biologici.
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Nonostante la scoperta, contare le pause non può ancora sostituire la macchina della verità, un buon bugiardo eviterebbe le pause e eviterebbe di fare gli errori che portano al sospetto che sta mentendo.
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I tipici "umm" e "uh" aiutano a interrompere il discorso e tengono l`ascoltatore interessato mentre l`oratore cerca un nuovo pensiero da esprimere. Molto considerano questa come incapacità o scarsa competenza ma non è vero, è un fatto perfettamente normale.
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E` stupefacente quanto velocemente riusciamo a parlare, mentre pensiamo a quello che dobbiamo dire, dobbiamo fare qualche pausa. E` giusto per il fatto che non ci piace stare in silenzio quando facciamo una pausa che la riempiamo con dei dei sempligi mugugnii, suoni neutrali che non richiedono sforzi per essere prodotti.
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06\06\2002
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Più spinte. E' quanto ha messo in luce uno studio pubblicato dal settimanale "Soprattutto" in occasione della mostra dedicata in Francia, a Versailles, a Madame De Pompadour. Alla domanda su quale sia la fantasia erotica più ricorrente il 34% delle donne ha confessato di amare il sadomaso, il 26% di sognare un'avventura col datore di lavoro, il 19% di eccitarsi con due uomini insieme, mentre il 10% fantastica di avere un rapporto con uno sconosciuto. Più timidi e con meno fantasia gli uomini. Per il 29% la più arrapante fantasia erotica è di avere un rapporto anale con una donna, il 24% sogna di guardare insieme una cassetta porno, il 17% di praticare lo scambio di coppia e solo il 10% vorrebbe rapporti con l' ausilio degli strumenti sessuali. Inoltre, il 31% delle donne intervistate è disposta a tutto, tranne lo scambio di coppia: il 27% si farebbe legare e il 12% parteciperebbe a un'orgia.
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26\08\2004
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PIU' PRUDENTI LE DONNE AL VOLANTE
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Donne al volante, pericolo costante"? Niente più che un vecchio ed infondato adagio, destinato, a quanto pare, a scomparire rapidamente. Lo dicono i dati forniti dall'Ania, l'Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici. Il gentil sesso è decisamente più prudente alla guida, tanto da meritarsi polizze assai meno costose. Le "donne al volante" diventano quindi sinonimo di affidabilità, non solo per la sicurezza stradale, ma anche per le stesse compagnie assicurative.
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Seppur con diverse sfumature a seconda dell'età, è questo il quadro dipinto da una recente indagine effettuata dall’Ania. Tali differenze si è evidenziano in modo più rilevante soprattutto nella fascia d'età che va dai 18 e i 40: le giovani guidatrici sarebbero infatti molto più "sicure" dei coetanei di sesso maschile. I dati emergono dall'analisi del premio puro, un indicatore che si ottiene moltiplicando altri due ratio: la frequenza e il costo medio dei sinistri. Dalla ricerca risulta che fino a 40 anni l’indice di premio puro è per i maschi marcatamente più elevato delle femmine; oltre questa età vi è una sostanziale sovrapposizione tra le curve, il che equivale a dire che la rischiosità non varia significativamente fra i due sessi. Rispetto ad un individuo maschio 40-enne, i giovani maschi (da 18 a 19 anni) sono all’incirca quattro volte più "costosi" da un punto di vista assicurativo, mentre le giovani femmine oltre due volte. Tale differenza si riduce progressivamente, soprattutto per le femmine nelle età da 30 a 40 anni quando l’indice assume valori anche inferiori alla base. Ed è proprio questo andamento legato all'età che induce a considerare che la ridotta sinistrosità delle femmine rispetto ai maschi fino ai 40 anni non sia dovuta a fattori esogeni come, ad esempio, una minore percorrenza chilometrica e, quindi, ad una minore esposizione al rischio incidenti. Se tali fattori fossero infatti presenti, questi dovrebbero avere un’influenza su tutte le età. È plausibile quindi pensare che la minore rischiosità delle femmine sia effettivamente dovuta ad una loro maggiore prudenza alla guida. Per entrambi i sessi, si osserva comunque una leggera «ripresa» della sinistrosità mediamente fra 45 e 55 anni. Un aumento questa volta più marcato per le donne al volante. Ma per gli uomini c'è poco da sorridere. Secondo l'Ania, infatti, una delle cause di tale andamento sarebbe da ricercare nell'abitudine delle mamme a prestare l’autovettura ai figli neo-patentati. -->
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DONNE IMPRENDITRICI
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Che le donne abbiano una “marcia in più” non lo scopriamo certamente adesso, però la convention regionale dell’Aidda (Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti d’Azienda), svoltosi ieri pomeriggio nella splendida cornice del ralais “Villa Matilde” di Romano, ha confermato, una volta in più, questa tesi. Ciò che colpisce, nell’ascoltare le parole delle “donne d’impresa” è la consapevolezza del presente: il radioso passato olivettiano e l’atteso futuro che è in mano alle istituzioni (il Piano strategico per il Canavese, gestito dalla Provincia) sono solo degli “en passant” nel corso degli interventi. Ciò che conta davvero è quello che ognuna di loro sente di poter fare, per la propria impresa, per se stessa e per il “sistema Canavese”, visto come una preziosa sinergia da creare portando ognuna il proprio mattone.Sia chi propone progetti di grande impatto come Mediapolis che chi presenta la propria società individuale, lo fa con l’entusiasmo di chi crede nel proprio lavoro e non delega responsabilità e oneri. Soprattutto, c’è quell’ottimismo, a volte alimentato da un pizzico di sana incoscienza, che è alla base della riuscita delle imprese. Il Canavese non è più, e non potrà più essere, terra segnata dalla presenza di un’industria “mamma” (guarda casa, un altro termine femminile), ma le imprese dovranno imparare a camminare da sole, inciampando quando sarà il caso, ma con la voglia di rialzarsi. Scoprire le risorse celate o non sfruttate, prima fra tutte il turismo, strumento per “fare impresa”, ma anche per valorizzare le ricchezze che la nostra terra propone. Un domani diverso, un futuro che potrà riservare sorprese e soddisfazioni se si verrà affrontato con la determinazione e la convinzione emerse ieri pomeriggio a Romano. Hanno davvero “gli attributi” queste signore dell’Aidda. E noi maschietti non lasciamoci spaventare: non deve essere una minaccia, la loro, ma uno stimolo. Perché – è stato ribadito anche ieri a Villa Matilde – la concorrenza deve essere una motivazione in più, non un freno. E questo vale anche nella “corsa” fra i sessi, non solo in quella fra aziende.
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Federico Bona
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21/03/2007
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Sesso, le italiane le più attive
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Pubblicato da Veruska Anconitano
L e donne italiane sono le più attive sessualmente, almeno stando all'indagine internazionale Yasminelle promossa dalla società europea di contraccezione su un campione di 11.490 donne di 14 paesi tra 15 e 49 anni.Il 59% delle italiane ha uno o più rapporti sessuali alla settimana; a seguire le ceche (57%), le russe (56), le francesi (55) e le spagnole (54). Ultime le austriache (38%).Lo studio è stato presentato nell'ambito del lancio della pillola anticoncezionale a bassissimo dosaggio di estrogeni e all'interno della quale è presente un ormone di sintesi a base di drospirenone in grado di contrastare la ritenzione idrica, bloccare l'effetto degli ormoni maschili, di esercitare un buon controllo del peso e di aumentare la concentrazione delle sostanze che procrano benessere. Nonostante l'attività sessuale elevata, però, le italiane si contraddistinguono per la scarsa attenzione verso la contraccezione: solo il 29% usa la pillola e sempre più donne preferiscono i metodi naturali come il coito interrotto o il preservativo.Sono 2,2 milioni le italiane tra 15 e 49 anni che usano contraccettivi ormonali: in testa le sarde, 28,6%, seguite da valdostane (22,8%), liguri (19,9%) ed emiliane (19,4%). In coda le campane (7,6%) e le donne lucane 7,3%.
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05\02\2007
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FONTE:http://mondodonna.blogosfere.it/2007/02/sesso-le-italiane-le-piu-attive.html
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L'amicizia tra donne è più profonda
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Pubblicato da Veruska Anconitano
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P er gli uomini è assodato: noi donne siamo iene. Ma, purtroppo per loro, lo studio inglese riportato da Blogosfere Style & Fashion ci scagiona completamente dall'accusa. Secondo l'università di Manchester, infatti, non è affatto vero che noi donne sono delle megere e anzi la nostra propensione nei confronti degli altri è molto più spiccata rispetto a quella degli uomini; ciò perchè, sostengono gli esperti, siamo più adatte verso le amicizie durature in cui ci si offre al 100%.Per noi donne, infatti, l'amicizia è uno dei valori fondamentali dell'esistenza umana e faremmo di tutto pur di preservarla e conservarla; al contrario degli uomini che invece spesso basano le loro amicizie sul tornaconto personale o sull'interesse, senza mai approfondire i legami che instaurano. Secondo lo studio, infatti, il 47% delle donne sente quotidianamente la sua migliore amica contro il 36% degli uomini; inoltre il 33% delle donne sente le seconde amiche quotidianamente, mentre solo il 28% degli uomini fa la stessa cosa con i secondi amici. Ciò perchè, sostiene l'Università di Manchester, se gli uomini instaurano rapporti solo con persone che ritengono affini, le donne sono più aperte alle differenze e quindi pronte a instaurare amicizie con tipologie umane di diverso tipo. Poi, diciamola tutta, non è che ci volesse uno studio inglese a dimostrare che noi donne vogliamo solo amicizie vere e profonde: da chi ci faremmo accompagnare in bagno se non fosse così?
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29\03\2007
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FONTE:http://mondodonna.blogosfere.it/2007/03/lamicizia-tra-donne-e-piu-profonda.html
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Scuola: Istat, ragazze piu' brave
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Tra le donne le ripetenti sono la meta' rispetto agli uomini
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S cuola: Istat, ragazze piu' brave (ANSA) - ROMA, 3 AGO - Le donne si confermano piu' brave degli uomini, sia a scuola sia all'universita'. A dirlo questa volta e' l'Istat. Tra le donne la quota di ripetenti e' la meta' rispetto agli uomini (16,4% contro il 31,1%). Le studentesse hanno voti piu' alti alla maturita' e si iscrivono all'universita' in un numero superiore rispetto agli studenti maschi. La strada per arrivare al diploma e' accidentata per gli studenti italiani, ma lo e' statisticamente un po' meno per le ragazze.
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03\08\2006
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FONTE:http://www.wuz.it/Home/AnsaNews/tabid/65/newsid/9490/Default.aspx
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Più brave le donne al volante
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I dati delle compagnie assicurative smentiscono il luogo comune che le donne al volante sono un pericolo. Le guidatrici, infatti, dimostrano una condotta generalmente più prudente ed un uso più razionale del veicolo rispetto agli uomini. Gli automobilisti in gonnella limitano quindi il rischio di incidenti e i risarcimenti delle compagnie
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I l Centro Studi Direct Line ha analizzato attraverso studi commissionati a importanti istituti di ricerca sugli atteggiamenti alla guida di numerosi segmenti di popolazione. Le donne ne escono tronfatrici. Il gentil sesso infatti risulta avere un profilo di rischio particolarmente basso. Dato confermato anche dall’Aci-Censis secondo cui la donna - che costituisce il 33% dell’universo assicurato per Rc auto - presenta un basso livello di sinistrosità. Le automobiliste in gonnella, infatti, hanno dimostrato più altruismo rispetto agli uomini nei confronti del prossimo, dichiarando di essere disposte a fermarsi e a prestare soccorso a un automobilista con l’auto in panne, sia di giorno sia di notte. Ma non solo. Sono anche più precise quando si tratta della relazione con il proprio assicuratore soprattutto nel momento del bisogno: approfittano maggiormente del risarcimento diretto rispetto agli uomini, grazie alla loro precisione nella compilazione del modulo blu. Una minore conoscenza tecnica e teorica del veicolo e delle operazioni da compiere in situazioni critiche comportano da una parte una guida maggiormente intuitiva e finalizzata ad evitare situazioni di rischio e, dall’altra, una condotta generalmente più prudente e un uso più razionale del veicolo. Infine, nelle polizze personalizzate le donne pagano mediamente di meno perché organizzatrici e attente a eventuali sconti e promozioni offerte dal mercato.
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08\03\2007
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FONTE: http://www.miaeconomia.it/ASSICURAZIONI/RcAuto_9_218_87440_Piubraveledonnealvolante_articolo.html
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Smettere di fumare: le donne sono più brave
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B uone notizie per le fumatrici italiane: dire addio alla nicotina è possibile, basta seguire l'esempio delle numerosissime donne che sono già riuscite nel grande passo. A quanto pare, infatti, il gentil sesso sarebbe più deciso quando si tratta di smettere di fumare, almeno stando agli ultimi dati diffusi dall'Istituto Superiore di Sanità. Nel 2006, conferma un rapporto, la riduzione dell'abitudine al fumo è più marcata nel sesso femminile, che fa registrare un confortante 1,8 %, contro lo 0,7% degli uomini. ''Nel nostro Paese, dopo molti anni, per la prima volta, sono le donne a spegnere di più la sigaretta'', afferma Enrico Garaci presidente dell'ISS. Il fenomeno appare decisamente positivo, soprattutto in relazione al coinvolgimento diretto delle donne nella gestazione e nell'allattamento dei figli. E' risaputo, infatti, come l'abitudine al fumo incida in modo fortemente nocivo nella salute sia del il feto che del lattante. ''La consapevolezza dei danni del fumo - continua Garaci - è ormai diffusa, tanto che in questo ultimo anno hanno cercato di smettere oltre il 36% dei fumatori di cui il 75% l'ha fatto per motivi di salute e solo il 2,8% ha cercato di farlo per motivi economici''. Proprio per sensibilizzare ulteriormente i fumatori sui danni delle sigarette, l'ISS, insieme al Segretariato Sociale Rai e all'Istituto Nazionale dei Tumori, promuove una campagna di una settimana, dal 24 al 31 maggio prossimi. Il progetto coinvolgerà tutte le reti Rai e informerà i cittadini anche sugli strumenti disponibili per smettere di fumare e per prevenire le malattie causate dalla dipendenza da tabacco.''Tra tutti coloro che hanno cercato di smettere di fumare c'è riuscito solo il 18,1%, mentre il 22% ha mantenuto l'impegno per un anno, ma il 34% ha resistito solo per qualche mese, e circa il 14% appena per qualche giorno'', ricorda Garaci. Questo dimostra che esiste un diffuso desiderio di cessare l'abitudine al fumo e che iniziative come quella dell'ISS possono trovare un terreno particolarmente fertile e hanno una ragione in più per essere offerte ai cittadini.
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FONTE:http://www.jugo.it/modules.php?name=News&file=article&sid=3608
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Le donne reggono meglio l’alcol
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D iventano più rilassate e meno aggressive. Ad alcuni uomini non farà piacere saperlo, ma gli scienziati hanno scoperto che le donne reggono meglio le bevande alcoliche. Un gruppo di ricercatori dell’Università del Kentucky ha determinato che la perdita di inibizione dei maschi è tre volte superiore a quella delle donne con identici livelli di alcol nel sangue. In un articolo pubblicato sulla rivista “Addiction”, i ricercatori scrivono che lo studio potrebbe spiegare come mai gli uomini ubriachi tendono a diventare più facilmente aggressivi. A quanto pare, l'alcol stimola maggiormente i maschi, mentre ha un effetto calmante sulle donne.Lo psicologo Mark Fillimore e colleghi hanno somministrato a ventiquattro volontari (dodici uomini e dodici donne, tutti classificati come “bevitori sociali”) una quantità fissata di alcolici. Hanno poi messo alla prova la loro capacità di premere un pulsante nell’esatto momento in cui un simbolo veniva fatto lampeggiare. I partecipanti dovevano premere un bottone verde quando lampeggiava una luce verde, mentre non dovevano fare niente se lampeggiava un simbolo blu. Man mano che bevevano più alcol, i soggetti erano sempre meno in grado di trattenersi dal premere il pulsante con la luce blu, ma le prestazioni degli uomini risultavano tre volte peggiori di quelle delle donne. Ai partecipanti è stato poi chiesto di valutare gli effetti che ritenevano l’alcol avesse su di loro. Gli uomini hanno denunciato livelli di stimolazione, aggressività, confidenza e perdita di inibizione due-tre volte superiori alle donne, mentre queste ultime hanno ammesso un livello di rilassamento sedativo sei volte superiore rispetto agli uomini.
