Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario. George Orwell
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Una società dove, apparentemente, promuove ideali quali la giustizia, la fratellanza e l'amore in realtà, nasconde dietro la maschera perbenista e garantista solo il cieco risentimento.
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Aspetto di risvegliarmi da quest' incubo...
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MISANDRIA
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Il termine misandria (dal greco μισάω (misáō), odiare, e ανήρ (anér), uomo) indica un atteggiamento psicologico preconcettuale di avversione ed ostilità verso l'uomo ed il genere maschile.
L'atteggiamento ed i comportamenti misandrici sembrano indirizzati in misura prevalente verso l'uomo eterosessuale, sessualmente maturo, essendo orientati solo in rari casi anche verso i maschi in età minore o verso categorie maschili non eterosessuali.
In ragione di questa specifica delimitazione della categoria umana oggetto di avversione si distingue dalla misantropia e costituisce il concetto speculare e contrapposto della misoginia.
Benché prioritariamente osservato nei comportamenti femminili, il pregiudizio misandrico appare occasionalmente anche in alcuni comportamenti maschili, tendenti all'autosvalutazione ed alla contestuale esaltazione delle qualità femminili, ritenute superiori alle proprie soprattutto sotto il profilo etico oltre che estetico.
Il termine misandria, compreso quasi esclusivamente nei testi specializzati (psicologia) sino al secolo scorso, è entrato a far parte dei dizionari dall'inizio del terzo millennio e si ritiene questo un possibile portato culturale del femminismo.
L'atteggiamento ed i comportamenti misandrici sembrano indirizzati in misura prevalente verso l'uomo eterosessuale, sessualmente maturo, essendo orientati solo in rari casi anche verso i maschi in età minore o verso categorie maschili non eterosessuali.
In ragione di questa specifica delimitazione della categoria umana oggetto di avversione si distingue dalla misantropia e costituisce il concetto speculare e contrapposto della misoginia.
Benché prioritariamente osservato nei comportamenti femminili, il pregiudizio misandrico appare occasionalmente anche in alcuni comportamenti maschili, tendenti all'autosvalutazione ed alla contestuale esaltazione delle qualità femminili, ritenute superiori alle proprie soprattutto sotto il profilo etico oltre che estetico.
Il termine misandria, compreso quasi esclusivamente nei testi specializzati (psicologia) sino al secolo scorso, è entrato a far parte dei dizionari dall'inizio del terzo millennio e si ritiene questo un possibile portato culturale del femminismo.
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(HOME PAGE)
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MISANDRIA
NEI MASS MEDIA
(PRIMA PARTE)
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(TERZA PARTE)
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(QUARTA PARTE)
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.Se da un lato i giornali, televisoni (pubbliche e private) e le radio vengono usate per proclamare la superiorità morale delle donne sugli uomini, (sessismo) tutto questo non basta, bisogna minare l'autostima delle nuove generazioni maschili. Ecco qual è la finalità di articoli come l'inutilità del maschio, SOS maschio o anche un futuro senza maschi.
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Di seguito alcuni esempi :
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(ATTENZIONE: La presente raccolta verrà periodicamente aggiornata con nuovi articoli)
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Bastonare il cane che annega. Mao Zedong
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E' come se noi fossimo degli antirazzisti in un occidente razzista ma che si dice democratico, certo non rischieremmo di finire in galera per le nostre idee ma verremmo ignorati e derisi... Vero Mummio 2 (uomini 3000)
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Inviate Email di pacata protesta ai giornalisti (o ancor meglio, ai loro direttori, specificando anche il nome del giornalista "incriminato"), ogni volta che notate misandria e\o trucchetti linguistici nei loro articoli..
BOYS ARE STUPID [David & Goliath]
Voodoo is fun [Trz. Voodoo è divertente]
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"Papà, perchè stanno sempre dicendo queste cose sui bambini ?"
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Questa è la domanda che, nel 2004, l'attivista per i diritti degli uomini Glenn Sacks si vide recapitare da suo figlio undicenne. Il figlio di Glenn fece quella domanda riferendosi a delle magliette commercializzate dalla compagnia David & Goliath, che ha sede in Florida (USA).
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FONTE: antifeminist.altervista.org
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PRESTIGIACOMO ALLE IENE
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Link [Cliccare su "Link" per visualizzare il video]
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Uomini discriminati dalla commissione delle pari opportunità.
Lo scoprono le Iene, nemmeno non lo si sapesse.
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L'UOMO [SECONDO I MASS MEDIA]
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.La rappresentazione dell'uomo moderno.
Derisione della maschilità.
Messaggio lesivo alla dignità, reputazione e all' immagine maschile.
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CIAO MASCHIO, NON SERVI PIU'
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LONDRA - Bye bye maschietti, arriva il «pink-sperma». Ovvero, creato direttamente dalle cellule del midollo osseo femminile. Questo, almeno, è quello che si dicono in grado di fare i ricercatori britannici dell’università di Newcastle Upon Tyne, che sull’argomento hanno eseguito un interessante esperimento in laboratorio i cui dettagli sono stati illustrati dalla rivista specializzata New Scientist.Senza nulla togliere all’importanza della ricerca, è certo che le nuove prospettive delineate da un simile studio possono turbare non poco, se non altro dal punto di vista sociologico.
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A molti uomini certo non poteva essere sfuggito che i tempi di Eva nata da una costola d’Adamo erano finiti da un pezzo. Forse però, al maschio da rottamare, all’ometto da tenersi vicino un po’ come il barboncino di turno, quello che ti fa compagnia e poi lasci a dormire sul divano, speravano di non arrivarci mai. Invece, guarda te che ti combinano gli scienziati britannici: in una società come quella inglese, dove già i mariti vengono comandati più o meno a bacchetta dalle mogli – provate a dare un’occhiata ai tanti programmi televisivi sull’argomento – i professori di Newcastle, bontà loro, non ti cacciano questo straccio di maschio anche dal processo riproduttivo? O meglio, gettano le basi per farlo in un futuro che non si sa esattamente quanto lontano possa essere.
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Il fatto di poter trasformare le cellule del midollo osseo femminile in sperma – promette la squadra di ricercatori guidata dal biologo Karim Nayernia – sarà utilissimo per combattere l’infertilità. Potrebbe anche essere usato però per permettere alle coppie omosessuali, sia femminili sia maschili, di avere dei figli nati dal proprio Dna. Fantascienza? Nayernia assicura di no ed è sicuro di poter «creare nel giro di un paio d’anni sperma “femminile” nei primissimi stadi cellulari». Per ottenere cellule spermatiche mature, in grado di fecondare un ovulo, dovrebbero essere necessari ancora tre anni. E vivaddio, avranno pensato gli uomini, su con il morale che ci rimane ancora un po’ di tempo per essere indispensabili. Almeno alla procreazione. Non è che la ricerca di Newcastle la metta giù meno dura per il gentilsesso. Se quanto delineato da Nayernia si rivelasse vero, il prossimo passo sarebbe quello di ottenere ovuli femminili dal midollo osseo maschile.
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Una piccola debolezza comunque, in questo esperimento per donne «tutte sole» c’è, e la fa notare la stessa rivista New Scientist. Dallo sperma in rosa potrebbero nascere soltanto bimbe, poiché, essendo creato dal midollo osseo femminile sarebbe comunque mancante del cromosoma Y, che determina il sesso maschile. E così, voilà, il cerchio si chiude e la scienza, quasi senza accorgersene, promette un mondo con un numero sempre maggiore di femmine, determinate e autosufficienti.Ma con questi poveri maschi come la mettiamo? Per dirla con una delle frasi più ipocrite del mondo, «possono sempre restare amici».
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01\02\2008
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Grazie amore, ma non servi più
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G li uomini? Un optional nel prossimo futuro. O al massimo relegati al ruolo di ‘compagnia’, comunque non indispensabili per la riproduzione. Questo uno degli scenari delineati dalla ricerca condotta dagli scienziati britannici dell’università di Newcastle upon Tyne (riportata in giornata da parecchi organi… di informazione), che si dicono pronti a tramutare le cellule del midollo osseo femminile in sperma.
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E’ facile comprendere che, di fatto, il maschio sarebbe così estromesso dal processo riproduttivo. Una sorte che però avvantaggerebbe le donne non di molto, perché il passo successivo potrebbe essere quello di ottenere il risultato speculare negli uomini, cioè ovuli femminili a partire dal midollo osseo maschile.
È la rivista New Scientist a illustrare come si potrà arrivare a quell’obiettivo, aggiungendo che però le donne potranno ottenere solo bambine: nello sperma creato a partire dal loro midollo mancherebbe comunque il cromosoma Y.
È la rivista New Scientist a illustrare come si potrà arrivare a quell’obiettivo, aggiungendo che però le donne potranno ottenere solo bambine: nello sperma creato a partire dal loro midollo mancherebbe comunque il cromosoma Y.
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Il risultato possibile, che gli scienziati assicurano servirà per combattere i problemi di infertilità, potrebbe però essere usato in tanti altri modi. Per esempio per consentire alle coppie omosessuali, sia femminili che maschili, di avere figli con il proprio Dna. Tecnicamente, rivelano gli autori dello studio che hanno avanzato richiesta per proseguire la ricerca, già avviata in modo pionieristico sui topi di laboratorio, «si parte dalle staminali del midollo osseo di un animale femmina, capaci di differenziarsi in molte altre cellule. E con l’ausilio di sostanze chimiche e vitamine si spingono le staminali a diventare cellule spermatiche».
Il biologo che ha messo a punto la tecnica, Karim Nayernia, è convinto di poter «creare entro due anni sperma ‘femminile’ nei primissimi stadi cellulari. Mentre per ottenere cellule spermatiche mature, capaci di fertilizzare un ovulo, ci vorranno tre anni in più». Secondo gli scienziati la tecnica, una volta messa a punto, potrebbe anche consentire il prelievo di staminali da donatori adulti senza incorrere nei problemi etici legati all’utilizzo di embrioni.
Il biologo che ha messo a punto la tecnica, Karim Nayernia, è convinto di poter «creare entro due anni sperma ‘femminile’ nei primissimi stadi cellulari. Mentre per ottenere cellule spermatiche mature, capaci di fertilizzare un ovulo, ci vorranno tre anni in più». Secondo gli scienziati la tecnica, una volta messa a punto, potrebbe anche consentire il prelievo di staminali da donatori adulti senza incorrere nei problemi etici legati all’utilizzo di embrioni.
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Ma la corsa per trovare una cura all’infertilità è globale, non solo britannica. A San Francisco l’analista Greg Aharonian, che si definisce subito «un provocatore», vuole brevettare la tecnica che consentirebbe di ottenere sperma femminile e ovuli maschili. «Così cadrà la presunzione di superiorità del matrimonio eterosessuale fondata sulla capacità di procreare», dice con l’intento di far discutere.
Ma la scienza, nei laboratori e sugli animali, continua a cercare soluzioni. Tanto che gli scienziati brasiliani del Butant Institute hanno detto di essere riusciti a creare, a partire da cellule staminali embrionali di topi maschi, sia sperma che ovuli. E ora stanno cercando di raggiungere lo stesso obiettivo a partire dalle cellule della pelle.
Ma la scienza, nei laboratori e sugli animali, continua a cercare soluzioni. Tanto che gli scienziati brasiliani del Butant Institute hanno detto di essere riusciti a creare, a partire da cellule staminali embrionali di topi maschi, sia sperma che ovuli. E ora stanno cercando di raggiungere lo stesso obiettivo a partire dalle cellule della pelle.
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A parte le applicazioni possibilmente controverse di queste ricerche, gli scienziati affermano con forza che «la possibilità di avere cellule uovo o spermatiche a partire da tessuti adulti potrebbero servire nel caso dei malati di cancro diventati infertili da giovani per via della radioterapia. Oltre a poter offrire soluzioni al problema dell’infertilità che ormai riguarda una coppia su sei».
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E alle possibili critiche rispondono che «non è il caso di agitare spauracchi visto che si tratta di esperimenti nelle loro prime fasi. E quindi prima di arrivare a risultati concreti ci vorranno anni». Anche perché, però, i topi creati nei laboratori dell’università di Newcastle, crescendo soffrono di seri problemi di salute. Dunque, sostiene Robin Lovell-Badge, del National Institute for Medical Research di Londra, «in questo caso l’orologio della scienza va spostato in avanti almeno di 10 anni».
Che dire? Al di là di ogni possibile considerazione di carattere etico, verrebbe da chiedersi come sono gestite risorse per la ricerca che potrebbero portare a scoperte in grado di salvare vite; o forse, più semplicemente, anche questo è un segno del progresso che avanza?! In questo caso, noi di POSTFIERA ci sentiamo di affermare che siamo convinti sostenitori del sistema tradizionale…
Che dire? Al di là di ogni possibile considerazione di carattere etico, verrebbe da chiedersi come sono gestite risorse per la ricerca che potrebbero portare a scoperte in grado di salvare vite; o forse, più semplicemente, anche questo è un segno del progresso che avanza?! In questo caso, noi di POSTFIERA ci sentiamo di affermare che siamo convinti sostenitori del sistema tradizionale…
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02\02\2008
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Il futuro è rosa.
Maschi addio
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Carissimi, facciamo un gioco.
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P ensate ad una cosa qualsiasi di cui nel futuro potreste fare tranquillamente a meno. Una di quelle che se vi chiedessero ‘Cosa porteresti con te su un’isola deserta?’ di sicuro lascereste a casa.
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Riformulo la domanda: A cosa potreste rinunciare per sempre senza sentirne il bisogno?
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Deve essere una risposta d’impulso. Avete pochi secondi… Tempo scaduto!
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Se la risposta è stata: ‘Potrei sicuramente fare a meno degli uomini‘ buon per voi: siete abilitati a proseguire con la lettura. In caso contrario il mio consiglio è di fermarvi qui.
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Fatte le dovute precisazioni, andiamo avanti.
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Quesito numero due: Qual è l’optional del futuro? L’optional del futuro è l’uomo.
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Non l’uomo in quanto sineddotico della specie umana bensì l’uomo inteso come “maschio”.
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A sostenerlo è nientemeno che la rivista New Scientist.
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Colpa della cosiddetta femminilizzazione della società di cui ricerche sociologiche e trend di mercato parlano da un po’ di tempo a questa parte?No. La questione è un’altra ed è “di vitale” importanza.
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Pare – e qui vige la regola dell’ambasciator non porta pena – che in un futuro, neppure troppo remoto, le donne potranno tranquillamente fare a meno degli uomini. Quantomeno per quanto riguarda il “processo” riproduttivo.
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Infatti, secondo una ricerca scientifica dell’università di Newcastle upon Tyne, le donne sarebbero naturalmente “abilitate” all’auto-procreazione.Un’equipe medica guidata dal Professore Karim Nayernia, avrebbe difatti trovato il modo per trasformare le cellule staminali del midollo osseo femminile in sperma.
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Ora, se all’ascolto c’è qualcuna intenzionata percorrere questa strada faccia pure.
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Un domani potrebbe essere riconosciuta in qualità di precorritrice di una nuova tendenza ma poi… non venga a lamentarsi che non esistono più uomini disposti a dare la vita per lei!
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31\01\2008
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NARCISI
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Ivana Castoldi
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Note: Uomini in crisi d'identita' (visti dalle donne)
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Note di Copertina
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Q uesto libro analizza la crisi d’identità che gli uomini stanno attraversando in questa fase storica, utilizzando uno stile vivace e intelligente.
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"Riflettersi negli occhi di qualcuno per sapere di valere o di esistere crea una pericolosa dipendenza. Si rischia di perdere il contatto con la realtà, di non arrivare mai alla comprensione dei propri bisogni, delle proprie qualità o dei propri limiti ..."
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Gli occhi delle donne sono sempre stati usati dagli uomini come specchi nei quali cercare un riflesso per poter costruire la propria immagine e alimentare la propria autostima, correggendo così imperfezioni e mancanze. Tuttavia, oggi qualcosa sta cambiando. Accade difatti che le proprietà correttive dello specchio degli occhi femminili abbiano cominciato a invertire il loro meccanismo di funzionamento e ad agire in senso contrario, amplificando limiti e difetti maschili. Come reagiscono gli uomini? La gran parte si sente smarrita, inquieta e disorientata, maggiormente fragile e insicura, mentre altri sviluppano una maggiore propensione alle dimensioni relazionali, entrando in diretta concorrenza con quelle virtù che da sempre sono state appannaggio delle donne. Altri ancora percorrono la strada di allacciare multiple relazioni in contemporanea, nell’illusione di poter costruire un’immagine di sé il più possibile gratificante. La realtà è che gli uomini sono entrati in crisi e si stanno interrogando sul senso della propria identità.
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Caratteristiche: brossura, copertina plastificata
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E' GIA' PRONTO L'UOMO DEL FUTURO.
QUANTO DURERA'?
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R agazze e signore, preparatevi: è nato un nuovo maschio che si appresta a conquistarci tutte. Dopo il metrosexual, l’uomo non gay più femminile di tutti i tempi, dedito allo shopping e alla cura di sé più di qualunque donna normodotata (un nome per tutti, David Beckham), adesso è il momento dell’übersexual. O perlomeno così sostiene un libro uscito in questi giorni (Il futuro del maschio, Corbaccio), scritto da tre sociologi americani, grandi esperti di marketing. Che infatti confezionano modelli maschili, come altri creano campagne pubblicitarie per saponette o biscotti. E per sintetizzare la nuova tendenza del “virile ma tenero, bello ma non perfetto, macho ma dolce, attento all’immagine, ma senza eccessi”, (in poche parole, l’uomo dei sogni di noi tutte), i tre fanno il nome di George Clooney. Il che è un vero colpo basso, perché, con negli occhi la sua immagine, confutare qualsiasi tesi diventa difficile…E qual è la tesi? Che gli uomini negli ultimi 30 anni hanno avuto vita dura (ammesso che sia vero, che mi dite della vita delle donne negli ultimi 2000 anni?). Le regole del gioco si starebbero ribaltando, i dati sono lì a dimostrarlo:
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in media le donne vivono dagli 8 ai 10 anni di più degli uomini; il cancro ai testicoli è aumentato del 50% (di quello al seno non si sa…); mentre il volume dei suddetti starebbe diminuendo (in senso metaforico?). E poi via con le infinite malattie a cui sarebbero più soggetti loro di noi, la scoperta (?) che gli uomini raggiungerebbero il loro apice sessuale a 19 anni, le donne a 30 (!)
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Per non parlare del fatto che “è più probabile che sia un uomo a commettere un omicidio piuttosto che una donna”. Ma effettivamente il dubbio che fossero un filo più aggressivi di noi ce l’avevamo avuto nel corso dei secoli…Insomma, poveri maschi, il loro futuro non è roseo (ops) : le donne avanzano inesorabili, conquistando il territorio e cominciando a rifiutarsi di fare tutto quel lavoro di supporto che ha consentito fino a oggi ai loro compagni di dedicarsi ad altro, che so, cose tipo gestire il mondo. Da adesso in poi dovranno imparare a contare su di sé (ma forse George Clooney, se lo chiede gentilmente, qualche aiuto potrà ancora trovarlo), mutuando proprio dalle donne la capacità di essere “più flessibili, più multitasking, più spontanei”.Mi viene un dubbio, vado a leggere i nomi dei tre autori: due donne e un uomo. Va be’, la maggioranza vince sempre…
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18\07\2007
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IL MASCHIO ITALIANO RISCHIA L'ESTINZIONE
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Il maschio italiano? Una bufala come quasi ogni maschietto occidentalizzato, mammizzato e americanizzato. Tanto che solo una donna su venti ne risulta soddisfatta. Non che siano rimaste in tante ad essere seducenti nello zoo dell’individualismo moderno.
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L e italiane bocciano il proprio partner: soltanto il 5,1% si ritiene infatti soddisfatta della propria vita sessuale: ma tra le cause figurano anche i disturbi ginecologici che condizionano i rapporti di coppia. E' quanto risulta da un'indagine SWG commissionata da Novo Nordisk su 1001 donne tra i 20 e i 55 anni. Tra le piu' "insoddisfatte" le donne tra i 45 e i 55 anni: soltanto il 27,7% si e' detta gratificata dai rapporti intimi mentre tra i 20 e 34 anni la soddisfazione sessuale sale al 58,4%. Contro la 'piena soddisfazione' sessuale si sono espresse il 41,1% delle intervistate, mentre il 31,5% si e' dichiarata 'abbastanza' (ma non pienamente) soddisfatta, e il 22,3% ha preferito non rispondere. Tra le piu' "esigenti" figurano le donne over 40 e in particolare tra i 45 e i 55 anni, spesso in menopausa, che ritengono molto importante una vita sessuale appagante ma poi risultano essere proprio le meno soddisfatte. Non e', pero', soltanto un problema di partner, spesso i disturbi sono di ordine medico-scientifici: il 41,3% delle donne ha problemi nel raggiungimento dell'orgasmo, il 38,8% del desiderio sessuale e il 32,4% ha disturbi legati all'eccitazione. "Ci sono quindi piu' disturbi non solo in ambito sessuale ma anche di ordine ginecologico e urologico", ha sottolineato la prof.ssa Alessandra Graziottin, direttore del centro di ginecologia e sessuologia medica al San Raffaele Resnati di Milano sottolineando che il 53,7% delle donne intervistate considera diffuse le cistiti, seguite da vaginiti (48,8%), secchezza vaginale (37,4%, la piu' conosciuta in menopausa) e incontinenza da urgenza (36,3%) tanto che il 4% arriva ad interrompere i rapporti sessuali con il proprio partner.
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07\07\2004
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L'amore si fa in cucina
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Coccole a tavola e tra i fornelli. Ma il maschio è in crisi
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I l cibo come preliminare. Coccole tra i fornelli, una cenetta a lume di candela per rilassarsi e qualche pietanza particolare per stimolare l'appetito sessuale. Così le donne (26%) prendono gli uomini per la gola, tentando di risvegliare un desiderio che nei maschietti sembra sempre più sopito. Gli uomini (30%) non disdegnano
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Non solo: il 46% degli italiani pensa che il sesso sia la miglior soluzione per bruciare calorie dopo un'abbuffata. Oltre la metà delle donne e un quarto degli uomini si scambiano effusioni già prima di mettersi a tavola. E d'altra parte, considerando solo l'universo maschile, si scopre che oltre il 64% degli uomini trova sexy guardare la partner che cucina e quasi la metà ritiene che regalarle un dolce la renda sessualmente più disponibile. Cade, però, il mito degli alimenti afrodisiaci: il 38% degli uomini e il 56% delle le loro compagne non credono più nel potere erotizzante di cioccolato, fragole, peperoncino, ostriche e quant'altro.
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Ma basterà solleticare la gola per rianimare l'amore? Pare di no. Il maschio italiano è sempre meno interessato al sesso. E in particolare quello lombardo preferisce addirittura dedicarsi al lavoro. Maniaci della carriera per antonomasia, gli uomini milanesi si confermano più attenti alla dimensione professionale che alla vita di coppia. Danno poca importanza all'eros, anche se si dicono felici in amore. In questo quadro, i farmaci per la disfunzione erettile sono abbastanza noti (il 75% degli adulti li conosce, in misura leggermente maggiore rispetto alla media nazionale). Inoltre la maggioranza dei lombardi (2 su 3) privilegerebbe un farmaco che, con il suo meccanismo di azione rapido, permette alla coppia di assecondare il desiderio e l'impulso in maniera spontanea, rispetto a quello che richiede di programmare i tempi dei rapporti. Insomma, sempre più maschietti ricorrono alla pastiglietta blu. Ma che fine ha fatto l'italiano amante focoso?
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30\10\2006
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FONTE: Libero News
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Sbuccia il maschio
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Autore: Biavardi Andrea
Prezzo scontato: € 6,80
Editore: Mondadori
Genere: società
Collana: Ingrandimenti
Pagine: 214
ISBN: 8804505915
Data pubblicazione: 2002
Editore: Mondadori
Genere: società
Collana: Ingrandimenti
Pagine: 214
ISBN: 8804505915
Data pubblicazione: 2002
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Descrizione:
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Bisogna salvarlo, questo maschio perché rischia l'estinzione. E pazienza se il WWF non se ne è accorto; le donne di tutto il mondo sì, tanto che si lagnano continuamente: "i maschi non esistono più". Che cosa è successo? Semplice: rimbambito da quarant'anni di rivoluzione sessuale, svilito dalle richieste di essere "più sensibile", strapazzato dall'obbligo di "garantire pari opportunità", il maschio contemporaneo ha smarrito la sua identità tra pannolini e consigli di amministrazione. Non sa più chi è né che ci sta a fare al mondo. E un pugile suonato che barcolla sul ring e che verrà messo al tappeto da un pugno con le unghie laccate. Sì, perché di questo scempio la donna è il conclamato colpevole.
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Società: macho addio, colpa di stress e malinconia
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ROMA - Se ne vocifera da tempo, il latin lover non esiste più. E non è tanto un atteggiamento nei confronti dell’altro sesso, né timidezza nei comportamenti, le defaillance del macho arrivano proprio tra le lenzuola, dove le prestazioni si fanno scadenti o comunque ben al di sotto della tanto decantata fama che da sempre accompagna l’uomo italico. A spiegare i perché del calo di questo rendimento amoroso ci ha pensato una ricerca europea presentata a Berlino: l’uomo italiano è affetto da stress e nostalgia e inevitabilmente a farne le spese sono le prestazioni. Lo studio, su scala europea, dedicato alle "attitudini nei confronti della vita affettiva" è stato condotto dall’istituto Ipost per la "Bayer Healthcare". Il 52% tra gli intervistati italiani ha risposto di aver avuto defaillance sotto le lenzuola in periodi di forte stress, un dato superiore del 40% rispetto alla media europea. Ma non è finita qui, a creare altri problemi è la nostalgia per la vita amorosa giovanile, sensibilità che si acuisce soprattutto se ci si riferisce agli uomini del Bel Paese. Il 38% dei nostri connazionali, tra i 40 e i 44 anni, rispetto al 32% degli europei, rimpiange i bei tempi andati, nella fascia di età tra i 45 e i 59 anni la proporzione non varia, la nostalgia colpisce il 45% degli italiani e il 41% degli europei. E come se non bastasse, il 42% degli uomini italiani è anche più pessimista del 48% della media europea che ritiene di poter migliorare le prestazioni sessuali. Per che quel riguarda i rapporti con le donne, per l’84% degli uomini italiani una relazione amorosa spontanea è fondamentale e per 98 intervistai su 100 dare soddisfazione alla propria compagna è essenziale, tanto che il 40% degli intervistati assumerebbe medicine per risolvere problemi di erezione.
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a cura di Intrage
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16\05\2005
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Klaus Davi: «Sono i maschi mammoni a frenare le donne al potere»
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I l cambiamento potrebbe essere in arrivo, viene dal mondo dell'imprenditoria. Ma per la politica è un'altra storia. Le cose stanno così da sempre: in Italia sono gli uomini ad avere il potere, a palazzo e negli stipendi. E per scrivere un libro come "Fal locrazia, perché gli uomini hanno paura delle donne e le escludono dal loro potere" (Rizzoli, 15 euro) ci voleva un uomo. «Perché altrimenti le donne indulgono nel vittimismo», spiega il suo autore Klaus Davi. «Non voglio dire che le donne il potere non potranno mai raggiungerlo», addolcisce la pillola il massmediologo, «perché sono un berlusconiano tra virgolette, nel senso che sono un uomo di speranza: le italiane ci arriveranno ma non è ancora arrivato il momento». continua...
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18\10\2007
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Donna, è corsa all'orgasmo
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Alla ricerca del piacere perduto. Con le pomate
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C aro maschio, addio. Se già si nutrivano dei dubbi sulla tenuta e l'efficacia sessuale dell'uomo, specialmente di quello italico, ora le donne hanno avuto la certezza del suo crollo erotico. O almeno così pare, a giudicare dallo scetticismo che il gentil sesso nutre nei confronti delle capacità amatorie del sesso forte.
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Dagli Usa si sta infatti diffondendo anche tra le donne d'Europa la mania dell'orgasmo indotto. Nulla di strano, potrebbe pensare qualcuno: pratiche onaniste hanno sempre avuto un certo seguito nella storia dell'erotismo. Ma qui non si tratta di aggeggi meccanici o di sesso solitario: qui si parla di chimica.
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È infatti ormai un business quello di prodotti più o meno farmaceutici, ribattezzati piuttosto impropriamente come "Viagra rosa", che avrebbero la funzione di far ritrovare alla donna l'orgasmo perduto; singolo multiplo, lungo, breve, purché orgasmo sia e sia anche appagante, visto che, sembra, l'uomo non è più in grado di fare il proprio dovere come ci si aspetterebbe da lui.
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Un fenomeno che dilaga, specialmente in rete, dove si moltiplicano come funghi i siti che commercializzano a prezzi stracciati creme, cremine, cerotti, spray, unguenti, pomate, gocce, beveroni, intrugli stregoneschi le cui qualità orgasmiche vengono decantate come infallibili. Una spalmatina di crema nel posto giusto e via, sotto le lenzuola anche il più scalcagnato degli amatori può far urlare di piacere la propria compagna. Peccato che le sue qualità di uomo poco contribuiscano a questa esplosione di lussuria.
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Ma sarà davvero così? Tutti queste pozioni più o meno magiche sono realmente efficaci o si tratta dei soliti placebo che, più che i centri del piacere, risvegliano invece l'autocoscienza della donna? Lo scetticismo tra i medici, almeno quelli di casa nostra, ancora dilaga, mentre le testimonianze entusiastiche di chi lo ha provato cominciano a moltiplicarsi.
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Accanto a queste novità parafarmacologiche, negli States è tutto un fiorire di libri e saggi sul piacere in rosa, scritti da agguerrite esponenti del gentil sesso: insomma, potere al piacere. E allora? A chi credere? Alla medicina o all'e-business? Fate voi, anzi... cliccate voi.
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Davide Passoni
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26\02\2002
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Uomini in amore
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Non sono più "macho" tutti d'un pezzo. Sono cambiati, ma come? Ammaccati da anni di crisi, cercano una nuova strada. Con qualche nostalgia per il passato. E la tentazione di confessare che hanno voglia di tenerezza
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L'uomo "è un incidente biologico. Il gene y (maschio) è un gene x (femmina) incompleto. Vale a dire una serie incompleta di cromosomi". Così scriveva, in un pamphlet al limite del delirio - Scum, sottotitolo: Manifesto per l'eliminazione del maschio - una delle più agguerrite femministe americane, Valerie Solanas.
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La mancata assassina di Andy Warhol (sparò al guru della pop-art nel '68, senza mai spiegare il perché) scomoda persino la genetica per sostenere che il genere maschile è ossessionato dalla paura, oltre che dal desiderio, di essere donna. La prova? Starebbe nel suo accanito bisogno di conquistare un numero spropositato di "femmine" (senza nemmeno escludere "una qualsiasi megera sdentata") pur di negare a se stesso questa sconvolgente realtà. A trent'anni di distanza, c'è forse ancora qualcuna disposta a condividere l'aggressività sfoderata dalla Solanas nel suo singolare Manifesto? Probabilmente poche. Soprattutto perché, rispetto al passato, l'uomo di oggi sembra cambiato.
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Non ha più le caratteristiche di dominio, forza e sicurezza di una volta. La realtà racconta piuttosto di maschi vanitosi che comprano creme per il viso e unguenti per il corpo (l'anno scorso le lozioni for man hanno avuto un'impennata del 26 per cento), frequentano dietologi, massaggiatori e istituti di bellezza, si attardano più volentieri davanti allo specchio... Ma questo, in fondo, è l'aspetto meno rilevante. Più importante semmai è prendere atto che le differenze di comportamento basate sul sesso si sono drasticamente ridotte, che gli uomini hanno ormai mutuato dalle donne alcuni atteggiamenti prima considerati esclusivamente femminili, e che sono in molti ad aver imparato, dopo anni di crisi e paure malcelate, a gestire i rapporti con l'altra metà del cielo in modo diverso, più sereno, scegliendo il confronto piuttosto che lo scontro. Una strada del resto quasi obbligata.
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Di scosse telluriche, infatti, nel corso degli ultimi vent'anni il cosiddetto sesso forte ne ha subìta più d'una. Se non altro perché il sistema produttivo, catapultando le donne sul mercato del lavoro, ha sconvolto la tradizionale struttura familiare. Con il risultato di farle uscire, sebbene non del tutto, dalla marginalità in cui il binomio casa-famiglia le aveva costrette, trasformandole in protagoniste di ambiti prima riservati soltanto agli uomini: dalla magistratura all'università, dall'industria alla ricerca, dai piani alti della burocrazia alla politica. Ma questo processo di emancipazione, ha veramente modificato i rapporti con l'altro sesso? Come hanno reagito gli uomini? Sono davvero diventati più simili a noi, più attenti, dolci, sensibili? Per la scrittrice Elena Gianini Belotti, il cambiamento è più formale che reale: "Nella relazione a due prevale ancora una sorta di infantilismo cronico. I maschi di oggi, molto più di ieri, sono bravissimi a recitare un ruolo di cordialità che però si limita, quasi sempre, al momento della conquista. Solo in questa prima fase sono capaci di tenerezza e attenzione nei confronti della partner". Non dura molto.
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A preda catturata sprofondano in un silenzio sepolcrale. Basta fare un "sondaggio" fra le mogli: non ce n'è una che non si lamenti di avere un marito muto". Uomini che si comportano, insomma, come quei bambini a cui viene regalato un giocattolo nuovo: all'inizio lo accolgono con entusiasmo, salvo stancarsene qualche minuto dopo. Anna Pavìn, 47 anni, medico, ironizza: "È vero, l'uomo è cambiato. Rispetto al passato, ci somiglia molto di più: ha modalità di approccio meno aggressive, è sensibile, attento come non era mai stato. Peccato si tratti soltanto di strategia. Secondo me non c'è da farsi troppe illusioni, questa è solo una trappola sofisticata. Ha imparato a fuggire, a dominare l'arte del sotterfugio. E tiene sempre di più alla sua immagine. Una volta era la donna a dover essere bella a tutti i costi, nascondere l'età, essere seducente. Oggi mi pare che questa sia diventata la più grande preoccupazione della maggioranza dei maschietti".
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Vanità a parte, la novità è che gli uomini sembrano aver capito che le maniere forti non funzionano più, nei rapporti con le loro compagne. Meglio impegnarsi in una conversazione, farla parlare di lei, interessarsi al suo passato. Ascoltare, come da sempre fanno le donne. Ritrovare negli uomini un aspetto così tipicamente femminile, infatti, all'altro sesso piace. A tal punto che, non di rado, rimangono intrappolate nella ragnatela di inganni e false apparenze tessuta dai maschi. Come è successo a Nadia, 31 anni, ricercatrice scientifica: "L'ho conosciuto a casa di amici, era dolce, disponibile, sensuale. Mi colpì la sua vitalità, il suo entusiasmo, la sua voglia di comunicare. Subivo il fascino di quel suo fare così femminile: voleva sapere tutto di me, storie precedenti, rapporti familiari, infanzia... Fino ad allora ero stata uno scrigno chiuso, sigillato. Con lui ho spalancato porte e finestre del mio passato. Mi sembrò naturale farlo entrare nel mio mondo, presentargli i miei amici. C'è voluto del tempo per capire che, in realtà, recitava e non aveva alcuna vera attenzione nei miei confronti. L'angoscia l'ho provata quando ha iniziato a guardare con insistenza le mie amiche, lanciando messaggi che erano un capolavoro di ambiguità. Gliel'ho detto... Apriti cielo! Sono stata travolta da un fiume di accuse: non ero autonoma, soffrivo di dipendenza, vedevo "fantasmi" dappertutto. Qualche mese più tardi mi ha lasciata dicendo che era rimasto deluso, che non ero così forte come invece immaginava. E tre giorni dopo partiva per le vacanze. Con uno dei miei "fantasmi".
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Ora lo so: era uno come tanti, narciso, vanitoso, all'ossessiva ricerca dell'accettazione femminile. E, come tanti, aveva una terribile paura di amare". Fuggire le responsabilità affettive, il legame, l'impegno nella relazione, sembra essere per molti una regola. Che conosce diversi alibi. C'è chi lavora troppo e non ha mai tempo; chi ha sofferto così tanto da non aver più voglia di ricominciare sul serio; chi vorrebbe innamorarsi ma proprio non ci riesce... Comunque sia, l'equazione è sempre la stessa: da una parte donne che chiedono comprensione e complicità, dall'altra uomini che faticano a capire. Franca Fossati, ex direttore del mensile Noi Donne e oggi responsabile dell'ufficio stampa del ministro per la Solidarietà sociale Livia Turco, non è ottimista: "Il nostro bisogno di parità ha avuto due grandi riflessi sugli uomini. I più sensibili hanno accettato le nostre richieste, spesso però vissute come limite al loro potere e alla loro sessualità. I meno sensibili, invece, le hanno rifiutate, reagendo con paura e aggressività. Sia gli uni che gli altri, nei fatti, sono entrati in crisi, non hanno saputo mettersi in discussione e ricostruire una nuova identità. Il problema è che l'uomo continua a dividere la sua esistenza in tanti compartimenti stagni: il lavoro, la carriera, il sesso. Una donna, al contrario, si sente un'unità nella molteplicità dei suoi desideri. È un'asimmetria molto dolorosa".
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Qualcuno, però, comincia a rendersene conto. Le storie raccontate da Marisa Rusconi nel libro Amore plurale maschile sono popolate di uomini che per la prima volta si mettono in gioco, provano a confrontarsi con i bisogni e le richieste della partner fino a usare linguaggi squisitamente femminili. È il caso di Mauro che, riassumendo le sue delusioni sentimentali, ammette: "Io, un tempo, credevo che l'esperienza servisse a decantare il dolore; pensavo che, dopo la prima volta, ci si attrezzasse contro le lacerazioni, gli abbandoni. Invece ogni nuova esperienza amorosa mi appare più complessa, più profonda, più strutturata, più matura, più affascinante e, quindi, anche la sofferenza della perdita diventa più bruciante. Immagino che a questo punto non mi capiterà più di innamorarmi così, ma se dovesse succedere posso supporre che sarebbe un evento terrificante". La sofferenza come scoperta, dunque. Sofferenza per non aver saputo capire, per non essere stati in grado di amare o di essere amati, per l'abbandono. Scoperta di riuscire, finalmente, a parlare delle proprie delusioni senza vergognarsi, di ammetterle rinunciando a falsi pudori. Una novità assoluta per gli uomini. E invece del tutto naturale per le donne che, da sempre, si tormentano per amore. Al cosiddetto sesso forte, allora, non resta che aprirsi al dialogo: "Non l'abbiamo scelto noi, ma questa è l'ora del confronto", dice Alvaro D'Emilio, autore di alcuni romanzi come Belli dentro e Uomini veri, dedicati all'incomunicabilità nella coppia. "Abbiamo colpe gravi. Ci è mancata la rivoluzione culturale che invece le donne hanno vissuto. Non abbiamo prodotto una controproposta, non abbiamo elaborato un nostro modello, all'altezza dei tempi.
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A me pare che la crescente violenza contro donne e bambini sia proprio il risultato dell' inadeguatezza del maschio. I rapporti sono vissuti ancora come una guerra tra i sessi, senza rendersi conto che sono assai più importanti complicità, solidarietà e amicizia". Valori fondamentali. Soprattutto per le donne che, secondo l'antropologa Ida Magli, "cercano segnali, interpretano gli sguardi del partner, danno significato a ogni piccolo gesto. Sono affamate di affettività, non hanno ancora appagato la loro sete di tenerezza e perciò subiscono il fascino di chi si comporta allo stesso modo, presta loro attenzione, le tratta con dolcezza. Però attenzione: io credo che la differenza tra maschio e femmina debba essere mantenuta. Che sia un valore. Ecco perché sono critica nei confronti di quel femminismo che teorizza la parità assoluta tra i sessi. La differenza è di per sé vitalizzante, fa parte della natura. Noi apparteniamo alla natura e la natura è, per definizione, sessuata". Ma queste differenze si stanno facendo sempre più sfumate. Uomini e donne stanno scoprendo che l'altro, in fondo, non è poi così diverso. Non tanto quanto si credeva negli "anni caldi" del femminismo più duro, che ha profondamente ferito certi quaranta-cinquantenni di oggi. La nuova generazione sembra averlo capito meglio della precedente. Il ventiseienne Raul Bova, uno degli attori più affascinanti del cinema italiano, a dispetto di tanti ruoli da "macho" portati sullo schermo, ammette: "In ogni uomo c'è una componente femminile e il fatto che esista non è negativo, anzi. È bello il contrasto: essere un uomo forte, determinato, che sa proteggere la sua donna, e allo stesso tempo sensibile, capace di dolcezza e tenerezza, che sa parlare delle stelle, del tramonto e riesce a esprimere i propri sentimenti. Ma non credo si possa generalizzare: dall'accoppiata di due persone nasce sempre una miscela di cose così diverse, ogni storia tira fuori lati del tuo carattere talmente inaspettati, che non esistono regole. Ogni amore è un caso a sé: unico, inimitabile, sorprendente".
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È la dimostrazione che qualcosa sta cambiando. Che si può davvero sperare nella nascita di uomini più dolci, sensibili, che sappiano parlare la nostra lingua. Che sappiano vivere i sentimenti con un po' di sano coraggio, come noi abbiamo sempre fatto. Uomini che finalmente non si vergognino più di piangere. Che non abbiano più paura delle emozioni. Come i tanti giovani padri che cominciano a occuparsi dei figli, chiedono di intervenire nella loro educazione, rivendicano un ruolo di guida anche davanti ai giudici. Basti pensare alla nascita dell'"Associazione padri separati" che si batte contro la procedura di affidamento quasi automatica della prole alle madri nelle cause di separazione. Sandro Medici, ex direttore del Manifesto e autore del libro Un figlio, racconta così la sua crisi: "Noi uomini viviamo una duplice difficoltà: siamo incapaci non solo di esprimere i nostri sentimenti, ma anche di comunicare il disagio che nasce da questa incapacità. Con questo libro ho cercato di ritrovare e ristabilire la mia identità di uomo. Un'identità ancora malandata, non lo nego, ma è questa la ricerca. Forse sarà necessario attraversare una fase di dolore, eppure sento che in fondo a questo viaggio qualcosa accadrà. Penso che uomini e donne, alla fine, si ritroveranno".
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Plurale maschile Come si creano i diversi modi di essere maschio? In che cosa differiscono? Come si passa da un'idea di maschilità all'altra? Sono le domande che si pone Robert W.Connell nel saggio Maschilità. Identità e trasformazioni del maschio occidentale (Feltrinelli), in libreria a settembre. Connell analizza 4 gruppi di uomini accomunati da cambiamenti esistenziali che li allontanano dai ruoli tradizionali. Attraverso il racconto delle loro vite, il sociologo esplora i modi in cui questi uomini sull'orlo di una crisi di nervi tentano di adeguarsi al cambiamento. O di opporgli disperatamente resistenza.
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Il comitato per la difesa del maschio Femminista doc con un passato politico di tutto rispetto: prima assessore e quindi sindaco di Atripalda, 11 mila anime alle porte di Avellino; poi responsabile delle politiche femminili di Botteghe Oscure per il Mezzogiorno; infine deputata del Pds. Una vita di lotte e collettivi per il riscatto delle donne. Lei è Alberta De Simone, 48 anni di orgoglio femminista, che oggi lancia una provocazione: "Creiamo un comitato per la difesa del maschio". D Come le è venuta questa idea? R Basta guardarsi intorno. Gli uomini di oggi sono in crisi, senza identità, impauriti dall'esuberanza delle ragazze. Che, adesso, godono dei frutti conquistati in questi ultimi vent'anni dalle donne della mia generazione. Siamo state noi a lottare per abbattere il patriarcato e la sua cultura del dominio. Noi ad insistere sul bello di essere donna, a lavorare sulla differenza. Gli uomini, di fronte a questo difficile percorso, sono rimasti fermi: non hanno saputo operare il passaggio dalla cultura del dominio ad una cultura di valorizzazione di sé senza dominio. E, oggi, si sentono spiazzati, frustrati, alla ricerca di nuovi punti di riferimento venuti meno con la fine della società patriarcale. La perdita del dominio ha generato insicurezza. D È per questo che gli uomini oggi assumono caratteristiche femminili? R Ma non sono io a dire che il mito del maschio forte e sicuro di sé è finito. Basta dare uno sguardo alle statistiche e alle ultime ricerche: parlano tutte di calo del desiderio, inibizione sessuale, aumento dell'impotenza. Per sopravvivere, insomma, gli uomini si sono messi a scimmiottare il femminile. Per loro è quella la formula vincente. Stanno seguendo, a fatica, il percorso già fatto da alcune di noi che, all'inizio, per contrapporsi al cosiddetto sesso forte, si sono messe a imitarlo. Solo dopo hanno capito che l'importante era valorizzare la differenza, non riproporre un modello che non ci apparteneva.
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Ora bisogna che anche gli uomini comprendano quanto nociva sia la logica dello scontro, almeno quanto quella dell'imitazione. Così da ripensare e far rivivere la mascolinità perduta. D Che ruolo possono avere le donne? R Di sprone. In modo da aiutare i maschi a lavorare sulla differenza. Gli uomini avevano occupato i nostri spazi, le donne se ne sono riappropriate. Adesso ciascuno deve fare la sua parte: noi abbiamo già camminato tanto, tocca agli uomini trovare la loro strada. Il separatismo è stato utile a creare nelle donne coscienza di sé, orgoglio. Adesso ci vogliono luoghi misti d'incontro e di dibattito. È venuto il momento di invitarli alle nostre discussioni, per costruire insieme, dopo anni di scontri, un mondo davvero migliore.
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Tutta colpa delle donne Anzi merito Due pareri a confronto" Paolo Crepet psichiatra Gli uomini sono cambiati perché sono cambiate le donne. Sono loro che ci hanno portato a ripensare il nostro ruolo. Il mito del macho che dispone liberamente di sé e dei suoi rapporti con l'altro sesso ha cominciato il suo declino a partire dalla mia generazione, quella del '68. Chi di noi aveva un atteggiamento troppo rigido è entrato in crisi. Una crisi di identità che non ha però attraversato un'intera generazione, come generalmente si crede, ma ha colpito solo la componente più fragile, quella che ha sempre vissuto nel mito dell'uomo forte e prepotente. L'altra componente maschile, invece, quella più disponibile al dialogo, ha cominciato a ragionare su se stessa con maggiore serenità e flessibilità. Il vero cambiamento è consistito soprattutto nell'accettare la nuova identità delle donne. Un passaggio davvero importante. Si è usciti da facili schematismi - come quello secondo cui le donne sono tutte o suore o puttane - per riconoscere le sfumature insite nel ruolo femminile. Ciò ha comportato anche una liberazione dei maschi dal peso di doverne essere "padroni". Liberandosi dalla necessità di possedere qualcuno si ha una maggiore capacità di capire la persona che ti sta di fronte, di prestarle più attenzione. Forse in questo gli uomini sono diventati più femminili, se per femminilità intendiamo la capacità di guardare al dettaglio, cogliere le sfumature di cui è fatta la nostra vita".Claudio Risè psicologo"Un mutamento c'è stato. Ma è avvenuto in seguito a un processo tutto interno al mondo maschile, solo marginalmente influenzato dalla rivoluzione femminista.
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Se l'uomo sembra aver perso incisività, che è anche aggressività e capacità progettuale, è perché la relazione fra padre e figlio ha subìto una radicale trasformazione. Dal secondo dopoguerra in poi, infatti, il figlio maschio non è stato più iniziato alla vita dal padre, ma dalla madre: il sistema di orientamento maschile - fatto di valori, simboli e riferimenti - è stato quindi trasmesso dalle donne. Ne è derivata una forte crisi d'identità, determinata dall'assenza del padre. Con la conseguenza che i figli, sotto il dominio di queste "Grandi Madri", hanno copiato malamente tutta una serie di aspetti femminili. Negli ultimi 15 anni, però, il maschio ha preso coscienza di questo e si è sforzato di recuperare il rapporto con il padre e con la mascolinità perduta. Un movimento cominciato in Usa e poi seguito, sebbene a fatica, anche in Europa. In questo gli uomini hanno "imitato" le donne. Anche loro, come successe alle femministe più di venti anni fa, hanno capito che ci si può mettere in discussione, lavorare sulla differenza alla ricerca di un'identità perduta. Questo li rende più sicuri e un uomo sicuro non teme la donna, può tranquillamente sviluppare la sua parte femminile. Ecco perché i rapporti di coppia, oggi, sono improntati a una maggiore franchezza, ad un progressivo riconoscimento della rispettiva diversità. Sono forse più distanti, ma sicuramente più sinceri e costruttivi".
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Elisabetta Mirarchi e Giovanna Vitale
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20\08\1996
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Il mammo? Un esempio del padre perfetto
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I mprovvisamente, il ministro degli Esteri inglese ha annunciato di essere entrato in congedo di paternità e ha cancellato tutti i suoi impegni istituzionali, tra cui il programmato incontro con il collega saudita. Incontro che avrebbe dovuto, in qualche modo, "celebrare la lunga relazione di amicizia tra i due Paesi", come si è affrettato a precisare il ministero cui lo stesso Miliband fa capo. Se la decisione di anteporre le responsabilità genitoriali ai doveri connessi al ruolo politico è stata una sonora scusa per bypassare l'incontro con il pari grado saudita, ecco il classico esempio di maschio patetico e incapace di sostenere le proprie idee e convinzioni con coraggio e dignità. Se, invece, il ministro Miliband ha realmente preferito i doveri di padre ai compiti istituzionali, è esploso un interessante, e quasi unico, esemplare di maschio post-moderno. Mi spiego. Al di là delle dichiarazioni... continua...
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ANNAMARIA BERNARDINI DE PACE
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31\10\2007
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Asia Argento: faccio l’amore solo con uomini impotenti
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A sia Argento confessa al giornale GQ le sue esperienze sessuali e rivela un clamoroso e inatteso retroscena: «Gli ultimi sei uomini con cui sono andata a letto non ce l’hanno fatta a fare l’amore con me. Per non parlare del setitmo che ha cercato di prendere il Viagra sotto i miei occhi. L’avesse fatto di nascosto, pazienza. Ma così, davanti a me, gli ho dovuto dire di lasciar perdere e l’ho dovuto spedire da dove era venuto».
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Asia spiega tutto questo con un sorta di “ansia da prestazione” causata dell’immagine che si è creata: «Credo che loro si aspettassero qualcos’altro, sai: il personaggio, quella che mi sono stancata di essere, sadomaso, lesbochic o come cavolo mi immaginavano. Sono stata me stessa e non bastava. Poi, loro hanno detto tutti la stessa frase, questa: «Io la prima volta non ci riesco mai». E tu non concedi una seconda chance? «No, grazie, per adesso sto ferma un giro, poi vediamo, magari incontro qualcuno che ci riesce una di queste notti».
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Asia cantinua, raccontando che cerca i suoi partner via internet: «Le cerco su Internet». E funziona? «Come sopra. Ma ormai mi sono appassionata alla rete. Passo ore e ore collegata a My Space. Chatto con queste persone che abitano in luoghi lontani. Poi magari vengono a trovarmi e…». Niente di niente. Non uno che sappia amare come si deve. «Possono vedermi nuda con due clic, ma non ci posso fare niente - continua -. E poi su Internet non mi nascondo, uso il mio vero nome».
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Che stia preparando un nuovo film horror sull’impotenza?…. Stiamo a vedere
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28\06\2007
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Uomini: per qualche cm in più
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O scilla fra gli 8 e i 9 centimetri a riposo, tra i 14 e i 16 cm in erezione e ha un diametro di 3-4 cm. Sono le misure standard per un pene doc, codificate da specialisti e studiosi. Chi rientra in questa casistica può dormire sonni tranquilli, chi pensa di esserne fuori vive invece nella perenne insoddisfazione, spesso all'origine di molti problemi. Ad essere afflitti dalla cosiddetta "sindrome di pollicino" o "da spogliatoio", sono, nel Bel Paese, circa 20mila uomini, insoddisfatti delle proprie 'misure', che si rivolgono agli specialisti per aumentare le dimensioni dell'organo genitale.Addio quindi alla leggenda del macho italiano, latin lover tutto muscoli e seduzione? pare proprio di sì, perchè il numero di questi maschi "complessati" da misure, che il più delle volte si rivelano poi nella norma, è in costante crescita.
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L'identikit di chi ne è afflitto è di semplice riconoscimento: si tratta di uomini, per lo più giovani non oltre i 30 anni, in perfetta salute ma terribilmente insoddisfatti delle proprie misure, complessati al punto da non volersi mostrare nudi sotto la doccia, nello spogliatoio o addirittura alla visita di leva da propri compagni. Nella maggior parte dei casi, spiegano gli esperti, queste "fobie" sono del tutto ingiustificate e tuttavia le richieste di allungamento del pene sono in aumento.
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In 8 casi su 10, però, queste richieste non vengono accolte, "poichè generalmente si tratta di pazienti con dimensioni normali. Solo nel 20% dei casi", spiega Giovanni Alei, presidente della Società italiana di chirurgia genitale maschile (Sicgem), "il pene in erezione misura meno di 7 centimetri".
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Ma quali sono i motivi che spingono gli uomini dallo specialista? "Un handicap congenito o, come succede spesso, problemi di natura psicologica tra cui la cosiddetta 'sindrome da spogliatoio'.. In molti casi si tratta infatti di pazienti che non hanno nessun tipo di problema e una dimensione del pene nella media (12,5 cm.)". A rivolgersi dal medico "sono soprattutto i giovani dai 18 ai 30 anni, ma negli ultimi tempi", precisa l'esperto, "sono sempre di più i 40enni desiderosi di un pene dalle dimensioni 'super'. Anche se sanissimi". Ma di quanto può essere allungato un pene? "Si può arrivare anche a un allungamento di un 20-30%", dice Alei. Molti dei 20 mila maschi italiani che si rivolgono al chirurgo sono spinti dalle proprie compagne, insoddisfatte 'sotto le lenzuola'.
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20\06\2007
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Elenco insulti: I bambini maschi sono stupidi, puzzano e sono dei buoni a nulla.
I ragazzi sono stupidi e puzzano
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Contenuto
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Tutto ciò che è utile sapere sui maschi: sono stupidi; puzzano, e il più delle volte sono dei buoni a nulla; ogni tanto stare con loro è divertente, ma...; vanno opportunamente addomesticati; e se infrangono le regole o ti fanno arrabbiare, c'è sempre una soluzione: riempirli di botte. Età di lettura: da 8 anni.
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Dettagli del prodotto
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Titolo: I ragazzi sono stupidi e puzzano
Autore: Goldman Todd H.
Traduttore: Barbieri B. R.
Editore: Piemme (collana Pepperbooks)
Data di Pubblicazione: 2007
Autore: Goldman Todd H.
Traduttore: Barbieri B. R.
Editore: Piemme (collana Pepperbooks)
Data di Pubblicazione: 2007
ISBN: 9788838486302
Dettagli: p. 79
Reparto: Libri per ragazzi
Dettagli: p. 79
Reparto: Libri per ragazzi
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Elenco insulti: Maschio\marito deficiente
Ho sposato un deficiente
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Vicissitudini in cucina
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Oggi succede nelle migliori famiglie: lei cede alla tentazione del cibo-schifezza, lui diventa la vestale dell’alimentazione biobilanciata. E i figli si ritrovano al centro di una guerra tra patatine e gallette di soia
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Giografia non autorizzata di un marito come tanti. Ve l'ho già detto che ho sposato un deficiente? E che "deficiente" è aggettivo sostantivato dal verbo latino deficere? Quindi non è tanto offensivo ma solo un po'? Sì, ve l'ho già detto. Bene, una delle caratteristiche precipue di mio marito è avere un'opinione su ogni argomento. Questa sua sicumera non lascia spazio ad alcuna opinione alternativa, tanto che alle volte ho il sospetto di aver sposato il Magnifico Rettore della Bocconi! Anche se di magnifico gli sono rimasti solo i bocconi.
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Di quando il deficiente si crede laureato in scienza dell'alimentazione bio bio bio! Un'alimentazione sana e il più possibile varia, specie in età evolutiva, è la base per una buona crescita: lo sanno anche i muri! La merenda nella cartella dei bambini ovviamente la metto io: un giorno la banana, un altro la mela oppure una pizzetta e il giovedì l'amato pacchetto di RINGO, biscottini preconfezionati, ricchi di schifezze idrogenate, e bla bla bla.... ma tanto buoni! Sfiga vuole che papà, che MAI ha messo il naso in cartella, l'ha fatto proprio il giorno dei Ringo! Alle ore 7.30 di quel giovedì, come per incanto, la cucina di casa si è trasformata in aula magna, e due bimbi di 8 e 6 anni, ancora semiaddormentati si sono "scoppiati" un'istruttiva lezione sulla caducità della vita, causata principalmente dall'uso smodato di cibi industriali. DUE PALLE che non posso descrivere senza scadere in inutili volgarità.
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«Perché voi, bambini miei», chiosava il deficiente, «dovete nutrirvi bene fin da piccoli, basta cibi ossidanti, consiglierei invece una sana alimentazione a ZONA, con un corretto equilibrio piramidale fra vitamine, carboidrati e proteine, il tutto rigorosamente biologico, è ovvio!!! Da domani niente merendine di plastica, solo gallette bio bio bio di KAMUT...!». Che non sono di plastica, ma di cartone. Da quel mattino i miei bimbi sono costretti a portare a scuola deliziosi dischetti di truciolare pressato color marrone-simil-nutella al buon sapore di soia, seitan o kamut, merende di cui, come si sa, tutti i bambini vanno ghiotti, tranne i miei. Che infatti buttano la loro ed elemosinano bocconi di PVC dai compagni. Da ciò si evince che la plastica è infinitamente più gustosa della segatura!
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Di quando il deficiente non c'è e i topi ballano.
Mio marito per lavoro è spesso fuori, come i rappresentanti di commercio, i naviganti, i pendolari e mille altre categorie. Naturalmente non è questa la sua colpa. Anzi, lui è fuori città a guadagnare per il nostro sostentamento, e di ciò tutta la famiglia gli è immensamente riconoscente e sproporzionatamente devota! L'effetto inspiegabile rimane quell'ingrato senso di libertà che ci assale durante le sue, sempre troppo brevi, assenze.
