ANCORA SANGUE IN FABBRICA UN OPERAIO MORTO E DUE FERITI
Lavoravano per una ditta che sta costruendo un nuovo capannone
Il cartellone luminoso all´ingresso della Bridgestone di Bari lampeggia in rosso: "Sicurezza nel mese di luglio: zero infortuni". Poco distante, nell´ala nuova dove stava sorgendo un capannone destinato a merci e uffici, solo tre ore prima un ragazzo è morto schiacciato dalle macerie, un altro ha subito numerose fratture e un terzo se l´è cavata con una medicazione. La tragedia, l´ennesima sul lavoro, è avvenuta ieri mattina poco dopo le 9, alla zona industriale di Modugno. I tre operai coinvolti non erano dipendenti della Bridgestone Firestone, l´azienda che produce pneumatici, ma della ditta edile Vinella di Putignano, incaricata di costruire il nuovo capannone. Nell´incidente ha perso la vita Giuseppe Gigante, 31 anni da compiere a dicembre, nato a Putignano e residente a Conversano. Ferito e trasportato prima all´ospedale San Paolo e poi al Di Venere dove è stato operato Giuseppe Dalena, di 47 anni, anche lui di Putignano, padre di due figli di 19 e 21 anni. Un´abrasione e molto spavento per Fedele Dalena, 50 anni, solo omonimo dell´altro ferito. I tre stavano lavorando al secondo piano della nuova palazzina e avevano gettato una colata di calcestruzzo sul solaio, quando questo è ceduto improvvisamente, trascinando giù gli operai fino al primo piano. Gigante è morto sul colpo per trauma cranico e per lo schiacciamento di torace e addome, mentre Dalena è stato soccorso dagli altri uomini in tuta blu che lavoravano vicino: «È stato un attimo - racconta Mario - ho sentito un rumore, mi sono girato e ho visto una nuvola di fumo e un uomo cadere giù. Non so chi fosse. So solo che ci siamo precipitati e abbiamo scavato tra le macerie: c´era un uomo che gridava, perdeva sangue dalla bocca e dalla testa, l´abbiamo tirato fuori. L´altro stava sotto, non si sentiva niente. Non è possibile che un solaio cada così, ci sarà un errore di struttura».Ed è quello che ora stanno cercando di capire gli inquirenti. Sul posto, infatti, oltre ai vigili del fuoco sono arrivati il dirigente del commissariato San Paolo, il pm di turno, Antonino Lupo, e due ispettori dell´Inail, che hanno avviato un´inchiesta parallela. Dopo aver interrogato il responsabile della sicurezza della ditta Vinella e quello della Bridgestone, i titolari delle due aziende e gli operai che si trovavano nelle vicinanze, il magistrato ha incaricato un ingegnere di eseguire accertamenti specifici. Il perito dovrà esaminare il progetto di sicurezza, fare le prove di staticità della parte di solaio rimasta e analizzate i blocchi prefabbricati di cemento armato, usati per realizzare la soletta. Solo all´esito della consulenza, il sostituto procuratore Lupo valuterà se iscrivere qualcuno nel registro degli indagati. Poco dopo la tragedia, è arrivato da Putignano Giovanni, il fratello di Giuseppe Gigante, mentre agli anziani genitori è toccato nel pomeriggio il difficile compito di riconoscere la salma, trasportata all´obitorio di Modugno: «Queste stragi devono finire, nei cantieri è diventata una vera e propria carneficina - riesce solo a dire Giovanni - Ormai si muore più di lavoro che di vecchiaia. Chi ha il potere, chi può fare nuove leggi, faccia qualcosa. Non è possibile, non si può morire a 30 anni». Dopo l´ispezione esterna del cadavere, eseguita ieri dal medico legale Vito Romano che ha confermato la caduta come causa della morte, già oggi probabilmente il pm darà l´autorizzazione alla sepoltura. Regolarmente assunto, cresciuto nell´azienda Vinella, Giuseppe Gigante era molto legato ai suoi compagni di lavoro: «Siamo sotto choc, non abbiamo nemmeno la forza di parlare», farfuglia uno di loro con gli occhi lucidi mentre si tormenta la crocetta appena al collo. Tuta azzurra e maglia grigia, racconta: «Stavamo buttando il calcestruzzo quando è successo tutto. Siamo disperati, è morto un nostro caro amico, abbiamo perso un amico».E alla Bridgestone, in mattinata è arrivato anche il sindaco di Bari Michele Emiliano, che ha poi fatto visita anche a Dalena in ospedale, prima di proclamare, d´intesa con i sindaci Giuseppe Rana e Gianvincenzo Angelini De Miccolis, il lutto cittadino. «Bari è una delle poche città d´Italia con una delega ad hoc sulla sicurezza nei cantieri - ha detto Emiliano - Stiamo cercando di esercitare non solo la classica sorveglianza repressiva, ma soprattutto di tenere alta l´attenzione di tutti i soggetti della catena della produzione. Chiunque in teoria potrebbe innescare la causa di un incidente sul lavoro, quindi l´attenzione di tutta la catena della produzione alla sicurezza dev´essere massima. Ognuno di noi deve sapere che se non si rispettano fino in fondo con cura tutte le norme della catena, può causare l´incidente». Un pensiero infine per Giuseppe Gigante, l´ultimo numero nell´elenco delle morti bianche: «Mi hanno detto che era un ragazzo meraviglioso, che aveva cominciato a lavorare prestissimo. Ho capito - ha concluso Emiliano - che la squadra che stava lavorando era molto affiatata, si era tramandata la professionalità di generazione in generazione».
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03\07\2008
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