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19\10\2004
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FONTE:http://www.belice.it/index.php?option=com_content&task=view&id=18&Itemid=7
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Imprese migliori con donne manager
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E’ quanto emerge dalla ricerca ‘Donne al vertice e gestione aziendale’Tratto da http://www.marketingjournal.it/A favorire la carriera di una donna sono soprattutto le caratteristiche personali. La pensa cosi’, infatti, ben il 94,5% delle manager e imprenditrici italiane. Per il 45%, invece, contano gli aspetti organizzativi dell’impresa, per il 28,1% le caratteristiche del settore, mentre per il 25,7% hanno il loro peso i fattori relativi alla famiglia di origine. E’ quanto emerge dalla ricerca ‘Donne al vertice e gestione aziendale’, presentata oggi al Cnel. Attitudine alla flessibilita’, capacita’ cooperative e di esplorazione sono le caratteristiche personali considerate vincenti dalle donne manager. E che fanno la differenza rispetto al modello di management maschile. Per il 70% delle intervistate, infatti, le imprese che hanno un maggior numero di donne nel gruppo di management mostrano performance migliori delle altre.‘’Il problema della presenza femminile quantitativa e qualitativa nel mondo del lavoro -ha affermato la vicepresidente del Cnel, Francesca Santoro- deve essere posto non solo dal punto di vista sociale, ma soprattutto valorizzando le donne come risorse per la crescita economica e per la competitivita’ del sistema Paese’’.La ricerca presentata, ha spiegato la vicepresidente del Cnel, ‘’si inserisce nel quadro di un nutrito programma di iniziative che il Gruppo intercommissioni per le pari opportunita’ del Cnel ha voluto dedicare nel corso di questa consiliatura all’occupazione femminile, che ha portato anche all’elaborazione di un disegno di legge sulle statistiche di genere’’.
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18\09\2006
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FONTE:http://www.businessonline.it/news/2479/imprese-migliori-donne-manager.html
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Nello sport donne migliori degli uomini?
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C hiudiamo gli occhi e immaginiamo gli ultimi chilometri della maratona olimpica. Vediamo zampettare qualche longilineo keniano, un paio di etiopi scalzi, una maglia azzurra che ci fa sognare e…ma cos’è quella lunga chioma bionda e quel body particolare? E’ una donna, e sta battagliando per portarsi a casa la medaglia più prestigiosa dei giochi olimpici…possibile? Presumibilmente questo rimarrà un sogno delle femministe più accanite, ma attenzione: esistono specialità sportive dove un sorpasso tra i sessi, pur rimanendo molto improbabile, non è così utopico. Addirittura uno studio del 1992, condotto da B.J. Whipp e S.A. Ward e pubblicato sulla rivista Nature, sosteneva che presto le donne avrebbero molto presto superato gli uomini a livello di primati del mondo. Questi studiosi si sono basati sulla progressione dei primati mondiali e hanno notato che quelli femminili sono migliorati più rapidamente nel corso degli anni. Non hanno però tenuto conto del fatto che la corsa dei record femminili è anche legata ad un discorso culturale di raggiunta parità tra i sessi, dato che solo in tempi recenti le donne hanno potuto gareggiare in tutte o quasi le specialità olimpiche storicamente riservate agli uomini. Per quanto riguarda la maratona, Whipp e Ward ipotizzarono che l’epico sorpasso tra i sessi sarebbe dovuto avvenire nel 1998. Tutto ciò non è accaduto, anche se c’è da dire che lo strabiliante record mondiale di maratona (2h15’) della britannica Paula Radcliffe è di assoluto livello, al punto che molte maratone maschili di medio livello potrebbero essere vinte con questa prestazione, e che nel 2003 la tenace biondina ha bagnato il naso a tutti i suoi connazionali maschi del suolo britannico, dal punto di vista del cronometro. A parte questo caso, negli ultimi anni la differenza tra uomini e donne è rimasta pressoché immutata ed è difficile immaginare ulteriori sostanziali avvicinamenti tra le prestazioni dei sessi. Ma perché le donne potranno difficilmente raggiungere le prestazioni maschili? In generale hanno meno “potenza del motore”, nel senso che i meccanismi con i quali viene prodotta l’energia per il movimento sono meno sviluppati, così come le masse muscolari, legate alla presenza di ormoni androgeni (come il testosterone) tipici del sesso forte. Inoltre la loro capacità di trasporto dell’ossigeno è mediamente minore, dato che la concentrazione media di emoglobina (la proteina trasportatrice di O2) è più bassa di circa 2g per 100ml di sangue, e quindi possono rifornire meno le cellule muscolari dell’elemento fondamentale per il funzionamento delle reazioni chimiche che portano alla liberazione di energia per via aerobica (cioè, appunto, in presenza di ossigeno). Infine le donne hanno anche un peso maggiore della “carrozzeria”, cioè presentano una percentuale più elevata di grasso corporeo e di tessuto scheletrico per ogni kg di peso corporeo. Non disperate però: tutto ciò non significa che il gentil sesso sia inferiore per quanto riguarda tutte le qualità fisiche che servono nello sport. Infatti, secondo alcuni studi si può ritenere che la donna sia superiore all’uomo per:- acquaticità, ossia la spesa energetica per muoversi in acqua, in relazione alla superficie corporea- flessibilità, ossia la capacita di aver maggior escursione angolare quando si muove un segmento corporeo nei confronti di un altro- elasticità muscolare- mobilizzazione degli acidi grassi- costo unitario della corsa, espresso per chilocalorie per ogni km percorso e per ogni kg di peso corporeo.Perciò possiamo concludere dicendo che, sebbene il sorpasso prestativo tra donne e uomini sia lontano e difficile da raggiungere, esistono i presupposti fisiologici per cui, soprattutto in alcune specialità sportive, il gentil sesso potrà limare la distanza che lo separa dai maschi.
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31\03\2005
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FONTE:http://www.vaol.it/home.jsp?idrub=8362
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Le donne sono più brave degli uomini nel riconoscere le facce
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L e donne si ricordano le facce meglio degli uomini, forse perché sono più interessate agli aspetti sociali del mondo. Lo dicono Jenny Rehnman e Agneta Herlitz che hanno chiesto a 212 persone svedesi, donne e uomini, di ricordare 60 facce di persone che gli erano state mostrate in precedenza. Le partecipanti donne si sono rivelate molto più brave degli uomini in questa performance, specialmente per i volti femminili. Gli uomini, al contrario, non si sono mostrati più bravi nel riconoscere volti maschili: anche loro hanno avuto migliori prestazioni nel riconoscimento di facce femminili. Comune a uomini e donne è invece la capacità di ricordare meglio i volti, relativi a soggetti adulti e bambini, del proprio gruppo etnico.
Rehnman, J. & Herlitz, A. (2007). Women remember more faces than men do. Acta Psychologica, 124, 344-355 via BPS
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20\05\2007
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FONTE:http://psicolinea.blogspot.com/2007/05/le-donne-sono-pi-brave-degli-uomini-nel.html
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Lo studio di una neuropsichiatra americana
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Parole, le donne ne usano il triplo dei maschi
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Il gentil sesso batte gli uomini 20 a 7 (mila) e mentre parla prova sensazioni paragonabili all'ebbrezza
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S AN FRANCISCO (Usa) – Luann Brizendine, neuropsichiatra e direttrice di una clinica di San Francisco, ha pubblicato in un recente libro – The Female Brain (Il cervello femminile) – gli ultimi risultati della sua attività di ricerca sulle differenze tra sessi ricondotte a differenze nella fisiologia cerebrale. Il testo, ambizioso nel suo disegno generale e dettagliato nell'esposizione dei risultati, confronta le differenze tra il cervello maschile e quello femminile e le riconduce alla vita intra-uterina. Dall'attività degli ormoni sessuali nella formazione del cervello del feto dipenderebbe quindi la differenza tra le due materie grigie. La Brizendine considera quindi il cervello dei maschi e quello delle femmine "diversi per natura", e larga parte di questa differenza sarebbe riscontrabile nelle attività emotive e comunicative, soprattutto quelle verbali.
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COMUNICARE LE EMOZIONI - «Le donne hanno un'autostrada a otto corsie per elaborare le emozioni, mentre gli uomini l'equivalente di un sentiero di campagna» sintetizza Brizandine; non c'è quindi da stupirsi nell'apprendere che in media le donne utilizzano il triplo delle parole proferite dagli uomini (20 mila contro 7 mila). E non ci si può sorprendere nemmeno del paragone che la neuropsichiatria avanza tra il piacere femminile della chiacchiera e la sensazione di soddisfazione tipiche dell'eroina: la chimica celebrale non è poi così dissimile secondo Brizendine. Inoltre le donne parlano più velocemente e impiegando più cellule cerebrali per farlo. La comunicazione però non si limita al solo parlare, ma anche all'ascolto, cosa di cui tiene conto anche il libro. Il testosterone, responsabile della silenziosità maschile, influisce anche sulla capacità di ascoltare il prossimo, limitandola. Forse un meccanismo di difesa – e di selezione naturale? – contro le chiacchierone. NON COMUNICARE I TABOO – C'è però un'area del cervello che è più sviluppata in quello maschile: la capacità di pensare al sesso. Qui la situazione si capovolge: «gli uomini hanno l'equivalente di un aeroporto internazionale per gestire pensieri sul sesso, mentre le donne una piccola pista d'atterraggio provinciale abilitata per i piccoli velivoli». E forse in questa ulteriore differenza per genere è da ricercarsi anche parte della differenza comunicativa, gli uomini pensano a cose di cui non si può parlare così frequentemente, e per cui bastano poche parole, nei casi più felici introduttive all'azione, negli altri alla solitudine.
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REAZIONE DEL MONDO ACCADEMICO – La ricezione del testo della Brizendine – che uscirà in Italia per i tipi di Rizzoli nel 2007 – non è stata unanimemente positiva nel mondo accademico; molti studiosi hanno avanzato critiche sulle tesi esposte, e considerano il ruolo del testosterone meno decisivo in termini di fisiologia cerebrale. Secondo questi studiosi le differenze tra le personalità maschili e femminili sono riconducibili al condizionamento sociale in cui gli esseri umani crescono. Deborah Cameron, professoressa di linguistica all'università di Oxford, pensa addirittura che non ci siano differenze di genere apprezzabili per quanto riguarda l'attività comunicativa verbale: "Se si raccolgono più dati e si aggregano più studi in materia si scopre che ci sono solo piccole differenze tra la quantità di parole proferite da uomini e donne". Ai due sessi ora il compito di discuterne, o di meditarci silenziosamente, a scelta.
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28\11\2006
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FONTE: http://www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2006/11_Novembre/28/donne_parole.shtml
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Donne più brave degli uomini a fare la spesa
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L ONDRA - Una ricerca americana, pubblicata nella rivista specialistica britannica "Proceedings of the Royal Society: Biological Science", afferma che le donne sarebbero più brave degli uomini a fare la spesa al supermercato. A quanto pare le donne, a parità di senso dell'orientamento, sarebbero più portate degli uomini a ricordare la collocazione dei cibi, e ad identificare i più nutrienti e ... (continua)
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23\08\2007
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FONTE:http://keypivot.com/donne-pi-brave-degli-uomini-fare-la-spesa
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Donne più brave, virtuose e laboriose ma anche in Piemonte sono il "lato B"
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L avorano di più e guadagnano di meno. Sono più brave a scuola, ma nella vita hanno più difficoltà a trovare una occupazione. Sono meno violente e più rispettose delle leggi, ma ciononostante la politica tende ancora ad emarginarle. Il primo «bilancio di genere» della Regione Piemonte mette in evidenza, con la forza dei numeri, quanto siano ancora forti le discriminazioni ai danni delle donne. Anche in una regione come la nostra, che pure è nel complesso migliore, per le pari opportunità, rispetto al resto di Italia. La forza dei numeri, si diceva. In Piemonte le donne continuano a guadagnare in media il 24 per cento in meno degli uomini: insomma stipendi ridotti di un quarto nonostante la stessa ricerca (condotta dall'Ires e presentata ieri mattina dall'assessore Giuliana Manica) dimostri che quasi tutte le donne piemontesi (il 94,6 per cento di quelle sopra i quindici anni), oltre all'occupazione fuori casa ne abbiano un'altra altrettanto impegnativa (se non di più) tra le mura domestiche: cui dedicano 5 ore e 15 minuti al giorno, mentre i maschi al «lavoro familiare» ne dedicano in media 2 e 26 minuti. Meno della metà. Forse è proprio per questo che, nonostante lavori il 56 per cento delle donne piemontesi e tra gli occupati siano quasi la metà del totale (il 42,5 per cento), nei ruoli che contano ce ne sono poche. Più di un tempo, certo, ma sempre poche: è femmina solo il 20 per cento degli amministratori pubblici, il 21 per cento dei dirigenti e il 25 per cento dei ricercatori. Freni che, spiegano gli autori dello studio, «rallentano il contributo delle donne al sistema economico, ma danneggiano anche lo sviluppo dell'intero sistema». Già, perché il gentil sesso è discriminato nei ruoli di potere nonostante sia più rispettoso delle leggi e meno violento: nella nostra regione sono maschi il 96 per cento dei carcerati e il 78 per cento dei morti in incidenti stradali. Gli uomini sono anche più propensi a suicidarsi (73 per cento del totale, con una incidenza ancora maggiore nelle fasce di età più anziane). E infine sono anche più «asini» a scuola: si sapeva da sempre che le ragazze erano più brillanti, ma la cifra di 65 per cento di maschi tra i bocciati taglia ogni discussione. Infine sono ancora gli uomini ad essere meno attenti alla propria salute: tra i maschi il 40,3 per cento è in sovrappeso, tra le donne solo i 24,3. Fuma il 27,7 per cento degli uomini, solo il 16,6 delle donne. Beve alcool fuori pasto il 30 per cento dei maschi e il 15 delle femmine. Un quadro che, pur in miglioramento, richiede ancora tempo e molti interventi per raggiungere un vera parità: per questo la Regione, oltre all'assessorato ad hoc, sta per varare una legge sulle pari opportunità che non riguarderà solo uomini e donne, ma tutte le possibili discriminazioni. Legge che è in commissione e che nei giorni scorsi la presidente Mercedes Bresso ha sollecitato a sbloccare con una «irrituale» lettera al presidente della stessa, Reschigna (Pd). Per le politiche sulle pari opportunità poi il Piemonte ha stanziato ben 13,5 milioni di euro. «Un Piemonte aperto, tollerante, innovativo è l'impegno che il nostro governo regionale ha preso con i cittadini» spiega Bresso. «La nostra regione - aggiunge l'assessore Manica - è un laboratorio permanente su questi temi. Il bilancio di genere è una delle sperimentazioni che intendiamo far diventare un allegato sistematico al bilancio economico dell'ente».