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Pietro, il figlio seienne, può finalmente giocare con la playstation anche venti minuti consecutivi senza dover subire da papà un istruttivo documentario sugli effetti delle piogge acide. Giovanni, l'ottenne, può suonare la batteria anche un quarto d'ora intero fottendosene dei vicini. E io, la moglie pluriventenne posso, una volta tanto, presentare per cena toast, pop corn e Sprite senza sentirmi Lady Macbeth.
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Viene spontaneo pensare "quando il deficiente non c'è i topi ballano"! No, non è così, non facciamo festicciole alle sue spalle, non invitiamo gli amici per sparlare di lui: semplicemente, quando LUI non c'è... ci divertiamo ad avvelenarci. Ma poi torna! E se disgraziatamente ho dimenticato di comprare l'acqua oligominerale-bio-naturale e siamo quindi costretti a bere acqua minerale naturale ma del rubinetto, la punizione minima che mi tocca subire è una lezione comparativa fra le varie sorgenti imbottigliate, e i danni per la salute causati dagli idrocarburi disciolti nelle tubazioni arrugginite dell'impianto idrico cittadino. E se per fretta ho comprato i mandarini nel supermercato vicino a casa, anziché dal nostro fruttivendolo-bio-Cartier fuori porta, o se al posto di lenticchie certificate e broccoli non trattati pasteggiamo, una tantum, giusto per festeggiare il suo ritorno, a sofficini e spuma al ginger, secondo lui, come minimo saremo costretti a fare la lavanda gastrica!
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Carla Signoris
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15\10\2007
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Elenco insulti: I maschi : sono sciocchi e stupidi
Le bionde? Rendono gli uomini più "stupidi"
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PARIGI - Le bionde fanno impazzire gli uomini. Nel vero senso della parola. Gli uomini, infatti, quando sono a contatto con donne bionde di capelli diventano sciocchi e compiono azioni stupide. E' quanto risulta da uno studio dell'Università di Parigi-Nanterre.
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Stando alla ricerca, guidata dal professore di psicologia sociale, Thierry Meyer, quando gli uomini hanno a che fare con una bionda, entra in gioco la classica convinzione: le bionde sono ragazze belle e sciocche. L'uomo inconsciamente pensa di avere di fronte una persona poco intelligente. E per questo è portato a compiere azioni stupide.
.Questo meccanismo è stato definito dagli studiosi come "Bimbo delusion". Se agli uomini vengono mostrate delle fotografie di donne bionde e, poco dopo, vengono sottoposti a un test di cultura generale, commettono degli errori che in un'altra situazione non avrebbero mai commesso. "Questo dimostra quanto le persone interiorizzano degli streotipi che magari non condividono nella realtà", afferma il professor Meyer.
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Secondo la ricerca, ogni pregiudizio ha una sua radice. Lo stereotipo della donna bionda, bella e sciocca sembra derivare dal fatto che la maggior parte dei neonati ha una capigliatura bionda, quindi automaticamente il biondo è associato all'immaturità di un bambino.
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19\11\2007
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Elenco insulti: Maschi stupidi con il sorriso da ebete
Allarme bionde, rendono stupidi tutti gli uomini
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Puoi essere anche l'uomo più intelligente del mondo, ma davanti ad una bella bionda diventerai improvvisamente stupido. Proprio così, non è uno scherzo. Questa terribile verità ci è stata svelata da Thierry Meyer, docente di psicologia sociale presso l’università di Nanterre.
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Davanti ad una biondona "l'attività celebrale diminuisce, il quoziente intellettivo scende, le capacità cognitive vengono in buona parte ibernate". Così ha scritto sul Journal of Experimental Psychology dove spiega che la colpa non è delle donne, ma del cervello maschile che si spegne improvvisamente davanti ad una chioma bionda alla Marilyn Monroe.
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"E' uno stereotipo sociale - si legge - Le bionde hanno la capacità di far agire i maschi in modo più stupido".
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Insomma, c'è poco da fare. Non ci resta che cambiare registro o restare i soliti "stupidoni" che davanti alla biondona di turno sfoggiano il classico sorriso ebete e azzerano il cervello. Tutto questo però avrà una fine. Studi scentifici (ma non hanno di meglio da fare?) ci informano che tra duecento anni non ci saranno più capelli biondi. Pare che il gene sia recessivo. Che dire... impareremo a fare gli stupidi anche con le more. D'altronde le brutte abitudini non passano mai.
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21\11\2007
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FONTE:http://vitadicoppia.blogosfere.it/2007/11/allarme-bionde-rendono-stupidi-tutti-gli-uomini.html
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Elenco di insulti : Maschi stupidi. Più stupidi con le bionde.
Più stupidi con le bionde
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Gli scienziati: davanti a loro la libido cresce ma l’attività cerebrale del maschio rallenta
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Stupidi. Una condizione maschile che non dovrebbe rappresentare di per sé una notizia, se questo dato non si aggravasse quando l’uomo si trova al cospetto di una bionda: «L’attività celebrale diminuisce, il quoziente intellettivo scende, le capacità cognitive vengono in buona parte ibernate». Non ci si crede ma è vero, almeno stando a Thierry Meyer, docente di psicologia sociale presso l’università di Nanterre che ha sviluppato una ricerca che rivela preoccupanti contorni maschilisti. L’uomo sarebbe più attratto dalle bionde, tanto da inebetirsene, perché queste sono cretine e dunque non impegnative, non richiedono sforzi intellettivi a tutto vantaggio della libido. Come se non bastasse, «lo studio» di Meyer viene ripreso dal «Sunday Times», che lo rilancia sotto forma di inchiesta: «Le bionde sono più o meno cretine della media?». Il professore argomenta sulle pagine della rivista «Journal of Experimental Psychology» che la colpa non è delle donne, se il cervello maschile si spegne davanti al biondo: l’uomo rimane vittima di uno «stereotipo sociale. Le bionde hanno la capacità di far agire i maschi in modo più stupido».
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La colpa invece è proprio della bionda per eccellenza, quella Marilyn Monroe che nel 1953 fece l’elogio della bionda oca giuliva nel film con Jane Russell nei panni della bruna. Anna Falchi, da bionda, ne dà una lettura autoreferenziale: «Si è sempre detto che la bionda è stupida, invece il bello è che non lo siamo. Eppure con noi gli uomini si comportano con più leggerezza, forse perché siamo poco impegnative. E’ anche vero che gli uomini preferiscono le bionde ma poi sposano le brune. Vedi me che sono single».
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Di testa in testa, la dichiarazione di una bruna da capogiro, Monica Bellucci che si è convertita a bionda per ragioni di set: «Gli uomini preferiscono le bionde, pare che abbiano un potere d’attrazione sugli uomini più forte. Un giornalista mi ha detto che i rotocalchi vendono di più se in copertina c’è una bionda piuttosto che una bruna. Io sono una delle poche eccezioni». Tutto vero, però il «Sunday Times» tralascia un dato importante che fa leggere la ricerca con occhi diversi. Secondo scienziati americani, gli uomini istupidiscono al cospetto delle donne: «Bionde con i capelli lunghi gli occhi blu, di età giovane con le gambe lunghe, il seno grosso, la vita sottile». Come dire che rimangono senza fiato davanti alla fata appena scesa dal paradiso. Una donna così composta trasmette l’idea della salute e della capacità riproduttiva.
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Ma c’è una brutta notizia. Le bionde naturali sono in via di estinzione e - secondo alcuni calcoli - tra 200 anni di loro non ci sarà più traccia per via di un gene recessivo. La mutazione genetica è alle porte per buona pace delle brune.
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IL FILM DI HAWKS
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Al cinema gli uomini preferiscono Marilyn
Due ballerine, la bionda Lorelei Lee, che ama i diamanti, e la bruna Dorothy Shaw, che preferisce i muscoli, si imbarcano su una nave diretta in Francia: la prima per farsi sposare dal figlio di un miliardario, la seconda per motivi professionali. Comincia così uno dei film più celebri di Hollywood, «Gli uomini preferiscono le bionde». Tratto da un romanzo di Anita Loos, fu diretto nel ‘53 da Howard Hawks. Protagoniste: Marilyn Monroe e Jane Russell.
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19\11\2007
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Elenco di insulti : Maschi bamboccioni
ITALIANI MAMMONI E BAMBOCCIONI
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E cco qua: lo stereotipo transoceanico si ripropone, come la peperonata a fine pasto, come la coda della lucertola. “I maschi italiani non si staccano dalle sottane di mammà”: questo il titolo, in forme simili redatto, che sta rimbalzando sulle home page di molti network internazionali. In particolare Der Spiegel si prende la rivincita su una precedente polemica sullo stesso argomento.
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A rialzare la questione - che da generazioni bolla gli italiani come mammoni - non è questa volta un settimanale femminile, o un sondaggio alla Michele Cucuzza ma il provvedimento recentemente preso dal Ministro dell’economia Padoa Schioppa, che ha deciso di incoraggiare i giovani, ormai grandi e vaccinati, a lasciare il tetto natale con un aiuto extra pari a 1000 euro (diluiti in tre anni) per pagarsi l’affitto.
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Fatto restando che il provvedimento non fa distinzioni sessuali ma offre il fausto contributo sia alle bamboccione che ai bamboccioni (epiteto coniato dal ministro stesso) indiscriminatamente, tuttavia all’estero si calca la mano sulla questione “maschio italiano”, che fa sempre tanto folklore.
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10\10\2007
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LA FINE DEL MASCHIO LATINO
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N on ci siamo già visti da qualche parte? Di sicuro, se volete avere una speranza di non andare in bianco, è meglio che questa frase la cancelliate dal vostro vocabolario: le donne rivogliono il maschio latino e sono stufe di amanti impacciati.
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Un recente studio condotto su un campione di 280 ragazzi e ragazze di età compresa tra i 18 e i 25 anni ha rivelato che, in un caso su tre, i lui sono impacciati, incapaci di corteggiare, poco fantasiosi, troppo poco maschili e completamente disastrosi sotto le lenzuola.
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Al contrario, le lei sono troppo aggressive, brancolano nel buio senza sapere quello che vogliono e troppo spesso si dimenticano le arti della seduzione, che tendono a confondere con la volgarità. Insomma, un quadretto impietoso...
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09\07\2007
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FONTE: \\\
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MA CHE FINE HA FATTO IL MACHO LATINO?
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IL MACHO LATINO è in via d’estinzione. Non è solo un’impressione o una moda comportamentale, ma il frutto di ricerche e d’indagini. Di quel fenotipo maschile, rude, sessista e virile, se ne sono interessati addirittura gli psicologi americani. Sulla rivista "Psychology of men and masculinity" è stato infatti pubblicato uno studio nel quale vengono messi a confronto gli uomini eterosessuali nostrani con quelli d’oltreoceano. E stupisce scoprire come in Italia il macho latino che tanto piaceva alle donne, venga rimpiazzato da un uomo nuovo.
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Quella voglia tutta maschile di vincere, di rischiare, il suo controllo sulle emozioni, la sua sete di violenza e di dominare le donne, il modello del playboy, la rilevanza del lavoro, il disprezzo per l’omosessualità e l’inseguimento dello status sociale, sono tutti elementi che non fanno più parte del macho latino. Gli uomini italiani non si riconoscono più in questi stereotipi e l’unico caposaldo che sembra ancora resistere nei loro comportamenti è che deve essere ancora l’uomo a fare il primo passo (forse quello decisivo) verso la donna. Intanto, c’è chi indaga sulla crisi maschile in modo ironico, organizzando addirittura un convegno sul tema "Che fine ha fatto il maschio?".
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Tutto si svolge a Tolentino, nella 24esima edizione della Biennale Internazionale dell’Umorismo nell’Arte. A far riflettere con ironia sulla società maschile in crisi, coinvolgendo il tema della mamma, della moglie, dell’amante, dei figli e dello stress, interverranno fino a ottobre personaggi celebri, come Dario Vergassola e Davide Riondino. «La pubblicità punta tutto sull’emozione a scapito della ragione - spiega il direttore artistico della Biennale dell’Umorismo, Lorenzo Marini -. E Hollywood calcola che il valore commerciale di Lara Croft è superiore a quello di Tom Cruise, divo più pagato del momento. È il maschio che ha perso le ali o è il vento che ha cambiato direzione? Sono gli eccessi della tradizione, il ruolo eccessivamente protettivo della mamma (si pensi alla cultura italiana o ebraica) o è una nuova coscienza femminile che si afferma nella politica (vedi Hillary Clinton in Usa e Sègolène in Francia)?», si domanda ancora Marini.
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Sebbene i sogni delle donne siano affollati da uomini sul genere di Brad Pitt, Raoul Bova o Riccardo Scamarcio, a chiarire meglio le idee sul tema arriva la sintesi di un’indagine demoscopica su 1.001 italiani ultra quattordicenni, realizzata da Astra Ricerche. Gli uomini italiani presi in considerazione (dai 15 anni in su) sono 24,1 milioni (esclusi quelli residenti all’estero o i membri delle convivenze: ospedali, ospizi, carceri o caserme) e sono stati suddivisi in 7 partiti. Il 23% (5,5 milioni) sono i confusi angosciati, i tipi più trasversali per età e che raramente superano i 64 anni, per area geografica e per titolo di studio, che vedono le donne come incomprensibili e minaccianti. Al secondo posto, a pari merito, con il 20% (pari a 4,8 milioni di uomini) ci sono i vetero machos - orgogliosi, aggressivi, potenti, cacciatori e dominatori - e gli evoluti equilibrati - nuova serena espressione della cultura neo-maschile che condivide un approccio paritario con la cultura neo-femminile -.
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Al quarto posto ci sono i tradizionalisti non interessati (il 13% pari a 3,1 milioni), perlopiù anziani, pensionati, non internauti e con titoli di studio medio-bassi, i quali credono che il mondo maschile non sia cambiato e resti a tutti gli effetti quello di un tempo. Subito dopo, si piazzano i neo-machos (11% con 2,7 milioni di adulti) che vivono il rapporto di coppia come lotta esplicita e positiva e privilegiano partner emancipate. Penultimo posto, infine, per i neo-maschi femminili (10% e cioè 2,4 milioni) che criticano il modello maschile tradizionale e rivendicano i diritti/doveri all’affettività, ai sentimenti, alla fragilità e alla dolcezza. Mentre all’ultimo posto si piazzano i gay orgogliosi (3% pari a 700 mila individui), che rappresentano solo una parte del mondo gay italiano ed è quella che prende le distanze dalla cultura maschile maggioritaria, sia essa in versione macho o in versione addolcita.
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Eppure, uno dei sex symbol maschili più apprezzati dalle donne, Gigi Proietti, è convinto che «il macho latino, sotto sotto, vive in ogni uomo. Sicuramente l’uomo latino è stato messo alle strette dall’avanzata, auspicabile e benvenuta, delle donne. Tuttavia, ci sono segni di emancipazione tra i due sessi, e lo percepisco attraverso i comportamenti delle mie figlie, che mi sfuggono. I ragazzi oggi si fanno i tatuaggi, stanno ore davanti allo specchio pensando a cosa indossare perché sanno che il modo di vestire è significativo per comunicare. Ai miei tempi tutto ciò era impensabile.
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Da ragazzi noi usavamo il sordino, una sorta di fischio, che si faceva al passaggio di una bella ragazza: se poi lei si voltava, noi eravamo convinti che la cosa era fatta, ovvero che la ragazza accettava gli apprezzamenti e quindi era pronta a un eventuale approccio. Altri tempi. Però, credo che aldilà delle mode, la mascolinità, come la femminilità, siano ancora riconoscibili. Basta uno sguardo, o il modo con cui una donna accavalla le gambe, per capirlo: è questo che apprezzo in una donna, a parte l’eventuale interesse personale, visto che ora ho ben altri problemi da seguire».
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DINA D’ISA
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22\07\2007
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FONTE: Il Tempo.it .
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Nell' articolo (sotto riportato) fate attenzione alla terminologia (parole\frasi in grassetto evidenziate) per descrivere la violenza sugli uomini.
Provate a sostituire il genere sessuale (uomo\donna) credete ancora che si sarebbe parlato di vendetta al maschile?
In questo caso verrebbe considerata violenza sulle donne ed il tono sarebbe serissimo.
TANTI EVIRATI DA MOGLI TRADITE
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Il trapianto del pene fa boom
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BANGKOK - Se la Thailandia e' diventato il primo paese al mondo nella chirurgia ricostruttiva del pene, non e' per caso: episodi di mutilazione sono molto frequenti nel regno.
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Le donne tradite amputano il pene del marito e poi lo fanno bollire, lo attaccano a dei palloncini volanti, lo danno in pasto ai canarini o a volte lo gettano nello scarico del bagno.
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Medici e psicologi spiegano queste violenze estreme con l'infedelta' molto diffusa e la volonta' di mogli che non esitano a usare mezzi estremi per difendere i loro diritti. La tradizione di poligamia, ufficialmente bandita da solo un centinaio d'anni, resta molto diffusa espezza numerosi matrimoni in Thailandia.
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D'altronde, il pene qui e' venerato come simbolo di potere e fertilita', sottolineano gli esperti. In tutti i mercatini del regno o sulle prue dei battelli si trovano falli propiziatori scolpiti in legno o pietra. Il fatto poi che ogni cuoca thailandese che si rispetti sia equipaggiata di numerosi coltelli - l'uno piu'tagliente dell'altro - non aiuta.
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Seduto nel suo ufficio dell'ospedale 'Paolo Memorial' di Bangkok, Surasak Muangsombot, un chirurgo,ricorda d'aver trapiantato il suo primo pene nel 1978, scoprendo rapidamente che queste spaventose mutilazioni sono in Thailandia una forma 'normale' di violenza coniugale.
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In 26 anni la sola equipe del dottor Muangsombot ha operato ben 33 uomini. Nello stesso periodo di tempo, 'solo' tre casi sono stati segnalati in Svezia, due negli Stati Uniti - uno, molto pubblicizzato, fu quello di John Bobbitt, che, dopo aver ripreso in pieno le sue capacita' grazie allachirurgia, divenne attore di film pornografici - e un caso in Australia.
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''A volte ci sono anche quattro o cinque evirazioni all'anno in Thailandia, e poi per un po' non se ne sente piu' parlare'' dice il dottor Muangsombot ''ma a tratti, sembra come un'epidemia''. I medici 'falloplastici' hanno il loro daffare, perche' le mogli gelose una volta tagliato il pene spesso si accaniscono in modo particolare sul povero organo amputato.
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''Alcune di loro lo fanno bollire in pentola, altre lo danno da mangiare ai canarini oppure lo gettano nelloscarico del bagno, lo sotterrano o anche lo attaccano a un palloncino lasciandolo volare via'' dice il chirurgo. Il caso per lui piu' delicato e' stato quello di una moglie che ha negato a lungo d'aver gettato il pene del marito in una fossa settica, prima di farlo ritrovare. ''Ho domandato all'infermiera di pulirlo bene e ho avvertito il paziente che avrebbe potuto contrarre una setticemia'', spiega il medico.
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Il marito mutilato rispose ''Faccia del suo meglio. Se avro' una setticemia, almeno moriro' munito del mio pene''. ''Quindici ore erano trascorse dal momento dell'evirazione a quello del trapianto. Questo e' un tempomolto superiore a quello contemplato nei libri. Ma con mia sorpresa tutto e' andato benissimo'', dice il chirurgo.Secondo il dottor Wallop Piyamanotham, uno psicologo, l'amputazione del pene e' legata all'abitudine dei thailandesi di avere un'amante.
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''La sola vendetta possibile per la moglie e' quella di evirare il marito che la tradisce e la trascura. Pochi uomini infedeli fanno ancora l'amore con la propria moglie''. A dispetto dei danni causati agli organi genitali mutilati, spiega il dottor Surasak, il successo dei trapianti e' impressionante : ''Abbiamo un tasso di riuscita del 100%, ma penso che solo la meta' degli uomini operati possa ritrovare tutte le normali funzioni''.
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Il chirurgo allora lascia consigli d'oro a quegli uomini che non possono trattenersi dal tradire la propria moglie: ''Se avete un'amante, vostra moglie sara' folle di rabbia e pronta a mutilarvi in ogni momento. Quindi rendetela felice, abbiate sempre con voi un thermos... e il nome di un buon chirurgo''.
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07\07\2004
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Vietato ai maschi: la palestra, la banca, il ristorante e il bordello
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I n palestra senza il “macho” Quelle che sperano di approfondire la conoscenza con il personal trainer non saranno entusiaste delle nuove palestre per sole donne. Ma per tutte le altre, che sudano solo per la gloria di un corpo migliore, è una comodità non sentirsi inibite di fronte a sguardi maschili. Le catene internazionali con centri sportivi “women only” sono Fitness First e Curves. Negli Stati Uniti le patite della forma fisica - o le disperate che devono buttare giù i chili di troppo - si iscrivono al campo d’addestramento in stile militare per sole donne. Fossati da superare, esercizi nel fango e allenamenti serrati. Così il dimagrimento è assicurato.
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Il carnet di servizi riservati esclusivamente all’universo femminile si sta arricchendo sempre più. In questi giorni nella città cinese di Changchun ha aperto un ristorante “femminista”, il Nushi Canting (letteralmente: ristorante delle donne): qui gli uomini possono entrare solo per guardare.
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In Germania, invece, c’è la Frauenbank, una banca per donne, gestita da manager in gonnella, sicure di poter dare alle clienti consigli economici liberi da qualsiasi pregiudizio di genere.E in America? Là la ex maitresse Heidi Fleiss, dopo essere stata più volte in prigione, ora si vuole riciclare creando un bordello per donne nel deserto del Nevada, a un’ora di macchina da Las Vegas. Dalla banca al bordello. E poi, chissà?
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Chiara Brusa Gallina
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10\08\2007
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FONTE:http://grazia.blog.it/2007/08/10/vietato-ai-maschi-la-palestra-la-banca-il-ristorante-e-il-bordello/
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Vietato ai maschi: spiagge e hotel
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G entlemen are not allowed, vietato l’ingresso ai signori. Questa estate l’immagine del cartello con l’uomo sbarrato ha fatto il giro del mondo e il bagno 134 di Riccione, pensato solo per “lei”, è diventato famoso. La spiaggia è in stile vintage, il colore dominante - manco a dirlo - il rosa, e i servizi soddisfano ogni esigenza femminile, dai corsi di fitness ai menù della dietologa, alle cure post-mare nelle mani di parrucchieri ed estetisti. Tutto al riparo da occhi maschili (gli unici permessi sono quelli del personale di sicurezza). L’anno scorso, sempre sulla riviera adriatica, parte del litorale è stata recintata per permettere alle turiste musulmane di abbronzarsi in libertà e anche a Francavilla, Chieti, è in progetto una spiaggia di questo tipo. Il precedente storico è il bagno La Lanterna di Trieste, costruito a fine Ottocento con un muro di divisione che ormai fa parte della tradizione (gli abitanti si sono opposti alla demolizione). Se in Italia le spiagge così fanno notizia, sono di routine nel mondo islamico (anche se lì più che una tendenza è un rigido divieto secolare). In Iran presto ci sarà l’“isola delle donne”, luogo di divertimenti balneare su un lago vicino alla Turchia.
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Se ai primi del Novecento la scrittrice Virginia Woolf si limitava a desiderare una stanza tutta per sé, noi donne del ventunesimo secolo possiamo chiedere un albergo intero.A Zurigo, in Svizzera, c’è Lady’s first, un hotel off limit per gli uomini, che non sono autorizzati a oltrepassare la hall. Le manager sono accontentate: oltre a trattamenti di bellezza e alla cucina light, in ogni camera si trova un tavolo di lavoro. Il primo hotel esclusivamente femminile è l’Artemisia di Berlino, aperto nel 1989.Strutture con piani “dedicati” sono anche il Grand Hotel di Oslo e il Grange City Hotel a Londra. In Italia al Palace di Viareggio le signore possono dormire nelle curatissime lady’s room e a Firenze il bed & breakfast Borgo Pinti ha stanze per sole donne (tel. 055 24 80 056). Senza dimenticare l’isola di Lesbo, in Grecia: al Tavari Beach hotel solo la clientela femminile è benvenuta. Come, d’altronde, in gran parte dell’isola.
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Chiara Brusa Gallina
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03\08\2007
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Vietato ai maschi: Taxi, metro, parcheggi
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T utti pink. L’obiettivo è poter girare a ogni ora del giorno e della notte in totale sicurezza. Il risultato sul lato estetico è piacevole: non si tratta del solito taxi, ma di una vettura di lusso color confetto. Al volante, ovviamente, solo donne. Le più famose sono le Pink ladies inglesi, che esistono dal 2006, sono esperte in tecniche di autodifesa e, quando arrivano, si preoccupano di fare due squilli sul cellulare della cliente per evitare che esca in strada prima del loro arrivo. Di taxi così si stanno riempiendo le grandi città: Mosca, Teheran, Mumbai, Dubai. Da noi non esistono macchine rosa, ma a Bolzano e a Prato le donne che viaggiano di sera possono usufruire di sconti. Sempre a Bolzano, e a Udine, ci sono parcheggi riservati alle signore e anche il comune di Milano sta studiando le strisce rosa, cioè degli spazi “dedicati” alle auto delle cittadine. Anche in metropolitana si trovano vagoni vietati ai maschi: in Brasile, in Messico e in Giappone, dove li hanno istituiti per contrastare l’alto numero di molestie contro le donne negli scompartimenti stracolmi. Pare che adesso molti uomini si sentano protetti da denunce ingiuste.
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Chiara Brusa Gallina
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08\08\2007
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Ho sposato un ghiacciolo
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Concentrati solo sulla virilità. Incapaci di accettare defaillance e di ascoltare i desideri delle donne. Uno studio scientifico boccia i maschi italiani.
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C ari uomini, così non va. A trent’anni dalla rivoluzione sessuale i maschi d’Italia non hanno ancora imparati a essere “partner perfetti”: bella forza, si dirà, la perfezione non è di questo mondo, soprattutto a letto. Non sarà , invece, che sono le donne a cercare una sessualità che esiste solo sulla carta? A non accontentarsi mai? A chiedere sempre più di quanto sia umanamente possibile?
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Sembra di sentirli, i maschi italiani, reagire malmostosi alle lagnanze esposte con grande chiarezza nell’ultimo studio condotto sulle cartelle cliniche di 177 pazienti del Centro clinico di Sessuologia dell’Università La Sapienza di Roma. Perché i risultati di questo che è il primo studio scientifico sulla sessualità delle italiane li accusano, non di deludenti prestazioni, come vorrebbe un’aneddotica un po’ cochon, ma di disattenzione, di non capire quando a letto le cose proprio non vanno e continuare in una routine spesso disastrosa facendo finta di niente.
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I risultati non lasciano spazio al dubbio: nelle donne a scatenare problemi della sfera sessuale sono fattori psicologici, emotivi e relazionali. E c’è una forte tendenza a legare il sintomo allo stato di salute della coppia. In altre parole: da una parte una relazione sentimentale insoddisfacente spesso provoca delle difficoltà sessuali, dall’altra la disfunzione non è valutata come disturbo singolo, ma viene inserita in un contesto più ampio, quello della vita di coppia e quindi, se non opportunamente curato, rischia di mettere in crisi anche la stabilità della relazione.
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L’altro, l’uomo, è quindi fondamentale per risolvere il problema. “Ma non è in grado”, commenta Chiara Simonelli, presidente della Società di sessuologia scientifica:”Perché non riesce a guardare più in là della sua prestazione”. E questo finisce per avere una ricaduta negativa sulla salute sessuale della donna che lamenta soprattutto un partner incapace di comunicare, attento solo al suo piacere, colpevole di ignorare e rimuovere i problemi dell’eros.
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Le donne singles lamentano per la maggior parte problemi psicologici e relazionali (rispettivamente il 36,1 e il 25 per cento). Quelle stabilmente in coppia si rivolgono allo specialista per problemi di vaginismo, l’impossibilità della penetrazione a causa di contrazioni involontarie dei muscoli, e di disfunzione erettile del partner. “Questi dati ci spingono a ritenere che il problema principale sia la povertà della sfera sessuale maschile, tutta giocata intorno all’erezione”, conferma Simonelli. Se manca quella, non si pensa possibile altra forma di piacere sessuale e la sfera femminile passa automaticamente in secondo piano. A rimanere penalizzate sono quindi soprattutto le donne in coppia.
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Messe a confronto con le single, le donne con un compagno fisso lamentano maggiormente disturbi del desiderio e dell’eccitazione, vaginismo e, molto spesso, l’assenza totale di rapporti sessuali. Perché la stabilità non risolve le disfunzioni, anzi. Oltre la metà delle signore che lamentano un disturbo sono in coppia con uomini che hanno problemi. Il 75 per cento delle donne che non riescono a raggiungere l’orgasmo hanno un partner che soffre di eiaculazione precoce. Oltre la metà di quelle affette da vaginismo e che vivono un matrimonio in bianco sono in coppia con un uomo che ha problemi di disfunzione erettile.
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Un problema cresciuto vertiginosamente negli ultimi anni. L’ultima indagine Censis parla di circa tre milioni di uomini che in un qualche momento della loro vita hanno avuto problemi di disfunzione erettile. Di questi solo l’11 per cento si rivolge al medico. Nonostante i sessuologi facciano registrare un numero crescente di pazienti, la maggior parte degli uomini con problemi sessuali non ne parla agli specialisti, vive il suo disagio silenziosamente. Prima di chiedere aiuto in media trascorrono tre anni e una volta che il disturbo è divenuto definitivo, si trasforma in ossessione, che finisce per segnare tutte le sue relazioni.
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Anche quando non ci sono delle vere disfunzioni erettili, non è cambiata negli ultimi anni l’attenzione quasi esclusiva dell’uomo alla sua virilità e per una certa durata del rapporto. Troppo spesso questo finisce per lasciare sullo sfondo i molti aspetti erotici che contribuiscono a far funzionare una relazione: sembra una storia vecchia di trent’anni, ma la maggior parte dei maschi è ancora concentrata sull’eccitazione genitale e non riesce a comportarsi in modo tale da garantire l’eccitazione tout cout: “Ecco perché anche nelle donne in cui si riscontra una normale vasocongestione possono essere comuni i disturbi legati all’assenza di eccitazione”, spiega la sessuologia. Stando ai risultati della ricerca, le italiane sembrano reclamare nuovi modelli di sessualità maschile, uomini che non si spaventino di entrare nella complessità della motivazione sessuale e dell’immaginario erotico: perché ormai è chiaro ai sessuologi che far finta di niente porta solo al gelo.
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Letizia Gabaglio
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05\05\2005
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FONTE: L'espresso
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Nell' articolo (sotto riportato) fate attenzione alla terminologia (parole\frasi in grassetto evidenziate) per descrivere la violenza sugli uomini.
Domanda. Dal tono utilizzato, secondo voi, si stà trattando una notizia drammatica o di una divertente ?
THAILANDIA, RECORD DI PENI EVIRATI
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Mogli tradite si accaniscono sui mariti
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Tradire la moglie in Thailandia può essere molto pericoloso. Il Paese è il primo della lista alla voce: "peni evirati" e di conseguenza anche il primo per il numero di trapianti dell'organo maschile. E' infatti usanza sempre più comune per le donne thailandesi tradite ricorrere all'evirazione per punire i mariti. Dalla rabbia al sadismo il passo è breve: spesso il pene viene bollito e dato in pasto ai canarini.
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Una pratica che farà certamente venire i brividi ai maschi e che per molti ha dell'incredibile. Eppure i dati parlano chiaro: la Thailandia è il primo Paese al mondo nella chirurgia ricostruttiva del pene, non è per caso: episodi di mutilazione sono molto frequenti nel regno. L'ultimo è accaduto nelle ultime ore, a un contadino ventinovenne.
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Le mogli tradite dimostrano di possedere una notevole dose di fantasia e sadismo. Spesso il pene viene evirato e poi fatto bollire nell'acqua, poi legato ai palloncini e dato in pasto ai canarini. Altre volte, le mogli inferocite preferiscono gettare il pene nello scarico del bagno.
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A quel punto la situazione per i mariti mutilati si fa davvero difficile. Per questo motivo la chirurgia in Thailandia nel campo della ricostruzione del pene è davvero all'avanguardia.
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Secondo il dottor Wallop Piyamanotham, uno psicologo, l'amputazione del pene è legata all'abitudine dei thailandesi di avere un'amante. "La sola vendetta possibile per la moglie è quella di evirare il marito che la tradisce e la trascura. Pochi uomini infedeli fanno ancora l'amore con la propria moglie".
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07\07\2004
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I MAMMONI ITALIANI SI "INGLESIZZANO"
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In Inghilterra è l'era dei «mummy’s boys»: a metà dei ragazzi inglesi fra i 18 e i 30 anni vive ancora in famiglia
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MILANO - I ventenni maschi di oggi? Una generazione di «buoni a nulla» cronici, incapaci persino di sbucciarsi una mela o di prepararsi una tazza di tè. Non a caso, la maggior parte di loro vive ancora con i genitori e di lasciare il nido non ci pensa per niente. E se finora era l’Italia la culla indiscussa dei «mammoni», uomini-bambini cresciuti attaccati alle gonne delle mamme e assolutamente dipendenti da loro, adesso il fenomeno sta dilagando anche nel mondo anglosassone e oggi i «mummy’s boys» dell’era Blair-Brown somigliano in maniera sempre più allarmante ai colleghi italiani, sebbene i numeri siano ancora a loro favore, visto che solo la metà dei ragazzi inglesi fra i 18 e i 30 anni vive ancora in famiglia, al contrario dell’80% dei nostri connazionali.
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«COLPA» DEI GENITORI Dati che arrivano da un’indagine compiuta lo scorso anno da due ricercatori guarda caso italiani – Marco Manacorda ed Enrico Moretti, il primo lavora a Londra, il secondo a San Francisco – nella quale veniva evidenziato come fossero in realtà i genitori tricolori a non voler lasciare andare i figli, mettendo in atto una serie di strategie atte a rimandare il più possibile il momento del distacco. A parere degli studiosi, ai genitori italiani «piace vivere con i figli e pur di convincerli a stare con loro sono disposti a corromperli in cambio di favori o di soldi». Insomma, sarebbero i papà e le mamme di casa nostra a tarpare volutamente le ali ai figli, per convenienza, egoismo o, più semplicemente, eccessiva preoccupazione. Ma leggendo il Daily Mail pare che ora questi comportamenti si stiano «inglesizzando», visto che anche i giovani anglosassoni vivono e si comportano come i coetanei europei.
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MUMMY'S BOY L’espressione mummy’s boy venne usata per la prima volta in una striscia comica del 1975, per indicare un adolescente cresciuto sotto l’ala protettiva della madre che si ostinava a considerarlo ancora il «suo bambino». Ma a trent’anni di distanza non c’è davvero più molto da ridere. Stando agli psicologi, infatti, i maschi con la sindrome da «wimp» (buoni a nulla, inetti) sarebbero le nuove vittime del secolo, perché questa loro condizione di assoluta inferiorità nei confronti delle femmine (sempre più spesso incoraggiate ad essere indipendenti) li porterebbe a soffrire di maggiori disagi comportamentali. Come già in Italia, anche nel mondo anglosassone a finire sotto accusa sono le mamme apprensive-oppressive che, viziando i figli in maniera invereconda, li hanno trasformati in «mollaccioni» senza spina dorsale. I ragazzi si sono così convinti che la vita sia una passeggiata fra petali di rose e che tutto gli sia dovuto, in virtù di una condizione privilegiata che molto spesso fa a pugni con i sacrifici che in realtà i genitori devono fare per mantenerli. Ecco perché, quando finalmente scoprono il mondo e si accorgono che non è tutto così facile e scontato, ma che bisogna rimboccarsi le maniche e pure faticare, il risveglio è in molti causi traumatico e li spedisce dritti sul lettino dello psicologo.
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GENITORI, PERMISSIVI O REPRESSIVI? Essere genitori liberal sarà quindi anche di moda, ma rischia di trasformarsi in un boomerang e, alla lunga, a rimetterci non sono solo i «mummy’s boys» o «mammoni» a seconda della latitudine, ma anche gli stessi genitori. La soluzione? Una via di mezzo fra il permissivo e il repressivo, con una punta di sottile umorismo (questo sì tutto inglese), come quella mamma che ai continui capricci del figlio perché pretendeva ogni cosa che vedeva e che lei invece giudicava sciocca, ha risposto serafica: «Vivrai anche senza, stai tranquillo. Oppure morirai. In entrambi i casi, il problema è risolto». Eccessiva? Forse. Ma a sentire chi ha sperimentato la stessa tattica, assolutamente liberatoria dalla schiavitù dei «buoni a nulla» per volere materno.
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Simona Marchetti
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05\07\2007
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Sesso, quanti problemi
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Poveri maschietti, sempre con problemi e complessi sessuali. Non bastava la "sindrome" del pene piccolo: gli esperti della Sia, Società italiana di andrologia, hanno redatto un identikit dei problemi sessuali che non si limitano alle "stagioni" intermedie della vita dell'uomo, ma coinvolgono anche "under 18" e "over 65".
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Le malattie degli anni "verdi"
La "primavera" (da 0 a 18 anni) è l'età dello sviluppo dell'apparato genitale maschile, in cui si possono evidenziare tre ordini di problemi: la mancata discesa di uno o di entrambi i testicoli (criptorchidismo); il varicocele, che colpisce soprattutto il testicolo sinistro e può determinare anche infertilità; infine, l'incurvamento del pene. Del varicocele ci si accorge generalmente tra i 10 e i 14 anni, dell'incurvamento del pene più tardi, tra i 16-18 anni, l'età dei primi rapporti sessuali.
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Le malattie della maturità
L'uomo vive la sua "stagione calda" e si trova ad affrontare problemi di "geometria peniena'"- dalla rigidità agli ingrandimenti, dall'induratio penis plastica, all'incurvamento congenito, piuttosto che quelli dell'infertilità, dal varicocele (per gli over 35).
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Le malattie dell'autunno
Dai 46 ai 65 anni aumenta l'incidenza delle patologie neoplastiche, ma anche di diabete, insufficienza epatica e renale, aterosclerosi e malattie endocrine e neuropsichiatriche. Situazioni che vedono un ricorso sempre più frequente a farmaci e chirurgia.
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Le malattie dell'inverno
Dopo i 65 anni intervengono di norma problemi fisiologici legati all'invecchiamento - patologie correlate alla funzione erettiva e al desiderio - che però, dicono gli andrologi, non devono "deprimere e frustrare" le aspettative sessuali dell'anziano.
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Lorenzo Cresci
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20\11\2002
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Addio al 'macho', 20 mila italiani insoddisfatti delle proprie 'misure'
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L'esperto: ''A rivolgersi dal medico sono soprattutto i giovani dai 18 ai 30 anni, ma negli ultimi tempi sono sempre di più i 40enni desiderosi di un pene dalle dimensioni 'super'''. Molti sono spinti dalle proprie compagne, insoddisfatte 'sotto le lenzuola'
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ROMA (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Addio alla leggenda del 'macho' italiano? Forse sì. A far traballare il mito è un dato eloquente: nel Belpaese sono infatti circa 20 mila gli uomini insoddisfatti delle proprie 'misure', che si rivolgono agli specialisti per aumentare le dimensioni dell'organo genitale.
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Soprattutto giovani, tra i 18 e i 30 anni. In 8 casi su 10, pero', le richieste non vengono accolte, "poiché generalmente si tratta di pazienti con dimensioni normali. Solo nel 20% dei casi - spiega all'ADNKRONOS SALUTE Giovanni Alei, presidente della Società italiana di chirurgia genitale maschile (Sicgem) - il pene in erezione misura meno di 7 centimetri". Un tema, questo, che verrà affrontato all'VIII Congresso della Sicgem, in programma giovedì e venerdì al Dipartimento di Chirurgia plastica-ricostruttiva e dermatologia del Policlinico Umberto I di Roma.
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"Negli ultimi anni - sottolinea Alei - il numero dei maschi insoddisfatti delle proprie 'misure' si è moltiplicato". Ma quali sono i motivi che spingono gli uomini dallo specialista? "Un handicap congenito o, come succede spesso, problemi di natura psicologica tra cui la cosiddetta 'sindrome da spogliatoio'. In molti casi si tratta infatti di pazienti che non hanno nessun tipo di problema e una dimensione del pene nella media (12,5 cm.)".
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A rivolgersi dal medico "sono soprattutto i giovani dai 18 ai 30 anni, ma negli ultimi tempi - precisa l'esperto - sono sempre di più i 40enni desiderosi di un pene dalle dimensioni 'super'. Anche se sanissimi". Ma di quanto puo' essere allungato un pene? "Si puo' arrivare anche a un allungamento di un 20-30%", dice Alei. Molti dei 20 mila maschi italiani che si rivolgono al chirurgo sono spinti dalle proprie compagne, insoddisfatte 'sotto le lenzuola'.
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"In numerosi casi, pero', dopo accurate visite si scopre che ad avere problemi non eè l'uomo, ma sua la compagna, che magari presenta un introito vaginale molto ampio. In questi casi - conclude lo specialista - si interviene con una vaginoplastica riduttiva".
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19\06\2007
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UOMINI VITTIME DELLA TRISTEZZA: 10 REGOLE PER COMBATTERLA
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V ive in una citta' del Nord Italia, fa un lavoro di tipo intellettuale e non sorride da tempo. Questo l'identikit del maschio italico 'malato di tristezza', un problema comune nel nostro Paese a ben sette uomini su dieci (71%), come rivela uno studio della rivista Riza Psicosomatica, condotto su 1.028 italiani tra i 18 ed i 67 anni. Se la depressione colpisce prevalentemente le donne e puo' impedire un'esistenza normale, la tristezza miete vittime soprattutto tra gli uomini. Ben sette maschi su dieci (71%) confessano, infatti, di sentirsi tristi ogni giorno, contro solo il 29% delle donne. A 'proteggere' queste ultime, spiegano gli esperti di Riza, sarebbe l'inclinazione a trovare sfogo al proprio malcontento, ''mentre gli uomini nascondono angosce e tormenti, che cosi' si trasformano alla lunga in uno stato di tristezza perenne''.
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Se i 40enni sorridono poco, anche gli over 54 non se la 54 non se la passano meglio: uno su quattro (25%) dichiara di essere vittima della tristezza. I piu' fortunati? I giovani: solo il 6% dei 'tristi cronici' ha meno di 24 anni. La tristezza regna nelle regioni settentrionali (57%), mentre ha scarso peso al Sud (15%). Dallo studio emerge anche che il 47% degli intervistati abita in citta', mentre solo il 18% vive in campagna. Manager, professionisti, avvocati, ma anche studenti figurano fra i piu' a rischio: una vittima della tristezza su due svolge un lavoro di concetto, mentre solo il 17% un'attivita' prevalentemente manuale.
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Rassegnati, perennemente stanchi e apatici, cosi' si presentano gli uomini con il morale sotto i piedi. E scatta l'allarme: la tristezza puo' diventare cronica, trasformandosi in una vera e propria patologia. Tachicardia, ulcere e coliti, dolori muscolari, cefalee sono alcune delle conseguenze negative. Senza dimenticare gli effetti nefasti sulla sfera sessuale, con il crollo del desiderio. Fra le cause, gli esperti puntano il dito contro l'ansia da pianificazione, i colleghi sempre in cerca di aiuto ma anche un rapporto di coppia piatto ed insoddisfacente. Il 33% degli intervistati non ha dubbi: e' la paura di sbagliare le scelte importanti che condiziona in maniera negativa il proprio stato d'animo. Per una persona su cinque (20%) la causa di ogni male e' la responsabilita' sul lavoro, mentre solo per il 15% degli uomini sono le questioni di cuore a pesare. Il 10% attribuisce le cause della tristezza all'eta' che avanza, mentre per il 7% all'origine di tutto ci sono moglie e figli.
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Ma piu' che tentare di reagire, il 42% delle 'vittime' si chiude in se stesso, mentre uno su quattro (26%) ricorre a psicofarmaci. Il 13% aspetta solo che il momento negativo passi, mentre l'11% tenta di agire, magari distraendosi e uscendo di casa. Gli esperti non hanno dubbi: la tristezza non curata, o curata male, rischia di dar vita a numerose patologie. Da tosse e raffreddori, perche' si ha meno energia per combattere virus e batteri, a dolori alle ossa e crampi muscolari. Anche il cuore puo' reagire a questo stato d'animo accelerando irregolarmente il suo battito: ecco comparire tachicardie e aritmie. Se sono in crescita le cefalee, anche i problemi allo stomaco e all'intestino aumentano: la digestione si fa lenta, e spuntano anche coliti e ulcere.
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La tristezza, comunque, si puo' vincere. Ecco le dieci regole d'oro stilate dagli esperti di Riza: 1) Pensare di piu' a se stessi. Troppo altruismo fa male; 2) Sfogare di tanto in tanto la propria rabbia. Gridare fa bene; 3) Imparare a proteggere la propria privacy, per evitare di svelare ogni aspetto di se'; 4) Non essere sempre pronti a risolvere i problemi degli altri; 5) Smettere di lamentarsi; 6) Andare alla ricerca di nuovi esperienze; 7) Dare spazio alla propria creativita'; 8) Godersi il litigio con una persona cara prima di fare pace per cercare di comprendere i motivi dello scontro; 9) Tenere un diario per scoprire le azioni inutili che contribuiscono a creare malumore; 10) Infine, allontanarsi per qualche giorno dal proprio partner per trovare nuovi stimoli.Commenta l'articolo sul forum e iscriviti alla newsletter, riceverai ogni settimana le notizie più importanti per la tua salute.
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05\05\2005
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DONNE PARLANO MEGLIO DEGLI UOMINI. QUESTIONE DI NEURONI
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L e donne parlano meglio degli uomini. Questione di cervello, perche' pare che la donna attivi ''molto piu' precocemente e piu' finemente dell'uomo'' le aree neurologiche del linguaggio, fino a diventare maestra nella velocita' e nella fluidita' con cui articola le parole, piu' abile nel sceglierle, piu' padrona della grammatica e piu' sciolta nello spelling. Nessun luogo comune, dunque, ma verita' scientifica.
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Almeno secondo gli esperti del Centro di eccellenza delle malattie neurodegenerative (Cend) dell'Universita' degli studi di Milano, che sul tema ''sesso e cervello'' hanno tenuto il secondo incontro del caffe' scientifico 'pazzescaMente', ciclo di dibattiti per studenti organizzato presso il Bar Magenta di Via Carducci.Un fatto di cervello ma ancor prima di ormoni, ha spiegato la professoressa Adriana Maggi, docente di farmacologia e direttrice del Cend. ''Il nostro Cend. ''Il nostro gruppo di ricerca -ha riferito- sta studiando gli effetti degli estrogeni (gli ormoni sessuali femminili) sull'attivita' cerebrale, a prescindere dalla loro azione sul processo riproduttivo''. Ebbene, e' stato provato che ''quando i livelli di estrogeno sono bassi le donne hanno una maggiore capacita' di ragionamento astratto'', mentre nel periodo vicino all'ovulazione, quando l'ormone e' ai massimi livelli, le donne sono meno inclini alle speculazioni mentali ed ''eccellono invece nelle attivita' verbali''.
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Insomma, quando si parla di cervello la parita' tra i sessi 'vacilla' ''per differenze biologiche, biochimiche e morfologiche che stanno poi alla base di differenze culturali'', ha sottolineato Maggi. Qualche esempio? ''La diversa attivazione degli emisferi cerebrali'' ha risposto la studiosa, ricordando che ''le donne li usano entrambi qualsiasi compito o azione stiano svolgendo, mentre gli uomini li usano separatamente uno alla volta a seconda dei casi''; col risultato che ''le donne sviluppano alcune proprieta' comportamentali e cognitive mentre gli uomini ne elaborano delle altre''.
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Una su tutte, una maggiore capacita' di orientamento. ''Rispetto alla donna -ha infatti affermato Paola Negri-Cesi, fisiologa del Cend - l'uomo possiede maggiori abilita' di analisi spaziale: muovendosi riesce a costruire mentalmente la mappa dello spazio che lo circonda, quindi in genere sa sempre dove si trova e che in direzione procedere per andare da qualche parte''. In altre parole, quando guida o naviga il maschio non ricorre a punti di riferimento ma utilizza le coordinate geometriche come se fosse dotato di una specie di 'bussola cerebrale'. Una virtu' che, lo confermerebbe anche la scienza, manca del tutto alla femmina, costretta ad affannarsi nella ricerca di oggetti o luoghi gia' memorizzati per orientarsi e sperare di non perdersi.Commenta l'articolo sul forum e iscriviti alla newsletter, riceverai ogni settimana le notizie più importanti per la tua salute.
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17\03\2007
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Le donne che fanno paura agli uomini
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Quando il gentil sesso non è così gentile e i maschietti se la fanno sotto...
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C’ è un tipo di donna che, sin dall’antichità spaventa gli uomini: è la grande seduttrice, la maliarda, la donna fatale, che costituisce, per il genere maschile, allo stesso tempo un’attrazione e una minaccia. E questo malgrado gli uomini abbiano avuto, da sempre, il predominio sul genere femminile. Simone de Beauvoir, autrice del libro ‘Il secondo sesso’, pietra miliare del femminismo, scrisse: ‘La storia ci ha mostrato che gli uomini detengono da sempre i poteri concreti; dai primi tempi del patriarcato hanno giudicato conveniente tenere la donna in stato di minorità; i loro codici le sono ostili; in tal modo la donna fu posta concretamente come l’Altro’.
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Un ‘altro’ misterioso dunque, ma soprattutto pericoloso, per la sua capacità di attrarre e di distruggere. Di donne temibili e crudeli se ne trovano già nella Bibbia, con il mito di Lilith, per non parlare delle arpie nella mitologia greca, delle sirene narrate da Omero, del mito della Sfinge, della Medusa, fino ad arrivare alla strega medievale, a Lucrezia Borgia, alla figura settecentesca della Duchessa de Merteuil, invenzione di Choderlos de Laclos nelle sue “Le relazioni Pericolose”, alle donne della letteratura romantica come la Carmen di Mérimée, la Cécily dei Mystères de Paris, la Cleopatra di Gautier, le donne-vampiro descritte da Masoch e ritratte da Klimt, le femmes fatales proposte dal cinema.
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In qualche modo simile ed altrettanto pericolosa è la donna castratrice, simboleggiata dalla vagina dentata: labbra socchiuse che nascondono denti affilati, pronti ad evirare il pene maschile ed intrappolare la vittima, dopo il piacere. Rimandano a questa immagine simbolica tute le leggende di animali mitici che minacciano l’uomo di inghiottirlo: Giona e la balena, Sigfrido e il Drago, Teseo e il Minotauro, Ercole e l’Idra e così via. "Une femme est un diable”, affermava Mérimée, ma sarebbe sbagliato dire che tutte le donne siano state viste dagli uomini come creature diaboliche.
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C’è infatti un altro modello femminile, che invece non ha mai provocato timore negli uomini ed è lo stereotipo della donna virtuosa, asessuata, angelicata. La donna-santa, che si contrappone alla donna-prostituta. La vergine può fare paura se decide di rimanere tale, se rifiuta il contatto con gli uomini: è il caso della strega medioevale, che non avendo mai conosciuto intimamente un uomo ha deciso di consacrarsi al diavolo.Molto più recente è lo stereotipo della Femme Fatale, trasposizione moderna degli antichi miti della Medusa e della Sfinge, cui è seguito, soprattutto nel cinema, lo stereotipo della Vamp (da ‘vampiro’ , termine attribuito inizialmente all’attrice Theda Bara nel film ‘The Vampire’). La donna-vampiro rappresenta una donna con carattere sadico e con tratti nettamente psicopatici, che induce simbolicamente ad uccidere, per succhiare il sangue della vittima (in questo caso l’uomo).
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Calcolatrice, manipolatrice e crudele, la femme fatale usa il sesso con sfrontatezza, senza riguardo per le convenzioni: è determinata, capace di usare qualsiasi strategia per ottenere ciò che vuole. Soprattutto è una donna enigmatica, incomprensibile, inconoscibile. Del resto, se l’uomo l’avesse potuta conoscere profondamente, non ne avrebbe più avuto timore, e l’avrebbe sottomessa, come l’altro tipo di figura femminile. Oggi la donna non ha più bisogno di utilizzare le armi del mistero e della seduzione per cercare e mantenere il potere attraverso l’uomo: è colta, impegnata, indipendente e può farcela da sola, qualsiasi cosa intraprenda.
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La crisi dell’uomo moderno, le difficoltà relazionali fra uomini e donne, che tutti conosciamo, ci mostrano però che anche la donna emancipata dei nostri tempo incute timore, più per la sua intelligenza che per le sue arti fascinatorie. E allora, per alleviare l’ansia maschile, la donna di oggi deve nascondersi dietro una maschera di ipersessualità femminile, una sessualità sfoggiata, ostentata, esibita, che ha un unico scopo:rassicurare gli uomini e la loro virilità.
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Giuliana Proietti Ancona
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14\08\2006
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Aiuto, il maschio s'estingue
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M aschi in via d'estinzione. Lo sostiene uno scienziato di Oxford, Bryan Sykes, che immagina un mondo di sole donne costrette a riprodursi artificialmente per assicurare la sopravvivenza della specie umana. La "sciagura" maschile è dovuta al cromosoma Y, quello che determina il sesso maschile dell'embrione, che già oggi appare informe rispetto al corposo cromosoma X femminile. Cromosoma Y che tra 125.000 anni dovrebbe estinguersi. Le prove - dice il professore nel suo libro "La maledizione di Adamo" - sono intorno a noi. Un esempio? La femminilizzazione degli uomini produce personaggi androgeni come David Beckham, il più famoso giocatore di calcio al mondo, che ama indossare gli slip della moglie e laccarsi le unghie. Il bel David, imitato, amato e ricercato dalla pubblicità, rappresenterebbe l'uomo di questo millennio: effeminato e curato nei minimi dettagli. L'inarrestabile declino del cromosoma Y è dimostrato dalla crescente infertilità maschile. Oggi il 7% degli uomini è sterile o ha una bassa fertilità. E il tasso di fertilità maschile, tra 5mila generazioni, sarà all'1%. Il che renderà impossibile il concepimento naturale e improbabile quello in provetta. L'unica soddisfazione? La scienza non si ferma e troverà il modo di dare un aiuto.
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Davide Camicioli
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27\08\2003
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Brutti, sporchi e cattivi: i maschi
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Titolo: Brutti, sporchi e cattivi: i maschi
Autore: Gegia
Dettagli: 107 pagine, ill., br.
Anno: 2007
Editore: Manni
Prezzo Gullivertown: 9,00 €
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Brutti, sporchi e cattivi: i maschi
Graffi ironici, tra il serio e il faceto in un linguaggio coinvolgente. Gegia, attrice e "psicologa", classifica in tre categorie il sesso "forte": degli uomini tratteggia le piccole e grandi manie, sottolinea le debolezze, le paure e stigmatizza gli atteggiamenti nei confronti delle donne. Un libro dedicato al deluso gentil sesso di ogni età e a tutti gli uomini causa di queste delusioni.
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Maschio italiano in crisi tra le lenzuola
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S ono passati diversi anni da quando negli anni '70 la donna lottava per la parità di diritti. E da allora il suo ruolo è radicalmente cambiato anche a letto mettendo sempre più in crisi il maschio. Le femmine non si accontentano più delle prestazioni sessuali che gli vengono proposte a letto. Ma l'uomo, anziché vivere lo scambio sessuale trovando un giusto compromesso, si ritira dal confronto quasi deluso per non essere stato in grado di rispondere alle aspettative della compagna di turno. Proprio per meglio comprendere il fenomeno si stanno portando avanti diversi studi tra cui quello della psicosessuologa dell'Università 'La Sapienza' di Roma, Chiara Simonelli. Secondo la dottoressa ''I problemi sessuali sono sempre esistiti, ma oggi, rispetto al passato se ne parla di più. E questo - spiega - solo per merito della donne che hanno deciso di non restare più in silenzio, 'ubbidire' e sopportare. La donna riesce a letto a stabilire un dialogo, a parlare il linguaggio maschile e quello femminile, a differenza del partner che non vuole invece aprirsi e che entra in crisi perché non riesce, non è abituato, o non vuole 'contrattare'. E da qui la defaillance, la crisi o la fuga (vera e propria rinuncia a priori a trovare un compromesso o un accordo sessuale). O, peggio ancora, l'accusa alla donna di essere troppo aggressiva e di aver perso la propria femminilità''.
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07/03/2001
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Parità, il test di Londra.
Meno soldi ai maschi
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Stipendi più alti alle donne nel settore pubblico. E riduzioni fino al quaranta per cento agli uomini
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LONDRA — Mancano pochi giorni e l'attesa, per i dipendenti del settore pubblico britannico, è snervante. A una settimana di distanza l'uno dall'altro entrano in vigore due provvedimenti sulla parità di stipendi tra uomini e donne che potrebbero avere serie ripercussioni sulla busta paga, soprattutto maschile. «Togliere agli uomini per dare alle donne», hanno titolato alcuni giornali: non a torto. La prima norma, effettiva dal 31 marzo, riguarda gli enti governativi locali, e quindi comuni, ospedali, scuole: la seconda, che avrà valore dal 6 aprile, tocca invece tutte le organizzazioni pubbliche, dai ministeri, ai musei, alla Bbc. Si tratta, a sentire Jenny Watson, presidente della Commissione per la pari opportunità, «del più grande cambiamento sui salari degli ultimi 40 anni». Parla con orgoglio: è stata la Commissione a innescare quella che è una totale revisione del modo in cui uomini e donne vengono retribuiti. «La gente crede che la differenza di stipendio sia dovuta interamente alla discriminazione, ma non è il solo fattore — ha precisato Watson —. Le difficoltà, ad esempio, che incontrano le donne nel conciliare lavoro e famiglia possono limitare la loro carriera, soprattutto se manca la necessaria flessibilità.
