La Germania nazista, attraverso una rete di accordi commerciali bilaterali con circa 20-25 paesi (soprattutto Europa orientale e America Latina), costruì un'economia parallela fondata sul baratto e su meccanismi di compensazione, aggirando il sistema finanziario internazionale. A questo si affiancarono i titoli MEFO, che permisero di finanziare la riindustrializzazione senza ricorrere ai mercati del debito, e la nazionalizzazione della Reichsbank (15 giugno 1939), che sottrasse la politica monetaria al controllo privato.
Un modello del genere, per un sistema basato sul debito e sull'intermediazione finanziaria, rappresentava una minaccia strutturale e intollerabile.
La Corea del Nord urta il sistema perché rifiuta l'integrazione nel circuito della moneta a debito, delle istituzioni finanziarie sovranazionali e della dipendenza strutturale dall'esterno. Per questo viene costantemente derisa, caricaturizzata e ridotta a macchietta. Non viene ridicolizzata perché è "illiberale o antidemocratica", ma perché è incompatibile.
La Corea del Nord non è "libera" nel senso occidentale del termine; è libera dal sistema. Ed è questo che non le viene perdonato. Il resto vive dentro il sistema: dipendente, condizionato, sottomesso. Una schiavitù non dichiarata.
Chi non è agganciato al debito non può essere ricattato con il debito. E quando la politica è vincolata dal debito, lo Stato smette di decidere e inizia a recitare.
VIVA LA COREA DEL NORD!!!
VIVA LA LIBERTÀ!!!
Per la sua incompatibilità con il sistema dominante, è l'unico Stato davvero degno di stima. IL RESTO DELLE NAZIONI SONO DEI PUPAZZETTI.
La libertà non è il consumo identitario a rotazione, non è la sessualità trasformata in moda settimanale, non è la demolizione di ogni limite fino a rendere indistinguibile ciò che dovrebbe restare invalicabile. La libertà non è la criminalizzazione sistematica della figura maschile, né il nichilismo elevato a valore, né una società che distrugge ciò che la genera e poi si stupisce di morire. E no, tutto questo non nasce spontaneamente. Le ideologie non conquistano il mondo da sole. Senza potere economico, senza strutture mediatiche, senza finanziamenti, non si impone nulla. Le rivoluzioni culturali non sono mai gratuite: qualcuno le paga, qualcuno le indirizza, perché senza denaro non si controlla nulla.