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18\12\2007
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FONTE:http://www.affariregionali.it/RassegnaStampa/SchedaRassegna.aspx?idRassegnaStampa=4198
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Donne in sala operatoria
Più brave, e più discriminate
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N ella settimana dedicata alle “pari opportunità” val la pena raccontare la vita difficile delle dottoresse che hanno scelto un “mestiere da maschi”. All’ospedale San Timoteo sono quattro, tutte stimate e ricercate dai pazienti. Ma costrette a fare i conti con una sorta di legge non scritta che in corsia le considera inadeguate rispetto ai colleghi. Ecco le loro storie e le peripezie per conciliare un lavoro duro e le necessità familiari
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di Giulia Cannito
Il dottor James Barry, chirurgo militare inglese, fu il primo a eseguire con successo un parto cesareo. Laureatosi a soli 17 anni, stimatissimo e famoso per le sue doti professionali, dimostrate ampiamente durante le guerre napoleoniche, morì nel 1865. E solo allora si scoprì che quello che tutti chiamavano “the beardless lad”, il ragazzo senza barba, altri non era che una donna. Lo aveva tenuto nascosto perché la sua professione, quella di chirurgo appunto, era praticamente interdetta all’universo femminile. Visto che questa è la settimana dedicata alle “pari opportunità” sarebbe bello poter raccontare che quella della dottoressa “James Barry” è una storia dimenticata dal tempo e superata dagli eventi. Purtroppo non è così. Sono passati centocinquanta anni, ma quella sorta di divieto a entrare nel mondo della chirurgia per le donne – non teoricamente, ma nella sostanza – in qualche modo ancora sopravvive. Sono i numeri a dirlo. Secondo una ricerca condotta l’anno scorso dall’Acoi (Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani), il numero di laureate in medicina supera di gran lunga quello dei colleghi maschi e in chirurgia la crescita delle donne rispetto al passato è così vistosa che nei prossimi dieci anni il numero dei camici verdi al femminile potrebbe persino triplicarsi. Nonostante ciò le iscritte all’Acoi e alla Sic (Società Italiana di Chirurgia) sono tuttavia poche – tre anni fa erano 783 - appena un decimo dei colleghi maschi. Fra queste, quelle che ricoprono incarichi dirigenziali non sono neppure l’1 per cento degli iscritti, e ancor meno quelle che insegnano all’Università. Un quadro sconfortante, in particolare se si scopre che oltre il 50 per cento delle professioniste denuncia episodi di mobbing durante e, soprattutto, all’inizio della carriera. Non si tratta solo delle solite squallide molestie sessuali, ma di vera e propria emarginazione professionale. Alcuni esempi? Ridotta (forzata) partecipazione alle sedute operatorie, esecuzione di interventi limitati alla chirurgia di superficie, difficile ingresso in uno staff chirurgico dove spesso i maschi vengono preferiti a parità di curricola e preparazione specifica. Questo perché molto diffusa, in un ambiente ancora troppo maschilista, l’opinione che una donna non sia in grado di prendere decisioni rapide o di affrontare interventi di chirurgia maggiore, ai quali può prender parte, purché non si tratti di eseguirli, come si dice in gergo, “in prima”. Anche a Termoli la situazione è simile? Al San Timoteo se ne contano appena quattro, che operano nei reparti di chirurgia, ortopedia, otorinolaringoiatria e ginecologia-ostetricia. «E’ un lavoro duro, difficile. Puoi rischiare di trascorrere giornate intere in ospedale, specialmente quando sei reperibile. Spesso la seduta operatoria finisce alle quattro, poi c’è l’ambulatorio o la visita pomeridiana in reparto». Parole di Mirella Esposito, 47 anni, chirurgo d’urgenza. Da circa un anno e mezzo lavora in Chirurgia Generale, dopo un lungo periodo in Pronto Soccorso. «Ho frequentato la Chirurgia per più di dieci anni, compresi quelli della specializzazione, come volontaria. Era dura anche allora, senza le stesse responsabilità. Adesso, con un marito e un figlio di 8 anni, la vita è certamente più complicata, ma la mia famiglia mi aiuta ad andare avanti. Non è facile conciliare il lavoro con gli affetti». Anna Cordisco, sposata, due figlie, una all’Università, ortopedico ormai da quasi vent’anni: «In famiglia bisogna organizzarsi e collaborare, avere spirito di sacrificio e disponibilità a dare una mano. Quando torno tardi dal lavoro mio marito ha già cucinato. Dopo vent’anni di matrimonio non ho ancora divorziato» ride. Continua: «Il confronto con i colleghi è sempre difficile, conflittuale. Una donna deve rendere conto, dimostrare quello che sa e vale, e spesso non le viene riconosciuta alcuna professionalità. Nessuno ti dice brava, anche quando i fatti ti danno ragione. Non che uno voglia dei complimenti, perché facciamo solo il nostro dovere. La donna poi non ha pretese di avere sue opinioni: si documenta, studia, cerca di portare nel suo lavoro l’esperienza altrui, ne fa tesoro. E’ molto più precisa e capace di utilizzare quell’intuito clinico che l’eccessiva razionalità maschile mette qualche volta da parte». E il rapporto con i pazienti? «I pazienti si fidano. Noi donne siamo più aperte e sensibili» è la dottoressa Esposito ad intervenire «Alcuni parlano apertamente di problemi che non confiderebbero a un maschio. E nessuno ha mai rifiutato di essere operato. Del resto il professor Veronesi tempo fa ha detto che si farebbe tranquillamente operare da una donna». Mirella Esposito e Anna Cordisco sono concordi nel proporre una migliore organizzazione del lavoro di sala e di corsia. Non può che giovare ai pazienti e alla vita privata di chi svolge un’attività così impegnativa, e questo non è un problema di genere. «Non sarebbe una cattiva idea quella di creare in ospedale un asilo, dove poter seguire i propri figli, come succede in altre realtà» propone la dottoressa Cordisco. «Le donne chirurgo ne sarebbero felici, come ogni mamma che lavora in ospedale». Professione difficile e rischiosa, dunque, sotto molti punti di vista. Ma la rifarebbero se tornassero indietro. «Senza dubbio» risponde Mirella Esposito «Uno dei problemi da affrontare è spiegare a mio figlio in cosa consiste il mio lavoro e lui è molto interessato a ciò che fa la mamma. Certo occorre essergli vicina il più possibile. Fare il chirurgo è impegnativo ma può dare grandi soddisfazioni». Anche se c’è molta competizione e talvolta scarsità di risorse, materiali e umane. Specialmente adesso che la sanità molisana sta vivendo un stagione critica e carica di incertezze.
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18\06\2007
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FONTE:http://www.primonumero.it/attualita/primopiano/articolo.php?id=3276
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Donne piu' brave ma escluse dal lavoro
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Più brave e studiose dei maschi, ma meno occupate e peggio pagate. Il Rapporto ISFOL 2007 conferma la tendenza negativa dell'occupazione femminile nel 2006 in Italia, nonostante il quadro relativamente positivo del mercato del lavoro.
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C ome tutti gli anni, l'ISFOL, Istituto per la Formazione e l'Orientamento dei Lavoratori, ha pubblicato il Rapporto sulla situazione italiana nel campo della formazione e del lavoro nell'anno 2006.È un quadro a luci e ombre. Alcuni indicatori positivi, come il tasso di disoccupazione al minimo storico del 6%, con una significativa riduzione di quello giovanile, e il numero degli occupati oltre la soglia anch'essa storica dei 23 milioni, vengono in parte controbilanciati dall'espansione del lavoro dipendente a termine, ormai vicino al 10% del totale, e delle altre forme di lavoro precario, dato che circa metà dei nuovi posti di lavoro non è stabile, oltre che dalla persistente disparità territoriale emblematicamente rappresentata dalla costante flessione dei tassi di partecipazione al lavoro, già peraltro ai minimi europei, nel Mezzogiorno.
Ma l'insieme di dati più contraddittorio e preoccupante ancora una volta riguarda la posizione delle donne nel mondo del lavoro.Il tasso di occupazione femminile si attesta poco sotto il 47%. Ciò vuol dire che l'obiettivo di Lisbona del 60% al 2010 non sarà raggiunto dall'Italia, stante anche il fatto che la propensione al lavoro delle donne tende costantemente a diminuire: sono quasi 10 milioni le donne in età lavorativa che, scoraggiate, non cercano un impiego, mentre gli uomini in questa condizione sono circa la metà.
Ma soprattutto si accentua un paradosso ormai consolidato della tradizione nazionale: le donne sono più brave a scuola, ma sul lavoro fanno molta più fatica dei loro colleghi maschi ad affermarsi, in termini di stabilità, retribuzione e carriera.Il Rapporto ISFOL 2007 conferma la maggiore propensione femminile allo studio. La migliore resa scolastica delle donne emerge già dai dati sulla dispersione scolastica: nel 2006 il tasso di dispersione femminile tra la popolazione 18-24enne è del 17,3%, mentre quella maschile arriva al 24,3%. Ancora più eloquenti i dati relativi ai risultati raggiunti dalle ragazze sia nella scuola secondaria sia in ambito accademico: complessivamente, nell'anno scolastico 2005-2006, il 76,9% delle giovani studentesse ha conseguito un diploma di scuola secondaria superiore, contro il 65,4% dei maschi, mentre, a livello universitario, dei complessivi 161.445 studenti che, nel 2006, hanno conseguito una laurea di primo livello, il 57,3% è costituito da donne.
A fare da contraltare a questi successi nel campo dell'istruzione i dati sull'occupazione femminile, che oltre mostrano un ulteriore, seppure lieve, deterioramento anche qualitativo della condizione delle donne nel mercato del lavoro. Nel 2006 solo il 36,7% delle nuove occupate è stato assunto con un contratto a tempo indeterminato (contro il 41,4% del 2005) e, rispetto all'anno precedente, sono cresciuti invece gli accessi mediante lavoro a termine (36,2) e a progetto (6,4%).Si può quindi affermare che la maggior parte dei part time, quindi, è di natura involontaria.Appare problematico, poi, non solo il primo inserimento al lavoro, ma anche il ritorno a un impiego dopo i periodi di maternità: nel 2006 in seguito alla maternità ben una donna su nove è uscita dal mercato del lavoro, in due terzi dei casi per esigenze di cura e assistenza alla prole e per un terzo a causa di motivazioni legate al tipo di contratto di lavoro. Il tema della conciliazione dei tempi di lavoro con i tempi extra lavorativi rappresenta un fattore determinante per la partecipazione femminile.Dall'indagine ISFOL-Plus che affianca la rilevazione statistica con interviste qualitative a un campione di oltre 40'000 lavoratori, emerge che il 67% delle donne ritiene il proprio orario di lavoro "troppo lungo" per essere conciliabile con gli impegni familiari. D'altronde oltre l'80% dei lavoratori part-time è costituito da donne e, nella stragrande maggioranza dei casi, si è trattato di una scelta "obbligata", che incide fortemente sulla retribuzione, nonché sulle prospettive di carriera.Il differenziale retributivo medio tra donne e uomini è pari al 25% in termini di monte salari e al 15,8% a parità di contratto e di livello di inquadramento, un dato questo in leggero miglioramento sugli anni precedenti, mentre le donne con ruoli dirigenziali sono il 22% contro il 38,5% degli uomini, anche se oggi le donne accedono a posizioni "di comando" in tempi più rapidi rispetto agli uomini.
"La strada per la risoluzione del gap con l'Europa - conclude il documento dell'Isfol - passa non solo attraverso la creazione di nuove opportunità per le donne che entrano per la prima volta o rientrano nel mercato del lavoro dopo un periodo di inattività, ma anche attraverso la comprensione degli ostacoli alla partecipazione femminile e il contrasto dei fenomeni di abbandono".
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29\11\2007
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FONTE:http://www.kila.it/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=1486
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Per Harvard le donne sono migliori giocatrici d’azzardo
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I n un recente progetto condotto da ricercatori della scuola di medicina di Harvard, è stato rilevato che le giocatrici femmine che scommettono grosse puntate hanno maggiore successo e molte più frequenti vincite dei loro pari quando scommettono in eventi sportivi.
Gli studi fatti utilizzano i dati forniti dalla compagnia di gioco on line austriaca Bwin.com. Il progetto ha campionato 40499 persone ed ha rilevato che le donne sono più efficaci nelle scommesse sportive degli uomini.
Il progetto è stato parzialmente finanziato dalla BWIN e sarà reso pubblico presto. Un gran numero di interessanti conclusioni sono state ricavate durante questi otto mesi periodo del progetto. I giocatori sono stati studiati in un periodo di 8 mesi durante il 2005. Le donne sono state sorprendentemente trovate vincere in media il 15% in più. Le donne sono inoltre risultate avere 50% meno probabilità di perdere le loro puntate.
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02\08\2007
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FONTE:http://www.newrouge.org/per-harvard-le-donne-sono-migliori-giocatrici-d’azzardo.html
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Donne al comando = migliori risultati
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Q uattro anni di studio (Management Issues) sulla correlazione tra composizione del board e risultati economici delle grandi aziende americane hanno dimostrato l'esistenza di una marcata correlazione tra risultati finanziari e presenza di donne nel board dell'azienda: le aziende con la maggior presenza femminile tra il management hanno risultati di oltre il 50% migliori delle altre. Non vengono esplicitate relazioni con il mercato in cui operano le aziende, ma in alcuni casi questo è sicuramente un fattore importante.Sono diversi i settori, probabilmente la maggior parte, in cui il mercato di riferimento è femminile: avere tra i manovratori qualcuno che lo capisce dall'interno sicuramente non può che fare bene.Credo però che il discorso sia più generale, in termini di apertura mentale: le aziende più aperte hanno maggiore indipendenza, innovazione, una governance migliore; tutti fattori che conducono a migliori risultati economici.E in un mercato in cui le donne ai posti di comando sono sempre una ristretta minoranza, è ancora necessario parlare di apertura per definire chi le promuove al comando.
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06\10\2007
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FONTE:http://actvalue.blogspot.com/2007/10/donne-al-comando-migliori-risultati.html
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LE RAGAZZE GIOCANO AI VIDEOGAMES PIU' DEI MASCHI
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G li Americani sono controtendenza.Un sondaggio dell’altra settimana ha rivelato che il 44% delle donne intervistate possiede una console come l’ Xbox, Playstation o Nintendo Wii, la percentuale di uomini che possiede una di queste console resta ferma al 39%.Nonostante il campione di gente intervistata non sia indicativo dell’intera popolazione, il sondaggio non è per niente sorprendente, basta recarsi su Yahoo Giochi o comunity online per capire che il numero di partecipanti femminili è in costante aumento.Il risultato certo è che i sviluppatori di giochi dovranno cominciare a tener conto del settor femminile abbandonando pian piano lo stereotipo del giocatore medio (americano) che è un’uomo dai 18 ai 34 anni, single e bianco.
Microsoft è gia corsa ai ripari, sono in arrivo entro breve dei wireless controllers color rosa per l’Xbox 360, ciò dovrebbe aumentare l’appeal presso il pubblico femminile….
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04\10\2007
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FONTE:http://www.italiasw.com/le-ragazze-giocano-ai-videogames-piu-dei-maschi/
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Le donne navigano di più
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da : Aldo Ascenti
S ECONDO UN SONDAGGIO condotto dalla società di ricerche eMarketer.com , negli Stati Uniti le donne hanno una dipendenza da Internet maggiore rispetto agli uomini, in barba ai luoghi comuni sull’argomento.
La ricerca calcola che nel 2007 si raggiungeranno i 97,2 milioni di utenti web di sesso femminile, con un’età dai tre anni in su, pari al 51,7% dell’intera popolazione online. I ricercatori stimano che entro il 2011 saranno online circa 109,7 milioni di americane, ovvero il 51,9% del totale online.
Non è solo eMarketer a sostenere che la maggioranza degli utenti di Internet è costituita da donne: anche secondo Arbitron e Edison Media Research le donne rappresentano il 53% della popolazione ultraventenne in navigazione. Per quanto riguarda i teenager, comScore calcola che le ragazze costituiscono ancora la maggioranza, sebbene più risicata, con il 50,6% del totale.
In base a una notizia forse connessa, le donne sono più curiose degli uomini quando si trovano davanti immagini erotiche. Secondo il test, alle donne piace esaminare quelle parti del corpo umano che di solito vengono oscurate in TV nella fascia protetta, mentre gli uomini passano più tempo a guardare il viso delle donne.
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16\04\2007
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FONTE:http://www.theinquirer.it/2007/04/16/le_donne_navigano_di_piu.html
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POKER E DONNE: QUESTIONE DI INTUITO E SENSIBILITA'
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L'intuito femminile nel texas holdem.