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Anche questa è discriminazione. Bisogna inoltre considerare i diversi incarichi che ricoprono uomini e donne. In generale, le dieci occupazioni più pagate sono a dominio maschile. Al polo opposto ci sono quasi esclusivamente donne. Tradizionalmente le professioni «femminili» — infermiera, maestra, assistente sociale — vengono pagate meno. Non è giusto. Non valgono di meno». Quello che la Commissione auspica con l'introduzione dei due provvedimenti è, in pratica, un cambiamento radicale dell'ambiente lavorativo e dell'inserimento della donna. Un grattacapo per centinaia di datori di lavoro che si trovano ora a dover redistribuire gli stipendi. Il costo non è indifferente: sarebbero un milione e mezzo le donne che, contrariamente alla legge, avrebbero percepito meno di colleghi maschi. Secondo il Financial Times, se tutte decidessero di far causa il contribuente si troverebbe di fronte a una bolletta da 15 miliardi di euro. Questo solo per quanto riguarda il governo locale. In alcuni comuni dal 31 marzo in poi le buste paga maschili potrebbero accusare una diminuzione pari al 40%. Come, ad esempio, nel consiglio municipale di Birmingham: «È una norma sulla parità che sembrerà ben poco equa a diversi dipendenti — ha detto un portavoce —. Nella maggior parte dei casi sarà possibile bloccare gli stipendi maschili per due o tre anni, tutelarli, aumentare quelli delle donne che risultano sottopagate. Ma i risultati sono tutti da vedere». Difficoltà che secondo la commissione i datori di lavoro avrebbero potuto evitare correndo tempestivamente ai ripari. «Questo è un provvedimento — ha sottolineato Watson — deciso assieme ai sindacati nel 1997. Sono passati dieci anni. Sarebbero dovuti bastare».
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Paola De Carolis
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27\03\2007
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FONTE:http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/03_Marzo/27/parita_stipendi_uomini_donne.shtml
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Esperti riuniti a Berlino: 4 milioni di maschi soffrono di eiaculazione precoce
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Tre milioni colpiti da disfunzione erettile. In crescita le richieste di interventoItalia, 7 milioni con problemi sessuali e in 20.000 vogliono il pene più lungo
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Anche tra le donne aumenta il ricorso al chirurgo per correggere difetti "nelle parti intime"
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ROMA - Sono sempre di più gli uomini e le donne italiane che decidono di risolvere i propri probelmi sessuali rivolgendosi al chirurgo. In particolare, per quanto riguarda i ragazzi, in ventimila ogni anno si affidano al bisturi per risolvere problemi di misure. Discorso simile, ma con motivazioni diverse, anche per quanto riguarda le signore, che chiedono interventi alle "parti intime".
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Gli uomini. Notizie poco piacevoli per gli uomini italiani, quelle che arrivano dal congresso annuale della Società europea di urologia che a Berlino ha riunito oltre diecimila esperti da tutto il mondo. Secondo i medici, oltre 4 milioni di maschi nostrani soffrono di eiaculazione precoce, mentre 3 milioni colpiti da disfunzione erettile con rapporti che non superano i 3 minuti: un disturbo in aumento, soprattutto tra i giovani, quasi sempre di origine psicologica: si pretende troppo e questo non fa che accrescere l'ansia da prestazione, innescando meccanismi che degenerano nella eiaculazione precoce. Ed è in aumento anche l'infertilita: in Italia colpisce 1 coppia su 5 (il 15% di quelle in età fertile) e si prevede che nel 2015 la proporzione arriverà a 1 su tre.
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Le richieste. I ragazzi contattano l'urologo sempre prima e sempre più frequentemente. Due le richieste principali che arrivano allo specialista: prolungare in tempi dell'amore e avere un organo sessuale migliore, ovvero sottoporsi ad un intervento chirurgico per l'allungamento del pene. I numeri parlano chiaro: "Sono oltre 20.000 - afferma il presidente della Società italiana di urologia, Vincenzo Mirone - i giovani tra i 18 e i 30 anni che ogni anno chiedono allo specialista di potersi sottoporre ad un intervento per l'allungamento del pene".
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Le misure. Ma il vero problema è che, nel 90% dei casi, si tratta di richieste immotivate. Normalmente - spiega Mirone - un pene in erezione misura tra i 9 e i 18 centimetri, ma i ragazzi che vengono nei nostri studi si sentono handicappati se il proprio organo misura, ad esempio, 12 centimetri. Lo specialista avverte che in questi casi il medico deve rifiutare l'intervento e spiega "che si ricorre alla chirurgia solo nel caso in cui le dimensioni in erezione siano inferiori a 9 centimetri".
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Le donne. Ma anche tra le donne le richieste di intervento chirurgico sono in aumento. Non bastano più seni rifatti, lifting del viso, dell'addome, dei glutei, la liposcultura delle cosce e ginocchia. Ora l'ultima moda della chirurgia estetica al femminile si chiama labiaplastica: la riduzione, cioè, delle piccole labbra. Per molte donne infatti le eccessive dimensioni producono fastidi e dolori in molte attività sportive o semplicemente nel rapporto sessuale. Lo studio sulle nuove tendenze della chirurgia estetica viene da "Laclinique", il primo consultorio estetico che da quest'anno ha creato una divisione di chirurghi per supportare le richieste di natura "intima". Un intervento del genere costa dai 3.500 ai 4.500 euro.
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Ma non finisce qui. Al secondo posto della classifica degli interventi più gettonati sulle parti intime, e la richiesta è aumento, figura l'asportazione del grasso sul "monte di venere", che crea dislivelli evidenti rispetto all'addome mettendo in imbarazzo la donna e spesso anche il partner. L'intervento affianca la lipoaspirazione dell'addome e il costo si aggira tra i 3 e 4 mila euro. Raddoppiate anche le richieste di ricostruzione dell'imene. Molte donne, infatti, si rivolgono prima al proprio ginecologo e proprio al chirurgo plastico o estetico per "rivivere una seconda volta", attraverso un semplice intervento che restituisce la verginità anatomica. Costo intorno ai 5 mila euro, realizzabile anche in day hospital.
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L'ultima frontiera. Infine per le donne che hanno partorito e che vogliono tornare "normali nelle parti intime" il trend indica la "vaginal tightening cosmetic", cioè il restringimento della vagina per incrementare la sensibilità durante il sesso. In questo caso si tratta di un vero intervento in anestesia generale, la paziente deve rimanere una notte ricoverata e il costo è di circa 6 mila euro. I rapporti sessuali torneranno "floridi" dopo uno-due mesi.
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22\03\2007
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Preludio all'estinzione del maschio
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A l di sotto delle apparenze e delle chiacchiere, il maschio come "genere culturale" si sta estinguendo. Il femminismo già aveva messo in crisi il ruolo dominante del maschio nelle società industrializzate, e lo aveva fatto in modo clamoroso. Ma dagli anni Settanta in poi si è andato sviluppando un lento e invisibile processo di erosione dell'autorità maschile e, soprattutto, dei "caratteri" maschili.
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Cosa succederebbe infatti se collocassimo sulla famosa isola deserta delle Utopie un Maschio Puro e una Femmina Pura? Vedremmo emergere due Drivers completamente diversi: la Femmina tenderà all¹Accomodamento, alla Pace, salvo conservare momenti di feroce incontrollabilità lunare da baccante e il Maschio che, volto alla Giustificazione, tenderà a occupare spazio mediante il conflitto e il dominio. Ma l'evolversi una civiltà sempre più basata sull'intelligenza flessibile, sulla capacità di adattamento e la mediazione dei conflitti personali e sociali, vede il Driver maschile mostrare i primi segni dell'usura e dell'inefficacia laddove le donne dimostrano adattabilità alle esigenze della società mediatizzata e sono praticamente immuni da alcune tare ereditarie del maschio e come tali evolutivamente destinate a dominare la società del futuro.
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Titolo: FemDom. Preludio all'estinzione del maschio
Autore: Re Stefano
Editore: Castelvecchi
Data di Pubblicazione: 2003
Collana: The Cooper files
Pagine: 284
Prezzo: € 18.00
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FONTE:http://www.libreriauniversitaria.it/femdom-preludio-allestinzione-maschio-/libro/9788873940951.
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Maschio italiano insicuro: si sente inadeguato e chiede l’intervento per aumentare la virilità.I l maschio italiano si sente inadeguato, colpa della pubblicità dell’ormai sbiadita immagine di grande conquistatore latino, oramai mette in discussione se stesso e il suo organo sessuale. Osserva con ansia e lo confronta con quello degli amici in palestra, a casa prende le misure e cade in depressione. Scatta così il perverso meccanismo che conduce tanti italiani, uomini normali ma psicologicamente molto fragili, prima dall’andrologo e successivamente dal chirurgo urologo”. Ne è convinto Fabrizio Iacono, docente associato di Urologia presso la Facoltà dell’Università Federico II, titolare degli insegnamenti di “anatomia chirurgica” e “chirurgia urologia” autore di oltre 200 pubblicazioni scientifiche pubblicate sulle più importanti riviste internazionali.
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“Arrivano in ambulatorio — continua il Iacono — pazienti che presentano vari problemi, ma almeno la metà mi rivolge la stessa richiesta, quella di un pene più lungo perché insoddisfatto delle dimensioni attuali. Ma nella maggior parte dei casi si tratta solo di una patologia psicologica, un’ossessione indotta dalle immagini televisive”. La media europea si attesta tra i 12 e i 13 centimetri in erezione, mentre i casi che hanno reale bisogno di intervento sono estremamente rari, in oltre vent’anni ne ho visti solo due. Si parla infatti di micropene quando ci si trova di fronte ad un organo che in erezione non supera i due centimetri di lunghezza. E solo in questo caso sarebbe giustificato il ricorso al bisturi. L’intervento, infatti, si dimostrerebbe utile nell’aumentare solo di due centimetri la lunghezza del pene.
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“E’ un grande bluff chirurgico — afferma Iacono — proposta una decina di anni fa. Ma si rivelò subito fallace perché in realtà il protocollo non consente l’allungamento ma lo scivolamento in avanti del pene” Per rendere chiara la situazione è necessario rifarsi all’anatomia, ricordando che il 50 per cento dell’organo è rappresentato dalla parte crurale, cioè dalla radice dell’organo che rimane nascosta.“L’intervento prevede il sezionamento dei legamenti (sospensori) che tengono ancorata la radice del pene”, spiega lo specialista, “in questo modo si favorisce lo slittamento, aumentandone la parte esposta. Tra l’altro questo non succede sempre perchè la parte crurale è saldamente fissata alle ossa del pube e del piccolo bacino. Certo, in una situazione di micropene, due centimetri significano il raddoppio della lunghezza”.Ma, per il Professor Fabrizio Iacono i problemi su cui ci si dovrebbe concentrare di più e che oggi inducono sempre più uomini ad andare dall’andrologo, sono quelli correlati ai mutamenti di forma che non consentono di avere più rapporti sessuali normali.
.“Si tratta di malformazioni effettive — sottolinea Iacono — che se raggiungono deviazioni in erezione superiori ai 30 gradi, rendono particolarmente difficile la penetrazione”.Le curvature congenite o acquisite del pene sono presenti in circa il 20 per cento dei maschi e oggi sono correggibili facilmente chirurgicamente.“L’intervento è fatto in anestesia locale o locoregionale — conclude Iacono — si esegue la corporoplastica di raddrizzamento con un’incisione sulla tunica albuginea del pene, suturando poi in senso opposto all’incisione in modo che questa sia retraente e permetta il raddrizzamento dell’organo. La guarigione avviene in pochi giorni e la funzione sessuale più essere ripresa dopo otto settimane.
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18\11\2005
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FONTE:http://www.denaro.it/go/a/_articolo.qws?recID=220720.
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“Arrivano in ambulatorio — continua il Iacono — pazienti che presentano vari problemi, ma almeno la metà mi rivolge la stessa richiesta, quella di un pene più lungo perché insoddisfatto delle dimensioni attuali. Ma nella maggior parte dei casi si tratta solo di una patologia psicologica, un’ossessione indotta dalle immagini televisive”. La media europea si attesta tra i 12 e i 13 centimetri in erezione, mentre i casi che hanno reale bisogno di intervento sono estremamente rari, in oltre vent’anni ne ho visti solo due. Si parla infatti di micropene quando ci si trova di fronte ad un organo che in erezione non supera i due centimetri di lunghezza. E solo in questo caso sarebbe giustificato il ricorso al bisturi. L’intervento, infatti, si dimostrerebbe utile nell’aumentare solo di due centimetri la lunghezza del pene.
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“E’ un grande bluff chirurgico — afferma Iacono — proposta una decina di anni fa. Ma si rivelò subito fallace perché in realtà il protocollo non consente l’allungamento ma lo scivolamento in avanti del pene” Per rendere chiara la situazione è necessario rifarsi all’anatomia, ricordando che il 50 per cento dell’organo è rappresentato dalla parte crurale, cioè dalla radice dell’organo che rimane nascosta.“L’intervento prevede il sezionamento dei legamenti (sospensori) che tengono ancorata la radice del pene”, spiega lo specialista, “in questo modo si favorisce lo slittamento, aumentandone la parte esposta. Tra l’altro questo non succede sempre perchè la parte crurale è saldamente fissata alle ossa del pube e del piccolo bacino. Certo, in una situazione di micropene, due centimetri significano il raddoppio della lunghezza”.Ma, per il Professor Fabrizio Iacono i problemi su cui ci si dovrebbe concentrare di più e che oggi inducono sempre più uomini ad andare dall’andrologo, sono quelli correlati ai mutamenti di forma che non consentono di avere più rapporti sessuali normali.
.“Si tratta di malformazioni effettive — sottolinea Iacono — che se raggiungono deviazioni in erezione superiori ai 30 gradi, rendono particolarmente difficile la penetrazione”.Le curvature congenite o acquisite del pene sono presenti in circa il 20 per cento dei maschi e oggi sono correggibili facilmente chirurgicamente.“L’intervento è fatto in anestesia locale o locoregionale — conclude Iacono — si esegue la corporoplastica di raddrizzamento con un’incisione sulla tunica albuginea del pene, suturando poi in senso opposto all’incisione in modo che questa sia retraente e permetta il raddrizzamento dell’organo. La guarigione avviene in pochi giorni e la funzione sessuale più essere ripresa dopo otto settimane.
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18\11\2005
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FONTE:http://www.denaro.it/go/a/_articolo.qws?recID=220720.
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UOMINI LONDINESI IN VIA DI ESTINZIONE
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A vviso per tutte le ragazze che per motivi di studio, lavoro o solo per puro divertimento vogliono trasferirsi nella City londinese: state attente, non ci sono più maschi giovani! Secondo un rapporto demografico svolto da Daniel Dorling e Bethan Thomas, basato sui dati del censimento del 2001, nella metropoli ci sarebbero 5 donne ogni 4 uomini, 638mila ragazze ventenni contro 586mila ragazzi della stessa età. Le ragazze, piccole Bridget Jones, si ritrovano così sperdute e ricorrono adogni occasione per acchiappare il principe azzurro: per fare un esempio, l'anno scorso, in occasione del più grande speed-dating mai organizzato, i biglietti per le donne sono andati esauriti quasi subito. Ma il dubbio rimane: dove sono finiti gli uomini?
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14\07\2004
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QUOTE PANDA PER GLI UOMINI?
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Le donne in alcuni settori sorpassano i maschi: vincono concorsi e rendono meglio. Forse presto alcune professioni riserveranno posti per l'ex sesso forte
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U n primo segnale arriva dalla vicina Francia: le donne stanno conquistando sempre più posti di lavoro un tempo tipicamente maschili. Sono sempre meno gli uomini d'Oltralpe che trovano posto in magistratura, negli ospedali e a scuola. Certe professioni, piaccia o no, stanno andando verso il monopolio femminile. Di più. Il fenomeno ha acceso un vivo dibattito tra i nostri vicini di casa al punto che il ministro della Giustizia Dominique Perben si è di recente domandato se in futuro per certe professioni non si dovrà riservare ai "poveri" maschi una quota minima di posti. Il polverone è stato sollevato dopo gli esiti dell'ultimo concorso per la "Scuola nazionale della Magistratura", dove si addestrano i futuri amministratori della legge: le ragazze ammesse sono state l'82% del totale. Un risultato che la dice lunga sul processo di progressiva "femminizzazione" riscontrabile in alcuni settori.
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Le donne - commenta chi analizza questi dati - sono più brave, più agguerrite, più istruite. Ai concorsi si presentano in percentuale non superiore a quella degli uomini, ma superano le prove in modo più brillante. Non vanno tanto diversamente le cose nel mondo della scuola: un recente studio ipotizza che sempre in Francia nel 2010 le donne saranno l'80% del personale docente nelle elementari e medie inferiori e il 60% alle medie superiori. Gli uomini perdono terreno anche nella sanità, tradizionale feudo maschile: le donne medico oggi rappresentano quasi il 36% del totale e nel 2020 raggiungeranno il 50%. Ma, più in generale, è tutto il settore pubblico a essere toccato da questa nuova ondata "rosa": l'ex sesso debole occupa complessivamente il 56,9% dei posti statali. Ecco come si spiega la proposta, che suona quanto meno bizzarra ideata dal ministro Perben, di intervenire con il più classico dei sistemi a tutela delle minoranze: quello delle quote, proprio come accade negli Usa per agevolare l'integrazione dei neri.
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E a proposito di America, anche negli Usa si assiste negli ultimi tempi a un'inversione di tendenza per l'ex sesso debole, non solo nella fase scolastica (link a ele), quando le ragazze primeggiano sui coetanei, ma anche - una volta cresciute - nell'ambito del lavoro. Anche nel mercato americano, che conta oltre otto milioni di disoccupati, sono sempre più numerosi gli uomini che cercano un impiego in settori tradizionalmente "in rosa". Insomma, accade sempre più spesso nel Paese a stelle e strisce che in una famiglia sia lei a lavorare e lui no, e alla fine è spinto dalla disperazione a ricercare un mestiere che sfida lo stereotipo del sesso. La tendenza reale della società trova eco nella cultura dei mass media: nel serial della Nbc "Friends" è Monica che sostiene il marito disoccupato Chandler.
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Questi segnali fanno ben sperare le femministe italiane (e non solo), che per ora possono solo incrociare le dita e attendere che qualcosa un giorno cambi anche da noi. L'Italia per il momento si conferma fanalino di coda dell'Europa quanto a presenza femminile nei posti di potere, sia esso politico, decisionale, economico e sindacale. Il cosiddetto "sesso debole" continua a rimanere tale, secondo un monitoraggio effettuato dall'associazione Arcidonna. Un esempio vale su tutti, nel mondo del lavoro bancario: è vero che ben il 47% di assunti a livello impiegatizio è donna, ma è altrettanto vero che il dato scende al 22% se si considerano i quadri. E fa riflettere che nel 40% delle banche non ci siano dirigenti donne.
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Ma un recente studio evidenzia un'inversione di tendenza che vedrebbe le donne più lavoratrici di un tempo: il part time - secondo l'indagine condotta dal ministero del Lavoro - ha fatto registrare un sorprendente calo: meno 54mila unità dall'aprile 2001 all'aprile 2002: si assiste a un aumento dell'occupazione full time e a un calo di quella a tempo parziale per le donne, soprattutto nel Mezzogiorno. Per la prima volta negli ultimi 10 anni, sottolinea l'indagine, il part-time femminile è diminuito in termini assoluti, passando da un milione e 426 mila a un milione e 372 mila per le donne. Opposta la tendenza del mercato del lavoro maschile: soprattutto nelle aree del Centro Nord, infatti, il contratto a termine aumenta e quelli part-time registrano un elevato incremento in particolare in Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, Friuli, Umbria e Marche.
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Antonella Laudonia
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04\07\2003
04\07\2003
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L'UOMO RISCHIA L'ESTINZIONE
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W WF in allarme per una nuova specie che sta rischiando di scomparire, almeno in senso metaforico: si tratta del maschio Homo sapiens sapiens e tutto quello che rappresenta questa parola. Virilità, decisione, grinta sembrano ormai lontani valori che non appartengono più all’uomo di oggi.
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Questa è la tesi di un gruppo di studiosi, riunitisi a Vienna, secondo cui la “razza” maschile, oltre a soffrire di un notevole svantaggio numerico, sarebbe ormai diventata davvero obsoleta. E a determinare la disfatta del sesso forte sarebbero proprio le amate/odiate donne, sempre più disposte a fare a meno dell'uomo per la procreazione.
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La provetta, le banche di spermatozoi e i metodi sempre più moderni per la fecondazione assistita stanno sottraendo all'uomo il ruolo di indispensabile partner sessuale, sottolineano gli esperti. E le cose non vanno meglio all'interno della famiglia e della struttura sociale, dove la sua posizione si fa sempre più debole. "L'uomo continuerà a essere necessario?", è la domanda.
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Siegfried Meryn, professore dell'Istituto per l'educazione medica della capitale austriaca, e Alejandro Jadad, dell'Università di Toronto, hanno anticipato le loro preoccupazioni sul settimanale scientifico "British Medical Journal": l'unica speranza, per l'uomo, è che la donna faccia sue quelle caratteristiche essenzialmente negative che hanno portato il maschio sulla strada dell'estinzione.
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"Negli ultimi anni - hanno scritto - c'è stato un netto aumento dei disordini psico-sociali nei maschi". Assumono più alcool e droghe e soffrono di depressione in percentuali superiori alle donne. E che dire delle decine di guerre che al momento infiammano il mondo, "per la maggior parte causate, combattute e aggravate dagli uomini?". La lista dei mali del maschio è lunghissima: non è circoscritta alla minore utilità sessuale e a problemi psicologici.
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Rispetto alla donna, sottolineano Meryn e Jadad, l'uomo ha più probabilità di morire delle 12 principali cause di decesso che vanno dal cancro al suicidio, dall'attacco cardiaco agli incidenti automobilistici. Questo nonostante la donna sia fisicamente più predisposta ad alcune malattie, debba occuparsi della famiglia e della casa e sia meno retribuita quando lavora.
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In ufficio la donna sta prendendo il sopravvento: "Sa fare tutto quello che sa fare l'uomo - scrivono i due professori - e generalmente lo fa meglio". Non è una sorpresa, insomma, che l'uomo sia depresso. Ma l'aspetto più pericoloso per lui è proprio quel machismo di cui è sempre andato fiero. Considera preoccuparsi della salute "una cosa da donne". Di conseguenza non va dal medico con la stessa frequenza e quando ci va a volte è troppo tardi.
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Abrahm Abbot
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29\10\2007
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I latin-lover? Amano per 3 minuti di orologio
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BERLINO - Oltre 4 milioni di italiani soffrono di eiaculazione precoce, e hanno rapporti che non superano i 3 minuti: un disturbo in aumento soprattutto tra i giovani, che oggi contattano l’urologo sempre prima e sempre piu frequentemente.
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Al congresso internazionale di urologia i dati parlano chiaro. I latin-lover sono in crisi: bombardati da miliardi di pubblicità pornofile, a letto durano meno del tempo che ci vuole per cuocere un uovo alla cocque.
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E le donne? Sempre più quelle che non raggiungono l’orgasmo. Motivi? Stress, superlavoro, inquinamento. Molte non si piacciono: in questo, la paranoia è simile a quella maschile: interventi di restringimento della vagina in aumento, come quelli di allungamento del pene.Le perversioni sono in aumento: sesso in posto inconsueti (ah, la pruderie autocensoria!), di gruppo, sadomaso, pedofilia; prostituti e prostitute. Tutto tranne che le ‘belle cose di una volta’.
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La soluzione? E’ dietro l’angolo: spegnere la tv e rifugiarsi in Amazzonia. I latin-lover, per ritornare ad amare come si deve, devono ritornare un po’ selvaggi.
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23\03\2007
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Panico ossessioni paure droghe: cosa ti succede maschio?
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di Ambra Radaelli
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Si suicidano più delle donne, sono vittime di atteggiamenti compulsivi e malattie psichiatriche più cattive e difficili da curare di quelle femminili. Scoprono l'anoressia e la depressione, si sentono schiacciati dalla competizione. Gli specialisti concordano: oggi la fragilità appartiene agli uomini
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P iù violenti, più "tossici", più pericolosi per se stessi e per gli altri. Mostrano un tasso di suicidi doppio rispetto alle donne. La loro schizofrenia è più cattiva, più difficile da curare. E vedono aumentare gli attacchi di panico e il disturbo ossessivo-compulsivo. Di problemi psicologici e malattie mentali si parla soprattutto in chiave femminile. Talvolta a ragione, perché alcuni tra i problemi più noti interessano maggiormente le donne, per esempio la depressione, l'ansia, i disturbi del comportamento alimentare. Ma gli specialisti lo sanno: i maschi non sono più forti. Anzi. In un articolo sul prestigioso Giornale italiano di psicopatologia, Paolo Pancheri, ordinario di psichiatria all'Università di Roma, sottolinea che "nel genere maschile prevale la dipendenza da alcol, amfetamine, cocaina, cannabis, allucinogeni, oppioidi e fenciclidina; ovvero, le sostanze che riducono la capacità di controllo e favoriscono impulsività e aggressività (le prime tre), che inducono dipendenza con comportamenti antisociali associati (oppioidi) o che alterano lo stato di coscienza. Tra le donne, invece, prevale la tendenza ad abusare di sedativi, ipnotici e ansiolitici". Le sostanze scelte dagli uomini "potenziano la tendenza, già fisiologicamente presente, all'impulsività e all'azione motoria; le scelte maschili hanno caratteri più autodistruttivi o comunque di pericolosità per l'incolumità fisica". A questo è legato un fenomeno significativo: "Gli uomini si suicidano di più. Almeno il doppio, mentre il rapporto risulta invertito se prendiamo in esame l'incidenza della depressione: ne soffrono due donne per ogni maschio. Questi dati sono apparentemente contrastanti, poiché si ritiene che il 95% circa delle morti volontarie avvenga in conseguenza di una grave condizione depressiva. Fattori protettivi per le donne sarebbero la minore tendenza all'alcolismo, la superiore importanza data alle relazioni affettive (il suicidio, in questo genere, si riduce con l'aumentare del numero di figli) e la disponibilità a chiedere aiuto in presenza di vissuti depressivi". Per contro, nel maschio che si toglie la vita conta "la più accentuata tendenza all'impulsività, o comunque all'azione. L'associazione tra umore depresso e spinta ai comportamenti incontrollati può rappresentare la combinazione esplosiva che porta all'atto suicida". Per quanto riguarda la schizofrenia, oltre a un'incidenza leggermente superiore, nei maschi si riscontra un'insorgenza più precoce, un decorso meno favorevole con maggiore tendenza alla cronicizzazione, peggiori risposte alle terapie e difficile reinserimento psicosociolavorativo. Le cause? "La donna beneficia di una più rapida maturazione del cervello e dell'azione degli estrogeni, che sembrano avere una funzione protettiva nei confronti della degenerazione neuronale". Non è tutto: gli uomini tendono a mostrare antisocialità, problemi con le autorità, amoralità, disturbi fittizi (che comprendono le somatizzazioni e altri disturbi comportamentali). "E in caso di disturbo ossessivo-compulsivo, le cure hanno meno efficacia". Reggono molto peggio l'incertezza, la precarietà "Le cause del disagio di lui sono difficili da definire", osserva Antonino Minervino, direttore del dipartimento di salute mentale dell'azienda ospedaliera di Cremona. "Vari studi hanno cercato di identificarle nella diversa funzionalità e struttura del cervello, oltreché negli ormoni; ma si tratta di dati ancora incerti. Varrebbe piuttosto la pena di esaminare la componente psicosociale: l'incidenza di ansia, depressione, attacchi di panico è in aumento tra gli uomini. Perché in Occidente, mentre le prime si mascolinizzano, i secondi si femminilizzano. E questi disturbi sono la manifestazione della sofferenza della parte femminile dell'uomo". Il fenomeno ha anche un effetto positivo: la maggiore propensione a chiedere aiuto. Lo fa notare Paolo Crepet, psichiatra e psicoterapeuta, che aggiunge: "Prima essere uomini era più semplice: ora si sentono giudicati, su tutti i fronti. La famiglia, una volta, era indissolubile. Il marito ci contava, anche in maniera ipocrita: dopo un tradimento, per farsi perdonare bastava un regalino, e più di tanto non succedeva. Anche perché la moglie, fuori dal matrimonio, dove andava? Adesso lei ha uno stipendio, e genitori che non contrastano più il divorzio come una volta". Neppure il lavoro è per sempre. "Ma le donne se la cavano meglio, perché sono ancora abbastanza neofite; quindi hanno più spinte, più voglia di crederci. Gli uomini davano tutto per scontato: ovvio che si sentano in crisi". In terapia restano poco. Sono troppo sbrigativi Tutto questo, che cosa provoca? Risponde Daniela Marafante, specialista in medicina psicosomatica all'Istituto Riza di Milano: "Osserviamo un aumento delle crisi di panico e delle sindromi ossessivo-compulsive. Le prime, negli ultimi cinque anni, sono a dir poco triplicate, si manifestano essenzialmente con il timore di fare male a sé o agli altri. La causa? Una società che chiede sempre più controllo, un'emotività sempre più schiacciata. Ecco che allora l'aspetto panico (in senso letterale: quello che Jung collegava al dio Pan) non trova di meglio che evidenziarsi con pensieri di pericolosità. Che hanno anche una funzione positiva: quella di farci cambiare strada. Il panico colpisce gli individui estremamente adattati, inquadrati in una professione certa, una vita tranquilla, impedendo loro di fare le cose di tutti i giorni. Non a caso sorge tra i 30 e i 40 anni, quando l'esistenza si va strutturando. Per quanto riguarda i pensieri ossessivi, aumentano quelli che hanno a che fare con la non esistenza. Ci si domanda: sono vero, sono qui? È sintomo di una vita vissuta male, come se qualcuno dicesse: che cosa fai in quella situazione?". Aggiunge Crepet: "Solo in rari casi insorge la depressione: è una patologia affettiva e con gli affetti il maschio si cimenta poco, usa la professione per camuffare il malessere. Più diffusa quella che io chiamo tossicodipendenza in giacca e cravatta: lo spinello per rilassarsi, la coca per tirarsi su. E poi il panico, l'ansia accompagnata da patologie ossessive, che si manifesta per esempio con la paura, prima mai sperimentata, di prendere l'aereo o di accettare maggiori responsabilità sul lavoro. Si parla di ansia da performance: ti senti inadeguato, pensi di non farcela, sudi freddo, hai la tachicardia. È anche un modo per arginare le richieste altrui: se stai male, non possono pretendere da te più di quel tanto". I maschi, in psicoterapia, restano poco. "Non accettano di essere messi con le spalle al muro", dice ancora Crepet. "Hanno un approccio sbrigativo, orientato a un risultato efficace e veloce. Ricordo un signore ricco e potente che a un certo punto mi disse: "Bravo: in due sedute ho risolto tutto". E rispetto alle donne, sono meno disponibili a mettersi in discussione, ad affrontare gli argomenti intimi, e più spinosi: capitoli in cui il 98% degli uomini sente di avere sbagliato. Prendiamo l'argomento figli: i nostri padri non sentivano responsabilità pedagogiche, il loro ruolo era provvedere alle esigenze materiali ed eventualmente somministrare le punizioni, comunque decise dalle madri. Ora è diverso: vogliamo essere educatori. Il che comporta orgoglio ma anche fatica, una competizione con le mogli sotto vari aspetti, e da parte dei ragazzi un aumento delle aspettative". "Attenzione: la delusione non è nel non ricevere ascolto, ma nel non riceverlo quando lo si aspetta. E un'adolescente delusa può davvero mettere un padre in croce". Per quanto riguarda l'amore? "Tutti, maschi e femmine, siamo tarati sulla lontananza. La coppia funziona bene 10 minuti la mattina, davanti al caffè, ma per 15 giorni di vacanza non è detto. Si è lontani anche se ci si telefona 10 volte al giorno: è un rito di controllo, per scongiurare la domanda "perché non hai chiamato?"". Ma la colpa è della supermamma Dello smarrimento maschile, spesso si dà la colpa alle donne, troppo libere e sicure di sé: "La colpa è effettivamente di una donna", risponde Crepet: "la mamma, che per rinverdire il proprio ruolo verso il figlio adulto lo iperprotegge. Con frasi del tipo: "Poverino, cosa ti ha fatto quella strega". E siccome regredire è un sollazzo difficile da rifiutare, l'uomo ci casca. Una buona madre invita a prendersi le responsabilità, anche a spaccarsi la testa se necessario. Oggi, invece, c'è una tale paura del dolore dei figli (femmine comprese)... Basti pensare alle tragedie che nascono dalle pagelle: invece, un'insufficienza è una buona notizia, perché crea anticorpi, aiuta a crescere più forti".
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SENSI IN GIOCO - "Il disturbo principale dell'uomo di oggi si chiama calo del desiderio", afferma Giuseppe Rescaldina, direttore del Centro studi coppia di Milano. "Il numero dei rapporti non c'entra: possono essere pochi o anche moltissimi, ma sempre vissuti senza emozioni né piacere. E non è un problema di stanchezza nella relazione o di scarso sex appeal della partner (la prima cosa che le donne pensano), perché lui non cerca neppure le altre. È che il sesso non lo interessa più. Un tempo, il calo del desiderio era una conseguenza dell'impotenza o dell'eiaculazione precoce. Ora non più: dal punto di vista funzionale, anche grazie ai recenti farmaci, va tutto bene. Il problema è a livello sensoriale. Così, anche l'orgasmo diventa un riflesso fisiologico, tipo starnuto. L'origine sta nel messaggio della società, che considera il sesso come doveroso, al di là delle sensazioni provate". Che fare, quindi? "Io propongo il gioco dei cinque sensi: ogni giorno usarne uno. In genere, il paziente non ricorda neppure quali sono...". A giocare contro l'eros c'è anche il fattore tempo: "Per sentire bisogna vivere il presente, mentre noi ci proiettiamo costantemente nel futuro. Ovvio, allora, che il piacere di oggi sia sempre inferiore a quello, immaginato, di domani".
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Psicosomatica di un amore mancato Le somatizzazioni sono tra le principali modalità con cui si manifesta il malessere maschile. "Pur di non ammettere una difficoltà esistenziale, l'uomo preferisce pensare di avere il fegato in disordine, magari perché ha bevuto e mangiato troppo", osserva Paolo Crepet. "Sistemata la questione, cambia organo. La prova di questo nuovo fenomeno? Una volta i medici di base vedevano soprattutto donne; ora in sala d'aspetto ci sono anche mariti e figli, affetti da una serie di malanni di natura psicosomatica, dalla colite in poi. Dare la colpa al corpo è una via di fuga dalle responsabilità". Ma quali patologie ha, o crede di avere, un maschio in crisi? "Anzitutto l'ipertensione", risponde Daniela Marafante, "che solo nel 10% dei casi ha origini organiche. L'afflusso di sangue al cervello denuncia la paura di lasciarsi andare, di vivere lo stadio passivo che rimanda alla solitudine e all'angoscia di morte, e il desiderio di tenere tutto sotto controllo con la razionalità. Spesso ne soffrono quegli uomini che, anche in amore, temono un coinvolgimento emotivo che li può travolgere. Altra patologia diffusa, le eruzioni cutanee. Attraverso psoriasi ed eczemi, la pelle "butta fuori" un fuoco che si tende a reprimere, quello dell'eros e dell'affettività temuti, non vissuti" e separa dal resto del mondo". La causa di tante sofferenze è sempre la stessa: "La necessità di adeguamento, il controllo sociale", spiega Marafante. "La pubblicità, il lavoro propongono modelli stereotipati cui è difficile sfuggire. C'è poco tempo per amicizie e amore, spesso avvelenati dalla competizione". Anche allo psicosomatista gli uomini chiedono cure veloci, che permettano di tornare come prima? "Io respingo queste aspettative, che sono patologiche: proprio la situazione precedente ha innescato la malattia. Meglio creare un nuovo, benefico equilibrio, senza cercare di reprimere il sintomo che, così facendo, si manifesta con più forza".
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Anoressici: per paura di non essere abbastanza virili "L'anoressia è definibile un suicidio cronico non dichiarato", afferma Secondo Fassino, docente di psichiatria e responsabile del Centro per i disturbi del comportamento alimentare all'Università di Torino, "molti autori vedono in questa malattia una forma depressiva che mira all'autodistruzione. Anche se in alcuni casi si tratta più che altro di un modo per attirare l'attenzione andando a camminare sul filo del rasoio". Circa il 2% delle persone in cura non riesce a sopravvivere, e la percentuale sale al 15/20% fra chi rifiuta di curarsi. La novità è la crescita dell'anoressia maschile. "I ragazzi anoressici sono ormai il 10% dei pazienti", dice Fassino, "e un numero crescente di ragazzi richiede di essere visitato". Il fatto che l'anoressia sia considerata una malattia femminile ha portato molti uomini a nascondere a se stessi e agli altri di esserne affetti. E se i criteri diagnostici sono pressoché identici per entrambi i sessi, non altrettanto si può dire per le cause e i pattern di sviluppo della malattia: "Il maschio anoressico utilizza una malattia tipicamente femminile per risolvere problemi tipicamente maschili. I disturbi del comportamento alimentare sono spesso tentativi di curare un malessere più profondo: il digiuno serve a controllare angosce più profonde. Nel caso dell'anoressia maschile, secondo uno studio condotto nel nostro Centro, sembrano esserci disturbi che hanno a che fare con l'identità. Rispetto alle ragazze anoressiche i maschi hanno tratti specifici di personalità: più freddi e distaccati, meno cooperativi; rispetto alle anoressiche sono più persistenti, ma con temperamento meno scoraggiato e insicuro. Nell'insieme il gruppo dei ragazzi anoressici assomiglia di più alle anoressiche che ai ragazzi normali". Ma se per una ragazza il modello estetico imposto dal mondo esterno è compatibile con l'estrema magrezza e, quindi, il digiuno può inizialmente essere gratificante almeno sul piano relazionale, non altrettanto si può dire nel caso maschile. Perché seguire un modello non gratificante socialmente? "È possibile", risponde Fassino, "che il ragazzo segua modalità femminili perché non sicuro della propria identità. Non sapendo se è sufficientemente forte per stare vicino a una donna, rifiuta il modello machista per compensare l'angoscia di un eventuale rifiuto". L'individuazione di disturbi nell'identità sessuale come possibile causa dello sviluppo dell'anoressia in un ragazzo, potrebbe dunque indicare l'universo dell'omosessualità come bacino di maggior incidenza della malattia. "In realtà quando si parla di disturbi identificatori non si fa riferimento esclusivamente alla sfera della sessualità; ma eventuali scelte omofiliche o omosessuali, possono far parte del fenomeno. Disturbi identificatori che portano, anche nella risoluzione di conflitti interiori esplosivi, all'assunzione di modalità tipicamente femminili. La sensazione è che l'anoressia maschile possa essere più grave di quella femminile. Sicuramente più complicata. Ai disturbi identificatori si aggiungono spesso comportamenti borderline: abuso di droghe, alcolismo e un'impulsività esagerata". Sergio Capelli
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15\03\2003
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NOTA: Argomenti delicati come il suicidio maschile, la droga etc. vengono trattati con tono irridente. Inqualificabile.
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UOMINI IN CRISI
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Non c’è nulla come lo specchio per metterli in difficoltà. Soprattutto se i capelli non sono così folti
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C he cos'è che preoccupa di più un uomo, oggi? Cosa lo angoscia e lo fa sentire diverso, frustrato, insicuro?
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E' una domanda cui sto cercando da tempo di dare una risposta. E per farlo ho analizzato vari casi "umani" tra amici, conoscenti e... anche le lettere dei nostri amici di Capellichefare.it che arrivano qui in redazione.
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Il risultato è uno solo: niente fa più paura del caro, vecchio appuntamento, soprattutto dopo una sbirciatina allo specchio.. Uomini in crisi. Perché? Se si parla di trentacinquenni in carriera, benestanti e socialmente inseriti, si pensa subito alla carriera. Alla gioia e delizia di tutti i maschietti, il guadagno, la rispettabilità, l'affermazione sociale, lo sfogo (per tanti!) della propria libido, il pensiero che spesso tiene svegli di notte. E lo stesso ho pensato qualche sera fa, incontrando un vecchio amico "carrierista" cui ho diagnosticato subito, vista l'aria preoccupata e una ruga in mezzo alla fronte, la sindrome-da-capo-furioso oppure il noto morbo del colloquio-miserabilmente-fallito!
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E invece no. Niente fa tremare le gambe come il mitico APPUNTAMENTO. Sono sbalordita! Di questo si tratta? L'amico scrolla le spalle, quasi vergognandosene. Proprio di questo si tratta, il timore di non piacere, di essere rifiutati, anzi, come in questo caso, addirittura la timidezza della prima telefonata!
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Sarà anche vero che gli uomini stanno lasciando sempre più perdere certi cliché dell'essere maschio, e che tendono a venire a patti più facilmente del passato con la loro emotività. Ciò non toglie che basta poco per far vacillare una sicurezza conquistata in tanti anni di studio, lavoro e passioni...
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Ma qualcosa non mi torna comunque. E allora indago un po'. E scopro quello che forse, dopo tutto, già sapevo. Non basta l'atavica paura dell'insuccesso. In questo caso, come era prevedibile, anche lo specchio gioca un ruolo da primo attore. Perché l'amico di turno si è accorto che l'immagine riflessa ogni mattina è un po' diversa da quella che è sempre stato abituato a vedere. E se la ragazza dell'appuntamento se ne accorgesse? Se cominciasse a guardarlo sopra la fronte? Si, perché non vedi qui, questa stempiatura? Si sta accentuando pericolosamente! Il nervosismo sta per cedere il passo all'isteria!
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E' il momento di fare qualcosa: da amica mi trasformo in preziosa consigliera e con pazienza, piglio e decisione, lo spingo... indovinate un po'? Ma a dare un'occhiata a Capellichefare.it, ovviamente, e consultare un dermatologo! Perché angosciarsi quando la soluzione è così vicina? Poi anche la telefonata sarà come bere un bicchiere d'acqua, datemi retta..
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PRIMA SENTENZA EUROPEA: NON CI SONO PIU' VERI UOMINI
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Q ualcuno ha detto che al mondo ormai ci sono troppi ragazzi e pochi uomini. Qualche donna capirà amaramente che cosa ciò stia a significare. In Norvegia, peraltro, si sono già organizzati, i cosiddetti maschi, chiedendo a gran voce il ministero per la «pari opportunità maschile». La pari dignità femminile, infatti, secondo loro, si è trasformata nello strapotere e ha fatto terra bruciata delle aspettative dell'uomo. Ma quale uomo? Mi sembra patetico chi pretende dallo Stato, uomo o donna che sia, quell'aiuto morale che solo non è in grado di procurarsi. Un uomo autentico dovrebbe essere fiero di esprimersi al meglio proprio quando ha da confrontarsi con donne vere. Con donne, cioè, che hanno conquistato per meriti la parità giuridica e sociale e sanno manifestare la forza della diversità con fervida energia. Quella sottile invidia per le donne emancipate Invece parecchi uomini di oggi sono... continua...
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ANNAMARIA BERNARDINI DE PACE
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08\08\2007
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PER COLPA ESTROGENI SI RIDUCE ORGANO SESSUALE MASCHI
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PADOVA - Imparano il sesso da amici, cinema,televisione, riviste e libri senza parlarne con medici e tantomeno con la famiglia. Per loro stessa ammissione hanno scarse conoscenze in tema di contraccezione e malattie sessuali e mediamente le dimensioni del loro pene sono leggermente inferiori a quelle dei loro coetanei di una generazione fa, nonostante la loro statura sia notevolmente aumentata, senza pero' conseguenze per la loro vita sessuale. E' la fotografia ''andrologica'', in proiezione, dei 18/enni italiani uscita da uno studio realizzato tra marzo e maggio di quest'anno dall'universita' di Padova e l'Ulss 16 attraverso un questionario compilato da 504 studenti di 46 istituti superiori della provincia di Padova. Di questi, 372 hanno accettato di sottoporsi inoltre a visita andrologica i cui esiti hanno permesso di perfezionare il quadro complessivo. ''La riduzione del pene - ha spiegato il coordinatore della ricerca Carlo Foresta, direttore del centro di crioconservazione dei gameti maschili del dipartimento di Istologia - e' l'indicatore piu' evidente dell'influenza dell'ambiente nei cambiamenti della strutture gonatiche. Un ambiente profondamente minato dalla crescente presenza di estrogeni''. Per i ricercatori, la riduzione della lunghezza del pene e l'aumento di statura sono ''i due segnali molto forti'' di un allarme ambientale che puo' innescare gravi patologie genetiche: dai tumori del testicolo all'infertilita'. Il fenomeno, sostengono gli andrologi, non e' solo italiano. I primi a evidenziare i cambiamenti sono stati i Paesi europei, Svezia e Norvegia in testa. ''Diserbanti, diossine, farmaci veterinari - ha indicato il professor Foresta - purtroppo sono prodotti anti androgenici e di estrogeni purtroppo sono ricche anche tutte le nostre acque''. A parziale consolazione la ricerca evidenzia comunque che il 92,5% dei giovani giudica normale la propria risposta sessuale. Il 7,5% denuncia invece problemi patologici dall'orgasmo precoce (6,2%) alle difficolta' erettive (1,2%).
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14\11\2006
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CERVELLO:DONNE PIU' INTELLIGENTI DI UOMINI SE C'E'POCO TEMPO
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ROMA - Filosofi e grandi pensatori della storia sono stati, quasi sempre, di sesso maschile. Probabilmente perche' avevano molto a disposizione per dedicarsi alla contemplazione. Se invece avessero dovuto avere a che fare con scadenze e tempi stretti, come quelli che sembrano caratterizzare da sempre la vita delle donne, probabilmente i risultati non sarebbero stati cosi' brillanti. Secondo una ricerca della Vanderbilt university, pubblicata sulla rivista americana 'Intelligence', le donne farebbero infatti mangiare la polvere ai loro colleghi uomini quando si tratta di svolgere compiti e test con scadenze e tempi stretti. Una differenza che risulta piuttosto significativa soprattutto tra i pre-adolescenti e gli adolescenti. ''Nel nostro studio, condotto tra il 1997 e il 2001 su circa ottomila uomini e donne, di eta' compresa tra i 2 e i 90 anni - spiegano i ricercatori Stephen Camarata e Richard Woodcock - abbiamo visto che in generale le differenze nell'intelligenza tra i due sessi sono minime. Tuttavia, se si guarda alla capacita' di lavorare bene in situazioni dove si ha un tempo prestabilito, allora le femmine sono nettamente superiori. E' molto importante dunque che gli insegnanti tengano presente questa differenza tra i due sessi, quando devono giudicare il loro lavoro e preparare i test. Per valutare veramente le capacita' generali di una persona, e' essenziale guardare anche le performance che si realizzano senza limiti di tempo e cronometri''. Bisogna considerare che molte delle attivita' svolte in classe, compresi i test, continuano i ricercatori, sono direttamente o indirettamente collegati all'elaborare i dati in tempi veloci. ''L'elaborazione della velocita' non si riferisce ai tempi di reazione o all'abilita' di giocare ai videogame - aggiunge Camarata - ma e' la capacita' di completare effettivamente, in modo efficiente ed accurato, un lavoro di media difficolta'. Sebbene maschi e femmine mostrino capacita' simili di elaborazione all'asilo, le femmine diventano molto piu' efficienti dei maschi alle scuole elementari, medie e superiori''. Gli scienziati hanno visto che i punteggi degli uomini sono piu' bassi delle donne in tutti i gruppi d'eta' nei test che misurano l'elaborazione della velocita', con una differenza maggiore tra gli adolescenti. Comunque, lo studio ha anche mostrato che i maschi superano consistentemente le femmine in alcune abilita' verbali, come l'identificazione degli oggetti, la conoscenza dei sinonimi e delle analogie verbali, smentendo l'idea comune che le ragazze sviluppino tutte le capacita' comunicative prima dei ragazzi.
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26\04\2006
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FONTE : (ANSA)
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IMPOTENZA O UOMINI IMPOTENTI?
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S ei identikit dell'impotente per sei identikit di uomo.Per giudicare bene l'impotenza di un uomo bisogna anche sapere di fronte a quale uomo ci troviamo. E' questa l'opinione di molti sessuologi, tra cui anche Willy Pasini: può capitare infatti che più che di impotenza sessuale ci troviamo di fronte a un'impotenza dell'uomo. Comunque, in generale, l'approccio farmacologico e quella psicologico non sono un'alternativa, ma vanno di pari passo.
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Ecco i principali identikit dell'uomo impotente:
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L'uomo che non sa esprimere le proprie emozioniIl termine tecnico esatto per individuare persone incapaci di esprimere le proprie emozioni è "alessitimico". Le difficoltà cui va incontro un uomo rientrante in questa tipologia sono legate al timore di una relazione affettiva con una donna. E' il caso tipico di uomini abituati, per via del ruolo eventualmente ricoperto ricoperto nel lavoro, a dominare gli altri. Un uomo del genere non riesce ad instaurare con il proprio organo sessuale un rapporto analogo di dominazione, in quanto esso non risponde al comando della volontà. L'intervento psicologico in questi casi può funzionare, ma può fallire quando il soggetto non riesca a entrare in una logica che, dal suo punto di vista, appare strana e incomprensibile. Può risultare quindi più efficace ricorrere alla prostaglandina con iniezione intracavernosa in quanto si tratta di un metodo che riesce ad isolare il sesso dal cuore ottenendo un'erezione a comando.
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L'uomo sconfitto su tutti i fronti
L'uomo sconfitto su tutti i fronti, è sconfitto soprattutto sul fronte sessuale. Un uomo del genere vede tutta la propria personalità in crisi: tutta la propria autostima è basata esclusivamente sulle conferme provenienti dall'esterno, tra queste è ovviamente fondamentale quella sessuale.La capacità di sedurre, per uomini di questo tipo, è fondamentale e al successo, eventualmente goduto nel campo professionale, vuole sovrapporne uno analogo nella sfera sessuale, per la quale spesso egli sfrutta il proprio potere, salvo poi incappare nell'impotenza. Si tratta fondamentalmente di “narcisi” che non accettano l'idea di invecchiare. In questo caso appare più indicata una terapia psicologica che, associata al Viagra, gli consenta di avvicinare l'immagine di sé che egli si è costruito con la realtà data dalla sua età.
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L'uomo che dubita di sé stesso
Ai dubbi su sé stesso si accompagnano quelli sulla propria erezione. L'uomo di questo tipo è vittima di una sorta di fobia sociale che spesso si trascina da adolescente e che l'impotenza serve a mascherare. In questo caso un intervento psicologico, che preceda l'uso del Viagra o dell'iniezione di prostaglandine, servirà ad alzare questa maschera segnando un momento di svolta e di cambiamento.
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Pazienti che temono l'intimità
La sessualità è strettamente legata all'intimità. L'uomo colpito da problemi di erezione tende a vedere il suo problema come una questione prettamente legata alla fisiologia dei suoi organi genitali per cui si rivolge allo specialista, spesso l'urologo, considerando il suo problema dal punto di vista quasi “meccanico”. Così facendo l'uomo interessato trascura altri organi come il cuore e il cervello, in quanto è lì che si annida il malessere che egli nutre verso la sessualità femminile. L'uomo di questo tipo ha paura della donna mantide, vale a dire la donna che si impossessa dell'uomo, ne assorbe la sfera sessuale, oltre che (com'è spesso temuto) la sfera finanziaria. Una donna del genere va tenuta lontana, così come la donna ultra-moderna, per via della forza del suo desiderio che prende in contropiede l'uomo, che sarebbe più rassicurato da un ruolo di leader più che dalla guerra, secondo lui, dichiaratagli dalle donne.E' ovvio, a questo punto, che l'approccio da seguire in questo caso è quello psicologico, in quanto è solo così che si possono smuovere questi malesseri verso il mondo femminile. La terapia farmacologica però può aiutare a rompere il ghiaccio.
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L'uomo che esige il controllo
Questi soggetti vanno dallo specialista con l'obiettivo di poter avere delle erezioni controllabili ed indipendenti dalla loro testa. Molti di questi uomini possono soddisfare i loro fantasmi con una prostituta, ma sono impotenti con una donna normale. Ad esempio esistono uomini che sono impotenti con la moglie o la compagna, ma non hanno problemi con le prostitute. Questi uomini tendono a cercare una soluzione farmacologica al loro problema. Ci sono casi di uomini che si sentono perseguitati dall'impressione che il proprio sperma assomigli all'urina e che quindi possa sporcare la donna già sporca (la prostituta) ma non la donna che gli aveva dato dei figli.
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L'uomo impotente nella vita
Alcuni uomini sono preda di una impotenza che va oltre la sfera sessuale e che si allarga alla loro intera esistenza, per cui si parla in proposito di impotenza esistenziale. In questi casi ci si trova di fronte a uomini masochisti, per i quali la vita è per la sua interezza percorsa dal fallimento. Per questi soggetti si verificano situazioni per cui persino alla visita dall'urologo oppure l'assunzione del Viagra si sovrappongo situazioni di ansia galoppante che impedisce di vivere normalmente anche il rimedio all'impotenza.
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Le terapie psicologiche dunque si rivelano uno strumento importante per una seria lotta all'impotenza.La terapia psicologica dell'impotenza è utile nella disfunzioni erettili psicogene, soprattutto quando entrambi i partners partecipano alla terapia.
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Psicoterapia cognitiva: tende a cogliere quale sia il significato del sintomo e correggere gli elementi che lo generano. L'obiettivo da raggiungere è quello di ridefinire e ricostruire le proprie convinzioni sulla sessualità perchè si modifichino i comportamenti e le emozioni da esse scaturiti. Il risultato che si deve ottenere, seppur minimo deve essere stabile: l'approccio psicologico del paziente verso la sessualità deve essere modificato, e il risultato ottenutop deve essere stabile.
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Terapia comportamentale:consiste nell'affidare al paziente dei "compiti per casa" cercando di influire sulla percezione che egli ha del suo corpo e del piacere proveniente dagli organi genitali, in modo da imparare a dare la giusta attenzione alle percezioni di piacere svincolando la risposta erettile dall'obbligo della penetrazione. Altra missione da compiere è quella di migliorare l'autostima e ridare fiducia nelle possibilità di recupero di una condizione soddisfacente. A tal proposito non mancano esercizi psico-fisici come massaggi che realizzino la cosiddetta focalizzazione sensoriale dell'area genitale, la masturbazione, il controllo dell'eiaculazione con tecniche di masturbazione e sospensione dello stimolo tattile, esercizi di gratificazione reciproca con la partner, e così via.
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PARI OPPORTUNITA'? LE DONNE SONO FAVORITE
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Convegno a Soverato sul ruolo e la funzione della commissione pari opportunità da Soverato, il nostro inviato speciale
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S i è svolto venerdì 7 novembre 2003, alle ore 17,30, nella Sala Consiliare del Comune di Soverato, l’incontro avente per tema: "Il ruolo e la funzione della Commissione Pari Opportunità". I lavori sono stati introdotti dal sindaco, dott. Raffaele Mancini, e dal vicesindaco nonché assessore alle Pari Opportunità, Pietro Matacera.
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Subito dopo c’è stato l’applauditissimo intervento della presidente, dott.ssa Lusiana Ficchì, la quale, tracciando un primo positivo bilancio sull’attività sinora svolta dalla Commissione, si è particolarmente soffermata sull’importante ruolo istituzionale che l’anzidetta ricopre e sugli obiettivi che persegue per così finalmente realizzare a Soverato e nel comprensorio, attraverso opportune iniziative miranti a valorizzare pienamente l’intelligenza, la cultura e la professionalità femminili, la tanto decantata uguaglianza tra uomo e donna sia in campo sociale che economico.
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La dott.ssa Marisa Fagà nella veste di consigliere regionale di Parità, con l’ausilio di "una galoppata" (sono parole sue) espositiva di lucidi, ha illustrato ai numerosi presenti le tante leggi emanate dal Parlamento Italiano e da quello Europeo a tutela della dignità della donna e per favorire il suo effettivo inserimento nella società riconoscendole quei diritti che per lungo tempo le sono stati negati soprattutto in ambito lavorativo nel quale essa, specialmente in Calabria, stenta ad affermarsi.
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A conclusione dell’ampia ed esauriente esposizione si è aperto un vivace dibattito durante il quale la signora Madonna, capogruppo di maggioranza al Comune di Montepaone, lamentandosi per la scarsa considerazione nei confronti del gentil sesso da parte della classe politica che, molto raramente è disposta a cedere incarichi assessorili o di alte responsabilità alle donne, ha invitato queste ultime a lottare con le unghie e con i denti contro il monopolio maschilista che vuole relegarle in cucina. "Sono stufa di fare crostate" ha detto. "Ogni marito pensando di gratificare la propria consorte in realtà la umilia ulteriormente quando si abbandona al classico complimento: "Come te non sa cucinare nessuno." Basta!" ha proseguito tra gli applausi. "Crostate alle fragole non ne faccio più!"
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Ma a sbalordire l’uditorio, in gran parte femminile, ci ha pensato il dott. Antonio Scuteri andando controcorrente:
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"Porto il saluto del Club dei Vedovi Neri" ha esordito. "Nel contribuire anch’io alla discussione, non posso esimermi dal fare alcune precisazioni. Voi donne partite avvantaggiate oltre che dal punto di vista biologico perché possedete il dono della maternità, anche per altre cose non secondarie. Siete molto più preparate di noi uomini e siete più intelligenti. Per avvalorare quanto affermo faccio un esempio: agli esami di maturità, nella classe di mio nipote, solo un maschio in mezzo a tante donne ha preso il massimo dei voti. E ciò è scientificamente sperimentato poiché si sa che quando voi donne fate una cosa, la fate bene. Vi applicate maggiormente e vi concentrate meglio degli uomini. Pertanto, non riesco a comprendere il senso di tutto questo vostro disagio e di questa vostra frustrazione che non ha ragione d’esistere".
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Apriti cielo. Un moto d’indignazione ha assalito alcune agguerrite donne che hanno reagito duramente tacciando il dottor Scuteri (che tra l’altro partecipava all’incontro insieme alla figlioletta Bice) di "retrogrado ed inappropriato maschilismo culturale."
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Scuteri, per nulla intimorito da tanta veemenza, estraendo da una tasca dei pantaloni un ritaglio di giornale ha continuato: "Siete in errore. Con dati alla mano, statisticamente parlando, posso dimostrarvi che voi donne siete favorite nella società. Ad esempio, la donna in generale ha percentuali di sopravvivenza superiori a quelli di un uomo che usufruisce della pensione per un breve periodo di 10 – 12 anni. Di conseguenza la donna, vivendo di più, gode oltre che della propria pensione anche di quella di reversibilità del defunto coniuge in media per oltre 20 – 25 anni".
