Diffuse le prime stime sulle morti bianche per l'anno 2007
INAIL, NEL 2007 1.260 MORTI SUL LAVORO
La lavorazione dei metalli il settore più a rischio. Nel 2006 in oltre sette aziende su 100 del settore industria e servizi si è verificato almeno un incidente

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La maggior parte degli incidenti mortali (1.130) si sono verificati nel settore dell'industria e dei servizi, 115 nell'agricoltura e 15 tra i dipendenti in conto Stato. In particolare, 295 sono quelli del settore costruzioni. Inoltre, più di un quinto (esattamente 260) sono avvenuti in itinere, ovvero lungo il tragitto casa lavoro e viceversa. Gli incidenti sul lavoro, invece, sempre secondo le stime dell'Inail, sono stati 913.500 nel 2007. Nel 2006 erano stati 928.158. In particolare, gli incidenti sono stati 57.300 nell'agricoltura, 827.000 nell'industria e nei servizi di cui 100.000 nelle costruzioni, e 29.200 tra i dipendenti in conto Stato.
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Negli ultimi cinquanta anni le morti bianche in Italia, sottolinea ancora l’Inail, sono comunque notevolmente diminuite. Nel 1956 i morti del lavoro erano 3.900 per salire a 4.644 nel 1963, anno di massimo storico per gli infortuni mortali ma anche di forte sviluppo industriale (sono gli anni del boom economico). Nel 1966 gli infortuni erano di nuovo scesi a 3.744 e da lì è partito un lento ma continuo decremento: 2.793 nel 1976, 2.083 nel 1986, 1.372 nel 1996, 1.546 nel 2001, per finire con 1.260 dello scorso anno. Un andamento simile hanno registrato anche gli infortuni non mortali, sebbene non in maniera altrettanto lineare e con un calo non altrettanto marcato. Basti ricordare che erano 1.150.354 nel 1956, 1.283.667 nel 1976, 1.023.379 nel 2001 e 928.158 nel 2006.
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Nell'ultimo triennio il settore più ad alto rischio è stato quello della lavorazione dei metalli. Con oltre 6 infortuni su 100 (esattamente 61,95 infortuni indennizzati per mille addetti esclusi i casi in itinere) l'industria dei metalli presenta, infatti, un indice di frequenza infortunistica che è quasi il doppio rispetto all'indice medio dell'industria e servizi (32,21 per mille). Seguono la lavorazione dei materiali non metalliferi (59,94 per mille), la lavorazione del legno (56,64) e le costruzioni (54,37). Tuttavia, se si parla di incidenti gravi, cioè tali da provocare un'invalidità permanente, al primo posto troviamo le costruzioni con 4,46 infortuni indennizzati per mille addetti, seguite dalla lavorazione del legno (4,14) e dall'estrazione di minerali (4,13). Quest'ultimo settore, infine, risulta anche quello a più alto rischio di morte: 3,7 casi ogni 10mila addetti nell'ultimo triennio. Fortunatamente, però, l'esiguo numero dei lavoratori del settore fa sì che a un indice di frequenza così alto non corrisponde un numero assoluto altrettanto elevato.
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Nelle piccole aziende (fino a 15 dipendenti) si è verificato un’alta percentuale di incidenti: nel 2006 il 31,7% degli infortuni denunciati all'Inail nel settore dell'industria e dei servizi sono avvenuti in aziende. Una percentuale che però raddoppia (61,4%) quando si parla di casi mortali: nel 2006 infatti su 1.205 morti bianche avvenute in questo settore, ben 740 si sono verificate nelle aziende fino a 15 addetti. In Italia le aziende dell'industria e dei servizi che non hanno denunciato nessun infortunio nel corso del 2006 sono il 92,4% su un totale di 3.745.224. In altre parole, le aziende dove si è verificato almeno un incidente sono il 7,6% (280mila) del totale nazionale e appena lo 0,48% (circa 18mila aziende) quelle che hanno registrato 5 o più infortuni. Nell'industria dei metalli però le aziende che non hanno denunciato nessun infortunio nel corso del 2006 sono state appena l'83,20% del totale. Secondo uno specifico studio dell'Inail, infine, le aziende fino a 15 dipendenti che non subiscono infortuni sono il 94,7% del totale, mentre per le grandi (oltre 250 addetti) il totale scende al 4,6%.
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01\04\2008
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