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I l gioco del poker è tradizionalmente dominato dagli uomini. Ma negli ultimi tempi anche il gentil sesso ha iniziato a riscuotere notevoli risultati sul tavolo verde, sia terrestri che online. Molte società che hanno intuito questa nuova tendenza, hanno infatti iniziato a inviare messaggi promozionali destinati proprio alle donne, che sono in genere ritenute più fedeli degli uomini e che quindi potrebbero più verosimilmente concentrarsi su una o due poker rooms fidate piuttosto che andare continuamente a caccia di bonus. I tornei reali dedicati solo alle donne stanno ugualmente aumentando di numero e dimensioni. In molti si sono interrogati sulla differenza di gioco che esiste tra l'uomo e la donna e cosa renda il gentil sesso, in alcuni casi, più forte al tavolo verde. Secondo alcuni studiosi, le donne sarebbero più intuitive e sensibili degli uomini, i quali, a loro volta, sono più propensi a ricorrere più alla logica e al ragionamento. Un valore aggiunto, quello di affidarsi maggiormente alle proprie sensazioni, che renderebbe le donne più capaci nel sentire le debolezze degli avversari. Certo è che se così fosse, le giocatrici femminili sarebbero imbattibili. In realtà il miglioramento che farebbe fare il salto di qualità ad una donna è la capacità di giocare in modo aggressivo. L'abilità di cambiare marcia al tavolo in riferimento al gioco dell'avversario è infatti basilare.
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12/01/2008
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FONTE:http://www.pokertexano.com/pt1/modules/news/article.php?storyid=365
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Il cervello delle donne funziona meglio nei tempi brevi
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I n un arco di tempo breve il cervello delle donne sembra essere più veloce nel trovare delle soluzioni rispetto a quello degli uomini. Lo studio che ha portato a questa conclusione è stato coordinato da due ricercatori della Vanderbilt University, Stephen Camarata e Richard Woodcock, la ricerca durata circa 4 anni, dal 1997 al 2001, ha coinvolto ottomila persone di entrambi i sessi comprese fra un'età di 2 e 90 anni.
Osservando i risultati relativi allo studio pubblicati sulla rivista americana "Intelligence", i ricercatori evidenziano che le capacità intellettuali fra i due sessi sono simili ma si riscontra una netta prevalenza delle donne in quelle situazioni dove il cervello è costretto a lavorare in un tempo prestabilito e limitato, questa differenza è risultata particolarmente marcata soprattutto nella fase preadolescenziale e negli adolescenti.
Secondo i ricercatori, questo aspetto è molto importante e andrebbe preso in considerazione dagli insegnanti in quelle situazioni dove bisogna valutare gli studenti. Nella maggior parte dei casi si effettuano dei test o delle interrogazioni dove il tempo è un elemento influente nello svolgimento della prova. Per poter dare una valutazione equilibrata, soprattutto quando vengono messi a confronto maschi e femmine, bisognerebbe tenere in considerazione queste differenze ed esaminare l'abilità di una persona in situazioni diverse dove ad esempio il tempo non sia un elemento cruciale del test.
Una delle conclusioni a cui sono arrivati gli studiosi è che in linea di massima si riscontrano dei risultati scolastici migliori per le donne proprio perché la maggior parte dei test e delle interrogazioni si svolgono sotto la pressione del tempo.
Camarata evidenzia come la velocità di elaborazione non è relativa ad esempio ai tempi di reazione o all'abilità di giocare ai videogame, ma è piuttosto la capacita di portare a termine in modo efficiente ed accurato un compito di moderata difficoltà in un arco di tempo prestabilito.
Attraverso un confronto delle varie fasce di età si è notato che i bambini dell'asilo presentano delle capacità di elaborazione molto simili, man mano che crescono e si osservano i dati relativi a elementari, medie e superiori, le ragazze mostrano un efficienza maggiore registrando di conseguenza dei risultati migliori nei compiti scolastici.
Anche se i maschi hanno ottenuto in linea di massima dei punteggi più bassi nei test adibiti a misurare la velocità di elaborazione, sotto altri punti di vista si sono riscontrate delle capacità più sviluppate come ad esempio le abilità verbali, la conoscenza dei sinonimi e delle analogie verbali, un aspetto che smentisce l'idea diffusa che vuole le femmine più precoci nello sviluppo della comunicazione.
Le ricerche verranno ora approfondite e si esaminerà l'attività celebrale attraverso l'ausilio della risonanza magnetica, in questo modo gli esperti sperano di capire quali aree del cervello sono maggiormente coinvolte quando si è costretti a ragionare con i minuti contati.
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FONTE:http://www.universonline.it/_scienza/articoli_med/06_04_27_a.php
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In medicina meglio le donne?
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Le iscritte alla Facoltà di Medicina sono già il 60%
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G rande preoccupazione - in vista del convegno della Federazione degli Ordini dei medici in programma a Caserta - per il futuro degli ospedali. Maurizio Bennato, vicepresidente della Fnomceo, dice: "Affrontiamo in modo diverso il futuro, altrimenti alcune specialità, soprattutto quelle che oggi sono monosex, andranno in crisi". Precisa: "Sono molto favorevole alle donne medico, ma non nascondo una certa preoccupazione".
Stupisce la dichiarazione al Corriere della Sera di Vincenzo Mirone, presidente della Società italiana di Urologia: "Ammettiamolo - dice - noi maschi non ci faremmo mai controllare la prostata da una lei, né gradiremmo che una mano femminile ci prescrivesse un farmaco per l'impotenza".La conclusione è una sola. Benvengano le donne in ospedale. Perché loro, dai ginecologi uomini, si fanno visitare eccome. Dimostrando, per la salute, di saper andare oltre la differenza di sesso, guardando la professionalità.
Non sarà invece che i dottori uomini temono una perdita di ruolo? Anche nei raparti dove ci sono più donne che uomini è difficile trovare una donna ai vertici. "Le donne, rispetto ai colleghi uomini - sostiene Marta Scorsetti, direttore della Radioterapia dell'Istituto Humanitas di Rozzano - hanno una maggiore attitudine alla medicina, sensibilità e capacità di creare empatia con il malato".
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26\09\2007
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FONTE:http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=12&ID_articolo=131&ID_sezione=4&sezione=
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Microcredito per i paesi poveri: donne più generose degli uomini
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Pubblicato da Eleonora
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C osa significano microcredito e microfinanza? E quali sono le forme di finanziamento più adeguate per i paesi poveri?
Mondoeconomico spiega che queste tematiche sono tornate alla ribalta l'anno scorso con Muhammad Yunus (nella foto), economista del Bangladesh, che grazie alla sua creatura, la Grameen Bank, è stato insignito del Nobel per la pace, proprio per aver consentito a tante persone, grazie ai programmi di micro credito, di uscire dalla povertà.
La micro finanza consiste nella erogazione di credito, per piccole somme di denaro, ai più poveri, consentendo loro di avviare una propria iniziativa imprenditoriale, procurandosi i mezzi necessari che, altrimenti non potrebbero permettersi di acquistare. Il tasso di interesse applicato è alto, per garantire una adeguata rimuneratività dell'attività di finanziamento, mentre il livello delle sofferenze è basso, al contrario di ciò che si potrebbe pensare.
Certo, non è sufficiente erogare il denaro a chi ne ha bisogno, è anche necessario educare i percettori ad un suo uso responsabile, perché queste erogazioni vadano seriamente a finanziare lo sviluppo. E da questo punto di vista le donne si sono rivelate più affidabili degli uomini. Esse sono generalmente più responsabili nella gestione delle risorse che hanno a disposizione, anche perché di solito su di esse gravano le responsabilità di mandare avanti la famiglia, facendone quadrare il bilancio.
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22\10\2007
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FONTE:http://economiaefinanza.blogosfere.it/2007/10/microcredito-per-i-paesi-poveri-donne-piu-generose-degli-uomini.html
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Donne più presenti nei media? Le mentalità stanno cambiando
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D urante le Elezioni federali 2003 la presenza di donne e uomini nei mass media si è differenziata sia dal profilo quantitativo che qualitativo. Lo dimostrano i risultati di un’analisi delle trasmissioni radiofoniche e televisive: le candidate hanno goduto di un tempo di parola proporzionalmente inferiore, sono state più riservate e hanno preso posizione sulla politica sociale con maggior frequenza degli uomini. Eppure, in confronto alle Elezioni del 1999, la presenza di candidate e giornaliste sulle reti SRG SSR è nettamente aumentata. Nelle redazioni della SRG SSR si è dunque verificato un cambiamento di mentalità che sta portando i suoi frutti.
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Durante le Elezioni federali 2003, le candidate hanno potuto esprimersi di meno dei loro omologhi maschi negli spazi elettorali alla radio e alla televisione. In percentuale, il tempo a loro disposizione è stato nettamente inferiore a quello dei candidati e non proporzionale alla quota di candidate: a fronte del 35% di donne in lizza per il Consiglio nazionale e il Consiglio degli Stati, il tempo d’antenna alla televisione e alla radio è stato appena, rispettivamente, del 29% e del 27%.
Il dato riferito alle reti SRG SSR supera di gran lunga quello delle emittenti private. È quanto dimostra lo studio condotto da Sonja Stalder, massmediologa, a richiesta della SRG SSR idée suisse, della Commissione federale per le questioni femminili e dell’Ufficio federale delle comunicazioni, sotto la direzione del Servizio di ricerca SRG SSR. Imperniato sui programmi elettorali delle reti radio-tv SRG SSR e di alcune emittenti private, lo studio permette di tracciare paralleli con la prima edizione del 1999. Con quale esito? Seppur non ottimale, nel 2003 la percentuale di donne negli spazi elettorali è stata senz’altro migliore di quattro anni prima. «La presenza nei media costituisce un criterio essenziale per il successo delle donne e degli uomini in politica». È questo il commento di Chiara Simoneschi-Cortesi, Presidente della Commissione federale per le questioni femminili. «I risultati sono rallegranti sotto vari aspetti».
Cresce la percentuale di donne sulle televisioni SRG SSR
Le candidate hanno goduto del maggior tempo di parola sulle reti TV della SRG SSR: 42% alla Schweizer Fernsehen DRS (SF DRS), 32% alla Télévision Suisse Romande (TSR) e 27% alla Televisione svizzera di lingua italiana (TSI). La presenza delle donne sul piccolo schermo è stata valutata da equilibrata a ottima, con un tempo di parola proporzionale alle candidature femminili della rispettiva regione linguistica. Rispetto al 1999, anzi, i volti femminili sono aumentati su tutte le televisioni SRG SSR. «Nei nostri programmi, la parità è una cosa naturale », ricorda Ueli Haldimann, caporedattore di SF DRS, mentre André Crettenand, suo omologo TSR, segnala un cambiamento di mentalità: «Negli ultimi anni si è capita l’importanza della parità nel giornalismo e nei dibattiti politici».
Alla radio le candidate hanno beneficiato di un tempo d’antenna medio del 27%. Tra le emittenti SRG SSR, Rete Uno è stata l’unica a superare la percentuale di candidate della propria regione linguistica. Ma se il tempo di parola delle ospiti di Rete Uno è aumentato rispetto al 1999, è leggermente calato su La Première e DRS1. «L’obiettivo è una percentuale equilibrata di donne», fa notare Marco Färber, caporedattore di SR DRS. «Per le interviste, abbiamo sempre chiesto ai partiti di mandare una candidata e un candidato. Ma nessuno può obbligarli».
Altre differenze: campagna elettorale e stile di comunicazione
I temi principali affrontati da candidate e candidati sono stati la politica sociale e la campagna elettorale. Più degli uomini, tuttavia, le donne hanno dedicato gran parte del proprio tempo d’antenna alla politica sociale, nei programmi radiofonici ma soprattutto in televisione. Lo studio non dice però se a sollevare l’argomento sono state le candidate stesse o se invece queste domande sono state poste con più insistenza alle donne.
Uno stile di comunicazione «al maschile» è stato notato solo in televisione. Gli uomini, infatti, prendono la parola più attivamente e si fanno interrompere di meno dai presentatori.
Presenza differenziata tra giornaliste e giornalisti.
Nelle trasmissioni televisive, il tempo medio di parola delle giornaliste è di un terzo. Le differenze tra singole reti TV sono notevoli: a parte la TSR, le giornaliste erano sottorappresentate. Un fenomeno analogo si riscontra in quasi tutte le emittenti radiofoniche, dove il tempo di parola delle giornaliste è stato di un quarto. DRS1 è l’eccezione che conferma la regola, con un tempo di parola identico tra presentatrici e presentatori. « Le interviste erano sempre condotte da una presentatrice e da un presentatore » , spiega il caporedattore Marco Färber. Dal canto suo Roberto Antonimi, caporedattore della Radio svizzera di lingua italiana (RSI), conferma l’importanza di affidarsi a delle intervistatrici, più sensibili, per sviscerare certe tematiche.
Il 9 marzo scorso i caporedattori della SRG SSR, riuniti in seduta nazionale, hanno espresso soddisfazione per i risultati dello studio, in linea con il loro desiderio di rappresentare equamente giornaliste e donne in politica. Detto questo, non è il momento di riposarsi sugli allori. «L’effort doit être constant», ha rammentato André Crettenand della TSR.
Contatti
Katrin Hemmer, Comunicazione aziendale SRG SSR idée suisseTel. 031 350 93 39; katrin.hemmer(at)srgssrideesuisse.ch
Claudia Weilenmann, Commissione federale per le questioni femminiliTel. 031 324 93 26; claudia.weilenmann(at)ebg.admin
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16\03\2005
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FONTE:http://www.srg-ssr.ch/125.0.html?&L=2&tx_ttnews%5Btt_news%5D=237&tx_ttnews%5BbackPid%5D=8&cHash=cc38ebe921
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Multitasking: donne meglio degli uomini
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I l multitasking è rosa: 6 persone su 10 ritengono che le donne sono più portate degli uomini a svolgere diverse attività contemporaneamente. E' quanto emerge da un sondaggio on line condotto da Nokia a livello mondiale che ha visto la partecipazione di oltre 5mila persone.
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24\11\2007
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FONTE:http://www.abclink.it/forum/costume/9335-multitasking-donne-meglio-degli-uomini.html
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Le donne ricordano i sogni più degli uomini
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L e donne ricordano i sogni più degli uomini: 80 donne su 100 non li dimenticano mentre gli uomini che li ricordano sono solo il 52%. Questo è il risultato di un sondaggio effettuato dal mensile Focus tra i suoi lettori. Le risposte sono state 2500 (1562 donne e 938 uomini). Questo dato, però, ha un valore solo indicativo poiché il sondaggio è aperto a tutti e non a un campione predeterminato per rappresentare la popolazione italiana. Nella maggior parte dei casi, i sogni ricorrenti più diffusi sono fantasie di sesso: lo afferma il 62,5% degli uomini e il 47,5% delle donne. Curioso è il dato sui sogni premonitori che sono una realtà per il 74% dell'intero campione.
Tra i maschi che li hanno avuti prevalgono sogni che preannunciano fortune o vincite, mentre tra le donne prevalgono le premonizioni di disgrazie. Per la maggior parte degli intervistati i sogni sono soprattutto uno sfogo di desideri repressi.
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14\01\2008
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FONTE:http://donna.tiscali.it/articoli/08/gennaio/14/sogni_ricordo_123.html
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Pubblicato da Veruska Anconitano
L e donne italiane sono le più attive sessualmente, almeno stando all'indagine internazionale Yasminelle promossa dalla società europea di contraccezione su un campione di 11.490 donne di 14 paesi tra 15 e 49 anni.Il 59% delle italiane ha uno o più rapporti sessuali alla settimana; a seguire le ceche (57%), le russe (56), le francesi (55) e le spagnole (54). Ultime le austriache (38%).Lo studio è stato presentato nell'ambito del lancio della pillola anticoncezionale a bassissimo dosaggio di estrogeni e all'interno della quale è presente un ormone di sintesi a base di drospirenone in grado di contrastare la ritenzione idrica, bloccare l'effetto degli ormoni maschili, di esercitare un buon controllo del peso e di aumentare la concentrazione delle sostanze che procrano benessere. Nonostante l'attività sessuale elevata, però, le italiane si contraddistinguono per la scarsa attenzione verso la contraccezione: solo il 29% usa la pillola e sempre più donne preferiscono i metodi naturali come il coito interrotto o il preservativo.Sono 2,2 milioni le italiane tra 15 e 49 anni che usano contraccettivi ormonali: in testa le sarde, 28,6%, seguite da valdostane (22,8%), liguri (19,9%) ed emiliane (19,4%). In coda le campane (7,6%) e le donne lucane 7,3%.