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Quest’affermazione per poco non costava la testa al nostro caro Antonio Scuteri. Alcune donne al tavolo della presidenza ed altre sedute in platea stavano quasi per partire all’assalto con la baionetta mentre il sindaco Mancini, l’assessore Matacera e i rappresentanti della folta delegazione del P.I.P.I.O. guidata da Pietro Cossari, ridevano a crepapelle.
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Una componente della Commissione Pari Opportunità si è rivolta fortemente seccata al dott. Scuteri: "Non ha proprio alcun senso della misura!" E il dott. Scuteri: "Se mi consentite, finisco il mio intervento parlando anche del divorzio che vi favorisce a parer mio il più delle volte ingiustamente perché non importa se una donna è schizofrenica e potrebbe far del male ai bambini. Il fatto di essere donna è sovente requisito essenziale a che i figli vengano a lei affidati. Vedete come siete privilegiate? E potrei ancora continuare..." ha soggiunto, mentre, interrotto da urla di disapprovazione, tornava a sedere tra gli spettatori molto divertiti da questa sua performance.
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Intervistato dal sottoscritto che si è complimentato per tanto coraggio, ha sentenziato sorridendo: "Non si è capito o non hanno voluto capire il significato del mio intervento volto a scuotere i presenti che stavano per cadere nella trappola della noia mortale che solitamente avvinghia i partecipanti ai convegni!".Non ti preoccupare caro Antonio, noi di Gil Botulino c’eravamo e sappiamo che sei stato tu a ravvivare l’incontro. Lo ha capito anche la presidente della Commissione Pari Opportunità, Lusiana Ficchì, che ha accolto il tuo invito per altri analoghi incontri insieme al Club dei Vedovi Neri ed altre associazioni. Non disperare. Ce ne sono ancora di persone intelligenti e di buon umore.
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12\11\2003
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POLITECNICO PROMUOVE
ISCRIZIONE RAGAZZE FACOLTA' INGEGNERIA
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L e femmine della specie umana sono mediamente più intelligenti dei maschi della stessa specie. Per convincersi basta andare ad una scuola materna e confrontare il linguaggio dei maschietti con quello delle femminucce.
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I primi articolano un italiano approssimativo, le seconde parlano come professoresse del liceo, gestendo con precisione anche i congiuntivi e la "consecutio temporum".
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Il fenomeno è ben noto, ed è riassunto nell'enunciato di un teorema ricorrente: "Le femminucce sono più precoci, ma poi i maschietti recuperano". Ma la seconda parte di questo teorema, quella che riguarda il "recupero", è falsa, come è facile verificare confrontando gli istogrammi delle votazioni scolastiche delle scuole di qualunque ordine e grado. Ad esempio, la media dei voti riportati dai maschi all'esame conclusivo della scuola media superiore è di ben quattro centesimi inferiore alla media corrispondente delle femmine. Degli iscritti all'università si laureano il 55 per cento delle ragazze, contro il 45 per cento dei ragazzi, con voti migliori e in tempi più brevi.
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Nella società della conoscenza l'intelligenza è la materia prima più preziosa anche dal punto di vista economico. È quindi di interesse di un paese moderno utilizzare completamente l'enorme patrimonio dell'intelligenza femminile.
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In alcuni settori del lavoro, come la scuola, l'ufficio, la presenza femminile è già significativa; in altri, come l'ingegneria, essa è marginale. Le ragioni dell'orientamento delle ragazze verso altre discipline sono storiche e culturali, ma ora non hanno più alcun senso. Un tempo, quando l'ingegnere lavorava prevalentemente nel cantiere o in officina oppure, peggio ancora, in una profonda miniera, quel lavoro non si addiceva alle donne; oggi, in virtù della smaterializzazione dei prodotti e dei processi industriali, l'ingegnere deve prevalentemente possedere quelle doti che le donne posseggono ad un livello leggermente superiore a quello degli uomini: fantasia, creatività, attitudine alla modellazione astratta e alla speculazione teorica.
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Per questa ragione, ha fatto bene il Politecnico di Torino a promuovere l'iscrizione delle ragazze alle facoltà di ingegneria riservando, loro 200 assegni di studio, del valore di 900 euro ciascuno, che potranno essere utilizzati per coprire gran parte dei costi di frequenza. L'iniziativa è frutto di una intesa con la Regione Piemonte e con la Commissione Europea.
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Oltre alla finalità primaria di utilizzare l'enorme patrimonio dell'intelligenza femminile nelle discipline tecnico-scientifiche, questi assegni di studio potrebbero indurre qualche beneficio secondario. Ad esempio, potrebbero evitare agli studenti del Politecnico lunghi trasferimenti a Palazzo Nuovo per trovare una fidanzata o, quanto meno, una ragazza con cui passare una serata in discoteca, nei piccoli intervalli di riposo fra un esame e l'altro.
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Angelo Raffaele Meo
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12\06\2002
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FONTE : Tutto Scienze e Tecnologia
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GLI UOMINI SONO PROPRIO NECESSARI?
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P are proprio di no, secondo la genetista Steve Jones dell’University College di Londra; infatti ella definisce l’uomo solo come “…un rifugio di scorie .”E nel suo recente libro “Y:THE DESCENT OF MAN” (Y: Il declino degli uomini,Hougton Miglin, pp.272, sterline 14,99) ella sostiene che nel corso dei milioni di anni, più di 900 geni maschili sono emigrati ad altri cromosomi e potrebbero teoricamente estinguersi fra dieci milioni di anni.“La struttura che definisce l’uomo è un rifugio di scorie.”
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Inoltre come spiega la biologa evoluzionista Olivia Judson, nelle specie inferiori e tra gli insetti il ruolo del maschio non è poi così prevalente. I maschi di una specie di vermi, i Bonellia Viridis, vivono all’interno del canale riproduttivo della femmina per fecondare le uova che passano. Raggiungono la meta facendosi inalare dalle femmine, che sono 200 mila volte più grandi di loro. I pipistrelli marroni (Epitesicus cuscus) si fanno strada violentando le femmine nei posatoi durante il letargo. Il maschio dell’ape esplode durante l’amplesso , lasciando i genitali nella regina, come fosse una cintura di castità.E ancora il ragno australiano dal dorso rosso non solo salta tra le fauci della propria femmina per farsi divorare durante ma combatte per questo privilegio.
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Il motore responsabile di questi combattimenti è il cromosoma Y, che determina il sesso maschile.Però migliorare la ricombinazione cromosomica è lo scopo del sesso e migliorare il sesso è lo scopo dei ferormoni , dei riti di corteggiamento, del ratto delle donne durante la guerra e dell’amore romantico.”di conseguenza “, dice david Page , specialista del cromosoma Y al Whitehead Institute di Cambridge , nel Massachusetts, ”senza i maschi non solo non ci sarebbe più la guerra, ma non ci sarebbe più la poesia, la letteratura , la musica, la pubblicità, la moda”.
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Dunque il sesso è necessario, ma perché sessi separati?? Le anaspidee ( lumache di amre ermafrodite della California ) si accoppiano felicemente in catene-estremità maschile con estremità femminile con estremità maschile con estremità femminile…- sotto le onde.Perché non potrebbe succedere anche fra umani?Risposta : nessuno lo sa.
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Oltre il livello dei pesci e delle lumache, tra i rettili e i mammiferi, l’ermafroditismo è quasi inesistente, salvo rare eccezioni genetiche. Tuttavia il dimorfismo sessuale deve avere in sé un grande e misterioso vantaggio. In attesa di scoprirlo non ci resta che rimanere incollati gli uni agli altri.
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a cura di Madga
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MASCHIO A RISCHIO ESTINZIONE
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Oxford, professore lancia allarme
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M aschi a rischio di estinzione. A lanciare l'allarme, in difesa del nuovo "sesso debole" è uno scienziato di Oxford, Bryan Sykes, docente di genetica, che ha ipotizzato un mondo di sole donne costrette a riprodursi in modo artificiale per assicurare la sopravvivenza della specie umana. La colpa sarebbe del cromosoma Y, che determina il sesso maschile dell'embrione, che appare molto più debole rispetto al corposo cromosoma X femminile. Il professore, in un libro appena pubblicato intitolato non a caso "La maledizione di Adamo", afferma che il processo di deterioramento continua, tra cinquemila generazioni il tasso di fertilità maschile sarà ridotto all'1%, rendendo impossibile il concepimento naturale e improbabile quello in provetta.
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Il professore offre però una soluzione, anche se al momento solo teorica, per evitare che il maschio umano si estingua: creare un nuovo cromosoma usando i geni necessari per dare vita ad un maschio funzionante capace di produrre spermatozoi attivi.
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2003
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FONTE : TGCOM.IT
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MASCHIO ITALIANO? SINDROME DI POLLICINO
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L a maggior parte degli uomini pensano di avere il pene troppo piccolo. E un congresso medico codifica le misure "giuste" , di Monica MaggiSi chiama "Sindrome di Pollicino" e affligge la maggioranza assoluta dei maschi. E non solo quelli italiani. E' la convinzione (o il timore) di avere l'organo sessuale troppo piccolo.
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MASCHIO ESTINZIONE? COLPA CROMOSOMA Y
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Sono i maschi il sesso debole, anzi debolissimo. Tanto debole da essere destinato all'estinzione.
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A dirlo non e' un gruppo di femministe radicali, ma uno scienziato di Oxford, Bryan Sykes, che immagina un mondo di sole donne costrette a riprodursi artificialmente per assicurare la sopravvivenza della specie umana. La colpa di questo disastro (o fortuna, a seconda dei punti di vista) sarebbe tutta del cromosoma Y, quello che determina il sesso maschile dell'embrione, che gia' oggi appare informe e rachitico rispetto al corposo cromosoma X femminile e che con il tempo scomparira' del tutto.
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Sykes, che e' docente di genetica umana nell'universita' di Oxford, non ha dubbi. Il cromosoma Y e' ormai in uno stato pietoso e il suo destino e' segnato anche se ci vorranno almeno 125.000 anni perche' il processo di estinzione arrivi a compimento. Le prove - sostiene il professore in un libro appena pubblicato intitolato non a caso ''La maledizione di Adamo'' - sono intorno a noi. La crescente femminilizzazione degli uomini produce personaggi androgeni come David Beckham, il capitano della nazionale di calcio inglese che ama indossare gli slip della moglie e laccarsi le unghie.
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Ma soprattutto l'inarrestabile declino del cromosoma Y e' dimostrato, dice lo scienziato, dalla crescente infertilita' maschile. Gia' adesso il 7% degli uomini e' sterile o ha una bassa fertilita' e nella maggior parte dei casi il fenomeno e' causato da mutazioni del cromosoma Y. Se il processo di deterioramento continua, tra cinquemila generazioni - prevede Sykes - il tasso di fertilita' maschile sara' ridotto all'1%, il che rendera' virtualmente impossibile il concepimento naturale e improbabile quello in provetta. Ovviamente, senza piu' sperma per fertilizzare gli ovuli, le donne non potranno assicurare la continuazione della specie. In loro soccorso potra' arrivare pero' la scienza. Al momento la fertilizzazione avviene attraverso la fusione di due set di materiali genetici, uno maschile e uno femminile. Nel futuro mondo delle donne la fusione potra' avvenire tra due set di materiali genetici femminili.
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Il Dna - suggerisce il professore - potrebbe essere estratto dal nucleo di una cellula di una donna e fatto fondere con il Dna all'interno di un ovulo di un'altra donna per creare un embrione. In mancanza del cromosoma Y, il bambino sara' di sesso femminile ed una volta diventato adulto potra' riprodursi con un'altra donna usando lo stesso processo artificiale.
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Ma non tutto e' perduto. L'immaginifico professore offre una soluzione, al momento solo teorica, per evitare che il maschio umano finisca al museo della storia naturale nella sala delle razze estinte accanto ai dinosauri: creare sulle macerie del cromosoma Y un nuovo cromosoma usando i geni necessari per dare vita ad un maschio funzionante capace di produrre spermatozoi attivi.
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2004
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IL FUTURO E' DONNA E GAY
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L a campagna elettorale tra 250000 anni sara' molto interessante... a parte le possibili discussioni sui rincari dei prezzi delle case al polo nord e sulla luna, gli unici posti dove verosimilmente la temperatura sara' ancora sopportabile, un altro tema la fara' da padrone...tutto sommato piu' avvincente del premierato forte... "ha ancora senso tenere in vita il genere maschile?" questo si chiederanno verosimilmente le coalizioni politiche del futuro... e dato che a quelle elezioni il sesso maschile si presentera' probabilmente in minoranza nell'elettorato, c'e' poco da stare allegri per i maschi del futuro...
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no, stavolta non sono panorama e l'espresso ad interrogarsi sulla crisi del maschio... e' il professor Bryan Sykes, docente di gentica umana all'Universita' di Oxford, ad interrogarsi sulla possibile futura estinzione del maschio, nel suo ultimo libro dal titolo significativo di "La maledizione di Abramo", edito da Bantam Press. il problema e' questo a quanto pare: il cromosoma Y, quello che contiene il magico pulsante che blocca lo sviluppo automatico dell'embrione in bambine di sesso femminile, e' in grossa crisi da qualche milionata di anni...questo cromosoma e' trasmesso solamente per via maschile, dal padre al figio maschio, ed e' completamente assente nel sesso femminile. da quando si e' fatto carico, qualche milione di anni fa, di questa rottura di scatole di far diventare uomini embrioni destinati ad essere donne, ha progressivamente perduto una quantita' enorme di utili geni che un tempo conteneva, e adesso gliene rimangono solo 27. questo perche' e' l'unico cromosoma che e' permanentemente racchiuso nelle cellule germinali del maschio, dove e' piu' facile che si verifichi una sua mutazione al momento della trasmissione del patrimonio genetico dal padre al figlio. queste mutazioni del cromosoma Y disattivano geni idispensabili, e sono soprattutto all'origine del 25% dei casi di infertilita' maschile. Questa continua mutazione cui e' esposto il cromosoma non sembra probabile che si arresti tutto d'un colpo, al contrario sembra destinata ad accelerare. Il che significa che in un futuro non cosi' lontano le mutazioni del cromosoma Y ed il suo progressivo impoverimento di geni sono destinate a ridurre costantemente la fertilita' maschile. Calcola il professor Sykes che tra 125000 anni la fertilita' maschile potrebbe essere ridotta all'1% del livello attuale. che significa in pratica l'estinzione del cromosoma Y, del sesso maschile, e di conseguenza, uno si immagina, del genere umano.
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Non necessariamente del genere umano, afferma il professor Sykes. Esistono 2 modi per impedire che il lento impoverimento del cromosoma Y porti all'estinzione dell'intera specie umana. Il primo prevede il mantenimento in vita del genere maschile. Basterebbe trasferire il in un'altro cromosoma dei 27 geni nel cromosoma Y indispensabili per avere un maschio che "funzioni bene" nella riproduzione. Esistono dei roditori del caucaso in cui l'evoluzione ha portato naturalmente a questo trasferimento di geni, e questo ha salvato i roditori maschi dall'estinzione e l'intera specie. Ma esiste una seconda soluzione, per molti versi piu' semplice e ovvia: sbarazzarsi del genere maschile e continuare la specie senza. E' possibile? In linea teorica si. Non esiste infatti alcuna ragione di principio per cui una bambina di sesso femminile non possa nascere dall'incontro di 2 ovuli invece che da quello di un ovulo con lo sperma. al momento non e'ancora possibile, ma niente impedisce di pensare che non si possa iniettare il nucleo di un ovulo invece che di una cellula spermatica in un secondo ovulo. Si otterrebbe cosi' una bimba perfettamente normale, che non sarebbe un clone perche' ha il patrimonio genetico di entrambe le madri, e che sarebbe capace come ogni bambina dei nostri giorni di avere bambini con uomini, almeno finche' questi sono ancora in circolazione, o altrimenti farsi impiantare il patrimonio genetico di una seconda madre... e' questo desiderabile? chi lo sa... magari i nostri pronipoti faranno un bel referendum democratico e decideranno se tenere in vita ancora il maschio... il problema e' che i maschi saranno a quel punto molto probabilmente in minoranza nella popolazione mondiale...
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Percio' e' meglio che il genere maschile inizi fin d'ora a rendersi un po' meno indesiderabile con quello femminile e con la specie umana... ne va della sua stessa sopravvivenza...
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28\03\2003
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IL FUTURO DEL MASCHIO
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N el 2003 una agenzia di pubblicità usa per la prima volta la definizione di ‘metrosexual’ coniata dalle tre sociologhe autrici di questo libro. La parola diventa famosa e fa il giro del mondo: definisce l’uomo moderno e ne descrive le sfaccettature. Questo libro descrive e spiega cosa significhi essere uomo oggi e indica come potrebbe evolversi negli anni a venire. Le autrici non solo definiscono trend ma lavorano a quella che è l’ossatura del marketing globale individuando target.
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Negli ultimi anni hanno assistito all’ascesa della vanità maschile e ad una serie di comportamenti inediti che qui descrivono. L’epoca in cui viviamo è più propizia per le donne: la tecnologia ha reso poco importante la forza muscolare, mentre la versatilità nei rapporti interpersonali è più femminile e sempre più fondamentale. Insomma, i cambiamenti della donna hanno influito in maniera spietata sugli uomini che hanno dovuto prenderne atto senza essere sicuri di come reagire.
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Pensiamo anche alla procreazione: nella maggior parte dei luoghi del mondo una donna può avere figli senza la partecipazione dell’uomo, bastano un laboratorio e una banca del seme. Inoltre, in tutto il mondo le donne stanno crescendo in peso, altezza e forza fisica e la loro maturazione sessuale è anticipata rispetto alle generazioni precedenti. Si tratta di mutamenti molto più veloci della capacità dell’universo maschile di adeguarvisi e quindi non a caso il maschio è sempre più in crisi.
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Pensiamo inoltre ad una coppia che si divide: la donna più spesso avrà una rete di amicizie pronta a sostenerla, avrà i figli da crescere e il proprio lavoro, gli uomini rimangono da soli e hanno più interesse a sposarsi per una esigenza emotiva, di appoggio e di ricchezza.Volendo poi andare più a fondo le autrici rispondono al quesito: ‘ma com’è un vero uomo? A partire dall’evidenza che nelle prime fasi della gravidanza tutti i feti sono femmine e solo dopo si differenziano, il cromosoma Y è arrivato ad essere interpretato come una pura disfunzione genetica, mentre alcuni biologi sostengono che nel giro di qualche millennio i maschi si saranno estinti completamente. Ipotesi agghiacciante ancorché remota, ma che tiene banco sulle riviste.
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Uno dei capitoli più interessanti è quello che esamina come i media ritraggono gli uomini di oggi e il loro ruolo. Che ci piaccia o no i media contribuiscono a modellare la nostra idea di ciò che è normale, possibile o desiderabile. Esercitando una grossa influenza su come pensiamo e su ciò che pensiamo. Al cinema trionfano uomini sensibili e femminili come Jude Law, Ben Affleck, Hugh Grant, versioni leggere della mascolinità. Il cinema dice agli uomini come le donne si aspettano che siano. In tv invece l’uomo è ‘disegnato’ come un imbranato, assente, ridicolo, pensiamo a Jim Belushi ne La vita secondo Jim. Buono, ma tontolone.
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L’era dei superuomini alla Rambo, Jean Claude Van Damme e Dolph Lundgren è definitivamente tramontata e così il suo corrispettivo femminile come Lara Croft e la Sigurney Weaver di Alien.Il metrosexual è sulla via del tramonto. Volete sapere chi è il prossimo modello maschile che impererà i prossimi anni? Leggete qui. (j.r.m.)
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05\08\2007
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IL MARITO SI EDUCA COME IL CANE
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Le mogli utilizzano le stesse tecniche di addestramento in uso per i cani e gli uomini credono di partecipare a un documentario.
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L 'universo dei reality si arricchisce di un nuovo capitolo. Che fa, ovviamente, molto discutere. Un nuovo format inglese si basa su una semplice constatazione: che il maschio sia un essere vivente molto simile al cane. Che, come il quadrupede, sia abitudinario e felice quando riceve da mangiare e che quindi, proprio come un cane, possa essere educato per evitare che si comporti in modo sgradevole o indulga nella pigrizia. Può, insomma, essere rimesso in riga. E proprio "Metti tuo marito in riga" (Bring your husband to heel) si chiama la nuova trasmissione della Bbc.
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E' questa la teoria della signora Annie Clayton, di professione addestratrice di cani, che è piaciuta al secondo canale della tv britannica che ha deciso di farne un reality. La questione è che tutto avviene all'insaputa dei mariti, i quali credono di partecipare a un documentario sulla vita di coppia e vengono filmati quando le mogli applicano su di loro le stesse tecniche di addestramento che la signora Clayton normalmente utilizza con i suoi animali.
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01\09\2005
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FONTE : Repvbblica
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COME ADDESTRARE UN UOMO
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NOTE DI COPERTINA
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P er trasformare un cane sciolto in un docile compagno di ore liete. Un grande amico per la vita: l'uomo. Che sia di razza o meticcio, incontrato per caso o inseguito e scelto accuratamente, l'uomo può essere legato alla sua padrona da un filo (guinzaglio) di affetto, lealtà e riconoscenza. Questa esilarante guida è stata scritta da un'esperta per risolvere qualsiasi problema e dare risposte chiare: pagine ricche di informazioni, di insegnamenti, di consigli pratici, per sapere come educare il proprio uomo.
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In questo volume troverete. tra l'altro:
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- le ragioni di una scelta (perché un uomo e non un altro animale?)
- qual è la razza che fa per voi- comandi di base (Alt, Vieni, Giù, Corri, Sit, Cuccia)
- il corretto uso del guinzaglio- cattive abitudini e educazione domestica
- i sì e i no dell'addestramento
- semplici frasi che l'uomo può capire
- l'uomo difficile
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ADDESTRARE UNO ZERBINO
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Trasformare un uomo in uno scendiletto si può. Ma alla donna serve davvero avercelo ai piedi?
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R icordate la réclame cult di qualche anno fa, quella del dopobarba per l'uomo che non deve chiedere mai? Roba da antiquariato, lontana mille miglia dal modo in cui l'uomo del 2000 si rapporta con l'ex "gentil sesso". Altro che macho tutto d'un pezzo, l'uomo di oggi ricorda tanto... uno zerbino. Chi ha visto l'ultima edizione del Grande Fratello sa bene di cosa si stia parlando.
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Per tutti gli altri un rapido chiarimento: Ascanio, 30enne, ricco, bello, fisico palestratissimo, parlantina sciolta, aria da dongiovanni, di quello che di due di picche nella vita ne ha sempre rimediati pochi. Vede Katia, una biondina tinta milanese, e va all'assalto convinto di sistemarla in quattro e quattr'otto. E invece dopo settimane di tentativi, non solo non riesce a passare "alle vie di fatto", ma finisce addirittura schiavo. Lei, la biondina, è capace di giocare a fare la "gatta morta" e di farlo rosolare a fuoco lento in un estenuante gioco di "ci sto-non ci sto" e lui resta impantanato. Risultato: lei padrona e lui zerbino che si fa calpestare per non farci la figura da fesso.
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Una storia non così irreale o lontana da quello che accade quotidianamente. Tanto che qualcuno ha pure pensato di formalizzare l'"azzerbinamento" e fissarne tutta una serie di regole standard in un rigido decalogo. Questo qualcuno risponde al nome di Nancy Winters, autrice del libro "Come addestrare un uomo" (Salani editore) una sorta di manuale a uso e consumo di tutte le fidanzate che vogliono addomesticare il proprio ragazzo. Renderlo docile, leale e riconoscente al punto giusto. Per avere al proprio fianco non solo un compagno a letto, ma anche uno che sappia capire di cosa ha bisogno una donna. O meglio che le dia ciò di cui ha bisogno e non rompa più di tanto.
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Recenti sondaggi confermano che alla donna l'uomo piace galante quasi all'eccesso, comprensivo come un papà o curato nel corpo: insomma a lei piace modificare il partner a suo piacimento e forse anche per questo lui sta sulla difensiva o finisce addirittura per... mettersi i tacchi a spillo. Ma a questo punto la domanda nasce spontanea: serve davvero un uomo che obbedisce sempre, non contraddice, non alza la voce e fa l'autista, senza mettere un po' di pepe nella vita a due? La risposta forse è nell'indimenticabile canzone di Mina "Grande grande grande".
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La Tigre di Cremona non aveva dubbi e alle sue amiche con marito "azzerbinato" al seguito che "ricevono regali e rosse per il loro compleanno", rispondeva al suo lui che "la vita è quella che tu dai a me: in guerra tutti i giorni sono viva sono come piace a te, ti odio e poi ti amo e poi ti amo e poi ti odio e poi ti amo...". E non aveva tutti i torti, visto che poi l'uomo-zerbino non lo si lascia fuori dalla porta di casa, ma ce lo si porta a letto...
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Giada Barbarani
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25\08\2004
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ELIMINARE LA RAZZA MASCHILE
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1) Niente uomo, niente bisogno di estetista: quindi fine di pulizia del viso, di ritocco sopracciglia e di ceretta Totale risparmiato al mese: 120 euro.
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2) Via le creme contro i cuscinetti e la cellulite,. evviva le maniglie dell'amore e le cosce belle pienotte! Risparmio mensile: 30 euro.
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3) Basta massacranti sedute in palestra per tonificare: abbandoniamoci alla forza di gravità. Risparmio al mese (senza calcolare la quota di iscrizione): 80 euro.
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4) E non serve più nemmeno il parrucchiere, con le estenuanti sedute per la tinta e il ritocco perché tu sei nera mediterranea ma a lui piace la bionda platino. Risparmio: 100 euro.
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5) Niente più intimo sexy: bei mutandoni girocollo comodi e caldi! Risparmio: 150 euro circa.
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6) Niente più scarpe con tacco alto, ma calde babbucce. Risparmio: 150 euro.
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7) Basta lampade facciali o trucco per mascherare l'aspetto cadaverico. Risparmio medio: 50 euro.
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8) Niente più French manicure (pare che nessuna donna che si rispetti possa farne a meno se vuole sentirsi impeccabile). Risparmio: 40 euro.
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9) Niente più spese per farmaci che ci aiutino a riposare un po' più serene, dimentiche dell'incubo-maschio: Risparmio: 30 euro circa.
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10) Ultimo e più importante: il vantaggio di poter fare a meno della psicoterapeuta. Perché è impossibile terminare una relazione sentimentale senza doverci ricorrere. Risparmio: 250 euro.
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In considerazione del fatto che non sono state considerate altre voci (shopping, trattamenti termali, dietista, pillola, etc.), si arriva comunque a 1000 euro mensili di risparmio netto che, moltiplicati per i mesi dell'anno, fanno la bellezza di 12.000 euro.Insomma, Vanity Fair dice che, per non buttare soldi, basta buttare il maschio!
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FONTE : Vanity Fair
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I RAGAZZI? SONO STUPIDI E PUZZANO
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Le teenager americane scoprono l'insulto da T-shirt. E la moda Usa fa affari d'oro grazie alla guerra tra i sessi
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NEW YORK - La guerra tra i sessi ha raggiunto nuovi livelli; adesso «girl power» vuol dire insultare i maschi. Il nuovo trend è perfettamente rappresentato dalle magliette, ormai diffusissime negli Usa, della marca David Goliath, che chiuderà il 2005 con un guadagno di 100 milioni di dollari grazie a slogan come «I maschi puzzano». Il proprietario e fondatore di David Goliath, (Todd Goldman, un uomo) ha anche pubblicato il suo primo libro intitolato «I maschi sono stupidi. Tirategli le pietre!» che inizia con la frase «Le ragazze sono un regalo calato dal cielo, i maschi si scaccolano di fronte al supermercato». Inutile a dire che sta andando a ruba.
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IL FENOMENO - «Il marketing americano sta puntando sulla guerra tra i sessi per fare soldi - afferma il Wall Street Journal - e la tecnica sta funzionando: le nostre figlie spendono milioni di dollari all’anno per umiliare ed insultare i maschi». Dopo le canzoni con testi anti-macho e i reality show che mettono le donne contro gli uomini, ora anche la moda partecipa al cosiddetto «boy bashing», ovvero l’attacco ai maschi. Come la prendono i diretti interessati? «Noi siamo davvero stupidi - ribatte il 17enne Bryan Blase, che è abituato a vedere questa frase sulle magliette delle sue compagne di scuola - e le ragazze ci dovrebbero colpire con delle pietre, ma solo ogni tanto». Blase è solamente uno dei tanti teenager americani che apprezzano l’umorismo del «boy bashing». Ma c’è chi non considera il trend divertente. «Non c’è niente da ridere - afferma lo psicologo Ted Braude, specializzato in turbe adolescenziali dei giovani pazienti maschi -. Il sarcasmo espresso su queste magliette può diventare un’arma letale e minare l’autostima già precaria dei teenager in un momento cruciale della loro crescita».
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RAGAZZE ARRABBIATE - Secondo altri, l’antagonismo delle giovanissime è uno specchio della società americana adulta. «La gente pensa che per avere successo le femmine devono battere i maschi, e viceversa - commenta Joe Kelly, presidente del gruppo Padri e Figlie - . Un tempo le ragazze americane aspiravano ad emulare i maschi, adesso vogliono essere meglio di loro». L’ultimo sviluppo della lotta tra maschi e femmine viene dal nuovo reality show «Girls v. Boys», che fa gareggiare un gruppo di ragazze contro un gruppo di maschi in vari eventi altamente competitivi. Il programma, che va in onda sul canale The N, ha successo tra i teenager americani per il suo tono estremo e senza esclusione di colpi.
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Alessandra Farkas
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23\04\2005
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MASCHI? 10% DELLA POPOLAZIONE MONDIALE
.Q uella frase sopra riportata è stata pronunciata per davvero. Così come esiste più di una persona che crede fermamente in un genocidio di genere dove solo il 10% di un certo genere dovrà essere mantenuto in vita. Tale persona era anche un docente universitario, e di un corso che si chiamava (si chiama) "Womens Studies". Ovvero "Studi delle Donne". Quella persona è infatti una donna, Mary Daly, ex-docente universitaria del Boston College, prestigiosa università statunitense. La Daly è anche una femminista dichiarata, e una delle più famose e influenti femministe del mondo. E quella frase sopra riportata in grassetto è stata sì pronunciata veramente. Infatti la frase originale è questa:
.Q uella frase sopra riportata è stata pronunciata per davvero. Così come esiste più di una persona che crede fermamente in un genocidio di genere dove solo il 10% di un certo genere dovrà essere mantenuto in vita. Tale persona era anche un docente universitario, e di un corso che si chiamava (si chiama) "Womens Studies". Ovvero "Studi delle Donne". Quella persona è infatti una donna, Mary Daly, ex-docente universitaria del Boston College, prestigiosa università statunitense. La Daly è anche una femminista dichiarata, e una delle più famose e influenti femministe del mondo. E quella frase sopra riportata in grassetto è stata sì pronunciata veramente. Infatti la frase originale è questa:
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"Perchè continuare ad avere maschi in questo pianeta ? Ogni cultura deve iniziare a dichiarare che il futuro sarà femminile. La responsabilità della specie deve esser riportata nelle mani delle donne in ogni cultura. La proporzione dei maschi deve venir ridotta e mantenuta ad una percentuale del 10% della razza umana"
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Questa frase era contenuta in un manifesto del 1982 scritto non dalla Daly ma da Sally Miller Gearhart (femminista americana) e intitolato "Il Futuro - Se ce n'è Uno - E' Femmina". La Gearhart è un'accanita sostenitrice della partenogesi, ovvero dello sviluppo di un ovulo femminile senza fertilizzazione (da parte del maschio) e quindi della possibilità di riprodursi senza bisogno di un uomo. Da tale processo, va sottolineato, possono nascere soltanto femmine, e non maschi. Da qui deriva la forte attrattiva che la Gearhart (e altre femministe come lei) nutre verso la partenogenesi :
."Se una metà della popolazione si riproducesse per via eterosessuale, e l'altra metà per partenogenesi, nel giro di una sola generazione si potrebbe raggiungere una proporzione della popolazione del 75% di femmine e il 25% di maschi." (-S.M.Gearhart) .
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E se "quella metà" della popolazione continuasse a riprodursi per partenogenesi, dopo un pò si arriverebbe alla fatidica proporzione del 90% di femmine e il 10% di maschi. Questa è, in sintesi, la teoria e il sogno confessato di Sally M. Gearhart, di Mary Daly, e di altre femministe radicali come l'ormai defunta Valerie Solanas. Due anni dopo l'uscita del manifesto per il genocidio di genere, la Gearhart pubblicò un altro libro, una sorta di storia fantastica ambientata nel futuro in cui le donne vivono in un'enorme comunità lesbica nelle "colline" e sono in grado di comunicare per via telepatica tra di loro, e per di più son capaci di comunicare anche con gli animali e con gli alberi. Nel primo capitolo di questo libro la Gearhart assicura il lettore che i "maschi" sono creature piene d'odio e che perciò meritano di morire.
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In un'intervista del 2001, contenuta nel magazine "What Is Enlightenment", alla Daly venne chiesto cosa ne pensasse dell'idea di Sally Miller Gearhart di sterminare il 90% del Genere Maschile e di mantenerlo ad una percentuale fissa del 10%. La Daly rispose testuali parole:
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"Penso che non sia affatto una brutta idea. Se vogliamo che la vita continui in questo mondo, ci dovrà essere una decontaminazione del pianeta. Io penso che tutto ciò verrà accompagnato da un processo evolutivo il cui risultato sarà una drastica riduzione della popolazione maschile. La gente ha paura di fare affermazioni simili però." (-Mary Daly, 2001)
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MASCHI ADDIO, LO SPERMA ARRIVA DAL MIDOLLO OSSEO DELLE DONNE
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La ricerca ai primi stadi di scienziati inglesi apre inquietanti scenari
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ROMA - Cari uomini, addio. Dopo avere raggiunto la parità dei sessi, ora le donne attuano il sorpasso “definitivo” nei confronti del maschio, rendendosi autonome nell’unica cosa che, fino ad oggi, non potevano fare: autofecondarsi. Una prospettiva “estrema”, che nel prossimo futuro potrebbe non essere così fantascientifica dopo la scoperta fatta dagli scienziati inglesi dell’università di Newcastle Upon Tyne, che hanno scoperto un modo per trasformare le cellule staminali del midollo osseo femminile in sperma, tagliando di fatto il maschio fuori dal processo di creazione della vita.
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La scoperta è pubblicata sul New Scientist e ha ampio risalto su tutti i principali quotidiani inglesi. Il professor Karim Nayernia, che guida l’equipe, è pronto ad iniziare gli esperimenti entro i prossimi due mesi, previo il rilascio delle necessarie autorizzazioni e si dice certo di potere produrre le prime cellule spermatiche femminili entro due anni. Lo sperma maturo, capace di fertilizzare gli ovuli, richiederà invece almeno tre anni di esperimenti.
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Una sorta di “primo stadio” dello sperma da cellule di midollo osseo femminile sarebbe già stato prodotto dai ricercatori lavorando sui topi di laboratorio, bombardando le staminali del midollo osseo di vitamine e composti chimici. Secondo gli scienziati la scoperta potrebbe rappresentare una tappa fondamentale nella lotta contro l’infertilità.
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C’è solo un piccolo particolare che va tenuto presente: i bambini nati in questo modo potrebbero essere esclusivamente di sesso femminile, perchè nella riproduzione non entrerebbe in gioco il cromosoma Y, che è un “copyright” esclusivamente maschile. Cosa che, comunque, potrebbe non importare alle coppie omosessuali, che potrebbero avere in questa “terapia” l’unico modo per ottenere dei figli che siano biologicamente il prodotto di entrambe le persone della coppia.
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Ma gli scenari aperti da questa scoperta, anche a livello etico, possono diventare inquietanti: le ricerche potrebbero consentire a una donna di aver un bambino “tutta da sola”, grazie allo sperma prodotto dalle cellule del proprio midollo osseo e ai propri ovuli. E la cosa potrebbe verificarsi anche per un uomo, che potrebbe produrre similarmente le cellule uovo dal proprio midollo osseo. In entrambi i casi si tratterebbe di ipotesi ad lato rischio di anormalità genetiche.
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31\01\2008
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I BAMBINI AMERICANI, PIU' STUPIDI DELLA POLVERE. ATTENZIONE: LA PROSSIMA GENERAZIONE POTREBBE ESSERE LA PIU' GRANDE MASSA DI IDIOTI NELLA STORIA DEGLI STATI UNITI
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H o una lunga discussione, che va avanti ormai da molto tempo, con un affezionato lettore che è anche insegnante in un liceo di Oakland. Un uomo meraviglioso, che ha visto susseguirsi generazioni di adolescenti, ed ha una deliziosa sensibilità poetica e una stravagante concezione della propria vita, della sua famiglia e della sua adorata carriera di insegnante.
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Spesso mi scrive in risposta a qualcosa che posso aver scritto sui giovani d'oggi, dove commento i vari fattori nefasti che stanno plasmando le loro menti e i loro valori, e se il campo elettromagnetico, il cibo spazzatura e i telefonini stiano fondendo il loro cervello, e come si può porre rimedio a tutto ciò e quanto pessima sia la situazione. La sua risposta a tutto ciò: non va per niente male. E' assolutamente raccapricciante.
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Questo mio amico spesso mi fa il resoconto di quel che vede, ogni giorno e ogni mese, ogni singolo anno, nella sua classe. Non parla soltanto del triste declino dell'acume intellettuale fra gli studenti durante gli anni, e neppure della stupefacente espansione di una cultura della fannulloneria, o il fatto che l'eccessiva esposizione a telefoni cellulari, iPods e TV stia mandando in corto circuito le menti delle attuali generazioni.
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Di tutto ciò, dice il mio amico, non c'è alcun dubbio. Non parla nemmeno del fatto che i bambini oggigiorno siano iper-coccolati e femminilizzati e che non passano abbastanza tempo fuori casa a fare esercizio fisico e quindi non sanno nemmeno, per esempio, identificare alcune piante ben diffuse, o utilizzare un attrezzo, o costruire, bè... qualsiasi cosa.
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Di nuovo, queste cose vengono prese per certe. Ben note, tragicamente ignorate, niente di nuovo. No, il mio amico porta tutto questo discorso un passo — o meglio, un balzo — avanti. Non è semplicemente un triste declino. Non è solamente un instupidimento generale.
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E' molto peggio. Abbiamo raggiunto, per quel che concerne la pubblica istruzione urbana, essenzialmente il fondo. Siamo arrivati ad un punto dove sostanzialmente stiamo producendo adolescenti ignoranti che si avviano a diventare adulti ignoranti e la società nel suo insieme molto presto ne pagherà le conseguenze. E se pensate che le orde di topi fondamentalisti evangelici Cristiani, senza cervello e facilmente terrorizzabili, abbiano rappresentato un male per l'anima di questo paese, allora aspettate ancora un pò.
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La situazione è così brutta, che nel mentre il mio amico si avvicina alla pensione, dice che sta considerando seriamente di lasciare il paese per fuggire da ciò che vede come il futuro collasso, nella prossima manciata di anni, della funzionante società Americana a causa dell'incontrovertibile distruzione e scioccante — e ormai senza speranza — instupidimento del cervello Americano. La situazione è così tragica. Adesso, potreste anche pensare che il mio amico è semplicemente un burbero, un vecchio e stanco insegnante che ha smesso di preoccuparsi molto tempo fa. Ma ciò non è vero. Insegnare è la sua vita. Dice di amare i suoi studenti, di amare l'istruzione, l'apprendimento e ama vedere le giovani menti andare incontro al risveglio.
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Il problema, è che ormai non vede più niente di tutto ciò. E' un pò come lo scioglimento della calotta polare. Certo, c'è stata una profusione di dati allarmistici per anni, ma finchè non lo vedi con i tuoi occhi, non vieni colpito da un profondo e viscerale terrore. Il mio amico cita studi, ricerche, statistiche, dagli spaventosi effetti che la televisione ha sullo sviluppo cerebrale dei bambini (ad esempio: qualsiasi esposizione alla TV prima dei 6 anni e le basilari connessioni cognitive e le percezioni spaziali del vostro bambino sono praticamente rovinate per il resto della sua vita), al fatto che, a causa di tutti gli insidiosi test obbligatori che adesso gli insegnanti sono costretti ad incorporare nel curriculum, dei 182 giorni scolastici che ci sono in un anno, in 110 di quei giorni vengono eseguiti dei test nel liceo Oakland High. Come ha spiegato un suo collega, "E' come pesare un vitello due volte al giorno, senza mai dargli da mangiare".
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Ma più di ogni altra cosa, il mio amico osserva i suoi studenti, anno dopo anno, notando la più ovvia evidenza del declino delle abilità degli adolescenti quando messi di fronte con le più basilari richieste intellettuali, dal comprendere la semplice storia, al lavorare su idee vagamente complesse (due tra gli esempi che l'hanno stressato recentemente) e persino alla difficoltà di definire il significato di parole come "agricoltura" o "democrazia".
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Non un solo studente è stato in grado di dare una risposta. E sta andando ancora peggio. Il mio amico cita il fatto che, dei 6,000 studenti liceali a cui ha insegnato nel corso della sua carriera, solo una piccola frazione adesso raggiunge il diploma con una funzionale comprensione dell'Inglese scritto. Non sanno come mettere insieme una frase. Non sono in grado di scrivere un paragrafo comprensibile. Recentemente, dopo aver dato un compito che richiedeva di disegnare delle linee, si è reso conto che nemmeno un solo studente sapeva come si usa un righello.
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In breve, si tratta niente meno che di un'enorme ondata di stupidità, contro cui insegnanti un tempo appassionati, e adesso sempre più esasperati come il mio amico, sono completamente impotenti. E la cosa peggiore di tutte: non è colpa dei bambini. Loro sono semplicemente le vittime di un sistema educativo che ha fallitto in modo orribile.
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Spesso le nostre conversazioni arrivano al nocciolo della questione, alla visione d'insieme, all'ignobile e inevitabile truismo circa la mancanza di bisogno, per il governo e le elite del potere in questa nazione, di creare un sistema educativo davvero efficace, un sistema che genera cittadini intelligenti, riflessivi e articolati. Per diamine, e perchè dovrebbero volere ciò ? Dopo tutto, più la popolazione è stupida, e più è facile governare e controllare e iniziare guerre non-vincibili e passare leggi che dicono che il sesso è male e la TV è bene e che Dio sa tutto, allora fate silenzio e mangiatevi il vostro Double-Supremo Burrito della Taco Bell, e siate riconoscenti che non vi arrestiamo per aver postato foto sporcaccione nel vostro piccolo blog.
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Questo è generalmente il punto in cui inizio ad offrire dei rimedi, un pò di ottimismo. Per esempio, ho già discusso in passato circa la relatività generazionale, suggerendo che forse i bambini di oggi non sono più spaventosi o stupidi o pericolosi di quelli di ieri, e che forse parte del problema è semplicemente lo stesso vecchio gap fra le generazioni, con la generazione attuale assolutamente convinta che quella che verrà dopo sarà terribilmente stupida e maligna e rappresenterà la fine della società nel suo insieme. Sembra sempre così.
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Aggiungo anche che, a dispetto di tutte le prove sul collasso totale dell'educazione pubblica, continuo a sorprendermi, continuo a sentire di movimenti e azioni giovanili che mi impressionano positivamente. Per dio, i ragazzi hanno trasformato Internet in ciò che è oggi, hanno rivoluzionato i media, rotto tutte le regole, e stanno continuando a farlo.
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Alcuni dei migliori designers, scrittori, artisti, poeti, chefs e altro che ho incontrato sono ragazzi di poco più di 20 anni. E le migliori università della nazione continuano, nonostante una mentalità da fabbrica-forsennata, a produrre giovani menti di incredibile abilità e acume. Come hanno fatto quei bambini ? In che modo son riusciti a fuggire dall'orribile sistema pubblico d'istruzione ? Come hanno evitato il grande instupidimento dell'America ? Non hanno mai visto un programma televisivo fino a che hanno raggiunto la pubertà ?
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Sono tutti nati e cresciuti altrove, in India e in Asia e in Russia ? Sono tutti andati a Waldorf o a Montessori e hanno tutti mangiato pane integrale e giocato con i petardi e fatto lunghe camminate nei boschi ? Questi bambini sono dei casi felici ? Delle eccezioni ? Solo fortuna ? Il mio amico direbbe, bè, si, la maggior parte di loro è tutto ciò. Fortunati, ricchi, nati all'estero, istruiti in scuole private... e sono sempre più rari.
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La maggior parte dei genitori agiati — e altri che non lo sono — adesso mettono i loro figli in scuole private sin dal primo giorno, e quelli intelligenti vietano la TV ai figli, gli fanno mangiare poco cibo spazzatura e non gli fanno usare i videogiochi. (Naturalmente tutto ciò non garantisce che si avrà un bambino sveglio e arguto, ma in confronto alle possibilità di successo nel sistema scolastico pubblico, sembra senza dubbio che aiuti).
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Tutti questi bambini sono però, quanti, il 3% della popolazione ? Per quanto riguarda il resto, bè, l'evidenza catastrofica sembra travolgente, al punto che non sarebbe un'esagerazione dire che la più grande minaccia che sta affrontando l'America forse non è il surriscaldamento globale, la perenne politica guerrafondaia, il cibo spazzatura, le radiazioni a bassa-intensità o troppa Lindsay Lohan, bensì una popolazione fin troppo ignorante per sapere come gestire ognuno di questi problemi, e men che meno cambiare le cose in meglio.
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Sono troppo fatalista ? Non preoccupatevi. Tra non molto nessuno saprà più nemmeno il significato di quella parola.
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Mark Morford
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24\10\1007
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TRADUZIONE: Antifeminist.altervista.org
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LE DONNE SVEDESI SORPASSERANNO
GLI STUPIDI MASCHI
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G li uomini svedesi sono meno intelligenti, più soli e più grassi delle loro controparti femmine, secondo i risultati di un nuovo studio. I bambini maschi sono rimasti indietro per quanto riguarda l'educazione scolastica, e ci sono più donne che uomini che studiano in facoltà universitarie tradizionalmente di dominio maschile.
."Fra vent'anni il dominio degli uomini sarà distrutto e le donne avranno più potere nella società. Ci saranno più CEO donna e il gap fra i salari sarà sbilanciato in favore delle donne," ha dichiarato il ricercatore Ingemar Gens alla rivista Att:ntion.
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Gli esperti hanno anche osservato che queste brillanti donne stanno faticando parecchio per trovare membri del sesso opposto che siano al loro stesso livello."Presto ci sarà un folto gruppo di uomini ignoranti, con lavori poco pagati, senza amici, non sposati e soli - nonchè noiosi - ai quali le donne in cerca di una relazione dovrebbero rivolgersi." "Questo sta già succedendo, ma il problema ha iniziato a peggiorare. Questo è un grosso pericolo per gli uomini," ha riferito Ingermar Gens.
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Tomas Blideman, della fondazione giovanile Fryshusetcon con base in Stoccolma, lavora con gli adolescenti maschi e cerca di far vedere loro cosa si nasconde oltre il tipico atteggiamento dei loro simili."Molto di ciò che significa essere un bambino maschio è mettersi una maschera. E questa poi ti rimane per tutta la tua vita. Prima a scuola, poi nel posto di lavoro e così via." "Essere un bambino maschio significa che te la devi sempre cavare in ogni situazione. Questo crea insicurezza e aspettative incredibili. E la voglia di studiare non è una di queste," ha dichiarato Blideman.
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Nonostante ci sia un consenso diffuso sull'esistenza di una sorta di crisi maschile, non tutte le persone intervistate dal magazine Att:ention si son dette certe che questa situazione porterà le donne ad assumere un potere ancora più grande."Il potere del patriarcato è talmente grande che l'educazione e fattori simili non sono così importanti. Altre cose hanno un ruolo più importante, come le scorciatoie e la rete di amicizie per esempio," ha dichiarato Malena Rydell, la direttrice del magazine femminista Bang.
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20\12\2006
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TRADUZIONE: Antifeminist.altervista.org
FONTE : The Local (SWEDEN)
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UOMINI E DONNE
Intervista a Maurizio Maggiani
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I n giro per Genova sulle tracce di indizi per il suo nuovo romanzo che sembra abbia come protagonista una donna, approda a casa mia brontolando per le scale medioevali (111 scalini), proprio lui che si definisce esperto camminatore, capace scalatore, perfetto nuotatore. Maurizio Maggiani, scrittore, ha vinto i premi Campiello e Viareggio nel 1995 con "Il coraggio del Pettirosso". Abita alla Spezia, ma da sempre considera Genova la più bella città d'Italia e sembra proprio che l'abbia scelta per la sua nuova storia. Gli domando quali sono, secondo lui, le paure che le donne suscitano negli uomini: "Non ne ho la più pallida idea", risponde, "Tanto meno mi occupo di stare a capire cosa pensano gli uomini: è la cosa meno interessante da fare nella vita. Io non so quali siano le mie paure, ma so che non ho paura delle donne, ho paura degli uomini. Mi terrorizzano gli uomini. Sono convinto che distruggeranno l'universo. Lo disturberanno a tal punto che l'universo si suiciderà".Spiega che non gli piace parlare di uomini e di donne, non gli viene spontaneo, preferisce usare maschi e femmine. Sesso maschile e femminile. Genere maschile e femminile: "La specie umana, no?" Le femmine non gli fan paura: "Mi faccio paura io quando penso alle femmine, quando mi guardo vivere con le femmine, quando mi sento femmina. No. Quando mi sento femmina non mi faccio paura, mi faccio paura quando mi sento maschio", continua Maurizio, "Quando mi sento maschio sono proprio un pezzo di merda. Cos'è che mi fa paura della mia mascolinità? La grande intelligenza sovvertitrice. Che è un'intelligenza sadica. E allora capisco perché i maschi hanno paura delle femmine. Hanno paura di quel tanto di vita che sopravvive al loro sadismo. Una donna vive sempre un minuto in più di un uomo, ha un etto, un grammo in più di forza, di coraggio e di resistenza e dunque anche di intelligenza e quindi anche di ferocia di quanto si aspetti un maschio. Un maschio non riesce a abbattere una femmina. E di questo ha paura. Interessante l'episodio che ho sentito alla radio stamattina: uno è passato con la macchina sopra la sua ex-donna e poi le ha dato fuoco, per essere certo di averla fatta fuori. Si è voluto sincerare della sua distruzione. Non dico questo perché penso che i maschi non abbiano più niente da dire. Penso che abbiano il grosso compito di cantare il dies irae dell'universo: ci sarà un coro finale niente male. Questa è l'unica ragione per cui deve restare in vita il sesso maschile, il quale per altro è un carattere recessivo dell'umanità. Non ho dubbi". Si ferma a meditare e ne approfitto per fargli un'altra domanda. Le interviste a Maggiani, lo sa chi lo segue sui giornali, che l'ha visto in televisione, non sono proprio interviste standard. Gli fai una domanda e lui svolazza con il pensiero e proprio come il suo pettirosso fa le cacatine in testa ai falchetti. E' dispettoso, ironico, si diverte a provocare.
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Quando dici che gli uomini sono votati alla distruzione, intendi anche che è per colpa loro che esistono le armi e la guerra?
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No, no. Parlo di cose molto più semplici. La guerra è un sintomo, un aspetto della variegata costituzione mentale della sadicità maschile. Fammi un solo esempio di una cosa toccata da un maschio perché sia conservata e non perché sia manipolata, disfatta, polverizzata, ricostruita, uccisa...
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Non lasciano vivere, insomma...
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No. E' naturale che sia così. Se non fosse così per quale ragione Dio da quando ha creato il maschio è lì che si dà le mazzate sui coglioni per l'errore compiuto. L'Antico e il Nuovo Testamento non sono altro che un continuo e ossessivo interroggarsi di Dio su che cazzo ha combinato. Dio interroga l'uomo sul perché non cambia se stesso e su perché non è diverso da quello che è.
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Perché Dio parla solo ai maschi?
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Sì, perché è un Dio Giudeo e sessuofobo. Lo sai che il Corano ha una sura dedicata alla Madonna, a Maria, la madre di Cristo?
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Sì, Cristo è un loro profeta. E la Madonna è l'unica madre di profeta "vergine" del Corano, neanche la mamma di Maometto lo era.
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Un'unità letteraria del Corano è dedicata alla Madonna e nel Vecchio Testamento non c'è nemmeno un decimo di quello che c'è nel Corano. E' molto bella la sura sulla Madonna. Sostiene un teologo molto importante del Novecento di Cordova che la Madonna è profeta e la sua profezia consiste nell'accettazione dell'assurdo, dell'impossibile e dello scandalo che viene dalla sua gravidanza. Il Corano racconta che Maria viene cacciata da casa. E questa è la profezia della Madonna. Essere profeti vuol dire essere toccati da Dio. Lo trovo molto interessante dal punto di vista femminile.
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Quali sono, invece, le paure delle donne?
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Che ne so io?
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Ci avrai pensato qualche volta? Se stai scrivendo un romanzo su un personaggio femminile, avrai analizzato elementi psicologici femminili...
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Io non so niente delle paure delle donne. So le paure che io suscito nelle donne. Le paure delle femmine nei confronti di Maggiani. La paura di essere fregate. E fanno bene, perché è l'unico vero rischio che corrono. La paura di essere fregate... Aspetta che te lo voglio dire bene... La paura che io sia un miraggio.
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E' vero, dai un po' il senso del miraggio, anche agli amici...
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"La paura che io sia un fantasma, no? Che io sia una costruzione ben riuscita dal punto di vista tecnologico e quindi ti puoi bene immaginare... una che progetta che ne so... Un progetto legittimo come passare la vita con Maggiani...
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Ci sarà per sempre o sparirà?
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Se Maggiani lo tocchi, la mano ti passa da una parte all'altra. L'idea che io sia un miraggio, che sia non solo mobile e indefinito, ma che sia soprattutto labile anche nella persistenza dell'immagine stessa, un'immagine troppo mutevole. Probabilmente questo è un problema che hanno tutte le femmine con tutti i maschi. In realtà la costruzione maschile ancorché apparentemente solida, perché poi il sadismo si esercita coi solidi e non coi liquidi, rimane una costruzione indefinita. I maschi sono inaffidabili. Non è un carattere sociologico della generazione dei quarantenni. L'inaffidabilità dei maschi è come quella dei fuchi, degli stalloni. Nel mondo animale il maschio della specie è costretto e vincolato a regole di vita molto precise, anche spazio temporali. I maschi durano poco. Li si costringe in spazi ristretti perché non gli si può dare delle responsabilità. Se potessero assumersi delle responsabilità, gli si sarebbe data la possibilità di partorire, no? Se il creato, diciamo così per i credenti, o la natura, per gli atei, avesse trovato economicamente interessante, dal punto di vista evolutivo e della conservazione della specie, affidare al maschio la procreazione, lo avrebbe fatto. Questa responsabilità non si è mai sentita di dargliela. Le specie animali dove sia il maschio che la femmina partoriscono sono le specie più primeve, le più semplici e fossili. Bisogna rifletterci su questo. Nessuno ci ha mai pensato per quanto ne sappia. Ho avuto un colpo di genio all'improvviso. Ma in effetti è vero: se il maschio fosse affidabile, partorirebbe. Se fosse affidabile, non ci sarebbe bisogno di una differenziazione così precisa dei sessi.
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Non pensi che negli ultimi vent'anni siano cambiate delle cose, ci siano delle differenze meno marcate tra maschi e femmine, che i rapporti tra i sessi si siano evoluti?
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Per me sono peggiorati e basta. Per me i maschi sono sempre più stupidi. L'ultimo dell'anno sono venuti a casa mia due coppie con bambini, uno di tre e l'altro di quattro anni, e li ho trovati impossibili da sostenere. Parlo con i compagni di scuola della Valentina o della Rebecca e i maschi sono proprio cattivi.
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Le bambine no?
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Assolutamente no. Non c'è confronto
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Quali sono le differenze?
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Una volta non c'erano queste enormi differenze. Vent'anni fa, quando insegnavo alle elementari, un bambino di sei anni non era già completamente rovinato. C'è il figlio di una mia amica, una persona seria, ha tre anni e mezzo e parla come se fumasse trenta Marlboro al giorno, poi è sempre lì che si picchia e che dice: "Cosa cazzo vuoi?". In confronto la Rebecca che ha la stessa età è di un'intelligenza, di una compostezza! Gioca da sola, questa è una cosa che facevano anche i maschi una volta. A questo punto interviene il nostro amico Erminio: "Non è che i bambini sono così aggressivi perché, rispetto ad una volta, hanno meno spazi per giocare? Non esistono zone verdi”.
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Maggiani si ricorda che deve prendere il treno per Spezia alle cinque meno un quarto e allora gli faccio l'ultima domanda: "Perchè hai scelto una donna, pardon una femmina, come protagonista del tuo ultimo romanzo? "
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Perché è la storia di una donna che sa vivere e non solo sopravvivere. Sa vivere anche dentro la civiltà occidentale, dentro l'ultimo spizzico di millennio. Sa vivere in un ambiente così ostile alla vita e questo può farlo soltanto una donna.
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E' ambientato ai nostri giorni?
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Parte nel 1938 e finisce nel 2001, odissea nello spazio.
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E' una persona anziana?
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No, è nata nel '45.
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Come si chiama?
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Non lo so.
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Che paure ha?
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Arriva da lontano e ha paura di tutto.
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Però riesce a vivere in una contemporaneità così pesante...
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Aver paura di tutto non significa... Sono i maschi che non hanno paura di niente e, quindi, sopravvivono a malapena.
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Avendo paura si è più...
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Si ha più il senso delle proporzioni.
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Laura Guglielmi
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Marzo 1997
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FONTE: Feltrinelli.it
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MASCHIO ADDIO
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Basta stupri. Giù gli obelischi. Fine dei sigari e degli hooligan. Scienziati inglesi producono sperma dal midollo spinale femminile. E rinasce l'utopia di un mondo solo di donne
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C i aspettavamo un futuro di navicelle spaziali, strade intergalattiche, cibo in pasticche, macchine volanti, invece sono arrivati Internet, la posta elettronica, il trasferimento di testi e immagini in tempo reale, la rarefazione della materia nei processi digitali. Ci aspettavamo un futuro di androidi, robot, marziani, uomini bicefali con le antenne e le orecchie da pipistrello, ci aspettavamo di vedere, come il povero Rutger Hauer, "navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione e i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser". Invece vedremo il pianeta terrestre abitato da sole donne (o meglio: lo vedranno loro). Un mondo normale, con gli alberi e le case, senza raggi B, ma abitato esclusivamente da donne.
