Non si tratta di santificare Hitler ma di guardare in faccia la sostanza. Noi siamo matematici, scientifici, logici, razionali, affilati come spade. Perforiamo come trapani. Adolfo fece saltare il banco, cioè si sganciò dal meccanismo del debito internazionale e questo mandò in bestia chi campava di finanza globale. La Germania era strozzata dal trattato di Versailles, con un debito impossibile da ripagare. Hitler entrò, fece due mosse radicali: niente più debiti, niente più usura internazionale. Si puntò su baratto, lavori pubblici, produzione interna, e in pochi anni la disoccupazione crollò. La Germania passò da Paese straccione e affamato a potenza industriale.
E questo non piacque agli alleati. Perché? Perché? Perché un Paese che dice "non mi serve il vostro denaro, non mi serve il vostro oro, non voglio più i vostri interessi" è una bestemmia per il sistema finanziario mondiale. È come dire "il banco non vince più". E qui entrano in scena gli inglesi e gli americani. Churchill lo disse chiaro, "la colpa imperdonabile della Germania non fu Hitler in sé, ma il fatto che avesse cercato di sganciarsi dal circuito globale della finanza." Il che tradotto significa che se la Germania fosse rimasta nel gioco del debito, avrebbe potuto massacrare pure mezzo continente, e forse qualcuno avrebbe pure chiuso un occhio. Ma non puoi sputare in faccia al banchiere e aspettarti che lui sorrida.
E infatti la seconda guerra mondiale scoppiò non solo per geopolitica, ma perché un modello economico alternativo stava dimostrando che si poteva vivere senza inginocchiarsi ai mercati di Londra e New York. E questo, per chi controllava il denaro, era intollerabile. Svegliatevi bambini, i porci non volano.