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05\02\2007
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FONTE:http://mondodonna.blogosfere.it/2007/02/sesso-le-italiane-le-piu-attive.html
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L'amicizia tra donne è più profonda
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Pubblicato da Veruska Anconitano
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P er gli uomini è assodato: noi donne siamo iene. Ma, purtroppo per loro, lo studio inglese riportato da Blogosfere Style & Fashion ci scagiona completamente dall'accusa. Secondo l'università di Manchester, infatti, non è affatto vero che noi donne sono delle megere e anzi la nostra propensione nei confronti degli altri è molto più spiccata rispetto a quella degli uomini; ciò perchè, sostengono gli esperti, siamo più adatte verso le amicizie durature in cui ci si offre al 100%.Per noi donne, infatti, l'amicizia è uno dei valori fondamentali dell'esistenza umana e faremmo di tutto pur di preservarla e conservarla; al contrario degli uomini che invece spesso basano le loro amicizie sul tornaconto personale o sull'interesse, senza mai approfondire i legami che instaurano. Secondo lo studio, infatti, il 47% delle donne sente quotidianamente la sua migliore amica contro il 36% degli uomini; inoltre il 33% delle donne sente le seconde amiche quotidianamente, mentre solo il 28% degli uomini fa la stessa cosa con i secondi amici. Ciò perchè, sostiene l'Università di Manchester, se gli uomini instaurano rapporti solo con persone che ritengono affini, le donne sono più aperte alle differenze e quindi pronte a instaurare amicizie con tipologie umane di diverso tipo. Poi, diciamola tutta, non è che ci volesse uno studio inglese a dimostrare che noi donne vogliamo solo amicizie vere e profonde: da chi ci faremmo accompagnare in bagno se non fosse così?
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29\03\2007
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FONTE:http://mondodonna.blogosfere.it/2007/03/lamicizia-tra-donne-e-piu-profonda.html
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Scuola: Istat, ragazze piu' brave
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Tra le donne le ripetenti sono la meta' rispetto agli uomini
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S cuola: Istat, ragazze piu' brave (ANSA) - ROMA, 3 AGO - Le donne si confermano piu' brave degli uomini, sia a scuola sia all'universita'. A dirlo questa volta e' l'Istat. Tra le donne la quota di ripetenti e' la meta' rispetto agli uomini (16,4% contro il 31,1%). Le studentesse hanno voti piu' alti alla maturita' e si iscrivono all'universita' in un numero superiore rispetto agli studenti maschi. La strada per arrivare al diploma e' accidentata per gli studenti italiani, ma lo e' statisticamente un po' meno per le ragazze.
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03\08\2006
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FONTE:http://www.wuz.it/Home/AnsaNews/tabid/65/newsid/9490/Default.aspx
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Più brave le donne al volante
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I dati delle compagnie assicurative smentiscono il luogo comune che le donne al volante sono un pericolo. Le guidatrici, infatti, dimostrano una condotta generalmente più prudente ed un uso più razionale del veicolo rispetto agli uomini. Gli automobilisti in gonnella limitano quindi il rischio di incidenti e i risarcimenti delle compagnie
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I l Centro Studi Direct Line ha analizzato attraverso studi commissionati a importanti istituti di ricerca sugli atteggiamenti alla guida di numerosi segmenti di popolazione. Le donne ne escono tronfatrici. Il gentil sesso infatti risulta avere un profilo di rischio particolarmente basso. Dato confermato anche dall’Aci-Censis secondo cui la donna - che costituisce il 33% dell’universo assicurato per Rc auto - presenta un basso livello di sinistrosità. Le automobiliste in gonnella, infatti, hanno dimostrato più altruismo rispetto agli uomini nei confronti del prossimo, dichiarando di essere disposte a fermarsi e a prestare soccorso a un automobilista con l’auto in panne, sia di giorno sia di notte. Ma non solo. Sono anche più precise quando si tratta della relazione con il proprio assicuratore soprattutto nel momento del bisogno: approfittano maggiormente del risarcimento diretto rispetto agli uomini, grazie alla loro precisione nella compilazione del modulo blu. Una minore conoscenza tecnica e teorica del veicolo e delle operazioni da compiere in situazioni critiche comportano da una parte una guida maggiormente intuitiva e finalizzata ad evitare situazioni di rischio e, dall’altra, una condotta generalmente più prudente e un uso più razionale del veicolo. Infine, nelle polizze personalizzate le donne pagano mediamente di meno perché organizzatrici e attente a eventuali sconti e promozioni offerte dal mercato.
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08\03\2007
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FONTE: http://www.miaeconomia.it/ASSICURAZIONI/RcAuto_9_218_87440_Piubraveledonnealvolante_articolo.html
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Smettere di fumare: le donne sono più brave
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B uone notizie per le fumatrici italiane: dire addio alla nicotina è possibile, basta seguire l'esempio delle numerosissime donne che sono già riuscite nel grande passo. A quanto pare, infatti, il gentil sesso sarebbe più deciso quando si tratta di smettere di fumare, almeno stando agli ultimi dati diffusi dall'Istituto Superiore di Sanità. Nel 2006, conferma un rapporto, la riduzione dell'abitudine al fumo è più marcata nel sesso femminile, che fa registrare un confortante 1,8 %, contro lo 0,7% degli uomini. ''Nel nostro Paese, dopo molti anni, per la prima volta, sono le donne a spegnere di più la sigaretta'', afferma Enrico Garaci presidente dell'ISS. Il fenomeno appare decisamente positivo, soprattutto in relazione al coinvolgimento diretto delle donne nella gestazione e nell'allattamento dei figli. E' risaputo, infatti, come l'abitudine al fumo incida in modo fortemente nocivo nella salute sia del il feto che del lattante. ''La consapevolezza dei danni del fumo - continua Garaci - è ormai diffusa, tanto che in questo ultimo anno hanno cercato di smettere oltre il 36% dei fumatori di cui il 75% l'ha fatto per motivi di salute e solo il 2,8% ha cercato di farlo per motivi economici''. Proprio per sensibilizzare ulteriormente i fumatori sui danni delle sigarette, l'ISS, insieme al Segretariato Sociale Rai e all'Istituto Nazionale dei Tumori, promuove una campagna di una settimana, dal 24 al 31 maggio prossimi. Il progetto coinvolgerà tutte le reti Rai e informerà i cittadini anche sugli strumenti disponibili per smettere di fumare e per prevenire le malattie causate dalla dipendenza da tabacco.''Tra tutti coloro che hanno cercato di smettere di fumare c'è riuscito solo il 18,1%, mentre il 22% ha mantenuto l'impegno per un anno, ma il 34% ha resistito solo per qualche mese, e circa il 14% appena per qualche giorno'', ricorda Garaci. Questo dimostra che esiste un diffuso desiderio di cessare l'abitudine al fumo e che iniziative come quella dell'ISS possono trovare un terreno particolarmente fertile e hanno una ragione in più per essere offerte ai cittadini.
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FONTE:http://www.jugo.it/modules.php?name=News&file=article&sid=3608
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Le donne reggono meglio l’alcol
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D iventano più rilassate e meno aggressive. Ad alcuni uomini non farà piacere saperlo, ma gli scienziati hanno scoperto che le donne reggono meglio le bevande alcoliche. Un gruppo di ricercatori dell’Università del Kentucky ha determinato che la perdita di inibizione dei maschi è tre volte superiore a quella delle donne con identici livelli di alcol nel sangue. In un articolo pubblicato sulla rivista “Addiction”, i ricercatori scrivono che lo studio potrebbe spiegare come mai gli uomini ubriachi tendono a diventare più facilmente aggressivi. A quanto pare, l'alcol stimola maggiormente i maschi, mentre ha un effetto calmante sulle donne.Lo psicologo Mark Fillimore e colleghi hanno somministrato a ventiquattro volontari (dodici uomini e dodici donne, tutti classificati come “bevitori sociali”) una quantità fissata di alcolici. Hanno poi messo alla prova la loro capacità di premere un pulsante nell’esatto momento in cui un simbolo veniva fatto lampeggiare. I partecipanti dovevano premere un bottone verde quando lampeggiava una luce verde, mentre non dovevano fare niente se lampeggiava un simbolo blu. Man mano che bevevano più alcol, i soggetti erano sempre meno in grado di trattenersi dal premere il pulsante con la luce blu, ma le prestazioni degli uomini risultavano tre volte peggiori di quelle delle donne. Ai partecipanti è stato poi chiesto di valutare gli effetti che ritenevano l’alcol avesse su di loro. Gli uomini hanno denunciato livelli di stimolazione, aggressività, confidenza e perdita di inibizione due-tre volte superiori alle donne, mentre queste ultime hanno ammesso un livello di rilassamento sedativo sei volte superiore rispetto agli uomini.
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19\10\2004
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FONTE:http://www.belice.it/index.php?option=com_content&task=view&id=18&Itemid=7
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Imprese migliori con donne manager
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E’ quanto emerge dalla ricerca ‘Donne al vertice e gestione aziendale’Tratto da http://www.marketingjournal.it/A favorire la carriera di una donna sono soprattutto le caratteristiche personali. La pensa cosi’, infatti, ben il 94,5% delle manager e imprenditrici italiane. Per il 45%, invece, contano gli aspetti organizzativi dell’impresa, per il 28,1% le caratteristiche del settore, mentre per il 25,7% hanno il loro peso i fattori relativi alla famiglia di origine. E’ quanto emerge dalla ricerca ‘Donne al vertice e gestione aziendale’, presentata oggi al Cnel. Attitudine alla flessibilita’, capacita’ cooperative e di esplorazione sono le caratteristiche personali considerate vincenti dalle donne manager. E che fanno la differenza rispetto al modello di management maschile. Per il 70% delle intervistate, infatti, le imprese che hanno un maggior numero di donne nel gruppo di management mostrano performance migliori delle altre.‘’Il problema della presenza femminile quantitativa e qualitativa nel mondo del lavoro -ha affermato la vicepresidente del Cnel, Francesca Santoro- deve essere posto non solo dal punto di vista sociale, ma soprattutto valorizzando le donne come risorse per la crescita economica e per la competitivita’ del sistema Paese’’.La ricerca presentata, ha spiegato la vicepresidente del Cnel, ‘’si inserisce nel quadro di un nutrito programma di iniziative che il Gruppo intercommissioni per le pari opportunita’ del Cnel ha voluto dedicare nel corso di questa consiliatura all’occupazione femminile, che ha portato anche all’elaborazione di un disegno di legge sulle statistiche di genere’’.
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18\09\2006
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FONTE:http://www.businessonline.it/news/2479/imprese-migliori-donne-manager.html
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Nello sport donne migliori degli uomini?
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C hiudiamo gli occhi e immaginiamo gli ultimi chilometri della maratona olimpica. Vediamo zampettare qualche longilineo keniano, un paio di etiopi scalzi, una maglia azzurra che ci fa sognare e…ma cos’è quella lunga chioma bionda e quel body particolare? E’ una donna, e sta battagliando per portarsi a casa la medaglia più prestigiosa dei giochi olimpici…possibile? Presumibilmente questo rimarrà un sogno delle femministe più accanite, ma attenzione: esistono specialità sportive dove un sorpasso tra i sessi, pur rimanendo molto improbabile, non è così utopico. Addirittura uno studio del 1992, condotto da B.J. Whipp e S.A. Ward e pubblicato sulla rivista Nature, sosteneva che presto le donne avrebbero molto presto superato gli uomini a livello di primati del mondo. Questi studiosi si sono basati sulla progressione dei primati mondiali e hanno notato che quelli femminili sono migliorati più rapidamente nel corso degli anni. Non hanno però tenuto conto del fatto che la corsa dei record femminili è anche legata ad un discorso culturale di raggiunta parità tra i sessi, dato che solo in tempi recenti le donne hanno potuto gareggiare in tutte o quasi le specialità olimpiche storicamente riservate agli uomini. Per quanto riguarda la maratona, Whipp e Ward ipotizzarono che l’epico sorpasso tra i sessi sarebbe dovuto avvenire nel 1998. Tutto ciò non è accaduto, anche se c’è da dire che lo strabiliante record mondiale di maratona (2h15’) della britannica Paula Radcliffe è di assoluto livello, al punto che molte maratone maschili di medio livello potrebbero essere vinte con questa prestazione, e che nel 2003 la tenace biondina ha bagnato il naso a tutti i suoi connazionali maschi del suolo britannico, dal punto di vista del cronometro. A parte questo caso, negli ultimi anni la differenza tra uomini e donne è rimasta pressoché immutata ed è difficile immaginare ulteriori sostanziali avvicinamenti tra le prestazioni dei sessi. Ma perché le donne potranno difficilmente raggiungere le prestazioni maschili? In generale hanno meno “potenza del motore”, nel senso che i meccanismi con i quali viene prodotta l’energia per il movimento sono meno sviluppati, così come le masse muscolari, legate alla presenza di ormoni androgeni (come il testosterone) tipici del sesso forte. Inoltre la loro capacità di trasporto dell’ossigeno è mediamente minore, dato che la concentrazione media di emoglobina (la proteina trasportatrice di O2) è più bassa di circa 2g per 100ml di sangue, e quindi possono rifornire meno le cellule muscolari dell’elemento fondamentale per il funzionamento delle reazioni chimiche che portano alla liberazione di energia per via aerobica (cioè, appunto, in presenza di ossigeno). Infine le donne hanno anche un peso maggiore della “carrozzeria”, cioè presentano una percentuale più elevata di grasso corporeo e di tessuto scheletrico per ogni kg di peso corporeo. Non disperate però: tutto ciò non significa che il gentil sesso sia inferiore per quanto riguarda tutte le qualità fisiche che servono nello sport. Infatti, secondo alcuni studi si può ritenere che la donna sia superiore all’uomo per:- acquaticità, ossia la spesa energetica per muoversi in acqua, in relazione alla superficie corporea- flessibilità, ossia la capacita di aver maggior escursione angolare quando si muove un segmento corporeo nei confronti di un altro- elasticità muscolare- mobilizzazione degli acidi grassi- costo unitario della corsa, espresso per chilocalorie per ogni km percorso e per ogni kg di peso corporeo.Perciò possiamo concludere dicendo che, sebbene il sorpasso prestativo tra donne e uomini sia lontano e difficile da raggiungere, esistono i presupposti fisiologici per cui, soprattutto in alcune specialità sportive, il gentil sesso potrà limare la distanza che lo separa dai maschi.
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31\03\2005
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FONTE:http://www.vaol.it/home.jsp?idrub=8362
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Le donne sono più brave degli uomini nel riconoscere le facce
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L e donne si ricordano le facce meglio degli uomini, forse perché sono più interessate agli aspetti sociali del mondo. Lo dicono Jenny Rehnman e Agneta Herlitz che hanno chiesto a 212 persone svedesi, donne e uomini, di ricordare 60 facce di persone che gli erano state mostrate in precedenza. Le partecipanti donne si sono rivelate molto più brave degli uomini in questa performance, specialmente per i volti femminili. Gli uomini, al contrario, non si sono mostrati più bravi nel riconoscere volti maschili: anche loro hanno avuto migliori prestazioni nel riconoscimento di facce femminili. Comune a uomini e donne è invece la capacità di ricordare meglio i volti, relativi a soggetti adulti e bambini, del proprio gruppo etnico.
Rehnman, J. & Herlitz, A. (2007). Women remember more faces than men do. Acta Psychologica, 124, 344-355 via BPS
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20\05\2007
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FONTE:http://psicolinea.blogspot.com/2007/05/le-donne-sono-pi-brave-degli-uomini-nel.html
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Lo studio di una neuropsichiatra americana
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Parole, le donne ne usano il triplo dei maschi
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Il gentil sesso batte gli uomini 20 a 7 (mila) e mentre parla prova sensazioni paragonabili all'ebbrezza
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S AN FRANCISCO (Usa) – Luann Brizendine, neuropsichiatra e direttrice di una clinica di San Francisco, ha pubblicato in un recente libro – The Female Brain (Il cervello femminile) – gli ultimi risultati della sua attività di ricerca sulle differenze tra sessi ricondotte a differenze nella fisiologia cerebrale. Il testo, ambizioso nel suo disegno generale e dettagliato nell'esposizione dei risultati, confronta le differenze tra il cervello maschile e quello femminile e le riconduce alla vita intra-uterina. Dall'attività degli ormoni sessuali nella formazione del cervello del feto dipenderebbe quindi la differenza tra le due materie grigie. La Brizendine considera quindi il cervello dei maschi e quello delle femmine "diversi per natura", e larga parte di questa differenza sarebbe riscontrabile nelle attività emotive e comunicative, soprattutto quelle verbali.