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La scienza non smette di prendere in contropiede la fantascienza (prima o poi i cultori del genere dovrebbero affrontare l'argomento). Lo fa di nuovo oggi, con i ricercatori dell'Università di Newcastle, i quali dichiarano di essere pronti a trasformare il midollo spinale di una donna in sperma, escludendo l'elemento maschile dal ciclo riproduttivo. Di più: in questo tipo di sperma mancherebbe il cromosoma Y e quindi la procedura comporterebbe la nascita di una nuova stirpe umana, integralmente al femminile.
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La fantascienza non vede bene, e prevede peggio. Lavora di fantasia. L'orizzonte che descrive è sempre separato da una specie di salto rispetto all'orizzonte che abbiamo ancora davanti agli occhi. È il salto che ci sposta in un sistema caratterizzato da parametri diversi rispetto a quelli della realtà, fantaparametri all'interno dei quali è concessa qualsiasi invenzione. La scienza invece ci vede benissimo. Ha una vista così potente da apparire allucinata. È la vista di chi lavora con l'immaginazione, non con la fantasia. La scienza ha una 'vision', elabora un orizzonte futuro sulla base dei parametri della realtà stessa. Niente salti. Niente orecchie di pipistrello. Solo un mondo abitato da esseri umani uniformemente dotati di vagina.
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Donne geneticamente autonome, ermafroditi, portatrici di ovuli e seme. È un mondo verosimile, che riusciamo a prefigurarci, e per questo piuttosto sconvolgente. Un mondo XX dove ci sarà una prima breve era di tutela della minoranza maschile e verranno stabilite delle quote azzurre. Poi, inesorabilmente, gli uomini verranno declassati, allontanati dai ruoli di potere, e perderanno via via, insieme al loro ruolo riproduttivo, anche quello sociale. Divenuti inutili, saranno sempre meno interessanti sul piano delle relazioni. Le donne etero impareranno dalle loro amiche omosessuali a darsi piacere senza penetrazione, a espandere l'orgasmo clitorideo sull'intera superficie del corpo, e diventeranno ancora più sofisticate, e sapranno venire anche facendo brainstorming in riunione, anche semplicemente sfiorandosi il lobo di un orecchio. I pochi uomini superstiti vedranno scomparire i loro caratteri sessuali. Non essendo più desiderati, smetteranno di desiderare. I loro peni si atrofizzeranno per disuso. Infine, dopo due, tre generazioni da eunuco, il maschio si estinguerà.
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A quel punto tutto prenderà luce e calore dall'ossimoro 'sperma femminile'. La fallocrazia, un concetto sopravvissuto almeno 5 mila anni, affonderà in un mare spumeggiante come il membro di Urano evirato da Crono. Nelle città verranno demoliti i campanili, i minareti, le torri, i grattacieli, le ciminiere, gli obelischi. Dalle case scompariranno le penne, i sigari, i coltelli. Dai bagni pubblici, gli orinatoi. I negozi non venderanno più kit da bricolage - addio trapani! - né bilancieri, né panche. Certo, potrà essere un problema montare le scaffalature Ikea, ma la fatica sarà ampiamente ricompensata: niente più calze di spugna sudate in giro per la casa, niente più peli nel lavandino, niente più l'odioso ronzio del rasoio. Solo collant gocciolanti sul bordo della doccia, solo strisce di ceretta, pacchi di assorbenti con le alette, solo forcine, spazzole, balsami al midollo di placenta, solo creme idratanti e fon col diffusore.
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E fuori? Be', fuori, una società senza gerarchie, né assetti piramidali. Luoghi di lavoro con organigrammi solo orizzontali. Uffici e assetti societari progettati senza vertici, un sistema di protocolli in cui il potere non verrà esercitato, ma circolerà come linfa nelle venature di una pianta. Fuori, una società dove verranno distrutti i fucili e i cannoni (anche i cannoli, purtroppo). Una società senza più manganelli, dove l'ordine pubblico si manterrà da solo, dove anche gli ultras saranno scomparsi insieme all'ultima molecola di testosterone, dove guidare sarà più facile e nessuno si picchierà ai semafori, dove diminuiranno drasticamente gli incidenti, anche se il parasole, in macchina, avrà lo specchietto pure sul lato guida. Ecco il futuro, un mondo senza più erezioni, senza più invidia del pene. Un mondo senza Freud. Un mondo senza più violenze sessuali.
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Certo, per i maschi è una prospettiva non proprio rosea, un contrappasso piuttosto brusco. Per lenire il colpo, gli scienziati ci assicurano che questa scoperta sarà concretamente realizzabile fra una decina d'anni (al momento i topi nati da 'sperma femminile' non godono di buona salute). Però, insomma, la strada sembra essere segnata: lo si voglia o meno, un mondo senza uomini appare migliore. E c'è già chi spiega come costruire una famiglia senza padre, dal primo contatto con una banca del seme in poi: si chiama Louise Sloan e il suo libro 'Knock yourself up' ha avuto un enorme successo.
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Ovviamente agli uomini non piacerà scomparire dalla faccia della Terra. Ma in questi ultimi quarant'anni di rarefatte filosofie della differenza non siamo stati capaci di uscire dall'impasse di un muro contro muro. Pensavamo che il problema fosse risolto, molti di noi (io, ad esempio) trovavano anacronistiche le battaglie per i diritti delle donne. Anacronistiche e pedanti. Il mio commercialista è una donna, il mio medico è una donna, il mio editor è una donna, il giornale a cui collaboro è diretto da una donna: mi sembrava che dovessimo passare oltre, che 'noi' e 'loro' dovessimo affrontare insieme cose tipo l'approvvigionamento idrico, l'inquinamento del pianeta, l'imperialismo delle multinazionali, eccetera eccetera. Invece il rancore cresceva appena fuori casa, bastava dare un'occhiata un po' più in là del proprio naso e si vedeva un mondo di rancore.
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A New Delhi è nata una compagnia di taxi per sole donne. In Kenya, a pochi chilometri dalla famosa riserva naturale Samburu, è nato un villaggio per sole donne. Donne percosse, ustionate, infibulate, tenute insieme al bestiame, violentate con la naturalezza con cui si spezza il pane. Oppure donne Pandora, colme dei mali del mondo, guai anche solo a sfiorarle: sto pensando all'ultimo romanzo di Don DeLillo, 'L'uomo che cade' (Einaudi), dove Mohamed Hatta e gli altri dirottatori dell'11 settembre, riuniti nella casa-rifugio di Marienstrasse ad Amburgo, si assentano dalle discussioni solo per andare in bagno a controllarsi la barba e a masturbarsi.
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Se non siete riusciti a trovare un accordo, l'unica soluzione - sembra dirci la scienza da Newcastle - è che uno dei due se ne vada. L'uomo non è più indispensabile, può accomodarsi all'uscita. Forse qualcosa di noi si conserverà nei geni delle donne, forse il pensiero uterino salverà il calcolo e le categorie del cogito, e in qualche modo sopravvivremo dentro questa nuova umanità monosessuata. Resta da capire cosa diventerà l'essere umano, una volta persa la sua duplicità. Un essere umano che si feconda e partorisce è una specie di 'corpo senza organi', come se lo figurava Gilles Deleuze. Un organismo liberato dalla Legge, fatto di solo Desiderio. Un nucleo informe di energia, inteso come riserva di produttività sempre pronta a generare, ad affermare se stessa, rivoluzionando l'esistente in nome di un corpo sempre a venire. Friedrich Nietzsche ha parlato di un 'Oltreuomo', pensando al soggetto in una prospettiva successiva al dominio della tecnica e al superamento della metafisica. Probabilmente per delicatezza ha preferito non specificare di che sesso sarebbe stato.
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Mauro Covacich
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13\02\2008
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DONNE BOCCIANO GLI UOMINI, INCAPACI DI FARE I REGALI
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ROMA - Incapaci di fare la scelta azzeccata, quasi sempre distratti e pronti a dimenticare anche gli anniversari piu' importanti, soprattutto privi di fantasia: sono gli uomini del 2000 alle prese con i regali, secondo un centinaio di rappresentanti del gentil sesso e appartenenti al jet set, interpellate da Eta Meta Research per un'indagine del mensile 'Gentleman'.
Una fotografia che fa rimpiangere alle donne intervistate gli uomini di un tempo, sempre attenti ai desideri della propria partner, eleganti e raffinati conoscitori dell'arte del regalo. Il 46% delle signore e signorine interpellate hanno detto senza mezzi termini che gli uomini non padroneggiano abbastanza l'arte del regalo e 7 su 10 giudicano addirittura i maschietti insicuri quando devono scegliere. Il 68% aggiunge che sono distratti, il 65% dice che sono privi di fantasia e piu' della meta' li definisce ingenui e impacciati. Per rimediare a questo disastro, gli uomini non possono che rivolgersi ad una donna: e infatti la maggior parte di loro chiede aiuto ad un'amica (23%) o alla segretaria (18%) o alla commessa del negozio (14%). Solo il 5% si affida alle cure degli amici mentre un 6% delega addirittura all'amante il difficile compito.Quando, in un modo o nell'altro, riescono comunque a comprare il regalo, i maschi commettono secondo le intervistate tutta una serie di errori dovuti al loro egoismo e al fatto che sono perennemente distratti: il 59% sostiene che non trovino di meglio che un regalo gia' fatto e il 56% accusa il sesso forte di tenere in considerazione piu' le proprie preferenze che quelle di chi deve ricevere il dono. C'e' poi' chi compra tanto per comprare, portando un regalo privo di personalita' (lo sostiene il 51% delle donne) e chi chiede esplicitamente cosa regalare, in modo da togliersi dall'imbarazzo della scelta (il 47% pensa sia cosi'). Quanto poi alle date, il 23% delle rappresentanti del jet set sostiene che e' quella del compleanno ad essere dimenticata piu' facilmente. L'unica occasione in cui i maschi sanno sorprendere e' quando devono farsi perdonare qualcosa: in quel caso riescono almeno in parte a ripagare la delusione del mancato tempismo.Insomma, in una parola, un vero e proprio disastro. In vista del Natale, dunque, l'unica cosa che resta alle donne e' quella di cercare di dare dei consigli ai propri partner in modo da non ripetere gli errori del passato. Il decalogo da seguire elaborato dalle intervistate e' semplice: scegliere sempre personalmente il regalo, non fare doni eccessivi, mai dimenticare le ricorrenze, accompagnare sempre il regalo con un bigliettino, mai chiedere alla partner cosa desidera ricevere, aspettare il momento giusto, non fare regali solo per farsi perdonare, non scegliere la stessa cosa per due donne, evitare di essere ripetitivi. Agli uomini non resta che seguirlo.
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06\12\2003
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HOMO ERECTUS EXTINCTUS
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La natura è determinata a far estinguere gli uomini ?Autorevoli scienziati credono che le donne potrebbero diventare le uniche rappresentanti del genere umano — e gli attuali trend politici e sociali stanno confermando queste teorie. .
C onsiderati gli standard estroversi del nostro parlamento, questo è un dibattito sorprendentemente quieto, nondimeno avrà tante implicazioni. Il disegno di legge sugli Embrioni e il Tessuto Umano, che ci si aspetta diventerà legge la prossima estate, dice in modo controverso che i padri di bambini concepiti artificialmente non necessariamente dovranno venir riconosciuti dallo stato. I padri diventeranno inutili allora ?
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Il disegno di legge è un riflesso di cambiamenti sociali e scientifici molto più importanti. La tecnologia per produrre sperma artificiale, o addirittura creare la vita da due femmine, è in dirittura d'arrivo; inoltre prove di natura genetica hanno mostrato come il cromosoma Y, l'unico che conferisce i caratteri della maschilità, abbia davanti a sè un declino evolutivo a lungo termine.
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E se tutto ciò non fosse abbastanza umiliante per gli uomini, in considerevoli comunità da una parte all'altra del paese donne lesbiche stanno non soltanto formando relazioni tra di loro, ma stanno anche apertamente partorendo e crescendo figli da sole, confortate dal fatto di sapere che la società Inglese ormai accetta questo tipo di stili di vita. Gli uomini hanno ancora un qualche futuro ?
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Il cromosoma Y ha poche funzioni oltre a quella di produrre sperma, e in molti uomini non stanno nemmeno funzionando bene. L'infertilità maschile è sorprendentemente diventata una cosa comune: circa il 7% degli uomini, cioè 1 su 13, ne sono affetti, spesso come risultato di un difetto nel meccanismo di codifica della produzione di sperma nel cromosoma Y.
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Gli scienziati ipotizzano che questi errori abbiano una certa libertà di moltiplicarsi nel DNA: come si sdoppiano nella produzione di sperma, gli "errori" tendono ad incrostarsi nel cromosoma Y. Infatti il cromosoma Y ha solamente 27 geni - il resto del cromosoma è composto da DNA "spazzatura" che non serve a codificare niente. Questo processo è in fase avanzata in altre specie: nei canguri, ad esempio, la produzione di cuccioli maschi viene da un unico gene solitario del cromosoma Y.
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Mentre altri cromosomi si accoppiano e si scambiano il DNA durante la produzione degli embrioni, il cromosoma Y negli uomini non lo fa. Viene passato senza mutazioni da una generazione all'altra di padri e figli, e anche se ha dato ai genealogisti un affascinante resoconto sull'origine di intere comunità, ha in aggiunta sollevato altre domande. L'impossibilità di ricombinare significa che i cromosomi Y non sono in grado di ripararsi. Un crescente numero di uomini ha ereditato un cromosoma Y che venne danneggiato durante la produzione di sperma del padre. C'è una grande mole di dati che provano come ci sia un declino del numero di spermatozoi nello sperma, e in certi uomini il danno ereditato per la produzione di sperma è talmente grave da renderli sterili.
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Bryan Sykes, professore di genetica della Oxford University, e autore del libro 'La Maledizione di Adamo', è convinto che gli uomini si estingueranno man mano che il cromosoma Y s'indebolirà. Sykes ha calcolato che, seguendo l'attuale ritmo del declino, la riproduzione per via eterosessuale potrebbe durare solo per altri 125,000 anni. "Il sesso principale è il femminile", ha detto Sykes. "L'infertilità maschile è alta perchè i geni del cromosoma Y stanno smettendo di funzionare. Molte specie si estinguono perchè il loro cromosoma Y si disintegra. Alla fine, la stessa cosa probabilmente porterà all'estinzione del genere maschile".
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L'unico barlume di speranza, dice Sykes, potrebbe essere quello che si osserva nell'esperienza del mole vole. Questo piccolo roditore originario delle montagne del Caucaso nell'Asia centrale, sembra aver perso il suo cromosoma Y da qualche parte durante l'evoluzione millenaria, ma il materiale genetico che conferisce la maschilità si è agilmente trasferito nell'altro cromosoma. Se davvero il cromosoma Y si dimostrerà così inutile come suggerito da Sykes, potrebbe divenire possibile spostare il SRY umano (la regione che determina il sesso nel cromosoma Y) e gli associati geni della "maschilità" nell'altro cromosoma, producendo così maschi con due cromosomi X.
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Un sorprendente numero di animali sono in grado di riprodursi, in caso di necessità, senza l'aiuto del maschio. Gli squali e le lucertole tenute in cattività hanno dimostrato questa abilità. Precedentemente veniva creduto che il processo fosse impossibile nei mammiferi come gli esseri umani perchè le cellule spermatiche del maschio e le cellule uovo della femmina affrontano un processo chiamato 'imprinting'. Nell'imprinting, sezioni del genoma di ognuna delle cellule vengono disattivate per permettere al set di geni dell'altro genitore di esprimersi, di modo che quando l'ovulo e le cellule spermatiche si combinano, i geni presenti nell'embrione prodotto non competano fra di loro.
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Ora è stato scoperto che è possibile interrompere questo processo cancellando solo due sezioni del materiale genetico nel genoma dei topi femmina - animali molto simili, per quanto riguarda la riproduzione, agli umani. Le cellule uovo immature che non hanno iniziato il processo dell'imprinting vengono fuse con un ovulo maturo di un altro topo, e attivate attraverso un impulso elettrico affinchè inizino a separarsi. Queste nuove cellule produrranno una palla di cellule proprio come un normale embrione prematuro.
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Altrove produrre un bambino che è il parto genetico di due femmine sta diventando una reale possibilità - e il processo non è nemmeno così difficile come si credeva. Lo sperma artificiale prodotto dalle cellule del midollo-osseo ha già portato a gravidanze e parti nei topi. La scorsa estate un team Giapponese annunciò che dei topi femmina vennero ingravidati utilizzando cellule di altre femmine, e partorirono dei cuccioli perfettamente sani. Il tasso di successo fu di circa uno su cinque, più o meno lo stesso raggiunto nelle cliniche per l'infertilità umana. L'unico incoveniente fu che i cuccioli di topo crebbero in adulti che erano in media il 20% più piccoli dei topi normali, ma i ricercatori pensano di poter porre rimedio a questo problema una volta che verrà capito meglio il processo di imprinting. Il loro messaggio è che non c'è niente di speciale che viene fornito dal maschio nella riproduzione sessuale - ma solo cromosomi correttamente 'imprinted' per la produzione di un nuovo bambino umano.
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Altri sono più disposti nell'aiutare gli uomini ad andare avanti. Uno dei leader mondiali del settore, Karim Nayernia, professore di biologia delle cellule staminali alla Newcastle University, ha già dimostrato che una quantità illimitata di sperma può venir estratta dalle cellule staminali premature presenti nell'embrione. Nayernia ha inoltre mostrato come sia possibile superare la scarsità di donatori di sperma usando le cellule staminali presenti nel midollo osseo, in genere destinate a fornire un ricambio su richiesta di cellule del sangue.
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Questo sperma prodotto, inizialmente verrebbe usato per restaurare la fertilità negli uomini diventati sterili dopo un trattamento anti-cancro, ma la tecnologia ha anche altre possibilità. Nayernia sta aspettando l'approvazione etica per vedere se può anche produrre cellule di sperma sintetiche dalle cellule staminali delle donne. "Vogliamo vedere se possiamo testare la funzionalità dello sperma femminile prodotto in questo modo", ha detto. "Non ci sarebbe alcuna possibilità per usarlo nella riproduzione umana. Vogliamo usarlo per fare altri tessuti".
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Nayernia riconosce, comunque, che gli scienziati non sono in grado di controllare l'uso che se ne fa di queste pratiche. Una volta che la tecnologia viene prodotta, sarà molto attraente per le lesbiche. Quanto tempo ci vorrà prima che venga usata normalmente è un'altra questione. "La tabella di marcia verrà dettata da problemi etici più che da questioni scientifiche".
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Bill Ledger, professore di ostetricia e ginecologia all'università di Sheffield, è fra gli esperti britannici sull'infertilità che nel corso degli ultimi 40 anni ha presenziato alla creazione di decine di migliaia di bambini attraverso la IVF [NdR. la fecondazione in vitro]. "Il modello tradizionale della famiglia normale è da tempo morto in Occidente", ha detto. "E' ingiusto permettere alle persone gay di avere i diritti per le coppie e non permettergli di avere figli. La scarsità di donatori di sperma inevitabilmente aumenterà la pressione per arrivare a nuovi metodi di riproduzione. Non esiste alcuna prova che i bambini cresciuti in famiglie non convenzionali siano in pericolo, anche se bisognerà aspettare ancora un pò prima di sapere se le ricerche in questo campo siano corrette o meno."
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Nel frattempo il disegno di legge sugli Embrioni e il Tessuto Umano potrebbe riconoscere il nuovo approccio alla genitorialità proposto dalla comunità lesbica, ma creerebbe altresì una nuova serie di conseguenze ridefinendo la genitorialità come una responsabilità legale anzichè una relazione biologica.
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La legislazione proposta fa sì che un bambino potrà avere due genitori di sesso femminile, ma non c'è alcun dibattito sul concetto di un padre femmina. All'inizio di quest'anno il comitato parlamentare che esaminò il disegno di legge disse che se diverrà disponibile la tecnologia per creare un bambino senza il bisogno della partecipazione maschile, allora "ogni questione sul fatto che tale embrione possa venir inserito in una donna sarà una decisione che dovrà venir presa dal parlamento".
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Si tratta di una dichiarazione quasi commovente nella sua ingenuità. Non è una questione di se, ma di quando – ed è anche molto improbabile che quel tipo di bambini verranno creati qui. Le più nuove ricerche su questo campo dicono che tutto ciò potrebbe avvenire nei prossimi 5-10 anni. Le donne inglesi che vorranno avere figli in quel modo semplicemente andranno all'estero, e il parlamento sarà l'ultimo posto dove si sentirà qualcosa a riguardo.
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Nel mentre che gli sviluppi scientifici e la ricerca stanno minando la tradizionale funzione degli uomini - in particolar modo dei padri - il fiorire della comunità lesbica sta avendo un impatto ugualmente profondo. Marie Piper ha partorito suo figlio durante la luna di miele. Pur non essendoci niente di particolare in questo, il modo con cui ha partorito è più che insolito. Invece di affrontare la procreazione nel modo normale, il padre del bambino ha consegnato otto buste di plastica piene di sperma nella hall dell'albergo dove Marie stava passando il weekend, e ha lasciato che lei facesse il resto. Marie non stava passando le sue notti con un altro uomo, ma stava celebrando il riconoscimento pubblico di un'unione civile con un'altra donna, Jill Greenfield, con la quale ha vissuto negli ultimi sette anni.
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Il prodotto della transazione all'hotel è stato un bambino maschio che le due donne hanno chiamato Joseph. Nonostante entrambe abbiano voluto il nome del padre biologico nel certificato di nascita, e si aspettano che l'uomo avrà qualche tipo di coinvolgimento nella vita di Joseph, tutto ciò sarà comunque a loro discrezione. Le due donne considerano il bambino, che adesso ha sei mesi, come loro figlio. Le due stanno adesso sperando di fare un altro bambino il prossimo anno grazie allo stesso donatore, e potrebbero avere anche altri bambini per completare la loro famiglia.
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A Hebden Bridge, nel West Yorkshire, dove le due donne vivono, questo tipo di sistemazione non ha sollevato alcun commento. L'affluente comunità di Pennine, con i suoi negozi di cibi prelibati e di prodotti biologici, è diventata un improbabile centro della fiorente comunità di famiglie lesbiche in Gran Bretagna. Oltre una persona su cinque, in una popolazione di 13,000, è una donna gay. Coppie di lesbiche sono proprietarie di molti bar, ristoranti, gallerie e altre attività lungo il canale di Rochdale e il vicino River Calder. Nonostante ci siano altre citta con un'importante popolazione gay, la concentrazione a Hebden Bridge è probabilmente più elevata rispetto a qualsiasi altro posto in Inghilterra. E sta diventando sempre più grande. Lo scorso anno nei corsi di yoga prenatali di Marie, non meno di 4 madri su 10 che partecipavano erano parte di coppie lesbiche.
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Un trend simile è ben visibile in tutto il paese. I dati forniti dalla Human Fertilisation and Embryology Authority, che regola i trattamenti sulla fertilità e la ricerca sugli embrioni, indicano che nei prossimi due anni le coppie lesbiche - o le donne che si definiscono semplicemente come "single" - che avranno bambini utilizzando donatori di sperma, supereranno in numero le coppie eterosessuali. Delle 3,864 donne che hanno fatto l'inseminazione artificiale lo scorso anno, 1,472 non erano in una relazione eterosessuale. I medici che si occupano di infertilità riconoscono che nonostante molte donne di quest'ultimo gruppo siano eterosessuali senza marito o fidanzato, molte donne single si definiscono (eterosessuali) solo per evitare domande invadenti circa la loro sessualità.
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In alcune parti del paese, le cerimonie per le unioni civili di donne superano in numero quelle con gli uomini. In totale, ci furono 18,059 unioni di questo tipo nel primo anno in cui divennero disponibili. Il pronostico del governo, secondo cui ci sarebbero state poco più di 2,000 unioni ogni anno, ha mostrato l'inaccuratezza delle stime ufficiali circa la grandezza della comunità gay della Gran Bretagna.
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Il rapporto Kinsey sulla sessualità umana, condotto sugli Americani mezzo secolo fa, suggerì che solo il 10% delle persone di ogni genere sono completamente eterosessuali, con un altro 10% che sono completamente omosessuali. La maggior parte delle persone, disse Kinsey, si posiziona in uno spazio fra l'omosessualità e l'eterosessualità. Il trend sociale a cui stiamo assistendo indica che molte più donne del previsto stanno in qualche modo migrando verso il lesbismo. Il timore del disdegno pubblico ha frenato i governi dall'includere domande sull'orientamento sessuale nei censimenti nazionali, ma la dimensione delle comunità gay nelle città della Gran Bretagna rendono adesso impossibile continuare ad ignorare queste questioni.
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A Hebden Bridge, dove le coppie lesbiche portano orgogliosamente i propri figli col passeggino, con la stessa sicurezza degli eterosessuali, si potrebbe pensare che questa società alternativa sia assolutamente normale. "Le donne vengono qui perchè si sentono a casa", ha detto Piper, 28 anni, una laureata in Inglese alla Leeds University, che fino alla maternità lavorava nell'amministrazione accademica. "Adesso ci sono così tante lesbiche qui che nessuno pensa più che il nostro stile di vita sia qualcosa di insolito". La sua partner civile, Jill Greenfield, 37 anni, lavora come manager per un istituto di carità. Ogni mercoledì sera va all'allenamento di calcio. Marie pensa al bambino. Come molte lesbiche, sapeva da sempre che voleva dei figli, e tentò di avere delle relazioni con i bambini maschi, ma già dall'infanzia sapeva che si sarebbe innamorata di una donna.
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Adesso si muove in un circolo di donne che hanno la sua stessa mentalità. Il suo gruppo sociale include sei coppie lesbiche con bambini, tutti nati durante i primi sei mesi di vita di Joseph. Metà di questi bambini sono stati concepiti attraverso donatori di sperma nelle cliniche, e gli altri in accordi come quello che fece lei, dove un amico gay o un conoscente concordò nel fornire lo sperma.
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Simili accordi sono estremamente difficili. Ci sono lunghe liste d'attesa per i donatori di sperma nelle cliniche sull'infertilità per via di una carenza cronica causata da nuove leggi, che permettono ai bambini concepiti attraverso lo sperma donato di rintracciare i loro padri biologici. Con accordi informali invece, il padre corre il rischio di venir contattato per fornire supporto finanziario al bambino, perfino anni dopo il suo concepimento, come è successo nel caso del vigile del fuoco Andy Bathie, 37 anni, di Enfeild (nord Londra), che sta venendo perseguito per pagare gli alimenti ai due bambini concepiti grazie alla sua donazione di sperma ad una coppia di lesbiche che poi si separarono. Nonostante ciò, comunque il numero delle famiglie lesbiche sta aumentando in modo vertiginoso. La maggior parte delle lesbiche dicono che preferiscono usare sperma da un donatore che conoscono piuttosto che andare incontro alle spese che si affrontano nelle cliniche, anche se il numero delle lesbiche che ricorrono all'inseminazione artificiale nelle cliniche è cresciuto del 6% solamente nello scorso anno.
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Dopo essersi assicurate il diritto al riconoscimento legale delle loro relazioni attraverso le disposizioni per le unioni civili, molte lesbiche stanno adesso cercando di ottenere un'equiparazione dei diritti genitoriali con le coppie eterosessuali, chiedendo che la seconda madre non-biologica di un bambino possa prendere il ruolo legale del padre. Il disegno di legge sugli Embrioni e il Tessuto Umano permetterà ad una seconda donna, piuttosto che ad un uomo, di venir trattata come un genitore del bambino. In che modo tutto ciò verrà esposto nei certificati di nascita è ancora da chiarire.
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Le implicazioni di questi enormi cambiamenti nella definizione di "famiglia" stanno generando dei disagi. I genitori di Joseph, e molte altre coppie lesbiche intervistate per questo articolo, sono disposte a mantenere un contatto con i padri biologici del bambino, ma un crescente numero di altre lesbiche invece non sono disposte a ciò. Dati precisi per delineare la grandezza di questo gruppo sono impossibili da ricavare, ma una donna, che non ha voluto essere identificata, ha detto di aver fatto chiaro fin dall'inizio di non volere che suo figlio (maschio) adolescente cerchi di contattare il suo padre biologico. "Non credo che i geni abbiano molto a che fare con questo", ha detto la donna. "Mio figlio è totalmente eterosessuale, ma non voglio che suo padre abbia qualsiasi imput nella sua crescita. Voglio che tutta la sua educazione genitoriale provenga da me. Non voglio che instauri un legame affettivo con un uomo che non ha niente a che fare con le nostre vite".
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Se i dibattiti sullo sperma artificiale e il declino del cromosoma Y non fossero abbastanza sufficienti per spaventare qualsiasi uomo – o anche qualsiasi donna con figli maschi – c'è una crescente mole di prove che le donne stanno superando gli uomini intellettualmente. Sociologi e specialisti dell'istruzione si stanno lamentando del continuo trionfo delle bambine sui bambini ad ogni livello del sistema educativo, e questo sta portando all'inevitabile domanda sul se il genere maschile stia raggiungendo la fine della sua utilità naturale.
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E' un argomento che è stato molto discusso nella letteratura per più di un secolo. Herland, un romanzo di fantascienza del 1915 scritto dalla femminista Americana Charlotte Perkins Gilman, descrive un'utopia dove le donne, "le cooperatrici naturali", si riproducono attraverso la partenogenesi. La precedente esistenza del genere maschile viene abbandonata alla leggenda. Scenari simili sono stati descritti in opere di fantascienza più recenti, come il romanzo del 1993, 'Nella Terra della Madre', della scrittrice francese Elisabeth Vonarburg, dove poche donne procreano con gli uomini ma la maggior parte usa sperma artificiale.
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All'inizio di quest'anno il Bow Group, un think-tank di destra, ha reso noto che solo 144,000 bambini maschi ogni anno stavano andando avanti nell'istruzione, in contrasto con le circa 167,000 bambine. Questa superiore performance scolastica sta contribuendo al progresso delle bambine nel raggiungere gli uomini in termini economici.
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Un recente rapporto della Future Foundation ha predetto che le donne fra i 20 e i 30 anni guadagnano uno stipendio di circa il 96% di quello che guadagnano gli uomini, e nel prossimo decennio guadagneranno più degli uomini per via dei loro migliori risultati accademici e delle loro capacità. E nei prossimi 20 anni, le donne saranno quelle che guadagneranno di più in una famiglia su quattro.
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Altri studi hanno evidenziato il nuovo fenomeno delle laureate in medicina che stanno superando in numero gli uomini, e la preponderanza di donne che stanno ricevendo lauree di prima classe. Jon Pickering, un conferenziere sull'efficacia e il miglioramento della scuola dell'Istituto per l'Istruzione di Londra, sostiene che è impossibile predire in che modo il genere maschile reagirà ad un mondo dove il "risultato senza sforzo" non rientra più fra i loro diritti. "Stanno adesso crescendo generazioni di bambine che sono ben consapevoli del fatto che sono in grado di fare meglio degli uomini", ha detto. "Avrà un effetto sull'equilibrio della società. Se gli uomini non sono più in grado di fare molto, a che cosa serviranno ?"
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Se è vero, come spesso viene detto, che le donne fanno la parte del leone nei lavori domestici nella maggior parte delle famiglie, la domanda del se continueranno a trovare gli uomini necessari diventa più pressante. Una quantità di accademici pensano che se viene rimosso il maggior potere economico degli uomini e la loro abilità unica dell'essere padri, allora molte donne inevitabilmente sceglieranno di andare a vivere con altre donne.
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Un numero crescente di donne stanno ammettendo la loro volontà di sperimentare in relazioni sessuali con altre donne invece che con uomini. Lo scorso anno l'American Centers for Disease Control and Prevention (CDC) ha reso noto che il numero di donne adulte che hanno avuto relazioni sessuali lesbiche è quasi triplicato, dal 4% all'11.5%, in soli 10 anni. Ricercatori come John Bancroft, l'ex direttore inglese dell'America's Kinsey Institute for Research in Sex Gender and Reproduction, ha detto che i sondaggi in Gran Bretagna e Australia hanno prodotto simili risultati di quelli del CDC, ma ha aggiunto che la sessualità femminile è più fluida, e che le tendenze bisessuali potrebbero avere ben poca importanza.
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Accademici gay predicono un cambiamento sociale simile ad una marea. Gregory Woods, docente di Studi Gay e Lesbici alla Nottingham Trent University, delinea un parallelo fra la decrescente disapprovazione verso il lesbismo e il cambiamento dell'atteggiamento che verso la fine dello scorso secolo si è avuto nei confronti della "zitellaggine" e delle donne che decidono di vivere da sole. "In genere si pensava ci fosse qualcosa di sbagliato in una donna che decide di non sposarsi e vuole vivere da sola", ha detto. "I taboo nei confronti dei comportamenti delle donne si stanno indebolendo, e questi metodi alternativi di concepire bambini cambieranno molte cose, ma penso che tutto ciò accadrà nei prossimi decenni piuttosto che in pochi anni".
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Verso dove porterà tutto ciò è ancora da vedere. "La nostra società si è imbarcata in un enorme esperimento sociale nell'intenzione di produrre bambini destinati a non avere relazioni umane con alcuni dei loro genitori biologici, permanentemente privati del loro passato biologico, e tutto ciò è frutto di un progetto deliberato", ha detto David Velleman, professore di fiolosofia alla New York University.
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C'è un pò di turbamento anche in Inghilterra. Brenda Almond, docente emerito di fiolosofia morale e sociale all'Università di Hill, è l'autrice di un nuovo libro chiamato 'The Fragmenting Family'. Brenda ci tiene a sottolineare la sua buona-disposizione nei confronti delle lesbiche, ma teme che la corsa verso il riconoscimento delle famiglie lesbiche potrebbe far sì che venga dimenticato qualcosa di molto importante. "Si sta perdendo la possibilità di avere un affettuoso o impegnato genitore dell'altro sesso", ha detto. "Sono fermamente convinta che i certificati di nascita dovrebbero continuare a mantenere la loro funzione originale di dare le informazioni necessarie sulle origini biologiche di una persona. Non dovrebbero venire ridotti ad esssere una sorta di registro sociale".
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E' improbabile che questi brontolii di protesta avranno un qualsiasi impatto sull'inesorabile forza nel cambiamento delle abitudini sociali – specialmente considerato il fatto che la crescente preferenza verso la genitorialità omosessuale sta venendo spinta da sviluppi scientifici che renderanno lo sperma artificiale disponibile per l'uso nei prossimi 5 o 10 anni. La definizione delle origini biologiche di un bambino cambierà quindi in un modo mai visto prima nella storia del genere umano.
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TRADUZIONE : Antifeminist.altervista.org
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I COMPORTAMENTI DEGLI UOMINI
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G li uomini hanno smarrito la loro identita'. Messi all'angolo dalle donne, non sembrano piu' in grado di reagire. Sono intimiditi, incapaci di mantenere un rapporto stabile rispondendo alle richieste provenienti dall'universo femminile. Il loro ruolo nella societa' si e' fortemente indebolito. Anche se continuano ad occupare posizioni di rilievo appaiono insicuri e inquieti. Hanno paura di misurarsi con le donne in carriera. Sono queste i primi dati dai quali prende le mosse lo psichiatra e sessuologo Willy Pasini nel saggio ''Uomini da amare. I maschi di oggi: capire e gestire mariti, fidanzati, compagni'', pubblicato dalla casa editrice Mondadori.Il modello maschile tradizionale attraversa una crisi profonda e forse irreversibile. Di fronte alle loro debolezze i maschi reagiscono spesso con violenza. Riversano tutta la loro insofferenza sulle dinamiche di coppia e sulla famiglia. Le regole sociali vengono ancora rispettate. Eppure, le relazioni tra gli uomini e le donne sono in difficolta' e non vengono rispettate piu' le regole di una volta. ''Le donne non capiscono gli uomini -scrive Willy Pasini- ma gli uomini non capiscono se stessi. Nella sfera pubblica la forza dei maschi e' ancora dominante e, benche' non abbia piu' l'arroganza di un tempo, la 'razza padrona' detiene ancora il potere. Nella sfera privata, invece, il maschio sembra una specie in via d'estinzione''. Ma non solo. Gli uomini reagiscono alle loro difficolta' con una certa apatia abbandonando la classica intraprendenza che dovrebbe caratterizzare la loro indole. Un'apatia che si coniuga anche con la passivita'. Gli uomini, spiega Pasini, non cambiano i loro comportamenti e si chiudono sulle loro posizioni senza cercare di dialogare con la 'controparte'.Grazie alla sua esperienza, Pasini inquadra i problemi degli uomini offrendo loro nuovi modelli ai quali ispirarsi. In questa prospettiva, egli studia le caratteristiche di alcuni personaggi della mitologia greca che si sono distinti in virtu' della loro forza. Nelle pagine del libro, dunque, sfilano Achille, il guerriero forte e saggio, Ulisse, il viaggiatore coraggioso, e Chirone, il centauro educatore di eroi. Esempi che dovrebbero aiutare gli uomini a coltivare nuove relazioni con le donne. Relazioni basate su una visione piu' aperta del rapporto interpersonale e sulla capacita' di rinunciare ad una parte di se'.
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WILLY PASINI
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.I FILM DA RAGAZZE NON PIACCIONO AI MASCHIETTI ?
.S econdo uno studio dell’università del Kansas i film romantici, quelli generalmente considerati “per ragazze”, sarebbero apprezzati e non poco anche dai loro fidanzatini. Infatti secondo Richard Harris, professore di psicologia che ha condotto lo studio, la scelta del film da vedere sarebbe fatta in modo condiviso e quindi l’idea del ragazzo trascinato a forza a vedersi due ore di buoni sentimenti e sdolcinature varie sarebbe falsa.Anche gli horror movie del resto sembrano essere apprezzati (da un precedente studio del solito professore) in ugual modo da entrambi i sessi, solo che le ragazze tenderebbo a fare finta di spaventarsi aggrappandosi al braccio del ragazzo “solo” perchè senza questo gioco di ruolo il film sarebbe molto meno interessante per tutti e due.
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02\02\2007
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FONTE:http://www.cineblog.it/post/4577/i-film-da-ragazze-piacciono-anche-ai-maschietti/1
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.LE DONNE DI SUCCESSO NON PIACCIONO AI MASCHIETTI
.G li uomini sono spaventati da compagne troppo sicure e intraprendenti sul lavoro, che hanno perciò difficoltà a trovare la loro metàLe donne che hanno troppo successo sul lavoro spaventano gli uomini. Lo afferma il libro “The Money Gym: The Ultimate Wealth Workout” di Nicola Cairncross, scrittrice che spiega come le donne più realizzate nella carriera facciano difficoltà a trovare l’uomo giusto. E, in molti casi, non lo trovano affatto. La Cairncross spiega al “Daily Mail”: “Quando un “uomo alfa” (tutto lavoro e responsabilità, ndr) arriva a casa la sera, dopo una lunga e stressante giornata di lavoro, l’ultima cosa che desidera è di trovare una moglie con la quale sentirsi in competizione. Gli uomini vogliono una vita facile, qualcuno che li capisca e li consoli. Ecco perché sposano femmine “beta”, che non hanno i tratti mascolini delle sorelle “alfa” e sono molto più riposanti. Le donne di successo vogliono tutto e subito e hanno aspirazioni elevate, che portano poi nelle loro relazioni. Ma a queste donne mi sento di dover dire che non possono avere tutto e di aspettarsi che tanto più in alto saliranno nella scala della gratificazione professionale, tanto più difficile sarà per loro trovare un rapporto che funzioni davvero… Purtroppo, le donne devono accettare che la fine di una relazione è il prezzo da pagare se vogliono avere successo – continua la Cairncross – tanto è vero che il 20% delle donne che viene da me per una consulenza, poi finisce per lasciare il proprio partner”.A testimoniare la teoria della Cairncross c’è il racconto di Jacqui Paltridge, 41enne ex designer. Undici anni fa la donna, che ora guadagna 100.000 sterline (circa 150.000 euro) l’anno, stava con Leo, uno scenografo. “Lui mi rimproverava di dedicarmi troppo alla mia professione ed è arrivato a definirmi “spaventosa”, ma non era la prima volta che un uomo me lo diceva. Ha anche detto che lo “intimidivo”. Ma cosa si aspettava da me? Ho un’attività fiorente, che mi gratifica, e se vuoi avere successo nella vita, devi per forza essere competitiva, ma questo agli uomini non piace”. «Sono a un bivio della mia vita – spiega Lucy Gemmell, 42enne proprietaria di una ditta di catering che quest’anno ha fatturato più di 10 milioni di sterlin – perché ho due bellissimi bambini, un lavoro straordinario e sono finanziariamente indipendente. Vorrei incontrare qualcuno di speciale, ma essere una donna di successo pare aver ristretto il campo di ricerca, perché non riesco a trovare uomini che siano al mio stesso livello. E quelli che lo sono, scelgono spesso di sposare donne che siano un trofeo da esibire”. Secondo la Cairncross, una soluzione c’è: “Il motivo per cui la mia storia sta continuando – ammette la scrittrice - è che non appena arrivo a casa, mi trasformo in una femmina sensuale, lasciando i tratti mascolini del mio lavoro fuori dalla porta. Solo così si può pensare di tenere in piedi una relazione”.
25\10\2007
VipLine.it
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.SPIAGGIA PER SOLE DONNE
Divieto di accesso per i maschietti
C 'e' una spiaggia a Rimini frequentata da sole donne. Fatta apposta solo per la rappresentanza di sesso femminile. Divieto di accesso per i maschietti. In spiaggia si prende il sole, si fanno diete su misura lontano dagli sguardi indiscreti dei maschioni. Un convivio tra donne, un paradiso per sole femmine. E funziona. L'Emilia si conferma campionessa di idee: ogni estate una nuova trovata. Complimenti.
16\06\2007
Autore: Redazione
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.FARSI ALLUNGARE IL PENE
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E ' uno degli interventi piu' richiesti dai maschietti inglesi.Gli uomini di oggi non sono piu' quelli di una volta. Oggi si depilano, si fanno la liposuzione all'addome per togliere gli eccessi di grasso, si impiastricciano di creme abbronzanti e olii profumati, si truccano, si gonfiano col botulino per stirare le rughe. In profumeria e negli istituti di bellezza spendono ormai piu' delle donne. Il Times di Londra ha stilato una classifica degli interventi piu' gettonati dai maschietti british. Tra una ricostruzione e l'altra delle varie parti del corpo vi e' anche l'allungamento o l'ingrandimento degli organi genitali. Costo cadauno: circa novemila euro. Altro che ostriche al viagra come stanno pensando di incrociare i produttori del famoso mollusco afrodisiaco.
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16\06\2007
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Autore: redazione
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GIOVANI INGLESI MAMMONI COME GLI ITALIANI
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H anno 30 anni e non se ne vogliono andare.Due ricercatori italiani che lavorano e vivono all'estero, Marco Manacorda ed Enrico Moretti, il primo lavora a Londra, il secondo a San Francisco, hanno evidenziato in una loro indagine come i ragazzi inglesi siano sempre piu' restii ad andare via da casa. Un vizietto tutto italiano, dunque, che ha fatto esplodere la moda del mummy's boys,ovvero i mammoni inglesi. Ragazzi ' buoni a nulla ' con poca voglia di fare che rimangono in casa per comodita' in molti casi, come accade in Italia, bloccati dalle mamme chioccia. Che impediscono ai figli di 'volare' attaccandosi alle ragioni piu' disparate. Un fenomeno tutto italiano che si sta evidentemente allargando anche in Gran Bretagna.
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05\07\2007
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Autore: redazione
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.L'IDENTITA' MASCHILE E' IN CRISI
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A ggressivi, spesso dipendenti dalle droghe, vittime di disturbi ossessivo compulsivi: gli uomini hanno perso la sicurezza di un tempo e, a detta degli specialisti, sono più fragili di noi donne.Dov’è finito il maschio di una volta? Sicuro di sé e del proprio ruolo non lo è più, dato che sempre più frequentemente cade vittima di diffidenza, paura, aggressività. Il suo problema principale è il calo del desiderio secondo gli esperti. Spesso è autocensura sessuale causata da disturbi assolutamente curabili, quali disfunzioni organiche e stress, ma può anche dipendere dall’overdose di stimoli erotici che ci circonda, attraverso immagini e suoni. Il risultato? Il sesso non dà emozioni e quindi non interessa più di tanto, perchè viene vissuto come l’ultima delle troppe fatiche che scandiscono la routine quotidiana.Ma l’uomo disorientato manifesta il suo malessere anche con le somatizzazioni: tra le patologie da cui pensa di essere affetto ci sono l’ipertensione, segnale della paura di affrontare emozioni forti e dolorose, e le eruzioni cutanee, con cui il corpo sfoga l’affettività e l’eros temuti e repressi.Altri due disturbi fino ad oggi considerati tipicamente femminili, ma ultimamente in aumento anche tra le file del sesso forte, sono l’anoressia e la bulimia, che negli uomini sono spesso associate ad altre patologie e rappresentano un tentativo per controllare angosce profonde. Le modalità con cui si manifesta l’anoressia sono quasi identiche a quelle della donna, ma l’uomo tende a nascondere questa condizione di disagio e ha paura a parlarne in pubblico. Studi recenti hanno anche segnalato che tra i soggetti maschili che si identificano nel sesso femminile, la presenza di disturbi del comportamento alimentare è sicuramente più elevata. Si ipotizza che questa diversità possa essere stimolata dalla rappresentazione sociale di un “modello” che viene utilizzato da chi si identifica nel disagio femminile. Anche l’ansia e gli attacchi di panico hanno un’incidenza maggiore sull’universo maschile. Se le donne cadono vittime della depressione, negli individui di sesso maschile prevalgono atteggiamenti impulsivi e schizofrenici, indotti dalla diffusa dipendenza da alcool, anfetamine, cocaina e cannabis, sostanze che creano dipendenza e possono provocare comportamenti autodistruttivi. È significativo che tra gli uomini, la percentuale di suicidi è più elevata, così come l’insorgere della schizofrenia, che si manifesta più precocemente che fra le donne.Ad una società in cui è fondamentale l’autocontrollo, la capacità di sapersi organizzare ed affrontare razionalmente gli impegni e lo stress quotidiano, l’uomo risponde sviluppando sindromi ossessivo-compulsive, che colpiscono soprattutto trentenni e quarantenni e che spesso non vengono affrontate come si dovrebbe. Sono poschi, infatti, coloro che hanno la forza ed il coraggio di ammettere il proprio disagio e di sottoporsi ad una terapia medica. E quando lo fanno chiedono cure veloci, che consentano di mettere a tacere il problema nel minor tempo possibile.
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FONTE:http://www3.spaziodonna.com/articolo.phtml?f_id=1549
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.LA CRISI DEL MASCHIO SCONFITTI E BASTONATI
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U na spietata e profonda analisi della crisi del maschio contemporaneo da una giornalista che ha vinto il premio Pulitzer per le sue inchieste.All'alba del nuovo millennio sono gli uomini che devono affrontare la più dura delle battaglie, quella con se stessi: con i valori che fino ad oggi hanno incarnato e con i ruoli che finora hanno giocato. Una battaglia il cui esito è la conquista di una nuova identità, psicologica e sociale.Se gli uomini sono (ancora) il sesso dominante, perché mai tanti di loro si sentono oppressi, traditi, addirittura bastonati? E perché l'unica risposta che sanno dare è quella della forza? Mente i padri sono sempre più assenti, i figli hanno pericolose tendenze autodistruttive. Inoltre oggi in famiglia una donna su due subisce violenza dal marito, aumentano le cause civili per molestie sessuali sul posto di lavoro, esplode la collera o la depressione dei lavoratori licenziati…La crisi feroce degli uomini rappresenta una tragedia sociale di vasta portata, che Susan Faludi giornalista del The Wall Street Journal e vincitrice del Premio Pulitzer, presenta in tutte le sue sfaccettature nel suo ultimo libro dal titolo provocatorio, "Bastonati!" (Lyra Libri, 704 pagine, 49.000 lire). Raccogliendo le testimonianze dalla viva voce dei protagonisti, l'autrice porta alla luce la storia drammatica di una società, la nostra, che ha fatto promesse allettanti ai propri figli maschi per poi infrangerle una a una. Un tradimento che si è compiuto su vari fronti: nelle aziende e negli stadi di calcio, nelle caserme, nelle strade e nel salotto di casa.La Faludi ci porta alla radice dell'angoscia degli uomini raccontando la vita, e i drammi, di lavoratori cacciati dall'industria perché in esubero, tifosi traditi dai loro idoli, ex combattenti senza più guerre, dirigenti senza direzione, divi del cinema e attori porno con alle spalle disastri famigliari, militari senza ideali e bande di giovani "sbandati". Tutti accomunati dalla sensazione di aver perduto qualcosa: competenze professionali, lavoro, ideali, passioni, sentimenti, ruolo civile.Uno stato d'animo che a sua volta è solo il sintomo di un più vasto e profondo fallimento culturale. Dal quale però partire per superare il vecchio paradigma della lotta tra i sessi, liberarsi dal peso opprimente di una cultura maschilista, porre le basi per una nuova cultura del rispetto e aprirsi a una vera emancipazione che coinvolga tutti, uomini e donne.E secondo voi, c'è qualche responsabilità delle donne nella crisi dei maschi?
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FONTE:http://www3.spaziodonna.com/articolo.phtml?f_id=576
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.HO SPOSATO UN DEFICIENTE
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IL MARITO CHE NON CI MERITAL ’imbranato, l’ingrassato, il palloso.Ognuna ha il marito che non si merita. L’autrice di questa rubrica spiega: «Siamo tutte sulla stessa barca». Perché dietro un grande uomo, c’è sempre una donna che alza gli occhi al cielo. Scrivetele
Il titolo è un po' forte, me ne rendo conto, quindi vorrei subito chiarire: deficiente nel senso che defice, lacunoso, mancante. Mancante di ciò che è indispensabile per essere una donna. Naturalmente una cosa in più ce l'ha, giusto quella: la pancia! «È fisiologico - dice il mio oculista - passano gli anni e cala la vista». E io, che ho sempre avuto 10 decimi, per leggere il giornale ora devo allontanarlo (finché le braccia non saranno diventate troppo corte). L'unico caso in cui, con il passar degli anni, la vista è migliorata è nel matrimonio.Del giorno in cui ho sposato Sean "Crozza" ConneryIl giorno in cui quel "deficiente" è diventato mio marito era bellissimo, magro, alto, moro, maschio. Essendo pelato da sempre, io me lo immaginavo moro e lui, docile, non mi contraddiceva: avevo sposato Sean Connery! Lo guardavo e mi sfregavo gli occhi, non potevo credere che quella meraviglia fosse mia. Dopo un mese, un filo di pancetta già si intuiva fra la T-shirt e le Cagi a costine... Ma una nebbia d'amore nascondeva il profilo leggermente adiposo e le Cagi, altro che i banalissimi boxer, erano così originali, alternative. E maschie! Anche oggi, dopo 14 anni, ogni tanto mi sfrego gli occhi: non posso credere che quella strabordante meraviglia sia ancora mia. Insomma, il giorno del matrimonio ho detto SÌ! Due anni dopo, tempo necessario alla decompressione da innamoramento, la frase si è completata: SÌ, HO SPOSATO UN DEFICIENTE!E so con certezza che non sono l'unica: TUTTE abbiamo sposato un deficiente. Alcune lo affermano in modo sfrontato, altre abbozzano un sorriso grato: «Ma si può dire? Tuo marito non si offende?». No, mio marito non si offende: è deficiente, ma obiettivo. Sa che ho ragione! Quando fa autocritica dice: «È impossibile che continui ad amarmi nonostante tutto: deve essere grazie a un filtro magico». Io penso davvero di essere stata vittima di un sortilegio e aspettando un principe continuo a risvegliarmi accanto al solito rospo. Che sembra Sean Connery, ma con le Cagi.Di quella volta in cui è stato operato al meniscoComunque mio marito è soprattutto un deficiente di coraggio. Vi racconto dell'operazione al menisco. Che io sappia non è una delle più truculente e, salvo sfighe, neanche particolarmente rischiosa. Ma al prelievo di sangue per gli esami di routine è svenuto. Oltretutto, il deficiente, per andare in ospedale si era messo le scarpe nuove, scamosciate, color ghiaccio, costate una mensilità dell'asilo nido dei bambini. Cadendo ha trascinato con sé l'infermiera e la butterfly che la suddetta manovrava. Risultato: la saletta prelievi si è trasformata in un mattatoio.
Ma, peggio, le scarpe nuove color ghiaccio adesso sono maculate rosso bordeaux (le prossime gliele compro testa di moro)! Insomma, non solo non è Sean Connery, ma è un principe azzurro senza sangue blu! Lui comunque è uscito dalla sala operatoria garrulo e cinguettante che nemmeno quando sono nati i suoi figli. Era felice per lo scampato pericolo. Si sa, l'operazione al menisco ha una percentuale di mortalità altissima: ne escono vivi solo 99,99 su cento... Non so se mi spiego! Lui invece dava del tu al chirurgo (mai visto prima), pacche sulle spalle al barelliere cantando "Osteria numero nove...", pacche sul... le spalle alle infermiere e mance che nemmeno Kashoggi. «È andato tutto bene, ma non si sa mai, un rigetto post operatorio. Meglio tenerseli buoni!». Poi, sdraiato sul lettino di dolore da appena un'ora, mi guarda e chiede: «Non mi verranno mica le piaghe da decubito?». Il deficiente con i figli, il deficiente in cucina, il deficiente in macchina. C'è materiale per scrivere la Treccani! Ma siccome siamo in tante sulla stessa barca, aspetto le vostre storie. Scrivetemi, vi farà bene! L'indirizzo è: hosposatoundeficiente@yahoo.it. E ricordate, come dice Jim Carrey, e lo cito non a caso: «Dietro ogni grande uomo, c'è sempre una donna che alza gli occhi al cielo!».
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15\10\2007
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FONTE:http://velvet.repubblica.it/dettaglio/Il-marito-che-non-ci-merita/22341?page=1
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3 MINUTI SOLO 3 MINUTI
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B eh, la brevità a letto del maschio italiano è oramai conclamata.Dalla spiegazione più comune (Cara Berta, si scopa una volta al mese, come pretendi che duro più di così?) a quella più sofisticata (è una questione degli ormoni che aggiungono alla cocacola) il fatto è che il sesso veloce sta diventando un problema.Da un lato vi è la consapevolezza del fatto che i modelli presentati agli adolescenti da film porno sono difficilmente raggiungibili (e che diamine, quelli sono professionisti del sesso, è normale che durino due ore e vengano a comando!) dall’altro che oramai ritagliamo al sesso una porzione sempre più marginale della nostra vita, piena com’é di appuntamenti e to do list. Mi piacerebbe in questo senso che, dopo “ritira i bambini all’asilo” e prima di “finisci la presentazione per il sales meeting” vi sia “un’oretta di sesso orale con Paola”.Non sono personalmente d’accordo con River, quando afferma che la brevità sia addirittura un valore. A me piace fare sesso, e, compatibilmente con il mio stato di forma, cerco di durare il più possibile. Cosa che ovviamente non sempre mi riesce, in quanto anche io non sfuggo alla regola della “to do list”.Se però il problema esiste, visto che le statistiche lo dichiarano così esteso, la soluzione a mio avviso sta nella demeccanizzazione dell’amplesso. Insomma, l’essere lesto a concludere non necessariamente comporta un problema: lo è se le aspettative crescono, se cioé ci si affida a schemi noti e ripetitivi. Se ci vogliono sessanta minuti per la preparazione e tre per fare l’amore, ecco la situazione non è ottimale. Direi che il rapporto, in questi casi vada ampiamente ridotto: da 20:1 ad almeno 4:1. Insomma, a mio giudizio a letto non funziona il vecchio adagio “chi lascia la via vecchia per la nuova…”. Variare, nei limiti personali del pudore e del rispetto, senza dover affidarsi ad orari e contesti predefiniti, ciclici e sempre uguali a sé stessi. Post tags: Nessun Tag
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26\03\2007
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FONTE:http://www.rebelot.it/?p=2672
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.L'INUTILITA' DEL MASCHIO
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D a Scarlett Johansson ad Anna Falchi, dalla Marini alla Arcuriil verdetto è sempre lo stesso: non serviamo più a niente!
Un bluff che dura da millenni, quello del "maschio indispensabile,ha le ore contate. Se anche Alessia Fabiani passa l'agosto in barcacon le compagne di liceo invece di lisciarsi sul torace espansodell'ultimo fidanzato, la faccenda comincia a farsi seria. Ancheperché non si tratta di un caso isolato. La vacanza per sole donne,raccontano le trombe gossipare, è stato il leitmotiv dell'ultimaestate. Donne pubbliche e private si sono organizzate in proprioo con le agenzie ad hoc nel viaggio tutto incluso, privilegiandoviaggi esotici, conventi e città d'arte, spiagge e locali rigorosamenteriservati al rosa. Valeria Marini e Manuela Arcuri hanno rivendicatocon orgoglio il loro status di single. Anna Falchi ha preferito ilfratello come partner da spiaggia. Intercettate Martina Stella aIschia a spasso con la mamma, Scarlet Johansson al largo deiCaraibi con le amiche. Per non dire della Irene Ghergo, una che giàda anni se ne va in vacanza solo con i gay perché l'etero èpalloso oltre che vanitoso. Questa volta si è chiusa due giorniin un convento del Montalcino con Pierluigi Diaco per un weekendmeditativo e casto. Un sondaggio ha rivelato che la maggioranzadelle signore sopra i 40 il weekend meditativo e non necessariamentecasto lo passerebbero in convento con George Gaenswein, il fascinososegretario personale in abito talare di Papa Benedetto XVI. Se sisparge la voce e già si è sparsa, che l'uomo è una scimmiafutile, poco interessante, che non è stupido come sembra, molto di più,e che soprattutto se ne può fare a meno, è finita. Fatta eccezioneper frati, fratelli e gay, resisteremo al fianco della donna solo comefunzione riproduttiva o educati gorilla con carta di credito incorporata.Il che ci riporterebbe, carta di credito a parte, negli standard del regnoanimale, dove è la femmina che sceglie e detta legge. Resiste DavidBeckham, ma solo perché senza di lui la Spice prenderebbe il voloal primo colpo di vento e soprattutto non saprebbe come scenderedalla Rolls con i trampoli di venti centimetri che porta ai piedi. Resistonovecchie pellacce. Paleomaschi d'altri tempi come Flavio Briatore ma solocome promesso sposo e dispensatore di diamanti. Resiste Luca di Montezemolo,e ora sappiamo perché.
