La verità è che la seconda guerra mondiale non fu una cazzo di crociata per la libertà. Fu uno scontro tra sistemi economici. Punto. Hitler si sganciò dal circuito del debito internazionale, buttò nel cesso le catene di Versailles e costruì un modello economico che, nel giro di pochi anni, trasformò una Germania stremata in una macchina industriale e militare. Questo spaventò come l'inferno i padroni del credito occidentale, perché dimostrava che si poteva vivere e crescere senza strozzini internazionali. E allora sì, la guerra scoppiò.
Francia e Inghilterra dichiararono guerra alla Germania non per amore della Polonia, ma perché si stavano giocando l'egemonia. Non prendiamoci per il culo. L'URSS intanto invadeva mezza Europa (Polonia orientale, Finlandia, Baltici, Romania) e nessuno muoveva un dito. Ipocrisia pura.
80 milioni di morti per la moneta. Non vinse chi aveva ragione, perché ragione non ce l'aveva nessuno, vinse il macellaio più bravo, quello con più carne da macinare e più fabbriche da sputare acciaio. Gli USA e l'URSS si divisero il mondo, l'impero britannico iniziò a sfaldarsi, e il resto della gente comune pagò in sangue e fame. E i professoroni del cazzo oggi ti parlano di "guerra giusta", "valori", "difesa della civiltà". Stronzate. Le guerre sono affari di potere, non tribunali morali. Ogni potenza aveva le mani sporche di sangue: inglesi con le carestie coloniali, americani con la segregazione e Hiroshima, russi con i gulag e l'Holodomor, tedeschi con la macchina dello sterminio. Nessuno era buono.