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COMUNICARE LE EMOZIONI - «Le donne hanno un'autostrada a otto corsie per elaborare le emozioni, mentre gli uomini l'equivalente di un sentiero di campagna» sintetizza Brizandine; non c'è quindi da stupirsi nell'apprendere che in media le donne utilizzano il triplo delle parole proferite dagli uomini (20 mila contro 7 mila). E non ci si può sorprendere nemmeno del paragone che la neuropsichiatria avanza tra il piacere femminile della chiacchiera e la sensazione di soddisfazione tipiche dell'eroina: la chimica celebrale non è poi così dissimile secondo Brizendine. Inoltre le donne parlano più velocemente e impiegando più cellule cerebrali per farlo. La comunicazione però non si limita al solo parlare, ma anche all'ascolto, cosa di cui tiene conto anche il libro. Il testosterone, responsabile della silenziosità maschile, influisce anche sulla capacità di ascoltare il prossimo, limitandola. Forse un meccanismo di difesa – e di selezione naturale? – contro le chiacchierone. NON COMUNICARE I TABOO – C'è però un'area del cervello che è più sviluppata in quello maschile: la capacità di pensare al sesso. Qui la situazione si capovolge: «gli uomini hanno l'equivalente di un aeroporto internazionale per gestire pensieri sul sesso, mentre le donne una piccola pista d'atterraggio provinciale abilitata per i piccoli velivoli». E forse in questa ulteriore differenza per genere è da ricercarsi anche parte della differenza comunicativa, gli uomini pensano a cose di cui non si può parlare così frequentemente, e per cui bastano poche parole, nei casi più felici introduttive all'azione, negli altri alla solitudine.
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REAZIONE DEL MONDO ACCADEMICO – La ricezione del testo della Brizendine – che uscirà in Italia per i tipi di Rizzoli nel 2007 – non è stata unanimemente positiva nel mondo accademico; molti studiosi hanno avanzato critiche sulle tesi esposte, e considerano il ruolo del testosterone meno decisivo in termini di fisiologia cerebrale. Secondo questi studiosi le differenze tra le personalità maschili e femminili sono riconducibili al condizionamento sociale in cui gli esseri umani crescono. Deborah Cameron, professoressa di linguistica all'università di Oxford, pensa addirittura che non ci siano differenze di genere apprezzabili per quanto riguarda l'attività comunicativa verbale: "Se si raccolgono più dati e si aggregano più studi in materia si scopre che ci sono solo piccole differenze tra la quantità di parole proferite da uomini e donne". Ai due sessi ora il compito di discuterne, o di meditarci silenziosamente, a scelta.
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28\11\2006
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FONTE: http://www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2006/11_Novembre/28/donne_parole.shtml
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Donne più brave degli uomini a fare la spesa
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L ONDRA - Una ricerca americana, pubblicata nella rivista specialistica britannica "Proceedings of the Royal Society: Biological Science", afferma che le donne sarebbero più brave degli uomini a fare la spesa al supermercato. A quanto pare le donne, a parità di senso dell'orientamento, sarebbero più portate degli uomini a ricordare la collocazione dei cibi, e ad identificare i più nutrienti e ... (continua)
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23\08\2007
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FONTE:http://keypivot.com/donne-pi-brave-degli-uomini-fare-la-spesa
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Donne più brave, virtuose e laboriose ma anche in Piemonte sono il "lato B"
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L avorano di più e guadagnano di meno. Sono più brave a scuola, ma nella vita hanno più difficoltà a trovare una occupazione. Sono meno violente e più rispettose delle leggi, ma ciononostante la politica tende ancora ad emarginarle. Il primo «bilancio di genere» della Regione Piemonte mette in evidenza, con la forza dei numeri, quanto siano ancora forti le discriminazioni ai danni delle donne. Anche in una regione come la nostra, che pure è nel complesso migliore, per le pari opportunità, rispetto al resto di Italia. La forza dei numeri, si diceva. In Piemonte le donne continuano a guadagnare in media il 24 per cento in meno degli uomini: insomma stipendi ridotti di un quarto nonostante la stessa ricerca (condotta dall'Ires e presentata ieri mattina dall'assessore Giuliana Manica) dimostri che quasi tutte le donne piemontesi (il 94,6 per cento di quelle sopra i quindici anni), oltre all'occupazione fuori casa ne abbiano un'altra altrettanto impegnativa (se non di più) tra le mura domestiche: cui dedicano 5 ore e 15 minuti al giorno, mentre i maschi al «lavoro familiare» ne dedicano in media 2 e 26 minuti. Meno della metà. Forse è proprio per questo che, nonostante lavori il 56 per cento delle donne piemontesi e tra gli occupati siano quasi la metà del totale (il 42,5 per cento), nei ruoli che contano ce ne sono poche. Più di un tempo, certo, ma sempre poche: è femmina solo il 20 per cento degli amministratori pubblici, il 21 per cento dei dirigenti e il 25 per cento dei ricercatori. Freni che, spiegano gli autori dello studio, «rallentano il contributo delle donne al sistema economico, ma danneggiano anche lo sviluppo dell'intero sistema». Già, perché il gentil sesso è discriminato nei ruoli di potere nonostante sia più rispettoso delle leggi e meno violento: nella nostra regione sono maschi il 96 per cento dei carcerati e il 78 per cento dei morti in incidenti stradali. Gli uomini sono anche più propensi a suicidarsi (73 per cento del totale, con una incidenza ancora maggiore nelle fasce di età più anziane). E infine sono anche più «asini» a scuola: si sapeva da sempre che le ragazze erano più brillanti, ma la cifra di 65 per cento di maschi tra i bocciati taglia ogni discussione. Infine sono ancora gli uomini ad essere meno attenti alla propria salute: tra i maschi il 40,3 per cento è in sovrappeso, tra le donne solo i 24,3. Fuma il 27,7 per cento degli uomini, solo il 16,6 delle donne. Beve alcool fuori pasto il 30 per cento dei maschi e il 15 delle femmine. Un quadro che, pur in miglioramento, richiede ancora tempo e molti interventi per raggiungere un vera parità: per questo la Regione, oltre all'assessorato ad hoc, sta per varare una legge sulle pari opportunità che non riguarderà solo uomini e donne, ma tutte le possibili discriminazioni. Legge che è in commissione e che nei giorni scorsi la presidente Mercedes Bresso ha sollecitato a sbloccare con una «irrituale» lettera al presidente della stessa, Reschigna (Pd). Per le politiche sulle pari opportunità poi il Piemonte ha stanziato ben 13,5 milioni di euro. «Un Piemonte aperto, tollerante, innovativo è l'impegno che il nostro governo regionale ha preso con i cittadini» spiega Bresso. «La nostra regione - aggiunge l'assessore Manica - è un laboratorio permanente su questi temi. Il bilancio di genere è una delle sperimentazioni che intendiamo far diventare un allegato sistematico al bilancio economico dell'ente».
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18\12\2007
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FONTE:http://www.affariregionali.it/RassegnaStampa/SchedaRassegna.aspx?idRassegnaStampa=4198
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Donne in sala operatoria
Più brave, e più discriminate
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N ella settimana dedicata alle “pari opportunità” val la pena raccontare la vita difficile delle dottoresse che hanno scelto un “mestiere da maschi”. All’ospedale San Timoteo sono quattro, tutte stimate e ricercate dai pazienti. Ma costrette a fare i conti con una sorta di legge non scritta che in corsia le considera inadeguate rispetto ai colleghi. Ecco le loro storie e le peripezie per conciliare un lavoro duro e le necessità familiari
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di Giulia Cannito
Il dottor James Barry, chirurgo militare inglese, fu il primo a eseguire con successo un parto cesareo. Laureatosi a soli 17 anni, stimatissimo e famoso per le sue doti professionali, dimostrate ampiamente durante le guerre napoleoniche, morì nel 1865. E solo allora si scoprì che quello che tutti chiamavano “the beardless lad”, il ragazzo senza barba, altri non era che una donna. Lo aveva tenuto nascosto perché la sua professione, quella di chirurgo appunto, era praticamente interdetta all’universo femminile. Visto che questa è la settimana dedicata alle “pari opportunità” sarebbe bello poter raccontare che quella della dottoressa “James Barry” è una storia dimenticata dal tempo e superata dagli eventi. Purtroppo non è così. Sono passati centocinquanta anni, ma quella sorta di divieto a entrare nel mondo della chirurgia per le donne – non teoricamente, ma nella sostanza – in qualche modo ancora sopravvive. Sono i numeri a dirlo. Secondo una ricerca condotta l’anno scorso dall’Acoi (Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani), il numero di laureate in medicina supera di gran lunga quello dei colleghi maschi e in chirurgia la crescita delle donne rispetto al passato è così vistosa che nei prossimi dieci anni il numero dei camici verdi al femminile potrebbe persino triplicarsi. Nonostante ciò le iscritte all’Acoi e alla Sic (Società Italiana di Chirurgia) sono tuttavia poche – tre anni fa erano 783 - appena un decimo dei colleghi maschi. Fra queste, quelle che ricoprono incarichi dirigenziali non sono neppure l’1 per cento degli iscritti, e ancor meno quelle che insegnano all’Università. Un quadro sconfortante, in particolare se si scopre che oltre il 50 per cento delle professioniste denuncia episodi di mobbing durante e, soprattutto, all’inizio della carriera. Non si tratta solo delle solite squallide molestie sessuali, ma di vera e propria emarginazione professionale. Alcuni esempi? Ridotta (forzata) partecipazione alle sedute operatorie, esecuzione di interventi limitati alla chirurgia di superficie, difficile ingresso in uno staff chirurgico dove spesso i maschi vengono preferiti a parità di curricola e preparazione specifica. Questo perché molto diffusa, in un ambiente ancora troppo maschilista, l’opinione che una donna non sia in grado di prendere decisioni rapide o di affrontare interventi di chirurgia maggiore, ai quali può prender parte, purché non si tratti di eseguirli, come si dice in gergo, “in prima”. Anche a Termoli la situazione è simile? Al San Timoteo se ne contano appena quattro, che operano nei reparti di chirurgia, ortopedia, otorinolaringoiatria e ginecologia-ostetricia. «E’ un lavoro duro, difficile. Puoi rischiare di trascorrere giornate intere in ospedale, specialmente quando sei reperibile. Spesso la seduta operatoria finisce alle quattro, poi c’è l’ambulatorio o la visita pomeridiana in reparto». Parole di Mirella Esposito, 47 anni, chirurgo d’urgenza. Da circa un anno e mezzo lavora in Chirurgia Generale, dopo un lungo periodo in Pronto Soccorso. «Ho frequentato la Chirurgia per più di dieci anni, compresi quelli della specializzazione, come volontaria. Era dura anche allora, senza le stesse responsabilità. Adesso, con un marito e un figlio di 8 anni, la vita è certamente più complicata, ma la mia famiglia mi aiuta ad andare avanti. Non è facile conciliare il lavoro con gli affetti». Anna Cordisco, sposata, due figlie, una all’Università, ortopedico ormai da quasi vent’anni: «In famiglia bisogna organizzarsi e collaborare, avere spirito di sacrificio e disponibilità a dare una mano. Quando torno tardi dal lavoro mio marito ha già cucinato. Dopo vent’anni di matrimonio non ho ancora divorziato» ride. Continua: «Il confronto con i colleghi è sempre difficile, conflittuale. Una donna deve rendere conto, dimostrare quello che sa e vale, e spesso non le viene riconosciuta alcuna professionalità. Nessuno ti dice brava, anche quando i fatti ti danno ragione. Non che uno voglia dei complimenti, perché facciamo solo il nostro dovere. La donna poi non ha pretese di avere sue opinioni: si documenta, studia, cerca di portare nel suo lavoro l’esperienza altrui, ne fa tesoro. E’ molto più precisa e capace di utilizzare quell’intuito clinico che l’eccessiva razionalità maschile mette qualche volta da parte». E il rapporto con i pazienti? «I pazienti si fidano. Noi donne siamo più aperte e sensibili» è la dottoressa Esposito ad intervenire «Alcuni parlano apertamente di problemi che non confiderebbero a un maschio. E nessuno ha mai rifiutato di essere operato. Del resto il professor Veronesi tempo fa ha detto che si farebbe tranquillamente operare da una donna». Mirella Esposito e Anna Cordisco sono concordi nel proporre una migliore organizzazione del lavoro di sala e di corsia. Non può che giovare ai pazienti e alla vita privata di chi svolge un’attività così impegnativa, e questo non è un problema di genere. «Non sarebbe una cattiva idea quella di creare in ospedale un asilo, dove poter seguire i propri figli, come succede in altre realtà» propone la dottoressa Cordisco. «Le donne chirurgo ne sarebbero felici, come ogni mamma che lavora in ospedale». Professione difficile e rischiosa, dunque, sotto molti punti di vista. Ma la rifarebbero se tornassero indietro. «Senza dubbio» risponde Mirella Esposito «Uno dei problemi da affrontare è spiegare a mio figlio in cosa consiste il mio lavoro e lui è molto interessato a ciò che fa la mamma. Certo occorre essergli vicina il più possibile. Fare il chirurgo è impegnativo ma può dare grandi soddisfazioni». Anche se c’è molta competizione e talvolta scarsità di risorse, materiali e umane. Specialmente adesso che la sanità molisana sta vivendo un stagione critica e carica di incertezze.
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18\06\2007
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FONTE:http://www.primonumero.it/attualita/primopiano/articolo.php?id=3276
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Donne piu' brave ma escluse dal lavoro
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Più brave e studiose dei maschi, ma meno occupate e peggio pagate. Il Rapporto ISFOL 2007 conferma la tendenza negativa dell'occupazione femminile nel 2006 in Italia, nonostante il quadro relativamente positivo del mercato del lavoro.
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C ome tutti gli anni, l'ISFOL, Istituto per la Formazione e l'Orientamento dei Lavoratori, ha pubblicato il Rapporto sulla situazione italiana nel campo della formazione e del lavoro nell'anno 2006.È un quadro a luci e ombre. Alcuni indicatori positivi, come il tasso di disoccupazione al minimo storico del 6%, con una significativa riduzione di quello giovanile, e il numero degli occupati oltre la soglia anch'essa storica dei 23 milioni, vengono in parte controbilanciati dall'espansione del lavoro dipendente a termine, ormai vicino al 10% del totale, e delle altre forme di lavoro precario, dato che circa metà dei nuovi posti di lavoro non è stabile, oltre che dalla persistente disparità territoriale emblematicamente rappresentata dalla costante flessione dei tassi di partecipazione al lavoro, già peraltro ai minimi europei, nel Mezzogiorno.
Ma l'insieme di dati più contraddittorio e preoccupante ancora una volta riguarda la posizione delle donne nel mondo del lavoro.Il tasso di occupazione femminile si attesta poco sotto il 47%. Ciò vuol dire che l'obiettivo di Lisbona del 60% al 2010 non sarà raggiunto dall'Italia, stante anche il fatto che la propensione al lavoro delle donne tende costantemente a diminuire: sono quasi 10 milioni le donne in età lavorativa che, scoraggiate, non cercano un impiego, mentre gli uomini in questa condizione sono circa la metà.
Ma soprattutto si accentua un paradosso ormai consolidato della tradizione nazionale: le donne sono più brave a scuola, ma sul lavoro fanno molta più fatica dei loro colleghi maschi ad affermarsi, in termini di stabilità, retribuzione e carriera.Il Rapporto ISFOL 2007 conferma la maggiore propensione femminile allo studio. La migliore resa scolastica delle donne emerge già dai dati sulla dispersione scolastica: nel 2006 il tasso di dispersione femminile tra la popolazione 18-24enne è del 17,3%, mentre quella maschile arriva al 24,3%. Ancora più eloquenti i dati relativi ai risultati raggiunti dalle ragazze sia nella scuola secondaria sia in ambito accademico: complessivamente, nell'anno scolastico 2005-2006, il 76,9% delle giovani studentesse ha conseguito un diploma di scuola secondaria superiore, contro il 65,4% dei maschi, mentre, a livello universitario, dei complessivi 161.445 studenti che, nel 2006, hanno conseguito una laurea di primo livello, il 57,3% è costituito da donne.