Giancarlo Dotto
Ottobre 2007
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.MASCHI ITALIANI ALL'ULTIMO POSTO
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È finita l'era del macho latino, maschio e amante focoso. Secondo uno studio condotto dal sito www.willypasini.it sulle abitudini sessuali di 1.200 uomini europei, risulterebbe infatti che l'amante più attivo sia l'uomo svedese, con 156 rapporti all'anno, seguito dai bulgari (154) e russi (149). Quarto posto ai francesi, con una media di 138 volte all'anno e, infine, ci ritroviamo noi, popolo dalle grandi virtù amatorie, ormai desuete evidentemente, con un misero 114, superati anche dagli spagnoli (118). Giusto per mortificarci ancor di più, dallo studio emerge anche un altro dato non troppo incoraggiante: siamo i più veloci nei preliminari. Con 15 minuti scarsi di baci e carezze l'italiano è convinto infatti di coinvolgere la propria partner. Forse è il caso di mandare i nostri fidanzati in Olanda per uno stage quest'estate: con un'ora di coccole, gli uomini dei Paesi Bassi sono i migliori in classifica.
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14\07\2004
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FONTE:http://news2000.libero.it/noi2000/no86.html
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.COSI' FRAGILE COSI' MASCHIO
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Maria Novella de Luca
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S i può essere "Fragili come un maschio"? Si può essere uomini e soffrire, vivere, amare senza per questo negare la propria virilità? Oppure, si può rivendicare il proprio ruolo di guerriero, cacciatore, padre, marito, figlio, in anni dove l'identità di Adamo sembra ridotta in pezzi?Sorridono i maschi dalle copertine dei magazine tutti per loro, con i corpi scolpiti dai muscoli e i volti levigati da un sapiente dosaggio di forza e dolcezza, miscela esplosiva di seduzione a cui poche donne sanno dire no. Ma poi basta aprirli quei magazine, per scoprire ansie e timori che abbracciano in un'unica incertezza sesso, corpo, potere, soldi, salute, la psiche e la moda, l' orgasmo e la dieta, la calvizie e la malinconia. Con un linguaggio intimo, "a tu per tu", formula collaudata di ogni rivista femminile di successo.Un caso per tutti, il fortunatissimo "Men's Health", che arrivato al quinto numero ha stracciato tutti i concorrenti, ed è diventato una sorta di "bandiera" di questo uomo nuovo alla ricerca di se stesso. Ed è sempre al maschio allo specchio, che sono dedicati i saggi di due noti psicoterapeuti che arrivano in libreria in questi giorni. Il primo è Fragile come un maschio di Maria Rita Parsi.Il secondo si intitola Essere uomini di Claudio Risè. Due viaggi, opposti, che indagano il percorso di quei maschi che, scrive la Parsi, "cercano di farsi uomini". E' attraverso ventitrè storie di relazione con madri, mogli, amanti, sorelle, figlie che la Parsi descrive il processo di liberazione di ventitrè uomini che hanno imparato ad amare attraverso l'accettazione della propria fragilità.
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06\11\2000
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FONTE:http://www.kwsalute.kataweb.it/Notizia/0,1044,1019,00.html
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.IL MASCHIO NON SI SPOGLIA PIU'
.L a rivincita delle donne: anche lui va in crisi prima della prova costumeNon esiste più il maschio di una volta: impavido, sicuro di sé, borioso. Da un sondaggio svolto da Eta Meta Research su un campione di 850 uomini di età compresa fra i 24 e i 56 anni, è infatti emerso un dato allo stesso tempo inatteso e allarmante: anche il sesso forte, forse più dell'altra metà del cielo, quest'anno teme la "prova costume". Esibirsi in spiaggia in costume dopo un lungo e freddo inverno, sembra sia diventato una specie di trauma.Che siano più narcisisti, attenti al look e alla linea, è facile capirlo dalla sempre più massiccia presenza maschile nelle palestre, ma che arrivassero addirittura a vergognarsi di indossare il costume... eppure è proprio così. A sentirsi in forma in questi caldissimi giorni d'estate è appena il 18% degli italiani (meno di uno su cinque). Gli altri vivono tutti più o meno a disagio col proprio corpo per il terrore di sembrare goffi e poco attraenti, soprattutto in spiaggia.Come sempre, non tutti sono disposti ad ammettere queste debolezze (o addirittura angosce): solo il 24% dei maschietti intervistati ha confessato di avere un fisico "insufficiente", il 23% lo ha invece definito senza mezzi termini "scarso". Il 27% del campione dice di accontentarsi e si definisce "normale". Che cosa li ossessiona di più? Un problema vecchio come il mondo: la pancia. Per sette maschi su dieci (67%) infatti, sempre secondo questa indagine, la pancetta si è trasformata in una vera e propria fissazione.Il 47% si vergogna anche delle cosiddette maniglie dell'amore. L'assenza dei muscoli affligge il 43% e le spalle strette e cadenti il 37%. Ma, constatato questo complesso, quali sono le contromosse? Si mettono la maglietta in spiaggia oppure reagiscono? Il popolo dei pentiti (35%) è in crescita e insieme è aumentata la voglia di riscattarsi. Ma è anche giusto e lecito interpellare il popolo femminile per capire cosa ne pensa e cosa non tollera nell'uomo, soprattutto in costume da bagno.Da un sondaggio condotto da SWG per il settimanale "Donna Moderna", è emerso che la maggior parte delle donne (300 intervistate) detesta l'uomo che in spiaggia palesa poca cura di sé. Secondo la ricerca, sono la schiena pelosa (61%), il petto flaccido (18%) e il sedere basso (16%) a bloccare gli istinti femminili. L'intransigenza di alcune donne in fatto di estetica, del resto, è stranota.Chi non può vantare un'abbronzatura da bagnino (prediletta dal 50% delle intervistate), spalle larghe (passione segreta per il 63% del campione) e pettorali da palestrato, ha ancora una speranza: il "pallore intellettuale" e la "pelata" sembrano esercitare un discreto fascino. Enrica Suzzi
31\07\2002
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FONTE:http://news2000.libero.it/noi2000/15339.jhtml
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."LE STAGIONI DEL MASCHIO": SESSO DIFFICILE AD OGNI ETA'
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"P roblemi e soluzioni nelle quattro fasi in cui si articola la vita riproduttiva (e non) dell’uomo"Aldo Franco De Rose Responsabile della Clinica Urologica di Genova«L’Andrologo e le stagioni della vita». E’ il titolo del XIX congresso nazionale degli andrologi italiani, tenuto a Bologna nei giorni scorsi. «Le analisi epidemiologiche ci dicono che per ogni fase della vita sessuale maschile esistono problemi particolari», dice il professor Giuseppe Martorana, presidente del congresso: «il 25 per cento per cento della popolazione maschile italiana, 6 milioni circa, soffre di problemi di eiaculazione. Circa 3 milioni, il 12.8 per cento lamentano invece problemi di potenza sessuale. L’infertilità interessa 60.000 coppie italiane». Ma i problemi non si limitano alle «stagioni andrologiche» intermedie l’estate (da 19 a 45anni) e l’autunno (da 46 a 65 anni), ma coinvolgono anche la primavera (0-18) e l’inverno (dopo i 65).Il rischio in "primavera" è il criptorchidismo, la mancata discesa di uno o entrambi i testicoli e deve essere corretto entro il secondo anno di età per evitare futuri problemi di infertilità o di tumore. Il varicocele può essere considerato come l’insieme di vene varicose del testicolo, compare tra i 10 e i 14 anni e se non corretto chirurgicamente, determina infertilità e, molte volte, ipotrofia testicolare omolaterale; infine la fimosi e l’incurvamento congenito del pene; questo ultimo è presente in un soggetto su 100 nati vivi e si consiglia l’intervento chirurgico tra i 1618 anni per evitare che si inneschino problemi di identità sessuale.L’estate (1945) E’ il periodo in cui l’uomo si trova ad affrontare problemi di "geometria peniena", che riguardano la rigidità, la lunghezza e non ultimo, gli ingrandimenti del pene. «Oggi in Italia più di ventimila richiedono un aumento in lunghezza del proprio sesso, rivelando una crisi di identità crescente» dice Martorana. Ma ora anche il mobbing attenta alla felicità della coppia. Una stima precisa del fenomeno ancora non esiste, ma sembra proprio che i casi di disturbi sessuali maschili e femminili, al di sotto dei 45 anni, dovuti alla depressione da mobbing, siano sempre più numerosi. E spesso si pensa di risolvere il sintomo impotenza senza allontanarsi dalla violenza psicologica del proprio ambiente lavorativo.L’autunno va da 46 a 65 anni e le prime défaillance vengono vissute dall’uomo cinquantenne come qualcosa di «patologico e fastidioso» che mal si accorda con l’immagine di sé. In questa la stagione aumenta l’incidenza delle patologie neoplastiche, ma anche delle malattie come il diabete e l’aterosclerosi. Esistono poi gli incurvamenti del pene causate dall’induratio penis plastica, per cui quasi sempre è richiesto un delicato intervento chirurgico. Infine, la chirurgia del cancro della prostata, nonostante la tecnica "nerve sparing", conserva la potenza sessuale solo nel 4565 per cento dei casi.L’inverno andrologico inizia dopo i 65 anni, col calo fisiologico e progressivo del desiderio per una diminuita produzione di testosterone. Anche le patologie sono correlate alla funzione erettiva. Tutto questo però non deve deprimere e frustrare l’anziano. Il problema più grosso, a volte, rimane quello economico. Attualmente viagra e punture di prostaglandine sono dispensate dal sistema sanitario nazionale solo per paraplegici. Sarebbe quindi auspicabile un allargamento di questa nota ad altre patologie come il diabete e naturalmente solo per soggetti bisognosi.
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Aldo Franco De Rose, Responsabile della Clinica Urologica di Genova
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28\11\2002
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FONTE:http://www.peneinforma.com/not_stagionidelmaschio.html
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.IL MASCHIO IN VIA D'ESTINZIONE SECONDO STUDIOSO
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L ONDRA, 2 NOV - Maschio addio: e' una razza in via d'estinzione, che nell'arco dei prossimi anni diventera' obsoleta sul piano sociale e biologico. A suonare la campana a morto per il sesso forte sono alcuni studiosi riuniti a Vienna per il primo convegno mondiale sulla salute degli uomini, secondo i quali le donne presto non avranno piu' bisogno dell'altro sesso. La provetta, le banche di spermatozoi e i metodi sempre piu' moderni per la fecondazione assistita stanno sottrando all'uomo il ruolo di indispensabile partner sessuale, sottolineano gli esperti. E le cose non vanno meglio all'interno della famiglia e della struttura sociale, dove la sua posizione si fa sempre piu' debole. ''L'uomo continuera' a essere necessario?'', si chiedono. Siegfried Meryn, professore dell'Istituto per l'educazione medica della capitale austriaca, e Alejandro Jadad, dell'universita' di Toronto, hanno anticipato le loro preoccupazioni sul settimanale scientifico 'British Medical Journal': l'unica speranza, per l'uomo, e' che la donna faccia sue quelle caratteristische essenzialmente negative che hanno portato il maschio sulla strada dell'estinzione. ''Negli ultimi anni - hanno scritto - c'e' stato un netto aumento dei disordini psico-sociali nei maschi''. Bevono piu' alcool, prendono piu' droga, soffrono di depressione in percentuali superiori alle donne. E che dire delle 30 guerre che al momento infiammano il mondo, ''per la maggior parte causate, combattute e aggravate dagli uomini?'' La lista dei mali del maschio e' lunghissima: non e' circoscritta alla minore utilita' sessuale e a problemi psicologici. Rispetto alla donna, sottolineano Meryn e Jadad, l'uomo ha piu' probabilita' di morire delle 12 principali cause di decesso che vanno dal cancro al suicidio, dall'attacco cardiaco agli incidenti automobilistici. Questo nonostante la donna sia fisicamente piu' predisposta ad alcune malattie, debba occuparsi della famiglia e della casa e sia meno retribuita quando lavora. In ufficio la donna sta prendendo il sopravvento: ''Sa fare tutto quello che sa fare l'uomo - scrivono i due professori - e generalmente lo fa meglio''. Non e' una sorpresa, insomma, che l'uomo sia depresso. Ma l'aspetto piu' pericoloso per lui e' proprio quel machismo di cui e' sempre andato fiero. Considera preoccuparsi della salute ''una cosa da donne''. Di conseguenza non va dal medico con la stessa frequenza e quando ci va a volte e' troppo tardi.
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03\11\2001
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(ANSA)
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ALLA RICERCA DEL PENE PERDUTO
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Globalizzati, deboli e stressati: com'è duro essere maschi
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N ella società della globalizzazione l'uomo non sa più chi è veramente. Crisi d'identità, di certezze, di personalità. Forse è sempre più debole, sempre in conflitto con se stesso e col proprio corpo. Sui problemi e sulla difficoltà di essere maschio al di là dei ruoli dominanti e degli stereotipi aggressivi del cacciatore, del guerriero e del dominatore si è soffermato il sociologo Osvaldo Pieroni nel saggio intitolato "Pene d'amore".Riflessioni dedicate al tema delle "maschilità" e, in particolare, alla sfera più intima e al corpo dell'ex sesso forte. Pieroni parla della grande difficoltà che l'uomo incontra nel parlare di se stesso e delle esperienze personali, delle emozioni, della sessualità e, quindi, del proprio pene, organo di senso e di percezione connesso al corpo intero.Un libro coraggioso e provocatorio che affronta la crisi del "fallo", del rapporto emozionale con gli altri e con la società, della ricerca di un'identità di genere maschile aperta alla relazione e al mutamento. Il maschio è confuso, remissivo, introverso o, in caso contrario, violento, aggressivo, prepotente. Nessuna via di mezzo.L'altra metà del cielo ha trovato la sua strada. I ruoli si sono invertiti: se per anni la donna è stata alla ricerca di se stessa tentando di scoprire il suo ruolo nella società, la propria identità in conflitto col corpo... ora tocca al maschio. Un uomo, quello di oggi, che tra tensione e stress ha creato una nuova specie: la razza pavona.Lo rivela un'indagine dell'Istituto Taylor Nelson Sofré Abacus. Da questa inchiesta emerge che il 56% degli uomini combatte le proprie ansie e nevrosi regalandosi un abito nuovo, il 44% concedendosi un massaggio. Il 23% dà una svolta alla propria vita cambiando look.Maschi narcisisti che dedicano sempre più tempo allo shopping, al proprio corpo tra palestra, creme, cremine, massaggini. Tutte cose che somigliano più a una scusa, un paravento, un'illusione per ridurre il disagio e ricostruire la propria autostima. Da guerriero e dominatore a pavone stressato: è un po' triste. Sarà difficile riconquistare l'identità di una volta? Ai posteri l'ardua sentenza.
Davide Camicioli
16\12\2002
FONTE:http://news2000.libero.it/noi2000/nl4.html
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.LA FINE DEL MASCHIO LATINO
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N on ci siamo già visti da qualche parte? Di sicuro, se volete avere una speranza di non andare in bianco, è meglio che questa frase la cancelliate dal vostro vocabolario: le donne rivogliono il maschio latino e sono stufe di amanti impacciati.Un recente studio condotto su un campione di 280 ragazzi e ragazze di età compresa tra i 18 e i 25 anni ha rivelato che, in un caso su tre, i lui sono impacciati, incapaci di corteggiare, poco fantasiosi, troppo poco maschili e completamente disastrosi sotto le lenzuola.Al contrario, le lei sono troppo aggressive, brancolano nel buio senza sapere quello che vogliono e troppo spesso si dimenticano le arti della seduzione, che tendono a confondere con la volgarità. Insomma, un quadretto impietoso...
09\07\2007
FONTE:http://amicideciosa.net/index.php?option=com_content&task=view&id=3118&Itemid=210
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.Maschio dove vai ?
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LA COPERTINAD opo anni di guerre tra i sessi il maschio in crisi di identità cerca di riacciufarla.I nostri compagni di viaggio cercano un equilibrio.Tra sentimento, sesso, senso di paternità e voglia di confrontarsi con la natura, con lo sport e magari riscoprire anche il loro lato selvaggio e animale.L'augurio che ci facciamo e che questo "movimento" aiuti alcuni maschi a crescere oltre che ad affermare una identità perché oltre all'orgoglio "di categoria" c'é bisogno soprattutto di dialogo tra i sessi e parità non solo nel lavoro (quindi con la crescita delle figure femminili) e nella famiglia di una presenza più precisa e costante degli uomini.Aspettando che il neo "uomo selvaggio" dia dei "frutti" abbiamo pensato per la copertina a uomini intensi... e l'abbiamo dedicata all'attore francese Jean Marin.Scopriamo in questo piccolo reportages segreti e notizie sull'evoluzione del maschio.
FONTE:http://www.porto.it/tullerosa/maschio/maschio1.htm
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.MATCH POINTS
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W oody Allen con i suoi film ha creato una nuova tipologia di "uomo americano". Ha saputo raccontare l'indecisione, l'ipocondria, la crisi d'ansia, l’ammissione dei propri fallimenti, con uno stile e un linguaggio nuovo. Ha rappresentato perfettamente e senza alcun pudore la decadenza della figura del maschio occidentale: un maschio insicuro, deciso a non decidere mai, preda del panico e vittima di donne che appaiano come pianeti incomprensibili ed irraggiungibili. Nessuno meglio di lui ha saputo così ironicamente raccontare l'alba del disastro nelle relazioni sentimentali. E forse nessuno come lui ha avuto il dono di una scrittura così elegante, così incisiva, colta e comica.
Questo volume raccoglie una serie di interviste, fatte dall'autore Marco Spagnoli tra il 1998 e il 2005. In realtà esse non aggiungono niente di inedito al profilo del regista che si è delineato fino ad oggi nei molti libri che si sono occupati di lui. In questo senso, si può dire che sono specchio fedele degli ultimi film di Woody Allen che non intaccano la brillante filmografia del regista. Tuttavia queste interviste, così come i film, sono sempre piacevoli da assaporare: “ Qualcuno dice che i miei film sono tutti uguali. A me non sembra così: certo, ci sono delle somiglianze, ma si tratta di pellicole completamente diverse. La mia spiegazione per tutto questo è che io sono come la cucina cinese. Ci sono centinaia di piatti ma, alla fine, è sempre cucina cinese".
Ciò che meglio rappresenta questo libro è lo slogan della collana di cui fa parte: "chewing gum è una collana di libri da masticare, senza che le parole perdano sapore".
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INDICE.Prefazione 9
Highlights 13
Celebrity 21
La maledizione dello Scorpione di Giada 35
Hollywood Ending 45
Anything Else 71
Match Points 87
Filmografia 105
.14\11\2007
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FONTE:http://www.sentieriselvaggi.it/articolo.asp?sez0=3&sez1=15&art=24087
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.DONNE AGGRESSIVE : LUI IN CRISI
Lo stress logora la coppia
P overi uomini! Sembra proprio che il prezzo da pagare per secoli di supremazia maschile aumenti di sondaggio in sondaggio. L'ultimo ad annunciare lo sprofondamento del maschio "latino" in una crisi sempre più nera, è firmato Eliana Monti, titolare del Club per Single (www.elianamonti.it).
Sono lontani i tempi di Casanova e Don Giovanni: l'uomo moderno è passivo, insicuro, non sa più corteggiare, e si trova di fronte a donne che sono praticamente delle Erinni: aggressive e poco raffinate, volitive e prevaricatrici. Questa l'impietosa fotografia scattata dal sondaggio condotto nelle principali città italiane, con interviste a 400 ragazzi e ragazze di età compresa tra i 20 e i 30 anni.
La ricerca evidenzia che gli approcci tra i due sessi sono sempre più difficili, e rompere il ghiaccio a volte diventa molto complicato. Secondo le donne, gli uomini sono incapaci di corteggiare appropriatamente, sono impacciati e troppo passivi. E quando si tratta di arrivare al dunque si muovono con poca disinvoltura.
Ma anche gli uomini si lamentano delle donne, che secondo loro non sanno essere seducenti e sono troppo aggressive. Secondo il 32% del campione di sesso maschile, inoltre, le donne di oggi sono poco raffinate e per il 29% sono egoiste. "Sempre più spesso nelle coppie non mancano le crisi che arrivano anche dopo pochissimo tempo", commenta Eliana Monti.Il vero punto debole del sesso made in Italy è proprio lo stress, che spesso logora i rapporti tra partner e trasforma le relazioni in lunghi momenti di vuoto o - peggio ancora - di tensione e di aggressività. Le esigenze lavorative e la mancanza di tempo che oggi affliggono sia gli uomini che le donne, trasformano gli incontri in una specie di missione impossibile. Secondo il sondaggio del Club per Single, due intervistati su cinque vorrebbero sentirsi meno stressati e vorrebbero trascorrere più tempo con il proprio partner. E un terzo delle coppie sperimenta già nei primi mesi insoddisfazione per il rapporto con il partner (il 38% delle donne ed il 34% degli uomini). "Le donne non amano gli uomini che non sanno prendere decisioni", puntualizza Eliana Monti, "l'uomo che tentenna e che lascia sempre decidere alla donna manca di carisma. Essere sempre passivi viene interpretato come una mancanza di personalita' e l'uomo che pende completamente dalle decisioni di una donna non viene visto come possibile compagno".
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13\11\2007
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FONTE:http://www.tgcom.mediaset.it/tgmagazine/articoli/articolo387830.shtml
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.Goodbye latin lover
.D onne, italiane e non, mettetevi l'animo in pace. Lui non c'è più. Si è estinto e nessuno ha pensato di clonarlo. Neanche il genio della lampada ci potrà aiutare. Non è più un animale raro, è proprio finito. Il maschio italiano. Il latin lover per eccellenza. Ce lo dice il Times di Londra che cita una ricerca sociologica secondo cui gli uomini di oggi si sono lasciati vincere dal romanticismo, soffrono come e talvolta più delle donne le pene d'amore. Piangono. Piangono lacrime d'amore! Ce lo possiamo scordare il seduttore bastardo ma tremendamente affascinante che ci poteva rigirare come voleva, passare da una donna all'altra con enorme disinvoltura, tra una sigaretta e l'altra. Lo odiavamo, ma ci tentava maledettamente. Adesso si è trasformato in un essere timido e piagnucoloso che corre da mammà a chiedere consigli, guai a fare stragi di cuori!Non è lecito! Non è bene! Addio, latin lover, simbolo della virilità italiana. Tutto sarà diverso senza di te. Ci mancherai. Oppure no.
17\01\2005
FONTE:http://misstrendy.libero.it/index.php/2005/01/17/title_12
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MASCHIO ADDIO
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I COMPORTAMENTI DEGLI UOMINI
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G li uomini hanno smarrito la loro identita'. Messi all'angolo dalle donne, non sembrano piu' in grado di reagire. Sono intimiditi, incapaci di mantenere un rapporto stabile rispondendo alle richieste provenienti dall'universo femminile. Il loro ruolo nella societa' si e' fortemente indebolito. Anche se continuano ad occupare posizioni di rilievo appaiono insicuri e inquieti. Hanno paura di misurarsi con le donne in carriera. Sono queste i primi dati dai quali prende le mosse lo psichiatra e sessuologo Willy Pasini nel saggio ''Uomini da amare. I maschi di oggi: capire e gestire mariti, fidanzati, compagni'', pubblicato dalla casa editrice Mondadori.Il modello maschile tradizionale attraversa una crisi profonda e forse irreversibile. Di fronte alle loro debolezze i maschi reagiscono spesso con violenza. Riversano tutta la loro insofferenza sulle dinamiche di coppia e sulla famiglia. Le regole sociali vengono ancora rispettate. Eppure, le relazioni tra gli uomini e le donne sono in difficolta' e non vengono rispettate piu' le regole di una volta. ''Le donne non capiscono gli uomini -scrive Willy Pasini- ma gli uomini non capiscono se stessi. Nella sfera pubblica la forza dei maschi e' ancora dominante e, benche' non abbia piu' l'arroganza di un tempo, la 'razza padrona' detiene ancora il potere. Nella sfera privata, invece, il maschio sembra una specie in via d'estinzione''. Ma non solo. Gli uomini reagiscono alle loro difficolta' con una certa apatia abbandonando la classica intraprendenza che dovrebbe caratterizzare la loro indole. Un'apatia che si coniuga anche con la passivita'. Gli uomini, spiega Pasini, non cambiano i loro comportamenti e si chiudono sulle loro posizioni senza cercare di dialogare con la 'controparte'.Grazie alla sua esperienza, Pasini inquadra i problemi degli uomini offrendo loro nuovi modelli ai quali ispirarsi. In questa prospettiva, egli studia le caratteristiche di alcuni personaggi della mitologia greca che si sono distinti in virtu' della loro forza. Nelle pagine del libro, dunque, sfilano Achille, il guerriero forte e saggio, Ulisse, il viaggiatore coraggioso, e Chirone, il centauro educatore di eroi. Esempi che dovrebbero aiutare gli uomini a coltivare nuove relazioni con le donne. Relazioni basate su una visione piu' aperta del rapporto interpersonale e sulla capacita' di rinunciare ad una parte di se'.
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WILLY PASINI
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.I FILM DA RAGAZZE NON PIACCIONO AI MASCHIETTI ?
.S econdo uno studio dell’università del Kansas i film romantici, quelli generalmente considerati “per ragazze”, sarebbero apprezzati e non poco anche dai loro fidanzatini. Infatti secondo Richard Harris, professore di psicologia che ha condotto lo studio, la scelta del film da vedere sarebbe fatta in modo condiviso e quindi l’idea del ragazzo trascinato a forza a vedersi due ore di buoni sentimenti e sdolcinature varie sarebbe falsa.Anche gli horror movie del resto sembrano essere apprezzati (da un precedente studio del solito professore) in ugual modo da entrambi i sessi, solo che le ragazze tenderebbo a fare finta di spaventarsi aggrappandosi al braccio del ragazzo “solo” perchè senza questo gioco di ruolo il film sarebbe molto meno interessante per tutti e due.
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02\02\2007
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FONTE:http://www.cineblog.it/post/4577/i-film-da-ragazze-piacciono-anche-ai-maschietti/1
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.LE DONNE DI SUCCESSO NON PIACCIONO AI MASCHIETTI
.G li uomini sono spaventati da compagne troppo sicure e intraprendenti sul lavoro, che hanno perciò difficoltà a trovare la loro metàLe donne che hanno troppo successo sul lavoro spaventano gli uomini. Lo afferma il libro “The Money Gym: The Ultimate Wealth Workout” di Nicola Cairncross, scrittrice che spiega come le donne più realizzate nella carriera facciano difficoltà a trovare l’uomo giusto. E, in molti casi, non lo trovano affatto. La Cairncross spiega al “Daily Mail”: “Quando un “uomo alfa” (tutto lavoro e responsabilità, ndr) arriva a casa la sera, dopo una lunga e stressante giornata di lavoro, l’ultima cosa che desidera è di trovare una moglie con la quale sentirsi in competizione. Gli uomini vogliono una vita facile, qualcuno che li capisca e li consoli. Ecco perché sposano femmine “beta”, che non hanno i tratti mascolini delle sorelle “alfa” e sono molto più riposanti. Le donne di successo vogliono tutto e subito e hanno aspirazioni elevate, che portano poi nelle loro relazioni. Ma a queste donne mi sento di dover dire che non possono avere tutto e di aspettarsi che tanto più in alto saliranno nella scala della gratificazione professionale, tanto più difficile sarà per loro trovare un rapporto che funzioni davvero… Purtroppo, le donne devono accettare che la fine di una relazione è il prezzo da pagare se vogliono avere successo – continua la Cairncross – tanto è vero che il 20% delle donne che viene da me per una consulenza, poi finisce per lasciare il proprio partner”.A testimoniare la teoria della Cairncross c’è il racconto di Jacqui Paltridge, 41enne ex designer. Undici anni fa la donna, che ora guadagna 100.000 sterline (circa 150.000 euro) l’anno, stava con Leo, uno scenografo. “Lui mi rimproverava di dedicarmi troppo alla mia professione ed è arrivato a definirmi “spaventosa”, ma non era la prima volta che un uomo me lo diceva. Ha anche detto che lo “intimidivo”. Ma cosa si aspettava da me? Ho un’attività fiorente, che mi gratifica, e se vuoi avere successo nella vita, devi per forza essere competitiva, ma questo agli uomini non piace”. «Sono a un bivio della mia vita – spiega Lucy Gemmell, 42enne proprietaria di una ditta di catering che quest’anno ha fatturato più di 10 milioni di sterlin – perché ho due bellissimi bambini, un lavoro straordinario e sono finanziariamente indipendente. Vorrei incontrare qualcuno di speciale, ma essere una donna di successo pare aver ristretto il campo di ricerca, perché non riesco a trovare uomini che siano al mio stesso livello. E quelli che lo sono, scelgono spesso di sposare donne che siano un trofeo da esibire”. Secondo la Cairncross, una soluzione c’è: “Il motivo per cui la mia storia sta continuando – ammette la scrittrice - è che non appena arrivo a casa, mi trasformo in una femmina sensuale, lasciando i tratti mascolini del mio lavoro fuori dalla porta. Solo così si può pensare di tenere in piedi una relazione”.
25\10\2007
VipLine.it
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.SPIAGGIA PER SOLE DONNE
Divieto di accesso per i maschietti
C 'e' una spiaggia a Rimini frequentata da sole donne. Fatta apposta solo per la rappresentanza di sesso femminile. Divieto di accesso per i maschietti. In spiaggia si prende il sole, si fanno diete su misura lontano dagli sguardi indiscreti dei maschioni. Un convivio tra donne, un paradiso per sole femmine. E funziona. L'Emilia si conferma campionessa di idee: ogni estate una nuova trovata. Complimenti.
16\06\2007
Autore: Redazione
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.FARSI ALLUNGARE IL PENE
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E ' uno degli interventi piu' richiesti dai maschietti inglesi.Gli uomini di oggi non sono piu' quelli di una volta. Oggi si depilano, si fanno la liposuzione all'addome per togliere gli eccessi di grasso, si impiastricciano di creme abbronzanti e olii profumati, si truccano, si gonfiano col botulino per stirare le rughe. In profumeria e negli istituti di bellezza spendono ormai piu' delle donne. Il Times di Londra ha stilato una classifica degli interventi piu' gettonati dai maschietti british. Tra una ricostruzione e l'altra delle varie parti del corpo vi e' anche l'allungamento o l'ingrandimento degli organi genitali. Costo cadauno: circa novemila euro. Altro che ostriche al viagra come stanno pensando di incrociare i produttori del famoso mollusco afrodisiaco.
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16\06\2007
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Autore: redazione
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GIOVANI INGLESI MAMMONI COME GLI ITALIANI
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H anno 30 anni e non se ne vogliono andare.Due ricercatori italiani che lavorano e vivono all'estero, Marco Manacorda ed Enrico Moretti, il primo lavora a Londra, il secondo a San Francisco, hanno evidenziato in una loro indagine come i ragazzi inglesi siano sempre piu' restii ad andare via da casa. Un vizietto tutto italiano, dunque, che ha fatto esplodere la moda del mummy's boys,ovvero i mammoni inglesi. Ragazzi ' buoni a nulla ' con poca voglia di fare che rimangono in casa per comodita' in molti casi, come accade in Italia, bloccati dalle mamme chioccia. Che impediscono ai figli di 'volare' attaccandosi alle ragioni piu' disparate. Un fenomeno tutto italiano che si sta evidentemente allargando anche in Gran Bretagna.
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05\07\2007
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Autore: redazione
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.L'IDENTITA' MASCHILE E' IN CRISI
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A ggressivi, spesso dipendenti dalle droghe, vittime di disturbi ossessivo compulsivi: gli uomini hanno perso la sicurezza di un tempo e, a detta degli specialisti, sono più fragili di noi donne.Dov’è finito il maschio di una volta? Sicuro di sé e del proprio ruolo non lo è più, dato che sempre più frequentemente cade vittima di diffidenza, paura, aggressività. Il suo problema principale è il calo del desiderio secondo gli esperti. Spesso è autocensura sessuale causata da disturbi assolutamente curabili, quali disfunzioni organiche e stress, ma può anche dipendere dall’overdose di stimoli erotici che ci circonda, attraverso immagini e suoni. Il risultato? Il sesso non dà emozioni e quindi non interessa più di tanto, perchè viene vissuto come l’ultima delle troppe fatiche che scandiscono la routine quotidiana.Ma l’uomo disorientato manifesta il suo malessere anche con le somatizzazioni: tra le patologie da cui pensa di essere affetto ci sono l’ipertensione, segnale della paura di affrontare emozioni forti e dolorose, e le eruzioni cutanee, con cui il corpo sfoga l’affettività e l’eros temuti e repressi.Altri due disturbi fino ad oggi considerati tipicamente femminili, ma ultimamente in aumento anche tra le file del sesso forte, sono l’anoressia e la bulimia, che negli uomini sono spesso associate ad altre patologie e rappresentano un tentativo per controllare angosce profonde. Le modalità con cui si manifesta l’anoressia sono quasi identiche a quelle della donna, ma l’uomo tende a nascondere questa condizione di disagio e ha paura a parlarne in pubblico. Studi recenti hanno anche segnalato che tra i soggetti maschili che si identificano nel sesso femminile, la presenza di disturbi del comportamento alimentare è sicuramente più elevata. Si ipotizza che questa diversità possa essere stimolata dalla rappresentazione sociale di un “modello” che viene utilizzato da chi si identifica nel disagio femminile. Anche l’ansia e gli attacchi di panico hanno un’incidenza maggiore sull’universo maschile. Se le donne cadono vittime della depressione, negli individui di sesso maschile prevalgono atteggiamenti impulsivi e schizofrenici, indotti dalla diffusa dipendenza da alcool, anfetamine, cocaina e cannabis, sostanze che creano dipendenza e possono provocare comportamenti autodistruttivi. È significativo che tra gli uomini, la percentuale di suicidi è più elevata, così come l’insorgere della schizofrenia, che si manifesta più precocemente che fra le donne.Ad una società in cui è fondamentale l’autocontrollo, la capacità di sapersi organizzare ed affrontare razionalmente gli impegni e lo stress quotidiano, l’uomo risponde sviluppando sindromi ossessivo-compulsive, che colpiscono soprattutto trentenni e quarantenni e che spesso non vengono affrontate come si dovrebbe. Sono poschi, infatti, coloro che hanno la forza ed il coraggio di ammettere il proprio disagio e di sottoporsi ad una terapia medica. E quando lo fanno chiedono cure veloci, che consentano di mettere a tacere il problema nel minor tempo possibile.
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FONTE:http://www3.spaziodonna.com/articolo.phtml?f_id=1549
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.LA CRISI DEL MASCHIO SCONFITTI E BASTONATI
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U na spietata e profonda analisi della crisi del maschio contemporaneo da una giornalista che ha vinto il premio Pulitzer per le sue inchieste.All'alba del nuovo millennio sono gli uomini che devono affrontare la più dura delle battaglie, quella con se stessi: con i valori che fino ad oggi hanno incarnato e con i ruoli che finora hanno giocato. Una battaglia il cui esito è la conquista di una nuova identità, psicologica e sociale.Se gli uomini sono (ancora) il sesso dominante, perché mai tanti di loro si sentono oppressi, traditi, addirittura bastonati? E perché l'unica risposta che sanno dare è quella della forza? Mente i padri sono sempre più assenti, i figli hanno pericolose tendenze autodistruttive. Inoltre oggi in famiglia una donna su due subisce violenza dal marito, aumentano le cause civili per molestie sessuali sul posto di lavoro, esplode la collera o la depressione dei lavoratori licenziati…La crisi feroce degli uomini rappresenta una tragedia sociale di vasta portata, che Susan Faludi giornalista del The Wall Street Journal e vincitrice del Premio Pulitzer, presenta in tutte le sue sfaccettature nel suo ultimo libro dal titolo provocatorio, "Bastonati!" (Lyra Libri, 704 pagine, 49.000 lire). Raccogliendo le testimonianze dalla viva voce dei protagonisti, l'autrice porta alla luce la storia drammatica di una società, la nostra, che ha fatto promesse allettanti ai propri figli maschi per poi infrangerle una a una. Un tradimento che si è compiuto su vari fronti: nelle aziende e negli stadi di calcio, nelle caserme, nelle strade e nel salotto di casa.La Faludi ci porta alla radice dell'angoscia degli uomini raccontando la vita, e i drammi, di lavoratori cacciati dall'industria perché in esubero, tifosi traditi dai loro idoli, ex combattenti senza più guerre, dirigenti senza direzione, divi del cinema e attori porno con alle spalle disastri famigliari, militari senza ideali e bande di giovani "sbandati". Tutti accomunati dalla sensazione di aver perduto qualcosa: competenze professionali, lavoro, ideali, passioni, sentimenti, ruolo civile.Uno stato d'animo che a sua volta è solo il sintomo di un più vasto e profondo fallimento culturale. Dal quale però partire per superare il vecchio paradigma della lotta tra i sessi, liberarsi dal peso opprimente di una cultura maschilista, porre le basi per una nuova cultura del rispetto e aprirsi a una vera emancipazione che coinvolga tutti, uomini e donne.E secondo voi, c'è qualche responsabilità delle donne nella crisi dei maschi?
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FONTE:http://www3.spaziodonna.com/articolo.phtml?f_id=576
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.HO SPOSATO UN DEFICIENTE
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IL MARITO CHE NON CI MERITAL ’imbranato, l’ingrassato, il palloso.Ognuna ha il marito che non si merita. L’autrice di questa rubrica spiega: «Siamo tutte sulla stessa barca». Perché dietro un grande uomo, c’è sempre una donna che alza gli occhi al cielo. Scrivetele
Il titolo è un po' forte, me ne rendo conto, quindi vorrei subito chiarire: deficiente nel senso che defice, lacunoso, mancante. Mancante di ciò che è indispensabile per essere una donna. Naturalmente una cosa in più ce l'ha, giusto quella: la pancia! «È fisiologico - dice il mio oculista - passano gli anni e cala la vista». E io, che ho sempre avuto 10 decimi, per leggere il giornale ora devo allontanarlo (finché le braccia non saranno diventate troppo corte). L'unico caso in cui, con il passar degli anni, la vista è migliorata è nel matrimonio.Del giorno in cui ho sposato Sean "Crozza" ConneryIl giorno in cui quel "deficiente" è diventato mio marito era bellissimo, magro, alto, moro, maschio. Essendo pelato da sempre, io me lo immaginavo moro e lui, docile, non mi contraddiceva: avevo sposato Sean Connery! Lo guardavo e mi sfregavo gli occhi, non potevo credere che quella meraviglia fosse mia. Dopo un mese, un filo di pancetta già si intuiva fra la T-shirt e le Cagi a costine... Ma una nebbia d'amore nascondeva il profilo leggermente adiposo e le Cagi, altro che i banalissimi boxer, erano così originali, alternative. E maschie! Anche oggi, dopo 14 anni, ogni tanto mi sfrego gli occhi: non posso credere che quella strabordante meraviglia sia ancora mia. Insomma, il giorno del matrimonio ho detto SÌ! Due anni dopo, tempo necessario alla decompressione da innamoramento, la frase si è completata: SÌ, HO SPOSATO UN DEFICIENTE!E so con certezza che non sono l'unica: TUTTE abbiamo sposato un deficiente. Alcune lo affermano in modo sfrontato, altre abbozzano un sorriso grato: «Ma si può dire? Tuo marito non si offende?». No, mio marito non si offende: è deficiente, ma obiettivo. Sa che ho ragione! Quando fa autocritica dice: «È impossibile che continui ad amarmi nonostante tutto: deve essere grazie a un filtro magico». Io penso davvero di essere stata vittima di un sortilegio e aspettando un principe continuo a risvegliarmi accanto al solito rospo. Che sembra Sean Connery, ma con le Cagi.Di quella volta in cui è stato operato al meniscoComunque mio marito è soprattutto un deficiente di coraggio. Vi racconto dell'operazione al menisco. Che io sappia non è una delle più truculente e, salvo sfighe, neanche particolarmente rischiosa. Ma al prelievo di sangue per gli esami di routine è svenuto. Oltretutto, il deficiente, per andare in ospedale si era messo le scarpe nuove, scamosciate, color ghiaccio, costate una mensilità dell'asilo nido dei bambini. Cadendo ha trascinato con sé l'infermiera e la butterfly che la suddetta manovrava. Risultato: la saletta prelievi si è trasformata in un mattatoio.
Ma, peggio, le scarpe nuove color ghiaccio adesso sono maculate rosso bordeaux (le prossime gliele compro testa di moro)! Insomma, non solo non è Sean Connery, ma è un principe azzurro senza sangue blu! Lui comunque è uscito dalla sala operatoria garrulo e cinguettante che nemmeno quando sono nati i suoi figli. Era felice per lo scampato pericolo. Si sa, l'operazione al menisco ha una percentuale di mortalità altissima: ne escono vivi solo 99,99 su cento... Non so se mi spiego! Lui invece dava del tu al chirurgo (mai visto prima), pacche sulle spalle al barelliere cantando "Osteria numero nove...", pacche sul... le spalle alle infermiere e mance che nemmeno Kashoggi. «È andato tutto bene, ma non si sa mai, un rigetto post operatorio. Meglio tenerseli buoni!». Poi, sdraiato sul lettino di dolore da appena un'ora, mi guarda e chiede: «Non mi verranno mica le piaghe da decubito?». Il deficiente con i figli, il deficiente in cucina, il deficiente in macchina. C'è materiale per scrivere la Treccani! Ma siccome siamo in tante sulla stessa barca, aspetto le vostre storie. Scrivetemi, vi farà bene! L'indirizzo è: hosposatoundeficiente@yahoo.it. E ricordate, come dice Jim Carrey, e lo cito non a caso: «Dietro ogni grande uomo, c'è sempre una donna che alza gli occhi al cielo!».
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15\10\2007
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FONTE:http://velvet.repubblica.it/dettaglio/Il-marito-che-non-ci-merita/22341?page=1
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3 MINUTI SOLO 3 MINUTI
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B eh, la brevità a letto del maschio italiano è oramai conclamata.Dalla spiegazione più comune (Cara Berta, si scopa una volta al mese, come pretendi che duro più di così?) a quella più sofisticata (è una questione degli ormoni che aggiungono alla cocacola) il fatto è che il sesso veloce sta diventando un problema.Da un lato vi è la consapevolezza del fatto che i modelli presentati agli adolescenti da film porno sono difficilmente raggiungibili (e che diamine, quelli sono professionisti del sesso, è normale che durino due ore e vengano a comando!) dall’altro che oramai ritagliamo al sesso una porzione sempre più marginale della nostra vita, piena com’é di appuntamenti e to do list. Mi piacerebbe in questo senso che, dopo “ritira i bambini all’asilo” e prima di “finisci la presentazione per il sales meeting” vi sia “un’oretta di sesso orale con Paola”.Non sono personalmente d’accordo con River, quando afferma che la brevità sia addirittura un valore. A me piace fare sesso, e, compatibilmente con il mio stato di forma, cerco di durare il più possibile. Cosa che ovviamente non sempre mi riesce, in quanto anche io non sfuggo alla regola della “to do list”.Se però il problema esiste, visto che le statistiche lo dichiarano così esteso, la soluzione a mio avviso sta nella demeccanizzazione dell’amplesso. Insomma, l’essere lesto a concludere non necessariamente comporta un problema: lo è se le aspettative crescono, se cioé ci si affida a schemi noti e ripetitivi. Se ci vogliono sessanta minuti per la preparazione e tre per fare l’amore, ecco la situazione non è ottimale. Direi che il rapporto, in questi casi vada ampiamente ridotto: da 20:1 ad almeno 4:1. Insomma, a mio giudizio a letto non funziona il vecchio adagio “chi lascia la via vecchia per la nuova…”. Variare, nei limiti personali del pudore e del rispetto, senza dover affidarsi ad orari e contesti predefiniti, ciclici e sempre uguali a sé stessi. Post tags: Nessun Tag
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26\03\2007
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FONTE:http://www.rebelot.it/?p=2672
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.L'INUTILITA' DEL MASCHIO
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D a Scarlett Johansson ad Anna Falchi, dalla Marini alla Arcuriil verdetto è sempre lo stesso: non serviamo più a niente!
Un bluff che dura da millenni, quello del "maschio indispensabile,ha le ore contate. Se anche Alessia Fabiani passa l'agosto in barcacon le compagne di liceo invece di lisciarsi sul torace espansodell'ultimo fidanzato, la faccenda comincia a farsi seria. Ancheperché non si tratta di un caso isolato. La vacanza per sole donne,raccontano le trombe gossipare, è stato il leitmotiv dell'ultimaestate. Donne pubbliche e private si sono organizzate in proprioo con le agenzie ad hoc nel viaggio tutto incluso, privilegiandoviaggi esotici, conventi e città d'arte, spiagge e locali rigorosamenteriservati al rosa. Valeria Marini e Manuela Arcuri hanno rivendicatocon orgoglio il loro status di single. Anna Falchi ha preferito ilfratello come partner da spiaggia. Intercettate Martina Stella aIschia a spasso con la mamma, Scarlet Johansson al largo deiCaraibi con le amiche. Per non dire della Irene Ghergo, una che giàda anni se ne va in vacanza solo con i gay perché l'etero èpalloso oltre che vanitoso. Questa volta si è chiusa due giorniin un convento del Montalcino con Pierluigi Diaco per un weekendmeditativo e casto. Un sondaggio ha rivelato che la maggioranzadelle signore sopra i 40 il weekend meditativo e non necessariamentecasto lo passerebbero in convento con George Gaenswein, il fascinososegretario personale in abito talare di Papa Benedetto XVI. Se sisparge la voce e già si è sparsa, che l'uomo è una scimmiafutile, poco interessante, che non è stupido come sembra, molto di più,e che soprattutto se ne può fare a meno, è finita. Fatta eccezioneper frati, fratelli e gay, resisteremo al fianco della donna solo comefunzione riproduttiva o educati gorilla con carta di credito incorporata.Il che ci riporterebbe, carta di credito a parte, negli standard del regnoanimale, dove è la femmina che sceglie e detta legge. Resiste DavidBeckham, ma solo perché senza di lui la Spice prenderebbe il voloal primo colpo di vento e soprattutto non saprebbe come scenderedalla Rolls con i trampoli di venti centimetri che porta ai piedi. Resistonovecchie pellacce. Paleomaschi d'altri tempi come Flavio Briatore ma solocome promesso sposo e dispensatore di diamanti. Resiste Luca di Montezemolo,e ora sappiamo perché.
Giancarlo Dotto
Ottobre 2007
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.MASCHI ITALIANI ALL'ULTIMO POSTO
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È finita l'era del macho latino, maschio e amante focoso. Secondo uno studio condotto dal sito www.willypasini.it sulle abitudini sessuali di 1.200 uomini europei, risulterebbe infatti che l'amante più attivo sia l'uomo svedese, con 156 rapporti all'anno, seguito dai bulgari (154) e russi (149). Quarto posto ai francesi, con una media di 138 volte all'anno e, infine, ci ritroviamo noi, popolo dalle grandi virtù amatorie, ormai desuete evidentemente, con un misero 114, superati anche dagli spagnoli (118). Giusto per mortificarci ancor di più, dallo studio emerge anche un altro dato non troppo incoraggiante: siamo i più veloci nei preliminari. Con 15 minuti scarsi di baci e carezze l'italiano è convinto infatti di coinvolgere la propria partner. Forse è il caso di mandare i nostri fidanzati in Olanda per uno stage quest'estate: con un'ora di coccole, gli uomini dei Paesi Bassi sono i migliori in classifica.
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14\07\2004
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FONTE:http://news2000.libero.it/noi2000/no86.html
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.COSI' FRAGILE COSI' MASCHIO
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Maria Novella de Luca
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S i può essere "Fragili come un maschio"? Si può essere uomini e soffrire, vivere, amare senza per questo negare la propria virilità? Oppure, si può rivendicare il proprio ruolo di guerriero, cacciatore, padre, marito, figlio, in anni dove l'identità di Adamo sembra ridotta in pezzi?Sorridono i maschi dalle copertine dei magazine tutti per loro, con i corpi scolpiti dai muscoli e i volti levigati da un sapiente dosaggio di forza e dolcezza, miscela esplosiva di seduzione a cui poche donne sanno dire no. Ma poi basta aprirli quei magazine, per scoprire ansie e timori che abbracciano in un'unica incertezza sesso, corpo, potere, soldi, salute, la psiche e la moda, l' orgasmo e la dieta, la calvizie e la malinconia. Con un linguaggio intimo, "a tu per tu", formula collaudata di ogni rivista femminile di successo.Un caso per tutti, il fortunatissimo "Men's Health", che arrivato al quinto numero ha stracciato tutti i concorrenti, ed è diventato una sorta di "bandiera" di questo uomo nuovo alla ricerca di se stesso. Ed è sempre al maschio allo specchio, che sono dedicati i saggi di due noti psicoterapeuti che arrivano in libreria in questi giorni. Il primo è Fragile come un maschio di Maria Rita Parsi.Il secondo si intitola Essere uomini di Claudio Risè. Due viaggi, opposti, che indagano il percorso di quei maschi che, scrive la Parsi, "cercano di farsi uomini". E' attraverso ventitrè storie di relazione con madri, mogli, amanti, sorelle, figlie che la Parsi descrive il processo di liberazione di ventitrè uomini che hanno imparato ad amare attraverso l'accettazione della propria fragilità.
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06\11\2000
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FONTE:http://www.kwsalute.kataweb.it/Notizia/0,1044,1019,00.html
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.IL MASCHIO NON SI SPOGLIA PIU'
.L a rivincita delle donne: anche lui va in crisi prima della prova costumeNon esiste più il maschio di una volta: impavido, sicuro di sé, borioso. Da un sondaggio svolto da Eta Meta Research su un campione di 850 uomini di età compresa fra i 24 e i 56 anni, è infatti emerso un dato allo stesso tempo inatteso e allarmante: anche il sesso forte, forse più dell'altra metà del cielo, quest'anno teme la "prova costume". Esibirsi in spiaggia in costume dopo un lungo e freddo inverno, sembra sia diventato una specie di trauma.Che siano più narcisisti, attenti al look e alla linea, è facile capirlo dalla sempre più massiccia presenza maschile nelle palestre, ma che arrivassero addirittura a vergognarsi di indossare il costume... eppure è proprio così. A sentirsi in forma in questi caldissimi giorni d'estate è appena il 18% degli italiani (meno di uno su cinque). Gli altri vivono tutti più o meno a disagio col proprio corpo per il terrore di sembrare goffi e poco attraenti, soprattutto in spiaggia.Come sempre, non tutti sono disposti ad ammettere queste debolezze (o addirittura angosce): solo il 24% dei maschietti intervistati ha confessato di avere un fisico "insufficiente", il 23% lo ha invece definito senza mezzi termini "scarso". Il 27% del campione dice di accontentarsi e si definisce "normale". Che cosa li ossessiona di più? Un problema vecchio come il mondo: la pancia. Per sette maschi su dieci (67%) infatti, sempre secondo questa indagine, la pancetta si è trasformata in una vera e propria fissazione.Il 47% si vergogna anche delle cosiddette maniglie dell'amore. L'assenza dei muscoli affligge il 43% e le spalle strette e cadenti il 37%. Ma, constatato questo complesso, quali sono le contromosse? Si mettono la maglietta in spiaggia oppure reagiscono? Il popolo dei pentiti (35%) è in crescita e insieme è aumentata la voglia di riscattarsi. Ma è anche giusto e lecito interpellare il popolo femminile per capire cosa ne pensa e cosa non tollera nell'uomo, soprattutto in costume da bagno.Da un sondaggio condotto da SWG per il settimanale "Donna Moderna", è emerso che la maggior parte delle donne (300 intervistate) detesta l'uomo che in spiaggia palesa poca cura di sé. Secondo la ricerca, sono la schiena pelosa (61%), il petto flaccido (18%) e il sedere basso (16%) a bloccare gli istinti femminili. L'intransigenza di alcune donne in fatto di estetica, del resto, è stranota.Chi non può vantare un'abbronzatura da bagnino (prediletta dal 50% delle intervistate), spalle larghe (passione segreta per il 63% del campione) e pettorali da palestrato, ha ancora una speranza: il "pallore intellettuale" e la "pelata" sembrano esercitare un discreto fascino. Enrica Suzzi
31\07\2002
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FONTE:http://news2000.libero.it/noi2000/15339.jhtml
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."LE STAGIONI DEL MASCHIO": SESSO DIFFICILE AD OGNI ETA'
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"P roblemi e soluzioni nelle quattro fasi in cui si articola la vita riproduttiva (e non) dell’uomo"Aldo Franco De Rose Responsabile della Clinica Urologica di Genova«L’Andrologo e le stagioni della vita». E’ il titolo del XIX congresso nazionale degli andrologi italiani, tenuto a Bologna nei giorni scorsi. «Le analisi epidemiologiche ci dicono che per ogni fase della vita sessuale maschile esistono problemi particolari», dice il professor Giuseppe Martorana, presidente del congresso: «il 25 per cento per cento della popolazione maschile italiana, 6 milioni circa, soffre di problemi di eiaculazione. Circa 3 milioni, il 12.8 per cento lamentano invece problemi di potenza sessuale. L’infertilità interessa 60.000 coppie italiane». Ma i problemi non si limitano alle «stagioni andrologiche» intermedie l’estate (da 19 a 45anni) e l’autunno (da 46 a 65 anni), ma coinvolgono anche la primavera (0-18) e l’inverno (dopo i 65).Il rischio in "primavera" è il criptorchidismo, la mancata discesa di uno o entrambi i testicoli e deve essere corretto entro il secondo anno di età per evitare futuri problemi di infertilità o di tumore. Il varicocele può essere considerato come l’insieme di vene varicose del testicolo, compare tra i 10 e i 14 anni e se non corretto chirurgicamente, determina infertilità e, molte volte, ipotrofia testicolare omolaterale; infine la fimosi e l’incurvamento congenito del pene; questo ultimo è presente in un soggetto su 100 nati vivi e si consiglia l’intervento chirurgico tra i 1618 anni per evitare che si inneschino problemi di identità sessuale.L’estate (1945) E’ il periodo in cui l’uomo si trova ad affrontare problemi di "geometria peniena", che riguardano la rigidità, la lunghezza e non ultimo, gli ingrandimenti del pene. «Oggi in Italia più di ventimila richiedono un aumento in lunghezza del proprio sesso, rivelando una crisi di identità crescente» dice Martorana. Ma ora anche il mobbing attenta alla felicità della coppia. Una stima precisa del fenomeno ancora non esiste, ma sembra proprio che i casi di disturbi sessuali maschili e femminili, al di sotto dei 45 anni, dovuti alla depressione da mobbing, siano sempre più numerosi. E spesso si pensa di risolvere il sintomo impotenza senza allontanarsi dalla violenza psicologica del proprio ambiente lavorativo.L’autunno va da 46 a 65 anni e le prime défaillance vengono vissute dall’uomo cinquantenne come qualcosa di «patologico e fastidioso» che mal si accorda con l’immagine di sé. In questa la stagione aumenta l’incidenza delle patologie neoplastiche, ma anche delle malattie come il diabete e l’aterosclerosi. Esistono poi gli incurvamenti del pene causate dall’induratio penis plastica, per cui quasi sempre è richiesto un delicato intervento chirurgico. Infine, la chirurgia del cancro della prostata, nonostante la tecnica "nerve sparing", conserva la potenza sessuale solo nel 4565 per cento dei casi.L’inverno andrologico inizia dopo i 65 anni, col calo fisiologico e progressivo del desiderio per una diminuita produzione di testosterone. Anche le patologie sono correlate alla funzione erettiva. Tutto questo però non deve deprimere e frustrare l’anziano. Il problema più grosso, a volte, rimane quello economico. Attualmente viagra e punture di prostaglandine sono dispensate dal sistema sanitario nazionale solo per paraplegici. Sarebbe quindi auspicabile un allargamento di questa nota ad altre patologie come il diabete e naturalmente solo per soggetti bisognosi.
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Aldo Franco De Rose, Responsabile della Clinica Urologica di Genova
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28\11\2002
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FONTE:http://www.peneinforma.com/not_stagionidelmaschio.html
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.IL MASCHIO IN VIA D'ESTINZIONE SECONDO STUDIOSO
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L ONDRA, 2 NOV - Maschio addio: e' una razza in via d'estinzione, che nell'arco dei prossimi anni diventera' obsoleta sul piano sociale e biologico. A suonare la campana a morto per il sesso forte sono alcuni studiosi riuniti a Vienna per il primo convegno mondiale sulla salute degli uomini, secondo i quali le donne presto non avranno piu' bisogno dell'altro sesso. La provetta, le banche di spermatozoi e i metodi sempre piu' moderni per la fecondazione assistita stanno sottrando all'uomo il ruolo di indispensabile partner sessuale, sottolineano gli esperti. E le cose non vanno meglio all'interno della famiglia e della struttura sociale, dove la sua posizione si fa sempre piu' debole. ''L'uomo continuera' a essere necessario?'', si chiedono. Siegfried Meryn, professore dell'Istituto per l'educazione medica della capitale austriaca, e Alejandro Jadad, dell'universita' di Toronto, hanno anticipato le loro preoccupazioni sul settimanale scientifico 'British Medical Journal': l'unica speranza, per l'uomo, e' che la donna faccia sue quelle caratteristische essenzialmente negative che hanno portato il maschio sulla strada dell'estinzione. ''Negli ultimi anni - hanno scritto - c'e' stato un netto aumento dei disordini psico-sociali nei maschi''. Bevono piu' alcool, prendono piu' droga, soffrono di depressione in percentuali superiori alle donne. E che dire delle 30 guerre che al momento infiammano il mondo, ''per la maggior parte causate, combattute e aggravate dagli uomini?'' La lista dei mali del maschio e' lunghissima: non e' circoscritta alla minore utilita' sessuale e a problemi psicologici. Rispetto alla donna, sottolineano Meryn e Jadad, l'uomo ha piu' probabilita' di morire delle 12 principali cause di decesso che vanno dal cancro al suicidio, dall'attacco cardiaco agli incidenti automobilistici. Questo nonostante la donna sia fisicamente piu' predisposta ad alcune malattie, debba occuparsi della famiglia e della casa e sia meno retribuita quando lavora. In ufficio la donna sta prendendo il sopravvento: ''Sa fare tutto quello che sa fare l'uomo - scrivono i due professori - e generalmente lo fa meglio''. Non e' una sorpresa, insomma, che l'uomo sia depresso. Ma l'aspetto piu' pericoloso per lui e' proprio quel machismo di cui e' sempre andato fiero. Considera preoccuparsi della salute ''una cosa da donne''. Di conseguenza non va dal medico con la stessa frequenza e quando ci va a volte e' troppo tardi.