A fare da contraltare a questi successi nel campo dell'istruzione i dati sull'occupazione femminile, che oltre mostrano un ulteriore, seppure lieve, deterioramento anche qualitativo della condizione delle donne nel mercato del lavoro. Nel 2006 solo il 36,7% delle nuove occupate è stato assunto con un contratto a tempo indeterminato (contro il 41,4% del 2005) e, rispetto all'anno precedente, sono cresciuti invece gli accessi mediante lavoro a termine (36,2) e a progetto (6,4%).Si può quindi affermare che la maggior parte dei part time, quindi, è di natura involontaria.Appare problematico, poi, non solo il primo inserimento al lavoro, ma anche il ritorno a un impiego dopo i periodi di maternità: nel 2006 in seguito alla maternità ben una donna su nove è uscita dal mercato del lavoro, in due terzi dei casi per esigenze di cura e assistenza alla prole e per un terzo a causa di motivazioni legate al tipo di contratto di lavoro. Il tema della conciliazione dei tempi di lavoro con i tempi extra lavorativi rappresenta un fattore determinante per la partecipazione femminile.Dall'indagine ISFOL-Plus che affianca la rilevazione statistica con interviste qualitative a un campione di oltre 40'000 lavoratori, emerge che il 67% delle donne ritiene il proprio orario di lavoro "troppo lungo" per essere conciliabile con gli impegni familiari. D'altronde oltre l'80% dei lavoratori part-time è costituito da donne e, nella stragrande maggioranza dei casi, si è trattato di una scelta "obbligata", che incide fortemente sulla retribuzione, nonché sulle prospettive di carriera.Il differenziale retributivo medio tra donne e uomini è pari al 25% in termini di monte salari e al 15,8% a parità di contratto e di livello di inquadramento, un dato questo in leggero miglioramento sugli anni precedenti, mentre le donne con ruoli dirigenziali sono il 22% contro il 38,5% degli uomini, anche se oggi le donne accedono a posizioni "di comando" in tempi più rapidi rispetto agli uomini.
"La strada per la risoluzione del gap con l'Europa - conclude il documento dell'Isfol - passa non solo attraverso la creazione di nuove opportunità per le donne che entrano per la prima volta o rientrano nel mercato del lavoro dopo un periodo di inattività, ma anche attraverso la comprensione degli ostacoli alla partecipazione femminile e il contrasto dei fenomeni di abbandono".
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29\11\2007
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FONTE:http://www.kila.it/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=1486
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Per Harvard le donne sono migliori giocatrici d’azzardo
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I n un recente progetto condotto da ricercatori della scuola di medicina di Harvard, è stato rilevato che le giocatrici femmine che scommettono grosse puntate hanno maggiore successo e molte più frequenti vincite dei loro pari quando scommettono in eventi sportivi.
Gli studi fatti utilizzano i dati forniti dalla compagnia di gioco on line austriaca Bwin.com. Il progetto ha campionato 40499 persone ed ha rilevato che le donne sono più efficaci nelle scommesse sportive degli uomini.
Il progetto è stato parzialmente finanziato dalla BWIN e sarà reso pubblico presto. Un gran numero di interessanti conclusioni sono state ricavate durante questi otto mesi periodo del progetto. I giocatori sono stati studiati in un periodo di 8 mesi durante il 2005. Le donne sono state sorprendentemente trovate vincere in media il 15% in più. Le donne sono inoltre risultate avere 50% meno probabilità di perdere le loro puntate.
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02\08\2007
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FONTE:http://www.newrouge.org/per-harvard-le-donne-sono-migliori-giocatrici-d’azzardo.html
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Donne al comando = migliori risultati
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Q uattro anni di studio (Management Issues) sulla correlazione tra composizione del board e risultati economici delle grandi aziende americane hanno dimostrato l'esistenza di una marcata correlazione tra risultati finanziari e presenza di donne nel board dell'azienda: le aziende con la maggior presenza femminile tra il management hanno risultati di oltre il 50% migliori delle altre. Non vengono esplicitate relazioni con il mercato in cui operano le aziende, ma in alcuni casi questo è sicuramente un fattore importante.Sono diversi i settori, probabilmente la maggior parte, in cui il mercato di riferimento è femminile: avere tra i manovratori qualcuno che lo capisce dall'interno sicuramente non può che fare bene.Credo però che il discorso sia più generale, in termini di apertura mentale: le aziende più aperte hanno maggiore indipendenza, innovazione, una governance migliore; tutti fattori che conducono a migliori risultati economici.E in un mercato in cui le donne ai posti di comando sono sempre una ristretta minoranza, è ancora necessario parlare di apertura per definire chi le promuove al comando.
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06\10\2007
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FONTE:http://actvalue.blogspot.com/2007/10/donne-al-comando-migliori-risultati.html
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LE RAGAZZE GIOCANO AI VIDEOGAMES PIU' DEI MASCHI
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G li Americani sono controtendenza.Un sondaggio dell’altra settimana ha rivelato che il 44% delle donne intervistate possiede una console come l’ Xbox, Playstation o Nintendo Wii, la percentuale di uomini che possiede una di queste console resta ferma al 39%.Nonostante il campione di gente intervistata non sia indicativo dell’intera popolazione, il sondaggio non è per niente sorprendente, basta recarsi su Yahoo Giochi o comunity online per capire che il numero di partecipanti femminili è in costante aumento.Il risultato certo è che i sviluppatori di giochi dovranno cominciare a tener conto del settor femminile abbandonando pian piano lo stereotipo del giocatore medio (americano) che è un’uomo dai 18 ai 34 anni, single e bianco.
Microsoft è gia corsa ai ripari, sono in arrivo entro breve dei wireless controllers color rosa per l’Xbox 360, ciò dovrebbe aumentare l’appeal presso il pubblico femminile….
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04\10\2007
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FONTE:http://www.italiasw.com/le-ragazze-giocano-ai-videogames-piu-dei-maschi/
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Le donne navigano di più
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da : Aldo Ascenti
S ECONDO UN SONDAGGIO condotto dalla società di ricerche eMarketer.com , negli Stati Uniti le donne hanno una dipendenza da Internet maggiore rispetto agli uomini, in barba ai luoghi comuni sull’argomento.
La ricerca calcola che nel 2007 si raggiungeranno i 97,2 milioni di utenti web di sesso femminile, con un’età dai tre anni in su, pari al 51,7% dell’intera popolazione online. I ricercatori stimano che entro il 2011 saranno online circa 109,7 milioni di americane, ovvero il 51,9% del totale online.
Non è solo eMarketer a sostenere che la maggioranza degli utenti di Internet è costituita da donne: anche secondo Arbitron e Edison Media Research le donne rappresentano il 53% della popolazione ultraventenne in navigazione. Per quanto riguarda i teenager, comScore calcola che le ragazze costituiscono ancora la maggioranza, sebbene più risicata, con il 50,6% del totale.
In base a una notizia forse connessa, le donne sono più curiose degli uomini quando si trovano davanti immagini erotiche. Secondo il test, alle donne piace esaminare quelle parti del corpo umano che di solito vengono oscurate in TV nella fascia protetta, mentre gli uomini passano più tempo a guardare il viso delle donne.
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16\04\2007
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FONTE:http://www.theinquirer.it/2007/04/16/le_donne_navigano_di_piu.html
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POKER E DONNE: QUESTIONE DI INTUITO E SENSIBILITA'
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L'intuito femminile nel texas holdem.
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I l gioco del poker è tradizionalmente dominato dagli uomini. Ma negli ultimi tempi anche il gentil sesso ha iniziato a riscuotere notevoli risultati sul tavolo verde, sia terrestri che online. Molte società che hanno intuito questa nuova tendenza, hanno infatti iniziato a inviare messaggi promozionali destinati proprio alle donne, che sono in genere ritenute più fedeli degli uomini e che quindi potrebbero più verosimilmente concentrarsi su una o due poker rooms fidate piuttosto che andare continuamente a caccia di bonus. I tornei reali dedicati solo alle donne stanno ugualmente aumentando di numero e dimensioni. In molti si sono interrogati sulla differenza di gioco che esiste tra l'uomo e la donna e cosa renda il gentil sesso, in alcuni casi, più forte al tavolo verde. Secondo alcuni studiosi, le donne sarebbero più intuitive e sensibili degli uomini, i quali, a loro volta, sono più propensi a ricorrere più alla logica e al ragionamento. Un valore aggiunto, quello di affidarsi maggiormente alle proprie sensazioni, che renderebbe le donne più capaci nel sentire le debolezze degli avversari. Certo è che se così fosse, le giocatrici femminili sarebbero imbattibili. In realtà il miglioramento che farebbe fare il salto di qualità ad una donna è la capacità di giocare in modo aggressivo. L'abilità di cambiare marcia al tavolo in riferimento al gioco dell'avversario è infatti basilare.
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12/01/2008
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FONTE:http://www.pokertexano.com/pt1/modules/news/article.php?storyid=365
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Il cervello delle donne funziona meglio nei tempi brevi
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I n un arco di tempo breve il cervello delle donne sembra essere più veloce nel trovare delle soluzioni rispetto a quello degli uomini. Lo studio che ha portato a questa conclusione è stato coordinato da due ricercatori della Vanderbilt University, Stephen Camarata e Richard Woodcock, la ricerca durata circa 4 anni, dal 1997 al 2001, ha coinvolto ottomila persone di entrambi i sessi comprese fra un'età di 2 e 90 anni.
Osservando i risultati relativi allo studio pubblicati sulla rivista americana "Intelligence", i ricercatori evidenziano che le capacità intellettuali fra i due sessi sono simili ma si riscontra una netta prevalenza delle donne in quelle situazioni dove il cervello è costretto a lavorare in un tempo prestabilito e limitato, questa differenza è risultata particolarmente marcata soprattutto nella fase preadolescenziale e negli adolescenti.
Secondo i ricercatori, questo aspetto è molto importante e andrebbe preso in considerazione dagli insegnanti in quelle situazioni dove bisogna valutare gli studenti. Nella maggior parte dei casi si effettuano dei test o delle interrogazioni dove il tempo è un elemento influente nello svolgimento della prova. Per poter dare una valutazione equilibrata, soprattutto quando vengono messi a confronto maschi e femmine, bisognerebbe tenere in considerazione queste differenze ed esaminare l'abilità di una persona in situazioni diverse dove ad esempio il tempo non sia un elemento cruciale del test.
Una delle conclusioni a cui sono arrivati gli studiosi è che in linea di massima si riscontrano dei risultati scolastici migliori per le donne proprio perché la maggior parte dei test e delle interrogazioni si svolgono sotto la pressione del tempo.
Camarata evidenzia come la velocità di elaborazione non è relativa ad esempio ai tempi di reazione o all'abilità di giocare ai videogame, ma è piuttosto la capacita di portare a termine in modo efficiente ed accurato un compito di moderata difficoltà in un arco di tempo prestabilito.
Attraverso un confronto delle varie fasce di età si è notato che i bambini dell'asilo presentano delle capacità di elaborazione molto simili, man mano che crescono e si osservano i dati relativi a elementari, medie e superiori, le ragazze mostrano un efficienza maggiore registrando di conseguenza dei risultati migliori nei compiti scolastici.
Anche se i maschi hanno ottenuto in linea di massima dei punteggi più bassi nei test adibiti a misurare la velocità di elaborazione, sotto altri punti di vista si sono riscontrate delle capacità più sviluppate come ad esempio le abilità verbali, la conoscenza dei sinonimi e delle analogie verbali, un aspetto che smentisce l'idea diffusa che vuole le femmine più precoci nello sviluppo della comunicazione.
Le ricerche verranno ora approfondite e si esaminerà l'attività celebrale attraverso l'ausilio della risonanza magnetica, in questo modo gli esperti sperano di capire quali aree del cervello sono maggiormente coinvolte quando si è costretti a ragionare con i minuti contati.
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FONTE:http://www.universonline.it/_scienza/articoli_med/06_04_27_a.php
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In medicina meglio le donne?
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Le iscritte alla Facoltà di Medicina sono già il 60%
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G rande preoccupazione - in vista del convegno della Federazione degli Ordini dei medici in programma a Caserta - per il futuro degli ospedali. Maurizio Bennato, vicepresidente della Fnomceo, dice: "Affrontiamo in modo diverso il futuro, altrimenti alcune specialità, soprattutto quelle che oggi sono monosex, andranno in crisi". Precisa: "Sono molto favorevole alle donne medico, ma non nascondo una certa preoccupazione".
Stupisce la dichiarazione al Corriere della Sera di Vincenzo Mirone, presidente della Società italiana di Urologia: "Ammettiamolo - dice - noi maschi non ci faremmo mai controllare la prostata da una lei, né gradiremmo che una mano femminile ci prescrivesse un farmaco per l'impotenza".La conclusione è una sola. Benvengano le donne in ospedale. Perché loro, dai ginecologi uomini, si fanno visitare eccome. Dimostrando, per la salute, di saper andare oltre la differenza di sesso, guardando la professionalità.
Non sarà invece che i dottori uomini temono una perdita di ruolo? Anche nei raparti dove ci sono più donne che uomini è difficile trovare una donna ai vertici. "Le donne, rispetto ai colleghi uomini - sostiene Marta Scorsetti, direttore della Radioterapia dell'Istituto Humanitas di Rozzano - hanno una maggiore attitudine alla medicina, sensibilità e capacità di creare empatia con il malato".
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26\09\2007
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FONTE:http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=12&ID_articolo=131&ID_sezione=4&sezione=
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Microcredito per i paesi poveri: donne più generose degli uomini
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Pubblicato da Eleonora
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C osa significano microcredito e microfinanza? E quali sono le forme di finanziamento più adeguate per i paesi poveri?
Mondoeconomico spiega che queste tematiche sono tornate alla ribalta l'anno scorso con Muhammad Yunus (nella foto), economista del Bangladesh, che grazie alla sua creatura, la Grameen Bank, è stato insignito del Nobel per la pace, proprio per aver consentito a tante persone, grazie ai programmi di micro credito, di uscire dalla povertà.
La micro finanza consiste nella erogazione di credito, per piccole somme di denaro, ai più poveri, consentendo loro di avviare una propria iniziativa imprenditoriale, procurandosi i mezzi necessari che, altrimenti non potrebbero permettersi di acquistare. Il tasso di interesse applicato è alto, per garantire una adeguata rimuneratività dell'attività di finanziamento, mentre il livello delle sofferenze è basso, al contrario di ciò che si potrebbe pensare.
Certo, non è sufficiente erogare il denaro a chi ne ha bisogno, è anche necessario educare i percettori ad un suo uso responsabile, perché queste erogazioni vadano seriamente a finanziare lo sviluppo. E da questo punto di vista le donne si sono rivelate più affidabili degli uomini. Esse sono generalmente più responsabili nella gestione delle risorse che hanno a disposizione, anche perché di solito su di esse gravano le responsabilità di mandare avanti la famiglia, facendone quadrare il bilancio.
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22\10\2007
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FONTE:http://economiaefinanza.blogosfere.it/2007/10/microcredito-per-i-paesi-poveri-donne-piu-generose-degli-uomini.html
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Donne più presenti nei media? Le mentalità stanno cambiando
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D urante le Elezioni federali 2003 la presenza di donne e uomini nei mass media si è differenziata sia dal profilo quantitativo che qualitativo. Lo dimostrano i risultati di un’analisi delle trasmissioni radiofoniche e televisive: le candidate hanno goduto di un tempo di parola proporzionalmente inferiore, sono state più riservate e hanno preso posizione sulla politica sociale con maggior frequenza degli uomini. Eppure, in confronto alle Elezioni del 1999, la presenza di candidate e giornaliste sulle reti SRG SSR è nettamente aumentata. Nelle redazioni della SRG SSR si è dunque verificato un cambiamento di mentalità che sta portando i suoi frutti.