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03\11\2001
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(ANSA)
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ALLA RICERCA DEL PENE PERDUTO
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Globalizzati, deboli e stressati: com'è duro essere maschi
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N ella società della globalizzazione l'uomo non sa più chi è veramente. Crisi d'identità, di certezze, di personalità. Forse è sempre più debole, sempre in conflitto con se stesso e col proprio corpo. Sui problemi e sulla difficoltà di essere maschio al di là dei ruoli dominanti e degli stereotipi aggressivi del cacciatore, del guerriero e del dominatore si è soffermato il sociologo Osvaldo Pieroni nel saggio intitolato "Pene d'amore".Riflessioni dedicate al tema delle "maschilità" e, in particolare, alla sfera più intima e al corpo dell'ex sesso forte. Pieroni parla della grande difficoltà che l'uomo incontra nel parlare di se stesso e delle esperienze personali, delle emozioni, della sessualità e, quindi, del proprio pene, organo di senso e di percezione connesso al corpo intero.Un libro coraggioso e provocatorio che affronta la crisi del "fallo", del rapporto emozionale con gli altri e con la società, della ricerca di un'identità di genere maschile aperta alla relazione e al mutamento. Il maschio è confuso, remissivo, introverso o, in caso contrario, violento, aggressivo, prepotente. Nessuna via di mezzo.L'altra metà del cielo ha trovato la sua strada. I ruoli si sono invertiti: se per anni la donna è stata alla ricerca di se stessa tentando di scoprire il suo ruolo nella società, la propria identità in conflitto col corpo... ora tocca al maschio. Un uomo, quello di oggi, che tra tensione e stress ha creato una nuova specie: la razza pavona.Lo rivela un'indagine dell'Istituto Taylor Nelson Sofré Abacus. Da questa inchiesta emerge che il 56% degli uomini combatte le proprie ansie e nevrosi regalandosi un abito nuovo, il 44% concedendosi un massaggio. Il 23% dà una svolta alla propria vita cambiando look.Maschi narcisisti che dedicano sempre più tempo allo shopping, al proprio corpo tra palestra, creme, cremine, massaggini. Tutte cose che somigliano più a una scusa, un paravento, un'illusione per ridurre il disagio e ricostruire la propria autostima. Da guerriero e dominatore a pavone stressato: è un po' triste. Sarà difficile riconquistare l'identità di una volta? Ai posteri l'ardua sentenza.
Davide Camicioli
16\12\2002
FONTE:http://news2000.libero.it/noi2000/nl4.html
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.LA FINE DEL MASCHIO LATINO
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N on ci siamo già visti da qualche parte? Di sicuro, se volete avere una speranza di non andare in bianco, è meglio che questa frase la cancelliate dal vostro vocabolario: le donne rivogliono il maschio latino e sono stufe di amanti impacciati.Un recente studio condotto su un campione di 280 ragazzi e ragazze di età compresa tra i 18 e i 25 anni ha rivelato che, in un caso su tre, i lui sono impacciati, incapaci di corteggiare, poco fantasiosi, troppo poco maschili e completamente disastrosi sotto le lenzuola.Al contrario, le lei sono troppo aggressive, brancolano nel buio senza sapere quello che vogliono e troppo spesso si dimenticano le arti della seduzione, che tendono a confondere con la volgarità. Insomma, un quadretto impietoso...
09\07\2007
FONTE:http://amicideciosa.net/index.php?option=com_content&task=view&id=3118&Itemid=210
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.Maschio dove vai ?
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LA COPERTINAD opo anni di guerre tra i sessi il maschio in crisi di identità cerca di riacciufarla.I nostri compagni di viaggio cercano un equilibrio.Tra sentimento, sesso, senso di paternità e voglia di confrontarsi con la natura, con lo sport e magari riscoprire anche il loro lato selvaggio e animale.L'augurio che ci facciamo e che questo "movimento" aiuti alcuni maschi a crescere oltre che ad affermare una identità perché oltre all'orgoglio "di categoria" c'é bisogno soprattutto di dialogo tra i sessi e parità non solo nel lavoro (quindi con la crescita delle figure femminili) e nella famiglia di una presenza più precisa e costante degli uomini.Aspettando che il neo "uomo selvaggio" dia dei "frutti" abbiamo pensato per la copertina a uomini intensi... e l'abbiamo dedicata all'attore francese Jean Marin.Scopriamo in questo piccolo reportages segreti e notizie sull'evoluzione del maschio.
FONTE:http://www.porto.it/tullerosa/maschio/maschio1.htm
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.MATCH POINTS
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W oody Allen con i suoi film ha creato una nuova tipologia di "uomo americano". Ha saputo raccontare l'indecisione, l'ipocondria, la crisi d'ansia, l’ammissione dei propri fallimenti, con uno stile e un linguaggio nuovo. Ha rappresentato perfettamente e senza alcun pudore la decadenza della figura del maschio occidentale: un maschio insicuro, deciso a non decidere mai, preda del panico e vittima di donne che appaiano come pianeti incomprensibili ed irraggiungibili. Nessuno meglio di lui ha saputo così ironicamente raccontare l'alba del disastro nelle relazioni sentimentali. E forse nessuno come lui ha avuto il dono di una scrittura così elegante, così incisiva, colta e comica.
Questo volume raccoglie una serie di interviste, fatte dall'autore Marco Spagnoli tra il 1998 e il 2005. In realtà esse non aggiungono niente di inedito al profilo del regista che si è delineato fino ad oggi nei molti libri che si sono occupati di lui. In questo senso, si può dire che sono specchio fedele degli ultimi film di Woody Allen che non intaccano la brillante filmografia del regista. Tuttavia queste interviste, così come i film, sono sempre piacevoli da assaporare: “ Qualcuno dice che i miei film sono tutti uguali. A me non sembra così: certo, ci sono delle somiglianze, ma si tratta di pellicole completamente diverse. La mia spiegazione per tutto questo è che io sono come la cucina cinese. Ci sono centinaia di piatti ma, alla fine, è sempre cucina cinese".
Ciò che meglio rappresenta questo libro è lo slogan della collana di cui fa parte: "chewing gum è una collana di libri da masticare, senza che le parole perdano sapore".
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INDICE.Prefazione 9
Highlights 13
Celebrity 21
La maledizione dello Scorpione di Giada 35
Hollywood Ending 45
Anything Else 71
Match Points 87
Filmografia 105
.14\11\2007
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FONTE:http://www.sentieriselvaggi.it/articolo.asp?sez0=3&sez1=15&art=24087
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.DONNE AGGRESSIVE : LUI IN CRISI
Lo stress logora la coppia
P overi uomini! Sembra proprio che il prezzo da pagare per secoli di supremazia maschile aumenti di sondaggio in sondaggio. L'ultimo ad annunciare lo sprofondamento del maschio "latino" in una crisi sempre più nera, è firmato Eliana Monti, titolare del Club per Single (www.elianamonti.it).
Sono lontani i tempi di Casanova e Don Giovanni: l'uomo moderno è passivo, insicuro, non sa più corteggiare, e si trova di fronte a donne che sono praticamente delle Erinni: aggressive e poco raffinate, volitive e prevaricatrici. Questa l'impietosa fotografia scattata dal sondaggio condotto nelle principali città italiane, con interviste a 400 ragazzi e ragazze di età compresa tra i 20 e i 30 anni.
La ricerca evidenzia che gli approcci tra i due sessi sono sempre più difficili, e rompere il ghiaccio a volte diventa molto complicato. Secondo le donne, gli uomini sono incapaci di corteggiare appropriatamente, sono impacciati e troppo passivi. E quando si tratta di arrivare al dunque si muovono con poca disinvoltura.
Ma anche gli uomini si lamentano delle donne, che secondo loro non sanno essere seducenti e sono troppo aggressive. Secondo il 32% del campione di sesso maschile, inoltre, le donne di oggi sono poco raffinate e per il 29% sono egoiste. "Sempre più spesso nelle coppie non mancano le crisi che arrivano anche dopo pochissimo tempo", commenta Eliana Monti.Il vero punto debole del sesso made in Italy è proprio lo stress, che spesso logora i rapporti tra partner e trasforma le relazioni in lunghi momenti di vuoto o - peggio ancora - di tensione e di aggressività. Le esigenze lavorative e la mancanza di tempo che oggi affliggono sia gli uomini che le donne, trasformano gli incontri in una specie di missione impossibile. Secondo il sondaggio del Club per Single, due intervistati su cinque vorrebbero sentirsi meno stressati e vorrebbero trascorrere più tempo con il proprio partner. E un terzo delle coppie sperimenta già nei primi mesi insoddisfazione per il rapporto con il partner (il 38% delle donne ed il 34% degli uomini). "Le donne non amano gli uomini che non sanno prendere decisioni", puntualizza Eliana Monti, "l'uomo che tentenna e che lascia sempre decidere alla donna manca di carisma. Essere sempre passivi viene interpretato come una mancanza di personalita' e l'uomo che pende completamente dalle decisioni di una donna non viene visto come possibile compagno".
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13\11\2007
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FONTE:http://www.tgcom.mediaset.it/tgmagazine/articoli/articolo387830.shtml
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.Goodbye latin lover
.D onne, italiane e non, mettetevi l'animo in pace. Lui non c'è più. Si è estinto e nessuno ha pensato di clonarlo. Neanche il genio della lampada ci potrà aiutare. Non è più un animale raro, è proprio finito. Il maschio italiano. Il latin lover per eccellenza. Ce lo dice il Times di Londra che cita una ricerca sociologica secondo cui gli uomini di oggi si sono lasciati vincere dal romanticismo, soffrono come e talvolta più delle donne le pene d'amore. Piangono. Piangono lacrime d'amore! Ce lo possiamo scordare il seduttore bastardo ma tremendamente affascinante che ci poteva rigirare come voleva, passare da una donna all'altra con enorme disinvoltura, tra una sigaretta e l'altra. Lo odiavamo, ma ci tentava maledettamente. Adesso si è trasformato in un essere timido e piagnucoloso che corre da mammà a chiedere consigli, guai a fare stragi di cuori!Non è lecito! Non è bene! Addio, latin lover, simbolo della virilità italiana. Tutto sarà diverso senza di te. Ci mancherai. Oppure no.
17\01\2005
FONTE:http://misstrendy.libero.it/index.php/2005/01/17/title_12
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MASCHIO ADDIO
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Periodo di crisi per il macho italico. Stando ai dati di un’indagine condotta dalla sezione locale dell’Esda, l’European Sexual Dysfunction Alliance, gli uomini italiani incorrerebbero sempre più in defaillance sessuali. Dallo studio, che ha monitorato un campione di 13 mila persone in 36 città, è emerso un deciso aumento dei giovanissimi, anche under 18, che soffrono di problemi di natura sessuale. Per i ragazzi, nel 90% dei casi si tratta comunque di disagi temporanei collegati all’ansia da prestazione. Problemi di autostima, quindi, e non legati ad una vera e propria disfunzione erettile. Nella fattispecie, rivolgendosi all’urologo la maggior parte dei giovani risolve il problema in tempi brevissimi. Diverso è il discorso per quanto riguarda i soggetti adulti. Nel 75% dei casi presi in esame si sono infatti riscontrate disfunzioni dipendenti da diabete, ipertensione, sofferenze cardiovascolari o precedenti interventi alla prostata. L’indagine dell’Esda sottolinea inoltre come l’uomo italiano creda ancora all’equazione virilità-onore, un pregiudizio radicato sopratutto nel sud del paese. L’80% degli intervistati è ancora vittima di luoghi comuni e inibizioni culturali che gli impediscono di prendere coscienza delle proprie disfunzioni o di individuare il referente giusto per risolvere i problemi legati alla sfera sessuale. Pur con differenze sostanziali tra il nord e il sud del paese, in media solo il 10% degli uomini si rivolge ad uno specialista e ben il 60% di questi è spinto a farlo dalla propria compagna.
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29\05\2005
FONTE:http://www.jugo.it/modules.php?name=News&file=article&sid=1533
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.L'UOMO IN SPIAGGIA HA PAURA DI RIMORCHIARE
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29\05\2005
FONTE:http://www.jugo.it/modules.php?name=News&file=article&sid=1533
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.L'UOMO IN SPIAGGIA HA PAURA DI RIMORCHIARE
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L' uomo in spiaggia ha paura di rimorchiare. Un crollo dell'immagine del mito del macho in vacanza. Le donne, invece, sono così disinibite da spaventare il partner
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ROMA - Imbarazzo, vergogna e addirittura paura al solo pensiero di una trasgressione estiva. E' così che reagiscono sei maschi italiani su dieci nei confronti del sesso, secondo quanto emerge da una indagine realizzata dalla rivista Riza Psicosomatica, di cui è stata data un'anticipazione, condotta su oltre 1000 italiani, maschi e femmine, di età compresa tra i 25 e i 55 anni. Secondo l'indagine, invece, le donne si scoprono tanto disinibite da spaventare il partner. La ricerca traccia anche un ritratto delle fantasie sessuali che fanno arrossire gli italiani. E se l'uomo sempre pronto all'abbordaggio sembra essere arrivato al capolinea, la donna di non esclude di arrivare a pagare addirittura un professionista per soddisfare il propri desideri estivi. Infatti quasi la metà (48%) degli intervistati pensa che in vacanza farà sesso solo col partner mentre addirittura il 9% va in spiaggia già rassegnato all'idea di una castità forzata. E mentre uno su quattro (24%) parte con l'idea di fare una strage di cuori pur sapendo che alla fine resterà in bianco, il 13% si accontenterebbe anche solo di un paio di avventure.
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SPECCHIO DELLE INSICUREZZE - La spiaggia dunque non è più un luogo dove «rimorchiare», ma diventa il regno delle insicurezze. Infatti per 1 italiano su 3 (29%) basta immaginare un bikini un po' troppo corto o uno sguardo ammiccante per sprofondare nell'imbarazzo più completo. E se uno su quattro (25%) vive le fantasie sessuali da spiaggia con grande vergogna, il 5% degli intervistati si dice terrorizzato al solo pensiero di qualcosa di diverso dalle posizioni più consuete. Rispetto alle fantasie che intimoriscono i maschi italiani in vacanza, l'indagine individua qualcosa di «diverso» rispetto alla solita routine per un intervistato su tre (32%), non «durare» abbastanza a lungo per uno su quattro (23%) e non riuscire a soddisfare completamente la propria metà per il 19%. Non mancano poi timori legati al paragone con i compagni precedenti della partner (14%) e alle «dimensioni» (8%) che rendono l'estate ancora più difficile. E mentre gli uomini sono terrorizzati dalla «figuraccia» estiva, le donne non hanno proprio di questi problemi. Infatti, la più grande paura in tema di sesso per lei è apparire troppo disinibita tanto da spaventare il partner (29%), non essere perfettamente curata (26%), essere rifiutata (17%) e non provare lo stesso piacere che prova lui (12%).
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FANTASIE - E se, realizzare le fantasie erotiche per lui è una vera utopia soprattutto in spiaggia, per lei tutto è più semplice. 6 donne su 10 infatti (57%) affermano che metterebbero o addirittura hanno già messo in pratica i desideri sessuali. Non solo: 1 su 2 (48%) sarebbe disposta anche a pagare un professionista per trasformare i sogni in realtà.
03\08\2006
FONTE:http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/08_Agosto/02/macho.shtml
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I MASCHI HANNO UN’ OSSESSIONE CHE LI PERSEGUITA: LE MISURE DEL PENE
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E' una notizia di quelle che lasciano con il fiato sospeso. I maschi si interrogano sin dall’infanzia: “è lungo il giusto?” A Roma è stata presentata un’indagine della Società italiana di andrologia. Risulta un dato inquietante: il complesso dei centimetri colpisce ventitre uomini su cento. C’è insicurezza, ma anche tanta speculazione. Ecco le dimensioni medie.
03\08\2006
FONTE:http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/08_Agosto/02/macho.shtml
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I MASCHI HANNO UN’ OSSESSIONE CHE LI PERSEGUITA: LE MISURE DEL PENE
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E' una notizia di quelle che lasciano con il fiato sospeso. I maschi si interrogano sin dall’infanzia: “è lungo il giusto?” A Roma è stata presentata un’indagine della Società italiana di andrologia. Risulta un dato inquietante: il complesso dei centimetri colpisce ventitre uomini su cento. C’è insicurezza, ma anche tanta speculazione. Ecco le dimensioni medie.
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Partiamo dalla notizia. A Roma è stato presentato il primo studio antropometrico dei genitali maschili. L'indagine è stata condotta dalla Società italiana di andrologia. Le considerazioni, è inutile dirlo, erano pressoché scontate: non tende a rientrare il complesso, a tutti gli effetti immotivato, delle dimensioni del pene. Eppure è così, è più forte di ogni possibile rassicurazione. Sono ventitre italiani su cento a manifestare insoddisfazione. Una grande insoddisfazione, fino a provare un vero e proprio disagio psicologico. “E’ piccolo? E’ troppo piccolo?” diventa l’incalzante domanda che davanti allo specchio alcuni uomini si pongono. La psicologia, si sa, è un meccanismo così delicato, basta poco e le poche certezze su cui fa leva l’equilibrio di una personalità può dare alcuni segni di cedimento. “Sono piccolo e nero, mi chiamo Calimero”. E veniamo al dunque: quali sono le misure medie di un pene? E qui i dati lasciano stupefatti. Da una parte si sostiene che le dimensioni dei maschi italiani siano “regolari” e conformi alla media, dall’altra si danno numeri un po’ sbilanciati verso l’alto. Ma per errore. Sul sito del “Corriere della Sera” per esempio si riporta una dichiarazione di Edoardo Pescatori, responsabile del servizio di andrologia dell'Hesperia Hospital di Modena. “La lunghezza media del pene a riposo – si legge - è risultata di 13,5 cm tra i 20 e i 49 anni e la circonferenza media pari a 9,3 cm tra i 20 e i 29 anni”. Grande incubo per gli italiani che non vi rientrano, naturalmente, visto che di solito si tende a riconoscere intorno agli otto-nove centimetri la misura giusta, convenzionale, di un pene in stato di riposo. Poi si legge: “Queste misure tendono ad accorciarsi con l'età e in presenza di patologie che mettono a rischio la funzione sessuale, come diabete, ipertensione, cardiopatia ischemica, colesterolo alto”. Quindi, in guardia: maschi italiani, cercate di stare in salute, altrimenti son problemi seri anche per l’estremità anzidetta. Un volume con dati e osservazioni. Sì, è stato predisposto un testo in cui si rende conto del “Bilancio di tre edizioni della settimana della prevenzione andrologica”. Andro che? Andrologo è il medico specialista per gli uomini, ma pochi conoscono la figura professionale. Ecco, questi signori medici a stretto contatto con il “lui” maschile, spiegano che le preoccupazioni di una buona percentuale di maschi è immotivata: le dimensioni si possono ritenere regolari. Il problema vero semmai è di natura psicologica. Parola degli andrologi d’Italia, i quali – bontà loro - hanno preso le misure a ben 2.392 uomini. Uno spettacolo! La paura fa cinquanta Gli italiani intimiditi dalla dimensione del proprio pene sono in particolare gli uomini fra i 50 e i 69 anni, soprattutto se celibi. C’è l’ansia legata ancora al primo rapporto: “Come reagirà la mia partner”? Intanto gli specialisti tranquillizzano i maschi alti: non è vero, non è vero che i bassi siano più dotati. Intanto, ecco alcuni dati. Dal “Bilancio di tre edizioni della Settimana della prevenzione andrologica” abbiamo l’elenco percentuale delle anomalie e disfunzioni maggiormente riscontrate. In ordine: aumento del volume prostatico (52,9%), varicocele (28,2%), disfunzione erettile (26,4%), eiaculazione precoce (21,4%), anomalie del pene: frenulo breve, fimosi, flogosi, ipospadia, fibrosità... (13,6%). Tale riscontro è stato effettuato su una base di 20 mila pazienti di un’età tra gli 11 e i 70 anni. A promuovere l’indagine è stata la Società Italiana di Andrologia. La disfunzione erettile, uno dei momenti più tragici quando sopraggiunge, ha un andamento crescente e fa riferimento al 40,5% del campione di uomini visitati con più di 60 anni. I disturbi del desiderio sono rilevati in aumento: partono dall'8% degli under 40 al 20% degli over 60. Altre informazioni sul tema? Solo il 44,5% dei visitati definisce le proprie erezioni "normali", mentre è solo il 53,6% a ritenere accettabile, normale, l’eiaculazione. Chiudiamo con le misure, con un chiarimento. Per tranquilizzare circa le misure riportate poco sopra dal “Corriere”, dallo studio antropometrico si chiarisce l’equivoco: la lunghezza media del pene in flaccidità, ha subìto una valutazione in trazione, da cui appunto è risultata di 13,5 cm nella fascia di età tra i 20 ed i 49 anni, mentre la circonferenza media, del pene sempre dormiente – floscio, come opportunamente direbbero le donne - è di 9,3 cm nella fascia di età tra i 20 ed i 29 anni. Queste misure tendono progressivamente a diminuire con l'età. Quindi, c’è da mettersi il cuore in pace: godetevi pure la giovinezza per non rimpiangere il passato che non ritorna. Però attenzione: c'è tanta speculazione in giro. Leggi qui, per curiosità: http://www.teatronaturale.it/articolo/474.html
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Il Kinsey Institute dà i numeri. Sì, quelli del pene in erezione. Noi ci limitiamo a riportarli. Naturalmente sono statistiche che non possono certo essere considerate in senso assoluto. Tuttavia rendono l'idea.
Lunghezza (cm.) / % uomini10,2 = 0,310,8 = 0,211,4 = 1,712,1 = 0,812,7 = 2,013,3 = 4,413,9 = 10,714,6 = 8,015,2 = 23,915,9 = 8,816,5 = 14,317,1 = 5,717,8 = 9,518,4 = 1,819,1 = 2,919,7 = 1,020,3 = 1,020,9 = 0,3Circonferenza (cm.) / % uomini5,1 = 0,45,7 = 1,26,3 = 0,36,9 = 0,37,6 = 0,48,2 = 0,48,8 = 0,99,5 = 1,110,2 = 6,310,8 = 6,311,4 = 17,112,1 = 11,712,7 = 24,113,3 = 9,913,9 = 11,514,6 = 3,015,2 = 3,915,8 = 0,5
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22\01\2005
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FONTE:http://www.teatronaturale.it/articolo/1201.html
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.MASCHI OSSESSIONATI DAL TRADIMENTO
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Ricerca, 74% non si farebbe scrupoli a pedinare partner
Lunghezza (cm.) / % uomini10,2 = 0,310,8 = 0,211,4 = 1,712,1 = 0,812,7 = 2,013,3 = 4,413,9 = 10,714,6 = 8,015,2 = 23,915,9 = 8,816,5 = 14,317,1 = 5,717,8 = 9,518,4 = 1,819,1 = 2,919,7 = 1,020,3 = 1,020,9 = 0,3Circonferenza (cm.) / % uomini5,1 = 0,45,7 = 1,26,3 = 0,36,9 = 0,37,6 = 0,48,2 = 0,48,8 = 0,99,5 = 1,110,2 = 6,310,8 = 6,311,4 = 17,112,1 = 11,712,7 = 24,113,3 = 9,913,9 = 11,514,6 = 3,015,2 = 3,915,8 = 0,5
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22\01\2005
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FONTE:http://www.teatronaturale.it/articolo/1201.html
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.MASCHI OSSESSIONATI DAL TRADIMENTO
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Ricerca, 74% non si farebbe scrupoli a pedinare partner
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ROMA, 15 GEN - Gli uomini italiani farebbero qualunque cosa pur di tenere sotto controllo la propria partner di fronte al sospetto di un tradimento. E' quanto emerge da un sondaggio commissionato a Swg dalla rivista di psicologia 'Per Me'. La ricerca rivela che il 74% degli interpellati non avrebbe alcuno scrupolo a pedinare personalmente la propria partner nel caso di una presunta infedelta'. Il 32% del campione dichiara infatti di aver controllato il cellulare della propria moglie.
15\01\2007
FONTE:http://www.wuz.it/Home/AnsaNews/tabid/65/newsid/21730/Default.aspx
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DIETE: MASCHI PIU' OSSESSIONATI
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L' 82% degli uomini in ansia per la linea contro 77% donne
15\01\2007
FONTE:http://www.wuz.it/Home/AnsaNews/tabid/65/newsid/21730/Default.aspx
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DIETE: MASCHI PIU' OSSESSIONATI
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L' 82% degli uomini in ansia per la linea contro 77% donne
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ROMA, 23 SET - L'ossessione della dieta mette piu' in crisi i maschi delle donne, secondo un sondaggio condotto su 1000 italiani tra i 25 e i 55 anni. Dall'indagine, promossa dalla rivista 'Dimagrire', risulta che per l'82% degli uomini la silhouette e' una costante preoccupazione, contro il 77% delle donne. Inoltre, se per il 26% delle italiane la linea e' importantissima, per i maschietti la percentuale sale al 28%. Per le donne conta di piu' il benessere, per gli uomini far colpo sull'altro sesso.
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23\09\2007
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FONTE:http://www.wuz.it/Home/AnsaNews/tabid/65/newsid/40764/Default.aspx
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ITALIANI OSSESSIONATI DALLE MISURE
.Roma, 16 set . - (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Italians do it better. E' la scritta che campeggiava sulla maglietta di Madonna qualche anno fa. Oggi, però, tra il sesso e gli italiani non è più tutto 'rosa e fiori'. Questione di centimetri, ma non solo. Due italiani su tre, tra i 20 e i 40 anni, hanno infatti problemi sessuali. Di questi, la metà va dall'andrologo perché ha dubbi sulle dimensioni del pene, mentre il resto fa i conti con eiaculazione precoce, deficit erettile, mancanza di libido e infertilità. E' quanto emerge dal III Congresso nazionale 'Progressi in Andrologia', che si tiene questo fine settimana a Villa San Giovanni (Reggio Calabria) nel Castello di Altafiumara, facendo così crollare il mito dell'italiano campione di sesso, come si diceva fino a qualche anno fa. ''Sono sempre più numerosi i pazienti che si rivolgono a noi perché ossessionati dalla dimensione del pene'', afferma Andrea Ledda, andrologo e direttore scientifico del congresso. ''Sono giovani, tra i 20 e i 40 anni, di cultura media, molti studenti, con alle spalle una sfilza di storie finite - osserva - tutti alla ricerca della risoluzione del grande problema che li assilla: la lunghezza inadeguata, secondo loro, del proprio pene''. Ma, ''nell'80% dei casi, le dimensioni rientrano nella norma. Questi giovani uomini arrivano con stampate in testa misure prese accuratamente e spesso con esempi di altre lunghezze avute da qualche amico per un confronto. Numerosi - aggiunge Ledda - soffrono di eiaculazione precoce, hanno problemi di erezione e erroneamente imputano questi disturbi proprio alla dimensione del loro organo sessuale. E pensano di non saper fare sesso''. Colpa di riviste, film e siti a luci rosse, secondo lo specialista. ''Responsabile di questo sentirsi inadeguati e di quanto ne consegue - sostiene infatti Ledda - è la pornografia sempre più diffusa. La visione di film hard e la frequentazione di siti porno, diffusissima, sviluppano nei giovani uomini la convinzione che il sesso sia solo penetrazione, con prestazioni tali da parte del maschio che sono però possibili solo con attori dopati di testosterone e simili. Ma il sesso, in un normale rapporto di coppia, non è quello dei film e del web. Da qui comincia la depressione da insoddisfazione sessuale: il maschio si scopre diverso da certi modelli e si sente inadeguato''.Infine, è in aumento il numero di pazienti che accusano un deficit erettile. ''Questo fenomeno - spiega il dottor Nicola Ilacqua, presidente del congresso - è collegato al diffondersi di errate abitudini di vita, alimentazione ipercalorica, sedentarietà, fumo, con una conseguente crescita epidemiologica dei casi di diabete, dislipidemia, ipertensione arteriosa e cardiopatie, che costituiscono il fattore predisponente ad ammalarsi di deficit erettile. E' importante constatare che sono sempre più i pazienti con deficit erettile che si rivolgono ai centri andrologi pubblici per farsi curare. Purtroppo - conclude - questi centri pubblici sono ancora pochi e mal distribuiti sul territorio''.
FONTE : (Adnkronos)
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.ITALIANI OSSESSIONATI DALLE MISURE
. Ogni anno in Italia 20mila uomini chiedono un intervento di allungamento del pene.
Cresce il numero degli uomini che si rivolgono all'andrologo per ottenere misure migliori, in particolare per allungare l'organo genitale. Agli specialisti italiani arrivano circa 20mila richieste l'anno, i dati destano allarme perché di queste richieste di intervento soltanto il 3-4% ha un reale bisogno, mentre oltre il 95% dei casi è mosso da una motivazione ''puramente estetica''. Sono sempre di più gli italiani che soffrono della cosiddetta "sindrome di pollicino", a portare all'attenzione della cronaca questo fenomeno è la Società Italiana di Andrologia, SIA.
LA PAURA DI NON MISURARE ABBASTANZA.
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23\09\2007
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FONTE:http://www.wuz.it/Home/AnsaNews/tabid/65/newsid/40764/Default.aspx
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ITALIANI OSSESSIONATI DALLE MISURE
.Roma, 16 set . - (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Italians do it better. E' la scritta che campeggiava sulla maglietta di Madonna qualche anno fa. Oggi, però, tra il sesso e gli italiani non è più tutto 'rosa e fiori'. Questione di centimetri, ma non solo. Due italiani su tre, tra i 20 e i 40 anni, hanno infatti problemi sessuali. Di questi, la metà va dall'andrologo perché ha dubbi sulle dimensioni del pene, mentre il resto fa i conti con eiaculazione precoce, deficit erettile, mancanza di libido e infertilità. E' quanto emerge dal III Congresso nazionale 'Progressi in Andrologia', che si tiene questo fine settimana a Villa San Giovanni (Reggio Calabria) nel Castello di Altafiumara, facendo così crollare il mito dell'italiano campione di sesso, come si diceva fino a qualche anno fa. ''Sono sempre più numerosi i pazienti che si rivolgono a noi perché ossessionati dalla dimensione del pene'', afferma Andrea Ledda, andrologo e direttore scientifico del congresso. ''Sono giovani, tra i 20 e i 40 anni, di cultura media, molti studenti, con alle spalle una sfilza di storie finite - osserva - tutti alla ricerca della risoluzione del grande problema che li assilla: la lunghezza inadeguata, secondo loro, del proprio pene''. Ma, ''nell'80% dei casi, le dimensioni rientrano nella norma. Questi giovani uomini arrivano con stampate in testa misure prese accuratamente e spesso con esempi di altre lunghezze avute da qualche amico per un confronto. Numerosi - aggiunge Ledda - soffrono di eiaculazione precoce, hanno problemi di erezione e erroneamente imputano questi disturbi proprio alla dimensione del loro organo sessuale. E pensano di non saper fare sesso''. Colpa di riviste, film e siti a luci rosse, secondo lo specialista. ''Responsabile di questo sentirsi inadeguati e di quanto ne consegue - sostiene infatti Ledda - è la pornografia sempre più diffusa. La visione di film hard e la frequentazione di siti porno, diffusissima, sviluppano nei giovani uomini la convinzione che il sesso sia solo penetrazione, con prestazioni tali da parte del maschio che sono però possibili solo con attori dopati di testosterone e simili. Ma il sesso, in un normale rapporto di coppia, non è quello dei film e del web. Da qui comincia la depressione da insoddisfazione sessuale: il maschio si scopre diverso da certi modelli e si sente inadeguato''.Infine, è in aumento il numero di pazienti che accusano un deficit erettile. ''Questo fenomeno - spiega il dottor Nicola Ilacqua, presidente del congresso - è collegato al diffondersi di errate abitudini di vita, alimentazione ipercalorica, sedentarietà, fumo, con una conseguente crescita epidemiologica dei casi di diabete, dislipidemia, ipertensione arteriosa e cardiopatie, che costituiscono il fattore predisponente ad ammalarsi di deficit erettile. E' importante constatare che sono sempre più i pazienti con deficit erettile che si rivolgono ai centri andrologi pubblici per farsi curare. Purtroppo - conclude - questi centri pubblici sono ancora pochi e mal distribuiti sul territorio''.
FONTE : (Adnkronos)
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.ITALIANI OSSESSIONATI DALLE MISURE
. Ogni anno in Italia 20mila uomini chiedono un intervento di allungamento del pene.
Cresce il numero degli uomini che si rivolgono all'andrologo per ottenere misure migliori, in particolare per allungare l'organo genitale. Agli specialisti italiani arrivano circa 20mila richieste l'anno, i dati destano allarme perché di queste richieste di intervento soltanto il 3-4% ha un reale bisogno, mentre oltre il 95% dei casi è mosso da una motivazione ''puramente estetica''. Sono sempre di più gli italiani che soffrono della cosiddetta "sindrome di pollicino", a portare all'attenzione della cronaca questo fenomeno è la Società Italiana di Andrologia, SIA.
LA PAURA DI NON MISURARE ABBASTANZA.
Gli esperti l'hanno individuata come dismorfofobia, la sindrome di pollicino, e cioè la paura di non raggiungere dimensioni adeguate. Colpisce sempre più uomini, e soprattutto uomini giovani e giovanissimi. In realtà dietro alla maggioranza di questi uomini preoccupati non ci sarebbe un problema fisiologico, piuttosto un atteggiamento di insoddisfazione sessuale: il maschio si scopre diverso da certi modelli e si sente inadeguato.
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FONTE:http://salute.donne.alice.it/salute/racconti/andrologia.html
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.CARI MASCHI, VE LA PASSATE PROPRIO MALE...
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Intervista con Steve Jones.
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FONTE:http://salute.donne.alice.it/salute/racconti/andrologia.html
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.CARI MASCHI, VE LA PASSATE PROPRIO MALE...
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Intervista con Steve Jones.
Superfluo, parassita, sulla via dell’estinzione. Lo sostiene un grande genetista: il cromosoma Y, il fondamento della virilità, è in crisi profonda. Il maschio visto attraverso il suo cromosoma “principe” – Y –, quello su cui risiede il gene capace di intervenire a 4 settimane dal concepimento per far compiere a quasi la metà dei nascituri – fino a quel momento tutti geneticamente femmine - una svolta verso la virilità. E’ questo il filo di Arianna che Steve Jones, genetista di fama mondiale e professore alla University College di Londra, segue per compiere un’esplorazione nei diversi aspetti del cosiddetto “sesso forte”e di cui dà conto nel suo libro, “Cromosoma Y, viaggio alla scoperta del mistero uomo”, pubblicato in Italia da Orme editori.Un viaggio verso un futuro che per Y non necessariamente è radioso. Il cromosoma della virilità infatti sta lentamente ma inesorabilmente sparendo e lo stesso potrebbe accadere alla “femmina mancata” che è il maschio. Anche se, ci rincuora Jones, la biologia – come spesso fa con l’evoluzione - saprebbe come metterci una pezza.D. Nel libro lei chiarisce subito che sul modo di perpetuare la specie umana maschi e femmine hanno idee e strategie biologiche radicalmente diverse. Lo fa con un esempio pittoresco quanto lampante: per ottenere le attuali cinque nascite al secondo, gli uomini gettano ogni giorno nella mischia 200mila miliardi di spermatozoi, le donne non più di 400 uova al secondo. E’ come se i maschi usassero l’artiglieria per uccidere una mosca. Qual è la ratio di questo squilibrio?R. E’ per molti versi una semplice estensione del meccanismo di selezione sessuale, non molto diverso per esempio, per quanto possa apparire strano, al processo che porta alla formazione – e alla caduta ogni anno – delle corna nei cervi maschi.Vede, quando all’inizio dell’evoluzione spermatozoi e uova apparvero in quella sorta di brodo primordiale che furono i mari, avevano sostanzialmente la stessa dimensione. Ma ben presto – sempre in termini evolutivi, ovvio - divenne “evidente” che per i maschi fosse più conveniente sviluppare spermatozoi più piccoli e più mobili per potersi fondere con il maggior numero possibile di uova. In altri termini: il maschio che produceva spermatozoi più piccoli e in abbondanza vinceva; da qui il modello che riscontriamo in natura oggi. Che peraltro in molte specie animali è rinforzato da un altro meccanismo di selezione sessuale: laddove le femmine tendono ad accoppiarsi spesso, i maschi con spermatozoi abbondanti e agili hanno maggiori probabilità di “spazzare” via quelli dei maschi antagonisti.D. Parliamo allora di Y, questo cromosoma così particolare. Lei lo definisce “il più superfluo e parassita” fra i cromosomi. Qual è la spiegazione biologica per un’affermazione così brutale? R. Per quanto brutale, l’affermazione è oggettivamente corretta. Il cromosoma Y è certamente superfluo nella misura in cui c’è una metà della popolazione umana – quella femminile – che fa benissimo senza. Che poi sia anche parassita lo dimostra il fatto che, con un comportamento per così dire “da tenia”, ha trasferito la maggior parte dei suoi geni in altre parti del genoma, mantenendo su di sé solo ciò che è funzionale alla sua sopravvivenza e all’esclusiva attuazione del suo compito. Semplificando possiamo dire che l’unica vera ragion d’essere del cromosoma Y è una piccola sezione che si trova al capo estremo della struttura, senza la quale la cellula uovo fertilizzata si evolve immancabilmente in femmina. E’ lì infatti che risiede SRY, un gene minuto ed essenziale - solo 204 amminoacidi (le unità costituenti delle proteine) e nessuna sequenza di materiale superfluo - ma con un potenziale enorme e un compito inderogabile per il maschio: imporre all’embrione lo sviluppo dei testicoli.D. Poche pagine dopo, lei assesta un’altra poderosa “mazzata” all’ego maschile: “il cromosoma Y, la struttura fondante del maschio”, sostiene, “è per la maggior parte un crogiuolo di materiale corrotto”. Perché? E, soprattutto, com’è è finito così male?R. Anche qui il giudizio ha un suo fondamento. In Y troviamo una marea di “pseudogeni”, residui danneggiati e inutili di geni una volta attivi, oltre a un sacco di DNA non funzionale e ripetuto (parte del quale, a dir il vero, è ripetuto in modo preciso e sistematico e potrebbe venir utile). Questo suo “imputridimento” dipende dal fatto che Y in qualche modo… rifiuta il sesso. O, meglio, l’effetto genetico dell’atto copulativo, che quando porta alla fecondazione dell’uovo dà il via alla cosiddetta “ricombinazione”, quel processo per cui il DNA del bambino è il frutto di uno scambio di materiale genetico paterno e materno (senza il quale i figli sarebbero la copia esatta di uno dei genitori). Ebbene per una serie di motivi – fra cui alcune inversioni di struttura intervenute tempo addietro – Y non si allinea e non scambia con il vicino X. Si comporta cioè come una repubblica genetica autarchica e perde l’opportunità di ripulirsi di geni inferiori e danneggiati. Tutto orientato all’unico scopo di conferire la virilità al nascituro, Y si trasferisce alla discendenza così com’è, con tutti i difetti accumulati in un lungo e complesso passato.D. E questa bassa qualità del materiale genetico di Y influenza lo stato di salute del maschio? Qualcuno afferma che “nel complesso gli uomini hanno una salute molto più cagionevole delle donne e una vita meno lunga già a cominciare dalla condizione prenatale”…R. Più che in una sequenza di causa-effetto, vedo le due cose come problemi “paralleli”. Quasi tutti i meccanismi di determinazione del sesso – compreso l’XY – sono in termini evolutivi alquanto recenti e sappiamo che Y è la degradazione di un cromosoma Al tempo stesso è vero che i maschi hanno una minor aspettativa di vita rispetto alle donne in quasi ogni stadio della vita – ma questo è da ascrivere al testosterone, che per molti aspetti è una sorta di pericoloso veleno per l’organismo. E’ pur vero che il testosterone è “comandato” da un gene che sta su Y, ma non è a lui che va fatta risalire la degenerazione di Y.D. Una degenerazione che sembra peraltro facilitata dalla stessa tipologia di trasmissione del cromosoma: lo sperma… R. Assolutamente. Il DNA di un maschio di trent’anni è già stato replicato almeno 300 volte più di quanto non avvenga per il DNA di una femmina coetanea. E man mano che l’età del maschio sale, aumenta, e di molto, il tasso di mutazione genetica: fino a dieci volte fra un padre di 16 anni e uno di 60.D. Il conto alla rovescia sembrerebbe iniziato: in 300 milioni di anni Y ha perso 1500 geni. Gliene sono rimasti 40. A questo ritmo il maschio umano potrebbe uscire di scena in una manciata di milioni di anni. E’ questo lo scenario più probabile?R. Non ne sarei così sicuro. Innanzitutto dovremmo essere sicuri che fra “pochi” milioni di anni gli umani saranno ancora al mondo, cosa su cui nutro seri dubbi vista la nostra tendenza ad assumere comportamenti stupidi e autodistruttivi. E comunque Y potrebbe sparire (come sembrerebbe stia accadendo ad un mammifero come la talpa) ma non sparirebbero i maschi – semplicemente verrebbero “fatti” in un altro modo. Per esempio qualche altro gene – di qualche altro cromosoma – potrebbe mutare e rimpiazzare SRY. E’ già accaduto in altre creature e non c’è motivo di pensare che non possa accadere ancora.D. In uno scenario del genere la mutazione apparirebbe necessariamente in un gruppo rispetto agli altri. Questo vorrebbe dire che l’intera specie umana diverrebbe così “omogenea” a quel gruppo?R. Se con ciò si intende che “discenderebbe” tutta da quel gruppo, la risposta è certamente sì. D’altronde noi tutti discendiamo dalla mutazione originaria che ha dato vita al cromosoma Y.D. Qualcun altro ipotizza che invece potrebbero aversi mutazioni differenti con il medesimo scopo (rimpiazzare SRY), dando origine così a diversi gruppi umani con differenti meccanismi di determinazione del sesso…R. Questo mi appare decisamente meno probabile. Non conosco nessuna specie che abbia sviluppato meccanismi di determinazione del sesso diversi in diverse popolazioni della stessa specie. Tuttavia non è teoricamente impossibile: questo tipo di meccanismi evolve molto velocemente – il nostro Y è assai diverso da quello dello scimpanzé, nonostante il resto del corredo cromosomico delle due specie sia assai simile. D’altronde è ben noto che l’evoluzione del cromosoma sessuale svolge una funzione importante nell’origine di nuove specie.D. Per finire, professor Jones: crede che i maschi debbano prendere atto che il futuro è - una volta per tutte e in ogni senso - nelle mani delle femmine?R. Non credo. Amo dire che la biologia è in grado di dire un sacco di cose sugli esseri umani ma non le cose davvero importanti. Personalmente sono sicuro che, quali che siano le future evoluzioni biologiche, le femmine saranno sufficientemente generose e sagge da lasciare che noi maschi si sopravviva.
Stefano Gulmanelli.
16\07\2005
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FONTE:http://www.nomads.it/continua.php?cod=797&pagina=
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.IL TIMES MASSACRA I MASCHI ITALIANI
.Un editoriale dell'inviato da Roma del Times Richard Owen massacra, irridendoli, anche se in chiave ironica, i maschi latini ed italiani in particolare. I caldi ''latin lovers'' latini ora deludono in fatto di sesso. Secondo Owen è duro immaginare Casanova o Rodolfo Valentino con il cuore infranto dopo una delusione d'amore. Un mito, peraltro già indebolito, che ha subito un nuovo duro colpo dopo la rivelazione che gli uomini italiani soffrono più delle donne dopo la fine di un amore. Il 36 per cento degli uomini afferma, infatti di riuscire a dominare il dolore e la sofferenza dopo la fine di un rapporto, rispetto al 21 per cento delle donne, secondo un'indagine dall'Istituto Riza di Milano. L'indagine cui fa riferimento Times, basata su un campione di 1.000 italiani d'età compresa tra i 24 e i 65 anni d'età e pubblicata nel giornale dell'Istituto, Riza Psicosomatica, giunge alla conclusione che le donne italiane sono diventate più aggressive e sicure di sé, mentre gli uomini sono diventati più sensibili e privi di quella sicurezza da macho e ''uomo che non deve chiedere mai'' imposta dagli stereotipi e ingenuamente cavalcata dagli italiani, ma forse anche da giornali come il Times. Si sprecano, in questo periodo, articoli come quello della Nazione che recita il de profundis del povero uomo italiano, diventato ormai il sesso debole. Gli uomini italiani, secondo l'ironico articolo di Owen, cominciano a subire sulla propria pelle cosa vuol dire essere sedotti e abbandonati. Il maschio latino sedotto ed abbandonato subisce la stessa sorte di Stefania Sandrelli nel film del 1964 di Pietro Germi e uomini come il Marcello Mastroianni ne ''La Dolce Vita'' non ne esistono più. Il Times cita un'inchiesta secondo la quale più dell' 80 per cento degli uomini italiani nell'ultima estate era troppo timido per tentare un approccio durante una festa, e la risposta ad una campagna di una linea di navi di Genova sullo stile ''Love Boat'' che ha visto rispondere all'appello 120 donne e solo 40 uomini. Come se non bastasse un'indagine de Il Messaggero, citata dal Times, ha concluso che le prestazioni sessuali dei maschi italiani sono "sotto la media" rispetto ad altre nazioni europee, con le coppie che fanno l'amore 92 volte all'anno per 14 minuti in media per ogni atto sessuale. Temiamo però che il Times arrivi un po' in ritardo quando, citando la psicoteraputa Angela Mocciola, che descrive le donne italiane non più soddisfatte di svolgere ruoli di appoggio come la casalinga. Pensiamo che negli ultimi tempi questa sia soprattutto una necessità oltre che una realtà che conosciamo da molti anni.
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11\01\2005
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FONTE:http://italiasalute.leonardo.it/News.asp?ID=6843
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.UOMINI, SESSO DEBOLE
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Sette milioni di italiani hanno problemi sessuali e in 20mila vogliono il pene più lungo: maschi, cosa succede?
Stefano Gulmanelli.
16\07\2005
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FONTE:http://www.nomads.it/continua.php?cod=797&pagina=
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.IL TIMES MASSACRA I MASCHI ITALIANI
.Un editoriale dell'inviato da Roma del Times Richard Owen massacra, irridendoli, anche se in chiave ironica, i maschi latini ed italiani in particolare. I caldi ''latin lovers'' latini ora deludono in fatto di sesso. Secondo Owen è duro immaginare Casanova o Rodolfo Valentino con il cuore infranto dopo una delusione d'amore. Un mito, peraltro già indebolito, che ha subito un nuovo duro colpo dopo la rivelazione che gli uomini italiani soffrono più delle donne dopo la fine di un amore. Il 36 per cento degli uomini afferma, infatti di riuscire a dominare il dolore e la sofferenza dopo la fine di un rapporto, rispetto al 21 per cento delle donne, secondo un'indagine dall'Istituto Riza di Milano. L'indagine cui fa riferimento Times, basata su un campione di 1.000 italiani d'età compresa tra i 24 e i 65 anni d'età e pubblicata nel giornale dell'Istituto, Riza Psicosomatica, giunge alla conclusione che le donne italiane sono diventate più aggressive e sicure di sé, mentre gli uomini sono diventati più sensibili e privi di quella sicurezza da macho e ''uomo che non deve chiedere mai'' imposta dagli stereotipi e ingenuamente cavalcata dagli italiani, ma forse anche da giornali come il Times. Si sprecano, in questo periodo, articoli come quello della Nazione che recita il de profundis del povero uomo italiano, diventato ormai il sesso debole. Gli uomini italiani, secondo l'ironico articolo di Owen, cominciano a subire sulla propria pelle cosa vuol dire essere sedotti e abbandonati. Il maschio latino sedotto ed abbandonato subisce la stessa sorte di Stefania Sandrelli nel film del 1964 di Pietro Germi e uomini come il Marcello Mastroianni ne ''La Dolce Vita'' non ne esistono più. Il Times cita un'inchiesta secondo la quale più dell' 80 per cento degli uomini italiani nell'ultima estate era troppo timido per tentare un approccio durante una festa, e la risposta ad una campagna di una linea di navi di Genova sullo stile ''Love Boat'' che ha visto rispondere all'appello 120 donne e solo 40 uomini. Come se non bastasse un'indagine de Il Messaggero, citata dal Times, ha concluso che le prestazioni sessuali dei maschi italiani sono "sotto la media" rispetto ad altre nazioni europee, con le coppie che fanno l'amore 92 volte all'anno per 14 minuti in media per ogni atto sessuale. Temiamo però che il Times arrivi un po' in ritardo quando, citando la psicoteraputa Angela Mocciola, che descrive le donne italiane non più soddisfatte di svolgere ruoli di appoggio come la casalinga. Pensiamo che negli ultimi tempi questa sia soprattutto una necessità oltre che una realtà che conosciamo da molti anni.
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11\01\2005
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FONTE:http://italiasalute.leonardo.it/News.asp?ID=6843
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.UOMINI, SESSO DEBOLE
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Sette milioni di italiani hanno problemi sessuali e in 20mila vogliono il pene più lungo: maschi, cosa succede?
.Insoddisfatti, insicuri, sempre più timorosi o addirittura angosciati: gli uomini e il sesso sono sempre più due mondi paralleli. Il grido d'allarme viene dal congresso annuale della Società europea di urologia, tenutosi a Berlino. Oltre diecimila esperti da tutto il mondo testimoniano una vera e propria epidemia di problemi sessuali - veri o presunti - che spingono uomini e donne a rivolgersi al chirurgo. E il macho italiano non sta certo messo meglio di altri: sarebbero oltre 4 milioni gli italiani che soffrono di eiaculazione precoce, altri 3 milioni sarebbero colpiti da disfunzione erettile, con rapporti che non superano i 3 minuti. Il disturbo - quasi sempre di origine psicologica - è in aumento soprattutto tra i giovani, gravati da grandi ansie di prestazione. Prova ne è il fatto che «Sono oltre 20.000 - afferma il presidente della Società italiana di urologia, Vincenzo Mirone - i giovani tra i 18 e i 30 anni che ogni anno chiedono allo specialista di potersi sottoporre ad un intervento per l'allungamento del pene». Insomma, la leggendaria angoscia per le misure sta diventando un' emergenza sociale, perché si tratta nel 90% dei casi di immotivate paranoie. «Normalmente - continua Mirone - un pene in erezione misura tra i 9 e i 18 centimetri, ma i ragazzi che vengono nei nostri studi si sentono handicappati se il proprio organo misura, ad esempio, 12 centimetri». Gli interventi chirurgici, dicono i medici, si effettuano solo in casi estremi, di dimensioni in erezione inferiori ai 9 cm. Altro punto dolente (e più serio) è l'aumento dell'infertilità, che in Italia colpisce 1 coppia su 5 (il 15% di quelle in età fertile) e si prevede che nel 2015 la proporzione arriverà a 1 su tre.Quanto alle donne, pare che l'intervento più richiesto sia la labiaplastica - l'intervento costa dai 3.500 ai 4.500 euro -, la riduzione, cioè, delle piccole labbra, onde evitare fastidi e dolori nelle attività sportive o nel rapporto sessuale. Altro intervento richiesto l'asportazione del grasso sul monte di Venere, insieme con la lipoaspirazione dell'addome: il costo in questo caso si aggira tra i 3 e 4 mila euro.Molte donne, inoltre, si rivolgono al chirurgo plastico o estetico con la richiesta di "rivivere una seconda volta" attraverso una semplice ricostruzione dell'imene, realizzabile in day hospitale con un costo di 5 mila euro circa. Molte altre, invece, chiedono dopo il parto il restringimento della vagina per incrementare la sensibilità durante il sesso: il costo è di circa 6 mila euro.
(Libero News)
26\03\2007
FONTE:http://magazine.libero.it/generali/generali/ne4681.phtml
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MA INSOMMA, COME DEV' ESSERE
(Libero News)
26\03\2007
FONTE:http://magazine.libero.it/generali/generali/ne4681.phtml
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MA INSOMMA, COME DEV' ESSERE
QUESTO MASCHIO?
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di: Annabella d'Avino
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di: Annabella d'Avino
.ROMA (1 luglio) - «È un posto senza donne. Sono state espulse da questa Città». Duro, violento, cupo è il mondo creato da Hugo Gonçalves in Il cuore degli uomini (Cavallo di ferro, 223 pagine, 15 euro), suo secondo romanzo. Trentunenne, vincitore di un premio prestigioso per l’opera prima, l’autore portoghese (con un bel viso dall’intenso sguardo “latino”) ha immaginato una metafora visionaria su una generazione educata solo dai padri.La Legge ha cacciato o fucilato tutte le donne perché hanno difetti genetici come la mancanza di coraggio, la debolezza, l’amore, il pianto. Soli senza madri, sorelle, mogli gli uomini non possono concepire la paura, vivono nello competizione: scontri fisici, corse in macchina, la boxe come unico sport. Poche parole, nessun sentimento, istinti feroci. Il sesso è sfogo brutale con femmine tenute segregate per questo scopo. «Lui, Cattivo e Grande» sono tre amici che crescono insieme nella nuova “normalità” sociale fra rapine, ubriacature, omicidi, in un degrado urbano con palazzi che crollano tra cumuli di immondizia.Insieme arrivano all’«Estero», vedono per la prima volta donne libere, ridono guardando programmi televisivi in cui «personaggi di sesso maschile chiedono scusa, annunciano fedeltà eterna, piangono per amore». Poi decidono di disertare e, trattati come esuli politici, sono affidati a madri adottive. Ma ci vorranno ancora molti anni furiosi prima che imparino il senso profondo delle emozioni.Con lo stile aspro necessario a una storia del genere, Gonçalves guida i tre protagonisti verso la scoperta, anzi di più il bisogno, dell’affettività. Dopo tanta violenza anche nella "Città" l’equilibrio si ristabilisce con il crollo del regime maschile e il ritorno delle donne. La parte mancante del cuore degli uomini è una madre che ama, una donna da amare, insomma l’elemento femminile.Però intanto può capitare che a indurirsi sia il cuore delle donne. Cuori di pietra (Mondadori, 281 pagine, 9 euro) è una raccolta di racconti scritti da giornaliste, autrici, comiche, sceneggiatrici di successo: Ammirati, Appiano, Bertola, Carugati, Ciuni, Corbi, Cucciari, Diamanti, Ferrario, Garlaschelli, Laurenzi, Lei, Lipperini, Mora, Piroli, Rosa Clot, Sipos, Teruzzi, Testa, Toscano, Vaccarezza, Vallorani, Venezia. Voci e stili diversi che raccontano personaggi insensibili con uno scopo nobile: il ricavato dei diritti d’autore sarà devoluto all’Unicef.Fra ironia, dramma e noir si affrontano egoismi familiari, amarezze sentimentali, delusioni via mail, destini tragici, scelte coraggiose, ribellioni liberatorie. Naturalmente spesso a raggelare e ferire l’emotività femminile è un cuore di pietra maschile. «Uomini bambini: ti vogliono come un giocattolo, ma ne hanno già una vagonata e si stancano subito. Uomini pirati: rubano, essenzialmente rubano. Uomini razzo: non fai in tempo a dire «Ah» che sono già nello spazio.Verso cosa corrono questi uomini che scappano? Incontro a un futuro più positivo, almeno secondo il libro di tre sociologi americani, Marian Salzman, Ira Mathatia, Ann O’Reilly: Il futuro del maschio (Corbaccio, 281 pagine, 17 euro). Dopo decenni di assestamenti, spronato, irritato o confuso dai cambiamenti del ruolo femminile, il maschio potrebbe conquistare una nuova identità: übersexual, con un prefisso che indica subito l’inclinazione a essere il più grande, il migliore. Le sue caratteristiche sono passione e stile.«E’ appassionato negli interessi, nei rapporti umani, nel fare e nell’essere ciò che gli viene naturale, ciò che gli sembra giusto». Forte e nello stesso tempo gentile, dolce senza essere fragile. Ha riscoperto l’amicizia maschile, mantenendo buoni rapporti con le donne. Icona di questo nuovo modello è George Clooney. Luogo di residenza? Oltre che nei dintorni del sogno, forse solo in alcuni dei paesi più o meno ricchi, più o meno evoluti del mondo occidentale, perché le cronache di guerre perenni, di continue violenze sulle donne descrivono altre storie.Aspettando un futuro migliore, dove sta andando il maschio nel presente della realtà italiana? « Dall’estetista! » è la risposta di Fausto Brizzi, che nei suoi film ha raccontato i ventenni insieme ai loro genitori quaranta-cinquantenni. « Finita l’era dei latin lover e del machismo, è cominciata l’era del micismo. Il maschio italico si mette la cremina antirughe, quella rassodante per gli addominali, la lozione anticaduta dei capelli (perché i peli in testa sono ambiti mentre quelli sul petto vanno deforestati selvaggiamente a colpi di laser!), si fa fare il massaggino antistress e, invece di spaghetti alla carbonara, ingurgita yogurt con fermenti rigeneranti che donano, pare, l’immortalità.
01\07\2007
FONTE:http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=4380&sez=HOME_SPETTACOLO
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Maschio, curati!
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Macchina del tempo
Arianna
Ansia, depressione, tumori alla prostata e al polmone, infarto... La salute dell'uomo oggi è più a rischio. Ma i rimedi esistono: "Macchina del tempo li ha chiesti ai grandi clinici dell'Istituto scientifico San Raffaele di Milano. Adamo è in difficoltà, sta scoprendo che il vero sesso debole è il suo, non quello di Eva. Il suo corpo e la sua mente sono minacciati, ogni giorno di più. Sempre che si voglia dare retta alle statistiche. E qui citiamo solo qualche dato: gli uomini hanno in genere un'aspettativa di vita di 75 anni contro gli 81 delle donne (il che significa che il divario è andato progressivamente crescendo, visto che negli anni Venti la differenza nelle aspettative di vita era di un solo anno), se sono nella fascia compresa tra i 55 e i 64 anni d’età hanno il doppio delle probabilità di essere colpiti da ictus rispetto alle loro coetanee. E le cose per loro sembrano mettersi male fin da subito, fin dal giorno in cui vengono concepiti. Il feto di sesso maschile ha più probabilità di subire un aborto rispetto alla sua controparte femminile: tant’è vero che se vengono concepiti 115 maschietti ogni 100 femminucce, all’atto della nascita il divario si è già accorciato (105 contro 100) e si accorcerà ulteriormente in un breve lasso di tempo, visto che i baby maschi corrono un rischio maggiore di morire prematuramente (con una ratio di 5 a 4). E più si procede con l’età più le cose si complicano. Fra i teenager le probabilità di morte accidentale sono doppie per i ragazzi rispetto alle ragazze. In età adulta, gli uomini commettono suicidio quattro volte più frequentemente delle donne (anche se queste ultime ci provano più spesso, ma senza arrivare a esiti fatali). Fatto sta che, partite in minoranza, all’età di 36 anni, le donne sono già più numerose degli uomini. Tra i 55 e i 64 anni, gli uomini hanno il doppio di probabilità di perire in un incidente stradale o per omicidio e tra i 55 e i 74 di morire per una malattia cardiaca rispetto alle loro mogli, sorelle e amiche. Di fronte a questi dati più d’uno studioso si è sentito in dovere di mettere in guardia l'uomo del nuovo millennio. Lo fanno anche, in queste pagine, i migliori specialisti di uno dei centri all'avanguardaia nella ricerca e nella cura biomedica in Italia, l’Istituto Scientifico Universitario San Raffaele di Milano. Il grido d’allarme più deciso è stato però quello lanciato dal professor Sigfried Meryn dell'università di Vienna, direttore del "Congresso mondiale sulla salute maschile" (di cui si terrà la terza edizione il prossimo ottobre, proprio nella capitale austriaca), il quale ha addirittura ventilato la possibilità che il maschio sia a rischio di estinzione. Il professor Meryn ha descritto l’uomo di oggi come psicologicamente insicuro di fronte a una donna sempre più volitiva, ma soprattutto ha insistito sulle cause patologiche della sua fragilità: disfunzioni ormonali, ansia e stress da superlavoro, uso eccessivo di alcolici, tabagismo sfrenato, sedentarietà, cattive abitudini alimentari (in Italia il 44% degli uomini è sovrappeso), piuttosto che sanitarie (una per tutte, la resistenza a rivolgersi con regolarità e tempestività al proprio medico, abitudine ritenuta non particolarmente virile.). Proprio questi fattori sono i responsabili di uno stravolgimento dell'equilibrio ormonale (il testosterone - l'ormone sessuale maschile - è particolarmente sensibile ai fattori esterni), che a sua volta causa l'insorgere di vari problemi legati alla sessualità: dall’affievolimento del desiderio fino a più seri disturbi di erezione. Di fronte a un tale scenario il professor Meryn sostiene che "il maschio dovrebbe cambiare radicalmente il modo di rapportarsi con il proprio benessere psico-fisico, e le autorità sanitarie dovrebbero creare a tal fine appositi programmi d'assistenza e di informazione". Se è vero che ormai da parecchio tempo si parla della crisi del maschio dovuta alla perdita di ruoli e identità, finora poco spazio si era dato a sottolineare la sua fragilità fisica. Tumori ai polmoni e alla prostata e cardiopatie segnano indelebilmente il corpo dell’uomo. Ad eccezione dell’Alzheimer, le 15 principali malattie killer colpiscono in misura maggiore gli uomini rispetto alle donne. Per non parlare dei disturbi legati alla sessualità: “Sono in aumento infertilità e impotenza: in Italia ne soffrono 15 uomini su cento”, fa presente lo psicoanalista Claudio Risé. Nel mondo un uomo su due deve fare i conti con la disfunzione erettile, ma solo pochi (si stima 1 su 20) si curano. Questa la fotografia che arriva dall’ultimo Congresso Mondiale dell'Issir (International Society for Sexual and Impotence Research) tenutosi a Montreal, in Canada.''L'impotenza continua a manifestarsi in milioni di uomini in tutto il mondo - sottolinea Micheal Adams, segretario scientifico del congresso - e spesso l'imbarazzo li trattiene dal rivolgersi al medico o chiedere una cura. Invece è fondamentale spiegare a questi pazienti che spesso il loro problema può essere anche un sintomo di una patologia più grave, che deve essere riconosciuta e curata''. “In molti casi”, avverte Patrizio Rigatti, cattedra di Urologia presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, “l’impotenza è un fattore che può precedere di dune anni l’infarto cardiaco.” Quindi è un sintomo da tenere sotto stretto controllo.E che il maschio si trascuri lo sanno bene anche gli andrologi. Nel nostro Paese almeno otto maschi su dieci non sanno che esiste uno specialista per l’uomo così come il ginecologo lo è per la donna”, dice Vincenzo Mirone, dell’Università di Napoli “Federico II” e Presidente della SIA, Società Italiana di Andrologia , cifre alla mano. “E che ci si creda o no, molti uomini hanno confessato di esservi rivolti a maghi e fattucchiere per avere la pozione sessuale magica o, addirittura, un amuleto. Ci risulta che c’è gente che si rivolge al mago per chiedere l’allungamento del pene”. Ma non tutto è perduto, per il povero maschio a rischio estinzione. Basta che metta la testa a posto e pensi un po’ più alla sua salute. Prima che sia troppo tardi.
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01/09/2003
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FONTE:http://www.nomads.it/continua.php?cod=275&pagina=6
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.GEGIA: “MA DOV’È FINITO IL MASCHIO ITALIANO?”
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Non dissacro voi uomini: io vi massacro". Basterebbe il titolo dell'ultima fatica letteraria di Francesca Antonaci, in arte Gegia, "Brutti, sporchi e cattivi", edizioni Manni, per comprendere l'aria che tira per l'italico maschio. "Siete diventati pesanti - affonda la brillante attrice nata a Galatina - , lo dico per esperienza maturata con mariti, fidanzati e amanti. E lo dicono molte donne". Niente rancore però. "Vi attacco come quando si critica una persona che si ama: la madre - spiega Gegia - sgrida il figlio, ma non accetta che un estraneo lo giudichi". Critica da chi ci vuole bene, insomma, ma spietata. "Sembra che un misterioso virus abbia indebolito il sesso forte. Dopo i dinosauri sta scomparendo l'uomo vero. Siete diventati competitivi, isterici, depressi. E dove andate a parare? Alle mamme, a mogli e amanti, e alla badante".
01\07\2007
FONTE:http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=4380&sez=HOME_SPETTACOLO
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Maschio, curati!
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Macchina del tempo
Arianna
Ansia, depressione, tumori alla prostata e al polmone, infarto... La salute dell'uomo oggi è più a rischio. Ma i rimedi esistono: "Macchina del tempo li ha chiesti ai grandi clinici dell'Istituto scientifico San Raffaele di Milano. Adamo è in difficoltà, sta scoprendo che il vero sesso debole è il suo, non quello di Eva. Il suo corpo e la sua mente sono minacciati, ogni giorno di più. Sempre che si voglia dare retta alle statistiche. E qui citiamo solo qualche dato: gli uomini hanno in genere un'aspettativa di vita di 75 anni contro gli 81 delle donne (il che significa che il divario è andato progressivamente crescendo, visto che negli anni Venti la differenza nelle aspettative di vita era di un solo anno), se sono nella fascia compresa tra i 55 e i 64 anni d’età hanno il doppio delle probabilità di essere colpiti da ictus rispetto alle loro coetanee. E le cose per loro sembrano mettersi male fin da subito, fin dal giorno in cui vengono concepiti. Il feto di sesso maschile ha più probabilità di subire un aborto rispetto alla sua controparte femminile: tant’è vero che se vengono concepiti 115 maschietti ogni 100 femminucce, all’atto della nascita il divario si è già accorciato (105 contro 100) e si accorcerà ulteriormente in un breve lasso di tempo, visto che i baby maschi corrono un rischio maggiore di morire prematuramente (con una ratio di 5 a 4). E più si procede con l’età più le cose si complicano. Fra i teenager le probabilità di morte accidentale sono doppie per i ragazzi rispetto alle ragazze. In età adulta, gli uomini commettono suicidio quattro volte più frequentemente delle donne (anche se queste ultime ci provano più spesso, ma senza arrivare a esiti fatali). Fatto sta che, partite in minoranza, all’età di 36 anni, le donne sono già più numerose degli uomini. Tra i 55 e i 64 anni, gli uomini hanno il doppio di probabilità di perire in un incidente stradale o per omicidio e tra i 55 e i 74 di morire per una malattia cardiaca rispetto alle loro mogli, sorelle e amiche. Di fronte a questi dati più d’uno studioso si è sentito in dovere di mettere in guardia l'uomo del nuovo millennio. Lo fanno anche, in queste pagine, i migliori specialisti di uno dei centri all'avanguardaia nella ricerca e nella cura biomedica in Italia, l’Istituto Scientifico Universitario San Raffaele di Milano. Il grido d’allarme più deciso è stato però quello lanciato dal professor Sigfried Meryn dell'università di Vienna, direttore del "Congresso mondiale sulla salute maschile" (di cui si terrà la terza edizione il prossimo ottobre, proprio nella capitale austriaca), il quale ha addirittura ventilato la possibilità che il maschio sia a rischio di estinzione. Il professor Meryn ha descritto l’uomo di oggi come psicologicamente insicuro di fronte a una donna sempre più volitiva, ma soprattutto ha insistito sulle cause patologiche della sua fragilità: disfunzioni ormonali, ansia e stress da superlavoro, uso eccessivo di alcolici, tabagismo sfrenato, sedentarietà, cattive abitudini alimentari (in Italia il 44% degli uomini è sovrappeso), piuttosto che sanitarie (una per tutte, la resistenza a rivolgersi con regolarità e tempestività al proprio medico, abitudine ritenuta non particolarmente virile.). Proprio questi fattori sono i responsabili di uno stravolgimento dell'equilibrio ormonale (il testosterone - l'ormone sessuale maschile - è particolarmente sensibile ai fattori esterni), che a sua volta causa l'insorgere di vari problemi legati alla sessualità: dall’affievolimento del desiderio fino a più seri disturbi di erezione. Di fronte a un tale scenario il professor Meryn sostiene che "il maschio dovrebbe cambiare radicalmente il modo di rapportarsi con il proprio benessere psico-fisico, e le autorità sanitarie dovrebbero creare a tal fine appositi programmi d'assistenza e di informazione". Se è vero che ormai da parecchio tempo si parla della crisi del maschio dovuta alla perdita di ruoli e identità, finora poco spazio si era dato a sottolineare la sua fragilità fisica. Tumori ai polmoni e alla prostata e cardiopatie segnano indelebilmente il corpo dell’uomo. Ad eccezione dell’Alzheimer, le 15 principali malattie killer colpiscono in misura maggiore gli uomini rispetto alle donne. Per non parlare dei disturbi legati alla sessualità: “Sono in aumento infertilità e impotenza: in Italia ne soffrono 15 uomini su cento”, fa presente lo psicoanalista Claudio Risé. Nel mondo un uomo su due deve fare i conti con la disfunzione erettile, ma solo pochi (si stima 1 su 20) si curano. Questa la fotografia che arriva dall’ultimo Congresso Mondiale dell'Issir (International Society for Sexual and Impotence Research) tenutosi a Montreal, in Canada.''L'impotenza continua a manifestarsi in milioni di uomini in tutto il mondo - sottolinea Micheal Adams, segretario scientifico del congresso - e spesso l'imbarazzo li trattiene dal rivolgersi al medico o chiedere una cura. Invece è fondamentale spiegare a questi pazienti che spesso il loro problema può essere anche un sintomo di una patologia più grave, che deve essere riconosciuta e curata''. “In molti casi”, avverte Patrizio Rigatti, cattedra di Urologia presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, “l’impotenza è un fattore che può precedere di dune anni l’infarto cardiaco.” Quindi è un sintomo da tenere sotto stretto controllo.E che il maschio si trascuri lo sanno bene anche gli andrologi. Nel nostro Paese almeno otto maschi su dieci non sanno che esiste uno specialista per l’uomo così come il ginecologo lo è per la donna”, dice Vincenzo Mirone, dell’Università di Napoli “Federico II” e Presidente della SIA, Società Italiana di Andrologia , cifre alla mano. “E che ci si creda o no, molti uomini hanno confessato di esservi rivolti a maghi e fattucchiere per avere la pozione sessuale magica o, addirittura, un amuleto. Ci risulta che c’è gente che si rivolge al mago per chiedere l’allungamento del pene”. Ma non tutto è perduto, per il povero maschio a rischio estinzione. Basta che metta la testa a posto e pensi un po’ più alla sua salute. Prima che sia troppo tardi.
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01/09/2003
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FONTE:http://www.nomads.it/continua.php?cod=275&pagina=6
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.GEGIA: “MA DOV’È FINITO IL MASCHIO ITALIANO?”
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Non dissacro voi uomini: io vi massacro". Basterebbe il titolo dell'ultima fatica letteraria di Francesca Antonaci, in arte Gegia, "Brutti, sporchi e cattivi", edizioni Manni, per comprendere l'aria che tira per l'italico maschio. "Siete diventati pesanti - affonda la brillante attrice nata a Galatina - , lo dico per esperienza maturata con mariti, fidanzati e amanti. E lo dicono molte donne". Niente rancore però. "Vi attacco come quando si critica una persona che si ama: la madre - spiega Gegia - sgrida il figlio, ma non accetta che un estraneo lo giudichi". Critica da chi ci vuole bene, insomma, ma spietata. "Sembra che un misterioso virus abbia indebolito il sesso forte. Dopo i dinosauri sta scomparendo l'uomo vero. Siete diventati competitivi, isterici, depressi. E dove andate a parare? Alle mamme, a mogli e amanti, e alla badante".
E già, l'uomo ha bisogno di protezione. "La verità è che non reggete la botta, non accettate - graffia la sempreverde Gegia- che la donna possa essere più brava di voi sul lavoro. Prima stava in casa a pulire il sedere ai bambini". E le mogli desideravano l'uomo che desse una mano in casa e ad accudire la prole. "Ora non accudisce lo stesso ma non ha nemmeno gli attributi di che possedeva quando magari aveva l'amante e gestiva una, due, tre famiglie. Adesso non sa tenere in mano la situazione. Vi ammalate e sembrate morti, in vacanza rompete, in casa ci tormentate". Magari le nuove leve sono diverse. "Macchè - non lascia scampo l'attrice-, i più giovani sembra non vogliano fare nulla. Questo perchè i genitori danno troppo. A 18 anni i ragazzi hanno già l'auto, possono studiare, hanno i soldi. Una volta c'era la guerra, non c'era da mangiare, oggi è tutto bell'e pronto".Altro che virus allora. "Se sono proposti modelli come Platinette o il mio amico Luxuria che diventano l'uno ricchissimo, l'altro onorevole, è evidente la distorsione delle idee: i giovani pensano che si ottiene più facilmente il successo prendendo la strada sbagliata, perchè c'è chi nasce gay ma esiste anche l'uomo che ci diventa per moda o per convenienza". Allora anche la televisione è nemica dell'uomo inteso come ‘vir’. "Certo, io sono per una riforma della società, sono per la disciplina e per la genuinità, rivolterei il senso delle cose: non creerei falliti, che assaporano il dolce ma non hanno le capacità di far nulla, si illudono di poter rimanere nello spettacolo, si ostinano, e non andranno mai più a zappare la terra. Io ho conseguito la laurea in Lettere e quella in Psicologia, ho fatto la psicologa, ho vinto un reality show ("Ritorno al presente", su Raiuno, nel 2005, ndr), tengo corsi di drammaturgia (anche sulla psicanalisi dell'attore, ndr), lavoro in teatro, scrivo libri. Ma lavorando con umiltà, non infilandomi nel letto di uno importante, sempre che questo non sia dell'altra sponda...". La solita storia delle meteore televisive: guadagnano presto la ribalta sculettando ma spariscono nel dimeticatoio dopo un paio di stagioni. "Servono qualità per lavorare - ammonisce Gegia-. Bisogna studiare, mostrare attitudini: se entro sei mesi non combini nulla vuol dire che devi fare altro".Gli attori di scarso profilo sono determinanti per la crisi del cinema nostrano? "Il cinema italiano è in crisi da sempre. Avete notato che troviamo un film di successo all'anno? Se pure... Il più recente è stato "L'ultimo bacio" (del 2000), di Gabriele Muccino, che infatti è finito in America". Ma il dramma, secondo l'attrice che negli anni Ottanta recitava con Nino Manfredi nello spot del caffè "Lavazza", il dramma sta nella televisione. "Propina valanghe di porcherie, di ideali sbagliati: una soap opera propone una donna che è andata con il fratello del marito, il suocero, che cambia facilmente uomo. Esempi che non sappiamo quali devianze generano in una ragazzina". Gegia aveva puntato sulla tv dei ragazzi (ricordate "Big", dall'88 al '90, per la Rai? Ndr). "Ora mostrano culi e cronaca nera anche alle cinque del pomeriggio: ma esistono i tg delle 20 per mostrare queste cose....!". Molti si lamentano della televisione, ma nelle alte sfere dei massimi sistemi della telecomunicazione son tutti sordi? "Troppi interessi a certi livelli. C'era Beppe Grillo, c'era quel comico che diceva cose interessanti prima di mettersi a leggere Dante, ora alcuni sono stati banditi, altri si sono adeguati". Insomma, l'uomo non riesce manco nell'amabile gioco del "castigat ridendo mores". Ma quello salentino si discosta almeno un po' dal naufragio nazionale? "Non lo so - confida la dottoressa Antonaci -, ho sposato un veronese e un romano e ho avuto uomini di altre regioni italiane. Con un salentino dovrei provare". Signora Gegia, attendiamo allora il prezioso scoop.
Francesco Buja
03\05\2007
FONTE:http://www.lecceprima.it/blocco_generico.htm
.
.I RAGAZZI SONO STUPIDI E PUZZANO
.
di Todd Harris Goldman
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DESCRIZIONE
Francesco Buja
03\05\2007
FONTE:http://www.lecceprima.it/blocco_generico.htm
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.I RAGAZZI SONO STUPIDI E PUZZANO
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di Todd Harris Goldman
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DESCRIZIONE
.Ragazze, ecco tutto ciò che è utile sapere sui maschi: sono stupidi, puzzano e il più delle volte sono dei buoni a nulla. Bisogna ammettere, però, che ogni tanto stare con loro è divertente. Fanno ridere, soprattutto quando si perdono per strada e si ostinano a non chiedere indicazioni a nessuno o quando cercano invano di capire cosa passa per la mente di una donna. In più, se ben addomesticati, regalano fiori e cioccolatini. E se infrangono le regole o fanno tribolare c'e sempre una soluzione: prenderli a sassate. Perché per ogni stupido ragazzo, c'è sempre una pietra da tirare.
FONTE:http://www.lafeltrinelli.it/fcom/it/home.html?i=2459209
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.ADDIO, MASCHIO ITALIANO
.LONDRA – Soffocato nel grembo avvolgente della mamma che lo nutre di pasta, limitato dal politicamente corretto, intimidito da ambiziose femministe in carriera, il maschio italiano non è più quello di una volta. L’amante latino è scomparso lasciandosi dietro solo un vago profumo di cliché. Scrive così il Times in un editoriale semi-serio, intitolato “Il singhiozzo italiano”. Ad ispirare il giornale britannico è stata una ricerca recentemente apparsa sulla rivista Riza Psicosomatica dalla quale è emerso che a soffrire le pene d’amore oggi sono più gli uomini delle donne. Ricordando che in un altro sondaggio l’80% degli uomini italiani fra i 36 ed i 55 anni si era dichiarato troppo timido per abbordare le donne in vacanza, il Times conclude che in Italia c’è una generazione di maschi piagnucolosi dal cuore tenero che si sentono respinti ed usati quando una relazione finisce. A dargli il colpo di grazia, scrive l’editorialista, è stata lo scorso anno la Cassazione quando ha decretato che il pizzico sul sedere è un atto di violenza. “Ma questo – aggiunge – in fondo è stato solo l’ultimo affronto alla presunta sicurezza del sanguigno maschio italiano”. Ma non è solo il mito del latin lover ad essere crollato, sono tutti gli stereotipi nazionali ad aver ormai perso significato: “l’identità europea tanto temuta da Margaret Thatcher sta diventando anche troppo reale”, scrive il giornale. Tedeschi che schivano il lavoro e si raccontano barzellette ai bordi delle piscine; maschi britannici che cucinano esotici soufflé; donne greche che presiedono consigli di amministrazione; spagnoli che sorseggiano succhi di frutta nel sole del primo pomeriggio. “Chi possiamo ora prendere in giro per la diligenza, l’ignoranza culinaria, la mancanza di puntualità o la cultura della siesta? rileva il Times. “Scuole di business, pacchetti viaggio, psicologi e reality show hanno ucciso tutti i confortevoli miti. È tempo di cambiare”, conclude il giornale che non rinuncia ad un’ultima frecciata, questa volta indirizzata all’Unione europea: “i burocrati di Bruxelles dovrebbero emanare le caratteristiche dettagliate del perfetto stereotipo.
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Gennaio 2005
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FONTE:http://www.floria-publications.com/la_pagina_italiana/addio.htm
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.IN CRISI IL MASCHIO ITALIANO
.Sono passati diversi anni da quando negli anni '70 la donna lottava per la parità di diritti. E da allora il suo ruolo è radicalmente cambiato anche a letto mettendo sempre più in crisi il maschio. Le femmine non si accontentano più delle prestazioni sessuali che gli vengono proposte a letto. Ma l'uomo, anziché vivere lo scambio sessuale trovando un giusto compromesso, si ritira dal confronto quasi deluso per non essere stato in grado di rispondere alle aspettative della compagna di turno. Proprio per meglio comprendere il fenomeno si stanno portando avanti diversi studi tra cui quello della psicosessuologa dell'Università 'La Sapienza' di Roma, Chiara Simonelli. Secondo la dottoressa ''I problemi sessuali sono sempre esistiti, ma oggi, rispetto al passato se ne parla di più. E questo - spiega - solo per merito della donne che hanno deciso di non restare più in silenzio, 'ubbidire' e sopportare. La donna riesce a letto a stabilire un dialogo, a parlare il linguaggio maschile e quello femminile, a differenza del partner che non vuole invece aprirsi e che entra in crisi perché non riesce, non è abituato, o non vuole 'contrattare'. E da qui la defaillance, la crisi o la fuga (vera e propria rinuncia a priori a trovare un compromesso o un accordo sessuale). O, peggio ancora, l'accusa alla donna di essere troppo aggressiva e di aver perso la propria femminilità''.
FONTE:http://www.lafeltrinelli.it/fcom/it/home.html?i=2459209
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.ADDIO, MASCHIO ITALIANO
.LONDRA – Soffocato nel grembo avvolgente della mamma che lo nutre di pasta, limitato dal politicamente corretto, intimidito da ambiziose femministe in carriera, il maschio italiano non è più quello di una volta. L’amante latino è scomparso lasciandosi dietro solo un vago profumo di cliché. Scrive così il Times in un editoriale semi-serio, intitolato “Il singhiozzo italiano”. Ad ispirare il giornale britannico è stata una ricerca recentemente apparsa sulla rivista Riza Psicosomatica dalla quale è emerso che a soffrire le pene d’amore oggi sono più gli uomini delle donne. Ricordando che in un altro sondaggio l’80% degli uomini italiani fra i 36 ed i 55 anni si era dichiarato troppo timido per abbordare le donne in vacanza, il Times conclude che in Italia c’è una generazione di maschi piagnucolosi dal cuore tenero che si sentono respinti ed usati quando una relazione finisce. A dargli il colpo di grazia, scrive l’editorialista, è stata lo scorso anno la Cassazione quando ha decretato che il pizzico sul sedere è un atto di violenza. “Ma questo – aggiunge – in fondo è stato solo l’ultimo affronto alla presunta sicurezza del sanguigno maschio italiano”. Ma non è solo il mito del latin lover ad essere crollato, sono tutti gli stereotipi nazionali ad aver ormai perso significato: “l’identità europea tanto temuta da Margaret Thatcher sta diventando anche troppo reale”, scrive il giornale. Tedeschi che schivano il lavoro e si raccontano barzellette ai bordi delle piscine; maschi britannici che cucinano esotici soufflé; donne greche che presiedono consigli di amministrazione; spagnoli che sorseggiano succhi di frutta nel sole del primo pomeriggio. “Chi possiamo ora prendere in giro per la diligenza, l’ignoranza culinaria, la mancanza di puntualità o la cultura della siesta? rileva il Times. “Scuole di business, pacchetti viaggio, psicologi e reality show hanno ucciso tutti i confortevoli miti. È tempo di cambiare”, conclude il giornale che non rinuncia ad un’ultima frecciata, questa volta indirizzata all’Unione europea: “i burocrati di Bruxelles dovrebbero emanare le caratteristiche dettagliate del perfetto stereotipo.
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Gennaio 2005
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FONTE:http://www.floria-publications.com/la_pagina_italiana/addio.htm
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.IN CRISI IL MASCHIO ITALIANO
.Sono passati diversi anni da quando negli anni '70 la donna lottava per la parità di diritti. E da allora il suo ruolo è radicalmente cambiato anche a letto mettendo sempre più in crisi il maschio. Le femmine non si accontentano più delle prestazioni sessuali che gli vengono proposte a letto. Ma l'uomo, anziché vivere lo scambio sessuale trovando un giusto compromesso, si ritira dal confronto quasi deluso per non essere stato in grado di rispondere alle aspettative della compagna di turno. Proprio per meglio comprendere il fenomeno si stanno portando avanti diversi studi tra cui quello della psicosessuologa dell'Università 'La Sapienza' di Roma, Chiara Simonelli. Secondo la dottoressa ''I problemi sessuali sono sempre esistiti, ma oggi, rispetto al passato se ne parla di più. E questo - spiega - solo per merito della donne che hanno deciso di non restare più in silenzio, 'ubbidire' e sopportare. La donna riesce a letto a stabilire un dialogo, a parlare il linguaggio maschile e quello femminile, a differenza del partner che non vuole invece aprirsi e che entra in crisi perché non riesce, non è abituato, o non vuole 'contrattare'. E da qui la defaillance, la crisi o la fuga (vera e propria rinuncia a priori a trovare un compromesso o un accordo sessuale). O, peggio ancora, l'accusa alla donna di essere troppo aggressiva e di aver perso la propria femminilità''.
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07/03/2001
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FONTE:http://italiasalute.leonardo.it/news.asp?ID=760
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IL MASCHIO ITALIANO E' IN CRISI
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07/03/2001
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FONTE:http://italiasalute.leonardo.it/news.asp?ID=760
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IL MASCHIO ITALIANO E' IN CRISI
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Sesso, amore e uomo.
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Rilevo atteggiamenti e problemi uniti da un filo rosso: l'incertezza: che cosa rimane veramente del mitico maschio Italiano? Quale identità e quale carattere identificano l'uomo Italiano contemporaneo? Le statistiche più recenti ci dicono che i maschi attraversano una fase di riflessione e trasgressione nei rapporti con le donne. Sono in crisi. Le storie di tradimento e di recupero dei vecchi strumenti del latin lover abbondano. Sono molti gli uomini che decidono di trasgredire e lo fanno con transessuali e omosessuali. Alcune di queste trasgressioni sono solo incursioni che si chiudono rapidamente. Altre sono più durature e coinvolgenti. E disegnano a sorpresa un altro tipo di maschio Italiano. C'è un numero considerevole di uomini autoritari in famiglia che nascondono inconfessate debolezze. Un numero considerevole di uomini, che temono donne emancipate, e si difendono fuggendo. A Voi l'opportunita' di dire la Vostra.
18\09\2007
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18\09\2007
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FONTE: \\\
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CRISI DEL RUOLO MASCHILE
CRISI DEL RUOLO MASCHILE
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Crisi dell’uomo moderno? Si, perchè ruolo è uguale a istituzione. E’ ciò di cui l’uomo deve riuscire a prendere le distanze per recuperare la sua interezza senza condizionamenti nè matriarcali nè patriarcali.
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L' uomo se ne sta a distanza da se stesso… ha paura di guardarsi dentro, non sa recuperare la parte sacra di se che osserva raggomitolata in un angolo del suo Io. Si lamenta, sta male non reagisce. La sua ribellione è la sua "flaccidità" attraverso cui egli si oppone e di cui subisce inconsciamente l’ombra, mettendosi fuori gioco, si autoesclude e non si confronta con il padre, suo simile, e di conseguenza con gli altri maschi, restando assoggettato in una condizione di perenne separazione. Da sempre uomini e donne condividono una realtà un’ esistenza che prevede una società patriarcale dove l’immagine dell’uomo si identifica con il ruolo che adempiono, con il potere. Non possono mai "rilassarsi" cedere passando la vita a negare il lato femminile da essi svilito e proiettato nelle donne. Ricordano la figura Dio romano Priapo, affetto da un enorme erezione di cui non riusciva a liberarsi. Sin da bambini gli uomini si preparano a essere all’altezza di imprese, persino quando organizzano gare dello "spruzzo più lontano", loro devono dimostrare qualcosa di cui non hanno ancora acquisito e preso coscienza. Devono vincere e sono esposti, sempre, e più delle donne. Entrambi sia uomini che donne sono chiamati ad affrontare le proprie ombre, perchè non basta il lavoro di una metà dell’umanità a permettere il salto su un piano di consapevolezza superiore. La vita non può cambiare e farsi più "umana" se l’uomo non integra a sè i lati bruti di se stesso. Le violenze maschili nei comportamenti sociali rappresentano, infatti, in modo patologico la non integrazione del lato violento del portatore di fallo (come afferma la psicologa Maria Campolo). Ogni uomo ha il compito di riconoscere ed accettare la propria indole senza forzarsi di diventare ciò che non è. Diventa sempre più difficile assistere ad un evento di un uomo che lascia libero sfogo alle emozioni, che si commuove. C’ è ancora l’idea di attribuire le lacrime ad un evento da femminucce, un espressione della propria debolezza. Anche l’introspezione, l’analisi, sono esperienze da cui si rifugia e di cui ha timore poichè teme la ricaduta nella "Madre" da cui faticosamente si è dovuto allontanare per poter affermare la propria soggettività. L’uomo osserva la donna, raramente se stesso, del resto chi detiene il potere non si osserva. Il conoscente osserva il conosciuto. Raramente se stesso. Il rischio che corre se non tenderà ad armonizzare tutte le parti di se stesso, di esibire i lati peggiori: razionalismo, alienazione, disumanizzazione, mito del Superuomo, ecc. come dice Jung: " Il Superuomo resiste ad ogni compassione e si erge contro l’uomo più laido, l’uomo ordinario che è ognuno di noi. L’ombra non deve essere scorta, ma va negata, rimossa, trasformata in qualcosa di straordinario. Non v’è posto per le debolezze che sminuiscano il proprio prestigio. Tutto diventa possibile soltanto se è disposto a riconoscere il suo SOL NIGER… ossia la sua ombra, l’intimità con se stesso". Uomo chi sei? Uomo dove vai?
08\06\2006
FONTE:http://mayraglouis.wordpress.com/2006/06/08/crisi-del-ruolo-maschile/
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.CROLLA IL MACHO ITALICO ?
08\06\2006
FONTE:http://mayraglouis.wordpress.com/2006/06/08/crisi-del-ruolo-maschile/
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.CROLLA IL MACHO ITALICO ?
.Nel profondo del nostro sud, precisamente a Reggio Calabria a Villa San Giovanni, si sta svolgendo il terzo Congresso Nazionale “Progressi in Andrologia". Dal quale emerge che due italiani su tre, tra i 20 e i 40 anni, hanno problemi sessuali. Cosicché lo stereotipo dell’italiano macho e campione del sesso rischia di crollare in modo impietoso. Infatti circa la metà si reca dall’andrologo per i dubbi sulle dimensioni del proprio pene; altri hanno problemi di eiaculazione precoce. E’ anche diffusa la mancanza di libido e infertilità, e non manca chi soffre di deficit erettile. Il quadro non è rassicurante. E’ risaputo che la sessualità è un elemento importante per l’equilibrio psichico di ogni individuo. Mi domando se alcune di tali disfunzioni non siano dovute al tipo di vita che gran parte degli uomini conduce (non cito le donne solo per l’argomento trattato): sempre di corsa, con lo stress che assoggetta gran parte della giornata, con ansia e nevrosi sempre in agguato.
16\09\2006
FONTE:http://antoniocracas.blog.lastampa.it/antonio_cracas/2006/09/crolla_il_macho.html
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.ADDIO MACHO
.Macho addio. La figura dell'ambito e agognato "macho italiano", principe dei cuccatori vacanzieri, se ne va (finalmente!) in pensione. A dirlo è stato il noto e prestigioso quotidiano britannico "Times" che, prendendo spunto da una ricerca condotta dalla rivista Riza Psicosomatica, ha rilevato come oggi siano soprattutto gli uomini a soffrire delle famigerate "pene d'amore". Maschi mammoni e piagnucolosi, che si sentono usati e respinti quando una relazione finisce o… neppure comincia. Inoltre, da un altro sondaggio risulterebbe che l'80% degli uomini italiani (fra i 36 ed i 55 anni) si dichiara troppo timido per abbordare una donzella in vacanza. Insomma, il macho nostrano deve ormai arrendersi: la sua nota fama è messa in discussione. Non è un caso, poi, che il celebre Viagra (la pillolina magica) abbia visto negli ultimi anni un incremento delle vendite del 30%. Insomma facendo il punto della situazione il maschio è ormai in crisi ed alle femminucce non resta che guardare allo straniero, attratto sempre più dalle italiane. Da noi impazzano, invece, uomini timidi e viagrati. Bella consolazione…Stando ad un'indagine condotta dalla sessuologa Serenella Salomoni per H3G su un campione di 1200 giovani, maschi e femmine, tra i 16 i 35 anni, che trascorrono le loro vacanze sulle spiagge di Rimini, Alassio, Viareggio, Arzachena, Gallipoli, Stintino e Giardini Naxos, l'87% del campione ha incontrato difficoltà nelle vacanze estive a fare nuove conoscenze. Fra le principali paure ci sono, nell'ordine: il timore di essere rifiutato (23%), di non essere apprezzato per l'aspetto fisico (20%), di essere frainteso (18%) ed un senso di inadeguatezza (15%). Le tecniche maschili per l'approccio sono: il gioco di sguardi (21%), puntare sul proprio look (18%) e utilizzare sms, mms, videomessaggi (16%). Quelle femminili per evitare le avence sono invece: prendere il sole mostrando indifferenza (31%), circondarsi dei soliti amici (18%) e leggere tutto il giorno (15%). La caccia del play-boy da spiaggia sembra insomma sempre più rara. Le motivazioni per l'abbordaggio sono, infine: nel 21% dei casi per puro divertimento e nel 13% per sfuggire alla routine.
16\09\2006
FONTE:http://antoniocracas.blog.lastampa.it/antonio_cracas/2006/09/crolla_il_macho.html
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.ADDIO MACHO
.Macho addio. La figura dell'ambito e agognato "macho italiano", principe dei cuccatori vacanzieri, se ne va (finalmente!) in pensione. A dirlo è stato il noto e prestigioso quotidiano britannico "Times" che, prendendo spunto da una ricerca condotta dalla rivista Riza Psicosomatica, ha rilevato come oggi siano soprattutto gli uomini a soffrire delle famigerate "pene d'amore". Maschi mammoni e piagnucolosi, che si sentono usati e respinti quando una relazione finisce o… neppure comincia. Inoltre, da un altro sondaggio risulterebbe che l'80% degli uomini italiani (fra i 36 ed i 55 anni) si dichiara troppo timido per abbordare una donzella in vacanza. Insomma, il macho nostrano deve ormai arrendersi: la sua nota fama è messa in discussione. Non è un caso, poi, che il celebre Viagra (la pillolina magica) abbia visto negli ultimi anni un incremento delle vendite del 30%. Insomma facendo il punto della situazione il maschio è ormai in crisi ed alle femminucce non resta che guardare allo straniero, attratto sempre più dalle italiane. Da noi impazzano, invece, uomini timidi e viagrati. Bella consolazione…Stando ad un'indagine condotta dalla sessuologa Serenella Salomoni per H3G su un campione di 1200 giovani, maschi e femmine, tra i 16 i 35 anni, che trascorrono le loro vacanze sulle spiagge di Rimini, Alassio, Viareggio, Arzachena, Gallipoli, Stintino e Giardini Naxos, l'87% del campione ha incontrato difficoltà nelle vacanze estive a fare nuove conoscenze. Fra le principali paure ci sono, nell'ordine: il timore di essere rifiutato (23%), di non essere apprezzato per l'aspetto fisico (20%), di essere frainteso (18%) ed un senso di inadeguatezza (15%). Le tecniche maschili per l'approccio sono: il gioco di sguardi (21%), puntare sul proprio look (18%) e utilizzare sms, mms, videomessaggi (16%). Quelle femminili per evitare le avence sono invece: prendere il sole mostrando indifferenza (31%), circondarsi dei soliti amici (18%) e leggere tutto il giorno (15%). La caccia del play-boy da spiaggia sembra insomma sempre più rara. Le motivazioni per l'abbordaggio sono, infine: nel 21% dei casi per puro divertimento e nel 13% per sfuggire alla routine.
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ANNO: \\\
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FONTE: \\\.
.CROMOSOMA Y: SOLITARIO E PERDENTE.
Mentre ogni coppia di cromosomi contiene una duplice copia, ciascuna identica all’altra, i cromosomi sessuali hanno invece copie differenti: XY nel maschio, XX nella femmina. Il cromosoma Y – del quale solo di recente è stato completato il sequenziamento – ha caratteristiche molto inusuali : 1) ospita solo poche dozzine di geni, a fronte di migliaia presenti in X; 2) la maggior parte dei segmenti che lo compongono non si scambiano materiale genetico secondo il processo detto “ricombinazione”, che si verifica invece nelle femmine nelle quali X e X si ricombinano. Il cromosoma Y, in copia, non può ricombinarsi. Ne consegue che nel maschio la selezione naturale è meno efficace nel prevenire le mutazioni dannose e nel fissare quelle benefiche.
27\11\2003
.CROMOSOMA Y: SOLITARIO E PERDENTE.
Mentre ogni coppia di cromosomi contiene una duplice copia, ciascuna identica all’altra, i cromosomi sessuali hanno invece copie differenti: XY nel maschio, XX nella femmina. Il cromosoma Y – del quale solo di recente è stato completato il sequenziamento – ha caratteristiche molto inusuali : 1) ospita solo poche dozzine di geni, a fronte di migliaia presenti in X; 2) la maggior parte dei segmenti che lo compongono non si scambiano materiale genetico secondo il processo detto “ricombinazione”, che si verifica invece nelle femmine nelle quali X e X si ricombinano. Il cromosoma Y, in copia, non può ricombinarsi. Ne consegue che nel maschio la selezione naturale è meno efficace nel prevenire le mutazioni dannose e nel fissare quelle benefiche.
27\11\2003
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FRAGILITÀ AL MASCHILE
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Crollato il mito del “sesso forte”, occorre educare i ragazzi ad accettare i propri limiti con serena fiducia
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Piangere è una cosa da ragazze. E’un luogo comune, ritenuto valido, in molti casi, anche dagli adulti, oltre che dai bambini. Al contrario, dai risultati di una nuova ricerca pubblicata dal British Medical Journal, risulta che i ragazzi siano più fragili delle loro coetanee. I ragazzi si rivelerebbero più vulnerabili anche nel periodo prenatale, ha spiegato il dottor Sebastian Kraemer della Tavistock Clinic di Londra, e a questo proposito ha sottolineato la predominanza di disturbi cognitivi, derivanti da una sofferenza cerebrale, nei bambini. Dopo la nascita - ha specificato il dottor Kraemer - i ragazzi presentano disturbi psichici con una frequenza tre o quattro volte maggiore rispetto alle ragazze. Mentre tra queste ultime ricorrono più spesso autismo, dislessia e sindrome di Gill de la Torrette”.
A supporto della tesi di una maggiore fragilità degli uomini il British Medical Journal riporta i dati, certamente non trascurabili, relativi al rendimento nello studio. Le ragazze risultano più studiose dei ragazzi. I risultati degli esami finali, nella scuola secondaria inglese, mostrano che più del 50% delle ragazze ottiene buoni voti mentre la stessa percentuale, tra i ragazzi, non supera il 40%. I maschietti mostrano migliori performance in matematica e nelle prove non verbali. Nell’età matura, poi, gli uomini più spesso delle donne soffrono di disturbi circolatori, di diabete, di alcolismo e di ulcere. In caso di abuso di sostanze stupefacenti, fenomeno più frequente nei maschi, gli uomini tendono a rifiutare l’aiuto medico. Ed anche la depressione compare più spesso negli uomini e più di frequente conduce al suicidio.
Prima di concludere che la debolezza maschile sia solo di ordine genetico, occorre riflettere su quanto lo stereotipo dell’uomo “indistruttibile” possa influire sull’equilibrio psicofisico dei maschi. Sappiamo bene quanto in una data cultura il mito dell’uomo potente, in caso di insuccesso, pone l’individuo di fronte ad una sconfitta che in base al contesto in cui si trova può generare ulteriori difficoltà. Se gli educatori, nello svolgimento del loro lavoro, tenessero in considerazione le reali necessità dei ragazzi, probabilmente si potrebbero evitare una serie di difficoltà di ordine psicologico derivanti dalla continua rincorsa di un modello “forte” imposto dalla società e poco aderente ai reali bisogni personali.
.Dott.ssa Rosalba Trabalzini Psicologo - Psichiatra - Psicoterapeuta
A supporto della tesi di una maggiore fragilità degli uomini il British Medical Journal riporta i dati, certamente non trascurabili, relativi al rendimento nello studio. Le ragazze risultano più studiose dei ragazzi. I risultati degli esami finali, nella scuola secondaria inglese, mostrano che più del 50% delle ragazze ottiene buoni voti mentre la stessa percentuale, tra i ragazzi, non supera il 40%. I maschietti mostrano migliori performance in matematica e nelle prove non verbali. Nell’età matura, poi, gli uomini più spesso delle donne soffrono di disturbi circolatori, di diabete, di alcolismo e di ulcere. In caso di abuso di sostanze stupefacenti, fenomeno più frequente nei maschi, gli uomini tendono a rifiutare l’aiuto medico. Ed anche la depressione compare più spesso negli uomini e più di frequente conduce al suicidio.
Prima di concludere che la debolezza maschile sia solo di ordine genetico, occorre riflettere su quanto lo stereotipo dell’uomo “indistruttibile” possa influire sull’equilibrio psicofisico dei maschi. Sappiamo bene quanto in una data cultura il mito dell’uomo potente, in caso di insuccesso, pone l’individuo di fronte ad una sconfitta che in base al contesto in cui si trova può generare ulteriori difficoltà. Se gli educatori, nello svolgimento del loro lavoro, tenessero in considerazione le reali necessità dei ragazzi, probabilmente si potrebbero evitare una serie di difficoltà di ordine psicologico derivanti dalla continua rincorsa di un modello “forte” imposto dalla società e poco aderente ai reali bisogni personali.
.Dott.ssa Rosalba Trabalzini Psicologo - Psichiatra - Psicoterapeuta
Consulente del Tribunale di Roma
22\03\2001
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FONTE:http://www.guidagenitori.it/guidagenitori/home.jsp?openDocument=1267&parent1=152&parent2=164&docs=164
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IL CROMOSOMA DELLA VIRILITA’ STA PER SCOMPARIRE
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INDICATO CON LA LETTERA Y, E’ L’UNICO CHE NON ESISTA IN DOPPIA COPIA E CIO’ LO RENDE PIU’ DELICATO: L’EVOLUZIONE PRIMA O POI LO ELIMINERA’
Lo studio dei cromosomi sessuali dell'uomo, X e Y, ha fornito recentemente una serie di dati di grande interesse.
Insomma, il piccolo cromosoma Y, oltre a determinare il sesso maschile, sta svolgendo un' utile funzione negli studi di genetica delle popolazioni. In attesa di sparire, non e’ poco. Il dibattito riguarda soprattutto il cromosoma "maschile" Y, che alcuni hanno stimato addirittura in via di estinzione. Ma per quanto fondata possa essere questa ipotesi, non pare il caso di allarmarsi: la scomparsa infatti sara’ graduale, richiede alcuni milioni di anni e non e’ detto che sia irrimediabile... Ricordiamo anzitutto alcuni dati difatto: gli esseri umani hanno 23 coppie di cromosomi, e ciascuna coppia consiste di due cromosomi uguali, con una eccezione, il cromosoma X, che nella femmina ha una propria copia mentre nel maschio al cromosoma X e’ appaiato uno strano e minuscolo cromosoma, chiamato Y, che per altro contiene geni specifici per il sesso maschile; in particolare un gene chiamato SRY ("Sex Region Y"), scoperto da pochi anni, e’ considerato un gene "grilletto", in quanto capace di far scattare il processo di determinazione del sesso. Non e’ stato sempre cosi’ nel regno animale e non lo e’ tuttora: soltanto da 200 milioni di anni due cromosomi normali (autosomi) si sono evoluti nell'X e nell'Y, con una divergenza che si e’ fatta via via piu’ marcata. Non e’ inoltre cosi’ in nella maggior parte del regno animale: ad esempio gli uccelli hanno cromosomi sessuali diversi, mentre i rettili non ne hanno affatto e la determinazione del sesso avviene con meccanismi differenti. Anche nei mammiferi, sappiamo che nei monotremi e’presente il cromosoma Y ma manca il gene SRY. La spiegazione sembra consistere anche qui in una divergenza, avvenuta milioni di anni fa, fra animali che hanno acquisito il gene SRY, come la gran parte dei mammiferi, ed altri che hanno ritenuto altri geni nell'Y, capaci di attuare la determinazione del sesso. Inoltre alcuni minuscoli roditori simili alle talpe, come i microti (ad esempio l'Ellobius tancrei) non sembrano possedere cromosomi sessuali e hanno "rimediato" la differenziazione sessuale mediante nuovi geni situati su cromosomi diversi da X e Y. Sotto questo aspetto potrebbero essere considerati animali all'avanguardia, poiche’ hanno gia’ effettuato il cambiamento che si rendera’ indispensabile per tutti i mammiferi quando, come alcuni sostengono, il cromosoma Y scomparira’ completamente dal loro corredo. Ma come si difende il povero cromosoma Y, che, non avendo una controparte copiabile come gli altri cromosomi, si trova in difficolta’ ogni volta che si rende necessaria una "riparazione" e non puo’ attingere a una struttura corrispondente? I risultati della recentissima decifrazione delle sequenze del cromosoma Y hanno fornito una sorprendente conclusione: circa 6 milioni di "lettere" del suo DNA sono disposte in sequenze che si possono leggere in direzione opposta su entrambi i filamenti della doppia elica, sono cioe’ sequenze "palindromiche". Secondo i genetisti che hanno fatto la scoperta, questa disposizione permetterebbe di eliminare le mutazioni dannose, sostituendole con la copia ortodossa presente nella sequenza speculare. Quando nel corso dell'evoluzione divennero impossibili i processi di ricombinazione fra l'X e l'Y, si manifesto’ pertanto un meccanismo alternativo che impedi’ l'accumulo di mutazioni inattivanti e mantenne la sequenza dei geni rimasti sul cromosoma Y: tale sarebbe quindi la funzione della "sala degli specchi", come e’ stata chiamata questa struttura. Questo meccanismo di difesa tuttavia potrebbe essere insufficiente e secondo alcuni, non vi sarebbe scampo: il cromosoma Y rimane vulnerabile e, nel corso di parecchi milioni di anni, potrebbe anche sparire. Nel frattempo questo cromosoma si sta rivelando uno strumento validissimo per studiare le migrazioni dei nostri lontani antenati: l'esame delle sue variazioni ha confermato come la famiglia cui apparteniamo, "Homo sapiens", si sia formata in Africa e da li’ poi una popolazione abbia preso la strada dell'Europa e un'altra la direzione dell’Asia, arrivando fino all'Australia.
22\03\2001
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FONTE:http://www.guidagenitori.it/guidagenitori/home.jsp?openDocument=1267&parent1=152&parent2=164&docs=164
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IL CROMOSOMA DELLA VIRILITA’ STA PER SCOMPARIRE
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INDICATO CON LA LETTERA Y, E’ L’UNICO CHE NON ESISTA IN DOPPIA COPIA E CIO’ LO RENDE PIU’ DELICATO: L’EVOLUZIONE PRIMA O POI LO ELIMINERA’
Lo studio dei cromosomi sessuali dell'uomo, X e Y, ha fornito recentemente una serie di dati di grande interesse.
Insomma, il piccolo cromosoma Y, oltre a determinare il sesso maschile, sta svolgendo un' utile funzione negli studi di genetica delle popolazioni. In attesa di sparire, non e’ poco. Il dibattito riguarda soprattutto il cromosoma "maschile" Y, che alcuni hanno stimato addirittura in via di estinzione. Ma per quanto fondata possa essere questa ipotesi, non pare il caso di allarmarsi: la scomparsa infatti sara’ graduale, richiede alcuni milioni di anni e non e’ detto che sia irrimediabile... Ricordiamo anzitutto alcuni dati difatto: gli esseri umani hanno 23 coppie di cromosomi, e ciascuna coppia consiste di due cromosomi uguali, con una eccezione, il cromosoma X, che nella femmina ha una propria copia mentre nel maschio al cromosoma X e’ appaiato uno strano e minuscolo cromosoma, chiamato Y, che per altro contiene geni specifici per il sesso maschile; in particolare un gene chiamato SRY ("Sex Region Y"), scoperto da pochi anni, e’ considerato un gene "grilletto", in quanto capace di far scattare il processo di determinazione del sesso. Non e’ stato sempre cosi’ nel regno animale e non lo e’ tuttora: soltanto da 200 milioni di anni due cromosomi normali (autosomi) si sono evoluti nell'X e nell'Y, con una divergenza che si e’ fatta via via piu’ marcata. Non e’ inoltre cosi’ in nella maggior parte del regno animale: ad esempio gli uccelli hanno cromosomi sessuali diversi, mentre i rettili non ne hanno affatto e la determinazione del sesso avviene con meccanismi differenti. Anche nei mammiferi, sappiamo che nei monotremi e’presente il cromosoma Y ma manca il gene SRY. La spiegazione sembra consistere anche qui in una divergenza, avvenuta milioni di anni fa, fra animali che hanno acquisito il gene SRY, come la gran parte dei mammiferi, ed altri che hanno ritenuto altri geni nell'Y, capaci di attuare la determinazione del sesso. Inoltre alcuni minuscoli roditori simili alle talpe, come i microti (ad esempio l'Ellobius tancrei) non sembrano possedere cromosomi sessuali e hanno "rimediato" la differenziazione sessuale mediante nuovi geni situati su cromosomi diversi da X e Y. Sotto questo aspetto potrebbero essere considerati animali all'avanguardia, poiche’ hanno gia’ effettuato il cambiamento che si rendera’ indispensabile per tutti i mammiferi quando, come alcuni sostengono, il cromosoma Y scomparira’ completamente dal loro corredo. Ma come si difende il povero cromosoma Y, che, non avendo una controparte copiabile come gli altri cromosomi, si trova in difficolta’ ogni volta che si rende necessaria una "riparazione" e non puo’ attingere a una struttura corrispondente? I risultati della recentissima decifrazione delle sequenze del cromosoma Y hanno fornito una sorprendente conclusione: circa 6 milioni di "lettere" del suo DNA sono disposte in sequenze che si possono leggere in direzione opposta su entrambi i filamenti della doppia elica, sono cioe’ sequenze "palindromiche". Secondo i genetisti che hanno fatto la scoperta, questa disposizione permetterebbe di eliminare le mutazioni dannose, sostituendole con la copia ortodossa presente nella sequenza speculare. Quando nel corso dell'evoluzione divennero impossibili i processi di ricombinazione fra l'X e l'Y, si manifesto’ pertanto un meccanismo alternativo che impedi’ l'accumulo di mutazioni inattivanti e mantenne la sequenza dei geni rimasti sul cromosoma Y: tale sarebbe quindi la funzione della "sala degli specchi", come e’ stata chiamata questa struttura. Questo meccanismo di difesa tuttavia potrebbe essere insufficiente e secondo alcuni, non vi sarebbe scampo: il cromosoma Y rimane vulnerabile e, nel corso di parecchi milioni di anni, potrebbe anche sparire. Nel frattempo questo cromosoma si sta rivelando uno strumento validissimo per studiare le migrazioni dei nostri lontani antenati: l'esame delle sue variazioni ha confermato come la famiglia cui apparteniamo, "Homo sapiens", si sia formata in Africa e da li’ poi una popolazione abbia preso la strada dell'Europa e un'altra la direzione dell’Asia, arrivando fino all'Australia.
05\09\2003
FONTE:http://pacs.unica.it/rassegna/rassegna090703.txt
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L’uomo ha paura di rimorchiare
.Dove sono finiti i veri uomini di una volta? Sembra che la razza del macho sia in via di estinzione. Secondo uno studio condotto dalla rivista Riza Psicosomatica ha rivelato che l’uomo prova imbarazzo, vergogna e addirittura paura a rimorchiare una donna sulla spiaggia. I dati parlano chiaro: sei maschi italiani su dieci, più della metà dunque, hanno paura nei confronti del sesso. E soprattutto nei confronti della trasgressione estiva. Lo studio è stato condotto su un campione di 1000 italiani, uomini e donne, con un’età compresa tra i 25 e i 55 anni. Tutta colpa delle donne: sono troppe disinibite e trasgressive. L’uomo macho ormai sembra essere un ricordo lontano. Soprattutto in vacanza emergono tutte le insicurezze profonde che i maschi italiani si portano dietro nella vita di tutti i giorni e che esprimono solamente nei momenti di relax. Come quando sono in vacanza. Pensate che un bikini meno coprente del normale o uno sguardo ammiccante possa invogliare il vostro vicino di ombrellone? Fatica sprecata: tutti questi tentativi così sfacciati riescono solamente a provocare imbarazzo tra gli uomini.
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L’uomo ha paura di rimorchiare
.Dove sono finiti i veri uomini di una volta? Sembra che la razza del macho sia in via di estinzione. Secondo uno studio condotto dalla rivista Riza Psicosomatica ha rivelato che l’uomo prova imbarazzo, vergogna e addirittura paura a rimorchiare una donna sulla spiaggia. I dati parlano chiaro: sei maschi italiani su dieci, più della metà dunque, hanno paura nei confronti del sesso. E soprattutto nei confronti della trasgressione estiva. Lo studio è stato condotto su un campione di 1000 italiani, uomini e donne, con un’età compresa tra i 25 e i 55 anni. Tutta colpa delle donne: sono troppe disinibite e trasgressive. L’uomo macho ormai sembra essere un ricordo lontano. Soprattutto in vacanza emergono tutte le insicurezze profonde che i maschi italiani si portano dietro nella vita di tutti i giorni e che esprimono solamente nei momenti di relax. Come quando sono in vacanza. Pensate che un bikini meno coprente del normale o uno sguardo ammiccante possa invogliare il vostro vicino di ombrellone? Fatica sprecata: tutti questi tentativi così sfacciati riescono solamente a provocare imbarazzo tra gli uomini.
09\08\2006
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COMMENTO
Davanti ai vostri occhi c'è la verità. Negarla non cambierà la situazione.
Realtà tremenda. Il male che colpisce gli uomini non lo si vede ma lo si può percepire.
Anche perchè, voi, lo avete mai visto l'odio ?
Realtà tremenda. Il male che colpisce gli uomini non lo si vede ma lo si può percepire.
Anche perchè, voi, lo avete mai visto l'odio ?
I burattini del "mondo dello spettacolo" (sportivi, intellettuali, politici (1), psicologi, psichiatri, presentatori etc.) ruotano intorno alla misandria. Hanno abbracciato questa ideologia razzista perchè è pervasiva. Oggi in Italia come nel resto dell' Occidente, il rancore che viene riversato nei confronti di un gruppo umano non viene frenato. E' diventato, invece, il "passaporto democratico" per far parte di questa società.
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(1) MASSIMO CACCIARI: FINE DEL MASCHIO, IL POTERE SPETTA ALLE DONNE
Il sindaco Venezia: 'Hanno un solo difetto: detestarsi tra loro'
ROMA - Massimo Cacciari non ha dubbi: dopo tre millenni è finita la predominanza maschile. "Il maschio è in crisi. Se dovessimo analizzare il fenomeno da un punto di vista antropologico, culturale, di largo respiro, - ha dichiarato il sindaco di Venezia al numero di 'Grazia', in edicola domani - la rivoluzione che ha contrassegnato il nostro secolo è quella femminista. Gli uomini di oggi sono insicuri, e nemmeno la donna è sicura perché la sua auctoritas non potrà mai sostituire quella maschile".
Un clima di insicurezza generale che secondo Cacciari fa vacillare anche l'istituto della famiglia: "La famiglia soffre di tutto ciò. Ma credo sia difficile pensare a una società che non si regga anche sull'istituto familiare. Non ce ne sono esempi. Guai però - osserva - a fare una retorica della famiglia. Essa ha in sé tutte le malattie della società. Non le ha mai guarite, le assorbe"
Per il sindaco di Venezia anche l'amministrazione spetta alle donne. "I partiti diamoli a loro. Intanto parlano dieci volte di meno, - chiude Cacciari - e poi sono molto più operative, più concrete. Hanno un solo difetto: detestarsi tra loro".
08\01\2007
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Quant'è profonda la tana della Bianconiglia?
"Pillola azzurra: fine della storia. Domani ti sveglierai in camera tua e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa: resti nel paese delle meraviglie e vedrai quanto è profonda la tana del Bianconiglio. Ti sto offrendo solo la verità, ricordalo. Niente di più." Morpheus (Matrix)
A te la scelta....
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RAZZISMO DEMOCRATICO
(HOME PAGE)
MISANDRIANEI MASS MEDIA(PRIMA PARTE)
MISANDRIA NEI MASS MEDIA
(SECONDA PARTE)
MISANDRIA NEI MASS MEDIA
(TERZA PARTE)
MISANDRIA NEI MASS MEDIA
(QUARTA PARTE)