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Durante le Elezioni federali 2003, le candidate hanno potuto esprimersi di meno dei loro omologhi maschi negli spazi elettorali alla radio e alla televisione. In percentuale, il tempo a loro disposizione è stato nettamente inferiore a quello dei candidati e non proporzionale alla quota di candidate: a fronte del 35% di donne in lizza per il Consiglio nazionale e il Consiglio degli Stati, il tempo d’antenna alla televisione e alla radio è stato appena, rispettivamente, del 29% e del 27%.
Il dato riferito alle reti SRG SSR supera di gran lunga quello delle emittenti private. È quanto dimostra lo studio condotto da Sonja Stalder, massmediologa, a richiesta della SRG SSR idée suisse, della Commissione federale per le questioni femminili e dell’Ufficio federale delle comunicazioni, sotto la direzione del Servizio di ricerca SRG SSR. Imperniato sui programmi elettorali delle reti radio-tv SRG SSR e di alcune emittenti private, lo studio permette di tracciare paralleli con la prima edizione del 1999. Con quale esito? Seppur non ottimale, nel 2003 la percentuale di donne negli spazi elettorali è stata senz’altro migliore di quattro anni prima. «La presenza nei media costituisce un criterio essenziale per il successo delle donne e degli uomini in politica». È questo il commento di Chiara Simoneschi-Cortesi, Presidente della Commissione federale per le questioni femminili. «I risultati sono rallegranti sotto vari aspetti».
Cresce la percentuale di donne sulle televisioni SRG SSR
Le candidate hanno goduto del maggior tempo di parola sulle reti TV della SRG SSR: 42% alla Schweizer Fernsehen DRS (SF DRS), 32% alla Télévision Suisse Romande (TSR) e 27% alla Televisione svizzera di lingua italiana (TSI). La presenza delle donne sul piccolo schermo è stata valutata da equilibrata a ottima, con un tempo di parola proporzionale alle candidature femminili della rispettiva regione linguistica. Rispetto al 1999, anzi, i volti femminili sono aumentati su tutte le televisioni SRG SSR. «Nei nostri programmi, la parità è una cosa naturale », ricorda Ueli Haldimann, caporedattore di SF DRS, mentre André Crettenand, suo omologo TSR, segnala un cambiamento di mentalità: «Negli ultimi anni si è capita l’importanza della parità nel giornalismo e nei dibattiti politici».
Alla radio le candidate hanno beneficiato di un tempo d’antenna medio del 27%. Tra le emittenti SRG SSR, Rete Uno è stata l’unica a superare la percentuale di candidate della propria regione linguistica. Ma se il tempo di parola delle ospiti di Rete Uno è aumentato rispetto al 1999, è leggermente calato su La Première e DRS1. «L’obiettivo è una percentuale equilibrata di donne», fa notare Marco Färber, caporedattore di SR DRS. «Per le interviste, abbiamo sempre chiesto ai partiti di mandare una candidata e un candidato. Ma nessuno può obbligarli».
Altre differenze: campagna elettorale e stile di comunicazione
I temi principali affrontati da candidate e candidati sono stati la politica sociale e la campagna elettorale. Più degli uomini, tuttavia, le donne hanno dedicato gran parte del proprio tempo d’antenna alla politica sociale, nei programmi radiofonici ma soprattutto in televisione. Lo studio non dice però se a sollevare l’argomento sono state le candidate stesse o se invece queste domande sono state poste con più insistenza alle donne.
Uno stile di comunicazione «al maschile» è stato notato solo in televisione. Gli uomini, infatti, prendono la parola più attivamente e si fanno interrompere di meno dai presentatori.
Presenza differenziata tra giornaliste e giornalisti.
Nelle trasmissioni televisive, il tempo medio di parola delle giornaliste è di un terzo. Le differenze tra singole reti TV sono notevoli: a parte la TSR, le giornaliste erano sottorappresentate. Un fenomeno analogo si riscontra in quasi tutte le emittenti radiofoniche, dove il tempo di parola delle giornaliste è stato di un quarto. DRS1 è l’eccezione che conferma la regola, con un tempo di parola identico tra presentatrici e presentatori. « Le interviste erano sempre condotte da una presentatrice e da un presentatore » , spiega il caporedattore Marco Färber. Dal canto suo Roberto Antonimi, caporedattore della Radio svizzera di lingua italiana (RSI), conferma l’importanza di affidarsi a delle intervistatrici, più sensibili, per sviscerare certe tematiche.
Il 9 marzo scorso i caporedattori della SRG SSR, riuniti in seduta nazionale, hanno espresso soddisfazione per i risultati dello studio, in linea con il loro desiderio di rappresentare equamente giornaliste e donne in politica. Detto questo, non è il momento di riposarsi sugli allori. «L’effort doit être constant», ha rammentato André Crettenand della TSR.
Contatti
Katrin Hemmer, Comunicazione aziendale SRG SSR idée suisseTel. 031 350 93 39; katrin.hemmer(at)srgssrideesuisse.ch
Claudia Weilenmann, Commissione federale per le questioni femminiliTel. 031 324 93 26; claudia.weilenmann(at)ebg.admin
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16\03\2005
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FONTE:http://www.srg-ssr.ch/125.0.html?&L=2&tx_ttnews%5Btt_news%5D=237&tx_ttnews%5BbackPid%5D=8&cHash=cc38ebe921
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Multitasking: donne meglio degli uomini
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I l multitasking è rosa: 6 persone su 10 ritengono che le donne sono più portate degli uomini a svolgere diverse attività contemporaneamente. E' quanto emerge da un sondaggio on line condotto da Nokia a livello mondiale che ha visto la partecipazione di oltre 5mila persone.
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24\11\2007
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FONTE:http://www.abclink.it/forum/costume/9335-multitasking-donne-meglio-degli-uomini.html
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Le donne ricordano i sogni più degli uomini
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L e donne ricordano i sogni più degli uomini: 80 donne su 100 non li dimenticano mentre gli uomini che li ricordano sono solo il 52%. Questo è il risultato di un sondaggio effettuato dal mensile Focus tra i suoi lettori. Le risposte sono state 2500 (1562 donne e 938 uomini). Questo dato, però, ha un valore solo indicativo poiché il sondaggio è aperto a tutti e non a un campione predeterminato per rappresentare la popolazione italiana. Nella maggior parte dei casi, i sogni ricorrenti più diffusi sono fantasie di sesso: lo afferma il 62,5% degli uomini e il 47,5% delle donne. Curioso è il dato sui sogni premonitori che sono una realtà per il 74% dell'intero campione.
Tra i maschi che li hanno avuti prevalgono sogni che preannunciano fortune o vincite, mentre tra le donne prevalgono le premonizioni di disgrazie. Per la maggior parte degli intervistati i sogni sono soprattutto uno sfogo di desideri repressi.
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14\01\2008
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FONTE:http://donna.tiscali.it/articoli/08/gennaio/14/sogni_ricordo_123.html
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LE DONNE ITALIANE LAVORANO ANCHE UN'ORA PIU' DEGLI UOMINI
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Che l'Italia sia un paese maschilista, non è una novità. Ma del fatto che uomini e donne covino tanto rancore gli uni contro gli altri, si parla poco. Forse perché ai livelli intermedi questo è meno evidente, o forse perché, appunto, in Italia le donne tutto sommato accettano la cultura dominante. Dovrebbero rovesciare i tavoli, invece sorridono e vanno avanti. Lavorano in media 8 (otto) ore al giorno, contro le 6,5 (sei e mezza) di un uomo. Attenzione, parliamo di medie, e mai come in questo caso le medie possono essere inique. Io per esempio, lavoro circa 13 ore al giorno in ufficio, e non saprei proprio stimare quante ore possano essere considerate "lavorative" anche fuori. In realtà lavoro anche nel presunto tempo libero. E così molte delle donne che conosco, perché chi ha un lavoro retribuito, in più si occupa anche di marito, figli e (spesso) di uno o più anziani genitori. Naturalmente, sia in ufficio che a casa ti faranno anche sentire in colpa perché non dedicherai tutte, ma proprio tutte, le tue energie a uno solo dei due lavori. Rispetto agli altri paesi europei, invece, gli uomini italiani sono quelli che si occupano meno della casa. In Europa e negli Usa gli uomini dedicano alla famiglia 2,7 ore al giorno, le donne invece 4,5 ore. Il totale, in questa media internazionale dei paesi sviluppati, è uguale per uomini e donne: 7,9 ore al giorno,In Italia, come abbiamo visto, c'è invece una grande differenza nel monte ore totale. E se si considera solo il lavoro domestico, le donne vi si dedicano per un tempo quasi triplo rispetto a quello degli uomini.Ma questa è la norma nei paesi in via di sviluppo. Nel Benin, nelle Mauritius e in Madagascar "il tempo di lavoro e le responsabilità familiari delle donne sono quasi il doppo degli impegni maschili". Questa è la sintesi di una ricerca di tre economisti, Burda (Berlino), Hamersheth (Texas) e Weil (Bruxelles), dal titolo "Total work. Gender and Social Norms" a cui potete arrivare da qui.
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10\11\2007
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LE DONNE COMPRANO PIU' DEGLI UOMINI
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Ed è sorpasso signori: il cosiddetto sesso debole ormai è distante anni luce da tale “limitazione” e sovrasta l’uomo in molte categorie e ambiti… anche in quelli più impensabili, che sembrano prerogativa maschile. Ad esempio l’hitech: insomma è luogo comune pensare che la maggior parte delle donne sia completamente disinteressata alla tecnologia e invece…
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invece non solo è interessata, ma compra molto più degli uomini! Questo almeno è quanto trapela dalle prime stime pre-natalizie che posizionano l’aquisto da parte di una donna nel 60% circa delle compere totali.“Soprattutto lettori mp3, radio digitali e cornici digitali. Non è un fenomeno generazionale infatti se le giovani donne sono in maggioranza, anche le più attempate si avvicinano alla tecnologia sia per esigenze di lavoro sia per poter apprezzare meglio le nuove mode e mood”
Merito anche di accessori e apparecchi spiccatamente di moda e tendenza come il celeberrimo Sidekick che possiamo ammirare nella foto sopra!
Merito anche di accessori e apparecchi spiccatamente di moda e tendenza come il celeberrimo Sidekick che possiamo ammirare nella foto sopra!
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12\12\2007
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QUANDO E' LEI CHE HA FIUTO PER GLI AFFARI
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Negli ultimi anni è diventato di moda affrontare il tema degli investimenti in rapporto al sesso degli investitori, ma ci si è basati su assunti generici, sul fatto che le donne sono in genere piu' attente e riflessive degli uomini. Altre analisi hanno invece dimostrato che le donne investono meglio e hanno rendimenti più alti degli uomini, non per doti "naturali", ma perché sono disposte a imparare, sempre
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Alla fine del 1998 il professor Terrance Odean, dell'Università della California, ha pubblicato uno studio su questo argomento (Boys will be Boys: Gender, Overconfidence, and Common Stock Investment, Brad Barber e Terrance Odean, 1998) dopo aver analizzato i casi di 35.000 investitori in un arco di tempo che va dal 1991 al 1997. Lo studio ha dimostrato che le donne hanno perfomance migliori degli uomini, mediamente l'1,4% in più su base annua, nella gestione dei loro investimenti. E le donne single hanno performance migliori degli uomini single, con rendimenti netti annuali superiori del 2,3%. Il motivo di ciò è deludente e incoraggiante nello stesso tempo. Deludente perché in realtà non fornisce indicazioni su quali siano le azioni vincenti (secondo Odean sia gli uomini sia le donne hanno un'analoga scarsa capacità di scegliere le azioni "giuste"). Ma è anche incoraggiante perché ci può far imparare qualcosa sul modo in cui investiamo e migliorare le performance del nostro portafoglio. Il primo consiglio di Odean è: non movimentate troppo il portafoglio. È infatti il numero di uomini che movimenta il portafoglio rispetto a quello delle donne che fa la differenza. Analizzando il portafoglio titoli di quei 35.000 investitori, Odean si è reso conto che le donne movimentano il portafoglio in media per il 53% mentre gli uomini raggiungono una media del 77%. Il che - secondo Odean - è penalizzante: chi compra e vende molto frequentemente ha performance inferiori dell'8% rispetto a chi movimenta poco il proprio portafoglio.Odean ritiene che il motivo che sta alla base di un volume così alto di movimentazioni sia la grande fiducia nei propri mezzi, caratteristica degli uomini, che presumono di conoscere un'informazione riservata "che nessun altro ha" e che li porterà ad avere altissimi rendimenti. Nello studio "Do investors trade too much" Odean nota che quando gli investitori vendono un'azione per comprarne un'altra, vendono quasi sempre un'azione che ha performance migliori rispetto a quella che acquistano. "Sembra che gli investitori siano in grado di separare il buono dal cattivo, ma che poi alla fine facciano la scelta sbagliata". Gli uomini si sentono più competenti, rispetto alle donne, per quanto riguarda le materie finanziarie e in generale in tutti gli ambiti che riguardano la matematica e le scienze. Questa presunzione porta gli uomini a credere di poter battere il mercato, li porta a credere di avere un sesto senso nella scelta delle azioni vincenti, mentre le donne, che spesso si sentono intimidite dal mercato, tendono ad agire in modo più prudenziale. Questo tipo di atteggiamento li porta quindi a movimentare molto il loro portafoglio e ad avere performance peggiori. "Si tende ad essere "molto sicuri di se stessi" perché si pensa che la propria conoscenza sia superiore a quella degli altri".Gli uomini effettuano più operazioni di borsa delle donne (+45%) e gli uomini single sono più attivi nella compravendita di azioni nel 67% dei casi rispetto alle donne single. Ma le donne hanno migliori risultati. L'enorme differenza ha sorpreso anche Odean, che pur aspettandosi "presunzione" ed elevata movimentazione, non prefigurava i pessimi risultati che invece ha registrato.Un altro elemento notato da Odean è che gli uomini tendono ad essere dei "trader", mentre le donne tendono ad investire. Questo significa che gli uomini sono interessati a fare grandi guadagni in poco tempo, facendosi influenzare molto dalle notizie in circolazione, buone o cattive che siano, mentre le donne sono interessate a migliorare le prestazioni del loro portafoglio e soprattutto ad apprendere. Come già più volte notato la conoscenza è la chiave di tutto, e le donne l'hanno imparato, più in fretta degli uomini.
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Manuela Tagliani
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04\10\2007
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SIAMO LE MIGLIORI
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Non solo noi donne siamo le migliori in tutti i campi in cui ci applichiamo (qualcuno vuole provare a smentirmi?) ma ora deteniamo anche il primato per la maggiore attenzione alla prevenzione. Un’indagine Istat ha infatti dimostrato che le donne italiane si proteggono di più da tumori al seno e al collo dell’utero, partecipano con maggiore attenzione ai programmi di screening e tutto questo ha contribuito a far ridurre il tasso di mortalità. Complimenti a noi!
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Marina Morelli
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07\12\2006
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ETC. ETC. ETC.
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COMMENTO
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La superiorità morale di un gruppo umano su un altro, è il pilastro, sul quale ruota la stessa dottrina sessista. (1)
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(1) SESSISMO
I l sessismo è comunemente considerato una forma di discriminazione tra gli esseri umani basata sul genere sessuale.
Un atteggiamento sessista si può manifestare in alcune convinzioni, ad esempio:
la presunta superiorità o il presunto maggior valore di un genere rispetto all'altro.
l'odio per le donne (misoginia) o per gli uomini (misandria).
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Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
ETC. ETC. ETC.
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COMMENTO
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La superiorità morale di un gruppo umano su un altro, è il pilastro, sul quale ruota la stessa dottrina sessista. (1)
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(1) SESSISMO
I l sessismo è comunemente considerato una forma di discriminazione tra gli esseri umani basata sul genere sessuale.
Un atteggiamento sessista si può manifestare in alcune convinzioni, ad esempio:
la presunta superiorità o il presunto maggior valore di un genere rispetto all'altro.
l'odio per le donne (misoginia) o per gli uomini (misandria).
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